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Mercoledì 9 dicembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 dicembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 dicembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
I consigli dell'esperto per fare ginnastica da adulti
«L'attività fa sempre bene ma ci vogliono controlli»
Con le nuove piste da running del Poetto sono diventati ancora di più. Amanti della corsa nella pausa pranzo o nei ritagli di tempo, spesso senza tessere di associazioni né Federazioni di riferimento. La carica degli oltre 1.500 (tra loro anche agonisti) della mezza maratona Cagliari Respira misura la passione. Una statistica nazionale si può applicare anche alla realtà di Cagliari - secondo Andrea Loviselli - direttore della scuola di specializzazione in Scienze motorie dell'Università di Cagliari - per quantificare il numero di chi indossa scarpe da running e al braccio tiene la fasce da allenamento, da Molentargius alla passeggiata di Su Siccu. «Dopo l'alta percentuale di bambini che praticano sport, circa il 30 per cento del totale, si passa al 12 nell'adolescenza e poi al 25 per cento in età adulta». Uno su quattro, in sostanza, pratica sport.
«La cultura di primo soccorso - spiega Loviselli - dovrebbe iniziare già dalle elementari. Quando si sta in classe si dovrebbe parlare di primo soccorso, come si pratica un massaggio cardiaco, come si dà un colpo sullo sterno».
Intorno ai 40 anni «è fortemente consigliato l'elettrocardiogramma. C'è chi non lo fa. Un tempo per gli uomini c'era la visita militare, per le donne le prime gravidanze arrivavano prima e scattavano in automatico i controlli». La casistica parla di una tragedia «ogni 18 mila persone che fanno attività fisica vigorosa». Ma quali sono le più pericolose? Attenzione alle palestre: «Il sollevamento pesi, l'attività di resistenza, fare sforzi con la parte superiore del tronco comporta maggiori rischi». E dunque, per il professore di Scienze motorie «la regola che vale è questa: ci deve essere l'anamnesi, il colloquio con il medico va sempre fatto. Si deve almeno comunicare la propria intenzione a iniziare a fare sport». L'eccesso di paura, però, è comunque da evitare, per Loviselli: «Meglio che le persone facciano attività fisica piuttosto che il contrario. Anche perché i problemi, statisticamente, aumentano se non si fa sport». E allora, il compromesso sarebbe quello di fare running di gruppo, ad esempio con un operatore dello sport, capace di intervenire. È lo stesso sistema che utilizziamo per i pazienti obesi».
M. Lam.
 
 
2 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 dicembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
ORISTANO. Studio della Fondazione Agnelli sull'andamento degli iscritti all'università
Al “De Castro” la palma per la miglior preparazione
Lo storico liceo “De Castro” è ancora la scuola che in assoluto più di tutte prepara meglio gli studenti all'università. Nel linguistico la palma va al “Benedetto Croce” e nello scientifico eccelle il “Mariano IV”. Fatto cento, tutte queste scuole sono sopra il 50. Sotto media invece il “Mossa” per il tecnico - settore economico - e ancora più giù il “Croce” per le scienze umanistiche. A dare le pagelle agli istituti superiori del territorio (l'arco si chiude a 50 chilometri) è per il secondo anno consecutivo la Fondazione Agnelli che ha preso in considerazione i risultati del primo anno di università e ora li mette a disposizione degli studenti di terza media per aiutare i ragazzi a scegliere in modo più ragionato la scuola superiore a cui iscriversi. Rispetto al 2014 la situazione registra qualche cambiamento.
Il “Mossa” è sempre in testa ma perde 4 punti, il “Mariano IV” 6, il “Mossa” quasi 13. Al “De Castro” solo 6 studenti su 100 non si immatricolano, 12 non vanno oltre il primo anno e 82 invece lo superano. Il 30 per cento opta per le materie giuridiche, il 23 matematica, il 16 discipline scientifiche. Lo scenario cambia al “Croce” con gli studenti che hanno sposato scienze umane. Il 49 per cento non si iscrive all'università e il 12 non supera l'ostacolo del primo anno. Quarantaquattro su cento scelgono le facoltà umanistiche, il 17 le sociali, il 16 le giuridiche. Sempre al “Croce” ma indirizzo linguistico il 27 per cento degli studenti non si immatricola e solo l'8 non supera il primo anno. Al “Mariano IV”, scientifico, l'un per cento scarta l'università e l'80 supera il primo anno. La scelta al 25 per cento è per la materie scientifiche e per il 19 per le economiche. Al “Mossa” più della metà degli studenti chiude col diploma e solo il 37 per cento va oltre il primo anno di università. Il 17 per cento sceglie le materie giuridiche il 14 le matematiche. Sette studenti su dieci si iscrivono all'ateneo cagliaritano, la media si abbassa di un punto al “Benedetto Croce”. Al “Mossa” otto su cento preferiscono Bologna e il politecnico di Torino.
Antonio Masala
 
 
3 – L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 dicembre 2015 / Cronaca di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
Ordine dei medici
Grandi feste per i 17 neo laureati
Si è svolto l'evento di benvenuto dei nuovi laureati e di celebrazione dei 50 anni di laurea dei medici organizzato, come ogni anno, dall'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Oristano che conta oltre novecento iscritti. Nella sala conferenze dell'ospedale San Martino applausi e attestati per i diciassette giovani laureati: Alessio Sanna, Paola Diana, Antonella Coratza, Sebastiano Mura, Francesco Bonu, Elena Flore, Michela Anardu, Sabrina Porta, Alessandro Murgia, Andrea Casano, Deborah Manca, Sara Melis, Elena Murgia, Alberto Pisano, Stefania Torchia, Nicola Usai e Alessandro Schirru.
Insieme a loro grandi feste per Salvatore Forresu, medico che si laureò 50 anni fa e al quale l'Ordine ha voluto dedicare una serie di ricordi e un ringraziamento per l'esempio professionale che ha dato ai colleghi.
 
