UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 12 novembre 2015

Giovedì 12 novembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 novembre 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Sanità, verso la Asl unica
Allarme spesa: spunta l'ipotesi del ticket sulle ricette
Il presidente del Consiglio Ganau d'accordo con Pigliaru: «Variamola subito»
 
Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ieri alla Conferenza sulla Sanità nell'Isola, ha chiesto una Asl unica e sollecita la Giunta: basta teoria, «approviamola subito». Il presidente Pigliaru ribadisce: «Serve qualcosa di fortemente centralizzato, standard uniformi, abbiamo visto troppo disordine, troppe Asl, e ognuna faceva di testa propria». Il presidente affronta anche il problema della spesa: «Abbiamo ereditato una situazione che rasenta il disastro, faremo un Piano di rientro». Quello che non dice è che la Regione sarà obbligata a ritoccare le tasse ai cittadini: con il ticket sulle ricette e/o l'aumento dell'addizionale Irpef.
C. COSSU A PAGINA 3
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Ganau: subito una Asl unica
Allarme sulla spesa fuori controllo. Spunta l'ipotesi ticket 
CONFERENZA. Pigliaru: «Si va verso una gestione centralizzata con standard uniformi»
 
«Una sola Asl». Il ghiaccio lo rompe, a sorpresa - aprendo i lavori della Conferenza sulla sanità ieri alla Fiera di Cagliari - il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. «Una misura emergenziale», la definisce, dunque, necessaria. La situazione «è drammatica», la spesa (oltre la metà del bilancio regionale) «è fuori controllo», il deficit è a 400 milioni di euro, tanto che potrebbe essere inevitabile, già da gennaio, introdurre il ticket sulle ricette o ritoccare al rialzo l'addizionale Irpef.
Dirà poi Ganau, a microfoni spenti: «La Giunta ha tanta fretta di fare la riforma, e allora perché continuare a parlare teoricamente di numeri, dov'è la proposta ufficiale della Asl unica? Approviamola velocemente, così capiamo se funziona». A seguire il presidente della commissione sanità, Mondo Perra (Psi): «Se dobbiamo tagliare, allora interveniamo anche sulle Aziende ospedaliere universitarie». Il numero uno dei chirurghi italiani, Luigi Presenti, insiste: «Sono favorevole alla Asl unica, il frazionamento non funziona, il sistema delle reti richiede un controllo centralizzato».
Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiude una giornata lunga. Non parla testualmente di «Asl unica», ma le sue parole sono forti e chiare: «La riforma profonda della sanità va nella direzione giusta, dobbiamo avere il coraggio di proseguire su questa strada e farlo insieme. Oggi abbiamo una sanità non all'altezza, e non per colpa di chi ci lavora, ma perché siamo male organizzati, ci sono sprechi e la qualità non è sufficiente». Poi aggiunge: «Mi è piaciuto molto quello che ha detto Luigi Pesenti, non sto votando sul numero delle Asl ma c'è bisogno di un governo adeguatamente capace di controllare questo sistema di reti, e sono d'accordo anche con il presidente Ganau, dobbiamo capire qual è il numero ottimale, ma certamente dobbiamo essere radicali, serve qualcosa di fortemente centralizzato, standard uniformi in tutto il territorio della Sardegna, abbiamo visto troppo disordine, troppe Asl, ognuna delle quali faceva di testa propria». Spiega ancora: «La Lombardia sta passando a 5 Asl, una ogni 2 milioni di persone, il Veneto, che ne aveva 22, sta attuando una fortissima riduzione, la Toscana, con quasi 5 milioni di abitanti sta passando a 3, in tutto, non 3 più le Aziende universitarie».
Plaudono, a distanza, i Riformatori: «La Asl unica è l'unico vero modo di riformare sul serio la sanità sarda, finalmente si comincia a parlarne sul serio», sostengono Michele Cossa, Attilio Dedoni e Franco Meloni. «Ne avevamo discusso - spiega Cossa - anche con Pigliaru nel faccia a faccia pubblico pochi mesi dopo le elezioni: il presidente ne aveva subito apprezzato la concretezza». Sulla stessa lunghezza d'onda il Centro democratico.
Il presidente, infine, ha affrontato «la sostenibilità finanziaria»: «Sappiamo dove andare, ma arrivarci sarà duro e difficile, perché abbiamo ereditato una situazione che rasenta il disastro. Soltanto sulla spesa farmaceutica, siamo di 126 milioni oltre gli standard nazionali. Faremo al più presto un Piano di rientro». Quello che Pigliaru non dice è che la Regione sarà obbligata per legge a ritoccare le tasse: con il ticket sulle ricette e l'aumento dell'addizionale Irpef.
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Arru: serve coraggio,
per servizi migliori
 
