UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 17 dicembre 2015

Giovedì 17 dicembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 dicembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

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L’UNIONE SARDA

1 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Manca un componente dell’équipe chirurgica, tutto bloccato
AL POLICLINICO SALTA UN INTERVENTO Disagi contenuti nelle corsie del Brotzu
Un intervento chirurgico al Policlinico è saltato per la mancanza di anestesisti, ma secondo i primi bilanci negli ospedali cagliaritani i disagi per lo sciopero dei medici sono stati limitati. Al Brotzu l’adesione è stata massiccia in Pediatria, ma i piccoli pazienti e i loro genitori non hanno avuto problemi.
«Non abbiamo ancora i dati perché serve qualche giorno per verificare chi abbia scioperato tra chi non era al lavoro: ma qua sono tutti abituati a lavorare in emergenza e uno sciopero di queste dimensioni si riesce ad affrontare». Nazareno Pacifico, direttore sanitario dell’azienda Brotzu, spiega che le difficoltà nell’ospedale più grande della Sardegna non mancano mai, «problemi ce ne sono tanti per i medici e per gli infermieri. Ma qui c’è una forte coscienza e di fronte ai bisogni dei pazienti vengono messe da parte le altre questioni».
Gli oltre duemila dipendenti del Brotzu si occupano della salute di pazienti che arrivano da tutta l’Isola. «Anche questo è uno dei motivi per cui, pur nella totale legittimità di uno sciopero e delle rivendicazioni sindacali, non si può chiudere la porta in faccia ai pazienti», aggiunge Pacifico: «Si cerca sempre di incastrare i turni, e da quanto mi risulta questa giornata di astensione dal lavoro non ha creato problemi ai pazienti».
Nelle corsie dell’azienda ospedaliero-universitaria le visite sono state regolari. L’adesione maggiore allo sciopero si è registrata tra gli anestesisti del Policlinico di Monserrato: lì la carenza di personale ha creato qualche disagio, ma solo un intervento chirurgico è saltato per la mancanza di un anestesista.
Saranno pronti tra qualche giorno anche i dati ufficiali degli ospedali di competenza della Asl. «Lo sciopero era annunciato e ciò ha permesso di svolgere le attività di emergenza e le prestazioni ordinarie», spiegano da via Peretti, «non si sono segnalati disagi per i pazienti nelle varie strutture ospedaliere».
Marcello Zasso
 



 
L’UNIONE SARDA
 
2 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Tagli e blocco assunzioni: adesione massiccia allo sciopero nell’Isola
La rabbia dei medici, gli ospedali si fermano
Sale operatorie deserte, ambulatori chiusi e visite rimandate: lo sciopero dei medici in Sardegna raccoglie - stando ai numeri diffusi da Ordine e sindacati - un’adesione da record, «superiore all’ottanta per cento», più alta addirittura della media nazionale, dove non ha timbrato il cartellino circa il 75 per cento dei camici bianchi, proprio nel giorno in cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato il via libera a nuove assunzioni in tutte le regioni da gennaio 2016.
 LA GIORNATA Nell’Isola sono saltati interventi chirurgici e appuntamenti con gli specialisti, ma le urgenze (come previsto) sono state garantite nonostante le 12 ore di astensione dal lavoro dell’intera categoria, mai così unita, che chiama in causa il Governo Renzi e la Giunta regionale: «Abbiamo pazientato dieci anni, ora la corda si è spezzata. Lottiamo assieme per garantire la sopravvivenza del sistema», dice Raimondo Ibba, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Cagliari.
I MOTIVI Sotto accusa c’è l’evoluzione che la professione ha affrontato negli ultimi anni, stretta tra i tagli economici al settore e l’aumento della burocrazia. «Ormai almeno il 50 per cento del nostro lavoro è fatto di lettere, circolari e documenti amministrativi, eppure io dovrei essere pagato per operare i bambini», sintetizza Luigi Mascia, direttore del reparto di Chirurgia pediatrica del Santissima Trinità a Cagliari e segretario regionale del Cimo (coordinamento italiano dei medici).
Poi le regole europee da rispettare: undici ore di riposo obbligatorio tra un turno e l’altro, il tetto massimo alle ore di servizio che in Sardegna ha fatto saltare pochi giorni fa due trapianti al Brotzu. Le ultime, vere assunzioni risalgono agli anni Novanta ed è per questo che in corsia si vedono solo capelli bianchi: l’età media dei circa 12mila medici sardi supera i 55 anni.
 GLI OSTACOLI E tutti devono fare i conti con i cambiamenti obbligatori della professione e le imposizioni che arrivano dalla politica. Esempio: ogni prenotazione deve passare attraverso il nuovo Cup - centro unico di prenotazione - sul web. Ma la connessione Adsl degli ospedali va a singhiozzo e per inserire i dati di una sola visita a volte servono venti minuti. Ancora: nell’era di internet e delle informazioni condivise, gli ospedali lavorano su una rete (il sistema Sisar) mentre i medici del territorio ne utilizzano un’altra (il Medir), senza possibilità di dialogo. «Non solo. I direttori di reparto si occupano della sicurezza degli impianti elettrici e dei sistemi antincendio e di altre incombenze che non fanno parte della nostra professione e per le quali non abbiamo nessuna preparazione», aggiunge Mascia.
 ASSUNZIONI Il ministro della Salute ha annunciato nuove assunzioni nel 2016. A disposizione ci sono 339 milioni di euro «per 6 mila assunzioni, metà medici e metà infermieri», ha detto Beatrice Lorenzin. «Dal primo gennaio le Regioni possono iniziare ad assumere con contratti flessibili al fine di rispondere all’emergenza. Entro febbraio», conclude l’esponente del governo, «devono quindi inviare al ministero una analisi del fabbisogno del personale medico e infermieristico e a marzo, sulla base di questi fabbisogni, le Regioni avvieranno i concorsi».
Michele Ruffi




