Sabato 23 gennaio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 gennaio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Stangata fiscale, indietro tutta
Il governo potrebbe impugnare la legge sull'aumento delle tasse
Consiglio e Giunta studiano «strade alternative». L'opposizione attacca: «Un'altra giravolta»
 
Indietro tutta sull'Irpef. Ora sembra molto probabile che il Governo impugni la legge regionale che aumenta le tasse ai sardi. La ricerca di «strade alternative» per colmare la voragine della sanità, annunciata dal presidente Pd della commissione bilancio Franco Sabatini («con la collaborazione dell'assessore Paci» - dice) e subito condivisa dalla maggioranza, sarebbe un tentativo per uscire preventivamente dall'eventuale batosta di una bocciatura a Roma.
Dopo la retromarcia, l'opposizione è tranciante. «L'ennesima giravolta di un centrosinistra indeciso su tutto», dice il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis; i Riformatori denunciano «l'evidente prova del dilettantismo programmatorio-contabile»; i Fratelli d'Italia lanciano una raccolta di firme. Mentre i sindacati - le segreterie di Cgil, Cisl e Uil si riuniscono mercoledì - fanno un appello al Consiglio: «Andate avanti, cancellate l'aumento delle tasse».
I DUBBI «Le obiezioni sollevate dai partiti di minoranza sull'aumento di Irpef e Irap non sono affatto campate per aria», sottolinea Pietro Ciarlo, prorettore e ordinario di diritto costituzionale all'Università di Cagliari. «Da un lato c'è l'autonomia speciale, dall'altro bisogna vedere se il principio generale stabilito dal Governo con la legge di Stabilità debba valere per tutti. Insomma, ci sono argomenti in un senso e nell'altro, la questione è oggettivamente controversa, non posso fare previsioni, attendiamo l'interpretazione dei giudici». Il 29 febbraio scadranno i termini a disposizione del Governo per sollevare il conflitto davanti alla Corte costituzionale.
IL CONSIGLIO Nel frattempo, come ha spiegato nei giorni scorsi il presidente della commissione bilancio Franco Sabatini «lavoriamo, insieme alla Giunta, per cercare altre coperture per il deficit». Insomma, non si esclude che la legge Finanziaria potrà contenere un articolo che cancelli la legge sulle nuove tasse. Chi invece, nella maggioranza, ha sollevato più di una perplessità fin dal principio, è Anna Maria Busia, del Centro democratico: «Ero contraria da subito nel merito, ma anche da un punto di vista tecnico. Ho avvertito che c'era una questione di incostituzionalità, legata al fatto che l'addizionale Irpef non può essere diversa per scaglioni di reddito. Prevedo che il Governo possa impugnare la legge regionale, e penso che oggi, tornare indietro e riconoscere l'errore sia corretto».
L'OPPOSIZIONE «Nella storia dell'Autonomia non si era mai vista una legge scritta con l'inchiostro simpatico, che scompare un mese dopo l'approvazione», dice Pietro Pittalis. «La maggioranza sta attraversando una profonda crisi di nervi, di idee e di leadership, visto che il presidente è totalmente assente sui temi cruciali per la Sardegna. Le tasse, secondo loro inevitabili, sono evitabili?». Interviene Ugo Cappellacci: «Il 23 dicembre Pigliaru e compagni hanno approvato l'aumento di Irap e Irpef. La scelta è stata ribadita dalla Giunta il 29 dicembre nel disegno di legge Finanziaria. Se fino a una settimana fa, quando Forza Italia si è opposta, sostenevano che questa scelta era inevitabile, oggi affermano l'esatto contrario: non è improbabile che, come spesso accade per prassi, il Governo abbia preavvisato che potrebbe impugnare una legge palesemente illegittima». Aggiunge Marco Tedde, vice-capogruppo di Forza Italia: «Anche se non è tollerabile che si tenti di prendere in giro i sardi, siamo soddisfatti che si pensi di correggere un errore da dilettanti allo sbaraglio e che si possa chiudere la tragicomica vicenda della stangata di Natale».
