Martedì 19 gennaio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 gennaio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

LA NUOVA SARDEGNA
1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
allarme nell’isola
FONDI TAGLIATI ALLE UNIVERSITÀ,
IN CAMPO I RETTORI SARDI
 
L’allarme lanciato dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino sui possibili tagli agli atenei sardi è condiviso dai rettori di Cagliari e Sassari. Entrambi chiedono che i parametri vengano rivisti. Il rischio è che entro quattro anni i due atenei perdano circa il 25 per cento delle risorse. E questo si tradurrebbe nel taglio di corsi di laurea, con conseguente calo di iscrizioni, e nella riduzione dell’attività di ricerca.
S. SANNA A PAGINA 5
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
FONDI AGLI ATENEI, L’ISOLA FINISCE IN CODA
La distribuzione delle risorse non tiene conto del gap dell’insularità. Gli scenari: - 25 per cento di finanziamenti in 4 anni
di Silvia Sanna
 
SASSARI Il problema è che oltre al costo sono standard anche i numeri. Come se tra una grande università del Nord e un ateneo di medie proporzioni che opera in un’isola ci fossero differenze minime. I nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali penalizzano le università medie e piccole. E tra tutte, a soffrire di più sono quelle sarde. Che pagano il gap di una insularità che non viene riconosciuta. L’allarme lanciato dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino è condiviso – anche se con toni diversi – dai rettori di Cagliari e Sassari.
Entrambi chiedono che i parametri vengano rivisti. Il rischio è che entro quattro anni i due atenei perdano circa il 25 per cento delle risorse. E questo si tradurrebbe nel taglio di corsi di laurea, con conseguente calo di iscrizioni, e nella riduzione dell’attività di ricerca e quindi di possibilità di formazione per i docenti isolani. A proposito: anche il numero di insegnanti si ridurrebbe drasticamente.
La ripartizione dei fondi. La novità del “costo studente standard” è stata introdotta dalla legge 240/2010 (legge Gelmini). Dopo due anni il governo Monti (ministro Profumo) ha varato il decreto. Ma solo nel 2014 le nuove regole sono diventate operative. Il costo standard è un numero che quantifica i costi che l’università dovrebbe sostenere per la sua formazione. Sulla base di questo numero, ricavato attraverso una serie di formule matematiche, viene stabilita la quota di finanziamenti che spetta agli atenei: se prima il fondo ordinario veniva ripartito sulla base della spesa storica, da quest’anno una parte dei finanziamenti viene stabilita sulla base dei nuovi criteri. Questa la progressione: 25% nel 2015, 40% nel 2016, 60% nel 2017, 80 nel 2018 e 100% nel 2019, quando l’intero importo del fondo sarà stabilito sulla base dei costi standard per studente.
L’allarme. Beniamino Cappelletti Montano, 38 anni, è un ricercatore di Matematica dell’Università di Cagliari. Il suo giudizio nei confronti della novità è molto critico perché «i parametri sui quali si basa la ripartizione dei fondi non sono corretti e provocano sperequazioni: in particolare a essere penalizzate sono le università isolane, Sassari soprattutto».
Cappelletti Montano, che ha messo nero su bianco tutte le sue perplessità in un articolo pubblicato sulla rivista Roars (www.roars.it), specializzata nelle politiche universitarie, sottolinea subito un aspetto: «La legge non dice che il 100 per cento del fondo debba essere ripartito attraverso i costi standard, la decisione è stata presa autonomamente dal ministro Giannini». E su questo punto l’università di Macerata ha presentato e vinto un ricorso al Tar del Lazio: ora sarà la Corte Costituzionale a stabilire se c’è un eccesso di deleghe da parte del ministero. Nel frattempo, la mannaia dei tagli è in agguato.
I parametri. Nello stabilire il costo standard la legge stabilisce che si tenga conto anche dei differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui operano gli atenei. «Per esempio – sottolinea Cappelletti Montano – si dovrebbe tenere conto per le università sarde del gap dell’insularità. Ma questo non accade».
Il ricercatore di matematica evidenzia che uno dei parametri presi in considerazione per garantire perequazione è l’importo delle tasse a carico degli studenti. «Ma il problema è che non si parte da cifre reali ma solo presunte che inevitabilmente inducono a risultati scorretti». Per esempio, nonostante l’importo pagato in Sardegna sia tra i più bassi d’Italia, secondo il ministero gli studenti dovrebbero sborsare 868 euro all’anno. «Il dato è ricavato partendo dall’importo medio nazionale di 958 euro e parametrando il reddito medio nazionale a quello della regione in cui opera l’università».
Nel caso di Sassari e Cagliari, la formula si traduce in un rimborso minimo rispetto a quello che realmente spetterebbe se si prendessero in considerazione i reali importi delle tasse studentesche. C’è anche il problema della percentuale bassa di immatricolati da altre regioni: appena il 2% nell’isola a fronte di una media nazionale del 25%. «Se si vogliono evitare sperequazioni – dice Cappelletti Montano – bisognerebbe dare il giusto peso ai limiti dell’insularità, stabilendo dei fondi aggiuntivi: nel caso delle università isolane dovrebbero aumentare del 23%». Un’altra formula, che in questo caso renderebbe giustizia.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
il rettore del zompo (cagliari)
«A RISCHIO I CORSI E LA RICERCA,
UN DISASTRO DA SCONGIURARE»
 