 
4 – L’UNIONE SARDA di martedì 8 dicembre 2015 / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
È nata e realizzata nell'Isola e ha vinto il premio nazionale per l'innovazione
IntendiMe, la startup dei record
Un'idea sarda altamente innovativa si aggiudica l'edizione 2015 del Premio nazionale per l'innovazione, il più importante concorso italiano dedicato progetti d'impresa. Alessandra Farris, Antonio Pinese, Giorgia Ambu, Riccardo Arciulo e Leonardo Buffetti hanno l'aria di giovani laureati e laureandi qualunque, ma capaci di realizzare per chi ha problemi di udito un sistema che, con luci e vibrazioni, avvisa se qualcuno suona il campanello di casa, se squilla il telefono e, più in generale, richiama l'attenzione su qualsiasi segnale sonoro.
La startup, nata dal Contamination Lab dell'Università di Cagliari grazie alla professoressa Chiara Di Guardo, si chiama “IntendiMe” (in inglese o in lingua sarda), si basa su una tecnologia capace di rilevare le vibrazioni che generano i suoni. Attaccando una piccola placchetta sulla fonte sonora prescelta (telefono, campanello, avvisi di perdite di gas, il citofono), non appena questa emette un suono invia una vibrazione e un segnale luminoso su un braccialetto che sta sempre al polso della persona che ha problemi di udito. «La placchetta, che può essere spostata su tutte le fonti sonore, permette di rilevare i suoni dentro casa e tramite una vibrazione e un segnale luminoso avverte che cosa sta suonando», spiega Alessandra Farris. In questo modo, semplice da utilizzare, «anche le persone anziane, senza dover fare interventi agli impianti elettrici di casa, possono vivere come le persone che non hanno problemi di udito».
“IntendiMe” ha vinto il premio nazionale per l'innovazione nella categoria tecnologie dell'informazione e dei nuovi media, superando la concorrenza di centinaia di progetti.
Mauro Madeddu
 
 
5 – L’UNIONE SARDA di martedì 8 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Cittadella universitaria
Laboratorio, Sardochef: un cuoco per amico
Sabato, dalle 10, nella mensa della Cittadella universitaria di Monserrato, è in programma il laboratorio "Sardochef: un cuoco per amico" secondo evento del progetto "Sardegna Oggi: Protagonisti del domani" organizzato dai giovani universitari aclisti e dai giovani delle Acli di Cagliari nell'ambito del bando culturale Ersu. Al termine dei lavori seguirà una degustazione dei piatti realizzati. La partecipazione è gratuita.
 
 
6 – L’UNIONE SARDA di domenica 6 dicembre 2015 / Commenti (Pagina 57 - Edizione CA)
Poletti e uno strano concetto di cultura
Se interpreto correttamente il messaggio che nei giorni scorsi il ministro Poletti ha voluto mandare agli studenti universitari invitandoli ad accontentarsi anche dei voti bassi conseguiti negli esami senza andare a ricercare voti alti, è più o meno il seguente: è inutile che vi diate da fare con lo studio al fine di avere la giusta votazione corrispondente alla vostra preparazione; anche se vi laureate con 110 lode la vostra laurea vale quanto quella conseguita con la votazione minima di 66, quindi fate giusto il necessario senza andare alla ricerca del riconoscimento della vostra preparazione. Ritengo lecito pensare che questo sia stato il principio da lui adottato nel suo curriculum scolastico. In proposito sarei veramente curioso di conoscere la votazione di laurea riportata dal signor Poletti. Complimenti comunque, signor ministro per l'alto valore che il suo consiglio riconosce alla preparazione dei nostri universitari.
Luciano Lorrai, Carbonia
 
Gentile Luciano, non so quali siano i titoli di studio del ministro Poletti e francamente poco mi interessa. Quel che conta (ed è grave) è che certi responsabili di importanti dicasteri si lascino andare sempre più spesso a dichiarazioni improvvide, in questo caso persino diseducative. Descrivendo i nostri ragazzi siamo passati dai “bamboccioni” ai “parcheggiati”. Comunque, per quanto riguarda in particolare la situazione della nostra Università, la rimando all'ottimo commento di Roberto Roveda che pubblichiamo qui a fianco.


