UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 28 ottobre 2015

Mercoledì 28 ottobre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 ottobre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI



L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Dal grembo materno all’età adulta
Cento relatori, settecento iscritti. A Cagliari si danno appuntamento i grandi nomi della neonatologia mondiale. Domani mattina, al T-Hotel, si apre il workshop “From the womb to the adult”, dal grembo materno all’età adulta, promosso dal dipartimento di Scienze chirurgiche, sezione materno-infantile e terapia intensiva neonatale del Policlinico di Monserrato, diretto dal professor Vassilios Fanos.
Ricerca su cellule staminali, pediatri di famiglia, le cure più adatte per il bambino: sono alcuni temi che verranno affrontati durante i lavori, previsti fino a sabato.
In calendario meeting scientifici, sette appuntamenti interdisciplinari di alto livello con la partecipazione di neonatologi, pediatri, ginecologi, perinatologi, ecografisti, farmacologi, infermieri, ostetriche, laboratoristi e anatomopatologi provenienti da mezzo mondo. L’evento è inserito nell’undicesima edizione del congresso internazionale di neonatologia.
(m. lam.)

 

 
 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 ottobre 2015 /Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
«Non esiste l’alimento perfetto, a far male è l’esagerazione»
Dice che la carne rossa è come l’alcol: «Si deve consumare con intelligenza. Solo l’abuso di queste sostanze può portare a una neoplasia», chiarisce Efisio Defraia, responsabile del reparto di Oncologia medica dell’ospedale Businco di Cagliari. Insomma: chi non esagera può stare tranquillo: «La dieta mediterranea è la migliore, e non è priva di carne rossa. Si può mangiare due volte alla settimana. E serve, perché ha dei valori nutrizionali importanti. Ma non deve essere l’alimento principale. In questo caso ci sarebbe un’esagerazione. Pericolosa come tutte le esagerazioni».
Bisogna stare attenti soprattutto a come viene cucinata: «A essere pericolosi sono i nitriti e i nitrati, che si sviluppano con la cottura. Avete presente la crosticina che crea la griglia? Però non mi sento di sconsigliare di cuocere la carne alla brace: al massimo posso sconsigliare di mangiare le parti bruciate. Sono quelle a far male». In generale, nella dieta l’importante è variare: «Così non si sbaglia. Se uno mangia tutti i giorni insaccati, invece rischia. Ma attenzione: prima del cancro ci sono le malattie cardiovascolari».
L’alimentazione, nella formazione dei tumori, «rappresenta un co-fattore», spiega Defraia. Dunque non c’è una relazione diretta tra carni rosse e cancro. «Ci sono persone che si alimentano sempre con la carne e non sviluppano nessun tumore. Questa abitudine però può concorrere alla formazione di una neoplasia insieme a fattori genetici e allo stile di vita».
Secondo Giovanna Ghiani, nutrizionista e docente di fisiologia e scienze dell’alimentazione all’università di Cagliari, si deve partire da un principio fondamentale: «Nell’alimentazione niente ti ammazza e niente ti salva». Tutto va affrontato con raziocinio: «Purtroppo c’è molta ignoranza in questa materia e internet non fa altro che aumentare le preoccupazioni, spesso infondate».
In Italia si può stare tranquilli: «I consumi medi di carne sono bassi, sotto i livelli di rischio. Poi l’Oms dice che è pericoloso soprattutto il prosciutto, per via dei metodi di conservazione. Ma ai prosciutti italiani e sardi viene aggiunto solo il sale. La nostra carne non contiene ormoni, perché sono vietati, a differenza di quello che succede in America».
La carne rossa è importante per l’apporto di alcune sostanze: «Proteine e ferro su tutte. Quanta se ne può mangiare? Direi una o due volte alla settimana. Il messaggio che ci vuole dare l’Oms è questo: l’esagerazione fa male. Non esiste l’alimento perfetto». Il consiglio è di «controllare i fornitori e consumare carni italiane». E pensare ai centenari che vivono in Ogliastra: «La loro alimentazione è costituita da carni e prosciutti, eppure vivono a lungo, anche grazie a uno stile di vita che li portava a fare tanto movimento». (m. r.)
 