 
L’UNIONE SARDA
 
3 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
«Ci tolgono ogni possibilità di lavorare»
Lo sciopero di ieri ha messo d’accordo tutti - sindacati dei medici che in genere non lavorano in sintonia - in nome di un sistema sanitario equo, di qualità e alla portata di tutti i cittadini. Susanna Montaldo (Associazione nazionale ospedalieri) ha ricordato che una convergenza simile mancava dal 2004: «Tutti noi, compresi i dirigenti medici e i veterinari, vorremmo scongiurare il rischio che, finanziaria dopo finanziaria, si finisca per non garantire il diritto costituzionale alla salute».
Andrea Tola del sindacato unico medicina ambulatoriale, ha richiamato l’attenzione sulla «situazione della medicina specialistica, con i poliambulatori fatiscenti e una strumentazione obsoleta». Edoardo De Pau (Snami) ha accusato il governo di voler «trasformare i medici di famiglia in burocrati». Per Paolo Zandara (Smi), «la crescita del malessere professionale e sociale ha ripercussioni negative sulle liste d’attesa, ed è causa del mancato turn over». Luciana Cois (Cisl medici) ha spiegato che «il nostro è un grido di dolore: non vediamo rimedi all’inarrestabile decadenza del sistema sanitario nazionale».
Secondo Basilio Mostallino (Fimp) «si sta procedendo alla cancellazione della dignità professionale e dei servizi all’utenza. Un esempio? Hanno cancellato gli screening». Umberto Nevisco (Federazione medici di medicina generale) ha sostenuto che «qualcosa di prezioso come la sanità non può essere maltrattato in questo modo, opponiamoci al degrado». Enrico Giua (Anpo) ha fatto notare che «in Sardegna si sta riorganizzando la rete ospedaliera senza aver prima attuato il Piano socio-sanitario» e, infine, Angela Vacca (Veterinari) ha ricordato che «il nostro contratto è fermo da sei anni».
Roberto Murgia

 


 
L’UNIONE SARDA
 
4 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Nella delibera per il rientro dal deficit si punta a risparmi per 328 milioni di euro
SANITÀ, OSPEDALI SOTTO ESAME
Piano della Giunta: «Chiudere quelli non riconvertibili»
La formula magica è a pagina 58 del Piano di rientro per i costi sanitari varato dalla Giunta per il triennio 2016-2018, e prevede la «dismissione di alcune strutture ospedaliere non riconvertibili». È lì che si celano le ipotesi (ancora tutte da decidere) di chiusura di alcuni ospedali, tra cui un indiziato illustre: il Marino di Cagliari. Obiettivo: arrivare a risparmiare complessivamente circa 328 milioni di euro con numerose azioni per rendere più efficiente ed economica la sanità sarda.
 LA RETE Il recupero del deficit sanitario passa (tra le tante proposte) anche e soprattutto dalla razionalizzazione della rete ospedaliera sarda. Che prevede anche il taglio di 64 strutture complesse, vale a dire primariati. La riorganizzazione ospedaliera vale, per tutto il triennio, circa 134 milioni di euro: verranno reinvestiti per rafforzare la rete territoriale.
Dunque meno ospedali, più presidio medico nei territori. Cercando di raggiungere standard elevati nel rapporto tra costi e servizi, con processi di aggregazione e accorpamento. Il riordino parte dall’idea che più ospedali non assicurino automaticamente anche maggiore efficienza nelle cure, anzi: il documento, infatti, punta a suddividere i posti letto nelle aree urbane entro febbraio.
Si parte dalle criticità anzitutto nei ricoveri, perché i 29 ospedali pubblici hanno «livelli di gestione spesso autonomi anche se all’interno della stessa Asl»: cosa che «causa pericolose cadute nei livelli organizzativi minimi». A soffrire di più di questa dispersione è l’area della chirurgia oncologica, che registra anche il ricorso a centri della penisola per alcuni interventi.
FARMACI Un altro aspetto fondamentale è intervenire sulla spesa farmaceutica pubblica che, in Sardegna, è molto più alta rispetto alla media nazionale: 282,6 euro contro i 233, 9 della media nazionale. L’ipotesi (tramontata per ora) di ricorrere ai ticket compariva in una prima tabella di conteggio sui disavanzi, ma poi è stata eliminata per decidere l’aumento delle aliquote dell’addizionale regionale dell’Irpef. Ancora, però, non è certo se ci possa essere un cambio di rotta perché, soprattutto dal Consiglio regionale, emergono richieste sul ricorso ai ticket per alleggerire l’Irpef.
ALTRI INTERVENTI Si tratta di un piano articolato che prevede numerosi interventi. Per il contenimento degli acquisti di beni e servizi la Giunta ha dato vita alla centrale regionale ma che deve ancora operare a regime. Prevista nel computo complessivo, la riduzione delle Asl e la riorganizzazione della rete di emergenza e urgenza. Con l’organizzazione attuale, il sistema non permette interventi tempestivi in tutta l’Isola e il mezzo destinato al servizio di elisoccorso sanitario è utilizzato anche dai vigili del fuoco. Per questo il Piano prevede l’istituzione dell’Areus (Azienda regionale di emergenza e urgenza) e il servizio di elisoccorso su due basi.
 I CONTI Un’operazione che punta a risparmiare, l’anno prossimo, intorno ai 62,6 milioni, nel 2017, 126,7 milioni e l’ultimo anno 138.
Matteo Sau
 
