Sabato 12 dicembre 2015

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12 dicembre 2015
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Giornata di incontri con gli studenti stranieri «Cagliari? Una città molto ospitale»
«Mi chiamo Camilo, arrivo dalla Colombia e sono a Cagliari da tre anni», spiega in un italiano pressoché perfetto. «Ho deciso di continuare il mio percorso universitario all’estero, il capoluogo sardo è stata un’ottima scelta. Mi sento perfettamente integrato». Poi è la volta di Johannesburg, Natalia, Omar e Allaw Mohamad. C’è anche Giuseppe, sardo, che ha fatto il percorso inverso, e per due mesi ha deciso di fare uno stage in Germania.
Realtà diverse a confronto e cinque minuti a testa per raccontare la loro esperienza di studenti stranieri ospiti dell’ateneo cagliaritano. Qualcuno fuggito dalla sua terra martoriata dalle guerre o nato qui. Una tavola rotonda importante, organizzata dalle associazioni studentesche - purtroppo poco partecipata - che chiude la giornata dedicata all’inaugurazione dell’anno accademico nell’aula magna di via Università. Promossi a pieni voti la realtà cittadina e i cagliaritani, «molto ospitali». L’ultima parola spetta al rettore Maria Del Zompo: «Siamo felici di avervi con noi e che vi stiate trovando bene», commenta soddisfatta, «certo l’integrazione è qualcosa di complesso, che non si può raggiungere in cinque minuti. Per l’anno prossimo organizzeremo un altro incontro, sarà un’occasione di crescita e confronto per entrambi».
Sa. Ma.
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2015 / Occupazione | Economia – Pagina 25
Progetti di energia, net generation, agroalimentare, turismo e industria del mare
MILLE GIOVANI IN CERCA DI FUTURO
Workshop di Confindustria per orientarsi verso il lavoro
Una mattinata dedicata a storie di successo aziendale, raccontate da imprenditori che sono riusciti a conquistare un loro spazio nel mercato del lavoro. In un’epoca dove il posto fisso è diventato una chimera, la parola d’ordine è reinventarsi e scommettere su settori innovativi. Come quelli su cui hanno puntato tante startup. Quasi mille studenti dell’ultimo e penultimo anno di 14 istituti superiori delle province di Cagliari, Carbonia - Iglesias e Medio Campidano hanno partecipato a Orientagiovani 2015, il Salone dell’orientamento. L’iniziativa, organizzata dal gruppo giovani imprenditori della Confindustria Sardegna meridionale, è nata sulla scia della manifestazione promossa da Confindustria nazionale, e si è tenuta a Cagliari, nel centro congressi della Fiera.
Gli studenti hanno partecipato ai diversi workshop incentrati sui temi dell’energia, della net generation, dell’agroalimentare, dei mestieri del mare, delle libere professioni e del turismo. Tra i progetti illustrati, uno yacht progettato dai cantieri Savona che naviga anche grazie all’energia solare raccolta da appositi pannelli, oppure un pavimento energetico messo a punto dalla società Veranu o un sistema di conservazione senza elettricità che coniuga sottovuoto, lampade Uv di tipo C e raffreddamento ad acqua, studiato dagli studenti di Hi-Lab dell’istituto Giua di Cagliari. «Anche per questa edizione di Orientagiovani», precisa Clara Pili, presidente del gruppo giovani di Confindustria Sardegna Meridionale, «abbiamo deciso di coinvolgere professionisti. L’obiettivo è trasmettere qualcosa di innovativo ai ragazzi e mostrare loro un panorama a 360 gradi su ciò che potrebbe essere la loro professione futura. Sono state coinvolte anche delle start up create da giovani, nate dal contamination lab dell’Università nelle quali i ragazzi possono identificarsi. Bisogna formarsi e reinventarsi su settori nuovi».
