UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 23 dicembre 2015

Mercoledì 23 dicembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 dicembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 dicembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
POLICLINICO
Si conclude oggi alle 11 con la consegna dei lavori l’operazione “State Comodi” sostenuta dalle associazioni femminili Sinergia femminile, Donne al Traguardo, Aspao e Asama, un gruppo di donne artigiane e una ditta commerciale per migliorare le sedie e rendere più comoda l’attesa dei pazienti del Blocco Q del Policlinico Universitario di Monserrato. Amazon ha fornito i materiali.
 
 
2 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 23 dicembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 33 - Edizione CA)
CABRAS. Stop agli scavi, accese le telecamere collegate con la Forestale
Mont’e Prama chiude, ma sarà sorvegliata
Gli scavi vanno in ferie. Gli occhi delle telecamere no. Nella collina di Mont’e Prama c’è pace assoluta. Solo silenzio e qualche curioso che si ferma con la speranza di poter vedere da lontano le tombe. Gli archeologi della Archeosistemi di Reggio Emilia che sino a poco tempo fa scavavano nel Sinis ora sono tutti impegnati a Tharros. Poi ci sarà la pausa natalizia e, ancora non si sa quando, la ripresa dei lavori anche a Mont’e Prama. Nel frattempo però dalla Soprintendenza assicurano che la zona è tutta sotto controllo grazie alle telecamere installate tempo fa dal Ministero e collegate con gli uffici della Guardia Forestale. «Anche se noi fisicamente non ci siamo e come se ci fossimo - dice Alessandro Usai, archeologo della Soprintendenza e super visore del lavoro di scavo - ora l’intera zona dove stiamo lavorando verrà ricoperta con teli particolari per evitare che il terreno venga danneggiato dall’acqua piovana». Gli archeologi della Archeosistemi riprenderanno il lavoro quasi subito, probabilmente a fine gennaio: «Giusto il tempo di risolvere qualche problema burocratico e Mont’e Prama sarà nuovamente sotto la lente d’ingrandimento» - dice ancora Usai. Nel 2016 avranno lo scalpello in mano anche gli archeologi dell’Università di Sassari grazie ad un finanziamento di 450mila euro ottenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna.
Sara Pinna
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
3 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 23 dicembre 2015 / Oristano - Pagina 20
Riconoscimento del club a Ilaria Puddu, laureata in biotecnologie
A una 21enne il premio Rotary
ORISTANO È Ilaria Puddu, 21 anni e un 110 e lode in biotecnologie industriali, la miglior laureata per l’anno 2015 del Consorzio Uno premiata dal Rotary club Oristano insieme ai giovani Rotaract con una borsa di studio del valore di mille euro. La cerimonia di assegnazione del premio, arrivato alla sua quarta edizione si è svolta qualche giorno fa al chiostro del Carmine, nell’ambito dell’evento “Noi siamo Uno”, alla presenza di tanti colleghi della neolaureata, di molti docenti e responsabili dell’università oristanese e di molti rotariani e rotaractiani. A consegnare l’assegno e l’attestato alla giovane laureata di Sant’Antioco sono stati Marco Franceschi, presidente del Rotary, e Giovanni Scanu, presidente del Rotarcat. Dal prossimo anno, la borsa di studio destinata a un giovane che ha eccelso nel suo corso di studi universitari presso la sede del Consorzio Uno, muterà un po’ il suo contenuto. Nel 2016 infatti il vincitore riceverà un assegno di 750euro e l’opportunità di partecipare ad un programma rotariano di alta formazione, il Ryla (Rotary Youth Leadership Awards), il cui obiettivo è quello di offrire attività propedeutiche allo sviluppo della leadership, trattando argomenti quali etica, comunicazione, soluzione di problemi e conflitti e cittadinanza, locale e globale.