 


 
L’UNIONE SARDA
 
5 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Sino al 15 gennaio la rappresentazione della Natività
Un presepio di rifugiati all’Orto botanico
In mezzo alle foglie, quasi nascosti tra gli alberi, sospesi a mezz’aria. Sono i personaggi del presepe allestito negli spazi dell’orto botanico dell’Università di Cagliari dalla squadra di tecnici e giardinieri. Maria, San Giuseppe diventano statue in terracotta che quasi prendono vita in mezzo al verde del parco, per un rappresentazione che quest’anno è dedicata ai migranti. E così, i personaggi sono «sospesi agli alberi - spiega l’Università - così come è sospesa la vita di chi lascia il proprio paese in fuga dalla guerra». Legati a un filo, a distanza invisibile, che sorregge i personaggi, metafora dell’accoglienza dei migranti.
Alcune statue in terracotta sono state sistemate all’ingresso, sul maestoso ficus macrophylla «per dare il benvenuto ai visitatori». Mentre le palme nane “ospitano” i Re Magi portatori di doni. Presepe itinerante, da scoprire passo dopo passo tra le specie arboree - in molti casi antichissime - dell’Orto e che invita a una riflessione profonda.
Chi si vuole soffermare davanti ai personaggi in terracotta, può farlo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30 in viale Sant’Ignazio da Laconi. Sarà possibile visitare l’esposizione fino al 15 gennaio, quando si aprirà un anno importante per lo spazio verde dell’Ateneo che nel 2016 compirà 150 anni dalla sua fondazione.
M. Lam.
 
 


 
L’UNIONE SARDA
 
6 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 32 - Edizione CA)
Arborea
La miglior tesi sull’autonomia sarda è di Alberto Medda
È di Arborea il vincitore del secondo premio per la migliore tesi di laurea sulla storia autonomista della Sardegna e sull’Unione europea, “Premio Andrea Raggio”. Nel corso della cerimonia, svoltasi a Cagliari venerdì scorso a Palazzo “Floris - Thorel”, è stato premiato il 31enne Alberto Medda. ( g.pa. )
 
 