Davide Carta, manager di Sartec del gruppo Saras, ritiene che si debba puntare sempre di più sul minore consumo delle risorse (energia, acqua, suolo), produrre meno rifiuti e, allo stesso tempo, gestire al meglio la produzione e l’utilizzo della stessa energia. Gli esempi sono numerosi. L’intento è mettere in atto «consumi intelligenti e incrementare l’efficienza energetica. Se pensiamo, ad esempio, al tema dell’illuminazione con i sistemi a led, questo è un ambito che si sta sviluppando sempre di più. L’obiettivo è arrivare a un’economicità delle risorse, dove eco vuol dire ecologia, ma anche gestire in maniera più intelligente ed economicamente più sostenibile tutte le risorse».
Eleonora Bullegas
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Il professore continua le sue ricerche a Monte Prama solo grazie ai proprietari dei terreni
GIGANTI, GEORADAR IN ROTTAMAZIONE
Gaetano Ranieri e l’ostracismo della Soprintendenza: «Deluso» 
Il professore è tornato pure ieri, sulla collina di Monte Prama. Lo ha chiamato il proprietario del terreno al confine tra Cabras e Riola Sardo chiedendogli di guardare nella pancia del podere, casomai ci fossero Giganti da disseppellire e se così non è uno può decidere in santa pace se destinare queste zolle al pascolo, coltivarle oppure vendere.
Col georadar - l’apparecchiatura che sembra un aratro senza vomeri e che scandaglia il sottosuolo fino a cinque metri con gli impulsi elettromagnetici - Gaetano Ranieri e il suo gruppo di tecnici hanno fatto le lastre alla schiena della collina, avanti cinque ore per un ettaro e 100 metri, e qualche macchia interessante (lui le chiama «anomalie») è comparsa sul monitor. Non è tipo che si sbilancia, ma una delle ultime volte in cui le antenne del macchinario frinirono come grilli vennero fuori betili, statue di pietra e modellini di nuraghe. Lui però, con la voce che al telefono viene e va perché non c’è campo, si contiene, limitandosi ad avvisare: «In effetti sì, abbiamo trovato anomalie di probabile interesse archeologico».
A dire il vero ne ha trovato pure altre, in tutti questi mesi in cui è sparito dal palcoscenico del cantiere ufficiale di Monte Prama (quello, per intenderci, condotto dalla cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia che, dopo aver vinto la gara d’appalto, era subentrata alle Università di Cagliari e Sassari). Ma, mentre solo nel luglio scorso l’archeologo della Soprintendenza Alessandro Usai, supervisore degli scavi, dichiarava: «Ormai sottoterra c’è veramente poco, noi siamo lì per studiare il territorio», viene da chiedersi come mai il georadar - che farebbe risparmiare tempo, energie e soprattutto soldi - non viene più utilizzato. E come mai, di conseguenza, il professor Gaetano Ranieri - fino a un mese fa (ora è in pensione) ordinario di Geofisica applicata dell’Università di Cagliari - lo si incontri giusto alle conferenze in cui racconta dei Giganti, di quello che lui chiama «il giacimento d’oro della Sardegna» ancora sepolto e di questo macchinario («L’ha fatto la Ids di Pisa: io avevo detto ciò che mi serviva, il brevetto è loro») grazie al quale nell’estate del 2014 sono state individuate «anomalie» interessanti e poi portati alla luce due statue di pietra e tremila reperti.
È stato tagliato fuori, a volerla riferire in maniera elegante. Silenzio e distacco da parte della Soprintendenza. Un ostracismo rimasto dietro le quinte, il retroscena delle cronache dell’ultimo anno e mezzo cominciate col parto dei due colossi nel cantiere coordinato dall’archeologo dell’Ateneo di Sassari Raimondo Zucca, le frotte di turisti e giornalisti, le passerelle gioiose dei politici. Il giorno in cui, nel marzo scorso, arrivò in visita al museo di Cabras la presidente della Camera Laura Boldrini, lui e Zucca non ricevettero nemmeno l’invito ufficiale alla cerimonia della ruota delle autorità. Si presentarono ugualmente, e potete immaginare il gelo calato sui sorrisi di circostanza.
