UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 20 settembre 2016

Martedì 20 settembre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 settembre 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Rispunta il nome di Fulvio Moirano, la prima scelta di Pigliaru
Frenata su Sorrentino 
Asl unica, nuove tensioni
 
Si sparigliano le carte sulla nomina del direttore generale della Asl unica regionale (Ats). Si ripresenta l'ipotesi di portare in Sardegna, Fulvio Moirano, direttore generale della Sanità piemontese e prima scelta del presidente Francesco Pigliaru.
Sempre in corsa anche Giorgio Sorrentino, attuale commissario dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, anche se quella che sembrava una nomina certa non lo è più.
MEDIAZIONE ROMANA A impedire l'arrivo di Moirano nell'Isola c'è non solo un contratto con la Regione Piemonte, ma anche la posizione del presidente, Sergio Chiamparino che difficilmente si vorrebbe privare dell'uomo che sta risanando i conti della sanità.
Indiscrezioni di palazzo raccontano che potrebbe essere stata una mediazione portata avanti direttamente da Luca Lotti, braccio destro di Renzi, a sbloccare la situazione. Il sottosegretario avrebbe chiesto a Sergio Chiamparino di liberare il super manager.
Anche perché sembra che Luca Lotti, in questo periodo, stia seguendo molto da vicino la vicenda delle nomine nella sanità sarda. Non fosse altro perché questa si lega inevitabilmente agli incroci che il Partito democratico sta vivendo in questo periodo di “sede vacante”.
IN CORSA Fulvio Moirano fa parte dell'elenco dei 105 idonei alla carica di direttore generale dell'Ats. Il suo nome potrebbe rimettere in discussione tutti gli incastri che finora sono stati limati per evitare ulteriori spaccature all'interno della maggioranza.
Per questo motivo, nonostante l'ipotesi abbia perso un po' di concretezza, Giorgio Sorrentino rimane comunque tra i papabili. La sua storia, inoltre, lo vede già legato a una Giunta di centrosinistra, quella guidata da Renato Soru, che lo scelse prima come direttore sanitario della Asl 8 di Cagliari e poi direttore generale dell'Azienda ospedaliera Brotzu.
LE TRATTATIVE Qualunque sia la scelta, una cosa è certa: dopo il rischio di crisi, causato della nomina di Francesco Zavattaro, alla guida dell'Ats, ogni nome va pesato.
Ottenere smentite o conferme è un'impresa praticamente impossibile. Gli equilibri sono decisamente fragili e altrettanto lo sono i meccanismi che si innescano a seguito di una nomina di questo tipo.
Infatti, non c'è solo la nomina del direttore generale, ma assieme a lui dovranno essere individuati anche il direttore sanitario e quello amministrativo.
I nomi che in questi giorni circolano sono quello di Nazzareno Pacifico di provenienza Pd nell'area Cabras e Mariano Meloni, ex direttore generale della Asl 5 di Oristano e persona molto vicina all'assessore Paolo Maninchedda.
I TEMPI Dopo la proroga dei commissari delle Aziende sanitarie sarde sino al 31 dicembre, i tempi per arrivare a una soluzione condivisa ci sono. La Giunta si riunisce questa mattina alle 11, ma salvo accelerazioni improvvise, difficilmente oggi sarà il giorno delle nomine.
È probabile che il presidente Pigliaru voglia evitare scossoni e avere il più possibile la certezza che non si ripresenteranno situazioni come quella di inizio settembre, quando la maggioranza si è spaccata per la nomina di Zavattaro. C'è poi la necessità di un passaggio formale, anche se le trattative sono comunque andate avanti in tutti questi giorni. Il passaggio è il vertice di maggioranza di venerdì prossimo quando con tutta probabilità si dovrebbe concludere il percorso per la scelta del direttore generale.
IL LIMITE Formalmente verrà nominato il direttore generale della Asl di Sassari che sino al primo gennaio del 2017 avrà il compito di accorpare tutte le altre Asl destinate alla soppressione. Quella, infatti, è la data fissata come limite per l'istituzione dell'Azienda sanitaria unica regionale.
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Gallura (Pagina 35 - Edizione CA)
La Maddalena
Marina e Università: corsi a distanza
 
