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Martedì 15 dicembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 dicembre 2015
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

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L’UNIONE SARDA


1 – L’UNIONE SARDA di martedì 15 dicembre 2015 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Prima per consumi, seconda per pil, ma un giovane su 3 è senza impiego
ISOLA NEL MEZZO DEL GUADO
Molto distante dal Nord, sul podio nel Mezzogiorno
Il centro nord cresce e il sud arretra. La Sardegna fa parte di quel Mezzogiorno che, secondo i dati di Banca d’Italia, Datagiovani, Istat e Svimez, non è cresciuto e anzi fa registrare dati peggiori rispetto al 2007.
ULTIMI POSTI La Sardegna occupa il fondo della classifica in molti indicatori economici che fotografano una situazione di difficoltà su Pil pro capite, spesa delle famiglie e tasso di disoccupazione.
Ma quello che risalta maggiormente è il dato sui “Neet”, i giovani compresi tra i 15 e 29 anni che non frequentano la scuola o l’università, che non lavorano e che non seguono nessun corso professionale: nell’Isola la percentuale è del 34,2.
 L’AUTONOMIA Un dato che risalta è che le Province autonome di Trento e Bolzano occupano i primi posti sia sul Pil per abitante sia sulla spesa per i consumi delle famiglie. Su tasso di disoccupazione e “neet”, viene considerato tutto il territorio regionale del Trentino che presenta i dati migliori a livello nazionale.
 I “NEET” Una generazione che si è arresa. Si tratta di tanti giovani che anche in Sardegna, in una percentuale tra le più alte a livello nazionale, non cercano un lavoro e tantomeno affrontano un percorso di studi.
Uno dei risultati che preoccupa maggiormente perché il dato sardo (34,2%) è tra i peggiori su scala nazionale con l’Isola al diciasettesimo posto, sopra soltanto a Campania, Calabria e Sicilia.
PIL I dati annuali del 2014 sul prodotto interno lordo per abitante, collocano la Sardegna al sedicesimo posto su scala nazionale con 19,9 mila euro di Pil per abitante.
Un dato positivo se si considerano soltanto le regioni che fanno parte del centro-sud perché la Sardegna è subito dopo il Molise, ma decisamente lontano dal 39,9 della Provincia autonoma di Bolzano.
 LA SPESA L’anno scorso in Sardegna ogni abitante ha speso quasi 14 mila euro per i consumi. Nonostante la cifra sia più bassa rispetto alla media nazionale di 16 mila e 400 euro, in Sardegna il 2014 non è andato così male rispetto al Mezzogiorno: infatti, tra le regioni del sud l’Isola è in prima posizione, appena sopra il Molise.
La regione principe sulla spesa è la Valle d’Aosta dove, nel 2014, la media della spesa per i consumi è stata di 22 mila e 300 euro per abitante.
DISOCCUPAZIONE Ultimo capitolo è il tasso di disoccupazione relativo al secondo trimestre del 2015 per cui la Sardegna occupa il 16esimo posto nella graduatoria a livello nazionale con il 18%.
La media nazionale è ferma al 12% ma il divario tra nord e sud è evidente. La regione peggiore è la Calabria con un tasso di disoccupazione del 25,2%, mentre i primi tre posti sono occupati da Trentino (14,3%), Veneto (16,8%) e Lombardia (18,2%).
 DATI REGIONE Fotografano una tendenza al miglioramento, invece, i dati elaborati dalla Regione e relativi al terzo trimestre del 2015.
Infatti, le tabelle del Servizio statistica regionale evidenziano che il tasso di disoccupazione del terzo trimestre del 2015 è sceso al 16,7%, più basso della media del Mezzogiorno (17,6). Traducendo le percentuali in numeri, significa che i disoccupati in Sardegna sono 114 mila e 800.
 IL SUD Si conferma, così, un’Italia a due velocità spaccata in due dal punto di vista economico. È sufficiente confrontare il dato complessivo sul reddito disponibile che va da 20.701 euro di media al nord a 13.147 euro al sud.
Tutti gli indicatori mettono in risalto come il Mezzogiorno sia investito da una crisi che ha causato il decremento di consumi e investimenti su beni e servizi. In sette anni la situazione è rimasta praticamente invariata, laddove non è addirittura peggiorata.
 MASTER PLAN Per questo motivo assume un valore fondamentale il Piano sud che il Governo ha pensato per cercare di rilanciare la parte debole del Paese. Si tratterebbe di un esborso complessivo di 95 miliardi di euro sino al 2023.
Una partita che il Governo sta portando avanti con tutte le Regioni. Ieri è stata la volta del presidente Francesco Pigliaru, a Palazzo Chigi per definire gli ultimi dettagli della parte relativa alla Sardegna e accelerare per arrivare a definirlo prima possibile.
Matteo Sau
 