 


L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 ottobre 2015 /Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
I risultati in una tesi universitaria. Il ginecologo Melis: «Sono dati incontrovertibili»
Quirra, la ricerca che fa paura: ci sono troppi aborti spontanei
Troppi bambini mai nati nel poligono. I numeri, freddi: su 477 gravidanze, 78 sono state interrotte da un aborto spontaneo. Con un’incidenza molto superiore alla media regionale. Il 27 per cento in più, stando ai rapporti Istat. Il commento, secco: «Dati allarmanti». A rendere preoccupante il quadro è il campione analizzato: le cifre sono riportate in un studio condotto sui dipendenti civili e militari della base di Quirra-Perdasdefogu, riversato nella tesi di laurea di una studentessa di Medicina, all’Università di Cagliari
L’autrice si chiama Elena Vacca e il bollino di autorevolezza arriva dalla firma del docente relatore: Pierluigi Cocco, storico medico del complesso militare tra Sarrabus e Ogliastra. L’allarme viene rilanciato da Gianbenedetto Melis, professore e guida della Ginecologia del Policlinico. Conosce il contenuto della tesi, era stato controrelatore: «Il numero degli aborti spontanei riscontrato va molto oltre le medie, il dato è incontrovertibile», spiega, e aggiunge: «Certo, bisognerebbe accertare quali sono state le cause del fenomeno». Melis non va oltre, lo impone il rigore scientifico. Anche se qualche risposta ai quesiti della seconda fase potrebbe essere già esistere: il suo collega, il professor Cocco, è stato autore di un progetto di ricerca, finanziato dal ministero durante i lavori del Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cpcm) dei dipendenti della Difesa, che ha studiato proprio le patologie diffuse tra il personale del poligono di Quirra e Perdas.
Ma c’è un problema. I risultati del suo lavoro (finanziato con 170 mila euro) sono coperti da una specie di segreto di Stato. Lo sa bene il senatore del Movimento 5 Stelle, Roberto Cotti, che ha usato tutti gli strumenti ispettivi a sua disposizione per mettere le mani sul documento. Finora ha ricevuto solo risposte evasive da generali vari, ma niente dati.
Intanto ci sono i risultati della tesi universitaria, che sembra aver tracciato il solco per la ricerca del professore. Risale al 2011, ma non era mai uscita dall’Ateneo. Il titolo è “Valutazione del rischio di aborto spontaneo e dei difetti dello sviluppo fetale nella progenie del personale militare e civile impiegato nel Poligono Interforze del Salto di Quirra”. Ai dipendenti tra giugno e luglio era stato consegnato «un questionario con una serie di domande sulla salute riproduttiva, l’eventuale presenza e numero di figli, l’età alla nascita del primo figlio (...) eventuali malformazioni congenite nella prole, eventuali aborti spontanei da parte della partner». Erano presenti solo due donne, quindi il campione è composto da maschi. Hanno risposto in 391. «Gli intervistati», si legge nelle conclusioni, «hanno riferito 477 gravidanze tra le loro partner, 399 delle quali a termine e 78 interrotte per aborto spontaneo (…) Il tasso di abortività spontanea, pertanto, è risultato (...) superiore del 27 per cento a quello riscontrato in ambito regionale nel 2007» (ultima annata monitorata dall’Istat, ndr). Le tabelle registrano anche 8 nascite con malformazioni. Ma qui, pare, è tutto nella media. I bimbi mai nati no.
Enrico Fresu
 
 


L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 ottobre 2015 /Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
CAGLIARI CAPITALE 2015. Oggi masterclass e proiezioni
Ashok Sukumaran svela la vita a bordo dei mercantili

Proseguono gli appuntamenti con la rassegna “Passavamo sulla terra leggeri” per Cagliari Capitale 2015. Si inizia con la masterclass con Ashok Sukumaran (CAMP, India) alle 10 allo Spazio Search, largo Carlo Felice 2. Sukumaran è un artista multimediale e architetto che vive a Bombay. Ha studiato presso la Scuola di Pianificazione e Architettura, Nuova Delhi, e ha conseguito un master in media art presso la University of California, Los Angeles. Il lavoro di Ashok ha affrontato l’intersezione tra habitat umani, e le tecnologie che sono incorporate al loro interno. CAMP combina video, installazione, software e progetti di archivio ad accesso aperto con vasti interessi nella tecnologia, nel cinema e nella teoria. I progetti di CAMP entrano nelle matrici di situazioni sociali e tecniche come i sistemi energetici e di comunicazione, i quartieri, le navi.
Alle 17,30, alla Galleria Comunale d’arte, presentazione del progetto “HEROES 20.20.20” e proiezione cortometraggi in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission. Alle 18,30, sempre alla Galleria proiezione di “From Gulf to Gulf to Gulf ” (CAMP) nel quale si approfondisce la tematica delle estenuanti tratte commerciali via mare dal Golfo di Kutch alla Somalia.
La giornata si chiude nelle stesso spazio con un incontro con Ashok Sukumaran, Maurizio Memoli (geografo, professore universitario) e Francesca Congiu (ricercatrice di storia e istituzioni dell’Asia).
 




