Giovedì 8 ottobre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 ottobre 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 40 - Edizione CA)
CONGRESSO. Si svolgerà alla Fiera fino a domenica
Studiosi di Neuroscienze da stasera a confronto a Cagliari
 
Inizia oggi a Cagliari (16,30, alla Fiera) il sedicesimo congresso della Società italiana di Neuroscienze fondata, 32 anni fa, dal farmacologo Gianluigi Gessa. Studiosi italiani e stranieri si confronteranno, sino a domenica, sui molteplici temi di una disciplina che, partendo dal cervello, include neuroanatomia, neurofisiologia, neurofarmacologia, neurologia, psichiatria e tante altre.
Farà gli onori di casa, come presidente del congresso, Micaela Morelli, professore ordinario di Farmacologia all’università di Cagliari, molto attiva nella ricerca sui farmaci dedicati al sistema nervoso centrale, autrice di oltre centosessanta pubblicazioni su riviste italiane e internazionali. La scelta di Cagliari, sede di una vera e propria Scuola di Neuroscienze, «rappresenta un riconoscimento per un’attività di ricerca - dice Morelli - molto attiva, come attestano le segnalazioni che molti di noi hanno avuto anche presso il mondo scientifico estero. Il professor Gessa ha insegnato bene».
È stato proprio lui a impostare e portare avanti studi fondamentali sulle sostanze d’abuso, «mentre oggi alcuni suoi allievi sviluppano un filone di ricerca che si dedica alle patologie degenerative. In particolare, la malattia di Parkinson».
Molto articolato il programma dei lavori, che riflette i variegati aspetti delle Neuroscienze, «che partendo dalla fisiologia e dalle malattie del cervello, oggi spaziano fra economia, filosofia e altri filoni di ricerca che riguardano l’uomo e il suo pensiero, la sua coscienza, le sue emozioni».
Dell’estrema versatilità e dell’ampiezza raggiunta dagli studi di Neuroscienze si avrà un esempio attualissimo con la relazione di Marina Bentivoglio, università di Verona, che illustrerà i risvolti della neurodegenerazione provocati dalla malaria nel cervello. Proprio quella malaria che nei giorni scorsi ha consentito all’irlandese William C. Campbell, al giapponese Satoshi Omura e alla cinese Youyou Tu di essere insigniti del Premio Nobel per la Medicina.
Anche al congresso di Neuroscienze non mancheranno le star. Come la senatrice a vita Elena Cattaneo, che oggi (alle 18) terrà una lezione sulla malattia di Huntington, patologia genetica degenerativa che colpisce la coordinazione muscolare e causa un declino cognitivo e problemi psichiatrici.
Di cellule staminali parlerà anche Anders Bjorklund, ricercatore svedese che per primo ne ha proposto l’impiego per i trapianti cerebrali nelle malattie neurodegenerative.
L. S.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 40 - Edizione CA)
Intervista
Elena Cattaneo, senatrice a vita
«La scienza ha sempre una morale»
 