7 – L’UNIONE SARDA di domenica 6 dicembre 2015 / Commenti (Pagina 57 - Edizione CA)
Italia cenerentola europea
LA GRANDE CRISI DELL'UNIVERSITÀ
Roberto Roveda
L'università italiana è afflitta da troppi anni da inefficienze, carenze di fondi, “baronaggi” e nepotismi vari che le impediscono di essere al passo coi tempi. Soprattutto, non sembra più in grado di garantire lavoro, profitto e un adeguato miglioramento sociale ai più giovani.
Si spiegano anche così i dati forniti dall'Eurostat e relativi al 2014 che parlano di un'Italia fanalino di coda nell'ambito dell'Unione europea per quanto riguarda i laureati di ultima generazione. Nel Belpaese, infatti, meno del 24% delle persone tra i 30 e i 34 anni possiede una laurea contro una media europea di circa il 38%.
Certo, laurearsi non è tutto e può essere la panacea di tutti i mali italici. A nostro parere, però, questa crisi profonda del sistema universitario ha come conseguenza il progressivo impoverimento culturale e professionale del nostro Paese. Apre le porte a un futuro dove ci saranno sempre meno italiani qualificati e preparati per lavori d'élite e rischia di trasformare l'Italia in una riserva di forza lavoro dequalificata o poco competente e preparata. Una forza lavoro destinata a essere sottopagata.
Purtroppo non c'è a livello politico, ma neppure di società civile, la giusta attenzione al problema. Si favoleggiano riforme senza però prendere coscienza degli obbiettivi che si devono raggiungere. Primo fra tutti restituire all'università il ruolo antico di scuola capace di garantire un grado di preparazione di altissimo livello.
Oggi troppo spesso le università assomigliano a diplomifici o a luoghi di “parcheggio” per giovani in cerca d'ingresso nel mondo del lavoro. Mondo del lavoro che deve essere finalmente coinvolto nel sistema universitario. Ci deve essere, infatti, dialogo continuo tra aziende, imprese, pubblica amministrazione e università così da garantire agli studenti un percorso di studi non solo teorico, ma adatto alle esigenze pratiche del mondo moderno.
Affianchiamo allora, come si è già fatto in Svizzera e in Germania, agli atenei tradizionali le università professionali. Università dove oltre al bagaglio culturale ci si qualifica e ci si prepara per svolgere una professione o un mestiere, avendo un diretto contatto con la realtà lavorativa e imprenditoriale del territorio. Cerchiamo, insomma, soluzioni nuove per problemi antichi invece di rimpiangere solo il buon tempo andato quando il mitico “pezzo di carta” risolveva tutto.
 
8 – L’UNIONE SARDA di domenica 6 dicembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Le intelligenze mandate in esilio
È un piccolo esercito di giovani esploratori della scienza in esilio. In Sardegna sono nati, cresciuti, hanno studiato, conquistato una laurea prestigiosa, e poi? Poi sono partiti. Via dall'Isola. A volte per scelta, più spesso per necessità, esiliati per forza maggiore. Sono partiti in tanti, continuano a partire, intelligenze in trasferta permanente effettiva. Gabriele, Massimiliano, Raffaella, Jenny, Ciriaco, Simone. Ogni nome una storia con un denominatore comune: fanno i ricercatori, ma lontano dalla loro terra.
IL FISICO NUCLEARE Jenny Spiga, 34 anni, cagliaritana, sposata, tre figli. Laurea in Fisica nucleare nel 2004, dottorato nel 2008 sempre a Cagliari. Poi via, prima tappa a Grenoble, in Francia. Jenny ha provato a trovare un'occupazione negli atenei isolani. Ha dovuto gettare la spugna. «Carenza di fondi, questo è il problema in accademia - spiega - le posizioni più stabili vengono bandite in numero molto inferiore rispetto alla richiesta e spesso bisogna aspettare anni per un bando inerente il proprio settore di ricerca». Jenny si occupa di fisica applicata alla medicina. Lavora a un nuovo tipo di radioterapia, allo studio nel sincrotrone di Grenoble, per la cura dei tumori cerebrali dei bambini sotto i tre anni. Recentemente si è trasferita a Londra, ma continua a collaborare con Grenoble. Non è pentita. «All'estero il lavoro è più gratificante, l'ambiente più stimolante, ma se non si producono risultati interessanti si può perdere il posto».
IL TRADER Massimiliano Salè, 34 anni di Carbonia. Laurea in Economia aziendale. «Ho provato a spedire curriculum e fatto qualche colloquio. A Cagliari avevo trovato una posizione per un grosso gruppo bancario, ma il percorso di carriera sarebbe stato molto lento e non ben definito». Non restava che fare la valigia. Primo impiego come junior marketing assistant per l'Oreal a Milano. Ora Massimiliano occupa una posizione di rilievo nel trading di commodites (commercio di materie prime) per una grossa società cinese. Tornerebbe volentieri in Sardegna, «magari per creare una mia attività importando il modello di business e la mentalità inglese. Però, mi spaventano gli ostacoli culturali e professionali che dovrei affrontare».
GLI ASTROFISICI Gabriele Surcis, 34 anni, cagliaritano. Astrofisico. Laurea a Cagliari, dottorato a Bonn in Germania. Poi assunzione come support scientist (scienziato di supporto) al Joint Institute for Vlbi Eric di Dwingeloo, in Olanda. Gabriele un lavoro in Sardegna non lo ha neppure cercato. «Prospettive non se ne sono presentate, inoltre credo che per crescere professionalmente e allargare i propri orizzonti bisogna fare un periodo più o meno lungo all'estero. Solo così, una volta rientrati nell'Isola, si può far crescere il proprio territorio». Gabriele lavora alla rete dei radiotelescopi europei (compreso il “Sardinia Radio Telescope”), ma porta avanti anche alcune ricerche sulle stelle. Un campo che vede coinvolto anche un altro astrofisico sardo, Ciriaco Goddi, 41 anni di Orune, laurea in fisica a Cagliari. Anche lui lavora in Olanda al Joint Institute for Vlbi Eric.
IL COUNTRY MANAGER Simone Fenu 37 anni di Carbonia. Laurea in Economia aziendale. Dopo qualche anno all'estero è tornato a Milano, dove è a capo della divisione italiana della Planeta De Agostini, società che lavora nel campo dell'intrattenimento, videogame, editoria, tv, merchandising. Ha lavorato anche per la Sony, la Warner Bros. Simone ha lasciato l'Isola subito dopo gli studi liceali a Carbonia e si è trasferito a Roma. «Avendone l'opportunità ho pensato che la piazza romana potesse darmi più possibilità di carriera». Poi il lavoro come creativo. «Diversi miei progetti sono diventati prodotti di successo che tutt'oggi vedete in tv: mi sono valsi premi internazionali». Un ritorno? Da escludere. «In Sardegna non potrei fare ciò che faccio».
IL FISICO DELL'AMBIENTE Raffaella Vuolo, 34 anni, cagliaritana. Laurea in Fisica dell'ambiente. Dopo un primo anno di dottorato Raffaella si era trasferita in Francia, a Parigi, per portare avanti la ricerca nel campo della fisica dell'ambiente iniziata a Cagliari. Dopo sette anni, ha pensato di tornare: impossibile. «A Cagliari non esiste un istituto di ricerca sulla Fisica ambientale, mentre in quello sulla desertificazione dell'Università di Sassari non ci sono posti disponibili»: Raffaella Vuolo ha dovuto ripiegare sull'Università di Napoli.
IL DOCENTE Non sempre, però, fare la valigia dopo la laurea è negativo. Per Giuseppe Mezzorani docente di Fisica nucleare all'Università di Cagliari e già direttore della sezione cagliaritana dell'Infn, «una parte cospicua della formazione di un ricercatore avviene al di fuori dell'ateneo dove ha studiato».
Il problema, evidenzia Mezzorani, «non è tanto andare fuori, quanto ritornare perché i posti nelle nostre università non ci sono». La realtà è che in Sardegna sono assai modesti i finanziamenti per la ricerca. «Manca un retroterra economico che garantisca risorse private per la realizzazione di progetti», è l'analisi del docente universitario. Così è inevitabile che molti vadano fuori e pochi ritornino. Stiamo regalando ad altri - sottolinea il docente - intelligenze brillanti: noi le abbiamo curate e portate a crescere e poi le cediamo agli altri Paesi: è un fenomeno ben conosciuto, tipico delle economie sottosviluppate».
Insomma, tanti partono, pochissimi tornano. La chiamano la “fuga dei cervelli”, ma è soprattutto un'emorragia di risorse oltre che di intelligenze. Secondo l'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il costo complessivo per portare uno studente alla laurea è di 140mila euro. Ebbene il “net present value”, il ritorno a favore dello Stato, ammonta a circa 160 mila euro. Risorse che prendono che prendono il volo ogni volta che parte un giovane laureato.
Sandro Mantega
 
