UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 11 novembre 2015

Mercoledì 11 novembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 novembre 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
LA PROTESTA. Assemblea generale
Università, lezioni bloccate: gli studenti dicono no al nuovo indicatore Isee
 
Qualche docente si è presentato in aula, nel giorno della mobilitazione degli studenti universitari: «Se ne sono infischiati, nonostante una delibera del Senato accademico», ha detto in assemblea Francesco Pitirra, dell'associazione Unica 2.0. A parte qualche eccezione, aule deserte, ieri. E così gli studenti si sono presentati in massa all'assemblea generale dell'ateneo.
Sciopero, blocco delle lezioni dalle 11 alle 14 nelle facoltà di Cagliari e dalle 15 alle 17 alla Cittadella di Monserrato, con l'appoggio del Rettore Maria Del Zompo, che ha condiviso le istanze degli universitari. Anche alcuni professori si sono presentati ieri mattina nell'aula magna di Ingegneria. Tutti contro il nuovo Isee, l'Indicatore della situazione economica equivalente che «compromette il diritto allo studio». È in vigore dal primo gennaio di quest'anno, con indicatori reddituali e patrimoniali differenti rispetto negli anni precedenti. «Un trucco, un gioco di prestigio che in realtà cancella borse di studio», l'accusa. Le associazioni studentesche quantificano: «Meno 3.316 borse, meno 500 immatricolati in due anni, 200 posti persi nelle case dello studente».
Cambiano i criteri per calcolarlo, i nuclei familiari diventano “più ricchi” anche se in realtà non lo sono. Che fare, dunque? «La Regione - ha esordito Roberto Vacca - ha il potere di innalzare le soglie Isee - e di aumentare i fondi da destinare al diritto allo studio». E la presenza degli studenti di tutte le facoltà è stata «una grande occasione - dice Lorenzo Massa, rappresentante - per capire chi può fare qualcosa, come la Regione e l'assessorato regionale alla Cultura. Vogliamo una risposta forte e siamo intenzionati a portare avanti le nostre rivendicazioni. Ci saranno altre mobilitazioni». Valentina Onnis, docente del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente, rimarca: «La Regione non ha adeguato l'indice Isee che può arrivare a 20 mila euro».
Luca Santus ricorda che «la questione è molto più ampia, non parliamo solo di Isee». Ma di una serie di problemi che stanno creando un effetto domino: «C'è il fondo di finanziamento ordinario, per cui avere meno iscritti si traduce in una riduzione dei finanziamenti». Le assemblee di ieri sono diventate, dunque, l'occasione per affrontare altri temi cari ai ragazzi e ai docenti. Come i trasporti. «Abbiamo presentato come senato accademico un piano di infrattuture - dice Michele Mascia, docente di Impianti chimici della facoltà di Ingegneria - chiediamo trasporti più efficienti per i pendolari (perché quelli dell'Hinterland non debbano cercare necessariamente casa in città) e una nuova politica degli alloggi, che mobiliti anche le risorse dei privati». In aula c'era anche il presidente dell'Ersu Luca Funedda: «Oggi sono qui per ascoltare, questi temi sono importantissimi».
M. Lam.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
ASL, IL TEMPO DELLA RIFORMA VERA
Scontro sui tagli ma Pigliaru ha sempre parlato di «azienda unica»
In bilico poltrone e stipendi d'oro: nei territori il tramonto della stagione delle otto sedi fa paura
 