La Scuola Sottufficiali offre un'opportunità di formazione universitaria al personale militare e anche agli studenti di istituti d'istruzione superiore sulla base degli accordi sottoscritti con l'Università degli Studi di Sassari. In una conferenza, presieduta dal comandante Roberto Fazio, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Gian Paolo Demuro e il presidente Quirico Migheli, presente il sindaco Luca Montella, si è discusso delle possibilità dell'accordo, della logistica e degli sbocchi professionali possibili. In sintesi l'università turritana propone a La Maddalena una serie di corsi del dipartimento di Giurisprudenza in videoconferenza, quali i Servizi giuridici per l'amministrazione pubblica (20 esami); Servizi giuridici per l'ambiente e il patrimonio culturale (21 esami). Inoltre il Dipartimento offre agli iscritti vari corsi di laboratorio. Sarà attivo anche un servizio di tutorato per gli studenti. L'iscrizione è aperta a tutti. ( f.n. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 40 - Edizione CA)
Da domani a Santu Lussurgiu
Ritmo transumanza
Studiosi a convegno
 
La musica e gli etnomusicologi di tutto il mondo sbarcheranno a Santu Lussurgiu, patria del canto a cuncordu, da mercoledì a domenica. Oltre 50 tra musicologi, musicisti e studiosi saranno i protagonisti del trentaduesimo meeting “European Seminar in Ethnomusicology”, creato dall'inglese John Blacking, la prima volta in Sardegna e la terza in Italia (le altre a Siena nel 1989 e Venezia nel 2004). Inaugurazione oggi nell'aula Coroneo dell'Università di Cagliari, poi trasferimento a Santu Lussurgiu. Il tema di questa edizione, ideata da Ignazio Macchiarella del Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio dell'Università di Cagliari, è “La transumanza di musiche, musicisti e musicologi”, leit motiv dell'idea di musica itinerante che partendo dal luogo d'origine gira il mondo e poi ritorna arricchita di esperienze musicali e antropologiche. «L'andare e il tornare della musica, che attraversa continenti e conosce popoli, e alla fine torna nel luogo natale arricchita», spiega Macchiarella. ( j. p. )
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 9 - Edizione CA)
L'uomo che cerca il segreto della longevità dei sardi
Luca Deiana, il ricercatore che da anni esplora l'affascinante mondo della genetica
 