 
L’UNIONE SARDA
 
7 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
DA SABATO. In edicola una nuova proposta delle “Firme dell’Unione”
Sergio Atzeni giornalista
Raccolti in volume gli articoli sul nostro giornale
Da sabato sarà in edicola “La voglia di scrivere” di Sergio Atzeni. Il volume è l’ottavo della Collana “Le firme dell’Unione” proposta dalla “Biblioteca dell’identità” curata da Gianni Filippini. Il volume raccoglie gli articoli scritti dal grande scrittore per “L’Unione Sarda” nel quadro di una intensa e articolata collaborazione. L’opera, curata con professionale rigore da Manuela Arca, è preceduta da una nota di Gianni Filippini e arricchita da un lucido saggio di Giuseppe Marci. Come i precedenti il volume - di alto livello editoriale - è proposto al prezzo di soli 4,80 euro (più il costo del giornale).
L’ha rivelato sottovoce agli amici, poi l’ha pubblicamente dichiarato in alcuni scritti e in qualche intervista. Insomma, Sergio Atzeni non aveva dubbi: la voglia di scrivere se l’era trovata dentro sin da ragazzo. Con malcelata emozione ricordava un suo articolo di quando aveva appena quattordici anni. Era apparso il 31 luglio del 1966 su “Rinascita Sarda”, era intitolato “Le vie del Signore sono infinite”, parlava della moda delle “messe beat” e del suo approdo in Sardegna, e concludeva: «Le melodie più moderne possono accostarsi a Dio, possono rimpiazzare le musiche liturgiche che esistono ormai da secoli?». E la risposta del giornalista-ragazzino era affermativa. Perché, appunto, le vie del Signore sono infinite.
Dunque un’innata voglia di scrivere. Una grande e irresistibile voglia, bisogna dire, che il trascorrere dei pochi anni prima del tragico stop imposto dal destino impietoso hanno fatto crescere e maturare aprendo - come fossero valvole di sfogo per la pressione dell’intima vocazione - tante porte del giornalismo, della narrativa, del teatro, della critica letteraria, musicale e cinematografica. Così Sergio Atzeni è diventato un grande della scrittura in pratica senza confini.
Certo, il narratore apprezzato da moltissimi lettori in tutta Europa, da autorevoli studiosi e da accademici di valore. Ma anche un ottimo giornalista, come dimostrano i tanti articoli che gli archivi di quotidiani e periodici custodiscono con particolare cura. Pagine, tante pagine caratterizzate da una straordinaria varietà di argomenti. Prima di dare la preferenza ai temi sociali, lo scrittore (Capoterra 1952) ha infatti avvertito e soddisfatto gli stimoli di interessi diversi, tutti culturalmente significativi: dalla cronaca alla musica, dalla letteratura allo sport, dalla politica ai fumetti.
Anche “L’Unione Sarda”, come altre pubblicazioni, ha proposto tanti articoli di obiettivo valore, frutto di un’intensa, anche se frammentata collaborazione. Con il quotidiano più antico e diffuso della Sardegna, per accennare all’attività giornalistica di Atzeni sulle testate isolane, si possono citare, in particolare, “L’Unità” (pagina regionale) e “Rinascita Sarda” (entrambe affidate alla professionalità di Giuseppe Podda), “Il Messaggero Sardo”, “La Nuova Sardegna” e “Tuttoquotidiano”. Dieci anni fa l’editrice nuorese “Il Maestrale” ha dedicato all’impegno pubblicistico di Sergio Atzeni due volumi (un migliaio di pagine) che Gigliola Sulis, studiosa di elevato spessore, ha curato con scientifico rigore. Ebbene, gli articoli proposti - distribuiti lungo un trentennio e realizzati nei tempi certo ristretti lasciati dalla narrativa, dalle traduzioni e dalle altre attività - sono circa cinquecento e danno, in complesso, una testimonianza forte su quella voglia di scrivere alla quale Sergio Atzeni di certo non sapeva e non voleva resistere.
Questo volume - che appare nella Collana “Le firme dell’Unione”, edita nel prestigioso quadro della “Biblioteca dell’identità” - raccoglie gli articoli che sono apparsi su “L’Unione Sarda” in tre diversi periodi: 1974-1975; 1986-1989; 1991-1995. Il primo apparve nell’edizione del 2 ottobre 1974, quindi quando Sergio Atzeni era appena ventiduenne. Titolo: “Il clan dei genovesi”, sopratitolo “Alla fine degli anni ’50 un gruppo di giovani cantautori prende d’assalto i vecchi bastioni della canzone italiana”. Lo scritto è già un buon esempio del giornalismo di Sergio Atzeni. È infatti una critica lucida e documentata alla commercializzazione della musica: «Qualunque uomo di playback (cantanti privi di voce e costruiti da capo a piedi nella sala di incisione) cerca di fare un discorso impegnato sia dal punto di vista esclusivamente musicale come da quello dei testi». Il giovane collaboratore del quotidiano va poi dritto al nodo della sua convinzione: «Il meccanismo commerciale delle case discografiche riesce a spacciarle per avanguardie». Quindi, per dimostrare che le cose, in complesso, stanno cambiando, in quell’articolo di oltre quarant’anni fa, Sergio Atzeni ha il coraggio di applaudire alcune novità al centro di critiche anche aspre e si concede il lusso della preveggenza artistica annunciando il sicuro e non effimero successo di cantanti apparsi da poco sulla ribalta musicale. Come Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Edoardo Bennato e, appunto,il “clan dei genovesi”: Gino Paoli, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè.
L’ultimo degli articoli è stato pubblicato il 7 ottobre 1995, un mese dopo la tragica scomparsa, a Carloforte. Il giornale aveva dato la dolorosa notizia con grande evidenza. Venato da evidente commozione, lo scritto (peraltro non firmato perché si era inteso farne espressione di tutta la redazione) annotava fra l’altro: «Carloforte è stata l’ultima tappa di una vita ingarbugliata quanto può essere la più vera delle esistenze». Sergio Atzeni aveva portato l’articolo in redazione nel mese di maggio. Erano ventisette cartelle. «Lo so, è lungo - aveva ammesso - e non è un articolo ma un racconto inedito. Pubblicatelo, ne vale la pena, è un piccolo pezzetto di storia». Era rimasto in un cassetto, in attesa di qualche edizione speciale. Ne uscì per essere anche un omaggio sentito al prezioso collaboratore. Occupava due intere pagine, la decima e l’undicesima, era intitolato “Giochi di una storia minima”, Sergio Atzeni vi narrava una vicenda del 1970, qualche anno dopo sarebbe diventato un agile volumetto:“Sì...otto” (Condaghes). Lo si può considerare un documento illuminante, nello stile particolare dello scrittore giornalismo e letteratura convivono esaltandosi a vicenda: «Era il primo mercoledì di aprile dell’anno 1970. Il mare odorava di zolfo e di pesci putrefatti, quel profumo ammorbava tutta la città. Attorno alle otto i primi studenti, solitari o a gruppi di due-tre, cominciavano ad arrivare nella piazzetta davanti al vecchio, alto, nero portone del Liceo Siotto Pintor. Mormoravano oggi sciopero».
Negli scritti pubblicati da “L’Unione Sarda” Sergio Atzeni si rivela - e si conferma sempre - un osservatore acuto, un lucido pensatore, un testimone credibile della società isolana in anni significativi, segnati da drammatici ritardi e da generose spinte evolutive. Cronache, analisi, riflessioni e commenti sono legati da un filo solido e costante: l’attenzione lucida e sensibile - certo culturale, ma anche politica (per l’appassionata militanza comunista) e religiosa (dopo la conversione al credo cristiano) - per la società degli emarginati. E’ stato - qualcuno l’ha scritto - un coraggioso cronista sociopolitico. «La sua - secondo il professor Giuseppe Marci, che all’attività giornalistica e letteraria di Sergio Atzeni dedica analisi e studi approfonditi - è una visione quasi pasoliniana che privilegia il mondo dei sottoproletari e dei malavitosi ancora carichi di un’originaria forza indomita». E Gigliola Sulis parla di «simbiosi vita-scrittura», in altre parole a Sergio Atzeni interessa osservare, interpretare e raccontare la realtà che di solito non sta sotto i riflettori della stampa, scrivere insomma soprattutto di chi vive ai margini della società, in particolare di quelli che definisce i «giovani sotterranei».
C’è soprattutto Cagliari in molti articoli ora riproposti. La Cagliari, in particolare, delle periferie, del disagio e del degrado, della violenza e delle speranze. Sono ritratti sociali di grande efficacia e di notevole capacità evocativa. Per realizzarli Sergio Atzeni ricorre anche a un linguaggio che anticipa il più recente fenomeno delle contaminazioni. «Per descrivere Cagliari - osserva Giuseppe Marci - lo scrittore s’inventa una lingua che nasce, anche quando tutta italiana di lessico, dal dialetto cagliaritano. Era convinto della grande forza comunicativa di questa particolare versione del sardo. E infatti sosteneva che è un idioma adatto all’insulto, all’invettiva, al racconto buffo».
Gli articoli sono riproposti nella sequenza della loro pubblicazione su “L’Unione Sarda”. Si è inteso, in questo modo, offrire al lettore la possibilità di seguire il giornalista Sergio Atzeni nell’intero arco della sua collaborazione al quotidiano. E quindi, di cogliere della sua irresistibile voglia di scrivere la culturale apertura alle mille facce spesso nascoste di una società articolata e complessa come quella cagliaritana. Anzi del mondo.
Gianni Filippini
 