«Niente è concluso, abbiamo fatto un percorso, ci stiamo avviando, dopo due mesi molto faticosi di incontri sul territorio, alla sintesi». L'assessore alla sanità, Luigi Arru, parla della Riorganizzazione della rete ospedaliera, ieri alla Conferenza regionale, e ribadisce i punti generali del provvedimento: «Una riorganizzazione mancava dall'ultimo Piano sanitario del 2006, della Giunta Soru. Il nostro obiettivo è cambiare per migliorare. Nessuno sta tagliando ospedali, dobbiamo però avere il coraggio di fare scelte, dando garanzie di salute e non confondendo il posto letto con la garanzia di servizi».
Giuseppe Sechi, direttore generale dell'assessorato, illustra le linee guida della Rete territoriale, parla di «circolarità, ospedali di comunità, team multifunzionali, case della salute, per qualificare l'assistenza, al servizio della persona, integrare i processi di cura, garantire la continuità assistenziale, alcune già attivate, a Laconi, Villacidro, Lunamatrona, Pula». Interventi critici dei rettori di Cagliari, Maria Del Zompo e di Sassari Massimo Carpinelli. Il presidente Anci, Pier Sandro Scano, dice: «Ora aspettiamo di conoscere la connessione reale tra rete ospedaliera e territoriale. Inoltre, se il sistema deve essere coeso, non capisco perché non abbiano invitato sindacati e opposizione». E l'opposizione, subito dopo, si fa sentire: «Una finta riforma, una camera mortuaria per la sanità sarda, per intere comunità e territori», dice il coordinatore di FI Ugo Cappellacci. «Per accontentare i feudatari della sinistra, scatenano guerre di campanile e non fanno risparmiare nulla». (cr. co.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Dante e Liszt, le nostre radici
tra la Commedia e la musica
AUDITORIUM. Il critico Arcangeli domani a Cagliari
 
I versi della Divina Commedia e la musica di un grande compositore: Dante e Liszt, insieme, binomio quasi d'eccezione. Domani saranno i protagonisti a Cagliari di una serata speciale, occasione per ricordare i 750 anni dalla nascita del sommo poeta. L'appuntamento è fissato alle 21 all'Auditorium del Conservatorio “Pierluigi da Palestrina”. “Dante e Liszt: le nostre radici tra Commedia e musica”, il titolo, non casuale, dell'incontro con Massimo Arcangeli, linguista e critico letterario, docente di linguistica italiana, ed ex-preside, nella Facoltà di Lingue dell'Università di Cagliari.
Dal 2010 al 2013 è stato il responsabile scientifico mondiale del Progetto lingua italiana Dante Alighieri e dal 2013 ne dirige l'area riviste. Sarà accompagnato al piano da Lorenzo Di Bella, vincitore del concorso intitolato al pianista russo Vladimir Horowitz. L'iniziativa è organizzata dal festival “Leggendo Metropolitano” con il Conservatorio, per “Trame del Piccolo Mare” nell'ambito della rassegna Thalassaki, curata dalla rete Riflessos e inserita nei “Progetti in rete” per Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015.
“Dante e Liszt: le nostre radici tra Commedia e musica”: si parlerà di Liszt e del suo amore per l'Italia e la sua letteratura, Arcangeli declamerà e commenterà passi di canti celebri della Commedia, come il V dell'Inferno, la tragica passione tra Paolo e Francesca, che ispirò proprio il musicista che compose, infatti, “Dante Symphonie”, un'opera sinfonica scritta fra il 1855 e il 1856.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra (Pagina 44 - Edizione CA)
Convegno sul territorio
 