Gaetano Ranieri preferisce non parlare di queste cose. «Sono amareggiato e deluso, sì». Spiega che comunque «mi difendo tenendo conferenze» e continuando a far danzare il georadar sulla collina di Monte Prama. «Ho le autorizzazioni dei proprietari dei fondi. C’è pure chi mi chiama perché ha necessità di capire cosa farne del terreno». Lui arriva coi suoi collaboratori e il macchinario comprato con 100 mila euro di fondi pubblici che gli furono dati apposta e continua a cercare e a segnarsi le coordinate delle «anomalie». Gli sarebbe piaciuto andare a parlarne al Consiglio regionale, del «giacimento d’oro» che sta nel ventre di Monte Prama. Un modo per raccontarlo ai sardi, «e per rendere conto di come sono stati impiegati i soldi ricevuti». Ha scritto un paio di lettere, mai ricevuto risposta.
Piera Serusi
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 dicembre 2015 / Speciale (Pagina 16 - Edizione CA)
Progetto di Università di Cagliari, Crs4 e Asi: si produrranno cibo e aria per i viaggi spaziali
CI SARÀ VITA (SARDA) SU MARTE
Ok Usa al brevetto per nutrire gli astronauti sul Pianeta Rosso 
Ci sono voluti tre anni, ma alla fine gli Stati Uniti hanno dato il via libera al brevetto per produrre cibi, acqua, ossigeno e fertilizzanti azotati, utili al sostentamento degli astronauti che tra il 2030 e il 2040 potrebbero essere impegnati in missioni spaziali permanenti su Marte. Il progetto è frutto del lavoro dei ricercatori dell’Università di Cagliari, del Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) e dell’Asi (Agenzia spaziale italiana).
L’accettazione della richiesta è arrivata in Italia il 30 novembre, ma risale al 24 luglio 2012 la domanda del brevetto sul “Process for the production of useful materials to sustain manned space missions on Mars through in-situ resources utilization” (Processo per ottenere prodotti utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Marte con l’utilizzo di risorse reperibili in situ), presentata all’ufficio brevetti degli Stati Uniti.
In campo sono scesi gli studiosi del dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari - guidati da Giacomo Cao, docente ordinario di Principi di ingegneria chimica all’Ateneo cagliaritano e presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna - e i ricercatori, con in prima fila Roberto Orrù e Roberta Licheri, in cooperazione con il Crs4 e l’Asi.
Il lavoro è stato portato avanti nell’ambito del progetto Cosmic, finanziato a partire dal 2009 dall’Agenzia spaziale italiana con 500mila euro, e finalizzato allo studio di nuove tecnologie per l’esplorazione umana dello spazio. E, quasi un anno fa, Cao aveva lanciato un appello auspicando che si potessero trovare le risorse per dare seguito al progetto Cosmic che ha consentito all’Università di Cagliari, al Crs4 e all’Asi di vedere estesi i propri brevetti in Europa, Stati Uniti d’America, India, Russia, Cina e Giappone.
«Gli Stati Uniti d’America hanno ufficialmente concesso questo brevetto. A questo punto», precisa il docente universitario, «il processo che abbiamo ideato è tutelato per i prossimi 20 anni. Si tratta di un’invenzione rivolta alla conquista umana di Marte. Gli Stati Uniti ipotizzano di poter andare sul Pianeta rosso tra il 2030 e il 2040. Ci riempie d’orgoglio poter sperare che alcune delle tecnologie sviluppate a Cagliari possano essere utilizzate sul pianeta marziano. L’auspicio è che questo brevetto possa anche far ripartire i contatti che abbiamo avuto con la Nasa, sempre in merito a questo processo».
Cao, in qualità di presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna, di cui sono soci l’Università di Cagliari e il Crs4, auspica che possano esserci anche dei futuri sviluppi per lo sfruttamento di questo brevetto. «Sono certo che visti i contatti pregressi con l’ente spaziale americano le ricadute per il nostro Distretto possano essere davvero interessanti. E mi riferisco a opzioni di ricerca, posti di lavoro, visibilità e chance internazionali per la nostra regione e i nostri partner».