Per i consiglieri Riformatori Michele Cossa, Attilio Dedoni e Luigi Crisponi, e Sergio Pisano e Pietrino Fois del Centro studi, «mentre il centrosinistra si arrabatta sull'Irpef, studiando il bilancio si scopre che le imprese sarde, già penalizzate da mille altre difficoltà, subiranno un'estorsione complessiva aggiuntiva di 260 milioni di euro per l'Irap nei prossimi tre anni». E aggiungono: «Il piano di rientro della Sanità era solo un grande bluff e nessun buco della Sanità, in realtà, viene coperto, anzi la spesa sanitaria tende a crescere nei prossimi tre esercizi e il buco si allarga». I consiglieri di Fratelli d'Italia Paolo Truzzu e Gianni Lampis e il portavoce Salvatore Deidda, questa mattina saranno al mercato di San Benedetto di Cagliari per raccogliere firme contro le tasse.
I SINDACATI «Mercoledì le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno per fare il punto sulla Finanziaria», spiega la segretaria generale Uil Francesca Ticca. «Crediamo che i soldi per il buco della sanità vadano recuperati non aumentando le tasse a lavoratori e imprese ma dentro la sanità, dove si consumano sprechi e costi eccessivi della politica con sussidi, servizi e consulenze».
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 15 - Edizione CA)
L'olio di lentisco e le sue virtù 
Lello Caravano
 
Una-due gocce per condire insalate e minestre, una-due gocce nell'acqua per l'igiene orale, una-due gocce per lenire i dolori muscolari. E dire che una volta lo chiamavano l'olio delle lucerne o il condimento dei poveri. Tempi lontani, oggi il rustico “modditzi” è finito nelle scuole e nei laboratori universitari. Esaminato, analizzato, al centro di ricerche che stanno portando a risultati sorprendenti. Uno su tutti, certificato da uno studio dell'Università di Cagliari: il lentisco e l'olio estratto dalle piccole bacche rosse e nere custodiscono principi attivi che controllano, inibiscono, i batteri patogeni della bocca, quelli che possono provocare anche malattie gravi come l'artride reumatoide.
Questo arbusto sempreverde, resistente alla siccità, era considerato dai nonni un rimedio e un sollievo per tanti mali: i germogli più teneri si masticavano per favorire l'igiene orale e per purificare l'alito, si mettevano sotto la pianta del piede per proteggerlo dalle irritazioni, con l'olio si curavano le ferite degli animali e anche degli uomini.
MEDICINA POPOLARE Nell'immenso serbatoio della medicina popolare, l'arbusto parente del pistacchio emerge come un gigante. È un campione di virtù del grande laboratorio della biodiversità isolana. Cicatrizzante, lenitivo, antibatterico, disinfettante, proprietà conosciute già duemila anni fa. Condimento per piatti, oggi è apprezzato da chef che girano il mondo. Quante sorprese regala “su modditzi”, o chessa , o celsa o lestincu , come si chiama nel Cagliaritano. Non è un caso che sia richiesto dalle industrie di cosmesi, e che sia elemento base di molti prodotti (gel, shampoo, saponi, creme, dentifrici) di aziende sarde, come Iliana o HerbSardinia. Non solo: sono almeno cinque le aziende che producono direttamente “s'ollu 'e stincu” secondo la ricetta tradizionale. Tutto naturale al cento per cento: raccolta e spremitura a freddo delle bacche, raffinazione. «La richiesta è alta, dalle farmacie alle aziende di cosmesi - dice Andrea Ghiani, titolare di Agricura di Gonnosfanadiga, produttore di olio di lentisco - nell'area del monte Linas alcuni anziani lo usano ancora come nel passato. Ora servirebbe una caratterizzazione del prodotto, una seria ricerca scientifica e magari una razionalizzazione della filiera per abbattere i costi».
GUSTO PICCANTE Nel giacimento sardo di essenze e profumi, il lentisco offre una riserva senza fine. Tappezza campagne e colline sarde, nutrendo i terreni dove mette radici. È un arbusto capace di raggiungere proporzioni ragguardevoli (ci sono cespugli giganti nell'oasi di Turr'e Seu, nella penisola del Sinis) e qualche volta di trasformarsi in albero: come a Laconi, a Siniscola, a Masullas, per non parlare dei due monumenti verdi di Luras. Inconfondibile il suo profumo, aromatico, resinoso. Come l'olio: gusto deciso, piccante, leggermente amarognolo, da usare con parsimonia sui piatti. All'Istituto di Scienze delle produzioni alimentari di Sassari (Ispa-Cnr), da anni studiano i suoi segreti. Spiega il ricercatore Guy D'Hallewin, olandese da 40 anni nell'Isola: «Il lentisco ha molte proprietà, tradizionalmente veniva usato per conservare pere e mele, dalle nostre ricerche emerge che gli aromi, i composti volatili rilasciati dall'arbusto controllano i patogeni di questi frutti, allungando loro la vita».