Ambiente e paesaggio - risorse per crescere insieme. È questo il titolo del convegno in programma per sabato alle 9.30 nell'aula magna del Liceo Leonardo Da Vinci. L'incontro, promosso dall'ordine degli avvocati di Lanusei, sarà suddiviso in due sessioni: nella prima, coordinata da Paolo Turco (Presidente di sezione del Consiglio di Stato), interverranno Maria Agostina Cabiddu, del Politecnico di Milano, Gianmario Demuro (Costituzionalista e assessore regionale agli Affari generali ) e Giovanni Maciocco dell'università di Sassari. La seconda parte “Ripartire dal territorio: per un nuovo piano di ricerca”, sarà coordinata da Tonio Pillonca. Interverranno Maria Gabriella Mulas (commissario Provincia Ogliastra), Umberto Oppus (Anci Sardegna), Massimo Cannas e Davide Ferreli (sindaci di Tortolì e Lanusei), Vito Arra (Cna Ogliastra), Gianni Carrus (presidente dell'ordine degli avvocati di Lanusei), Mario Mureddu e Enrica Caire (presidenti degli ordini degli Ingegneri e Architetti di Nuoro).
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
la riforma della sanità
La Regione: tagli agli sprechi
e una nuova rete tra gli ospedali
di Umberto Aime
 
CAGLIARI La gente lo deve capire: così non si può più andare avanti. La sanità, in Sardegna, costa troppo, un’esagerazione: 3 miliardi 200 milioni all’anno. Con coraggio o con spregiudicatezza, ma questo lo dirà il tempo, la Giunta ha deciso di mettere le mani nel piatto fumante dopo aver sollevato il coperchio di quella che è una pentola a pressione in ebollizione da troppo tempo. La scossa. Ora la Regione vuole (anzi, è obbligata a farlo) ridurre la spesa, cancellare gli sprechi, i doppioni e anche l’anarchia. Vuole o vorrebbe rimettere in sesto il «barcone» non solo nei conti, ma anche nella qualità, negli standard e nell’efficacia che – lo dicono le classifiche nazionali – non sempre purtroppo vale un posto in «prima classe». Sarebbe utile cercare anche i colpevoli dell’attuale disavanzo, è di 400 milioni, ma servirebbe a poco se non a mettere su qualche giusto processo. Oggi l’importante è frenare la deriva per non essere travolti dai debiti, o imporre ai sardi (potrebbe accadere comunque) un piano di rientro con l’imposizione dei ticket. Il piano. «Dobbiamo riorganizzare il sistema, rimetterlo in piedi entro il 2018, specializzarlo, farlo rinascere, legarlo a doppio filo col territorio», ha detto l’assessore alla Sanità Luigi Arru, nel presentare a una sala piena il «Riordino della rete ospedaliera regionale». Ad ascoltarlo, in silenzio – i borbottii per ora ognuno li ha tenuti per sè, –900 persone fra medici, sindaci, politici e associazioni di cittadini, arrivate a Cagliari da ogni angolo della Sardegna. È un riordino necessario per tutti, chi lo nega è in malafede, ma che sin dal momento in cui è partito, a luglio, ha scatenato e scatenerà un putiferio per chissà ancora quanto tempo. Perché? Perché nessun territorio, a ragione o a torto, vuole perdere neanche un posto letto, anche se finora è stato utilizzato poco o nulla, in questo o quel reparto e tanto meno immagina di vedere declassato il suo storico ospedale nella gerarchia sanitaria. Questo la gente non lo accetta, anche se l’annunciata rivoluzione (saranno 211 i posti in meno) dovesse portare un risparmio secco intorno ai 130 milioni in tre anni. La protesta.
«Capisco i territori, ho contato una quarantina d’incontri che ho avuto dovunque nell’isola – ha detto sempre l’assessore – ma se continuiamo a guardarci l’ombelico, perderemo la scommessa di riavere una sanità efficiente ed equa. Siamo disponibili alle correzioni, molte le abbiamo fatte e altre le faremo. Ma dobbiamo partire dalla nostra proposta che non è un taglio della spesa e dell’offerta sulla pelle dei sardi, ma lo ripeto una profonda riorganizzazione di un modello che non funziona più, divora una marea di miliardi ed è molto lontano, non certo per colpa di chi lavora negli ospedali, dalla qualità che ognuno di noi vorrebbe».
Se questo messaggio della rinascita passerà, insieme a quello della prossima riduzione dell’Aziende sanitarie, altro candelotto di dinamite da maneggiare con cura, allora la gente (medici compresi) si schiererà con il Piano. Altrimenti sarà davvero alto il rischio – soprattutto quando il disegno di legge dovrà essere discusso dal Consiglio regionale – che scoppi la controrivoluzione.
Allora per la maggioranza di centrosinistra sarebbero guai seri, peggio degli attuali con la riforma degli Enti locali. Non ci sono dubbi: la Giunta è alla ricerca del consenso, della condivisione. Per questo, ha fatto male a non invitare all’assemblea di Cagliari i sindacati, a non dare la parola almeno a un portavoce dell’opposizione. Dunque, la strada è in salita e qualche lobby proverà a far deragliare la macchina: «Non ci riusciranno», ha detto Arru.
La proposta. Come detto molto è ancora in corso d’opera, ma il direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Giuseppe Sechi, l’ha illustrata. A partire da questa filosofia: liberare gli ospedali dai ricoveri impropri, sono oltre 14mila all’anno su 191mila, e trasferirli, insieme ai malati cronici, in strutture decentrate. Ci saranno solo due poli di alta specializzazione a Cagliari, il Brotzu, e Sassari, l’Azienda mista universitaria, che avranno tutti i reparti per far fronte all’emergenza-urgenza e a qualunque tipo di patologia. Poi, al secondo posto, sette ospedali di primo livello, in cui saranno garanti il pronto soccorso alcune importanti specializzazioni, e che saranno a Cagliari (il Santissima Trinità e l’Azienda universitaria), Nuoro (la struttura sarà rinforzata rispetto alle altre), a Carbonia più che a Iglesias, San Gavino, Olbia e Oristano. Nella stessa categoria dovrebbe esserci anche l’ospedale di Alghero, è ancora in forse, mentre Sorgono vedrà confermato il suo perché è «in zona disagiata» e anche Tempio avrà un giusto riconoscimento. Nella piramide sanitaria, ci saranno gli ospedali di base, a Lanusei, e 17 case della salute sparse nel territorio ed è «lì che garantiremo a tutti il servizio sanitario di base. Nessuno sarà abbandonato o declassato», ha concluso Arru.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
le reazioni
Ganau: «Ora andrà avanti il confronto con la gente»
 