 
9 – L’UNIONE SARDA di domenica 6 dicembre 2015 / Cultura (Pagina 58 - Edizione CA)
L'idea In una società dove si vive sempre connessi
È il sonno il terreno di conquista?
Shakespeare fa dire al suo tormentato Macbeth che il sonno è il «nutrimento principe al banchetto della vita». Lavacro, balsamo, il riposo notturno è il tempo prezioso della nostra giornata. Che ci vorrebbero rubare. Se si dà credito a ciò che pensa Jonathan Crary, critico d'arte e saggista, docente alla Columbia University di New York, secondo il quale il furto del tempo è il più insidioso pericolo della nostra società. Lo studioso ne parla in un recente saggio, “24/7”, esemplificando il rischio con un paradosso: il sonno è l'ultimo terreno di conquista del capitalismo del XXI secolo, che ci chiede di restare attivi 24 ore su 24, sette giorni su sette, proprio come accade nei call center, nei siti web, nei negozi di ogni angolo del mondo.
Una vita che raccontata così, evoca, e Crary lo fa nella sua riflessione dove combina riferimenti filosofici, esperimenti scientifico militare, arte e film, Solaris , il lavoro di Tarkovskij, dove l'immanenza dell'illuminazione rende difficile riposo e sonno.
“24/7” pone però un problema vero, quotidiano: la riduzione del margine tra il tempo del lavoro e quello del riposo, quindi tra vita privata e lavorativa. Concetto già esplorato da Zygmunt Bauman, il filosofo teorico della società liquida secondo il quale «il confine sempre più sottile tra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla famiglia è sfumato. Abbiamo l'ufficio sempre in tasca, non abbiamo scuse». Così si superano distinzioni sacre, come le ferie, le domeniche, le notti. Siamo aperti full time, tranne quando cerchiamo di recuperare le forze, con l'indispensabile sonno.
Alessandra Guigoni, antropologa dell'Università di Cagliari non vede, in questo pericolo, una novità della nostra epoca. «Sono convinta - spiega la studiosa - che la vita che stiamo vivendo, senza distinzione tra pubblico e privato sui social, senza distinzione tra tempo lavorativo e tempo dedicato al riposo, non sia altro che un ricorso storico, già sperimentato dell'umanità in un passato non troppo lontano, quando servi e re dormivano nella stessa stanza, solo in letti diversi, e quando chi aveva bottega aveva la casa, in cui si recava solo per dormire». E quello che appariva una conquista nei fatti non lo è. «Pensavamo, con la modernità, di esserci liberati del Medioevo, e invece lo sfruttamento socio-economico e il controllo sociale del panopticon (concetto nato con la sorveglianza totale in carcere) erano lì, pronti a tornare in forma postmoderna con interne, nuove tecnologie e contratti atipici».
Rimedi per arginare il pericolo? «Bisogna rivalutare il potere della riflessione, del non far nulla e persino della noia - avverte Stefano Salis, giornalista e responsabile dell'inserto culturale del Sole 24ore. L'efficienza - incalza - non si è mai giudicata dalla assiduità con la quale si fa un lavoro, soprattutto intellettuale, ma dalla qualità dell'esito finale. Io sono del parere che è meglio ridefinire cosa vuol dire essere connessi. Se essere connessi significa concentrarsi sulle mail, su internet e sui social (dove io non sono) a me non sta bene. Io mi sento molto connesso quando leggo un libro. Camilleri - aggiunge - ha donato alla letteratura italiana un verbo fantastico: tambasiare . Si tratta di quel perdere (apparentemente) tempo e fare altro, quando si sta pensando alla soluzione di un problema complesso. E invece è da quel perdere tempo che deriva la lucidità per fare bene le cose. Per farle meglio. Sarebbe bene rivalutare la vita reale contro la vita virtuale, il tempo perso contro il tempo speso, la fantasia contro la pragmaticità. Io vorrei che si stesse più connessi con le piccole meraviglie quotidiane che spesso non vediamo più. E quasi mai stanno tra i tasti di un pc o di uno smartphone».
«Che il tempo del lavoro sia entrato anche nel tempo del riposo, che abbia colonizzato anche il territorio nel sogno, mi sembra plausibile - osserva il filosofo Remo Bodei - anche se l'affermazione è generica e il sogno (non il sonno), in quanto prodotto dell'inconscio, ha radici ataviche, antichissime che nella loro logica piegano l'esperienza del presente alle sue esigenze»
Daniela Ducato è un'imprenditrice di Guspini, pluripremiata per le sue attività. La sua idea del tempo è felice come la sua esperienza. «Per creare innovazione - spiega la manager di un'azienda che produce materiali per l'edilizia bio e sostenibili - non abbiamo bisogno di correre dietro al tempo e diventarne ostaggi, ma di scambiarlo. Solo così si può ritrovare lo stupore, la fiducia, il coraggio. Il tempo, come diceva don Milani - è vita e non denaro e io - precisa - devo tutto alla banca del tempo, dove ogni competenza, ogni storia depositata rappresenta il tempo vissuto».
Dunque, per l'imprenditrice, se il tempo lo si scambia, si introduce un concetto economico che mette un argine alla necessità di occuparlo tutto, riposo compreso. «Non la corsa, ma lo scambio, è ciò che consente di aiutarsi reciprocamente e di coltivare fiducia. È un fattore decisivo nell'economia dell'innovazione perché permette di capire e valorizzare le differenze. Le economie fatte di monete di tempo producono fiducia con elementi che l'economia classica purtroppo ha preso poco in considerazione».
Sembra quasi di sentire l'eco del Calvino di “T con zero”, il romanzo nel quale lo scrittore cerca di dare concretezza al tempo. Ogni frazione è un universo pieno e non una terra di conquista.
Caterina Pinna
 
