Domenica 4 ottobre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 ottobre 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
La scuola degli stili di vita: arrivano i primi 15 diplomi
Formazione patrocinata dall'Università per i “promotori dell'invecchiamento”
 
ASSEMINI Emozionati e commossi nel ricevere il diploma di Promotori della Longevità e dell'Invecchiamento attivo, quasi fossero all'esame di maturità. Eppure sono medici, psicologi, infermieri professionali che, per la loro storia personale, qualche esame lo hanno già sostenuto. Ma loro sono i primi ad aver frequentato il corso di 80 ore, patrocinato dall'Università di Cagliari e dall'Ordine degli psicologi della Sardegna, che si è tenuto nelle aule dell'Ifal ad Assemini. Dove i neo diplomati (15) hanno sostenuto la prova finale discutendo una tesina con alcuni docenti (Roberto Pili, oncologo e ricercatore, presidente di Medicina sociale, Andrea Loviselli, endocrinologo, Donatella Petretto, psicologa, Paolo Putzu, geriatra, Francesco Siciliano, psicomotricista, Mauro Pilia, fisiatra). La scuola, prima e unica al mondo, riconosciuta a livello nazionale, ha lo scopo di formare un piccolo esercito che avrà il difficile compito di combattere contro le storture alimentari e gli stili comportamentali inadeguati al raggiungimento di una vecchiaia sana e, perché no?, serena.
OBESITÀ COME NEMICO «Sino a qualche decennio fa - spiega il dottor Loviselli - era quasi normale, specie nei piccoli centri, che le persone vivessero a lungo e bene e che le aspettative di vita fossero enormemente cresciute. A partire dagli anni '90, però, questa tendenza si è invertita. Complice il cibo che arriva sulle nostre tavole. È da allora che è andata aumentando la percentuale di obesità nella popolazione. Questa è il vero nemico dell'invecchiamento attivo, oltre a causare moltissime patologie». E sottolinea: «La Sardegna, che è la più importante Zona blu al mondo, quella cioè dove vive il più alto numero di centenari, è stata caratterizzata da uno stile di vita unico. Non è un caso che scienziati americani e giapponesi, tra gli altri, siano venuti nella nostra Isola a studiare il fenomeno. Sarebbe un peccato non riuscire a far capire quanto sia necessario adottare una certa linea di vita attraverso comportamenti quotidiani che aiutano a stare bene con se stessi e con gli altri».
I NUOVI GUERRIERI Roberto Pili, che ha voluto fortemente la nascita della scuola e ha creato con il suo staff l'Osservatorio internazionale della longevità, sa bene cosa aspettarsi da questa prima infornata. «Noi siamo consapevoli che la teoria ha la sua funzione - spiega - ma senza applicazioni pratiche si rischierebbe di cadere nei discorsi inutili e autoreferenziali e, mi creda, non è quello che serve a migliorare la qualità della vita di nessuno. I Promotori dell'invecchiamento attivo sono abilitati a operare nel territorio, in contatto con enti, istituzioni e altri stakeholders per diffondere stili di vita salutogenici e prendersi carico di anziani fragili».
PREVENZIONE Considerando l'invecchiamento della popolazione europea in primis, italiana ma, soprattutto, sarda, la scuola è una sfida oltre che una scommessa per chi ha creduto nel progetto. «Intanto - prosegue Pili - grazie ai Promotori sarà possibile avviare anche un serio lavoro sulla prevenzione, aspetto finora trascurato dalla Sanità pubblica e che incide in maniera pesantemente negativa sui costi complessivi del sistema». Ecco un altro punto chiave sul quale si concentrerà l'attività di formazione nella scuola di Assemini. In realtà, già nel primo corso, questa strada è stata intrapresa, senza tralasciare una varietà di materie di fondamentale importanza per i “discepoli”. Cioè, branche della medicina innanzitutto, ma pure etica, religione (gli anziani con il trascorrere degli anni riscoprono la fede e frequentano la chiesa più o meno assiduamente) e psicologia.
CITTÀ DEL FUTURO Molto interessanti alcune lezioni di urbanistica in cui gli esperti hanno evidenziato come la gran parte delle città abbiano ancora ampie zone off-limits per chi è affetto da patologie che ne limitano la deambulazione e non solo. Le barriere architettoniche, che gli amministratori di ogni centro urbano - dal più piccolo al più grande - si dicono sempre pronti ad abbattere, continuano a rappresentare un ostacolo per una vita sociale normale, oltre a determinare nuovi costi (in termini di assistenza) per l'apparato sanitario. Insomma, spazi su cui lavorare non ne mancano. «Stiamo cercando di mettere le prime pietre - conclude Roberto Pili - per costruire qualcosa che superi l'attuale situazione di inefficienza dovuta all'insensibilità e alla mancanza di preparazione adeguata per affrontare temi che sono molto meno complicati di ciò che sembrano».
Vito Fiori
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Van Gogh per scoprire la città
«Vengono alla mostra e conoscono la Cittadella dei musei» 
I volontari del Fai hanno guidato le visite ai capolavori recuperati dai carabinieri
 