Il ricercatore non esclude che possano esserci anche degli aspetti concreti e positivi per tutta la Sardegna. «Per adesso abbiamo avuto il riconoscimento statunitense per l’invenzione. Poi, certo, auspichiamo che questi tipi di processi», chiarisce Giacomo Cao, «possano essere utilizzati in future missioni umane spaziali, con sfruttamento in termini di pagamento di royalty, cioè dei diritti del brevetto. Inoltre, se questo processo dovesse essere utilizzato totalmente o in parte in una missione marziana, per l’Isola ci sarebbero ricadute dal punto di vista mediatico».
La risposta di concessione del brevetto, arrivata alla fine del mese scorso, è stata indirizzata, oltre che a Cao, anche ai ricercatori, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu, (originari di Cagliari, Ardauli e Quartu), all’Università di Cagliari, al Crs4 e all’Asi.
Eleonora Bullegas
 
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2015 / Oristano Pagina 26
Cabras, il ritorno del georadar: ma non nello scavo dei Giganti
di Claudio Zoccheddu
CABRAS Poco più che una visita di cortesia. O perlomeno, i protagonisti l’hanno raccontata così. Il ritorno nel Sinis dell’equipe del professor Gaetano Ranieri, e del georadar, non è il segno del disgelo tra gli ambienti universitari e quelli ministeriali sui temi di Mont’e Prama. I rapporti tra le università sarde e la soprintendenza ai Beni archeologici sono ancora freddi e la ricomparsa dello strumento che scandagli il terreno è solo un tassello di un progetto più ampio. Ranieri, in pensione da qualche mese, collabora ancora con l’Università di Cagliari sulla base di una convenzione e continua a portare avanti studi e ricerche su Mont’e Prama anche se, in questo caso, non è detto che andasse a caccia di tesori archeologici: «Questo strumento può essere utilizzato per raccogliere tanti tipi di dati, utili anche all’agricoltura», ha detto ieri Ranieri mentre il suo staff passava al setaccio uno dei campi vicini allo scavo gestito dalla soprintendenza. «Siamo nel Sinis perché il proprietario del terreno ci ha dato il permesso di effettuare un’indagine sul campo, tutto qua», ha chiosato Ranieri. In realtà, dietro quello che sembra un rapido sopralluogo potrebbe esserci qualcosa di più complesso. Il campo indagato dal georadar è rimasto incolto, come se si attendesse di saperne di più prima di passare alla semina: «Abbiamo indagato una vasta area del Sinis e quello che dovevamo dire l’abbiamo detto tempo fa – ha concluso Ranieri –, siamo sicuri che questa terra custodisca tesori archeologici di inestimabile valore. Qualcuno potrei anche indicarlo ma non lo faccio, almeno fino a quando non saranno individuate nuove strategie d’azione». La “città dei giganti” è un vecchio pallino di Ranieri descritto nei minimi dettagli lo scorso giugno, durante un convegno ospitato dalla casa circondariale di Massama. In un’area di 7 ettari era stato raccolto un numero impressionante di dati in cui spiccavano almeno 5mila anomalie interpretate in diversi modi: dalle strade alle tombe passando per ipotetici edifici complessi che avrebbero dovuto dare forma a una città di dimensioni considerevoli. Nonostante la minuziosità dei dettagli forniti da Ranieri, i lavori della soprintendenza – ripresi poco dopo il convegno – hanno puntato su un profilo più basso andando a caccia e di quello che, in qualche modo, era già stato individuato negli scavi degli anni ’70 e chiarendo alcuni dettagli basilari, come l’effettiva presenza di edifici cerimoniali e di tante tombe ancora inesplorate. Nel frattempo, il georadar è ritornato in azione nel Sinis dopo quasi un anno e continua a immagazzinare dati che, oltre alla curiosità agricole, potrebbero soddisfare anche quelle archeologiche.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2015 / Ediz. nazionale - Prima pagina
RICERCA
Case su Marte progettate in Sardegna: brevetto Nasa
a pagina 4

Ediz. nazionale - Pagina 4
La casa su Marte made in Sardinia