 
 


 
2 – L’UNIONE SARDA di martedì 15 dicembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
START UP
È in programma oggi “Anche in Sardegna si può”, evento del progetto “Sardegna oggi: protagonisti del domani” organizzato dai Giovani universitari aclisti e dai Giovani delle Acli di Cagliari nell’ambito del bando culturale Ersu dedicato alle associazioni studentesche. Appuntamento alle 14,45 nella sala Maria Carta in via Trentino: saranno definite le caratteristiche delle start up e alcuni startupper sardi parleranno della loro esperienza.
 
 
 


 
3 – L’UNIONE SARDA di martedì 15 dicembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
SANITÀ. «Tagliano i servizi»
Stop al turnover: domani sciopero dei medici isolani
Ventiquattro ore di sciopero per i medici sardi. I camici bianchi domani incroceranno le braccia per cercare di amplificare il grido d’allarme della sanità. I motivi derivano principalmente da una situazione economica difficile che ha causato «un progressivo definanziamento della sanità pubblica», spiega Giulio Barroccu, segretario regionale Fimmg Sardegna. Una condizione che costringe a «tagliare i servizi, diminuire il personale e ridurre l’accesso alle cure».
Problemi anche sul blocco del turnover che, qualche giorno fa, sommato alle nuove regole sugli orari di lavoro ha avuto l’effetto di dover rinunciare al trapianto di due reni perché non c’era personale sufficiente a formare un’équipe per gli interventi. Di contro, il sindacato denuncia anche «l’uso intensivo del lavoro professionale e l’abuso dei contratti atipici che eludono gli obblighi previdenziali e riducono la sicurezza delle cure», sottolinea il segretario. La giornata di sciopero, però, non intaccherà le prestazioni indispensabili.
Oggi la Giunta discuterà (salvo rinvii dell’ultima ora) il piano di rientro per la spesa sanitaria in Sardegna. L’esecutivo dovrà cercare di rendere operativo il monitoraggio della spesa che ha causato un disavanzo che nel 2015 si aggira intorno ai 400 milioni di euro. Tra i vari provvedimenti c’è un intervento per razionalizzare la spesa ed avviare un’azione di tagli agli sprechi. Sempre in questi giorni il Consiglio regionale dovrebbe discutere il disegno di legge della Giunta sull’aumento delle aliquote per l’addizionale regionale dell’Irpef.
(m. s.)
 
  
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LA NUOVA SARDEGNA
 


 
4 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 dicembre 2015 / Ediz. Oristano - Pagina 33
Inaugurazione con Francesco Pigliaru
Tra i relatori Nicola Labianca, il maggior studioso italiano di storia militare
SASSARI In questa pagina pubblichiamo una parte della relazione dello storico dell’Università di Cagliari Luciano Marrocu al convegno di studi “La Sardegna e la Grande guerra”, in programma a Sassari da oggi – con inizio alle 16 nella sala Angioy della provincia – a giovedì 17 dicembre. Diversi i luoghi di svolgimento: il primo giorno a Palazzo Sciuti, il secondo giorno nella caserma “La Marmora” (sala Diavoli Rossi), il 17 dicembre a Palazzo di Città. Nato dalla collaborazione tra le Università di Cagliari e Sassari, la Regione Sardegna, il comitato interministeriale "Centenario prima guerra mondiale 2014/2018" e il comitato sardo "Centenario Grande Guerra 14-18), il Convegno si aprirà con i saluti delle autorità: i rettori Massimo Carpinelli e Maria Del Zompo, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il sindaco Nicola Sanna, il comandante della Brigata Sassari Arturo Nitti, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi. Prevista anche la partecipazione di Antonello Cabras, presidente della Fondazione Banco di Sardegna. Nella prima sessione, intitolata “La Grande Guerra. Un quadro generale” e presieduta da Manlio Brigaglia, interverrà Nicola Labanca (Università di Siena), considerato il maggiore studioso di storia militare in Italia. A seguire prenderanno la parola Francesco Atzeni (Università di Cagliari), Giuseppina Fois (Università di Sassari), Luciano Marrocu (Università di Cagliari) e Gian Paolo Brizzi (Università di Bologna). La seconda sessione (mercoledì 16 dicembre a partire dalle ore 9) sarà presieduta da Pasquale Orecchioni, direttore del Museo della Brigata Sassari, mentre la terza sessione (16 dicembre ore 15.30) sarà guidata da Attilio Mastino, coordinatore del dottorato in Archeologia, Storia e scienze dell’uomo dell’Università di Sassari. Presiederanno al quarta e la quinta sessione Francesco Atzeni (Università di Cagliari) e Antonello Mattone dell’Ateneo di Sassari. D’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, i lavori dell’ultima giornata del convegno costituiranno un corso di formazione per i docenti della scuola secondaria di I e II grado. Il convegno è patrocinato da Comune di Sassari, Fondazione Banco di Sardegna, Brigata Sassari, Fondazione "Giuseppe Siotto"
 