LA NUOVA SARDEGNA

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Sassari - Pagina 29
IN VISTA DEGLI APPALTI
Protocollo d’intesa tra università, imprenditori e banche
SASSARI Domani, 29 ottobre, alle ore 10, nella sala Milella dell’università di Sassari, verrà siglato un protocollo tra Università di Sassari, Banco di Sardegna, Confindustria Nord Sardegna, Ance Nord Sardegna e Confidi Sardegna, finalizzato a sostenere finanziariamente le aziende che si aggiudicheranno le gare di appalto bandite dall’università. Il protocollo sarà sottoscritto dal rettore Massimo Carpinelli, dal direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, dai presidenti di Confindustria e Ance Nord Sardegna Pierluigi Pinna e Andrea Piredda e dal vicepresidente del Confidi Sardegna Achille Carlini. Nel corso dell’incontro saranno esposti i contenuti del protocollo e gli obiettivi che le parti sottoscrittrici hanno inteso raggiungere, allo scopo di permettere la realizzazione nei tempi programmati delle opere oggetto delle gare d’appalto dell’università e garantire alle imprese il necessario sostegno finanziario nella fase di start-up dei singoli cantieri. L’ateneo, come si sa, ha in programma di realizzare e ultimare importanti opere di edilizia come l’orto botanico.
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Alghero - Pagina 31
Sono 12 i detenuti iscritti all’Università, 38 all’Alberghiero
Ridisegnate le regole: celle aperte e controlli a distanza
Un carcere modello dove la rieducazione si fa con lo studio
di Gian Mario Sias
ALGHERO Nel carcere modello si entra per scelta e si esce con in mano un titolo di studio o dopo aver imparato un mestiere. Nel carcere del futuro si fa domanda, si viene selezionati in base a dei criteri prefissati e si scopre la libertà. Di sbagliare, anche. Ma soprattutto si gusta il sapore inconfondibile della libertà di imparare, di cambiare, di essere altro rispetto agli errori del passato, e si lavora per meritare una seconda possibilità. Il carcere del futuro esiste già. È il carcere di Alghero, in via Vittorio Emanuele, dove da quasi tre anni è in atto una rivoluzione che fa dell’istituto “Giuseppe Tomasiello” un modello sperimentale a livello nazionale. Un dato sopra tutti aiuta a spiegare il clima che si respira tra le mura della casa di reclusione algherese: quest’anno altri sette detenuti si sono iscritti all’Università. Un piccolo boom, un record che conferma al di là di ogni aspettativa la bontà del lavoro fatto in questi anni, che hanno permesso di festeggiare già qualche laurea e in alcuni casi l’inizio di una nuova attività lavorativa per cui sono richieste competenze specialistiche. Il carcere si trova in pieno centro, in una delle vie d’ingresso della città, a pochi passi dal quartiere storico e a distanza ravvicinatissima dalle ramblas del lungomare di San Giovanni. Non è un caso. «Il nostro esperimento arriva sino a quel muro, là fuori c’è bisogno di qualcuno pronto ad aiutarci», è l’illuminante immagine offerta da Elisa Milanesi, direttore del carcere e motore della riorganizzazione cui guardano con grandissimo interesse da tutta Italia. «Possiamo essere bravi quanto vogliamo e possiamo sperimentare tutto quello che ci viene in mente, ma se il nostro lavoro non si finalizza attraverso una reale integrazione con l’esterno, niente ha senso – spiega il direttore – lavoriamo affinché la comunità si renda conto che il carcere può essere una risorsa, sotto ogni punto di vista». È stata una rivoluzione prima culturale e poi materiale, il personale del penitenziario si è adattato con grande soddisfazione. «È un modo di operare completamente diverso e ha richiesto una completa riorganizzazione individuale e collettiva, ma è stato sicuramente un lavoro gratificante», racconta il commissario capo Antonello Brancati, comandante del reparto di polizia penitenziaria di Alghero. La riclassificazione come casa di reclusione ha aperto le porte del “Tomasiello” a detenuti con condanne lunghe e definitive. Questo ha consentito di ripensare quello spazio come il luogo