 
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 23 dicembre 2015 / Ediz. Nazionale - Pagina 10
Varata con la fiducia manovra da 35 miliardi
ROMA Via libera del Senato alla fiducia con 162 voti favorevoli sulla legge di Stabilità. Il Parlamento ha così approvato definitivamente la manovra, che dal prossimo anno dovrebbe subire, tra l’altro, un deciso restyling con le nuove norme sul bilancio. Disinnescate le clausole di salvaguardia per 16,8 miliardi (anche se solo per il 2016), metà delle misure restano finanziate in deficit e per metà da tagli di spesa che rispetto al testo approvato da Palazzo Chigi è salito dal 2,2% al 2,4%. Il premier, Matteo Renzi, saluta l’ok definitivo insieme alle altre misure: «Stabilità, collegato ambientale e Rai tutto in un giorno: tre partite che sembravano impossibili portate a casa nel giro di qualche ora. La produttività di questo Parlamento è impressionante e i cittadini ne vedranno le conseguenze con l’abbassamento delle tasse». Per l’opposizione si è trattato di un «marchettificio». Ecco i capitoli principali. Addio Tasi. Dal 2016 stop alle tasse sulla prima casa (anche quella data all’ex coniuge), a eccezione di ville e castelli. La Tasi sarà dimezzata per gli immobili (anche se seconde case) date in comodato a parenti fino al II grado. Novità poi per chi compra: possibile farlo anche in leasing. Aiuti a chi affitta. Sconto del 25% sull’Imu per chi affitta a canone concordato. Stretta per gli affitti in nero. Bonus ristrutturazioni. Proroga per l’ecobonus e per il bonus mobili, esteso alle coppie anche di fatto sotto i 35 anni. Card sconti famiglie numerose.Vale se si hanno almeno tre figli minori e per le famiglie residenti, anche straniere. Salva banche. Ok al salvagente per 4 istituti di credito. Sì anche a misure (Fondo da 100 mln) che parzialmente salvaguardano i risparmiatori che hanno investito nei bond più rischiosi. Canone Rai 100 euro in bolletta. Il costo diminuisce (13 euro) ma a pagare il canone saranno tutti, grazie all’addebito nella fattura elettrica. Si verserà in dieci rate. Pa. Stretta (25%) sul turnover i tetti per gli stipendi dei manager delle partecipate. 300 milioni di euro per il rinnovo del contratto. Part-time over 63. Proroga di opzione donna, avvio della settima salvaguardia degli esodati, innalzamento dal 2016 della no tax area per i pensionati e possibilità per gli over 63 anni del part time negli ultimi anni lavorativi. Al piano contro la povertà sono destinati 600 milioni nel 2016 a un miliardo nel 2017. Rifinanziata per il 2016 (e parte del 2017) l’indennità di disoccupazione per i collaboratori. Tagli a patronati e Caf, anche se ridotti. Neo papà due giorni a casa. Raddoppia il congedo obbligatorio. Proroga quello facoltativo per il 2016 e per il voucher babysitter. Soglia contante a 3.000 euro. Il limite sale da 1.000 a 3.000 euro anche per il pagamento degli affitti ma non per le pensioni e per i money transfer. Possibile anche d’ora in poi pagare caffè e parcheggio con il bancomat. Scuola e università: arrivano fondi per le scuole paritarie e anche per quelle statali (23 milioni circa). Rinviato però di un anno il cosiddetto “school bonus”, vale a dire il credito di imposta per le erogazioni liberali. Allentamento poi del patto di stabilità interno da 500 milioni per interventi sull’edilizia scolastica. Aumentato di 6 mln nel 2016 il fondo per gli Atenei per i professori. Assunzione medici. Il livello del finanziamento del Ssn per il 2016 è 111 miliardi di euro. Per il personale medico via libera a contratti flessibili fino a ottobre, poi concorso destinato per il 50% ai precari. Sicurezza. Arrivano i fondi per combattere l’emergenza terrorismo. Le coperture sono state trovate aumentando il deficit al 2,4%. Il governo mette a disposizione un miliardo, tra cui 150 milioni di euro per contrastare il cybercrime, 50 milioni per gli equipaggiamenti delle forze dell’ordine e 300 milioni per il bonus da 80 euro. Cultura. Bonus da 500 euro per i 18enni per iniziative culturali. Sì anche a 1.000 euro una tantum per l’acquisto di strumenti musicali. I cittadini potranno, dal 2016, dare il 2 per mille dell’Irpef in favore di una associazione culturale. Sgravi neoassunti. La decontribuzione continua anche il prossimo anno ma al 40% e con un tetto a 3.250 euro. Superammortamenti. Le spese per rinnovare i beni strumentali d’azienda potranno godere di una deduzione al 140%. Sud, credito d’imposta. Dura 4 anni anni e riguarda le aziende del mezzogiorno. Sul tavolo 2,4 miliardi. Prevista anche la proroga degli sgravi per le assunzioni al 2017 nel caso in cui vengano certificati fondi residui del Pac. Stop tasse calciatori e su yacht. Via la tassa previsto dal fisco per i contratti di compravendita dei calciatori. Salta la supertassa sugli yacht che ora aiuta i super ricchi.