SASSARI Dal giorno successivo alla sua elezione – nell’aprile 2015 – ha sollevato il problema dei tagli. Perché, oltre a quelli ordinari, che dal 2008 hanno portato nelle casse dell’ateneo il 20 per cento in meno delle risorse, nel 2015 è stato introdotto il nuovo criterio di ripartizione basato sui costi standard.
Partendo da parametri che, secondo il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, «porteranno alla chiusura degli atenei piccoli e medi, perché non tengono conto delle condizioni economiche in cui si opera e delle dimensioni delle università. Se si introducono criteri che non sono raggiungibili si sta dicendo che quell’ateneo chiuderà». Per questo non c’è tempo da perdere, dice il rettore.
«Alcuni parametri devono essere rivisti, i numeri di partenza non possono essere uguali per tutti. E bisogna farlo subito, Università di Cagliari ha chiesto alla Crui, la conferenza dei rettori, la rivisitazione immediata». Nel frattempo le prime conseguenze della riforma si sono già fatte sentire: «Il costo standard, assegnato nella quota del 25 per cento rispetto al totale, si è tradotto per il nostro ateneo in una riduzione di risorse pari al 10 per cento. E la percentuale è destinata a crescere in proporzione all’aumento della quota standard. Se gli scenari non saranno modificati, il nostro ateneo sarà declassato e ridimensionato: meno corsi di laurea e addio ricerca, perché i fondi a disposizione non basteranno».
Non tutto è perduto, però: «C’è stato un impegno da parte della Crui a prendere in considerazione la situazione particolare delle università sarde. Che in quadro generale da rivedere, sono senza dubbio le più penalizzate. Soprattutto rispetto agli atenei del nord ma anche di quelli del centro e sud Italia. E in questa battaglia chiederemo il sostegno della politica regionale, dalla quale abbiamo già ricevuto risposte confortanti. Il mondo universitario capisce che c'è bisogno di fare fronte alla crisi e per questo è disposto a dare un contributo – conclude il rettore Maria Del Zompo – e l’unico futuro che possiamo dare ai nostri ragazzi è la formazione migliore possibile». (si. sa.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
il rettore carpinelli (sassari)
«I CRITERI NON SONO CORRETTI
MA È GIUSTO VALUTARE GLI ATENEI»
 
SASSARI Criteri da rivedere ma principio buono e condivisibile. Il rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli, non è il primo fan del “costo standard” ma nemmeno il primo dei detrattori. «Perché – spiega – è giusto valutare gli atenei sulla base della loro offerta e sulla capacità di attirare gli studenti. Quello che accadeva prima, quando il fondo ordinario veniva distribuito senza guardare ai risultati delle singole realtà, non era corretto».
Ecco perché il rettore dell’ateneo sassarese invita a non fare eccessivi drammi: «Trovo eccessivo dire che le università isolane sono destinate alla chiusura. Credo che con gli opportuni accorgimenti, che reputo assolutamente necessari, i due atenei potranno continuare a a garantire percorsi formativi di grande qualità».
In ogni caso, sottolinea Carpinelli, «è giusto favorire la concorrenza tra atenei. La valutazione sulla base dei risultati è uno stimolo per fare sempre meglio». Nel frattempo i tagli preoccupano parecchio, in pochi anni Sassari ha visto volare via circa il 20 per cento delle risorse. E nel 2015 le nuove regole hanno ridotto il fondo ordinario di circa 1 milione e mezzo, da 68, 4 a 67 milioni di euro. Per il futuro gli scenari sono pessimi: Sassari entro il 2019 potrebbe perdere un ulteriore 25 per cento. «È chiaro che sarebbe inaccettabile – dice Carpinelli – per questo ci siamo attivati per fare in modo di invertire la tendenza, personalmente mi sto impegnando parecchio per far riconoscere la specificità dell'isola all’interno del quadro normativo nazionale. Ricordo però che un anno fa è stata introdotta la clausola di salvaguardia riservata soprattutto agli atenei che operano in condizioni territoriali particolari: la clausola stabilisce che i tagli dei finanziamenti non possano crescere più del 2 per cento rispetto all’anno precedente. E quest'anno non c'è stata una ulteriore riduzione – ricorda il rettore Carpinelli –, in una situazione generale di tagli abbiamo avuto una lieve inflessione di tendenza». (si. sa.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
l’esperto
Il bagno è il luogo
di maggior pericolo         
 