La “campagna d'autunno” è partita. Il Fai si è posto un obiettivo ambizioso: vuole che i cagliaritani si riapproprino dei loro gioielli. Perché spesso sono proprio i cittadini a non conoscere le loro ricchezze. Come la mostra “La memoria ritrovata. L'Arma e lo scrigno dei tesori recuperati”, ospitata nello spazio espositivo San Pancrazio della Cittadella dei musei. È questo il significato della full immersion di cui sono stati protagonisti i volontari del Fai: alle 14 hanno aperto idealmente i cancelli per consentire ai visitatori di vedere i capolavori in esposizione.
LA MOSTRA Tanti cagliaritani hanno sfruttato la giornata di sole per andare al mare. Ma, pian piano, sono arrivati i visitatori che hanno finito con l'affollare lo spazio espositivo. In fondo, l'occasione era davvero ghiotta. «È un'occasione irripetibile», spiega lo storico dell'arte Franco Masala del Fai di Cagliari, «per vedere queste opere tutte insieme: al termine della mostra saranno distribuite nei musei della Penisola. Vale la pena di ammirare artisti che non sono assolutamente presenti in Sardegna e, come nel caso di Van Gogh e Gauguin, neanche tanto in Italia». In effetti, è un evento eccezionale ritrovarsi faccia a faccia con capolavori come la “Natura morta” di Gauguin “Il giardiniere” di Van Gogh. Ma lasciano a bocca aperta anche i reperti archeologici trafugati chissà e recuperati in Svizzera. Tra questi, anche una ricca collezione di bronzetti sardi (testimonianza di quanto la cultura nuragica interessi tanto a livello internazionale), finiti nei caveau di qualche banca elvetica.
L'OBIETTIVO La mostra è, comunque, nella logica del Fai, solo uno “strumento”. Poter vedere certi capolavori guidati dai volontari (ad altissima specializzazione) del Fondo ambiente italiano è un'occasione irripetibile. E, proprio grazie a questo ulteriore stimolo, i cagliaritani potrebbero cominciare a riappropriarsi degli spazi della città. «Che», riprende Masala, «non sono conosciuti come dovrebbero. Spesso capita che la Cittadella dei musei sia più nota ai turisti che ai cittadini». Non a caso, alcuni cagliaritani, spinti dalla curiosità per la mostra, hanno scoperto l'esistenza dello spazio espositivo San Pancrazio, un luogo ricco di storia e di suggestioni.
I VISITATORI L'impegno del Fai sembra essere ripagato. La mostra, inaugurata il 15 luglio, è stata visitata da circa diecimila persone. Certo, i primi arrivati sono stati più fortunati dal momento che sono riusciti anche a vedere “La muta” di Raffaello che, trafugata dal museo di Urbino, è tornata nella sua sede naturale. Ma anche gli altri capolavori meritano di essere visti. Magari, approfittando del fatto che oggi, come ogni prima domenica del mese, l'ingresso ai musei statali è gratuito (ma l'accesso alla mostra “La memoria ritrovata” non richiede esborsi neanche negli altri giorni).
Marcello Cocco
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
La nostra memoria ritrovata nelle opere senza tempo
C'è almeno una bella notizia nei giorni in cui l'incuria del territorio produce devastazione
 