Dalle cellule staminali al Parlamento: Elena Cattaneo, 53 anni, milanese, sposata, 2 figli, è la più giovane senatrice a vita nella storia della Repubblica. Prima di lei, il grande onore è toccato a Camilla Ravera e Rita Levi Montalcini. Ha avuto riconoscimenti internazionali; ha saputo unire la partecipazione a battaglie di impegno civile a una prestigiosa attività scientifica, che il sito dell’università di Milano (è docente ordinario di Farmacologia) condensa in ben 5 pagine. In questi giorni segue la discussione sulla riforma del Senato; oggi è a Cagliari per inaugurare, con una lectio magistralis sulla malattia di Huntington (alle 18), il Congresso nazionale della Società italiana di Neuroscienze.
Come riesce a conciliare, famiglia, figli, ricerca e politica?
«Non lo so. È un miracolo che si compie ogni giorno, perché ho intorno tante persone che mi aiutano. In famiglia, in laboratorio e al Senato».
Il Nobel della Medicina assegnato per gli studi sulla malaria ha un significato particolare?
«Ancora una volta si è premiato l’approfondimento scientifico di qualcosa noto da tempo, ma non era mai stato trasformato in un farmaco».
Lei si è sempre battuta contro i tabù e per la libertà di ricerca: Ogm, cellule staminali embrionali, fecondazione eterologa. In Italia si vive un po’nel Medioevo?
«Ho sempre l’impressione che l’Italia sia un paese straordinario, ma in bilico fra competenza e finzione. Da una parte, straordinarie esperienze di colleghi che dimostrano di essere i primi al mondo a sviluppare cure a base di staminali vere; dall’altra i ciarlatani come Stamina. Da una parte, la vaccinologia di Rino Rappuoli e Riccardo Cortese che sviluppano, primi al mondo, vaccini contro la pertosse o Ebola; dall’altra campagne di disorientamento contro la vaccinazione che sono pure follie. Abbiamo anche espertissimi genetisti agrari che però non possono studiare le migliorie genetiche in campo aperto».
Si possono conciliare etica religiosa e progresso scientifico?
«Io nel progresso metto anche l’occuparsi degli altri, che pure fa parte dell’insegnamento religioso. Non so pensare alla scienza senza un suo profilo etico, che significa essere ambiziosi, ma anche responsabili e lavorare per gli altri».
Posso chiederle se è religiosa?
«A modo mio, penso di sì».
Che opinione ha dell’eutanasia?
«Ritengo sia una scelta consapevole, meditata, seguita, che deve essere consentita a chi intende percorrere una strada difficilissima, rispettando le scelte individuali».
Cosa pensa delle unioni civili, anche fra omosessuali?
«Libertà per tutti. Credo che la libertà sia il principio cardine della vita di un essere umano. Intesa come consapevolezza e responsabilità insieme».
È favorevole alla sperimentazione su animali?
«C’è la necessità di impiego responsabile della sperimentazione animale. Per comprendere come funzionano i nostri organi e i tessuti, come ci ammaliamo, come ci possiamo curare».
Le staminali potranno essere l’arma per sconfiggere malattie come Alzheimer e Parkinson?
«Non sono un mago, non prevedo il futuro. Posso però dirle che c’è la percezione che in alcuni specifici domini, per alcune specifiche malattie, le staminali possono essere una buona arma».
Lei ha contribuito a far conoscere il grande imbroglio Stamina. Al quale hanno partecipato anche medici.
«Stamina è stato il deragliamento deontologico di più discipline. Una storia che ha interessato il potere legislativo, esecutivo, giudiziario e anche la disciplina del medico, che in alcuni casi specifici non si è presentata sufficientemente blindata».
Secondo l’Istituto superiore di Sanità, le vaccinazioni in Italia sono sotto la soglia minima: perché?
«Perché ci sono opere di disinformazione messe in atto anche da medici. Questo è gravissimo. E c’è la convinzione che la medicina si possa fare in casa».
Da scienziata ha raggiunto obiettivi importanti. E da senatrice?
«Nella commissione Sanità abbiamo completato l’indagine conoscitiva sul caso Stamina con una relazione firmata da me e dal senatore D’Ambrosio Lettieri. 160 pagine di cui sono orgogliosa».
La sua più grande soddisfazione di studiosa?
«Avere un laboratorio, in una università pubblica, che riesce a competere a livello internazionale, con persone che hanno rafforzato la loro esperienza sino ad essere riconosciute come leader».
Mai pentita di aver accettato la carica di senatrice?
«No, è un’occasione troppo importante per provare a scardinare qualche muro che si è costruito tra scienza e politica. Sogno di vedere la scienza a disposizione della politica e la politica che cerca la scienza e le evidenze che può fornire per legiferare al meglio».
Come giudica la riforma del Senato?
«Interessante».
Lucio Salis
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 39 - Edizione CA)
Un nuovo umanesimo
Più comunicazione tra medici e pazienti
Roberto Roveda
 