CAGLIARI La conferenza non prevedeva il dibattito, perché «vogliamo confrontarci, e lo abbiamo già fatto e continueremo, fra la gente», ha detto l’assessore Luigi Arru. Nel programma, per ora solo interventi blindati in questo lungo percorso «dove l’ultima parola spetterà, com’è ovvio che sia, al Consiglio regionale», è stata un altro passaggio dell’assessore. Il primo a prendere la parola è stato proprio il presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau.
«La riforma degli ospedali oggi più che mai è una necessità con la spesa schizzata troppo in avanti, capace com’è di divorare oltre la metà del nostro bilancio. Siamo di fronte a un’emergenza e oggi discutiamo della proposta che c’è stata presentata, come doveva essere, dalla Giunta. È un Piano non ancora perfetto, spetterà al Consiglio renderlo il più vicino possibile agli standard pretesi a ragione dai sardi». Sempre Ganau è stato il primo a far virare l’ordine del giorno sul secondo argomento spinoso, quello su una possibile Asl unica al posto delle attuali 11.
«Non è il momento d’inseguire questo o quel numero - ha detto – ma la riduzione drastica potrebbe essere una scelta d’emergenza per far fronte alla drammatica situazione dei conti e mettere così finalmente sotto controllo un sistema ormai a ruota libera». Il progetto, ancora tutto da definire di una sola Asl, non è piaciuto da subito al presidente della commissione Sanità del Consiglio: «Non è questa – ha detto Raimondo Perra (Psi) la soluzione giusta, io sono per mantenere l’esistente».
Poi ha lanciato una provocazione: «Vogliamo accentrare tutto? Allora facciamolo anche con gli ospedali universitari di Sassari e Cagliari». Che vivranno due storie diverse: il primo sarà in testa alla piramide sanitaria, «Siamo pronti a raccogliere la sfida», ha detto il rettore Massimo Carpinelli, mentre l’altra sarà un gradino più in basso. «Non è accettabile – ha detto il rettore Maria Del Zompo – Abbiamo delle eccellenze e da sempre in carico il dovere di formare i futuri medici. Sono due prerogative che ci devono essere riconosciute». Per Piersandro Scano, presidente dell’Anci, «il coinvolgimento dei sindaci nella riforma, che per lui poteva essere presentata prima, e nella gestione del’assistenza socio-sanitaria dovrà essere totale». L’opposizione in Consiglio non era stata invitata a parlare, ma si è fatta sentire lo stesso. Ugo Cappellacci (Fi) ha detto: «È solo una finta riforma, siamo alla camera mortuaria». Paolo Truzzu (Fdi): «Sarà purtroppo una cura molto peggiore del male per le casse della Regione». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
Pigliaru: «Svolta indispensabile»
E il governatore rilancia la proposta di creare una Asl unica per tutta la Sardegna
 