Mettete insieme ciò che solitamente viene sconsigliato: formaggio di pecora, vino rosso, pane, meglio se raffermo, tanto lavoro, e otterrete l'elisir di lunga vita. Lo dice uno dei più grandi scienziati della longevità, Luca Deiana, grazie ai cui studi la nostra Isola è diventata la meta preferita dei ricercatori di tutto il pianeta i quali stanno cercando di trovare la formula magica che consenta agli esseri umani di superare agevolmente la boa dei cento anni con la ricetta made in Sardegna. Che è stata portata da Deiana anche all'Expò Milano 2015 dove esperti di tutto il mondo hanno potuto «capire che il pecorino sardo riduce il colesterolo perché contiene bacilli resistenti a Ph 2 e 3 e agli acidi biliari».
Il professor Deiana sorride sornione. Perché lui il segreto di lunga vita forse lo conosce davvero ed è il frutto di decenni di meticoloso lavoro che troverà la sua sublimazione in un libro che sta completando. «Non posso rivelare ancora nulla perché voglio lasciare a tutti il piacere della scoperta nella lettura. Ma forse capiremo le ragioni e i fattori per i quali i sardi sono così longevi. È stato però un lavoro arduo che mi ha portato a riesumare addirittura i centenari degli ultimi trecento anni. Fra 1700 e 1800 ho registrato un uomo morto a 124 anni, un altro a 120 anni e un altro ancora a 118. Posso solo dire che tutti avevano alcune caratteristiche comuni: alimentazione e stili di vita. Grandissimi lavoratori, quasi tutti campagnoli, pastori o contadini. Non si risparmiavano la fatica quotidiana e mangiavano cibi sani e saporiti ma, soprattutto, la loro dieta era basata su pane, formaggio, legumi e vino. Ma chi pensa che basti solo questo per vivere a lungo certamente sbaglia. Anche se il lavoro e il buon cibo sono comunque un'ottima ricetta per vivere in salute, sono comunque indispensabili i giusti cromosomi sardi».
Cosa sia la fatica e la vita semplice il professor Deiana lo conosce bene in prima persona. Perché per lui niente è stato facile. È nato in una famiglia di dignitosi agricoltori e pastori a Sas Contreddas, una piccola frazione di Perfugas. Studiava a lume di candela quando era libero dal lavoro nei campi. Prima aiutava i suoi familiari a custodire e a mungere le pecore e le mucche, e poi si metteva chino sui libri con le pagine illuminate da un lume fioco. L'unico legame con la civiltà era lo sbuffare di un treno in lontananza che gli richiamava la voglia di partire verso un migliore destino. Ci volle la fatica di tutta una stirpe per consentirgli di studiare all'Università. Ma le privazioni dei suoi cari non andarono perdute. Si laureò a Sassari e con memorabile eleganza, tornando a casa da dottore per l'orgoglio di tutta la sua gente.
«Sono ripartito proprio da loro, da casa mia, è da qui che è nata la passione per la ricerca e per gli studi sulla longevità. Anche perché vicino alla mia abitazione c'è una foresta pietrificata di incredibile valore, illustrata nel museo di Perfugas, da me deliberato e promosso quando fui sindaco del mio paese dal 1974 al 1980. Fui affascinato da questa vita che si faceva pietra e cercai di comprendere il perché. Cioè in che modo la vita possa prolungarsi oltre se stessa. Ecco, i nostri centenari erano e sono come quella foresta pietrificata e i segreti della loro longevità vanno custoditi per evitare che qualche furbetto venuto da fuori speculi sul loro segreto. Voglio fare un appello: in Sardegna ci sono intelligenze scientifiche e bravi ricercatori, loro possono e devono essere i nuovi protagonisti della ricerca».
Ma quale sarà il segreto vero del professor Deiana? Quale la ricetta dell'elisir di lunga vita che pubblicherà nel suo libro? Forse si cela nel suo personale stile di vita. Nei giorni scorsi lo scienziato è diventato nuovamente Luca. È tornato con la sua famiglia a vendemmiare nella casa dei suoi avi per produrre dalle uve cannonau il vino che i centenari hanno sempre bevuto. Ha mangiato nell'orto il pomodoro col pane e ha raccontato le storie ai più giovani. Ha chiacchierato al fresco con gli amici di infanzia i quali sanno bene che questo scienziato di fama mondiale è rimasto sempre e comunque uno di loro. E dentro la sua casa ha ripetuto il rituale dei suoi padri nel sacro rispetto della tradizione. Ha dato agli ospiti ciò che gli fu più caro, quell'affetto e quella stima che ancora in Sardegna caratterizzano la vita delle famiglie tradizionali. Le quali oltre a un bicchiere di vino, a un pezzo di formaggio e a un tozzo di pane, offrono la serenità degli affetti domestici. Il segreto è tutto qui.
Virginia Saba
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 9 - Edizione CA)
Il progetto
Un lavoro certosino su oltre 3.500 centenari
 
«Sono molto grato all'Unione Sarda che per la mia ricerca mi ha permesso di studiare negli archivi che sono stati per me una straordinaria fonte di informazione. Prima che il giornale venisse editato, le notizie erano più difficili da avere e ho dovuto spulciare gli archivi parrocchiali (Quinques Libri ) di tutti i paesi della Sardegna. Ho studiato la storia di oltre 3500 centenari (tra vivi e deceduti). È stato un lavoro certosino che mi è costato una fatica immane ma che veramente ha riempito di gioia ogni mia giornata. Ed è stato entusiasmante dare corpo a quell'idea che avevo in testa, e cioè svelare il segreto di un popolo di centenari che ha scoperto in piena solitudine non solo l'elisir di lunga vita ma anche di eterna giovinezza. Ecco, il progetto AKeA, “A Kent'Annos” è propio questo: scrivere la formula che metta insieme i pezzi di una vita positiva. E tutto ciò diventa per me testimonianza vivente quando partecipo ai compleanni dei miei amici centenari». (v.s.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 9 - Edizione CA)
La carriera
Uno scienziato gentiluomo
innamorato della sua Isola
 