 
10 – L’UNIONE SARDA di sabato 5 dicembre 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Il Censis: sos giovani
In Sardegna un giovane su tre non studia, non lavora, non svolge tirocini né si preoccupa della propria formazione: la percentuale arriva al 34,2 per cento, otto punti in più rispetto alla media italiana, ferma al 26,2 per cento. Secondo l'ultimo Rapporto Censis nell'Isola diminuiscono i valori delle esportazioni, si usa molto internet, cala il numero dei delitti denunciati e cresce quello dei profughi accolti.  RUFFI A PAGINA 5


 
11 – L’UNIONE SARDA di sabato 5 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Servirà per compensare i limiti del nuovo Isee
Ersu, un sussidio per gli studenti
Nuovi contributi per gli studenti universitari. Il Consiglio d'amministrazione dell'Ersu ha approvato le linee di indirizzo per l'erogazione di un sussidio in denaro rivolto a chi, dopo l'entrata in vigore del nuovo sistema di calcolo dell'Isee, non ha potuto ottenere una borsa di studio per l'anno accademico in corso, malgrado l'incremento dei fondi. La soglia Isee è stata innalzata da 17.472 a 19.634,15 euro.
L'intervento è stato finanziato dall'Ersu con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e dell'Università ed è rivolto in via prioritaria agli studenti già iscritti ma anche alle matricole, risorse permettendo. In caso contrario, si rimedierà con facilitazioni per l'accesso al servizio di ristorazione. «Questo provvedimento», ammettono dall'ente, «non annullerà il disagio economico degli studenti non beneficiari, ma quanto meno riduce le difficoltà delle famiglie». Ora si attende il nulla osta dell'assessorato competente. Rilasciato questo, si procederà al bando vero e proprio.
Clara Mulas
 
 
12 – L’UNIONE SARDA di sabato 5 dicembre 2015 / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Giovedì una giornata interamente dedicata all'orientamento degli studenti
CONFINDUSTRIA CHIAMA LA SCUOLA
Una giornata interamente dedicata al rapporto fra studenti e impresa, ai temi della formazione e dell'orientamento che interessano chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro. Torna “Orientagiovani”, la manifestazione organizzata dai giovani industriali di Confindustria Sardegna meridionale, in programma a Cagliari il 10 dicembre. L'evento, riservato agli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori delle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano, punta a dare agli studenti un sostegno alle scelte da compiere.
Le parole d'ordine di questa terza edizione sono due: formazione professionale, come investimento produttivo, «non solo scolastica, quindi», precisa Clara Pili, presidente dei giovani industriali sardi, e l'alternanza, quel ponte tra sistema educativo e mondo del lavoro.
Giovedì prossimo, alla Fiera campionaria di Cagliari, saranno organizzati incontri sul turismo, l'agroindustria, le libere professioni, la net generation, l'energia e i mestieri del mare. «Sono questi gli ambiti che entro i prossimi cinque anni possono offrire uno sbocco professionale concreto ai chi sta per affacciarsi nel mondo del lavoro», afferma Clara Pili. Imprenditori, esperti e professionisti, tutti sardi, illustreranno la propria impresa, le difficoltà incontrate, le soluzioni adottate: in generale, racconteranno le loro esperienze professionali.
Per l'energia, per esempio, interverranno Davide Carta (gruppo Saras) e Fabrizio Pilo (docente di ingegneria elettrica ed elettronica all'università di Cagliari), mentre per i mestieri del mare, Livio Quintavalle racconterà come è nata l'app “Marinanow”, una sorta di booking per i posti barca nei porti sardi.
Mauro Madeddu
 