 

L’UNIONE SARDA
 
 
8 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Aes a Cagliari
Nel segno di Atzeni e di Grazia Deledda da domani l’anteprima della Mostra del libro
Due giorni di appuntamenti che ruoteranno intorno alle figure di Grazia Deledda e Sergio Atzeni. Così domani e sabato a Cagliari l’anteprima della Mostra regionale del libro in Sardegna, curata dall’Associazione editori sardi, dedica ai due autori la manifestazione che si terrà alla Biblioteca provinciale, nel Parco di Monte Claro, e alla quale prenderanno parte ventinove case editrici isolane.
Si comincia con gli interventi di Duilio Caocci (Università di Cagliari) e di Gigliola Sulis (Università di Leeds) in occasione degli ottanta anni dalla morte del Premio Nobel e del ventennale della scomparsa di Atzeni (domani alle 16.30 dopo i saluti del commissario della Provincia di Cagliari, Franco Sardi, e quelli di Simonetta Castia, presidente dell’Aes). La prima giornata prosegue con la proiezione, alle 18.15, del breve filmato del discorso pronunciato nel 1926 da Grazia Deledda al conferimento del premio e si conclude con il documentario “Madre acqua. Frammenti di vita di Sergio Atzeni” di Daniele Atzeni.
Durante la due giorni, dalle 9 alle 20 sarà disponibile l’esposizione di una selezione delle novità librarie sarde e della produzione editoriale dedicata ai due scrittori. Sabato mattina si parla di informazione: dopo il live di Buongiorno Cagliari con Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle (dalle 10 alle 11.30), si discute dello “Stato dell’informazione e dell’editoria in Sardegna” in un dibattito a cui partecipano, tra gli altri, il coordinamento regionale delle radio, del mondo dell’informazione e della filiera culturale in Sardegna. Gli appuntamenti riprendono nel pomeriggio, alle 17, per parlare con Graziana Frogheri, Francesco Cheratzu, Pierluigi Lai e Sara Cocco dell’esperienza Desiderata Library, un ambiente di lettura interattivo ideato dagli editori sardi, a cura di Sardegna Ricerche e Aes.
Grazie alla collaborazione con la Società umanitaria, alle 18 è in programma la proiezione del film “Cenere”, nella versione restaurata Cineteca Sarda e dalla Cineteca del Friuli che si avvale delle musiche di Mauro Palmas, introdotta da Gianni Olla.
Grazia Pili
 
 

