Domenica 8 novembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 novembre 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
20 NOVEMBRE. Bando dell'Ersu
Ecco i sussidi straordinari per studenti
 
Si informano gli studenti che il 19 ottobre l'Ersu ha approvato il bando di concorso per l'attribuzione di sussidi straordinari per l'A.A.2015/16. Le domande di partecipazione dovranno pervenire all'ufficio Diritto allo Studio entro le 13 del 20 novembre. Il bando è consultabile sul sito Ersu: http://www.ersucagliari.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4443%3Abando-di-concorso-per-sussidi-straordinari-aa-201516&catid=1%3Aultime&Itemid=154. Le graduatorie sono così suddivise: studenti diplomati nel 2011/2012 e immatricolati nel 2012/2013; studenti iscritti al primo anno di laurea magistrale/specialistica nell'anno accademico 2011/2012; studenti iscritti in corso ad anni successivi al primo nell'anno accademico 2011/2012. La scadenza del bando di Concorso 2016-18 è il 21 dicembre.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra (Pagina 47 - Edizione CA)
Dopo la Moretta nuova sfida: prima birra a chilometri zero
TERTENIA. Pace fatta con i Lara, Heineken benedice il nuovo prodotto
 
Bionda, saporita e con un grado alcolemico di appena 4,7 per cento. È l'ultima arrivata in casa Lara e la prima birra a chilometri zero in Sardegna. Il birrificio a conduzione familiare di Tertenia inaugura Breca, realizzata con prodotti coltivati nell'isola. Intanto i capoccioni del colosso mondiale Heineken dopo aver fatto un passo indietro, sul presunto plagio dell'etichetta Moretta, benedicono la birra sarda.
L'ESPERIMENTO L'idea di produrre una nuova bevanda alcolica con un'impronta sarda è nata dalla collaborazione tra il birrificio di Francesca Lara e di suo marito Gianni Piroddi e la facoltà di Agraria dell'università di Sassari, con il coordinamento della docente Marilena Budroni: insieme hanno dato vita a un progetto sperimentale, durato tre anni e denominato ProBirra (finanziato da Mipaaf), partendo dalle materie prime prodotte nell'isola: lievito, orzo, grano, luppoli e acqua.
IL RISULTATO Breca è una birra blanche , che si ispira allo stile belga, prodotta miscelando una percentuale di frumento di grano duro del tipo Senator Cappelli. Tutte le materie prime sono state analizzate attentamente dallo staff di ricercatori dell'università. «Siamo pienamente soddisfatti del risultato - commenta il mastro birraio Gianni Piroddi - l'esperimento ci ha permesso di constatare scientificamente, con numerose analisi, sia le reali potenzialità delle materie prime ma anche della qualità della terra nell'isola». Con il primo ciclo di produzione sono state confezionate oltre 1500 bottiglie: «A giorni inizieremo con il secondo ciclo», precisa Piroddi.
IL COLOSSO La famiglia Lara ha trascorso oltre un anno con il fiato sospeso a causa di una diffida presentata dalla Heineken: «Secondo loro la nostra birra Moretta ricordava troppo la loro birra Moretti», racconta Francesca Lara. «Abbiamo risposto alla lettera motivando la scelta della nostra etichetta - precisa l'imprenditrice - qualche giorno fa Alberto Bottalico ci ha inviato una lettera che conteneva un messaggio emozionante: “sia benedetta la birra Lara”».
Giovanna Falchetto
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
Istruzione
GLI UNIVERSITARI EMIGRANO,
SI SVUOTANO GLI ATENEI DEL SUD
Gli scarsi fondi a disposizione per la concessione delle borse di studio e la riforma del computo dell’Isee di fatto penalizzano gli studenti delle regioni meridionali
di Eugenia Tognotti
 
Il meno che si può dire è che, in materia di Università e ricerca, questa bozza del disegno di legge di stabilità 2016, in discussione al Senato, contiene misure insufficienti, di cui si possono già prevedere i principali effetti: l’aumento degli squilibri all’interno del sistema universitario e l’ulteriore indebolimento del welfare universitario.