ideale per un investimento di lungo periodo su persone realmente motivate al cambiamento. Il modello sperimentale, condiviso con le autorità regionali e nazionali, «ha anticipato le indicazioni della sentenza Torreggiani e ha restituito centralità al tema della rieducazione, fino a farne una vocazione assoluta in base alla quale sono state ridisegnate le regole», spiega Elisa Milanesi. I detenuti frequentano la cella come a casa loro frequenterebbero la camera da letto, si spostano all’interno del carcere in piena autonomia, il controllo a distanza permette di verificarne l’effettiva motivazione al rispetto delle regole e la capacità di interagire con gli altri. La giornata è piena di attività e di stimoli. Ed è proprio in questo contesto che ha trovato terreno fertile la collaborazione con l’istituto alberghiero di Alghero, che oggi vanta all’interno del carcere 38 iscritti su 80 detenuti ospitati: un’enormità, cui si aggiungono 12 studenti universitari, molti dei quali sono stati avviati alla passione per le scienze agrarie da Antonio Farris, già docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari e oggi presidente del Parco di Porto Conte, che in carcere presta la sua opera come volontario. Un’idea di carcere completamente nuova, grazie alla quale la libertà fa meno paura.
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
Oggi in tv il progetto ecologico della scienziata Annalisa Balloi, nata a Sarule
Da Costanzo la biologa che salva le api
ROMA Ogni settimana una storia di successo: un imprenditore affermato o una giovane promessa capace di realizzare un’idea e di trasformare un sogno in una realtà produttiva vincente. È una “Bella Storia” quella che Maurizio Costanzo racconta oggi alle 23 su Rai Storia. Otto faccia a faccia tra Costanzo e altrettanti ospiti per capire come sia stato possibile incarnare un esempio peculiare dell’eccellenza italiana. Si tratta di imprenditori affermati, ma anche di giovani che sono riusciti a realizzare un progetto in un momento non facile per l’economia. Stasera ci sarà anche la storia di Annalisa Balloi, nata 36 anni fa a Sarule, una microbiologa che ha brevettato un prodotto per il sistema immunitario delle api, la cui salute è fondamentale per l’ecosistema dell’intero pianeta. Annalisa ha studiato biologia a Cagliari e dopo il master e il dottorato a Milano in chimica, biochimica ed ecologia degli antiparassitari, con altri colleghi ha messo su Micro4you, ideando un prodotto che utilizza i microrganismi “buoni” per diversi interventi ambientali. Nel marzo dell’anno scorso aveva già spiegato – ospite di “Che Tempo Che Fa” da Fabio Fazio – la soluzione per fermare lo stermino delle api che svolgono un ruolo fondamentale nell’agricoltura. La scoperta è un batterio che ha la capacità di aumentare le difese immunitarie delle api e di contrastare direttamente il bacillo della peste americana. Questa sostanza viene vaporizzata all’interno dell’alveare e porta benefici sia sulla sopravvivenza dei componenti della colonia che sulle loro capacità di impollinazione. Gli stessi batteri sono in prima fila in un’altra battaglia: la difesa delle opere d’arte. La start up Micro4you ideata da Annalisa Balloi ha messo a punto, infatti, anche una soluzione ecocompatibile e biologica per la pulizia dei monumenti in pietra utilizzando i microrganismi. Una storia di coraggio e di innovazione quella della microbiologa barbaricina, che ha avuto la capacità di guardare oltre gli stretti confini accademici delle università e di affrontare il mondo con uno sguardo imprenditoriale oltre che scientifico. Da Cagliari ai laboratori della facoltà di Agraria dell’università di Allmart, in Svezia, e poi il Cnr di Pisa, Annalisa con una caparbietà da donna sarda si è spostata seguendo il suo sogno fino al dottorato di ricerca alla facoltà di Agraria della Statale Milano e al premio Marzotto di 250 mila euro nel 2012 per la sua idea, primo passo per concretizzare il suo progetto.
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Sassari - Pagina 22