UNIVERSITÀ Piccolo boom, per l'olio figlio della macchia mediterranea. Grazie al dinamismo delle nuove aziende e alla ricerca si aprono nuove strade. Germano Orrù, docente di Scienze tecniche e mediche applicate, specialista in batteri del cavo orale all'Università di Cagliari, sta indagando sulle proprietà dell'olio di lentisco su richiesta di una societa di Pula, Mediflora, produttrice di due olii (uno alimentare e uno essenziale).
Risultati? Sorprendenti. Orrù anticipa le prime conclusioni: «Si è scoperto che l'olio di lentisco rimodula il microbiota, cioè i batteri patogeni della cavità orale. Li tiene sotto controllo senza ucciderli, tra l'altro questi batteri ci consentono di sentire le varianti di alcuni sapori. Allo stesso tempo questa sostanza naturale potenzia quei batteri che hanno una funzione benefica. Il risultato è un riequilibrio della popolazione microbica. Una caratteristica importante, siamo tra i primi a marcarla».
Il docente va oltre: «Qui c'è la chiave per il business di molte aziende sarde. Le nostre conoscenze vanno difese, per l'Università lavorare sulla biodiversità, sul territorio, vuol dire creare sviluppo».
Difendere le conoscenze, le scoperte. Ma anche proteggere dai ladri di brevetti le eccellenze botaniche, le erbe del benessere. Perché attorno all'olio dall'aroma intenso potrebbero presto girare molti soldi (una boccetta costa intorno ai dieci euro). Si muove persino la scuola. Con il progetto di impresa Biolistinkinu, il liceo scientifico Pira di Siniscola ha vinto numerosi premi. Il professor Sebastiano Lai ci ha creduto da subito, mobilitando i suoi studenti per non far morire la tradizione.
LA CAPITALE Per trovare gli specialisti del lentisco, l'indirizzo giusto è Escalaplano, paese del Gerrei tra i valloni del Flumendosa. E' la capitale sarda de s'ollu 'e stincu. «Non abbiamo mai smesso, siamo esperti nell'estrazione, è una tradizione viva in paese», dice Vittorio Cotza, presidente del gruppo folk San Salvatore, che da 20 anni organizza la sagra, unica in Sardegna. Appuntamento in maggio anche per scoprire l'axridda, il formaggio protetto prima con l'olio dell'arbusto e con l'argilla. Lentisco benefico anche in questo caso: salva il pecorino dalle muffe.
GLI CHEF L'altra sorpresa: quest'olio è diventato una passione degli chef. Una trentina di anni fa l'ha riscoperto Elio Fanutza del ristorante Letizia a Nuxis, inventando la frittura di funghi aromatizzati al succo delle bacche nere: «Venticinque anni fa abbiamo fatto fare le prime analisi nei laboratori della Provincia». Il carlofortino Luigi Pomata si è innamorato dell'olio di lentisco: «È eccellente, lo uso nei crudi di pesce e nella fregula, con parsimonia ovviamente. Lo faccio conoscere ai colleghi in tutti il mondo, rappresenta il profumo del Mediterraneo, della Sardegna».