 
 


 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 dicembre 2015 / Ediz. Oristano - Pagina 28
ARCHITETTURA
Allarme di Cecchini sui social «Facoltà a rischio chiusura»
di Gian Mario Sias
ALGHERO «Alghero rischia di perdere anche la sua presenza universitaria». È l’allarme che Arnaldo Cecchini, ex preside, docente e deus ex machina di Architettura affida a una lettera spedita non troppo segretamente al sindaco di Alghero, Mario Bruno, tramite facebook. Un appello pubblico, in pratica, il cui destinatario finale non è neanche il primo cittadino, ma il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru. Cecchini usa il vecchio metodo di “parlare a nuora, perché suocera intenda”, come recita un modo di dire assai comune nella lingua italiana, utile per far capire qualcosa a uno indirettamente, rivolgendosi a una terza persona, così che il vero interessato sia informato anche se non interpellato. Il docente del Dipartimento di Architettura ricorda a Bruno cos’era stato annunciato l’11 novembre. «Alghero entra finalmente tra le sedi dell’Università decentrata in Sardegna, a Cagliari con il presidente Pigliaru abbiamo incontrato i rettori delle due Università sarde, tutti concordi sull’inserimento di Architettura nel fondo dell’Università decentrata». Quel viaggio il sindaco l’aveva deciso la sera prima, per andare a protestare contro la delibera della giunta regionale che assegnava 5milioni e 640mila euro alle Università sarde per i corsi avviati nelle sedi decentrate. Tra le quali non c’era Alghero, cosa che aveva tanto arrabbiare Bruno. «Non è concepibile che Architettura non prenda neanche un euro, è assurdo che si lasci senza risorse quella che viene riconosciuta come eccellenza nazionale», aveva sbottato prima di partire per Cagliari a parlare con Pigliaru. Dopo aver incontrato il governatore, Bruno aveva assicurato che Alghero sarebbe diventata sede decentrata e che «entro due settimane il presidente e i rettori incontreranno tutti i sindaci delle città sede di Università diffusa per definire e condividere modalità immediate di funzionamento e finanziamento, sulla base di una proposta di Pigliaru e dei rettori». Di settimane ne sono passate quasi cinque e di quel percorso, avverte Arnaldo Cecchini, non si è più saputo nulla. «Do atto al sindaco di Alghero di una reattività pronta e di un impegno vero – dice il prof – non so se la sua fiducia nelle promesse sia ben riposta, spero di sì ma temo di no». Come sostiene Cecchini, «un buon indizio della volontà di fare le cose è quello di farle». Nel caso specifico, «se si vuole davvero inserire Alghero tra le sedi decentrate – conclude il docente – un buon modo sarebbe stato di farlo quando si stanziavano i fondi per le sedi decentrate.
 
 
 


 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 dicembre 2015 / Ediz. Oristano - Pagina 20
Borse di tirocinio formativo, al via il bando per Erasmus
OLBIA Una occasione da non lasciarsi scappare. Mine vaganti Ngo, che da anni promuove la mobilità europea e la cittadinanza attiva, informa infatti che è stato pubblicato il bando di mobilità degli studenti per Traineeships promosso in collaborazione con l’università di Sassari nell’ambito del National Hei consortium. Il bando per borse residue, che rientra nel finanziamento per l’anno 2014- 2015, mette a disposizione di studenti e laureandi dell’università di Sassari 15 borse di tirocinio formativo da svolgere nei paesi comunitari aderenti al programma Erasmus plus. Le borse prevedono la possibilità di effettuare il tirocinio in un’impresa, un centro di ricerca o di formazione. Le mobilità hanno una durata di 13 settimane: avranno inizio a febbraio 2016 e dovranno concludersi entro il 31 maggio. La modulistica e il bando sono disponibili sul sito dell’università di Sassari (www.uniss.it) e sul sito dell’Hei consortium (www.heiconsortium.com). Le domande dovranno essere inviate entro il 7 gennaio all’indirizzo info@heiconsortium.com. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 079.6010000.
 