È di questi giorni la notizia che l’Università di Cagliari attiverà un modulo per studenti di medicina e infermieristica dedicato a migliorare la comunicazione tra personale sanitario e pazienti. Una buona notizia, che ci segnala una rinnovata attenzione da parte del mondo accademico per l’importanza di un buon dialogo soprattutto tra medici e malati. Troppo spesso e per troppe persone, infatti, la malattia diventa una sorta di tunnel di solitudine, in cui si perde l’orientamento in mezzo a protocolli sanitari, esami dai nomi criptici, diagnosi pronunciate con la freddezza di una sentenza. Il malato diventa allora una “cartella clinica”, in preda a dubbi e alla continua ricerca di risposte e conferme.
Non vogliamo certo affermare che una migliore comunicazione da sola porti a guarigioni miracolose. Però comprendere al meglio quello che sta succedendo è sicuramente un buon viatico per ridurre stress, ansie e affrontare con maggiore consapevolezza le sfide che una malattia, soprattutto grave, impone. Insomma, chi opera a contatto con i malati, soprattutto se è una persona di riferimento come il medico, deve essere consapevole della necessità di instaurare un rapporto di fiducia con il paziente, anche di ragionevole speranza.
Non certo a caso, oramai da anni, si parla della necessità di un nuovo umanesimo nella medicina, di tornare a unire competenze tecnico-scientifiche con una adeguato bagaglio umano ed emotivo. Esiste, per esempio, anche nelle università italiane la cosiddetta “medicina narrativa”, una disciplina in cui grazie al dialogo tra paziente e medico e alla disponibilità all’ascolto da parte di quest’ultimo si punta creare una relazione virtuosa, un’esperienza di condivisione.
E sono proprio questi i punti focali su cui riflettere nel momento in cui si parla semplicisticamente di maggiore efficienza in ambito sanitario: comunicazione, dialogo e ascolto. Tre pilastri da recuperare soprattutto quando si parla di medici di base, troppo spesso ridotti al ruolo di “impiegati della ricetta”.
Un nuovo rapporto medico-paziente, più basato sulla qualità e meno sulla quantità: a nostro modo di vedere è questa la via giusta per rendere più efficiente il sistema sanitario e per ridurre il numero delle prestazioni sanitarie prescritte, senza ricorrere alle norme draconiane preannunciate recentemente dall’ennesima spending review ministeriale.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Visite Fai
Domenica di carta 2015 alla Biblioteca universitaria
 
Dopo l’esordio dello scorso fine settimana con la visita curata dal Fondo ambiente italiano in Sardegna (Fai) alla mostra “La memoria ritrovata. L’Arma e lo scrigno dei tesori recuperati”, organizzata dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale e dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) alla Cittadella dei Musei, domenica 11 ottobre secondo appuntamento dalle 10 alle 18 alla Biblioteca universitaria e dalle 17 alle 20 all’Archivio di Stato.
Per l’occasione il Fai Sardegna promuove con l’Università la “Domenica di carta 2015” organizzata dal Mibact. Tutti potranno ammirare i fondi bibliografici e archivistici delle due istituzioni. In concomitanza i cittadini sono invitati ad una esperienza di social reading dalla forte connotazione partecipativa durante la manifestazione “Costruiamo la Biblioteca della Sardegna”.
I partecipanti sono invitati a portare con un libro del cuore di autore sardo - un romanzo nella tappa alla Biblioteca universitaria, un saggio sulla Sardegna di qualsiasi ambito nella tappa all’Archivio di Stato - così che ciascuno, leggendo passi scelti per 2 minuti scanditi da una clessidra, possa dare il proprio contributo alla manifestazione che andrà in streaming nel sito de L’Unione Sarda. Chi vorrà potrà lasciare in dono presso le postazioni Fai il libro del cuore da cui trarrà i passi letti. I libri donati arricchiranno la Biblioteca del carcere di Uta nell’ambito delle attività del Fai a favore delle istituzioni carcerarie, cominciata con l’apertura dell’ex carcere di Buoncammino a marzo e maggio 2015 con le Giornate Fai di Primavera.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
 