Siglato l’accordo con la Luoyang Normal, l’obiettivo è quello di istituire corsi di laurea internazionali
L’UNIVERSITÀ GUARDA ALLA CINA
Si svolgerà venerdì dalle 8.30, nel Complesso biologico della facoltà di Medicina dell’Università di Sassari, la IX Giornata del Dottorato in Scienze Biomediche, dedicata all’autovalutazione delle attività svolte nel triennio 2012-2015. Ospite d’eccezione sarà il Presidente dell’Istituto superiore di Sanità, professor Walter Ricciardi, che alle 15.30, dopo la cerimonia di apertura pomeridiana, terrà una lettura magistrale dal titolo "Le sfide della ricerca italiana e il ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità". La mattinata, fino alle 13, sarà dedicata alle comunicazioni sui progetti di ricerca dei dottorandi del terzo anno che a breve conseguiranno il titolo di Dottore di Ricerca. Il pomeriggio si aprirà con i saluti del Rettore Massimo Carpinelli. Interverrà anche il presidente della Struttura di Raccordo della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Paolo Tranquilli Leali. Subito dopo prenderà la parola il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.di Gianni Bazzoni wSASSARI Prosegue il percorso dell’Università di Sassari verso l’ampliamento delle frontiere e con l’obiettivo di arrivare a istituire corsi di laurea internazionali. Ieri mattina il rettore Massimo Carpinelli ha ricevuto una delegazione della Luoyang Normal University (Henan), con sede a Luoyang City, una delle sette antiche capitali cinesi. Tra i rappresentanti del prestigioso ateneo, il vicepresidente Zhang Jiansen e i presidi delle facoltà di Chimica, Fisica e Design della Luoyang Normal University Ma Lufang, Zhao Zhiguo e Li Zhanghui. Il confronto tra i rappresentanti dei due atenei, fortemente concentrato sul valore degli scambi internazionali e sul consolidamento dei rapporti già avviati, si è concluso con la firma di un accordo tra Massimo Carpinelli e Zhang Jiansen. Si tratta di una intesa finalizzata a «promuovere la mobilità studentesca e il mutuo riconoscimento dei crediti formativi». All’incontro sono intervenuti anche i professori Pierfranco Demontis, direttore del Dipartimento di Chimica e Farmacia, Martino Marini in rappresentanza del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, Giuliana Carboni, vicedirettore del Dipartimento di Scienze economiche aziendali dell’Università di Sassari. Dopo la fase di confronto nella sede universitaria, la delegazione cinese è stata accompagnata in città per una visita guidata che ha consentito agkli ospiti di visitare in particolare il Palazzo della Provincia, il Palazzo di Città, Palazzo Ducale e la Cattedrale di San Nicola. Gli ospiti hanno espresso parole di apprezzamento per le bellezze storiche e architettoniche della città e - a conclusione della visita - hanno confermato le motivazioni di interesse che hanno consentito di avviare la collaborazione con l’ateneo sassarese. Da sottolineare il fatto che la visita della delegazione dell’Università cinese si inserisce nella strategia generale dell’ateneo, improntata «allo sviluppo sempre più massiccio delle relazioni internazionali di qualità, finalizzate alla stipula di accordi di elevato livello didattico e scientifico». Lo scorso mese di giugno era stato il Rettore Massimo Carpinelli a recarsi in Cina per avviare con l’Università di Luoyang un proficuo percorso di collaborazione accademica che - come è emerso negli incontro di ieri - sembra destonato a proseguire con ulteriori tappe e con prospettive molto interessanti per gli sviluppi dei rapporti internazionali. C’è da dire che l’Università sassarese si inserisce in un contesto bene avviato, considerato che i rapporti tra la Luoyang Normal Univesity e la realtà italiana sono bene avviati ormai da diversi anni, con risultati significativi che fanno riferimento ai settori dell’istruzione e della cultura, ma anche dell’economia e della tutela ambientale. Un gradino internazionale elevato sul quale si colloca ora anche l’ateneo del nord Sardegna sempre più orientato verso una crescita dinamica di respiro mondiale.
 