Il bagno è classificato come il luogo della casa a maggior rischio elettrico. Lo spiega Fabrizio Pilo, docente di impianti elettrici alla facoltà di Ingegneria di Cagliari. «Le norme - dice il professore – prescrivono regole precise per il bagno, un luogo dove ovviamente è facile che si crei la condizione dell’energia elettrica che attraversa l’acqua». Un errore in cui non cadere è questo: credere che il cosiddetto salvavita installato in un impianto elettrico sia sufficiente e tenere al riparo da qualunque rischio le persone. «Nessuno strumento tecnico garantisce al 100 per 100 la sicurezza delle persone - sottolinea il docente - ci si può avvicinare al 100 per 100 solo adottando sempre comportamenti virtuosi». Le regole di progettazione per il bagno, che viene diviso in zone, sono: vicino alla zona zero, cioè l’angolo dove si installano doccia o vasca, non devono esserci prese di corrente se non quelle speciali per piscine; nella zona uno, che sono le pareti di vasca o doccia, per due metri e mezzo al di sopra non devono esserci prese o cavi di corrente salvo il filo collegato a un campanello da tirare in caso di bisogno.
«Una buona prassi di progettazione - continua il docente - è quella di separare la linea elettrica del bagno da quella per il resto della casa. Nella linea del bagno inoltre è utile installare un interruttore differenziale (comunemente chiamato salvavita) ancora più sensibile rispetto a quelli installati nelle abitazioni». Anche in presenza di tutto questo bisogna comunque evitare che stufe, radio, asciugacapelli entrino in contatto con l’acqua, le mani quando maneggiano questi apparecchi devono essere ben asciutte e asciutti siano anche i piedi. (a.s.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Cagliari – pagina 7
ERASMUS, ECCO BANDI E PROGRAMMI
Oggi alle 16.30 l’incontro pubblico organizzato da Ersu e Tdm 2000
 
CAGLIARI L'Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Ersu) e l'associazione Tdm 2000 hanno organizzato per questo pomeriggio a Cagliari un incontro pubblico sul tema delle opportunità di mobilità internazionale offerte dal programma Erasmus Plus e, più in particolare, del Servizio volontario europeo. Nel corso dell'iniziativa, programmata per le 16.30 nella sala riunioni all'ottavo piano della sede dell'Ente Ersu di Cagliari in corso Vittorio Emanuele 68, verranno fornite informazioni e supporto agli studenti e comunque ai giovani interessati a un'esperienza di formazione e mobilità da effettuare all'estero.
In particolare verranno presentati il programma del servizio volontario europeo, bandi e opportunità in partenza per giovani sardi, come presentare al meglio la propria candidatura. Lo Sportello Sim, acronimo che significa sportello mobilità internazionale, è nato nel febbraio di tre anni fa a seguito di un protocollo d'intesa che era stato stipulato tra lo stesso ente regionale per il diritto allo studio universitario e l'associazione Tdm 2000, offre un servizio di informazione, assistenza e illustrazione di concrete opportunità di mobilità in ambito prevalentemente europeo.
Lo sportello, che fa parte dello Student Jobs dell’Ersu di Cagliari, è una struttura volta a fornire informazioni ed erogare servizi in materia di studio, di lavoro e di orientamento sulle opportunità che sia gli enti pubblici, sia quelli privati, offrono agli studenti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
TEDDE CONTRO AOU: «NOMINA FUORI LEGGE»
Interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia sul servizio di Prevenzione della corruzione
 
