Lunedì 18 gennaio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 gennaio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
I sei sardi in missione tra i ghiacci del Polo Sud
Uno studio dell'Enea sul clima con ricercatori, tecnici, sub e cuochi
 
Una pattuglia di sei sardi fa sventolare la bandiera dei Quattro mori tra i ghiacci del Polo sud. La spedizione italiana che in queste settimane si trova in Antartide può contare sull'apporto di tre ricercatori, di due appartenenti alla Marina militare e di un cuoco provenienti dall'Isola. Sei uomini che hanno raggiunto il continente più inospitale del globo per garantire il funzionamento della base italiana Mario Zucchelli di Baia Terra Nova, affacciata sul Mare di Ross. Il più giovane del gruppo è Alessandro Cau, biologo cagliaritano dell'Università di Sassari, impegnato in un'importante ricerca scientifica. Ci sono poi l'oristanese Mauro De Muro del Cnr, il sulcitano Luigi Zucca dell'Enea, il palombaro sassarese della Marina militare Tommaso Pischedda e, sempre tra i ranghi della Marina, il primo maresciallo Gianluca Giannotti della Maddalena. Tutti le persone ospitate nella base possono poi contare sui piatti preparati da Franco Lubelli, chef cagliaritano che ha il compito di coordinare la cucina e gestire le sue riserve.
Arrivare agli antipodi non è stata una passeggiata. Cau spiega qual è stato il ruolino di marcia che lo ha accompagnato da Cagliari al Polo: «Ho raggiunto la base il 27 Dicembre, dopo un lungo viaggio aereo fino a Christchurch, in Nuova Zelanda, e dodici giorni di navigazione a bordo della nave Italica, in forza al Pnra. Resterò nella base italiana per tutto il terzo e ultimo periodo della spedizione, da dicembre fino a metà febbraio, data in cui la base chiuderà per il sopraggiungere del temibile inverno antartico». Lo scienziato cagliaritano spiega nel dettaglio qual è il programma di ricerca che lo vede coinvolto in prima persona tra pinguini e ghiacciai perenni: «Sto lavorando per il Cefa-Funzionamento degli ecosistemi costieri in un Oceano Antartico in cambiamento . È un progetto focalizzato sull'acquisizione di informazioni sulle dinamiche trofiche nel corso della transizione da primavera a estate australe, nell'area della Baia di Terra Nova, un sito modello per lo studio delle aree costiere del Mare di Ross».
Alessandro Cau e gli altri sardi sono in forza al Programma nazionale di ricerca in Antartide. Un progetto che vede coinvolti il ministero dell'Istruzione e della Ricerca, l'Enea-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile e il Consiglio nazionale delle ricerche. Alleanza che ha organizzato la Trentunesima spedizione nazionale al Polo sud. L'Antartide è sotto la lente dei ricercatori perché nelle sue varie regioni si riscontrano caratteristiche fisiche e geologiche uniche. Nascoste tra le varie stratificazioni della neve ci potrebbero essere le risposte alla base dei cambiamenti del clima. Un bagaglio di informazioni fondamentale per capire quali politiche ambientali adottare nel futuro prossimo o comprendere gli effetti del surriscaldamento globale sulle specie animali e vegetali. Nonostante la giovane età, questa rappresenta solo l'ultima delle sue esperienze internazionali: «Mi sono avvicinato all'oggetto dello studio che sto conducendo durante un periodo di formazione negli Stati Uniti. Ho infatti frequentato lo Scripps Institution of Oceanography a San Diego, in California. Ente dove ho potuto effettuare le prime ricerche sulle reti trofiche bentoniche». Esperienze arrivate al termine di un percorso formativo totalmente sardo: «Sono attualmente assegnista di ricerca dell'Università degli Studi di Sassari. Mi sono però laureato ed ho conseguito il mio dottorato di ricerca presso l'ateneo cagliaritano. Istituzione con cui continuo a collaborare grazie alla disponibilità del professor Pusceddu».
In questo periodo dell'anno le temperature di Terra Nova sono relativamente accettabili. In media viaggiano intorno a qualche grado sotto lo zero. Il biologo cagliaritano ci ricorda che il vero pericolo è rappresentato dalle tempeste improvvise: «Possono durare giorni e i venti catabatici superano anche i 200 chilometri orari. In questo caso la temperatura percepita fino a -40 e il tasso di umidità crolla". Proprio in questi momenti si rende necessaria l'assistenza degli uomini delle Forze armate di stanza nella Base: «Garantiscono la logistica e assistono noi ricercatori anche in condizioni proibitive. Ho avuto modo di collaborare con i meteorologi dell'Aeronautica militare, con gli Alpini per il passaggio sui ghiacciai e con i nocchieri della Marina durante la fasi di campionamento in mare. Una risorsa fondamentale per evitare problemi e incidenti».
Condizioni di lavoro estreme che vedono i sei sardi tra i protagonisti. In un simile contesto tutti rivestono un ruolo fondamentale. L'essere accomunati dalla radici e dalla lingua è un punto di forza in grado di fare la differenza anche a decine di gradi sotto le zero.
Matteo Mascia
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
In Breve
MOBILITÀ INTERNAZIONALE
 