Lo chiamavano l'olio delle lucerne, l'olio dei poveri, ora è stato promosso ambasciatore isolano. Della cucina e del benessere.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 40 - Edizione CA)
Seneghe Poesia e magia
nella letteratura sarda,
parla Maurizio Virdis
 
Prosegue l'attività di Cabudanne de sos poetas per diffondere la magia della poesia. Oggi alle 18 in biblioteca l'incontro con MaurizioVirdis, uno dei più produttivi studiosi della produzione letteraria in sardo, ospite di Perda Sonadora. Virdis professore ordinario all'Università di Cagliari, parlerà della letteratura sarda. ( j. p. )
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 48 - Edizione CA)
SASSARI. Ucciso dai terroristi
Un giardino tutto per Diesel, il cane-eroe
 
Un cane che spicca il volo per proteggere il suo padrone. Così gli allievi dell'Accademia di belle arti hanno voluto ricordare il pastore belga Diesel morto il 18 novembre del 2015 nel corso del blitz delle forze speciali francesi contro i terroristi del Bataclan nel covo di Saint-Denis. La scultura, collocata al centro del giardino antistante l'ospedale veterinario, è stata scoperta nel corso di una cerimonia cui hanno partecipato i direttori generali dei ministeri della Salute (sanità animale) Silvio Borrello, e dell'Agricoltura francese Loic Evain, a Sassari per un incontro bilaterale. Due giornate di lavoro che sono servite a porre le basi per una maggiore collaborazione su alcuni delicati problemi di sanità animale, come l'epidemia di lingua blu e l'aviaria, che hanno colpito diversi allevamenti francesi, e a favorire la cooperazione tecnico scientifica fra Sardegna e Corsica. L'obiettivo è formalizzare un accordo di cooperazione fra lo Zooprofilattico, rappresentato dal suo direttore, Alberto Laddomada, e i responsabili della sanità animale francese e corsa. Laddomada ha annunciato l'avvio di una più stretta collaborazione con il Dipartimento di sanità animale dell'Università. I suoi moderni laboratori saranno disponibili anche per le esigenze di Veterinaria. Buone notizie per il pronto soccorso per animali senza padrone. Il direttore del Dipartimento, Eraldo Sanna Passino, ha annunciato il rinnovo della convenzione tra Università e Asl la cui sospensione aveva bloccato il servizio. Il pronto soccorso riprenderà la sua attività il 1° febbraio.
Gibi Puggioni
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Libri (Pagina 52 - Edizione CA)
Lo studioso Saggi
Le favole per la politica
ai tempi della Guerra fredda 
Il bel libro dello storico dell'Università di Urbino Stefano Pivato per Il Mulino
 
Il raccontare favole da sempre occupa uno spazio importante nella propaganda politica. La satira a colori, il fumetto, il racconto per immagini sono stati dei mezzi fondamentali in particolare per la politica contemporanea grazie alla capacità di raggiungere le persone meno colte allo scopo di infantilizzare lo spazio del confronto fra partiti. Un argomento ora analizzato in un bel libro dello storico dell'Università di Urbino Stefano Pivato appena edito da Il Mulino dal titolo “Favole e politica. Pinocchio, Cappuccetto Rosso e la Guerra fredda”.
Il manipolare per educare attraverso le favole o il fumetto ha rappresentato un canale privilegiato per una politica che al tempo della Guerra fredda non aveva ancora conosciuto la forza dei nuovi media come la televisione o dei nostri social network. Il linguaggio delle favole era un canale di rappresentazione utilissimo per una comunicazione pubblica che doveva arrivare ad ampi strati della popolazione e in maniera semplice, senza possibilità di interpretazione e sostanzialmente per ingenerare la paura verso il nemico interno ed esterno. Nel libro sono tanti gli esempi, ma su tutti spicca quello relativo all'utilizzo politico della favola di Pinocchio. Tradotto in 250 lingue nel mondo, il capolavoro di Collodi era popolare e declinabile sotto tante sfaccettature ideologiche, come già si era visto ad inizio Novecento o ai tempi del fascismo. Nel secondo dopoguerra il suo utilizzo, come dimostra Pivato riproducendo nel libro due rari esempi di opuscoli sotto forma di fumetto aventi come protagonista un Pinocchio socialdemocratico e uno democristiano, era ancora più vario. I seguaci di Saragat potevano così creare un loro Pinocchio che doveva muoversi tra un gatto Pietrino (Nenni), la volpe Palmira (Togliatti), il mangiafuoco (Stalin), o la fatina tricolore che era l'Italia della maggioranza di governo. Il Pinocchio democristiano era invece una creazione di anni successivi, un ritardo dovuto al fatto che quella del burattino era stata, nelle intenzioni del suo creatore, una favola molto laica.