La biblioteca universitaria di Cagliari, in collaborazione con l’Università propone, nella sua sede di Castello, domani alle 10.30, l’incontro-dibattito sul tema “World Music : un genere e i suoi confini”. Interverranno Jacopo Tomatis , Università di Torino, Mario Incudine, musicista, Andrea Del Favero, operatore culturale e musicista, Marco Lutzu, etnomusicologo, Università di Firenze, Ignazio Macchiarella, etnomusicologo, Università di Cagliari.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Esteri (Pagina 9 - Edizione CA)
Nobel a tre «meccanici del Dna»
 
STOCCOLMA Uno svedese e due americani (uno di origine turca) sono i vincitori del Nobel per la Chimica. A Thomas Lindal, che lavora nel Regno Unito all’Istituto Francis Crick e al Laboratorio Clare Hall; Paul Modrich, ricercatore all’Istituto medico Howard Hughes e alla scuola di medicina dell’università di Duke; e ad Aziz Sancara, professore all’università del Nord Carolina, il premio è stato assegnato per gli studi sulle cellule per «aver scoperto la cassetta degli attrezzi delle cellule per riparare il Dna», ha spiegato l’Accademia reale svedese delle Scienze, motivando la scelta.
Ogni giorno il genoma delle cellule umane subisce migliaia di modifiche spontanee, mentre radiazioni, radicali liberi e sostanze cancerogene possono arrivare a danneggiare il Dna. Per impedire la distruzione del materiale genetico, una serie di sistemi molecolari tengono sotto controllo e riparano il Dna, in processi che i tre scienziati hanno contribuito a mappare, aprendo le porte ad applicazioni in settori come le cure contro i tumori.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Iniezioni d’argilla nella voragine
PIAZZA D’ARMI. Un piano anticedimento da 800mila euro
 
Ottocentomila euro per salvare piazza d’Armi e allontanare una volta per tutte lo spettro del crollo. L’ultimo dei quali si era verificato quasi quattro anni fa. Allora - era febbraio - l’asfalto piombò verso il basso. Una voragine che preoccupò non poco i residenti ma anche studenti e docenti della facoltà di Ingegneria costruita in parte sopra l’immensa voragine. Una delle tre cavità su cui “poggia” la piazza. Una parte del Dipartimento, e in particolare i laboratori Grandi modelli, per via dello smottamento, venne chiusa.
Ora si attende solo il via dei lavori. Gli ottocentomila euro di fondi regionali che serviranno per dare stabilità ala piazza sono pronta spesa. Serviranno per colmare l’immensa voragine del sottosuolo con iniezioni di argilla espansa. Un intervento che durerà quattro mesi e che avrà inevitabilmente qualche ripercussione sulla viabilità. Delle due stanze che formano la voragine, una ha urgente necessità di essere riempita per impedire altri cedimenti. (a. pi.)
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 37 - Edizione CA)
ALGHERO. Esposto in Procura
Centro sociale nell’ex caserma: pioggia di accuse
 