 
13 – L’UNIONE SARDA di sabato 5 dicembre 2015 / Cultura (Pagina 55 - Edizione CA)
Università di Cagliari
Muholi e Qampi, le donne del Sudafrica e la comunità Lgbti tra storie e fotografie
L Le immagini parlano. Sempre. Quelle scattate da Zanele Muholi e Lindeka Gloria Qampi sanno fare molto di più. Le due fotografe sudafricane attraverso i loro scatti parlano di donne e di Sudafrica, riempiendo così un vuoto figlio delle condizioni politiche e sociali del loro paese. Una terra che si è liberato dall'apartheid nei primi anni Novanta e che nel 1994 ha vissuto le sue prime elezioni democratiche.
Il progetto fotografico delle due artiste è stato presentato giovedì nella facoltà di Scienze Politiche in un incontro dal titolo “Attivismo Visuale e Autodeterminazione”.
Gli scatti realizzati da Muholi e Qampi hanno la forza giusta per documentare l'esistenza, l'amore, il progresso, le bruttalità e i funerali di lesbiche nere del Sudafrica. Stigmi sociali, fotografia, antropologia visuale, autorappresentazione, attivismo, comunità, responsabilità sociale sono le tematiche che rientrano in un progetto più complesso dal titolo “Autorappresentazione e attivismo visuale”, residenza d'artista organizzata dalla curatrice Emanuela Falqui, dai fotografi Erik Chevalier e Laura Farneti per l'associazione TRW, che si concluderà il 13 dicembre. Progetto che porterà le due artiste al Man di Nuoro con “AZOLA - Somnyama Ngonyama” mostra sull'attivismo visuale e l'autorappresentazione che verrà inaugurata il 12 dicembre.
Le due fotografe sudafricane sono note a livello internazionale per il loro attivismo strettamente legato alla sperimentazione e all'utilizzo dell'autorappresentazione come strumento per l'autodeterminazione delle proprie comunità. Zanele Muholi è un'attivista della comunità LGBTI del Sud-Africa che nel 2009 ha fondato Inkanyiso, un forum della comunità queer e media visivi. Le sue foto parlano di emarginazione femminile. Lindeka Gloria Qampi è una street photography che documenta le condizioni culturali, di genere, socio-politiche ed economiche del Paese. I suoi scatti esaltano anche la creatività delle donne.
Il loro è un modo, delicato e grazioso, per restuire visibilità a culture discriminate con l'intento di ricavare un riscatto estetico e sociale. (s.ar.)
 
 


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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
14 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 9 dicembre 2015 / Oristano - Pagina 16
Sempre più donne medico I dottori sono oltre 900
di Michela Cuccu
ORISTANO Sono sempre più numerose le donne medico iscritte all’Ordine provinciale di Oristano. È emerso nel corso dell’annuale cerimonia di benvenuto ai nuovi laureati e la festa dei 50 anni di laurea dei medici del territorio, tenuta nei giorni scorsi nella sala conferenze dell’ospedale San Martino. Degli oltre novecento iscritti 798 all’albo dei medici chirurghi e 103 a quello degli odontoiatri), 454 sono uomini e 398 le donne. Se però si considerano i dati in riferimento agli iscritti di età compresa fra i 25 e i 45 anni, risulta che il 68 per cento sono donne ed appena il 32 maschi. Insomma, quella del medico sta diventando anche in questa parte di Sardegna un a professione sempre più al femminile. Non è un caso dunque, che fossero donne la maggioranza dei diciassette nuovi laureati, festeggiati durante la cerimonia: Paola Diana, Antonella Coratza, Elena Flore, Alessio Sanna, Sebastiano Mura, Francesco Bonu, Michela Anardu, Sabrina Porta, Alessandro Murgia, Andrea Casano, Deborah Manca, Sara Melis, Elena Murgia, Alberto Pisano, Stefania torchia, Nicola Usai e Alessandro Schirru. È stata anche l’occasione per fare gli auguri a Salvatore Forresu, che la laurea la conseguì mezzo secolo fa e che nel corso della manifestazione, ha voluto dedicare una serie di ricordi di cinquant’anni di carriera, dedicati alla cura della salute dei suoi pazienti. Una festa che è stata anche occasione per discutere dei temi importanti della professione e del ruolo dell’Ordine. «Innovazione e deontologia sono infatti le due parole cardine sulle quali far ruotare il futuro dell’ente, senza dimenticare l’innovazione tecnologica , alla base dello sviluppo qualitativo della professione», si legge in una nata. «L’Ordine – ha infatti sottolineato il Presidente, Antonio Sulis – per essere realmente efficace deve essere al passo con i tempi, deve informare e formare i propri iscritti, assolvendo a pieno la sua funzione di ente dello Stato». Nel corso della serata si è parlato anche di riforma della sanità, vista positivamente dall’Ordine dei medici oristanese «a patto che sia supportata dai finanziamenti – ha detto ancora Sulis – se non si tutela l’assistenza con i finanziamenti, difficilmente si otterranno risultati. Nella ricerca di questi fondi, è bene che si intervenga prima sugli sprechi e solo in ultima ratio sui ticket». Alla cerimonia era presente anche il vice sindaco Giuseppina Uda, che oltre a portare i saluti dell’Amministrazione comunale, ha anche ricordato l’importanza del ruolo svolto dall’Ordine dei medici e dai professionisti che ne fanno parte «Fate un mestiere bellissimo e importantissimo - ha detto – la Costituzione stessa tutela il diritto alla salute e voi, come medici, lo coltivate. Il sacrificio che sottende il lavoro che svolgete da fiducia e speranza alla nostra società».
 