Un'altra fiaba utilissima per la propaganda della Guerra fredda era quella di Cappuccetto Rosso, vittima innocente per antonomasia del lupo cattivo che poteva avere le fattezze di Togliatti o di De Gasperi a seconda che fosse utilizzata da democristiani o comunisti.
Alla fiabe si affiancano in quegli anni le leggende popolari, come quelle dei cosacchi pronti ad invadere l'Italia per abbeverare i loro cavalli in Piazza San Pietro, i miti religiosi delle Madonne Pellegrine e della relativa miracolistica dei pianti delle statue della Vergine rispetto alla prospettiva della caduta dell'Italia nelle mani dei rossi. O ancora la leggenda dei comunisti divoratori di bambini, la quale ha riscontrato una sua particolare quanto duratura fortuna arrivata sino ai nostri giorni, cui si opponeva quella della propaganda del Pci raffigurante l'Unione Sovietica come un paradiso gestito dal piccolo padre Stalin.
La retorica dell'eroe contrapposto al cattivo si vede poi anche nelle raffigurazioni dei grandi protagonisti dello sport degli anni Quaranta e Cinquanta, di cui Pivato analizza quella classica fra il devoto Bartali contrapposto al peccatore Coppi.
La facilità di costruire un senso comune attraverso il racconto fiabesco e satirico divenne quindi un tratto fondamentale di un conflitto come la guerra fredda svoltosi soprattutto sul piano della propaganda, i cui echi sono però giunti sino ai nostri giorni a dimostrazione di una forza comunicativa destinata a durare.
Gianluca Scroccu
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Universitari
Campus Ersu e fondi persi,
parla il sindaco
 
Il primo cittadino dice la sua sui venti milioni persi per il campus all’americana, gli anni sprecati, i ritardi e le polemiche. «Si rischiava di perdere tutti i fondi, ma ho messo intorno a un tavolo a ragionare l’ente regionale e l’Università. E così sono stati messi al sicuro i venti milioni del Cipe».
SCANO A PAGINA 19
 
LA NUOVA SARDEGNA
L’INTERVISTA. NICOLA SANNA
IL SINDACO: COSI’ HO SALVATO 20 MILIONI
Campus universitario, il primo cittadino dice la sua e attacca l’Ersu. «L’ente non ha mai condiviso le scelte con la città»
il presidente Gianni Poggiu: Lui era ancora convinto del progetto “fuori porta”. L’ente dovrebbe essere abolito e le sue competenze trasferite al Comune
di Daniela Scano
 
SASSARI Si sente quello che ha messo al sicuro venti milioni di euro, annuncia che ne otterrà altri venti, afferma di essere riuscito a mettere intorno a un tavolo i protagonisti della intricata vicenda. Il sindaco Nicola Sanna dice la sua sui venti milioni regionali persi per il campus universitario e indica nel presidente dell’Ersu, Gianni Poggiu, il responsabile dei ritardi maturati in cinque anni. R
acconti com’è andata. «Nel 2014, appena sono diventato sindaco, ho assunto la responsabilità di gestire questa vicenda. All’epoca l’unico atto politico era stata la votazione del consiglio comunale su una mozione presentata nel 2012 dal consigliere Sergio Scavio, che chiedeva di prendere una posizione chiara sulla procedura avviata dall’Ersu nel 2011. Il Comune non aveva ancora ricevuto nessuna richiesta ufficiale da parte dell’ente dopo il finanziamento del Cipe.
I famosi 20 milioni? «Sì, venti milioni condizionati al cofinanziamento di altri 20 da parte della Regione. La procedura prevedeva che il campus potesse essere realizzato ex novo, oppure diffuso nei territori per la loro riqualificazione. L’Ersu scelse di farlo fuori dalla città, in un luogo da urbanizzare. La nostra amministrazione invece ha sempre puntato al recupero di aree pubbliche».
L’Ente regionale per il diritto allo studio fece questa scelta da solo? «Sì, senza condividerla con la città. Ricordo che il mio predecessore Gianfranco Ganau si lamentava del fatto il presidente Poggiu non si fosse rapportato con l’amministrazione».