L’ex caserma trasformata in un centro sociale fai-da-te finisce sul tavolo della Procura e diventa motivo di scontro politico tra il sindaco Mario Bruno e il consigliere regionale Marco Tedde, primo firmatario dell’esposto. I partiti del centrodestra hanno sottoscritto il documento denunciando l’occupazione illegittima di un bene pubblico «che per decenni è stato un presidio di legalità - scrivono - posto nella zona più pregiata del centro storico e acquistato dall’amministrazione utilizzando cospicui fondi pubblici». Un immobile, sottolinea l’opposizione, privo di agibilità e utilizzato in assenza di titolo da alcune associazioni culturali, «nell’indifferenza complice dell’amministrazione». All’interno, «vendita di prodotti, mercatini non meglio identificati, somministrazione di alimenti e bevande, teatro e musica». A settembre scorso il Consiglio comunale aveva deciso di destinare quell’edificio al "Distretto della creatività", ma il centrodestra sostiene che da oltre un anno «il bene è stato sottratto alla sua destinazione pubblica». Dal Comune fanno sapere però che non c’è alcun abuso. L’ex caserma formalmente è ancora in concessione alla Facoltà di Architettura che, a sua volta, ha autorizzato l’associazione di promozione sociale Malerbe a svolgere attività culturale negli spazi non utilizzati dal Dipartimento. Inoltre, come deciso dall’assemblea civica, l’amministrazione sta per pubblicare il bando di affidamento in concessione alle associazioni no profit cittadine che, a quel punto, potranno ottenere le chiavi dello stabile. ( c. fi. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cagliari – Sardegna24Ore – pagina 7
fiera
In città il 16esimo congresso
della società di Neuroscienze
 
CAGLIARI La società italiana di Neuroscienze, fondata a Cagliari più di 30 anni fa da Gian Luigi Gessa, si riunirà per il suo sedicesimo congresso da oggi a domenica nei locali della Fiera di Cagliari.
È la prima volta che il congresso, presieduto da Micaela Morelli, si terrà nella sua città natale: un meritato riconoscimento per i neuroscienziati sardi che da anni si distinguono a livello internazionale per i loro studi sul cervello e che di recente hanno anche espresso il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo. Il congresso sarà inaugurato da un ospite di grande prestigio, la senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha ricevuto importanti riconoscimenti scientifici in ambito internazionale per le ricerche svolte nell’ambito delle cellule staminali.
Questo settore della ricerca sul cervello sarà rappresentato anche da Anders Bjorklund, un ricercatore svedese che per primo ha proposto l’uso di cellule staminali per i trapianti cerebrali nelle malattie neurodegenerative.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 12
Nobel per la chimica ai riparatori del Dna
Gli studi di Lindahl, Modrich e Sancar hanno aperto la via a una nuova generazione di superfarmaci
 
ROMA Hanno scoperto la “scatola degli attrezzi” che permette alle cellule di mantenersi in buona salute, riparando i danni che avvengono nella molecola della vita, il Dna: per questo Tomas Lindahl, Paul Modrich e Aziz Sancar sono stati premiati con il Nobel per la Chimica 2015. Lavorando in modo indipendente, questi “meccanici” del Dna hanno permesso di individuare le cause di molte malattie ereditarie e di comprendere i meccanismi alla base di tumori e invecchiamento. La via che hanno aperto è destinata a dare grandi risultati. Lindahl, Modrich e Sancar sono stati i primi a rompere il dogma della biologia che considerava il Dna una molecola immutabile. Le loro ricerche hanno dimostrato che la molecola della vita è invece intrinsecamente instabile e può mutare sia quando si replica da sola, sia quando si trasforma per effetto di fattori esterni, come radicali liberi, raggi ultravioletti o sostanze cancerogene. I tre hanno poi scoperto il kit di strumenti con cui le cellule riparano gli errori del Dna: sono proteine che controllano lo stato di salute dei geni e che intervengono quando necessario. Senza questo pronto intervento molecolare ci sarebbe il caos e la vita diverrebbe impossibile. Basti pensare che le mutazioni del Dna avvengono milioni di volte al giorno. Alla fine degli anni ’60 il primo a chiedersi se il Dna fosse stabile come si immaginava è stato lo svedese Tomas Lindahl. Nato a Stoccolma 77 anni fa, ha insegnato Chimica e fisiologia medica a Gothenburg dal 1978 al 1982 e oggi lavora al Karolinska Institute. Ha scoperto che il ritmo con cui il Dna si trasforma è tale che, senza l’intervento di un meccanismo esterno, la vita sulla Terra sarebbe impossibile. Seguendo questa intuizione, si è messo a caccia degli strumenti che, nelle cellule, permettono di riparare il Dna. Su questa stessa via, Sancar ha scoperto come le cellule riparano i danni del Dna provocati da fattori esterni, in particolare come le cellule della pelle riparano i danni provocati dal Sole, difendendosi dai tumori. Sancar, 69 anni, ha origini turche ma lavora all’università del North Carolina. L’americano Modrich, 69 anni, ha invece scoperto come le cellule correggono gli errori che avvengono spontaneamente nel Dna quando si replica. Così ha permesso di comprendere difetti congeniti, come alcune varianti ereditarie del tumore del colon. Ha studiato a Stanford e insegna biochimica alla Duke University.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Scienze Naturali cala i suoi assi: il futuro passa da qui
Mancano ormai pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni
Furesi: «La gestione dell’ambiente è la vera scommessa»
 