CAGLIARI La Sardegna vola su Marte, il lavoro portato avanti da un gruppo di studiosi potrebbe tra qualche anno approvare sul pianeta rosso. Gli Stati Uniti hanno infatti brevettato il progetto dei ricercatori dell’università di Cagliari che prevede la possibilità di produrre beni e materiali utili al sostentamento degli astronauti su Marte, indispensabili in caso di missioni umane. Il sistema è stato ideato dallo staff di Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna dopo un percorso durato tre anni. «Siamo particolarmente soddisfatti per il brevetto accordato dagli Stati Uniti al nostro lavoro. Tenendo conto – spiega il professor Cao – delle intenzioni rimarcate anche di recente dalla Nasa di progettare per il 2030 lo sbarco su Marte, ci proiettiamo con buoni auspici in un percorso scientifico dagli sviluppi certamente straordinari». I ricercatori coordinati da Giacomo Cao erano partiti dal presupposto che, per pensare a soggiorni più o meno lunghi lontani dalla Terra, fosse necessario organizzare un sistema che permettesse da un lato di attrezzarsi di ciò che serve alla vita quotidiana, dall’altro di evitare che tutto il materiale, compresi i cibi per alimentarsi, dovessero essere trasportati interamente dal nostro pianeta. Per questo il gruppo ha lavorato sulla suggestiva ipotesi di creare macchine per la produzione di ciò che occorre in loco, cioè, nel caso specifico del progetto di Cao, su Marte. Un esempio: la produzione di mattoni direttamente in terra marziana per costruire edifici dove alloggiare. Le case per gli scienziati, futuri visitato del pianeta. Col brevetto si conclude il cammino per il riconoscimento mondiale della paternità "sarda" di questo progetto.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2015 / Sassari - Pagina 35
TRASPORTIMARITTIMI
Nuove opportunità per gli universitari dell’Erasmus
Grande attenzione per le scuole e, in modo particolare, per le Università per contribuire a valorizzare i programmi Erasmus e favorire l’interscambio tra realtà europee. C’è anche questo aspetto - certamente non secondario per Sassari e per il territorio (a cominciare da Alghero e Porto Torre) nella scelta della compagnia Grimaldi di puntare con decisione sulla Sardegna. Quello della cultura e dell’istruzione è un elemento sul quale lo storico gruppo napoletano sembra voler concentrare le attenzioni, anche per esaltare le specificità dei rapporti tra Sardegna, Spagna e Catalogna.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 dicembre 2015 / Nuoro – Pagina 22
La Palestina di Rosa Schiano, dibattito all’università
NUORO “La Palestina negli occhi di Rosa Schiano” è il titolo dell’incontro che si terrà a Nuoro lunedì prossimo, 14 dicembre, alle ore 17,30 nell’aula magna del Consorzio universitario nuorese, in via Salaris. Organizzano l’appuntamento l’Associazione Ponti non muri e UniNuoro, con il patrocinio del Comune di Nuoro. Nata a Napoli e laureata all’Università l’Orientale, Rosa Schiano è impegnata da molti anni in attività di volontariato nel campo dei diritti umani. Nel 2011 è partita per la Striscia di Gaza dove è rimasta fino al 2014, sul posto ha fatto volontariato con l’International solidarity movement documentando le violazioni dell’esercito israeliano sui civili palestinesi attraverso articoli e materiale fotografico. Appassionata di fotografia, ha realizzato una mostra fotografica sull’assedio di Gaza; collabora con l’agenzia stampa Nena News. Lunedì prossimo a Nuoro, in occasione dell’incontro-dibattito, verrà anche allestito un banchetto per la Palestina con prodotti dell’artigianato palestinese e gadget dell’associazione Ponti non muri il cui ricavato verrà utilizzato per finanziare progetti a Betlemme e a Gerico. Parteciperanno all’incontro, oltre la stessa Rosa schiano; Lavinia Rosa e Giuseppe Del Vecchio, Associazione Ponti non muri. L’entrata è libera e gratuita.
 

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