 
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 23 dicembre 2015 / Cultura e spettacoli – Pagina 33
Le cose semplici da prendere sul serio Omaggio ad Angioni
Pubblichiamo l’introduzione di Francesco Bachis (dell’università di Cagliari) e di Antonio Maria Pusceddu (dell’università di Barcellona) al volume da loro curato: “Cose da prendere sul serio. Le antropologie di Giulio Angioni” edito dal Maestrale. Da tempo abbiamo ragionato – e altri abbiamo sentito ragionare – sull’opportunità di rendere omaggio a Giulio Angioni con una raccolta di scritti, come è usuale fare nelle grandi o piccole comunità di studio e ricerca che si formano negli ambienti universitari. Nel ragionarci abbiamo però ritenuto altrettanto opportuno non cedere alla tentazione celebrativa, per cogliere invece un’occasione di discussione di temi e problemi che potessero offrire un contributo di riflessione. Quindi non solo memorie, ricordi e scritti di circostanza, ma «cose da prendere sul serio», come quelle con cui l’antropologo (ma anche il narratore) che intendiamo omaggiare con questo libro, ha cercato – e ancora cerca – di fare i conti per una vita intera. Inutile osservare che per operazioni di questo genere occorre avere un pretesto. Un libro fondamentale. Noi lo abbiamo trovato – o lo abbiamo voluto trovare – in un libro di Angioni, “Rapporti di produzione e cultura subalterna. Contadini in Sardegna”, che ha compiuto quarant’anni nella veste editoriale che conosciamo. Ci è sembrato utile rileggerlo, sia perché oramai di difficile reperibilità, sia perché i problemi e le chiavi di lettura che propone sono in qualche modo utili, ancora oggi, per pensare e leggere il presente. Inoltre, il fatto che un libro del genere, proiettato più di altri libri di Angioni, nel tentativo di guardare al futuro, di rendere operative le piste conoscitive in un processo di trasformazione, abbia conosciuto meno fortuna del suo libro gemello “Sa laurera”del 1976, maggiormente ancorato ad un progetto di documentazione e sistemazione dell’ergologia tradizionale nelle campagne sarde, ci è sembrato ugualmente un buon motivo per riproporne la rilettura. Contadini e lavoro. Non tutti coloro che partecipano a questo volume avranno avuto occasione di rileggerlo (molti l’hanno letto in passato, altri probabilmente più di recente), ma diversi lo hanno ripreso in mano con la deliberata intenzione di trarne utili riflessioni per il presente o per incoraggiare una sua lettura nel presente. Il volume “Rapporti di produzione e cultura subalterna. Contadini in Sardegna”, edito dall’Edes nel 1974 (e ristampato una sola volta nel 1982), rappresenta una tappa fondamentale del percorso scientifico dell’autore. Oggetto del libro sono i rapporti di produzione e le concezioni del mondo dei contadini di una regione della Sardegna meridionale, studiati in una prospettiva storico-antropologica, attraverso gli strumenti di analisi del materialismo storico, in cui dialogano approcci marxisti di orientamento strutturalista – «forse etichettabili genericamente come althusseriani» e lo storicismo marxista di ascendenza gramsciana. Nel libro si esplicita una cifra di ricerca che ritornerà più volte nella produzione dell’antropologo sardo. Sulle canoniche pratiche di documentazione empirica, debitrici delle forme rigorose di inchiesta demologica che erano andate formalizzandosi a Cagliari intorno alla figura di Alberto Mario Cirese, si innesta, infatti, una attitudine autobiografica, generalmente