L’UNIONE SARDA
 
 
9 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
Domani una conferenza dell’Istar con Edoardo Barbieri
Carta de Logu, le antiche edizioni
“Carta de Logu. Le più antiche edizioni a stampa: recenti acquisizioni e problemi aperti”. È l’argomento della conferenza in programma domani alle 18 affidata dal docente Edoardo Barbieri dell’Università Cattolica di Milano nella sala conferenze dell’Hospitalis Sancti Antonii, su iniziativa dell’Istar. Grazie soprattutto agli studi di Luigi Balsamo (1964 e 1968) e Tiziana Olivari (1994 e 2004) le edizioni a stampa del testo giuridico furono realizzate nei secoli XV e XVI. Studi più recenti, come il testo di Giovanni Lupinu (2011) o i due fondamentali contributi di Alessandro Ledda (entrambi 2012), permettono però di ripensare al quadro generale inerente alle due edizioni più antiche, quella quattrocentesca (due esemplari noti, rispettivamente alla Biblioteca Universitaria di Cagliari e alla Reale di Torino) e quella cinquecentesca datata 1560 e recante la sottoscrizione “Callerii apud Stephanum Moretium”. «Entrambe furono realizzate in un periodo di tempo precedente l’introduzione ufficiale della stampa sull’isola, dovuta a Vincenzo Sembenino e Nicolau Canyelles nel 1566» spiega il professor Barbieri. Per l’Istar arriva un riconoscimento importante: è stato premiato dal ministero dei Beni Culturali con 6000 euro per il miglior progetto di censimento dell’archivio storico. ( p. m. )
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Sport - Pagina 44
Diventa operativa la convenzione fra la società rossoblù e tre facoltà dell’ateneo del capoluogo
IL FUTURO DEI GIOVANI DEL CAGLIARI SARÀ GARANTITO DALL’UNIVERSITÀ
Monitoraggio costante, collaborazione fra staff, esami e test per migliorare la salute degli atleti
di Mario Frongia
CAGLIARI Un settore in crescita, ricco di aspettative ed entusiasmo. La Scuola calcio del Cagliari, scommessa tra giovani, territorio e tessuto sportivo della Sardegna. Il workshop curato dal club rossoblù ha avuto un sapore speciale: sono tre gli accordi che legano la società di via Mameli ad altrettanti dipartimenti dell’Università del capoluogo. Le convenzioni e le sinergie tra ricercatori universitari e staff medico del Cagliari, permetteranno di monitorare con maggiore efficace salute e performance degli atleti. Le convenzioni siglate con i dipartimenti di Scienze mediche, Scienze della vita e Ingegneria meccanica, scomodano analisi, didattica, ricerca e attenzione verso segmenti specifici. Ad esempio, il laboratorio di Fisiologia degli Sport supporterà il club mettendo a disposizione conoscenze e professionalità, fornendo esami strumentali, test sugli atleti della prima squadra e del settore giovanile. E non è tutto. L’accordo con Scienze della vita e dell’ambiente prevede la caccia a relazioni tra la costituzione genetica degli atleti e il loro sviluppo morfologico e fisiologico, mentre gli esperti di Biomeccanica ed ergonomia industriale monitoreranno i calciatori per correggere eventuali difetti di coordinazione, postura e prevenire dagli infortuni. “I dati clinici - hanno spiegato i professori Stefano Mariotti, Anna Maria Fadda e Giacomo Cao - da noi raccolti verranno integrati con quelli analizzati dallo staff tecnico e sanitario del Cagliari. Il lavoro permetterà di divulgare protocolli scientifici e di allenamento tesi a garantire la salute degli atleti”. La stretta di mano con l’ateneo è stata rimarcata da Tommaso Giulini. Il patron ha parlato degli investimenti sul vivaio “affidato alle mani esperte di Mario Beretta”. Nella lista delle news, le infrastrutture di Asseminello: spogliatoi, uffici, campo in sintetico di ultima generazione. “Abbiamo potenziato gli staff con nuovi tecnici, medici, fisioterapisti e - ha aggiunto Giulini - i giovani che il Cagliari ospita nella foresteria di Quartu vengono seguiti da un tutor-psicologo”. Infine, “Cagliari Knowledge”: la piattaforma è stata presentata da Mario Passetti, responsabile del marketing, e viene usata per raccogliere e analizzare i dati atletici, tecnici, medici e psicologici dei calciatori.

LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 - CLICCA PER INGRANDIRE
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 9
L’ateneo dedica ai migranti il presepe dell’Orto botanico
CAGLIARI Il presepe dell’Università di Cagliari nell’Orto botanico è quest’anno dedicato al tema dei migranti. Le statue in terracotta sono state sistemate all’ingresso, sul maestoso Ficus macrophylla columnaris, per dare il benvenuto ai visitatori, e sono accompagnate da numerose palme nane; tra esse spiccano quelle dei Re Magi, portatori di doni. Fino al 15 gennaio è possibile visitare la sacra rappresentazione realizzata da tecnici e giardinieri dell’Orto botanico: lo spazio verde dell’ateneo nel 2016 compirà i 150 anni dalla sua fondazione. «Le statue – fanno sapere i curatori dell’Università del capoluogo – sono sospese a stretto contatto con gli alberi, così come è sospesa la vita di tante persone oggi costrette a migrare e a subire i disastri della guerra». Il presepe è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.30, in viale Sant’Ignazio da Laconi 11.