Nei territori stanno già costruendo le barricate, e dopo la riforma degli Enti locali, si affilano le armi per la battaglia sulla Sanità e la “difesa” delle 8 attuali Asl. Lanciano l'allarme per i servizi e le cure ai cittadini, ma la realtà è che con il taglio delle Aziende scomparirebbero in un baleno direttori generali con stipendi d'oro e sarebbe l'inizio della fine di lottizzazioni e moltiplicazione di poltrone e favori. Spazzando via le Asl si avrebbero risparmi concreti, maggiore controllo e trasparenza. Il presidente Pigliaru lo ha detto fin dal principio: voglio «una sola Asl, e la chiusura di un ufficio amministrativo non vuol dire perdere servizi, anzi, la razionalizzazione e l'efficienza aumenteranno». L'assessore Arru nei giorni scorsi ha detto: una, due, massimo tre. Per ora, comunque, è soltanto una tombola, nessun atto ufficiale dell'esecutivo. La maggioranza è divisa, in Consiglio esiste solo una proposta di legge dei Riformatori che vuole l'Azienda unica. La Corte dei conti ha lanciato l'allarme: «Il costo per il personale che nel 2004 ammontava a circa 1,028 miliardi di euro, negli esercizi successivi ha registrato una costante crescita, fino ad arrivare, nel 2014 ad un incremento di quasi il 14% rispetto al 2004. La spesa per il personale delle Asl si attesta, infatti, su 1 miliardo170 milioni 953mila al netto dell'Irap (pari a 23,5 milioni di euro).
A ottobre scorso Renzi ha comunicato alle Regione la necessità di cominciare a tagliare. La Toscana, ad esempio, è passata da 16 a 3, ed è il quadro a cui si ispira anche il governatore della Sardegna. «Dobbiamo decidere guardando a quel modello», ha detto Pigliaru, «abbiamo il coraggio di metterci mano senza la paura di disturbare il primario o qualsiasi altra persona? Credo sia tempo di farlo».
«Per ora siamo ancora al pour parler », sottolinea Mondo Perra (Psi), presidente della commissione sanità del Consiglio regionale, «non abbiamo nessuna proposta ufficiale. Personalmente sono per lo status quo, ma se proprio dobbiamo intervenire, allora voto per una sola Asl, così evitiamo litigi e polemiche che ci fanno solo perdere tempo, e ci semplifichiamo la vita». Non ha dubbi Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione bilancio: «Sono d'accordo con il presidente, una sola Asl e una sola linea di controllo. Una misura che contribuirà ad attuare il risparmio».
Il presidente della Commissione d'inchiesta sui costi e la spesa delle Asl, Attilio Dedoni (Riformatori) ricorda la proposta di legge «che introduce la Asl unica regionale, come strumento di governo territoriale, che gestisca acquisizione di beni e servizi e il personale». Aggiunge: «Stanno cambiando idea rispetto all'ipotesi del presidente? Certo, il direttore generale dalla Asl unica sarebbe troppo potente, all'interno del Pd non troveranno mai l'accordo e si inventeranno soluzioni pasticciate per accontentare le varie richieste».
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Conferenza
Ospedali e Rete, oggi alla Fiera la presentazione
 
Promozione dell'ospedale di Alghero a presidio di primo livello, no al Policlinico di Monserrato al secondo livello. Istituzione della Breast Unit (per il tumore al seno) a Sassari, apertura del Trauma Center al Brotzu. Ancora: i posti letto, quelli tagliati da un lato, e quelli concessi al Mater Olbia che si inaugura il primo dicembre con il reparto di Pediatria. Le nuove strutture, San Gavino in pole position, Alghero e Cagliari per le quali bisogna ancora trovare i fondi. La trasformazione del San Giovanni di Dio, nel capoluogo, in presidio della rete territoriale.
Di tutto questo si parlerà oggi al Palazzo dei congressi della Fiera di Cagliari, a partire dalle 10, nel corso della Conferenza intitolata “La Rete ospedaliera nella riforma sanitaria regionale”, organizzata dall'assessorato della Sanità. Aprono i lavori il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. A seguire, l'assessore della Sanità, Luigi Arru, illustrerà “La rete ospedaliera nella riforma sanitaria”. Poi il direttore generale dell'assessorato, Giuseppe Sechi, introdurrà la Rete territoriale. Intervengono: Mario Braga (Agenas), Mondo Perra (presidente della commissione sanità in Consiglio), i rettori delle università di Cagliari e Sassari, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli, il presidente Anci, Pier Sandro Scano, Maria Laura Maxia del Tribunale del malato, i presidente dei chirurghi italiani, Luigi Presenti. Conclusioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Liquidità urgente
Dal Fondo unico soldi per pagare i dipendenti
 