SASSARI Una nomina contestata al centro dell’interrogazione, la seconda sullo stesso argomento, presentata dal consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde. Si tratta dell’incarico affidato dal commissario dell’Aou Giuseppe Pintor per guidare il servizio di Prevenzione della corruzione e trasparenza. «Nel maggio 2015, con un’interrogazione che mi vedeva primo firmatario - afferma Tedde -, il gruppo consiliare di Forza Italia denunciò la mancata nomina del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza presso l’Aou di Sassari. La scelta successivamente cadde su un collaboratore amministrativo di categoria D mentre la norma prevede che l’incarico possa essere ricoperto solo ed esclusivamente da un dirigente. E per di più è stato previsto anche una indennità economica aggiuntiva non previsto dalla legge. Circostanza che troverà sicuro interessamento da parte della competente magistratura contabile».
Non si è fatta attendere la risposta dell’azienda ospedaliero universitaria di Sassari. «Si ribadisce innanzitutto che la Aou non è mai stata priva del responsabile della prevenzione della corruzione: le dimissioni presentate dal precedente titolare il 13 aprile 2015 sono infatti divenute effettive solo al momento della loro accettazione, avvenuta contestualmente alla nomina di Giancarlo Manzoni come responsabile della prevenzione della corruzione il 4 giugno scorso. Una nomina che non viola in alcun modo le disposizioni legislative: in nessun passaggio la normativa indica infatti che il Responsabile della prevenzione della corruzione debba essere esclusivamente un dirigente».
Per quanto riguarda i compensi Pintor dice che Manzoni non percepirà alcuna remunerazione aggiuntiva ma una remunerazione legata al sistema premiante, così come previsto dalla normativa in materia, che verrà corrisposta allo stesso «solo a seguito di preventiva valutazione positiva dell’attività e dei risultati conseguiti (in base alle risorse disponibili del fondo) mediante la produttività, non rappresentando pertanto un maggiore ed ulteriore onere economico per l’ azienda». (g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
VERSO IL GRAN SASSO
I LINGOTTI ROMANI DI MAL DI VENTRE
Consegnati all’Istituto nazionale di fisica nucleare
Serviranno agli studi sulle particelle subatomiche
Sono ormai del tutto privi di radioattività e questo li rende ideali per verificare un fenomeno della fisica dei neutrini mai osservato fino ad ora
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI Chi avrebbe mai pensato che i neutrini, le più sfuggevoli tra le particelle subatomiche conosciute, sarebbero potuti essere studiati grazie agli antichi romani? La storia sembra la trama di una bella favola moderna, ma è tutto vero: ieri dalla Sardegna trenta lingotti di piombo, rinvenuti su una nave romana inabissatisi più di duemila anni fa nei fondali davanti all’isola di Mal di Ventre, sono partiti alla volta dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Si tratta dell’ultima partita di un carico che conta circa 300 lingotti, attraverso cui potrà prendere il via l’esperimento “Cuore” (Cryogenic Underground Observatory for Rare Events) sullo studio dei neutrini. Si entra così nel vivo di una mole di attività partite negli anni scorsi, che toccano trasversalmente chimica, fisica e archeologia. E che vedono coinvolti, oltre agli studiosi dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, con i suoi laboratori nel Gran Sasso a 1.400 metri sotto terra, quelli delle Università di Sassari e di Milano Bicocca e della Soprintendenza archeologica della Sardegna. Tutto parte per caso agli inizi degli anni Novanta, quando un sub avvista il relitto: una nave della prima età romana, fatta inabissare forse di proposito dal suo stesso comandante per sottrarre il prezioso carico a mani nemiche. A bordo ci sono anche centinaia di lingotti di piombo, ciascuno del peso di circa 30 chili, per un una lunghezza di 46 centimetri e un’altezza di nove. «Quando vengo informato di quella scoperta – racconta Ettore Fiorini, ideatore del progetto Cuore – capisco che si tratta di un fatto straordinario: quei lingotti avevano grandi proprietà». Il piombo è, infatti, un elemento che contiene una piccola percentuale di radioattività. Quest’ultima, però, ogni vent’anni circa si dimezza. Nel caso del lingotti ritrovati significa che quel piombo è ormai “pulito”. E poiché il piombo può assorbire elementi dall’esterno senza esserne contaminato, e non rilascia fuori alcuna sostanza, è l’elemento ideale per compiere esperimenti altrimenti impossibili, nella certezza che nessun elemento esterno possa inficiarne il risultato. Nel caso del progetto “Cuore”, con il piombo arrivato dalla Sardegna saranno schermati i laboratori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso per studiare i neutrini: in particolare sarà analizzato un fenomeno fisico rarissimo chiamato “doppio decadimento beta senza emissione di neutrini”, che potrebbe fornire importanti informazioni sulla materia e l’antimateria. Parallelamente vanno avanti altre attività importanti: un gruppo interdisciplinare di ricerca dell’Università di Sassari, guidato dal fisico (e rettore) Massimo Carpinelli, sta lavorando per scoprire la composizione fisico-chimica del piombo usato. Sinora le analisi hanno permesso di stabilire che si tratta di piombo proveniente dalle miniere della Spagna. Per la Soprintendenza archeologica la ricerca è straordinaria perché, dice il soprintendente Marco Minoja, «permette di portare avanti un percorso di studi sui centri di produzione del di piombo, uno dei materiali principali del mondo romano, usato ad esempio per gli acquedotti, ma anche come materiale per l’edilizia, perché in grado di unire le lastre di pietra». Chissà quali saranno i risultati finali delle ricerche. Nel frattempo si plaude alla capacità di lavorare insieme: «Quest’esperienza – dice Fernando Ferroni, presidente dell’Infn – ci ha insegnato come mondi anche molto distanti tra loro possano ricongiungersi, per una messa in comune di dati e conoscenze».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
I laboratori
DAI MISTERI DELLA MATERIA
ALLA RADIAZIONE COSMICA
 
ROMA L’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) svolge ricerche sperimentali e teoriche nel campo della fisica nucleare cosiddetta fondamentale e della fisica subnucleare. Svolge la sua attività attraverso i quattro laboratori nazionali di Legnaro, Frascati, di Catania e del Gran Sasso e 19 sezioni universitarie, che integrano personale universitario e dipendenti dell’ente. Le ricerche condotte dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, in ambito sia nazionale sia internazionale, sono accompagnate da sviluppi tecnologici nel campo dell’elettronica, dei rivelatori, degli acceleratori di particelle, dell’informatica, con notevoli ricadute a beneficio dell’industria italiana. L’Istituto nazionale di fisica nucleare ha dimensioni internazionali. Una parte considerevole della sua attività si svolge presso i laboratori del Cern di Ginevra. I laboratori del Gran Sasso sono i più grandi laboratori sotterranei del mondo per le ricerche sulla stabilità della materia, sui neutrini solari, sui monopoli magnetici, sulla radiazione cosmica, nel cui ambito sono svolte anche ricerche di tipo interdisciplinare.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 35
GIULIA MARIA CRESPI, IL FILO ROSSO DELLA CULTURA
L’autobiografia presentata ieri a Cagliari per iniziativa del Fai Sardegna
Dalla svolta del “Corriere della sera” sino all’impegno a favore dell’ambiente
di Roberta Sanna
 