 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Ediz. Oristano Fatto del giorno - Pagina 3
La giunta punta a raggiungere l’obiettivo della riduzione di spesa entro il 2018
via 66 strutture complesse e 4 punti nascita, si lavora per ridurre le Asl
TAGLI PER 328 MILIONI La Regione vara il piano
di Umberto Aime
CAGLIARI Disavanzo della sanità, il piano di rientro è fatto. Dopo averlo approvato martedì, domani la Giunta presenterà il dossier con cui - è l’auspicio - in tre anni vorrebbe ridurre la spesa e dimostrare che non saranno solo i cittadini a metterci una pezza con la super addizionale, i ticket e chissà cos’altro. Sono un’ottantina le pagine del piano, con dati molto dettagliati, ma quella più interessante è l’ultima, come accade sempre nei romanzi gialli. Solo che in questa edizione, data alle stampe dall’assessorato alla Sanità, l’investigatore di turno non arresta l’assassino. Prova, con tanta buona volontà, ad arrestare - nel senso di fermare e frenare - i bilanci in rosso delle Asl e del sistema sanitario regionale. Bene, dal 2016 al 2018 la Giunta vorrebbe risparmiare in tutto 328 milioni e 103mila euro. È poco più del 10 per cento dell’attuale spesa: oltre i 3 miliardi e 200 milioni. Come? Capitolo dopo capitolo, il piano di rientro prova a dipanare la matassa. È stato tutt’altro che facile: la sanità è da sempre una grande malata fra sprechi, cattiva amministrazione, ingorgo di potere e qualità non sempre adeguata agli standard nazionale. Il risultato finale, arcinoto e triste, purtroppo è diventato una palla al piede per la Regione: più della metà del bilancio divorato dal costo complessivo del sistema, 400 milioni di disavanzo quest’anno, 214 milioni di contributi straordinari girati poche settimane fa alle Aziende sanitarie per pagare stipendi e fornitori. Sono numeri spaventosi e per renderli più umani non possono bastare certo solo i ticket e l’addizionale Irpef, anche la sanità deve dare il suo contributo e dovrà essere di spessore. Ed ecco, in estrema sintesi, quello che ha in mente la Giunta. Rete ospedaliera. Con la ridistribuzione dei posti letto fra acuti e post acuti, con l’azzeramento di 66 strutture complesse e quattro punti nascita per evitare doppioni, il risparmio presunto in tre anni dovrebbe essere di 114 milioni. Con questa sequenza: 4 milioni nel 2015, cento milioni divisi a metà negli altri due anni fino al 2018. Possibilità di riuscita? Ancora incerta. La nuova rete è stata approvata a novembre dalla Giunta, presentata alla Fiera di Cagliari e infine consegnata al dibattito pubblico anche via web. Il percorso è ancora in corso e dovrebbe concludersi entro gennaio, con l’assegnazione definitiva dei posti reparto per reparto. Però nei territori la resistenza è stata forte sin dall’inizio e soprattutto su come saranno classificati - secondo l’assessorato - gli ospedali fra super specializzati e territoriali. Proprio a causa del possibile sbarramento popolare, l’efficacia della riorganizzazione della rete ospedaliera e di quella territoriale (case della salute e di comunità) potrebbe essere inferiore alle attese. Gestione efficiente. Con il piano di rientro, la Giunta dimostra di essere intenzionata a incidere sull’amministrazione delle attuali undici aziende sanitarie. Senza dire però nulla su quante saranno in futuro le Asl: l’annunciato dimagrimento (alla fine saranno quattro, due o una sola?) è rinviato a quando sarà proposta la riforma sanitaria vera e propria. Comunque non prima di marzo visto che il mandato ai commissari nominati un anno fa sarà prorogato fra poche settimane, con una legge speciale, e per altri mesi. Comunque stando alla tabella di cui sopra: il risparmio complessivo, sempre presunto, dovrebbe essere di 22 milioni e 400mila euro fra "miglior governo della gestione" e riduzione della spesa per il personale che in otto anni (2004-2012) è schizzata invece fino a un più 13 per cento, con un costo assoluto di 140 milioni. Più un altro centinaio fra consulenze e assunzioni interinali seppure bloccate da un anno anche se non in tutte le Asl. Centrale unica. È uno dei punti forti del piano. Da sempre ogni Asl è una piccola repubblica nell’acquisto di medicinali e macchinari. Secondo la Giunta, il risparmio dovrebbe essere di 47 milioni in tre anni. Con questa gradualità: 10 milioni nel 2016, 57 milioni nel biennio 2017-2018. Mettere a regime il sistema non sarà facile, ma se l’operazione dovesse riuscire: una siringa costerà lo stesso prezzo a Sassari, a Cagliari e in tutti gli ospedali. Oggi non è così: la differenza fra le varie Azienda è esagerata e in alcuni casi persino doppia. Spesa farmaceutica. Il risparmio annunciato nel consumo dei medicinali, negli ospedali e nelle farmacie, è intorno ai 62 milioni in tre anni. Qualcosa in più potrebbe essere raggiunto se saranno imposti i ticket sulle ricette che da sempre hanno un effetto deterrente contro abusi e accaparramenti. In questo capitolo, gran parte dell’efficacia dipenderà dalla ricetta elettronica, in corso d’opera, e dai controlli sulle prescrizioni da parte dei medici di famiglia. Per quanto riguarda gli ospedali, dovrà essere ridotto il peso delle giacenze con minori sprechi per 28 milioni. Altri 40 milioni in meno potrebbero esserci se funzionerà la campagna regionale di educazione per tenere a bada una spesa che nel 2014 ha sfondato il muro dei 560 milioni fino a superare di ben 126 milioni il tetto previsto. Tanto che la Sardegna è al primo posto in Italia nell’uso di farmaci: un primato da brividi Altri risparmi. Ammontano a 52 milioni sempre in tre anni fra riqualificazione della rete dei laboratori, revisione delle tariffe, informatizzazione del sistema, oggi troppo sottodimensionato, e contenimento della spesa per dialisi e radiologia
 