Ma ce n’è uno, di effetto, che richiede uno speciale angolo d’osservazione: la forbice tra gli atenei del Sud e delle isole, sempre più vuote, e quelli del Nord. Se i primi perdono studenti, i secondi si mantengono quasi stabili, in linea, pressappoco, con le dinamiche demografiche. Il grande esodo degli studenti dalle Università del Mezzogiorno è rappresentato dall’interminabile sequela di segni meno nell’elenco dei 61 atenei statali. Il calo, negli ultimi 4 anni, degli immatricolati, cioè degli iscritti per la prima volta, all’Università riguarda ben 31 Atenei, tra cui Sassari (-10,5) e Cagliari (-10,1), rispettivamente al 26° e al 27° posto tra i 41 che si discostano dal dato nazionale, che è del 6, 8 per cento. Al primo posto Reggio Calabria con –40 per cento.
E’ il frutto avvelenato delle politiche di questi anni: pochi alloggi, meno borse di studio e aumento delle tasse. Allo zoppo la spina, come si dice. Ci si è messa anche la riforma del meccanismo di computo dell’Isee, vale a dire l’indicatore della situazione economica della famiglia dello studente.
L’uso di nuovi parametri ha fatto sì che un quarto circa degli studenti italiani appaia più ricco rispetto all’anno precedente, pur essendo rimasto invariato il reddito. Accade così che, a Cagliari, oltre mille ragazzi siano esclusi dalle graduatorie per borse di studio e alloggi. Viene quasi da dire che alcuni di loro avrebbero avuto maggiori opportunità sotto la dominazione sabauda e nel regno d’Italia, quando giovani di modeste condizioni economiche e meritevoli - come Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Pietro Canalis, Angelo Roth, tanto per fare qualche nome noto - potevano concorrere a una delle cento borse di studio bandite dal cosiddetto Collegio delle Province, istituito dai Savoia a Torino.
La legge di stabilità nell’era Renzi non prevede fondi per le borse di studio. Quest’ambito d’intervento cruciale, affidato alle Regioni, si è rivelata una scelta infelice. Non era necessario possedere poteri divinatori per prevederne gli esiti. I Governatori delle Regioni con maggiori difficoltà di bilancio non hanno dato la precedenza a questo genere di spesa, poco produttiva sul piano elettorale.
Nel 2014, in Sardegna, solo il 56% degli studenti, con tutti i requisiti richiesti, ha potuto usufruire dello sconto parziale o totale delle tasse d’iscrizione, perché l’Ente per il diritto allo studio non ha erogato i fondi. Questo significa che quasi la metà degli studenti sardi sono “idonei non beneficiari” una schiera che si è ingrossata, rispetto all’anno prima, di circa l’8 per cento. Diritto allo studio assicurato in Emilia Romagna, provincia di Bolzano, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria e persino Basilicata, dove la copertura è stata invece integrale (al 100 per cento).
Gli scenari che si prospettano sono a dir poco allarmanti. Stando ad una ricerca del Sole 24 ore, nessun ateneo meridionale si trova tra quelli in cui il calo è inferiore a quello demografico, mentre 16 dei 32 Atenei in cui la flessione è superiore si trovano al Sud. Il fenomeno degli studenti che dopo la maturità si trasferiscono al Nord, dove sperano di trovare maggiori opportunità è in crescita anche in Sardegna.
Ad alimentare l’esodo sono naturalmente gli studenti le cui famiglie sono nelle condizioni di sobbarcarsi le spese. Si mette così in moto un circolo vizioso: nelle università che si svuotano diminuiscono gli iscritti in grado di pagare le tasse e aumenta il numero di quelli che hanno diritto all’esenzione a carico degli atenei.