CAGLIARI Un’autobiografia senza trionfalismi né retorica, con la capacità di raccontarsi come protagonista ma con uno sguardo capace del distacco dello storico e soprattutto con il pregio di riportare l’attenzione su importanti momenti della storia italiana su cui occorre continuare ad interrogarsi.
“Il mio filo rosso: Il «Corriere» e altre storie della mia vita”, il libro autobiografico di Giulia Maria Crespi, trova d’accordo gli intervenuti alle due tavole rotonde organizzate ieri dal FAI, (Fondo Ambiente Italia), Sardegna presso la Fondazione Banco di Sardegna. Ed uno di quei momenti è sicuramente il periodo tra i primi degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, quando Giulia Maria Crespi gestì la proprietà del Corriere della Sera in un momento particolarmente critico della società italiana, tra le proteste del ’68 di giovani e operai e gli anni di piombo. A parere di diversi relatori, tra cui Gian Luca Scroccu dell’università di Cagliari, in quel momento Giulia Maria Crespi fu un’imprenditrice ed editrice che seppe cogliere la crisi e il cambiamento politico in atto, e l’ingresso di soggettività nuove a cui dare voce nel giornale. Ci provò dapprima con la direzione di Giovanni Spadolini, accorgendosi poi dell’errore, in quanto «interessato quasi esclusivamente alla politica romana», e poi con risultati ben diversi con Piero Ottone, sotto la cui direzione ci fu l’uscita di Indro Montanelli, che da allora non le rivolse più la parola, e l’ingresso di firme come quella di Pierpaolo Pasolini, con la sua critica alla modernità e al capitalismo italiano.
Una svolta a sinistra del più importante giornale italiano, in un’epoca in cui la stampa più di oggi aveva una grande influenza sull’opinione pubblica non poteva essere tollerata più a lungo né dalla politica, né dal mondo della finanza e dell’industria, né dalle cosiddette forze oscure, rappresentate dalla P2. La Crespi affronta così il drammatico racconto dei tentativi di salvare il Corriere, in un momento di crisi di liquidità. Occorreva l'immissione di nuovi capitali e si rivolse all’amico Gianni Agnelli. Ma ancora una volta, racconta, fu un errore. «La verità è che mi consideravano una pazza, una irresponsabile, una comunista». L’avventura al Corriere finì, amaramente, con la vendita ai Rizzoli.
Negli anni al giornale attraverso Antonio Cederna iniziò ad appassionarsi alle questioni ambientali e paesaggistiche, iniziando con Italia Nostra e poi fondando nel ’75 il Fondo Ambiente Italia, che ha presieduto sino al 2009 e di cui è tutt’ora presidente onoraria. Alla prima tavola rotonda hanno partecipato la storica del giornalismo Laura Pisano, Maria Antonietta Mongiu, presidente del Fai Sardegna e Franco Masala, sempre del Fai, con il coordinamento di Susi Ronchi. A dimostrare l’attualità degli interrogativi sul rapporto tra poteri forti e informazione sollevato dalla Crespi, la serata si è conclusa con i giornalisti – Giorgio Pisano, Giacomo Mameli, Romano Cannas e Franco Siddi, e il coordinamento di Maria Francesca Chiappe – con una stimolante analisi su cosa succedeva in quello stesso periodo nei giornali sardi.
 

L’UNIONE SARDA
11 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
Un docente sardo
presidente dell'associazione italiana di Oceanografia
 
Antonio Pusceddu, dallo scorso ottobre professore associato di Ecologia nel dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università, sarà per il biennio 2016-2017 presidente della associazione italiana di Oceanografia e Limnologia (www.aiol.info), società che riunisce oltre 150 ricercatori con competenze che spaziano dall'oceanografia fisica alla geologia marina, dalla biologia ed ecologia delle acque interne alla biologia ed ecologia marina.
 
L’UNIONE SARDA
12 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Giustizia
Mediazione, avvocati ed esperti
si confrontano con Madrid
 
I percorsi mediterranei di mediazione e pace scelgono ancora Cagliari e Madrid come tappe formative fondamentali sulle nuove pratiche a livello mondiale: giovedì giunge alla III edizione la Giornata internazionale della mediazione, promossa da Carlo Pilia, docente di Diritto privato della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, da Leonardo Filippi, ordinario di Diritto processuale penale e organizzata in collaborazione con la Uned di Madrid (Universidad Nacional de Educacion a Distancia).
In mattinata sarà trasmessa la video proiezione in differita da Madrid dalle 9 alle 14 al Palazzo di giustizia. Nel pomeriggio dalle 16 alle 20, nell'aula consiliare della Provincia, i lavori del convegno verranno aperti dal prefetto Giuliana Perrotta e tratteranno della mediazione in ambito penale, di sicurezza, familiare e dei minori, interculturale.
 
L’UNIONE SARDA
13 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Seminari
Studenti a lezione sui popoli dell'Asia:
si parte dal commercio delle spezie
 
È in partenza un ciclo di seminari di storia e istituzioni dell'Asia dal titolo “How Food Made History: dall'Expo 2015 una narrazione speciale della storia dell'Asia”. Le lezioni si terranno ogni giovedì dalle 16 alle 18 nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Dal commercio delle spezie ai risvolti culturali dell'immigrazione passando per le politiche coloniali e i processi di globalizzazione: gli studenti interessati a conoscere la storia asiatica devono inviare una mail di iscrizione, prima dell'inizio del ciclo, a entrambi gli indirizzi baldussi@unica.it e fcongiu@unica.it fornendo nome, cognome, numero di matricola, luogo e data di nascita e CdS di appartenenza.
 