SASSARI Un’avanguardia multidisciplinare, e un importante investimento per il futuro, personale e generale, in un territorio che sempre più deve scommettere nella conservazione gestione dell’ambiente della natura e del paesaggio. «Che rappresentano una sfida della nostra società e delle politiche europee. E che deve andare al passo con una continua sperimentazione, con le più moderne tecnologie e con il continuo cambiamento dei processi economici e sociali». Cala i suoi assi il direttore del dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio Roberto Furesi, a pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni al corso di laurea in Scienze Naturali (scadono il 10 ottobre e la prova di ammissione consiste in un colloquio motivazionale). Con i ricercatori del Dipnet che solo pochi giorni fa hanno vinto come beneficiari del progetto europeo Life "Shaping future forestry for sustainable coppices in southern Europe: the legacy of past management trials" che potrà dimostrare l’effetto dei differenti approcci di gestione dei boschi cedui, aspetto dominante nel paesaggio naturale e culturale dell’Isola. Uno dei tanti progetti di un dipartimento che, dice ancora Furesi «punta molto sulla comunicazione e la disseminazione delle ricerche provenienti dalla ricerca di base e sul coinvolgimento dei cittadini». La famosa citizen science, ormai argomento principe della progettazione europea. Un esempio: Wiki#plantabase Sardegna, un database georeferenziato on line nel quale chiunque può archiviare i dati relativi alla presenza di specie vegetali in tutte le località della Sardegna identificate tramite toponimi, con 35mila record già inseriti nel sistema. O ancora la realizzazione di una app e una guida interattiva che consente all’utente anche inesperto di identificare le piante basandosi su caratteri morfologici (in italiano e inglese a http://dryades.units.it/stagnisardi). «Il nostro dipartimento propone un’offerta formativa nelle classi di Scienze e tecnologie dell’ambiente e della natura e possiede al suo interno competenze che coprono un ampio spettro di discipline – spiega la professoressa Rossella Filigheddu, presidente del corso di laurea triennale in Scienze Naturali e della laurea magistrale in Gestione dell’ambiente e del Territorio –. I nostri studenti hanno basi solide che gli consentono di crescere, specializzarsi e spaziare in tutti i campi delle Scienze Naturali senza rischiare di essere spazzati via dal progresso. Lavorano su progetti concreti, particolarmente nelle aree protette in ambito regionale, nazionale e soprattutto all’estero, grazie alla mobilità internazionale, eccellenza del nostro Ateneo. Molti territori non sono consapevoli delle risorse biologiche che hanno in carico, tramite le quali possono accedere a ingenti finanziamenti europei. I nostri ricercatori hanno competenze riconosciute in ambito internazionale anche sull’ambiente marino ed è nostra intenzione arricchire l’offerta didattica con un indirizzo sulla gestione e conservazione degli habitat marini e costieri. Vogliamo valorizzare l’incredibile eterogeneità ecologica della Sardegna che rappresenta un laboratorio all’aperto».

Questionario e social

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