Una perdita che non è compensata dal supplemento assicurato alle Università in base ad un costo standard per studente. Un circolo vizioso che si traduce in una perdita di tanti giovani in formazione, facendo mancare una corrente di energie, intelligenze, competenze, speranze, che potrebbero fare la differenza per il futuro della Sardegna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 31
IL TERZO POLO SANITARIO NON S’HA DA FARE
L’assessore regionale Arru: «La riforma non si tocca. Il San Francesco sarà un ospedale di primo livello rinforzato»
L’ESPONENTE DELLA GIUNTA Pigliaru mi ha chiamato al governo regionale come elemento di garanzia non posso fare lobbismo di basso profilo
di Gianna Zazzara
 
NUORO Partita chiusa per il polo sanitario del Nuorese. Luigi Arru, l’assessore regionale alla Sanità che tra qualche giorno incasserà il via libera della giunta al suo progetto di ridisegno della rete ospedaliera sarda, spegne le speranze di quanti puntavano a una correzione della riforma. «Gli hub si faranno a Sassari e a Cagliari – ribadisce l’assessore –. Il San Francesco sarà un ospedale di primo livello rinforzato».
E questo perché, come ha detto Arru qualche giorno fa nel corso di un convegno sugli enti locali, «bisogna dire la verità. Chi mi crede se dico che l’ospedale di Nuoro è il migliore del mondo?». E se lo dice lui, che ha iniziato la sua carriera come ematologo proprio al San Francesco, c’è da credergli. «La sanità nuorese, questa è la verità, è agli ultimi posti per una serie di importanti indicatori».
Quindi addio al Terzo polo sanitario sardo. «E poi basta parlare di poli – sbotta Arru –, i poli portano alle esclusioni mentre noi abbiamo necessità di creare reti se vogliamo offrire una sanità di qualità». Perché è questo il vero problema: se la Sardegna vuole un sistema sanitario di qualità ha bisogno di utilizzare in modo appropriato le risorse disponibili. «Diluire le risorse in più poli significherebbe sacrificare la qualità».
E questo non ce lo possiamo più permettere: «In Sardegna i ricoveri sono tutti casi di bassa e media complessità, non ci sono cure intermedie forti. E così siamo costretti ad emigrare, anche per curarci». Per l’assessore l’obiettivo della riforma sanitaria è quello di «migliorare i servizi offerti ai sardi assicurando l’assistenza sanitaria di qualità anche a quelle aree finora penalizzate». E precisa: «È una riorganizzazione che aggiunge, non toglie servizi. Se non si ridisegna il sistema continueremo ad utilizzare l’ospedale in maniera non appropriata».
E il ruolo di Nuoro dopo l’approvazione della riforma? «L’ospedale di Nuoro è in una posizione privilegiata perché svolge una funzione attrattiva per il territorio. Infatti sono sempre di più i pazienti che si rivolgono alla sanità nuorese. Per questo voglio garantire l’esistente, il San Francesco sarà un centro di primo livello rinforzato». Rinforzato, ma non terzo polo sanitario come speravano in tanti.
«L’ospedale di Nuoro avrà un ruolo fondamentale perché tutte le specialità che ha resteranno. Anzi, avrà un ruolo fondamentale anche nella cura di molte patologie. Al San Francesco arriverà anche la Breast unit, un centro multidisciplinare per la cura del tumore al seno». Per l’assessore la riorganizzazione della rete ospedaliera è necessaria: «Abbiamo bisogno di reti di patologia, in Sardegna ci sono più di 5mila persone affette da sclerosi mulipla. In tutta l’isola, poi, non c’è neanche un trauma center. Sono queste le priorità. L’obiettivo della riforma è offrire ai sardi un servizio sanitario di qualità».