CAGLIARI Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, si è assunto il ruolo politico che gli spettava. Quello di dire, con voce ferma: «Questa è una riforma non più rinviabile. Siamo ben oltre l’emergenza, dobbiamo ridurre gli sprechi, alzare il livello della qualità senza ridurre l’offerta, ma riorganizzandola». Ha parlato a braccio, il governatore, con uno sguardo gettato ogni tanto su tre fogli, e soprattutto è stato diretto con la platea. «I numeri della nostra sanità – ha sottolineato – non sono più sostenibili. Abbiamo ereditato una situazione disastrosa, potevano stare fermi, continuare a gestire quello che abbiamo, ma sarebbe stato un clamoroso errore».
Serviva una scossa e il riordino degli ospedali è un primo passo: «Siamo impegnati a dare un nuovo volto alla sanità. Cominciamo dal riequilibrio dei posti letto, dall’avvio dell’Azienda che si occuperà delle emergenze, l’ex 118, poi passeremo alla riforma dell Asl». La corsa – ha detto Pigliaru – è cominciata e andrà avanti, perché «nel nuovo modello a rete, in cui gli ospedali e i medici di base saranno sempre in collegamento, non possono esserci più frammentazioni. Dobbiamo avere delle eccellenze, a Cagliari e a Sassari, affiancate da strutture ospedaliere territoriali fino alle case della salute dove offriremo il massimo dell’assistenza e sarà sempre di qualità».
È così che la Regione vuole uscire dal tunnel: «Non ci meritiamo – ha aggiunto – di stare in fondo a molte, troppe classifiche nazionali. Dobbiamo saltare fuori dal fossato, abbandonare i localismi, pensare in grande, con un’offerta uniforme sul territorio. Serviva una riforma coraggiosa e radicale, ed ecco la nostra proposta». Sa già, Pigliaru, che il Piano non piacerà a tutti e il progetto di una sola Asl, che lui ha in mente da sempre, ancora meno.
«Ma noi sappiamo che i sardi non sono soddisfatti della situazione attuale e per questo abbiamo intrapreso una strada difficile ma necessaria. Forse siamo all’inizio di una salita difficile soprattutto per noi che avevamo l’onere della proposta, ma l’abbiamo cominciata senza imbarcarci nei ragionamenti del ragioniere che taglia e basta, abbiamo invece puntato su tre pilastri: riorganizzazione, razionalizzazione e qualità». I sacrifici ci sono, ci saranno e il primo potrebbe essere quello del prossimo «piano di rientro» dal mostruoso deficit accumulato finora dalla sanità, 400 milioni, di cui però non ha voluto parlare. «Oggi siamo qui per presentare un nuovo modello che dopo un’attenta indagine e anche grazie ai suggerimenti arrivati dai territori, ci permetterà di spendere meglio i nostri soldi e poter offrire così servizi migliori. Gli attuali sono al di sotto di quelli garantiti agli altri cittadini italiani».
Poi è ritornato sulla riorganizzazione delle Asl annunciata per dicembre: «Oggi sono troppe, frazionate e ognuna fa di testa propria: nel sistema di reti che abbiamo presentato basterebbe una sola Azienda e anche su questa riforma siamo pronti a confrontarci con tutti. Senza però dimenticare: così non possiamo più andare avanti». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – Cagliari24Ore – pagina 7
università
Al Binaghi alcune unità operative
 
Un «prestito» di tre anni dell'ospedale Binaghi di Cagliari per completare alcune unità operative didattico-assistenziali dell'Azienda ospedaliero universitaria del capoluogo che poi, una volta completati tutti gli edifici di Monserrato, verranno trasferite nel nuovo policlinico quando sarà ultimato. La proposta è stata lanciata dal rettore dell'Università Maria Del Zompo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 28
ARCHITETTURA AMMESSA AI FONDI PER L’UNIVERSITÀ
Il Dipartimento, eccellenza italiana, sarà sede decentrata dell’ateneo sassarese
Determinante l’incontro fra Mario Bruno e il presidente Pigliaru. Polemico Tedde
di Gian Mario Sias
 