 
15 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 9 dicembre 2015 / Ediz. Oristano - Pagina 18
Le colpe della pesca in crisi scaricate sui cormorani
di Simonetta Selloni
CABRAS Un balletto di numeri per denunciare le colpe dei cormorani sui problemi della pesca negli stagni oristanesi, presentati da Uecoop e Coldiretti, con la richiesta di aprire la caccia nei loro confronti. «Secondo UeCoop Sardegna, che ha elaborato dati della Provincia di Oristano e del Dipartimento di Biologia animale dell'Università di Cagliari, tra ottobre 2014 e dicembre 2015, i cormorani hanno consumato oltre 537 mila chili di pesce per un valore complessivo di due milioni 686mila euro calcolato nell'ipotesi di un prezzo medio di 5 euro al chilo». Secondo Stefano Deliperi, per il Gruppo di intervento giuridico, si sarebbe di fronte a «Parole e cifre in libertà. Unico filo conduttore, la responsabilità della cattiva gestione della pesca negli Stagni oristanesi, attribuita esclusivamente ai Cormorani, vil razza dannata. Mai un briciolo di autocritica». Il fatto, secondo Deliperi, è che «Inquinamenti, cattiva gestione, opere pubbliche spesso disastrose non contano nulla». E continua, Deliperi, citando altri esempi. «Poco importa che le fogne di Nurachi – tanto per citare un caso – continuino a scaricare nello Stagno di Cabras i reflui inquinanti o che prosegua la pesca abusiva sotto gli occhi di tutti ovvero che – secondo la stessa Coldiretti – ben l'80% dei “prodotti del mare e degli stagni" (pesci, crostacei molluschi) consumati ogni anno in Sardegna sia di provenienza extra-regionale, sintomo anche di cattiva organizzazione del settore, la colpa è sempre e solo dei Cormorani». Deliperi porta all’attenzione alcuni dati sulla presenza dei cormorani. E quello più significativo è che «Pur essendo riconosciuta una sensibile presenza nidificante e svernante dei Cormorani, non ci sono ancora censimenti validati, nemmeno stime ufficiali dei pesci predati, solo richieste di abbattimenti degli uccelli neri e rivendicazioni di indennizzi sulla base delle mere richieste delle organizzazioni dei pescatori». Allora. Nel 2013 è partito il Progetto CorMan, il censimento europeo dei Cormorani (Phalacrocorax carbo) recentemente avviato presso le Regioni e Province autonome in base alla Risoluzione Kindermann del Parlamento europeo. Prima delle risultanze del censimento e della relativa valutazione degli eventuali danni economici provocati dai Cormorani non saranno autorizzate eventuali misure di contenimento della popolazione di Cormorani di alcun genere. Ma secondo la ricerca “Censimento della popolazione svernante di Cormorano Phalacrocorax carbo sinensis nella Sardegna meridionale”, effettuata da Carlo Murgia, Alberto Sanna e Alessandro Sanna, in Sardegna la popolazione svernante è stata valutata attraverso i censimenti invernali in 18.280 (2012) individui. E gli stessi ricercatori hanno calcolato che «Il consumo giornaliero può essere condizionato da numerosi fattori in base alla stagione o all'attività, mentre la stima generalmente riconosciuta si aggira sui 473 grammi di pesce giornalieri. Inoltre, il cormorano tende preferibilmente a nutrirsi di esemplari di piccole dimensioni, comunque al disotto dei 100 g, più facili da catturare e non di taglia commerciale». Per valutare l’incidenza dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni ittiche, la Regione nel 2009 sulla base di studi condotti in vari paesi, ha fatto propria la composizione qualitativa individuata dal ministero delle Risorse Agricole: i cormorani mangiano anguille 5,25%, ghiozzi 6,02%, muggini 42,16% e pesci di nessun valore commerciale 46,57%». Quasi la metà della predazione da parte dei Cormorani, allo stato, non avrebbe valore commerciale, dice Deliperi. Che conclude: «Quali sarebbero, quindi, i danni effettivi per le zone umide in concessione di pesca? E quali sarebbero, però, i ricavi effettivi da parte delle cooperative di pescatori? Quale l'incidenza dei danni provocati dall'inquinamento e della pesca abusiva? Che vi sia chiarezza su tutti i dati. Non devono certo essere i Cormorani a pagare le conseguenze della scarsa capacità gestionale della pesca nelle zone umide della Sardegna, c'è bisogno di approfondite verifiche e di una seria riforma del settore».
 
 
16 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 8 dicembre 2015 / Ediz. Naz.le - Pagina 24
Cinque neo architetti premiati a Europan 13
SASSARI Cinque giovani architetti, laureati al Dadu, la facoltà di Architettura di Alghero, hanno vinto il concorso Europan 13, appena premiato a Berlino. Si tratta dell’architetto Paolo Russo (laureato 3 anni fa), e del gruppo di laureati al Dadu più recentemente: Antonio Cugusi, Fabiana Ledda, Annamaria Gaito e Riccardo Onnis che hanno partecipato a Europan, la manifestazione che, da più di vent’anni, con una collaborazione di 15 Paesi europei, organizza il più grande concorso a scala europea, che si svolge ogni due anni nel campo dell'architettura, dell'urbanistica e del paesaggio. Attraverso il concorso e le iniziative connesse, Europan cerca di offrire un contributo alla riflessione e al dibattito sulle città europee. Il forum biennale e le varie pubblicazioni sono una documentazione prestigiosa tra ricerca internazionale e professionalità locale (www.europan-europe.eu). Ne dà notizia Stefan Tischer, docente che ha fatto parte della commissione giudicatrice in Norvegia nel 2003 e al successivo forum che si è svolto a Graz e che ha potuto così partecipare alla cerimonia di premiazione che si è svolta sabato scorso a Berlino. Quest’anno, su uno degli otto siti in Germania, a Landsberg am Lech, città famosa per aver imprigionato Hitler, il progetto vincitore era quello degli ex studenti del Dadu dell’Università di Sassari. Il loro progetto è visibile cliccando su www.europan.de/europan13/e13-landsberg.html «Mi offro volentieri per proseguire il progetto e garantire l’incarico professionale a Landsberg ai nostri bravissimi ex-studenti - dice Stefan Tischer -. Sono convinto che per la prossima sessione di Europan 14 in due anni (ma si prepara già da adesso) Sassari con i suoi vari problemi urbanistici, paesaggistici ed architettonici non dovrebbe mancare e offro massima collaborazione in caso di interesse».
 