Si tolgono i soldi ai Comuni per finanziare le Asl, ma con la promessa, l'anno prossimo, di rimetterli a posto. Poco più di 274 milioni di euro: la Giunta ha dovuto fare una delibera urgente per coprire il fabbisogno di liquidità delle Aziende sanitarie, cioè per pagare stipendi e fornitori e chiudere il 2015. Di questa cifra, 50 milioni 836 mila euro sono stati attinti dalla parte corrente dei trasferimenti agli enti locali, dal Fondo unico del 2016. Non c'erano alternative, ma sembra che la Giunta si sia impegnata solennemente a “restituire” il denaro destinato alle amministrazioni comunali.
Il disegno di legge “Disposizioni in materia di sanità pubblica, prime misure per la copertura delle perdite pregresse” è della settimana scorsa e autorizza l'anticipazione di tesoreria, la copertura è provvisoria, poi nel bilancio 2016 saranno aggiustate le voci. Certo, da qualche parte i soldi bisogna pur prenderli, così come il risparmio deve iniziare sul serio. Ieri, tra le altre cose, la Giunta ha approvato una serie di interventi per la razionalizzazione e il contenimento della spesa farmaceutica.
Intanto si lavora a un piano di rientro pluriennale, per colmare il buco della sanità sarda, arrivato a quota 400 milioni di euro. Si preannunciano lacrime e sangue: la legge impone alle Regioni, in questi casi, di agire sulla leva fiscale, cioè, per recuperare denaro, si potrà, ad esempio, aumentare l'addizionale regionale Irpef (oggi al minimo) o introdurre i ticket sulle ricette.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Giunta
Oltre 5 milioni per le università decentrate
 
La Giunta ha stanziato 5,6 milioni di euro per le università decentrate per il completamento dei corsi gia avviati. All'Università di Sassari, per il corso della sede di Olbia, andranno 640mila euro mentre 5 milioni di euro saranno distribuiti tra la sede decentrata di Nuoro e quella di Oristano. Tre milioni di euro saranno assegnati tenendo conto dei costi medi, altri 500 mila verranno divisi in proporzione alla percentuale degli studenti immatricolati. Un milione, invece, verrà ripartito sulla percentuale degli studenti laureati.
Su proposta dell'assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, la Giunta ha, inoltre, stanziato 3 milioni di contributi per abbattere i costi degli affitti per gli studenti sardi che frequentano l'università nell'Isola, in continente o all'estero. I fondi saranno divisi tra l'Ersu di Cagliari e Sassari. (m. s.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
MERAVIGLIA, ANCHE IN ITALIA SI FA DELLA BELLISSIMA SCIENZA
Festival È il pensiero del fisico Fernando Ferroni che ieri ha inaugurato la rassegna
 