L’UNIONE SARDA
14 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
Archeologia
Prezioso carico di lingotti
IL PIOMBO ROMANO LASCIA L'ISOLA PER IL GRAN SASSO 
Privo di radioattività, servirà a schermare esperimenti di fisica nucleare
 
Fisici nucleari e archeologi s'incontrano tra i reperti delle civiltà del passato così da trarre strumenti per scrivere il futuro. Sembra l'estratto di un romanzo fantasy, è invece la sintesi di quanto accaduto ieri al Museo archeologico di Cagliari. Qui si è svolta la cerimonia di consegna all'Istituto nazionale di Fisica nucleare (c'era anche il presidente Fernando Ferroni) di 30 lingotti di piombo, parte dello straordinario carico dell'imbarcazione romana che nel I sec.a.C. affondò vicino all'Isola di Mal di Ventre. Il piombo, che dopo aver riposato in fondo al mare ha perso la radioattività, è impiegato per schermare da interferenze esterne l'esperimento “Cuore” che, pensato per lo studio dei neutrini, si trova nei laboratori nazionali del Gran Sasso. Il progetto si avvale della collaborazione delle Università di Milano Bicocca, Sassari e Cagliari.
L'ACCORDO Rinnovato dal Soprintendente archeologo della Sardegna Marco Minoja, risale agli inizi degli anni Novanta. L'Istituto nazionale di fisica nucleare, col favore del Ministero dei beni culturali, decise di finanziare il recupero del relitto - individuato da un subacqueo cagliaritano - per le finalità del progetto ideato dal fisico Ettore Fiorini. L'intervento di scavo, diretto da Donatella Salvi, già funzionario della Soprintendenza, consentì il recupero di 1003 lingotti di piombo di 33 chili ciascuno. La gran parte dei materiali resta nelle mani degli archeologi. Circa trecento lingotti (ieri la consegna degli ultimi trenta) sono a disposizione dei fisici. «Continueranno a essere impiegati negli esperimenti per dare risposta al quesito squisitamente specialistico – ha detto Ettore Fiorini, padre di “Cuore” - che fu suggerito da Ettore Majorana un anno prima della sua misteriosa scomparsa (1937): il neutrino è una particella di Dirac o, appunto, di Majorana?»
IL FUTURO PRESERVA IL PASSATO Le esigenza della fisica non hanno nel frattempo mortificato l'indagine archeologica. I cartigli, ovvero i marchi di fabbrica di cui ciascun reperto era dotato, sono stati restituiti e studiati dagli esperti della scienza storica. «L'esperienza di cui noi fisici siamo protagonisti insieme agli archeologi - ha sottolineato Ferroni - insegna come mondi separati possano arricchirsi reciprocamente attraverso la condivisione delle conoscenze». «Mettendo a disposizione gli strumenti impiegati nella ricerca - ha aggiunto - si può anche pensare di stimolare l'interesse del mondo scientifico internazionale».
LA STORIA «Dai reperti - ha detto Minoja aprendo il tavolo d'incontro - sono state tratte preziose informazioni riguardo all'attività estrattiva, alle famiglie che gestivano le società di produzione e ai traffici commerciali che percorrevano il Mediterraneo».
La nave salpò da Cartagena, città della Spagna specializzata nell'attività estrattiva. Non si sa dove fosse diretta. Portava un carico prezioso: piombo, materiale impiegato per realizzare condutture idriche e per l'edilizia in genere. «L'affondamento non fu causato da un evento traumatico - ha ricordato Donatella Salvi -, forse l'imbarcazione fu travolta da una tempesta. Al momento del ritrovamento il carico era impilato». I lingotti hanno restituito sette marchi di fabbrica, il più ricorrente è quello della famiglia dei Pontilieni, italici trasferitisi in Spagna. La datazione si fa risalire tra l'89 e il 50 a.C, anno in cui le miniere di Cartagena furono chiuse. Accanto ai lingotti sono stati ritrovati pochi altri materiali: anfore, stoviglie, macine e proiettili (ghiande) da lanciare con la fionda.
Manuela Arca
 
L’UNIONE SARDA
15 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
L'Isola delle torri, affresco corale sulla civiltà nuragica
ARCHEOLOGIA. Il monumentale catalogo della mostra segna una pietra miliare negli studi
 