E ci saranno finalmente tre basi per l’elisoccorso. «Una sarà proprio a Nuoro. Ora l’elicottero dei vigili del fuoco parte da Alghero, è assurdo». La riforma sanitaria targata Arru sarà approvata dalla Giunta regionale nei prossimi giorni. E a chi reclama il terzo polo sanitario risponde così: «Ripeto, quello che mi auguro è una svolta nel modello di cure che risponda alle esigenze dei pazienti, non a quelle dei partiti. Io devo essere credibile come sardo prima che come nuorese e ho un obbligo di fedeltà nei confronti di Francesco Pigliaru che mi ha chiamato al governo regionale come elemento di garanzia. E poi siamo seri, non posso fare lobbismo di basso profilo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Cultura e spettacoli – pagina 34
Reading e incontri con Stella, Bellu e D’Amico
Al via il festival “I libri aiutano a leggere il mondo”
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI E’ sul tema del lavoro (il sottotitolo è “Il lavoro nel cuore”), inteso nelle sue accezioni più positive, che ruoterà la sesta edizione de “I libri aiutano a leggere il mondo”, rassegna incentrata sulla promozione della lettura a 360 gradi in programma da ieri, sino a gennaio, tra gli spazi della Mediateca del Mediterraneo, la Biblioteca provinciale e l’ex carcere di Buoncammino.
Per l’occasione arriveranno ospiti di conclamata caratura: il giornalista del Corsera Gian Antonio Stella, l’ex senatore e sociologo Luigi Manconi, Valentina Calderone, direttrice dell’associazione “A buon diritto”, sino ai giornalisti Paolo, Piras, Serena Uccello e Giommaria Bellu. Organizzata dall’associazione culturale Malik, in collaborazione con l’associazione A si biri e una miriade di altre realtà che si muovono tra il campo del sociale e quello culturale, la rassegna nei mesi scorsi ha già preso le mosse in giro per diverse scuole dell’isola. Adesso si entra nel vivo.
«Dall’architettura alla pittura, alla grafica, sino al fotogiornalismo, cerchiamo di toccare vari tasti per solleticare il piacere verso i libri», ha affermato la coordinatrice della rassegna, Laura Pisu. Che parla non di un festival letterario, ma di un progetto di coinvolgimento a più livelli in cui la presentazione di libri è solo una parte del tutto: laboratori per le scuole, reading, incontri con esponenti del mondo della cultura, spettacoli, sino al concorso per i ragazzi delle superiori “My face, my book”, sono tutti parte fondanti di un grande progetto.
Partendo dal libro di Primo Levi “La chiave a stella”, pubblicato nel 1978 e vincitore del Premio Strega, l’edizione dedicata al lavoro di “I libri aiutano a leggere il mondo” è partita ieri nell’ex carcere di Buoncammino, con dibattito sul tema dell’utilità del carcere. Ospiti erano Luigi Manconi e Valentina Calderone, autori del libro “Abolire il carcere”, insieme al direttore della comunità La Collina di Serdiana, Ettore Cannavera. Oggi alle 17,30 alla Biblioteca provinciale “Emilio Lussu”, spazio a un altro tema controverso dell’attuale dibattito politico-culturale: si parlerà delle politiche di integrazione degli immigrati in un altro incontro a più voci ancora con Manconi, insieme a Valentina Brinis, al giornalista Giovanni Maria Bellu e Massimo Zedda.
Il 13 novembre si prosegue con Giovanni Maria Bellu e Gian Antonio Stella che si confronteranno sulla libertà di informazione in un incontro dedicato al giornalista recentemente scomparso Giorgio Melis. Il 20, in collaborazione con Trame, festival sulle mafie, alla Mem c’è il dibattito sulla ‘drangheta e le alternative possibili (ospiti la giornalista del Sole 24 ore Serena Uccello e l’imprenditore Gaetano Saffiotti), seguito da un incontro sul reportage in compagnia dei fotogiornalisti Tano d’Amico, Michele Smargiassi e Samuele Pellecchia.

Questionario e social

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