 


 
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9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Attualità - Pagina 11
Cgil, Cisl e Uil rivendicano il contratto nazionale bloccato da sei anni
STATALI VERSO LO SCIOPERO GENERALE
di Gabriele Rizzardi
ROMA Pronti allo sciopero generale. I sindacati del pubblico impiego scendono sul piede di guerra, convocano per sabato 28 novembre una manifestazione nazionale a Roma e chiedono al governo risorse adeguate al rinnovo del contratto nazionale che è scaduto da 6 anni. L’annuncio della mobilitazione è la risposta alla legge di Stabilità appena sbarcata in Senato e che prevede uno stanziamento di 300 milioni totali per il triennio 2016-2018, che vuol dire un aumento medio di 50-100 euro all’anno. I sindacati giudicano questa cifra irrisoria . «Il governo la smetta con le provocazioni e apra il tavolo. Fare un nuovo contratto vuol dire investire nelle professionalità, nell’innovazione organizzativa, nella qualità dei servizi» scrivono in una nota unitaria i leader di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, che chiedono al governo aumenti mensili di 150 euro. Questo vuol dire che il governo dovrebbe mettere sul piatto almeno 1,8 miliardi di euro. Le distanze, insomma, sembrano incolmabili. Ma i sindacati sono decisi ad andare fino in fondo. «Per i lavoratori pubblici chiediamo un rinnovo dignitoso che, dopo 6 anni di paralisi totale, per noi significa 150 euro di aumento medio con produttività e riconoscimento professionale, altro che l’equivalente di una mancia come vorrebbe il governo» tagliano corto i tre sindacalisti che chiedono i rinnovi contrattuali anche per rimettere in moto i servizi alle famiglie e alle imprese. E se il governo non darà risposte adeguate si andrà allo sciopero generale. Cgil, Cisl e Uil non hanno dubbi: «È con i contratti che si rilancia il cambiamento. E se per far arrivare il messaggio servirà andare allo sciopero generale, noi siamo pronti» scrivono Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio. Si farà lo sciopero generale? «Dopo 7 anni è il meno che si possa fare» risponde il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «Per i dipendenti pubblici è assolutamente inaccettabile un aumento dei salari di 8 euro medi al mese. La proposta del governo è talmente bassa che non è dignitosa, né per i lavoratori né tantomeno per chi l’ha fatta» aggiunge la leader della Cisl, Annamaria Furlan. La lettera unitaria arriva nel giorno in cui circa 2000 dipendenti del ministero dell’Economia sono usciti dagli uffici e hanno protestato nei cortili e nei corridoi della sede di via XX Settembre. La protesta, partita dalle Rsu, è contro il blocco del salario accessorio e del contratto. Non accenna intanto a placarsi la polemica esplosa sulla funzione che può svolgere l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione. I capigruppo di Forza Italia , Brunetta e Romani hanno chiesto a Grasso e Boldrini una convocazione urgente in Parlamento del ministro Padoan e della direttrice dell’Agenzia delle Entrate, che ieri è stata difesa dal responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: «Rossella Orlandi ha fatto un lavoro importante e serio. Padoan ha parlato per il governo, Zanetti ha espresso una legittima opinione personale».
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Sardegna - Pagina 5
RIFORMA ENTI LOCALI >> LA POLITICA
I sindaci del Nord in trincea: Sassari e Cagliari, pari dignità
di Andrea Massidda
SASSARI La riforma degli enti locali, almeno così come l’ha disegnata la giunta guidata da Francesco Pigliaru prima di affidarla nei giorni scorsi all’esame del consiglio regionale, va assolutamente emendata. Per non dire stravolta. E non c’è tempo da perdere. Su questi punti - anche se con differenti argomentazioni e proposte - sembrano trovarsi d’accordo praticamente tutti i sindaci del Nord ovest della Sardegna, i quali temono che attraverso la creazione di un’unica città metropolitana (quella di Cagliari) il cosiddetto Capo di Sopra finisca per perdere nell’immediato ogni possibilità di accedere ai principali progetti e finanziamenti europei, e nel medio termine persino le più importanti istituzioni. A cominciare dall’università, nata oltre 450 anni fa. Il malcontento dei rappresentanti dei comuni del Sassarese, rimasto per un bel po’ latente, è esploso in tutta la sua indignazione ieri pomeriggio nel corso di un’assemblea convocata nella sala convegni del comando della polizia municipale del capoluogo turritano. Una riunione dai toni a tratti molto accesi nella quale, tra il serio e il faceto, si è persino arrivati a mettere in discussione il ruolo di Cagliari come capitale