Tv, giornali e scienziati arrivano da tutto il mondo per cercare di carpire le scoperte del professore che ha un curriculum con più di 370 pubblicazioni, congressi e seminari sulla longevità. Oltre ad aver fondato il progetto di ricerca AKeA, il professore di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari è stato in passato considerato un gentiluomo della politica. Da sindaco di Perfugas ha avviato una intensa attività archeologica e grazie alla raccolta dei reperti litici ha dimostrato che nel territorio di Perfugas l'uomo era presente 200 mila anni fa: le prime tracce umane in Sardegna.
Da consigliere regionale ha portato per la prima volta in commissione Cultura e poi in Consiglio la proposta di legge sulla lingua, la cultura sarda e Sa die de sa Sardigna. «Siamo molto fortunati a vivere in questa terra generosa: siamo gli abitanti “dell'Isola dei Centenari” perché così chiamo la Sardegna coi miei collaboratori. Prendiamoci cura di lei». (v.s.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 18
università
Convegno su agronomia eco-sostenibile
 
SASSARI In città si terrà per la prima volta il convegno nazionale della Società Italiana di Agronomia (SIA), quest’anno sul tema “La ricerca agronomica verso il 2030: gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile”. L'evento si svolgerà da oggi sino a giovedì alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi. Al convegno, in programma nell'Aula Magna dell'Università oggi dalle 14 e poi alla Camera di Commercio di via Roma domani e giovedì dalle 8.30, parteciperanno oltre 150 ricercatori di Università e Centri di ricerca nazionali ed esteri. Gli studiosi si confronteranno sui modi in cui declinare nella ricerca agronomica gli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dall’Onu nello storico summit di settembre 2015 al Palazzo di Vetro. I lavori saranno introdotti daJohn Porter, professore all’Università di Copenhagen ed editor in chief dell’European Journal of Agronomy, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali sul tema. Sempre oggi alle 9 nell’aula Barbieri del Dipartimento di Agraria, si svolgerà un workshop internazionale sulle sinergie tra agronomia e genetica agraria per il miglioramento delle performance produttive delle colture agrarie.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 36
La montagna che guarisce: magliette rosse a Perda Liana
Duecento persone con sofferenze psichiche insieme sui monti dell’Ogliastra
Un progetto nazionale coordinato dallo psichiatra Alessandro Coni, di Ussassai
di Giacomo Mameli
 