Se fosse stato consultato, il Comune cosa avrebbe scelto? «La scelta era stata fatta anni prima con la pianificazione strategica. Una delle possibilità per ripopolare il centro storico erano gli studenti universitari e le residenze diffuse. L’idea del campus c’era fin dal 2009, con la giunta Soru, ma con la logica di recuperare edifici e terreni pubblici. Gianni Poggiu, arrivato alla presidenza dell’Ersu indicato dalla giunta di centro destra, invece decise di realizzarlo in immobili o su terreni di privati».
Si riferisce ai Mulini Azzena? «La prima ipotesi fu quella del campus in quell’area. La mozione di Scavio nacque così. Il consiglio comunale stabilì che quella collocazione non era idonea perché in una zona troppo distante dal centro. Questa fu la prima presa di posizione politica, anche se non c’era ancora una richiesta formale di variante».
Come è possibile? «L’Ersu è partito dal principio: io mi cerco l’area, non importa con quale destinazione urbanistica, poi chiederò al Comune di approvarmi la variante. Questo modo di procedere però è scorretto, perché la variante viene approvata anche in funzione di una esigenza di pubblico interesse che è rappresentato dall’opera e dal contesto nel quale va a insediarsi. L’Ersu inveve prima ha scelto il committente e poi ha chiamato il Comune a decidere. Non so perché è andato per conto suo: questa è la grande domanda di tutta questa storia del Campus».
Non è strano che un ente che deve gestire una popolazione studentesca così numerosa non condivida una scelta così importante con il Comune? «È così strano e anacronistico che io in campagna elettorale ho chiesto che l’Ersu venisse abolito e che le sue competenze siano trasferite al Comune che ospitano le università».
Arriviamo così al 2015. Caduta l’ipotesi dei Mulini Azzena, l’Ersu individua l’area area di Piandanna. «Nel Puc, l’area individuata dall’Ersu a Piandanna aveva una destinazione sanitaria. Lo strumento urbanistico non prevedeva che in quella zona sorgessero residenze studentesche e questo avrebbe dovuto far riflettere la dirigenza dell’Ersu».
C’era sempre lo strumento della variante. «Fino a luglio del 2015, l’Ersu e i proprietari del terreno non ci hanno mai formalmente chiesto nulla. A prescindere dalla volontà politica, comunque, non c’era più il tempo per fare nulla. Il direttore generale del Comune lo ha spiegato al direttore generale dell’Ersu Maria Assunta Serra che lo ha contattato per conoscere i tempi di approvazione di una variante e se la pratica poteva essere chiusa prima del 31 dicembre 2015. Il direttore ha risposto che quel terreno aveva una destinazione urbanistica chiara e non idonea a diventare residenzialità studentesca. Per quanto riguarda i tempi tecnici, solo per la variante ci volevano sei mesi. E poi c’era la concessione edilizia, l’approvazione del progetto, l’appalto».
Ed esisteva la scadenza 31 dicembre. «Esisteva ed era definitiva. Il 31 dicembre del 2013 e il 31 dicembre del 2014 il Cipe aveva decurtato il finanziamento e sei milioni erano già stati persi. Il 31 dicembre 2015 si sarebbero persi i 20 milioni di Cipe e i 20 milioni della Regione ad esso collegati. Tanto è vero che in Regione c’è stata una riunione per parlare di questo rischio».
E cosa è successo? «Mi sono attivato per evitare di perdere tutto il finanziamento. Ci siamo seduti intorno a un tavolo: Comune, Ersu e Università. La strada era molto in salita, ma c’era l’Università che aveva il terreno di San Lorenzo con la destinazione giusta e un progetto definitivo, già proposto all’Ersu. Questo era il documento utile per garantire la spendita dei fondi per tornare al Cipe. In più Ersu aveva il progetto di recupero della Fondazione Brigata Sassari che era andato per le lunghe e mancavano 4 milioni per l’aggiornamento prezzi».
Ma se vi foste confrontati prima, oggi in città ci sarebbe un campus da 40 milioni... «Esatto. Infatti io mi pregio di avere messo le persone a ragionare intorno al tavolo, anche se io e Poggiu eravamo in completo dissenso rispetto alla soluzione».