dell’isola. E dove i circa sessanta sindaci presenti si sono lasciati ripromettendosi di unire le forze per farsi sentire sino al Consiglio di via Roma, magari fissando già per la settimana prossima un nuovo incontro a Oschiri con i “colleghi” della Gallura. Niente campanilismi. A chiamare a raccolta i sindaci del Nord ovest, ma anche gli esponenti del mondo produttivo, politico e culturale del territorio, è stato il primo cittadino di Sassari Nicola Sanna, che tuttavia sin dall’inizio del suo intervento ha precisato che la guerra al “cagliaricentrismo” non è certo fatta in nome di sterili campanilismi. «Non siamo qui per cercare lo scontro – ha esordito –, ci preme soltanto partecipare attivamente e con impegno a questa discussione con l’obiettivo di trovare una soluzione che accontenti tutti». Parole di distensione confermate anche dalle sue successive affermazioni. «Posto che non vogliamo più le province – ha aggiunto – io credo che il modello da seguire sia quello contenuto nella riforma Delrio: una governance di livello europeo dove non prevalga solo l’interesse di chi è più forte economicamente o di chi ha più abitanti, ma dove tutto si giochi grazie alla concertazione». Pari opportunità. Certo è che anche per il numero uno di Palazzo Ducale a tutte le aree della Sardegna vanno garantite pari opportunità e che c’è bisogno di maggior equilibrio tra i dui capi dell’isola. «Non la si vuol chiamare città metropolitana – ha concluso Sanna –, e allora la si chiami come più piace al legislatore, ma Sassari deve avere le stesse identiche funzioni di Cagliari, perché ha la stessa forza numerica, storica e sociale e ha diritto di godere delle stesse prerogative». Proposte. Tra le proposte messe in campo ieri pomeriggio spicca quella illustrata da Franco Cuccureddu, titolare della fascia tricolore a Castelsardo. Per lui e per il gruppo di politici e intellettuali che l’hanno elaborata o sottoscritta (da Arturo Parisi a Mario Segni, tanto per fare due nomi noti a tutti) è necessario istituire due città metropolitane: quella di Cagliari (coincidente con la vecchia provincia e con l’Oristanese) e quella di Sassari (che invece ingloberebbe la Gallura e il Nuorese). Riconoscimento storico. «Non c’è motivo per negare a Sassari lo status di città metropolitana», ha tuonato Cuccureddu sventolando addirittura un testo in latino dell’XI secolo in cui si parla della città di Torres, «detta metropoli». Discostandosi da Nicola Sanna, infatti, il sindaco di Castelsardo fa notare da tempo come la dicitura città metropolitana sia un elemento sostanziale e non formale. «L’Unione europea – ha concluso – darà i finanziamenti solo ai centri che si potranno realmente fregiare di quel titolo e se noi non lo potremo fare saremo una provincia destinata a morire presto per asfissia». Amarezza. Parole molto nette contro il disegno di riforma degli enti locali sono arrivate dai sindaci di Ploaghe, Ozieri, Bultei e Santa Maria Coghinas. Ma è stato il primo cittadino di Nulvi, Antonello Cubaiu, a pronunciare le critiche più dure. «Mi amareggia – ha detto – pensare che siamo qui a discutere per una cosa che ci spetta di diritto. Noi sardi siamo davvero campioni di autolesionismo: abbiamo la possibilità di istituire due aree metropolitane e ne facciamo una sola. Qualcuno mi dice che la riforma non passerà, ma i numeri in politica contano più della ragione e degli ideali. In ogni caso non rinunceremo a lottare».
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 35
LA CANTANTE DELLA MADDALENA
Anna Cozzolino tra i finalisti del Premio “Franco Reitano”
MONZA C’è anche la giovane e bella esordiente Anna Cozzolino, 22, anni, voce nuova originaria de La Maddalena, tra i sei finalisti della terza edizione del concorso canoro intitolato al compositore Franco Reitano (tra le altre autore della celebre “Una ragione di più”) che si terrà il prossimo 7 novembre al teatro di San Luigi di Concorezzo. La cantante sarda, attualmente al secondo anno di Ingegneria ambientale all’Università di Cagliari dovrà vedersela ontro Francesco Misitano di Reggio Calabria, il duo Qui Fageba di Pavia, il duo Sunrise di Perugia, Iza e Sara di Forlì e Simona Romei di Roma. La giuria che dovrà decidere il vincitore è composta dalla cantante jazz Rossana Casale, il direttore d’orchestra Vince Tempera, e dal produttore (e coach vocale a “The Voice”) Sergio Dall’Ora. Nell’ambito della serata del concorso si esibiranno diversi artisti, tra cui: Salvo Vinci, Franco Neri, Vincenzo Nizzardo, Yoko Takada, Rodolfo Maria Gorini ed Erix Logan con Sara Maya. Anna Cozzolino nel 2009 ha partecipato al concorso “Una voce per Sanremo” e nel 2013 ha vinto “Dall’isola cantando” (w.p.)
 