La fabbrica delle meraviglie non è monopolio esclusivo dell'arte. Nel Seicento, per esempio, fu il senso di stupore generato dalle scoperte scientifiche, divenute capaci di indagare l'infinito e rivoluzionare le conoscenze sull'universo, a contagiare e ispirare letteratura, pittura, scultura e architetture barocche. «Basta sollevare lo sguardo verso il cielo e scorgerne le stelle per capire quali emozioni la scienza possa essere capace di suscitare», dice Fernando Ferroni. Ordinario di Fisica alla Sapienza di Roma, presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, ha lavorato per anni al Cern di Ginevra.
Ieri è stato a Cagliari per inaugurare l'ottava edizione del Festival della scienza dedicato al tema della meraviglia, incantando con la sua lectio l'affollatissima sala delle conferenze dell'Exma. Fino al 15 novembre, tra l'ex mattatoio (sede tradizionale dell'iniziativa) e il Ghetto, si susseguiranno conferenze, incontri, presentazioni di libri, laboratori, spettacoli e animazioni che tenteranno di vincere la resistenza di quanti sono conviti che possibilità immaginifiche e creatività siano soffocati da pragmatismo e misura.
Perché sostiene con la sua presenza l'evento che si svolge a Cagliari?
«Insieme ad altri che si tengono nel resto del Penisola, ha il merito di colmare il deficit di conoscenza su quanto di meritorio faccia la scienza. È utile per rompere le barriere di separazione col pubblico e di favorire la divulgazione. In città medio-piccole come Cagliari la possibilità di incontro è di gran lunga superiore rispetto a Roma, Milano o Napoli».
L'Italia guarda a se stessa in maniera molto critica e spesso si culla nei suoi ritardi. Accade anche nell'ambito scientifico?
«C'è tutta una mitologia che induce a un eccessivo vittimismo. È vero che l'Italia investe poco nella ricerca, ma in un lavoro di autoanalisi non bisogna trascurare di considerare che occupiamo il settimo posto nella classifica dei paesi più produttivi per pubblicazioni scientifiche. Abbiamo diverse eccellenze straordinarie. La fisica italiana è all'avanguardia. Anche nel campo della medicina l'Italia ha strutture di ricerca e cura invidiate dal resto del mondo. Non diamoci addosso, quindi. Riconosciamo che siamo un Paese capace di fare bellissima scienza e battiamoci perché ci vengano dati più mezzi per la ricerca».
Questo arginerebbe anche la fuga dei cervelli verso le Università straniere.
«L'esperienza di studio o di ricerca all'estero di per sé è auspicabile. Per i giovani è fonte di arricchimento. Non viverla può rappresentare una menomazione. Il limite reale del nostro Paese è quello di non disporsi a riaccogliere quanti hanno fatto esperienza fuori dai confini nazionali o di attrarre chi voglia fare ricerca nelle nostre Università. Si tratta di un problema di carattere economico. Gli stipendi in Italia sono molto più bassi rispetto a quelli del resto di Europa e quindi inadeguati ai bisogni di chi vuole legittimamente pensare di sostentare se stesso, la propria famiglia e quindi di pianificare il futuro».
Rispetto ai problemi della formazione, la scuola primaria fa abbastanza per avvicinare i bambini alla scienza?
«Il compito dei docenti è oggi agevolato dall'accessibilità ai contenuti e alle esperienze assicurata da internet. La scienza è quindi a portata di mano. Serve che, attraverso un'adeguata preparazione degli insegnanti, si guidino gli alunni in percorsi validi e si faccia delle rete uno strumento didattico a tutti gli effetti».
Manuela Arca
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Teatro lirico
La Regione nomina Quaquero
 
La Giunta regionale ha nominato Angela Quaquero rappresentante della Regione all'interno del Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro lirico. La nomina è giunta all'indomani delle dimissioni rassegnate dal precedente componente designato dalla Regione, Alessio Loi, che ha ritenuto di doversi astenere dall'esame delle candidature a Sovrintendente della Fondazione per conflitto d'interesse con uno dei candidati.
L'iter dell'esame delle candidature, avviato lo scorso 15 ottobre, era bloccato. Anche uno dei rappresentanti del Comune si era astenuto.
La Giunta ha dunque deciso di designare subito il sostituto di Alessio Loi per consentire la ripresa del lavoro da parte del Consiglio di indirizzo. In ogni caso, continua il periodo burrascoso per il Teatro lirico. Di fatto, mancando il numero legale, l'altro ieri non si poteva votare. Concreto il pericolo del commissariamento. Dopo la gestione di Marcella Crivellenti, di Mauro Meli e di Angela Spocci (esautorata all'inizio dell'agosto scorso dopo il periodo di prova), il Teatro continua a essere privo di sovrintendente.
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
Oltre 5 milioni dalla Giunta regionale
Finanziamenti alle università, Alghero tagliata fuori
 