L'Ersu e l'Associazione Tdm 2000 organizzano domani alle 16,30 nella sala riunioni all'ottavo piano di corso Vittorio Emanuele 68 un incontro pubblico sul tema delle opportunità di mobilità internazionale offerte dal Programma Erasmus+ e, più in particolare, del Servizio volontario europeo.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 2
«Le università nell’isola rischiano di scomparire»
L’allarme arriva dall’assessore regionale Firino: «Meno fondi a disposizione,
i nuovi criteri e i tagli del Governo mettono in dubbio il futuro degli atenei sardi»
di Luca Rojch
 
SASSARI Rimpicciolite e smontate fino alla loro scomparsa. Un futuro da fantasmi del sapere per le due università sarde, Cagliari e Sassari. Secoli di storia e tradizione buttati via da una cinica equazione di Stato. Pochi studenti, meno fondi. E non conta se l’università è l’unica speranza di crescita per una regione depressa senza industria e infrastrutture.
La Ragion di Stato la fa un ragioniere. Il pericolo di un forte ridimensionamento e di una scomparsa delle università sarde lo dà l’assessore alla Cultura Claudia Firino. Sceglie la formula della lettera appello. Ma tra le righe c’è tutto. Numeri e logica seguiti dal governo. E l’impossibilità per la Regione di investire altre risorse per mantenere vivi i due atenei. «Le analisi dell'Istat e della Fondazione Res restituiscono l'immagine di un’Italia spaccata in tre: un nord che mantiene il suo buon livello, un centro-sud che si trascina e due isole che si allontanano a grandi falcate.
Questo lo scenario dei finanziamenti statali agli atenei, in calo costante dal 2008 ma mai così diversi fra nord e sud. Sardegna e Sicilia perdono il 21%, il centro-sud il 12%, contro il 4% del nord. Le conseguenze sul numero di laureati fra i giovani italiani sono drammatiche: un 23,9% lontanissimo da quel 40% che l’Unione europea ha posto come obiettivo della strategia “Europa 2020”». In altre parole i finanziamenti di Stato dal 2008 sono calati del 21 per cento e ora rischiano di venire ridotti in modo ancora più forte. «I criteri con cui queste risorse vengono ripartite – continua la lettera della Firino –, rendono difficile per gli atenei più piccoli scommettere sull’innovazione.
Se il rapporto fra calo di studenti e diminuzione dei fondi diventa indissolubile, se si misura con lo stesso metro la capacità di attrarre studenti di un’isola e di una grande regione, se il blocco del turn-over persiste, se si considera un dato acquisito che le tasse universitarie siano destinate a salire, cresciute del 50% negli ultimi sette anni, e i criteri per ottenere un sostegno a inasprirsi, l’università in Sardegna è destinata prima a essere declassata e poi a scomparire».
Un cortocircuito che rischia di cancellare dall’isola per migliaia di persone la possibilità di prendere una laurea. Una desertificazione culturale. «In questa difficile partita la Regione fa la sua parte – scrive la Firino –, riserva ai due atenei sardi e al diritto allo studio oltre 70 milioni l'anno, fra contributo al funzionamento, borse di studio e ricerca. Ma quello che dovrebbe rappresentare una risorsa aggiuntiva rischia di diventare un insufficiente sostegno per scongiurare il ridimensionamento della presenza universitaria nell'isola. Per questo credo sia opportuno e urgente aprire un confronto fra tutti livelli istituzionali e politici. Una discussione capace di inserirsi nel dibattito nazionale per portare la nostra idea di Università, le peculiarità del nostro territorio e le proposte per valorizzarle. E nel frattempo dovremmo chiedere un passo indietro sui criteri attualmente applicati. Perché prima occorre decidere di cosa abbia bisogno l'istituzione più importante per il futuro dei nostri ragazzi. E solo dopo scegliere gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti».
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
il confronto con i rettori
Il governatore: Il nostro impegno resta
 
Se il Governo vuole tagliare i contributi alle università, la Regione nella Finanziaria 2016 conferma «il suo forte sostegno agli atenei di Sassari e di Cagliari». Lo ha detto il governatore Francesco Pigliaru e gli assessori alla Pubblica istruzione, Programmazione e Sanità nel presentare la Finanziaria 2016 ai rettori Maria Del Zompo (Cagliari) e Massimo Carpinelli (Sassari). L'accordo raggiunto fra Giunta e Università permetterà di migliorare alcuni capitoli di spesa destinati agli atenei e previsti nella manovra contabile consegnata nei giorni scorsi al Consiglio regionale. Secondo la Giunta, l’impegno finanziario è stato confermato proprio perché «il diritto allo studio era e resta uno dei capisaldi del programma del programma di governo». Durante il confronto è stato discusso anche di università diffusa, della legge regionale sui finanziamenti alla ricerca e anche di fondi europei. Sull’argomento il presidente della Regione e i rettori hanno sottolineato l'urgenza di fissare incontri tecnici per migliorare la governance, definire costi standard, criteri e anche l'offerta formativa.

Questionario e social

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