Tra i suoi pregi, oltre all'imponente mole di dati, la nutrita schiera degli autori, il numero delle pagine, che ne fanno una pietra miliare negli studi sulla civiltà nuragica, secondo il Soprintendente ad interim per l'Archeologia della Sardegna, Marco Minoja, c'è il fatto che il volume “L'Isola delle torri” è un'opera collettiva, a cui hanno contribuito tutti quelli che si sono occupati della storia dei nuraghi sardi. Un affresco monumentale che restituisce la vivacità e la ricchezza degli studi sulla società nuragica, sia all'interno sia fuori dall'Accademia, e che rappresenta il miglior viatico di promozione culturale e turistica dell'Isola.
Dedicato a Giovanni Lilliu, l'archeologo e Accademico dei Lincei che scoprì il complesso nuragico di Barumini e fece conoscere il patrimonio culturale paleosardo in tutto il mondo, “L'Isola delle torri” è il catalogo dell'omonima mostra, inaugurata a Cagliari la scorsa primavera, portata in seguito a Roma, e fino al 14 febbraio a Milano, al Civico Museo Archeologico. La prossima tappa sarà Zurigo, in Svizzera.
Presentata ieri sera al Museo Archeologico di Cagliari, l'opera, curata da Gianfranca Salis e Luisanna Usai, pubblicata da Carlo Delfino Editore, segna un grande stacco dall'ultima mostra realizzata trent'anni fa e curata proprio da Lilliu, che fece il giro di varie capitali europee, da Londra a Parigi. Lo ha ricordato Alberto Moravetti, ordinario dell'Università di Sassari che ha illustrato il catalogo assieme a Minoja e a Giuseppa Tanda, ordinario dell'Università di Cagliari. Sono intervenuti anche gli assessori Enrica Puggioni per il Comune e Francesco Morandi per la Regione.
Se il catalogo della mostra del 1985 contava 161 schede e dieci autori, “L'Isola delle torri”, ha una cinquantina di autori, seicento pagine, la schedatura di un migliaio di reperti, di cui oltre la metà inediti, provenienti da una sessantina di siti archeologici. Una mappatura dettagliata dei materiali nuragici.
Il lavoro, durato un anno, oltre a celebrare Giovanni Lilliu, che in tutta l'opera rimane punto di riferimento costante, è, nello stesso tempo, secondo la professoressa Tanda, «aggiornamento, integrazione e verifica delle interpretazioni e delle ricostruzioni finora fatte degli aspetti della civiltà nuragica». Un'opera interdisciplinare che racconta il paesaggio, l'economia, i rapporti con i popoli al di là del mare. Giovedì sarà presentata a Milano.
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
16 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Il '900 di una donna non comune
FAI SARDEGNA. Due incontri dedicati a Giulia Maria Crespi
 
Imprenditrice, editrice dalla personalità eclettica ma anche donna, con tutte le sue passioni e fragilità: Giulia Maria Crespi, un'esistenza sempre al passo con i tempi (anche adesso, che ha superato i novant'anni). Si è parlato di lei, ieri, nella sede del Banco di Sardegna in via Da Horta, alle due tavole rotonde organizzate dal Fai Sardegna nell'ambito del ciclo “Alla ricerca della storia perduta”. Giornalisti (Maria Francesca Chiappe, Giorgio Pisano, Franco Siddi, Giacomo Mameli e Romano Cannas), storici (Gianluca Scroccu e Laura Pisano) e rappresentanti del Fondo ambientale italiano (il presidente regionale, Maria Antonietta Mongiu, e Franco Masala) hanno discusso del volume “Il mio filo rosso: Il Corriere e altre storie della mia vita” (editore Einaudi.Passaggi), in cui la fondatrice del Fai racconta una grande storia collettiva, il ruolo dell'editoria e i suoi rapporti con politica e finanza, fatti e protagonisti del Novecento italiano attraverso la lente del Corriere della Sera, di cui Crespi è stata proprietaria fino al 1974. Cinquecento pagine senza censura, nemmeno su se stessa di cui rievoca l'infanzia e l'adolescenza dorate, le malattie, le delusioni. Il filo rosso di una vita in prima linea è anche e ancora la ricerca della bellezza e la battaglia per la salvaguardia dell'ambiente come elemento fondamentale del progresso.
Clara Mulas
 
L’UNIONE SARDA
17 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Sentito come testimone
Ciarlo dal pm per l'inchiesta sul Teatro lirico
 
L'interrogatorio è avvenuto di primo mattino: davanti al pm Giangiacomo Pilia c'era il costituzionalista Pietro Ciarlo, sentito come persona informata sui fatti relativamente all'inchiesta bis sul Teatro lirico. È l'indagine nella quale il sindaco Massimo Zedda deve rispondere di abuso d'ufficio per il presunto ostruzionismo utile a impedire che Mauro Meli fosse nominato sovrintendente al posto di Marcella Crivellenti. Ed è lo stesso fascicolo che, recentemente, ha portato alla revoca e alla successiva restituzione dell'indagine allo stesso magistrato il quale già in precedenza, per un ulteriore abuso d'ufficio, ha mandato a processo il primo cittadino.
Ciarlo avrebbe risposto a domande relative alle due riunioni del consiglio di indirizzo del Lirico cui aveva partecipato (il 22 e il 31 dicembre 2014) e alle cause che l'avevano spinto a dimettersi dal cdi (nominato il 15 dicembre su indicazione del ministro dei Beni culturali, aveva lasciato il 14 gennaio 2015). Nel cdi si era discusso del bilancio di previsione 2015, che sarebbe dovuto essere approvato entro il 2014, e di conti in perdita (si parlava di circa 3 milioni di differenza tra entrate, 16 milioni, e uscite, 19). Sui motivi dell'addio proprio Ciarlo aveva parlato di «troppo caos» e di «una situazione di incertezza insostenibile. La cifra stanziata dalla Regione è insufficiente. Cinque milioni e sette, ne servono almeno 8». Poi aveva segnalato la stortura legislativa per cui il sovrintendente ha ampi poteri di prendere decisioni di cui a rispondere sarebbero però chiamati, in solido, i componenti del comitato d'indirizzo. (an. m.)
 