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 ottobre 2015 / Sassari ed. Naz.le - Pagina 19
LA SENTENZA >> TENTATO ABUSO D’UFFICIO Otto mesi per Francesco Carta. I giudici: provò ad avvantaggiare l’erede come suo successore alla guida della clinica
«FAVORÌ IL FIGLIO», CONDANNATO OCULISTA Gli avvocati della difesa hanno già annunciato il ricorso in appello: “Attendiamo di leggere le motivazioni”
di Nadia Cossu
SASSARI Per i giudici di Sassari, Francesco Carta – all’epoca dei fatti contestati ordinario di Oculistica dell’Ateneo turritano – suggerì a chi stava predisponendo il concorso per un posto di associato (che poi avrebbe visto idoneo il figlio Arturo)un requisito particolare – per l’accusa quasi unico nel panorama nazionale – che caratterizzava proprio il curriculum dell’erede. Ed è per questo che la Procura della Repubblica di Sassari ha contestato a Carta padre, nato a Salerno 74 anni fa, l’ipotesi di tentato abuso d’ufficio. La sentenza. Ieri pomeriggio la sentenza pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Marina Capitta (a latere Elisa Marras e Cristina Arban): condanna a otto mesi, concessione delle attenuanti generiche e pena sospesa. Gli avvocati della difesa, Paolo Spano e Giuseppe Conti, hanno dichiarato di attendere le motivazioni della sentenza ma hanno già annunciato: «Il ricorso in Appello è scontato». Un passo indietro. È necessario per ripercorrere la turbolenta storia del concorso per un posto di docente in Oculistica. È fine aprile 2008 (rettore è Alessandro Maida) e il Consiglio di facoltà di Medicina approva una delibera con la quale chiede «l’indizione della procedura di valutazione comparativa» per selezionare un professore di II fascia (associato), che poi sarà di fatto il capo della clinica di Oculistica, posto che fino al novembre di quell’anno apparteneva proprio a Carta senior. Chi vince, coordinerà anche la divisione ospedaliera. Quella delibera, alla cui votazione Carta non si astiene, cita il contenuto scientifico (il cosiddetto “medaglione”) che secondo il pm proprio lui aveva proposto: cioè «una patologia rara di cui si era occupato il figlio» e che gli consente di «ritagliare appositamente il bando di concorso sull’esperienza professionale di quest’ultimo (Carta junior), che infatti si classificherà primo in graduatoria», scriveva così il pubblico ministero Scalas. Sette mesi dopo la delibera, Carta senior va in pensione. Arturo risulta idoneo al concorso ma un escluso fa ricorso al Tar e presenta un esposto in Procura. E qui inizia la vicenda giudiziaria che si è conclusa ieri pomeriggio. La difesa. Tra i testi citati in aula, Giuseppe Delitala (direttore del Dipartimento di Medicina ed ex preside del corso di laurea in Medicina e Chirurgia) aveva spiegato come in realtà il “medaglione” - che viene stabilito dal consiglio di facoltà - «non rappresenti il passaporto per vincere un concorso. Semplicemente perché la commissione esaminatrice non ne tiene conto, nemmeno lo guarda». In sintesi: interessa alla facoltà avere un candidato che sia in possesso di quel medaglione per tutta una serie di ragioni “interne”, ma in ogni caso il giudizio della commissione prescinde dalle “preferenze” della facoltà. «Sono concorsi pubblici – aveva spiegato Delitala ai giudici – e chi alla fine risulta idoneo può non andar bene per la facoltà di Sassari ma può invece essere la persona giusta altrove». Arturo Carta, ad esempio, risultò sì idoneo a quel concorso ma si trasferì subito a Parma dove attualmente vive e lavora. «A me interessava l’idoneità – aveva detto lui stesso in aula – per questo motivo partecipai al concorso di Sassari. Ma la presa di servizio l’avrei rifiutata». E sempre alcuni testi della difesa, in merito al bando costruito secondo la Procura ad hoc, hanno spiegato che le tematiche indicate nel “medaglione” «erano del tutto coerenti con la continuità didattica e clinica del reparto di Oculistica». Un bando ampio, quello che fu predisposto, «per nulla limitativo – aveva detto Carlo Sborgia, consulente della difesa, luminare in Oculistica – che includeva patologie con ramificazioni infinite». Bando, in sintesi, che prevedeva requisiti di cui sono in possesso decine di esperti in tutta Italia. Oltretutto, come sottolineato sempre dai legali della difesa, «Francesco Carta, per via del suo ruolo, era l’unico professore che avrebbe potuto predisporre la tipologia di impegno didattico e scientifico» e questo è stato confermato durante il processo da testi come l’allora preside della facoltà di Medicina, Giulio Rosati.

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