Avete litigato? «No, discusso. Lui era ancora convinto del progetto sul campus fuori porta e lo sarebbe ancora oggi. Alla fine si è arreso, più per i motivi tecnici credo, ma anche perché di fronte alla evidenza dei fatti si è reso conto che aveva perso tempo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 – Sardegna
No Ai Tagli
Milleproroghe,
emendamento
Pd per le Università
 
CAGLIARI I parlamentari sardi del Pd si schierano con le università di Cagliari e Sassari, che potrebbero rischiare un taglio del finanziamento nazionale. Con un emendamento al decreto Milleproroghe, i deputati Caterina Pes e Francesco Sanna, hanno firmato anche gli altri cinque, sollecitano che la quota rimanga la stessa del 2015. L’iniziativa parlamentare è stata salutata con favore dall'assessore alla Pubblica istruzione Claudia Firino di Sel. «Il diritto allo studio – scrive Caterina Pes – va preservato perché è la leva su cui costruire il domani. Dobbiamo evitare sperequazioni e per arrivare a questo obiettivo bisogna dare il giusto peso al gap dell'insularità. Gap che non è tenuto in considerazione nel costo standard dello studente, parametro fondamentale su cui si basa l'assegnazione dei fondi. Di conseguenza, questi ostacoli infrastrutturali non potranno non essere tenuti in considerazione quando saranno assegnati i contributi statali alle università». Per l’assessore Claudia Firino è indispensabile che l’iniziativa parlamentare sia fatta propria dal Governo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – LA NUOVA SARDEGNA
SASSARI – PAGINA 21
UN GIARDINO E UNA STATUA PER IL CANE DIESEL
L’area verde dell’ospedale universitario è stata dedicata all’eroe a quattro zampe di Saint Denis
 
SASSARI Un giardino in onore dell’eroe a quattro zampe di Saint Denis. Il Dipartimento di Veterinaria dell'Università di Sassari ieri ha intitolato l'area verde del suo ospedale, all'interno del polo universitario di via Vienna, a Diesel, il cane che il 18 novembre scorso ha perso la vita durante il blitz che le forze speciali francesi hanno messo a segno nel covo dei terroristi cui è attribuito il tragico attentato compiuto il 13 novembre a Parigi. Davanti a autorità istituzionali, politiche, civili e militari del territorio, i rappresentanti ministeriali di Italia e Francia e alcuni esponenti della diplomazia onoraria italo-francese, è stata svelata la scultura dedicata a Diesel, realizzata in ferro dagli allievi dell'Accademia di Belle arti «Mario Sironi» di Sassari. L'evento è stato introdotto dal rettore dell'Ateneo, Massimo Carpinelli, che ha indicato il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari come un punto di forza da difendere, non solo perché unico in Sardegna. Il direttore del Dipartimento, Eraldo Sanna Passino, nel tracciare brevemente la storia del rapporto tra uomo e cane, ha annunciato che è stato firmato il rinnovo della convenzione tra Università e Asl di Sassari per il soccorso agli animali senza padrone: «Il servizio riprenderà dal 1° febbraio», ha dichiarato. Al cane Diesel di razza malinois è stata dedicata una scultura, posizionata al centro del giardino e realizzata dagli allievi dell'Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari. Due sagome di ferro celesti sospinte verso l'alto da sette sostegni, sette come gli anni di Diesel. Come ha spiegato Sisinnio Usai, Direttore del Dipartimento di Arti visive dell'Accademia, quando l'opera sarà completata con altri elementi, costituirà “Un coro per Diesel”. A conclusione della cerimonia, Don Angelo Demontis ha benedetto la scultura.Il maestro Salvatore Moraccini ha eseguito gli inni nazionali di Italia e Francia e il Silenzio militare italiano, prima di lasciare spazio alle dimostrazioni pratiche delle unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, presenti assieme all'unità cinofila dei Carabinieri. Per la Asl di Sassari era presente Franco Sgarangella, Direttore del Dipartimento di prevenzione: «I nostri veterinari sono rimasti particolarmente colpiti dall’uccisione del cane Diesel – ha affermato - per la generosità, la fedeltà dei cani poliziotto addestrati per difendere l’uomo a costo della vita. Da sempre c’è un rapporto speciale tra i veterinari e i cani addestrati per le forze dell’ordine e siamo stati entusiasti di aderire all’iniziativa».
 

Questionario e social

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