L’UNIONE SARDA
18 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
In Breve
ERASMUS STUDENTI
 
L'Ersu e l'associazione Tdm 2000 organizzano per oggi alle 16.30 all'ottavo piano della sede dell'ente in corso Vittorio Emanuele 68, un incontro pubblico sulle opportunità di mobilità internazionale offerte dal Programma Erasmus+ e, più in particolare, del servizio volontario europeo. Lo Sportello Sim, nato nel febbraio 2013, offre un servizio di informazione, assistenza e illustrazione di concrete opportunità di mobilità in ambito prevalentemente europeo.
 
L’UNIONE SARDA
19 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 34 - Edizione CA)
La Regione promette: subito i soldi per l'Università
NUORO. Intesa per lo stralcio di parte dei finanziamenti dell'accordo di programma
 
Un accordo stralcio per completare gli interventi relativi all'Università nel territorio del centro Sardegna. È questa la novità emersa ieri a Nuoro dove, dopo un anno di lavoro della Cabina di regia, è stato firmato lo schema dell'accordo di programma quadro che fissa tutte le azioni da realizzare nel territorio e le risorse disponibili nel piano di rilancio del Nuorese. Ancora rimandata la firma dell'accordo vero e proprio (prevista per febbraio) che di fatto permetterà al territorio di incassare i soldi. Nelle risorse individuate, 50 milioni sino al 2020, non rientrano quelle che verranno destinate all'Università di Nuoro.
La notizia viene data proprio dal capo di Gabinetto della presidenza Filippo Spanu all'assemblea: «la parte riguardante l'università di Nuoro - ha affermato Spanu durante l'incontro di ieri in Provincia - sarà oggetto di un accordo specifico. In questi giorni ci sono nuovi contatti con le Università di Cagliari e Sassari, e sarà previsto un accordo stralcio per l'Università diffusa di Nuoro». Tradotto: siccome la Giunta sta incontrando i rettori, l'intenzione è quella di dedicare una nuova linea di finanziamenti solo all'ateneo di Nuoro. Rimane da capire a quanto ammonteranno gli investimenti in tal senso, e se questi saranno fondi strutturali.
In attesa, ieri con la firma dello schema di accordo, si è compiuto il penultimo passo verso la definizione dell'intesa. Nel frattempo è passato oltre un anno. Uno schema quadro di dieci pagine che fissa gli indirizzi e detta le modalità di attuazione di tutti gli interventi finalizzati al rilancio di un territorio pesantemente colpito dalla crisi economica e sociale.
Per tutte le azioni da realizzare nel territorio saranno disponibili 50 milioni di euro della programmazione unitaria (tra fondi europei, statali e regionali) che si associano a circa 40 milioni di interventi sulle infrastrutture previste nell'accordo e già programmati con la dotazione del piano regionale delle infrastrutture. Cinquanta milioni in quattro anni da suddividere in cinque grandi ambiti: scuole, ambiente e cultura, agroalimentare, manifatturiero e infrastrutture.
Ora ogni singolo ente comunale e territoriale del Nuorese, dovrà approvare lo schema sottoscritto ieri, stesso passaggio burocratico sarà necessario anche in Giunta regionale, prima della firma dell'accordo. I tempi poi prevedono, l'istituzione del nucleo di valutazione (che sarà composto da dirigenti) che dovrà valutare i singoli progetti da finanziare. Entro marzo potranno partire i meccanismi amministrativi, e i primi bandi (che saranno territoriali) arriveranno a metà anno.
F. Le.
 
L’UNIONE SARDA
20 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 37 - Edizione CA)
Sassari
Servizi, privacy e messaggi:
nasce Ubys, la nuova app sarda
 
Si chiama Ubys, è gratis, e garantisce finalmente un'alta sicurezza nella gestione dei servizi e della privacy: i messaggi, per esempio, una volta consegnati al destinatario, verranno cancellati dal server. Ubys è stata sviluppata da Federico Ponti, studente in ingegneria informatica al Politecnico di Milano e Dario Premuselli, studente in Medicina all'Università di Sassari. L'app si propone di sostituire la classica segreteria telefonica e i servizi come “Lo Sai” di Tim, “Recall” di Vodafone, “Sms My Wind” e “Ti ho cercato” di Tre, utilizzate quando il telefono è irraggiungibile. Ubys è totalmente gratuita e potrà essere utilizzata per la piattaforma Android. Ma oltre al risparmio la nuova app garantisce anche sicurezza nella gestione di tali servizi e della privacy.
«Oggi un'infinità di applicazioni hanno esteso l'uso degli smartphone, ma questo sviluppo non ha coinvolto lo scopo primario per il quale sono nati: telefonare. Adesso sarà possibile gestire ogni aspetto di questa essenziale funzione gratuitamente e con semplicità mediante un'unica applicazione», dice Federico Ponti. A breve anche per IOS e Windows Phone.
I. T.
 

Questionario e social

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