CAGLIARI Le università di Nuoro, Oristano e Sassari-Olbia avranno i finanziamenti per completare i corsi avviate in questo anno accademico. Ma la ripartizione ha sollevato subito un caso: il sindaco di Alghero Mario Bruno ha protestato perché la sede della facoltà di architettura è stata tagliata fuori senza un motivo plausibile: «Chiederemo subito spiegazioni alla Giunta», è stato il duro commento.
Lo stanziamento per i corsi decentrati sarà in totale di 5 milioni e 640 mila euro. L’assessorato alla Cultura ha destinato la fetta più grossa alle sedi decentrate di Nuoro (scienze ambientali, forestali e biologiche, master su sanità, gestione aziendale e beni culturali) e di Oristano (servizi turistici, tecnologie agricole e la scuola di specializzazione in archeologia).
L’università di Sassari avrà a disposizione 640mila euro per finanziare il corso di specializzazione in marketing turistico organizzato. Sempre su proposta dell’assessore Claudia Firino, la Giunta ha stanziato anche tre milioni per abbattere i costi del fitto casa a favore degli studenti residente in Sardegna da almeno cinque anni e iscritti a corsi universitari nell’isola, nella penisola e all’estero.
Il fondo sarà ripartito tra fra l’Ersu di Sassari, 600mila euro, e di Cagliari, un milione e 150mila. Un milione e 250mila euro sarà destinato invece agli studenti iscritti all’estero- Il contributo massimo potrà essere di 2.500 euro all’anno per studente. Dall’assessorato alla Sanità arrivano infine i 14 milioni destinata a diversi interventi sempre a favore delle Università. Tra questi, i contributi per l'istituzione di borse di studio per le scuole di specializzazione destinate a medici e non medici e i finanziamenti al progetto di ricerca per la prevenzione dell'infortunistica stradale.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cagliari24Ore – pagina 9
UNIVERSITÀ
Niente lezioni contro il nuovo Isee
 
Niente lezioni ieri per tutta la giornata nelle aule delle facoltà della univrsità di Cagliari. Nel mirino ci sono i nuovi parametri Isee varati dal Governo. Quelli che - secondo le cifre riportate da due associazioni studentesche nei giorni scorsi durante un sit in al Rettorato, che ha dato l’appoggio alla protesta degli studenti - hanno lasciato fuori dai benefici per borse di studi e alloggi circa mille universitari iscritti a Cagliari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
ENTI LOCALI, SERVIZI UGUALI PER TUTTI
Riporterei la discussione sui diritti fondamentali da garantire ai cittadini piuttosto che sui nomi da attribuire alle nuove istituzioni
di GIANMARIO DEMURO
 
Mi trovo in una posizione scomoda, con un doppio ruolo: assessore della Giunta guidata da Francesco Pigliaru e costituzionalista e quindi da sempre impegnato nelle questioni che riguardano vecchie e nuove istituzioni e il difficile bilanciamento dei poteri e delle funzioni tra diversi enti territoriali di cui mi occupo sin dalla riforma del 1990. Mi sia consentita anche una divagazione, per così dire, personale che riguarda direttamente le mie radici che sono “miste”.
Sono cagliaritano e sassarese-gallurese e convivo felicemente con questa tripla identità, ma sono soprattutto sardo. Nel mai sopito dibattito tra regionalismo e municipalismo il punto di equilibrio va trovato nel ruolo regolativo che certamente è in capo alla Regione. Lo sviluppo dei territori prescinde dalla eguaglianza tra istituzioni perché comunque le istituzioni territoriali svolgono compiti diversi in ragione delle funzioni ad esse assegnate.
Di conseguenza maggiori saranno le funzioni, maggiori saranno le responsabilità; spetta alla Regione regolare, spetta ai comuni amministrare. Principio semplice riassunto dal principio costituzionale di sussidiarietà e di adeguatezza. Naturalmente ogni regolazione territoriale non può prescindere da un contesto in cui tutti abbiano pari opportunità; ma le pari opportunità non dipendono tanto dalla forma istituzionale quanto dalla allocazione delle funzioni.
Pensiero questo che era ben presente in Assemblea Costituente: «La Regione - dice Emilio Lussu – è in Italia una unità morale, linguistica e sociale, la più adatta a diventare unità politica. La provincia al contrario non è che una superficiale, forzata, costruzione burocratica. La provincia può sparire come è venuta in uno solo giorno. La Regione rimane...».
Un giudizio illuminante, ancora valido, a distanza di molti anni che rafforza le parole di Alessandro Galante Garrone pronunciate dopo la morte di Lussu nel 1975: «Muore un uomo di cui l'Italia, oggi, avrebbe disperatamente bisogno». Nei giorni scorsi, in occasione di un convegno a Trieste organizzato dalla regione Friuli Venezia Giulia, ho ribadito i motivi che mi inducono a sostenere la riforma approvata dall'esecutivo di cui faccio parte. In quella sede ho sottolineato un aspetto che ritengo non secondario: le regioni a Statuto speciale, nell'ambito del riordino degli enti locali, hanno potestà esclusiva e ciò comporta una particolare responsabilità nella disciplina dei nuovi assetti che la legge nazionale affida alle regioni.
Pertanto la Regione, nella fase del riordino e nella definizione degli ambiti territoriali e amministrativi, deve esercitare in pieno la capacità di regolarli. C'è un altro punto fondamentale. Il vero problema, nel nuovo assetto degli enti locali, sono i servizi da assicurare ai cittadini in base a funzioni ben definite. È necessario garantire a tutti i territori, non tanto identiche istituzioni, ma uguali servizi in linea con gli obiettivi della finanza pubblica e con le vocazioni dei luoghi.
Ribalterei il dibattito e lo riporterei appunto a una discussione sui diritti fondamentali da garantire ai cittadini piuttosto che sui nomi da attribuire alle nuove istituzioni. A prescindere dalle sovrastrutture amministrative è importante mantenere l'uguaglianza sostanziale tra i cittadini nel senso che tutti possano beneficiare di servizi di qualità e di un “welfare” equilibrato.
Approfitto dello spazio che cortesemente La Nuova Sardegna mi mette a disposizione per fare appello alla sicura capacità argomentativa di coloro che sono intervenuti nel dibattito per riportare il confronto sul terreno della leale collaborazione tra aree geografiche tutte parti della medesima Isola. Come recentemente ricordato da Aldo Bonomi, sarà la differenziazione territoriale a far competere al meglio le istituzioni. La differenziazione è il cuore della nostra specialità.
*assessore regionale degli Affari Generali
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
università
Disturbi dell’apprendimento,
il convegno fa il tutto esaurito
 