Il precedente nella giunta Soru
Non sarà il primo piano di rientro per la sanità sarda. Il precedente risale al 2007, giunta Soru, assessore Nerina Dirindin, per aver accumulato nel 2005 un disavanzo superiore al 7 per cento della spesa massima prevista. Allora le cifre erano davvero poca cosa rispetto a quelle del 2015: una settantina di milioni. Ma che fine ha fatto quel piano? Non è servito a nulla. Secondo la ricostruzione della giunta Pigliaru «dopo aver superato favorevolmente la verifica annuale del 2007 e quella semestrale del 2008, sono state invece negative le successive e in particolare il controllo del 2010 sul 2009». Cos’era accaduto nel frattempo? Facile: le elezioni regionali del 2009 con la sconfitta di Soru e il successo del candidato del centrodestra, Ugo Cappellacci. Bene, senza scriverlo oggi la giunta Pigliaru fa intendere: «Se quel piano è fallito, la colpa è stata di altri».
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Attualità - Pagina 11
Ieri hanno incrociato le braccia i medici. Lorenzin non drammatizza
SANITÀ TRA SCIOPERI E 6MILA ASSUNTI
ROMA Non è bastata l’approvazione, nella Legge di Stabilità, dell’emendamento che renderà possibili fino a 6mila assunzioni nella Sanità: ieri, come annunciato, i medici sono scesi in piazza per lo sciopero generale proclamato «in difesa del Servizio sanitario nazionale» e contro la mancanza di risorse che mette a rischio la sopravvivenza stessa del servizio sanitario pubblico. Circa 40mila gli interventi saltati ed a rischio era l’erogazione di quasi 2 milioni di prestazioni tra visite ed esami. Ad incrociare le braccia, medici ospedalieri e di famiglia, pediatri e veterinari: una protesta che, hanno affermato i sindacati di categoria, ha toccato un’adesione di oltre il 75%, su un totale di circa 250mila professionisti. «Protestiamo per dire no all’impoverimento della sanità pubblica - ha affermato Massimo Cozza, Fp Cgil, al sit-in all’ospedale San Camillo di Roma - che è la migliore assicurazione sulla salute dei cittadini». E le annunciate assunzioni non bastano a placare la protesta: «Non c’è alcuna risorsa economica aggiuntiva prevista finalizzata. Le risorse dovrebbero venire da risparmi delle Regioni che non sappiamo come possano essere fatti», ha rilevato il presidente dell’Anaao, il sindacato dei dirigenti medici, Domenico Iscaro. Pronta la replica del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Le risorse per le assunzioni ci sono, perché il fondo sanitario 2016, pari a 11 miliadi, è superiore di 1,3 allo scorso anno; inoltre, vanno considerati i risparmi per l’applicazione delle riforme». Ed ancora: «Rispetto la protesta dei medici, però il governo non è fermo - ha sottolineato Lorenzin -. Abbiamo detto basta ai tagli lineari, c’è stato un aumento graduale del fondo sanitario e si è avviata la stagione delle riforme strutturali che permetteranno di reinvestire i risparmi nel settore stesso». Dal ministro, anche un riconoscimento di merito: «Il Sistema sanitario in questi anni difficili non avrebbe potuto reggere senza l’enorme sacrificio, in termini di disponibilità e preparazione, del personale sanitario». Quanto alle assunzioni, Lorenzin ribadisce la concretezza della misura, illustrando il «timing stringente» per le nuove entrate: 329 mililioni di euro è la cifra stimata necessaria per le 6mila assunzioni, ma è in eccesso, spiega, poiché le regioni dovranno presentare il loro reale fabbisogno entro febbraio, e a quel punto i numeri potrebbero essere rimodulati sulla base delle esigenze effettive. Intanto, per fare fronte all’emergenza innescata dalla direttiva Ue che impone limiti precisi all’orario di lavoro dei medici, dal primo gennaio, ha chiarito, «le Regioni possono iniziare ad assumere con contratti flessibili e a marzo, in base ai fabbisogni, le Regioni indiranno i concorsi con il 50% dei posti per la stabilizzazione dei precari».




 
LA NUOVA SARDEGNA
 
14 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 17 dicembre 2015 / Ediz. Oristano - Pagina 42
Mostra regionale del libro Domani anteprima a Cagliari
CAGLIARI Parte l’anteprima della Mostra regionale del libro. Una due giorni fitta di appuntamenti e incontri incentrati ospitata dalla Biblioteca provinciale del parco di Monte Claro sulle figure di Grazia Deledda e Sergio Atzeni. Come si ricorderà, quest’anno si celebrano due ricorrenze importanti: il ventennale della scomparsa di Sergio Atzeni e gli ottant’anni dalla morte della scrittrice Grazia Deledda. Taglio del nastro, dell’evento, ribattezzato #Ante-prima, venerdì 18 dicembre, alle 16.30: dopo i saluti del commissario della Provincia di Cagliari, Franco Sardi, e quelli di Simonetta Castia, presidente dell’AES, sono previste le prolusioni di Duilio Caocci (Università di Cagliari) e Gigliola Sulis (Università di Leeds) dedicate ai due scrittori sardi. Il programma dell’anteprima entrerà nel vivo con una serie di appuntamenti che avranno il fulcro nel dibattito, in programma nella giornata di sabato, su "Stato dell’informazione e dell’editoria in Sardegna", a cui partecipano, tra gli altri, il coordinamento regionale delle radio, del mondo dell’informazione e della filiera culturale in Sardegna. Sarà un’occasione speciale per fare il punto sul ruolo centrale dell’informazione in un periodo delicato. Sempre in seconda giornata, si segnala la proiezione del film "Cenere", una versione restaurata, con musiche di Mauro Palmas, dalla Cineteca Sarda e dalla Cineteca del Friuli. La copia è concessa dalla Cineteca Sarda della Società Umanitaria, l’introduzione sarà affidata a Gianni Olla (critico cinematografico). Sul versante delle proiezioni, si segnala anche, il primo giorno, il documentario "Madre acqua. Frammenti di vita di Sergio Atzeni" di Daniele Atzeni, a cura di Araj film. Per tutta la durata della mostra sarà disponibile l’esposizione di una selezione delle novità librarie sarde e della produzione editoriale dedicata a sia Sergio Atzeni sia a Grazia Deledda. L’anteprima cagliaritana arriva dopo mesi di polemiche intorno alla Mostra. Da una parte l’Associazione degli editori sardi (Aes) e l’assessore regionale Caludia Firino, intenzionati a realizzare un progetto di diffusione territoriale della rassegna che dovrebbe portare ad aggiungere alla tradizionale sede di Macomer quelle di Alghero, di Carbonia e di Cagliari. Dall’altra l’amministrazione comunale di Macomer, che invece vuole che la Mostra resti appannaggio del capoluogo del Marghine e parla apertamente di scippo da parte dell’assessore e dell’Aes. La delibera di giunta che dovrebbe dare il via al progetto della Firino tarda a essere approvata per motivi che restano poco chiari. Di fronte a questa impasse gli editori sardi hanno deciso di andare avanti da soli.

 


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