 


 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 dicembre 2015 / Fatto del giorno - Pagina 3
Tra universitari, mamme e impiegati: treno bello ma lento
di Alessandro Pirina
SASSARI Svizzero alla partenza, italiano all’arrivo. Il Pendolino non riesce a rispettare i tempi stabiliti. Binari da museo e semafori dispettosi intralciano il percorso del nuovo treno (un po’ più) veloce. E così le due ore e 47 minuti diventano tre e 10. Più di quello che era il tempo impiegato dal vecchio Minuetto. I 20 minuti di ritardo sulla tabella di marcia sembrano essere una costante del Pendolino, che non riesce ad arrivare puntuale a destinazione. Eppure la partenza fa ben sperare. L’Atr 365 spacca il minuto. Alle 6.40 lascia la stazione di Sassari con destinazione Cagliari. A bordo ci sono i pendolari del lunedì mattina, i primi dell’era Pendolino, perlopiù studenti e lavoratori. Il ritmo è più da trenino verde che da freccia rossa, ma le poltroncine comode, il predellino per i piedi, il wi-fi gratuito conquistano gli assonnati viaggiatori. Stop a Chilivani. Ma il colpo di fulmine dura poco. Appena 35 minuti. Alle 7.16 il treno veloce rallenta e si blocca a Chilivani. Una fermata non prevista dal menù, ma inserita forzatamente dalla rete ferroviaria inadeguata. Un quarto d’ora di stop che pregiudica il resto del viaggio. «È inutile avere un treno più veloce se la ferrovia è questa – allarga le braccia Rosanna Mereu, in viaggio con Carla Spano –. Noi lo prendiamo una volta all’anno, ma mi sa che dall’ultima volta è cambiato ben poco. C’è più caldo, c’è internet, ma è sempre troppo lento». «Io solitamente viaggio in pullman o col servizio Blablacar – aggiunge Maria Giovanna Pibiu, giovanissima di Muros che studia Psicologia a Cagliari –. Il treno lo prendo raramente, perché fa sempre ritardo. Con il Pendolino speravo non accadesse, ma purtroppo mi sbagliavo». Il ritardo aumenta. Alle 7.52 il Pendolino è previsto a Macomer, ma taglia il traguardo solo alle 8.09, quando sul tabellone è atteso ad Abbasanta. Il ritardo è ormai irrecuperabile e tocca quota 20 minuti. «Bella partenza per il treno veloce – si leva una voce da un gruppo di donne salite a bordo ad Abbasanta e dirette a Oristano per lavoro –. Noi viaggiamo tutti i giorni e abbiamo fatto una lunga battaglia per mantenere la fermata anche per il Pendolino. Ma finora mi sembra non ci sia una grande differenza». I pendolari quotidiani. A Oristano il treno si riempie. Tra il capoluogo e San Gavino sale la maggior parte dei pendolari. I passeggeri quotidiani che ogni giorno devono raggiungere Cagliari. Salgono sul Pendolino e si guardano attorno stupiti. Sul Minuetto trovare posto a sedere era una missione quasi impossibile, mentre sul nuovo Atr le poltroncine sono raddoppiate. «La possibilità di sederci, di avere un tavolino per appoggiare il computer, di usufruire di wi-fi gratuito è per noi lavoratori un grandissimo passo avanti». L’arrivo. I comfort, dunque, fanno passare in secondo piano il ritardo. Anche se l’auspicio è che anche quel gap venga presto colmato. Ma per il treno delle 6.40 ormai è impossibile. A Cagliari taglia il traguardo alle 9.50, ventitrè minuti dopo l’orario previsto. Un trend negativo che si ripete pure nella corsa successiva, il Cagliari-Sassari delle 10.40. La nuova corsa. Il film è lo stesso di quattro ore prima. A Cagliari il Pendolino parte puntualissimo, ma uno stop dopo la fermata di Elmas fa capire che il copione è quello di prima. Uguale identico. «Prima avevano detto che ci avremmo impiegato due ore, poi due ore e mezza, ma alla fine mi sa che ci vuole più del Minuetto», lamenta Federico Sias, sassarese che studia Ingegneria a Cagliari. «Rispetto al vecchio treno è molto più comodo, c’è più spazio – aggiunge Martina Celati, giovanissima di Carbonia iscritta all’Accademia di belle arti di Sassari –, ma è ancora troppo lento». «Esteticamente è un altro pianeta: poggiapiedi, tavolino – interviene Stefania Loriga, mamma sassarese di ritorno da Cagliari –. E grazie al wi-fi, anche se un po’ ballerino, sono riuscita a guardarmi un film. Almeno così passo il tempo». Oristano, Abbasanta, Macomer, tutto sembra filare liscio. Fino alle porte di Sassari, quando un nuovo inaspettato stop fa lievitare il ritardo oltre i venti minuti. Come da copione.


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