ALGHERO La beffa è scongiurata: Architettura diventerà sede decentrata e sarà ammessa tra quelle che hanno diritto a dividersi il fondo dedicato. Ma per i rapporti tra il territorio e la Regione non è proprio periodo. Nel Nord Ovest Sardegna non c’è niente che al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ricordi neanche lontanamente un’area metropolitana.
Nulla tra Sassari, Alghero e Porto Torres è come a Cagliari, unica città metropolitana prevista nell’isola dalla legge di riorganizzazione degli enti locali. Oltre al danno, ieri Alghero ha rischiato la beffa, con tanto di appendice polemica tra il sindaco Mario Bruno e il consigliere regionale Marco Tedde, perché nel Nord Ovest Sardegna niente pare metropolitano, a guardarlo da Cagliari, tranne Architettura.
La Facoltà di Alghero è stata esclusa dal fondo dedicato alle sedi universitarie decentrate con la motivazione che la Riviera del corallo è parte dell’area metropolitana di Sassari, e dunque non è poi così decentrata come vorrebbe far credere.
La reazione di Bruno ha costretto la Regione a tornare sui suoi passi. Due sere fa la giunta ha assegnato 5milioni e 640mila euro alle Università sarde per i corsi già avviati nelle sedi decentrate. A Sassari toccano 640mila euro per la sede di Olbia, i restanti 5 milioni vanno distribuiti tra Oristano e Nuoro. Di Alghero manco l’ombra.
«Non è concepibile che Architettura non prenda neanche un euro, è assurdo che Olbia abbia il doppio delle risorse di Alghero, è ingiusto che 5milioni di euro vengano suddivisi fra Nuoro e Oristano, lasciando senza risorse quella che viene riconosciuta come eccellenza nazionale, al primo posto nelle classifiche Censis fra le Facoltà di Architettura», ha sbottato a caldo Mario Bruno. E ieri si è presentato da Pigliaru deciso a cantargliele.
«Ci erano stati assicurati criteri oggettivi di individuazione del disagio delle sedi decentrate – è stata la richiesta – si rimedi o sarà difficile recuperare fiducia in una Regione che non ha tra i suoi compiti quello di affossare le eccellenze». Uscito dagli uffici della Regione, ieri Bruno ha annunciato che «Alghero entra finalmente tra le sedi dell’Università decentrata in Sardegna».
La notizia è confermata anche da Cagliari. «Il presidente Pigliaru incontrerà i rettori delle Università, il sindaco di Alghero e degli altri Comuni interessati per condividere le regole che trasformeranno anche il Dipartimento di Architettura di Alghero in sede decentrata, così si va a sostenere un’eccellenza che appartiene a tutta la Sardegna».
A margine dell’incidente diplomatico a lieto fine, ieri si è consumato l’ennesimo round dello scontro tra Bruno e Tedde. «Qualcuno oggi finge di indignarsi per i fondi alle Università decentrate, ma era già scritto», attacca il consigliere regionale. «Non ho mai visto l’allora sindaco a Cagliari per rivendicare risorse e diritti – replica il sindaco – ieri come oggi c’è chi lo fa al suo posto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 30
L’ospedale cantiere
Mater Olbia, si parte con la telemedicina
di Enrico Gaviano
 