indicata come “antropologia a casa”, almeno nelle tradizioni maggiormente orientate allo studio dei contesti extraeuropei. Questa dimensione viene esplicitamente richiamata dall’autore in una breve nota di apertura: «Le ricerche dirette e le riflessioni, di cui questo libro è un frutto, hanno anche un’origine di carattere autobiografico che ritengo doveroso dichiarare, perché elemento rilevante del modo di dispormi di fronte ai fenomeni osservati e del modo di analizzarli e di riproporli». Un mondo da prendere sul serio. Rileggendo queste pagine ci è tornato alla mente quanto Angioni ha richiamato, più volte nel corso del tempo, circa la sua ‘scoperta’ della demologia e della antropologia culturale. Giovane studente universitario di origini contadine, rimase positivamente stupito dal fatto che le due figure che avrebbero rappresentato i punti di riferi mento della sua formazione accademica, Ernesto De Martino e Alberto Mario Cirese, si occupassero scientificamente di fatti, usanze, pratiche e idee del mondo dei contadini. Prendessero, insomma, sul serio un mondo concepito da alcuni e vissuto da tanti come un passato da abbandonare senza tanti rimpianti o, al contrario, oggetto di idealizzazioni arcadiche, debitrici della diffusione a livello di intellettualità locale dei cascami tardo ottocenteschi dei tanti nipotini del padre Bresciani. Lo stupore del giovane studente, nel sentire il mondo contadino – allora nel pieno di una trasformazione epocale o «apocalisse culturale» – “preso sul serio”, non era evidentemente condiviso da tanti, anche dentro l’università. Al punto che, secondo uno dei miti di fondazione di quella che tal- volta anche ad Angioni è parso ragionevole chiamare “Scuola antropologica cagliaritana”, uno dei principali ostacoli all’introduzione dell’antropologia culturale nell’ateneo sardo non fu soltanto la parola “antropologia”– che allora era per antonomasia quella fisica – ma i temi e i terreni di ricerca. Così si racconta di un irato professore che non accettava che il “mal di pancia” assurgesse a oggetto di ricerca da prendere sul serio quanto e come le liriche di Leopardi. Due decenni di studi. Nel 1973, il trentaquattrenne Giulio Angioni licenzia Rapporti di produzione... come «un primo saggio di documentazione e di delineazione dei temi e dei problemi in cui tale ricerca si muove e che da essa vanno emergendo» (1974). Il volume, che andrà in stampa l’anno successivo e utilizza ampiamente materiali già pubblicati altrove, negli anni immediatamente precedenti, presenta il parziale bilancio di un percorso pluriennale di ricerca, proseguito, per fasi alterne, fino al 1972. La fase di maturazione dell’interesse «per la vita delle campagne», era cominciato nell’inverno dell’anno accademico 1961-62, «quando avevo la possibilità di seguire all’Università di Cagliari l’insegnamento di Ernesto De Martino e di Alberto Mario Cirese». Si apre così un percorso di studio e documentazione del mondo contadino e pastorale della Sardegna che attraversa quasi due decenni, per concludersi con la pubblicazione de I pascoli erranti, 1989. Nel mezzo ci sono altri due importanti volumi, il primo, Sa laurera. Il lavoro contadino in Sardegna (1976), a completamento di Rapporti di produzione e cultura subalterna, il secondo, Il sapere della mano. Saggi di antropologia del lavoro (1986), primo contributo, in Italia, di riflessione strutturata intorno all’antropologia del lavoro.
 

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