GAIRO Uno slogan recita: «La montagna produce». Non è vero. È solo un desiderio. Perché è davvero difficile che sotto il Gennargentu la montagna produca. Certe sagre del prosciutto si fanno col made in Parma. Le castagne arrivano dalle colline di Pistoia. Le eccezioni - e pure belle - ci sono a Villagrande e Arzana, Tonara e Desulo, Fonni-Oliena e Dorgali. E poi? Da tutta italia. Cambiando registro adesso si può dire «La montagna guarisce». Fatto importante quanto la «produzione alimentare». Perché la natura diventa una vera terapia. Fatta in casa. Per noi e per forestieri. I contrafforti e le serre dell’Ogliastra hanno ospitato, in questo fine settimana, oltre duecento «pazienti-guarenti» provenienti dai centri di salute mentale del resto della Sardegna, tutte le Asl coinvolte, insieme con quelle della Lombardia, del Piemonte, del Veneto, dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia. Le persone più fragili nella società. Quelle, il più delle volte, non capite. Escluse o rinchiuse. Ed eccolo un gruppo in magliette rosse, cento specialisti tra medici, infermieri, psicologi, esperti di montagna. Trecento in tutto. Everest e Gennargentu. Coordinatore nazionale del progetto uno psichiatra sardo, Alessandro Coni, 52 anni, origini di Ussassai, studi classici fra i salesiani di Lanusei e Cagliari, laurea in Medicina a pieni voti alla Sapienza di Roma, specializzazioni soprattutto a Torino, socio dell’Arpa (Associazione ricerca psicologia analitica), esperienze all’estero, fra le più esaltanti quelle in Nepal, alle pendici dell’Hymalaya. L’Everest come il Gennargentu. Non per nulla l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru (che è medico e sa bene che i farmaci non sono l'unico toccasana per ci soffre), pochi giorni fa ha esaltato a Cagliari il progetto: «Con la montagna-terapia Coni ha avuto una illuminazione che fa essere la Sardegna leader in Italia. Non solo terapia medica ma attività fisica per spezzare solitudini e avviare condivisione». Liberi e felici. E bisognava vederli liberi e sorridenti, donne e uomini colpiti da disagi comportamentali, camminare anche ieri domenica per i tacchi dell’Ogliastra, tra Ulassai, Osini, Gairo, Ussassai, Jerzu, Tertenia, Perdasdefogu e Cardedu. Il sindaco di Osini, Mariangela Serrau, presidente dell'Unione dei Comuni: «Sono felice nel toccare con mano che anche il territorio è terapia». Di primo mattino, partiti dal campo base, si vede il torrione di Perda Liana che è uno dei luoghi sardi dell’anima. Tutti a camminare fra difficoltà e superarle. Sentirsi liberi, capaci di dribblare ostacoli, vincere sfide, osare nei tratturi e nelle forre dove solo le saltellanti capre possono osare. Coni, che adesso dirige il servizio di psichiatria dell’Asl di Sanluri dove ha fatto costruire ai suoi «malati» anche un aereo «per stare vicino alla luna e sognare», parla con i suoi «pazienti-amici». Vicino ai malati. Parla come ha parlato, in questo weekend appena trascorso, nei Comuni dove ha presentato un filmato, «Semus fortes», che – senza omettere la gravità dei traumi interiori di chi ha un cervello talvolta incerto - dimostra con la pratica i risultati che si possono ottenere «stando vicino ai malati, senza isolarli». Dice Coni: «Quando ho iniziato a lavorare, ciò che più mi ha ferito è stato constatare che le persone con disturbi mentali importanti, al di là dei loro sintomi, vivono in un totale isolamento: sono isolate rispetto agli altri, rispetto a se stesse, totalmente chiuse al mondo. La loro maggiore sofferenza, al di là di allucinazioni, deliri, altri sintomi, è proprio il fatto che sono persone sostanzialmente sole. Quando sono arrivato al centro di salute mentale di Sanluri e San Gavino, ho scoperto che tra i miei pazienti c’erano ventisette ragazzi dai venti ai 35 anni. Ho subito pensato: con questi si può lavorare, su questi vale la pena investire del tempo». Un altro aspetto: «La sofferenza mentale, quasi sempre ha un significato che va analizzato. Non basta un’ora di colloquio. Ci vuole costanza di rapporto. Se questo non avviene, la malattia si riduce a un fallimento di vita. Invece la malattia può essere la possibilità di dare un senso alla propria esistenza e di ritrovarsi». Il plotone dei Trecento ha camminato attorno a Perda Liana, 1293 metri sul livello del mare, tacco del Giurassico, guglia grande di calcare che il botanico-poeta Ignazio Camarda aveva chiamato «Sa titta ’e sa terra», cioè «La mammella del pianeta». Un luogo dell’anima. Una montagna simbolo e mito, che esalta la Sardegna da duecento milioni di anni. Si vede il Tònneri di Seui, in fondo Monte Corongiu (1008 metri) dove – tra Jerzu e Perdasdefogu – si batteva zecca nuragica e che molti chiamano il Partenone d’Ogliastra. Coni, che in queste vallate è nato, fa la guida turistica indicando «Genn ’e filixi», cioé la porta della felce, e poi «Su samuccu» (il sambuco), sotto scorre il rio san Gerolamo «Erriu de Santu Gironi». Capirete se la poiana non approfitta per esibire il suo metro di apertura alare, falchi e gazze, una coppia di corvi reali. I pazienti-turisti ammirano e commentano. «Sono contento di vivere e cantare sulle pietre e sotto il cielo», dice Ginevra al dottor Coni. Gli altri psicologi vigilano, ma scambiano battute. All’ora di pranzo è picnic sotto il gracchiare delle cornacchie, da fondo valle si sentono i campanacci delle capre, cani che abbaiano. Ritmi sardi e jazz. Dopo il pranzo liberi sotto i monti. C’è Fausto De Stefani che esalta questa terapia delle vette e dice: «Leghiamo i Tacchi all'Everest». Si può fare anche il Ballo della montagna, ritmi sardi e jazz. C’è un mito vivente del jazz europeo, Gavino Murgia. Dire che incanta è poco. Sembra che le note arrivino in tutta l’Ogliastra. Da una parte Punta La Marmora, dall’altra il trapezio di Monte Cardiga. Una cassa armonica migliore dove la trovi? Murgia suona la tromba, incanta col linguaggio delle sue melodie, voci gutturali, tutti a dire «è un genio». La montagna incantata fa musico-terapia. Miracoli di Gavino di Nuoro e di Alessandro di Ussassai. Il dottor Coni lancia il messaggio finale: «I malati mentali non vanno chiusi in un recinto, ma curati in libertà, tra la gente».
 

Questionario e social

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