OLBIA Il Mater Olbia apre, il primo dicembre. Ma non sarà pediatria, come ripetuto sino a ieri, la prima specialità a esordire nel mega ospedale all’ingresso di Olbia. «Il primo reparto a entare in funzione sarà telemedicina». A comunicarlo Lucio Rispo, manager di Qatar Foundation che da martedì e tornato a Olbia e in Gallura insieme all’ambasciatore in Italia del Qatar Abulaziz Bin Ahmed Al Malki Al Jehan. Dopo la cena a Porto Cervo di martedì sera, l’ambasciatore e il manager di Qatar foundation ieri mattina hanno fatto un sovralluogo al Mater Olbia, accompagnati dal sindaco Gianni Giovannelli e dal presidente del consiglio comunale Vanni Sanna.
Quindi l’incontro istituzionale in municipio e, a seguire, dopo il pranzo offerto da Giovannelli, l’ambasciatore e Rispo si sono recati ad Arzachena per l’ultimo incontro della due giorni, con il sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda.
L’apertura del Mater. L’ipotesi di qualche difficoltà nell’apertura dell’ospedale, ventilata nei giorni scorsi, si è dunque materializzata. Iniziato il percorso dell’accreditamento dei 290 posti letto la settimana scorsa in Regione, c’è ancora in ballo la questione dei servizi idrici, fognari e dell’energia elettrica, i certificati di sicurezza, oltre al problema dei parcheggi, esplosi dopo la restituzione dei terreni da parte del tribunale di Tempio a chi vuole far valere l’usucapione.
Insomma tutti fattori che hanno rallentato l’ipotesi che era stata avanzato a maggio dallo stesso Rispo quando al Mater erano arrivati anche il premier Matteo Renzi e il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru.
Le rassicurazioni. Rispo comunque ha rassicurato tutti. «I lavori procedono – ha detto – e dimostreremo che i qatarini e gli italiani sanno fare i miracoli. Certo, apriremo prima telemedicina e non pediatria, ma poi si andrà avanti speditamente». L’ambasciatore a sua volta ha aggiunto che «l’ospedale sarà pienamente funzionate entro la fine del 2016». Le richieste di lavoro. Lievitano a 18mila le richieste per un posto di lavoro al Mater. Un numero enorme, che dimostra l’enorme attesa che c’è intorno all’apertura dell’ospedale. Anche questo un motivo per Qatar foundation e partners per accelerare i tempi della messa in funzione della struttura.
Gianni Giovannelli. Il sindaco di Olbia ha visitato ieri il Mater e ha tratto conclusioni positive dal vertice con l’ambasciatore del Qatar e Rispo. «Dentro l’ospedale si sta lavorando sodo. Con l’apertura di telemedicina si avvia un sogno che quando sarà completamente realizzato darà risposte concrete sia sotto il profilo della sanità che sotto quello turistico. Una struttura del genere attrarrà tanta gente che magari deciderà di trascorrere lunghi periodi a Olbia e dintorni».
Alberto Ragnedda. Molto soddisfatto anche il sindaco di Arzachena. «Il Qatar ha confermato la disponibilità a investire nella realizzazione di una unità di cure complesse primarie nel nostro paese – ha detto –. Hanno visitato alcune strutture localizzate in diversi punti del territorio, ma noi abbiamo comunque puntato sul centro abitato di Arzachena , chiarendo subito che stiamo lavorando a questo progetto con la Regione».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
scienza»rivoluzione robotica
ANNABEL, IL CERVELLO ARTIFICIALE CHE SVELA I SEGRETI DEL LINGUAGGIO
Straordinaria realizzazione all’università di Sassari
Bruno Golosio: «Una rete neuronale che impara da zero a parlare»
di Giovanni Bua
 