SASSARI L’aula magna gremita, i corridoi del rettorato affollati: segno che i Disturbi specifici dell’apprendimento interessano non poco alla comunità cittadina. E per parlare di dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia, l’Università di Sassari ha chiamato ieri pomeriggio Giacomo Stella e Luca Grandi. Stella è professore ordinario di Psicologia clinica nell’Università di Modena e Reggio Emilia, mentre Grandi è responsabile della cooperativa Anastasis di Bologna. «Siamo stati colpiti da questa partecipazione straordinaria - ha detto Stella alla fine della conferenza - Vuol dire che i Dsa sono un tema caldo che interessa tantissimi insegnanti, in Sardegna c’è tanta voglia di cambiare e imparare». «Questo è solo il primo passo che l’università di Sassari compie per crescere- ha detto . Stefano Sotgiu, delegato del Rettore ai DSA e presidente della Commissione per le problematiche degli studenti disabili e con DSA - Vogliamo organizzare percorsi di alta formazione dedicati ai docenti dell’Ateneo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 35
cagliari
Angela Quaquero nel Cdi del Lirico
Sarà il nuovo rappresentante della Regione
 
La giunta regionale ha nominato Angela Quaquero (nella foto) rappresentante della Regione all'interno del Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. La nomina si è resa necessaria e urgente all’indo- mani delle dimissioni rassegnate dal precedente componente designato dalla Regione, Alessio Loi, che ha ritenuto di doversi astenere dall’esame delle candidature a Sovraintendente della Fondazione per conflitto d'interesse con uno dei candidati. L'iter dell’esame delle candidature, avviato lo scorso 15 ottobre, era bloccato in quanto anche uno dei rappresentanti del Comune si è astenuto. La giunta ha dunque deciso di designare subito il sostituto di Loi per consentire la ripresa del lavoro da parte del Cdi. Resta da chiarire la posizione dell’amministrazione comunale di Cagliari. Giorni fa il rappresentante del Mibact, Tore Cherchi aveva fatto pressing sul Comune in maniera esplicita: «Le istituzioni locali devono ripristinare la pienezza del consesso». Ora si tratta di vedere se l’amministrazione Zedda accoglierà l’invito oppure apetterà che venga nominato il nuovo Soprintendente.

Questionario e social

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