 
17 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 8 dicembre 2015 / Olbia – Pagina 26
Accordo con l’università umbra
TEMPIO D’ora in poi gli studenti dell’istituto superiore di scienze religiose Euromediterraneo avranno un’importante opportunità formativa in più: potranno laurearsi in relazioni internazionali attraverso un corso di laurea magistrale della durata di soli due anni. Grazie alla convenzione siglata dal direttore dell’Euromediterraneo, don Raimondo Satta, con il rettore dell’Università per stranieri di Perugia, Giovanni Paciullo, gli studenti, al termine del corso di studi in Scienze religiose potranno accedere direttamente al corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo, dell’università umbra. «Un riconoscimento veramente importante per il nostro Istituto, per la qualità dei corsi organizzati e per l’attività didattica e formativa attuata – spiega don Satta –. Un riconoscimento reciproco tra le due istituzioni accademiche» L’accordo rappresenta un’importante opportunità per i giovani della Gallura che hanno nell’istituto Euromediterraneo di Tempio l’unica realtà universitaria del territorio. Il corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo si potrà conseguire in soli due anni di studi aggiuntivi e formerà professionisti da inserire in organizzazioni internazionali, governative e non, istituzioni europee, amministrazioni pubbliche e imprese private attive nei mercati internazionali. «Mira, inoltre, a formare operatori qualificati nel settore della diplomazia e delle relazioni internazionali, in particolare – aggiunge don Satta – nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, anche con paesi emergenti, e nei settori della tutela dei diritti umani e della difesa dell’ambiente». Il piano di studi è articolato in due percorsi didattici a scelta dello studente: conflitti e sicurezza; cooperazione e ambiente. L’accordo prevede anche la possibilità di accedere agli altri corsi di laurea dell’Università per stranieri di Perugia.
 
 
18 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 6 dicembre 2015 / Sassari – Pagina 22
Ersu: pronti 300mila euro per nuove borse di studio
SASSARI Trecentomila euro di fondi propri dell’Ersu, derivati dai risparmi della gestione, che saranno dedicati ar un bando straordinario indirizzato agli studenti che sono stati esclusi quest’anno dalle borse per effetto del nuovo Isee. Lo annuncia l’Ersu sassarese, sottolineando che il bando verrà pubblicato a giorni, dopo che la deliberà diventerà esecutiva a seguito dell’approvazione della Regione. L’occasione per annunciarlo ufficalmente sarà la Notte Bianca per il diritto allo studio universitario, in programma il 10 dicembre, organizzata da Andisu (Associazione nazionale per il diritto allo studio universitario) con il patrocinio del ministero dell’Università e in collaborazione con il consiglio nazionale degli studenti universitari. L’iniziativa intende infatti favorire il dibattito sull’ampio tema del diritto allo studio, oggi in sofferenza anche a causa dei nuovi parametri Isee che hanno messo "fuori gioco" alcune fasce della popolazione studentesca. «Stay hungry stay foolish» ovvero «Siate affamati, siate folli» questo il titolo dell’iniziativa nazionale che riprende una frase di Steve Jobs per trasformarla in una sorta di slogan ma anche un invito, un monito, un concetto. Il fondatore di Apple pronunciò questa frase nel memorabile discorso tenuto all’Università di Stanford in occasione della cerimonia di laurea del 2005. Jobs invitò gli studenti a prendere in mano la propria vita per renderla straordinaria, a non accontentarsi a seguire i propri sogni con coraggio e con passione. Seguendo questa stessa filosofia l’ Andisu promuove nel ritrovato e rinnovato diritto allo studio, la necessità di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento per il futuro! In programma iniziative, dibattiti, tavole rotonde, spettacoli teatrali e musicali, momenti conviviali, performance di vario tipo: tutto, comunque, finalizzato alla discussione sul tema. Il programma della notte bianca sassarese si svolgerà nella residenza Fontana di via Coppino proponendo al pubblico dibattiti ,concerti e performance. A partire dalle 10.30 e sino alle 15 nella piazza della residenza si svolgerà una performance di pittura estemporanea a seguire alle 17 nella sala conferenze si terrà un’assemblea studentesca sul tema "La nuova normativa ISEE: le proposte e i pareri degli studenti". Alle 18 e alle 19 si svolgeranno due concerti di musica jazz tenuti da ensemble del Conservatorio Canepa di Sassari formati da: Bianca Frau (voce), Marco Bande (pianoforte), Paolo Corda (chitarra), Gianni Gadau (basso elettrico), Paoletto Sechi (batteria). La giornata si concluderà con le premiazioni dei partecipanti alla performance di pittura estemporanea e con un aperitivo e buffet a cura degli chef dell’Ersu.
 
 



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