SASSARI Pronuncerà presto qualche parola in sassarese Annabel, il cervello artificiale che, primo al mondo, è capace di imparare, da zero, a parlare. Uno dei suoi due padri infatti è Bruno Golosio, ricercatore di Fisica applicata nel dipartimento di Scienze politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione dell’università di Sassari. E, insieme al collega Angelo Cangelosi, docente di Scienze cognitive e intelligenza artificiale della britannica Plymouth, ha sviluppato il rivoluzionario modello cognitivo simulato al computer: 2 milioni di neuroni artificiali connessi tra loro che, partendo dalla condizione di “tabula rasa” sono capaci, semplicemente interloquendo con un essere umano, di imparare a parlare.
Una vera rivoluzione, che ha portato Annabel (dolce nome che nasconde in realtà l’ostico acronimo di Artificial neural network with adaptive behavior exploited for language learning) alla ribalta nella comunità scientifica internazionale, con il progetto che è stato descritto in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Plos One e presentato alla conferenza internazionale Bica 2015.
La ricerca getta infatti nuova luce sui processi neurali che sono alla base dello sviluppo del linguaggio. Cercando di risolvere uno dei problemi che più angustia e interessa neurologi e psicologi, linguisti e antropologi e chiaramente esperti di robotica.
Domanda la cui risposta sarebbe fondamentale per riempire l’ultimo metro che separa l’umanità dal suo antico sogno di un’intelligenza artificiale capace non solo di replicare azioni, ma anche di provare sentimenti propri, di decidere, di imparare: come fa il nostro cervello a sviluppare la capacità di svolgere funzioni cognitive complesse, come quelle necessarie per il linguaggio e per il ragionamento?
«Una risposta completa ancora non c’è – spiega Bruno Golosio – Si potrebbe pensare che il cervello funzioni in modo simile a un computer: entrambi si servono di segnali elettrici. Molti ricercatori hanno proposto modelli basati sull’analogia cervello-computer fin dagli anni ’60. Tuttavia, esistono differenze profonde, non solo strutturali, ma soprattutto nei meccanismi di apprendimento e di elaborazione dell’informazione». Il punto è che i computer funzionano per mezzo di programmi precompilati, dei quali non sembra invece esserci traccia nel cervello umano. Con molti ricercatori sempre più convinti del fatto che il nostro cervello sia in grado di sviluppare le capacità cognitive più elevate semplicemente attraverso l’interazione con l’ambiente esterno, partendo da pochissime conoscenze innate. Il modello Annabell sembra confermarlo. Annabel infatti non ha conoscenze linguistiche precodificate, impara a parlare esclusivamente attraverso la comunicazione con un interlocutore umano attraverso due meccanismi fondamentali, presenti anche nel cervello biologico: la plasticità sinaptica e il gating neurale.
«La plasticità sinaptica è la capacità che ha la connessione tra due neuroni di aumentare la propria efficienza quando i due neuroni sono attivi contemporaneamente o quasi – spiega Golosio – Questo meccanismo è fondamentale per l’apprendimento e per la memoria a lungo termine. Il gating neurale si basa sulla proprietà di certi neuroni, detti bistabili, di comportarsi come dei cancelli (in inglese gate) che possono essere aperti o chiusi da un segnale di controllo proveniente da altri neuroni. Quando sono aperti, i gate neurali trasmettono il segnale da una parte del cervello a un’altra, altrimenti lo bloccano. Il nostro modello riesce a imparare, grazie alla plasticità sinaptica, a controllare i segnali che aprono e chiudono i gate neurali, in modo da controllare il flusso dell’informazione tra le diverse aree». Il modello cognitivo è stato “validato” usando un database di circa 1500 frasi di input, basate sulla letteratura sullo sviluppo del linguaggio infantile, e ha risposto producendo complessivamente circa 500 frasi in “uscita”, contenenti nomi, verbi, aggettivi, pronomi, e altre parti del discorso, e dimostrando la capacità di esprimere un’ampia gamma di funzionalità nell’elaborazione del linguaggio umano. In parole povere Annabel, di fronte a stimoli esterni, sta imparando, come un neonato umano, a parlare.
Facile immaginare la portata della ricerca, con lo stesso Golosio che traccia il passo successivo: «Sarà quello di incorporare il modello in un robot per estenderlo e verificarlo ulteriormente attraverso lo studio delle interazioni tra il robot e gli umani». Parole che catapultano Annabel nel favoloso mondo popolato dalla Maria del Metropolis di Fritz Lang, dai robot intelligenti di Asimov, dalle visioni di Philip Dick e i droidi di Star Wars pronti a tornare alla ribalta cinematografica.
Dal mitico Hal 9000 di 2001 Odissea nello spazio e dalle lacrime nella pioggia del Roy Batty di Blade Runner. Con i nerd fanatici di cyberpunk e i migliori scienziati e filosofi del mondo tutti a caccia della scintilla della vita. Che potrebbe esser scoccata dentro un cervello artificiale bambino, che presto imparerà un po’ di sassarese dal suo papà.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
l’androide iCub
Nello staff anche Angelo Cangelosi
Uno dei padri del robot- bambino
 
SASSARI Nello staff che ha creato Annabel c’è anche Angelo Cangelosi, docente di Scienze Cognitive e Intelligenza Artificiale all’Università di Plymouth, noto per aver lavorato al robot androide iCub (nella foto). iCub rappresenta una tappa fondamentale della tecnologia umanoide ed è stato sviluppato – in oltre un decennio di lavoro – dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova come parte del progetto europeo “RobotCub”. Il robot bambino creato a Genova ha la capacità di imparare ogni giorno cose nuove, iCub ha 53 motori che gli permettono di muovere la testa e gli arti. Un bambino elettronico che riesce a vedere e ad ascoltare quello che gli si dice. Alto poco più di un metro pesa 22 chili, iCub è capace di parlare, è dotato di vista, udito e tatto è oggi la piattaforma di sperimentazione robotica più diffusa al mondo, con 30 esemplari presenti in centri di ricerca di altrettanti Paesi.

Questionario e social

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