In questi giorni resi tristi dall'incuria nella gestione del territorio allarga il cuore la notizia che non ci sono vittime nei luoghi devastati dall'acqua che ha memoria e cerca il suo alveo. Rallegra di conseguenza, passata la tempesta, apprendere che il 97% dei cittadini che hanno risposto al questionario dell'Unione Sarda vorrebbero la proroga della mostra La memoria ritrovata. L'Arma e lo scrigno dei tesori recuperati allestita nella Cittadella dei Musei, che chiude il 15 ottobre. Significa che c'è speranza che ci si ravveda dagli errori contro la terra, il paesaggio, la bellezza. Devono essere un capitolo chiuso le cementificazioni sconsiderate; la sciatteria nella cura della ragnatela dei rii un tempo termometro della salute della terra e oggi fonte di angoscia; il parossistico consumo del suolo con finte rinnovabili per un'energia che non serve.
Oggi 4 ottobre è il giorno di san Francesco il cui inno alla terra è diventato il titolo dell'Enciclica Laudato si', forse il testo contemporaneo che inciderà di più nei secoli a venire. Per questo deve diventare il breviario quotidiano senza deroghe per nessuno e ben per questo mai sarà sufficiente la dose di bellezza che ci dobbiamo somministrare riconoscendo quale scrigno naturale della stessa il paesaggio e il museo come luogo che ne conserva gli emblemi più prestigiosi. La mostra visitabile nel suggestivo Spazio San Pancrazio ne ha un bel campionario. Capolavori violati e sottratti da musei e chiese e recuperati perché restituissero quella gioia senza la quale la vita è faticosa e triste. Il luogo è tra i più stratificati e suggestivi della città e riassume come pochi lo spirito delle città del Mediterraneo descritto da Fernand Braudel in Il Mediterraneo all'epoca di Filippo II : l'intensità e dimensione del tempo e della storia si colgono in alcuni luoghi più che in altri. Nella Cittadella dei musei infatti si avverte quell'intreccio tra sostrato, dialettica tra uomo e ambiente che nella prospettiva registra pochi movimenti, variazioni sociali il cui rumore è più rilevante e la dinamicità della superficie che è l'Oggi. Il luogo già insediamento romano, struttura militare pisana e spagnola, Regio Arsenale piemontese, ora cittadella di musei e studenti, sia definitivamente spazio collettivo.
Maria Antonietta Mongiu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Al lavoro per i libri
e il tour nazionale
 
Sono weekend di duro lavoro per i volontari del Fai. Oggi, continueranno ad accompagnare i visitatori alla mostra “La memoria ritrovata”. Domenica prossima, animeranno le “Giornate di carta” cagliaritane: alla biblioteca universitaria e all'archivio di Stato guideranno i cittadini che, per tre minuti, leggeranno un brano del loro libro preferito (che potranno lasciare per donarlo al carcere di Uta. Nel pomeriggio, saranno protagonisti i libri sardi.
Domenica 18, invece, in tutta Italia si svolge la “Fai marathon”: a Cagliari, potranno essere visitati l'Anfiteatro romano, la basilica e il bastione di Santa Croce, la chiesa di Santa Maria del Monte, il dipartimento di Architettura, il museo di geologia, l'ex albergo del povero, l'orto botanico, il palazzo del rettorato, il polo di studi umanistici e la casa dello studente, il rondò di Buoncammino, il casamento scolastico di Santa Caterina e la Torre dell'Elefante. ( mar.co. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 52 - Edizione CA)
Prime film
La nostra quarantena di Peter Marcias
Verità, finzione e il caos calmo 
 
Documentario e fiction, più il primo del secondo: Peter Marcias resta coerente ad una idea di cinema che corre sul crinale del verosimile, ripercorrendo lo stile ma anche i temi che abitavano il precedente Dimmi che destino avrò , ovvero un radar d'autore che intercetta smarrimenti esistenziali, crisi sociali, con attenzione all'umanità più debole ed emarginata. Da questo punto di vista La nostra quarantena è un titolo perfetto, riassume bene il limbo in cui ci troviamo, uno stallo fatto di resistenze e rabbie di cui pagano dazio soprattutto le nuove generazioni. Su uno spunto di cronaca - nel porto di Cagliari una nave è bloccata da mesi, i 15 marinai marocchini non ricevono lo stipendio e si lì si barricano per protesta - Marcias innesta una storia di finzione ma molto realistica: un giovane universitario, imbeccato dalla sua docente, va sul campo a documentare questo strano, dimenticato e silenzioso sciopero. E il contatto con le storie e la dignità dei lavoratori marocchini autoreclusi provocherà nel giovane un turbamento, che investirà i suoi affetti e certezze, inducendolo perfino a lasciare l'Italia.
Il film già dall'inizio mischia le carte, come in I bambini della sua vita , Marcias affida al montaggio (di Andrea Lotta) il compito emotivo di far precipitare il nostro sguardo nel caos dell'odierna precarietà: frammenti, sequenze, interviste, lampi d'immagini (ci sono tre direttori della fotografia), rumori di fondo, musica pertinente (di Stefano Guzzetti) lentamente compongono il mosaico di questa presa di coscienza “politica” attraverso gli occhi dello studente. Le scelte registiche coprono bene il misero budget, un linguaggio asciutto e diretto che chiede agli spettatori una partecipazione attiva, una immedesimazione nei drammi dei marinai resistenti (nelle testimonianze raccontano di attese, telefonate alle famiglie, desideri, nostalgie) e nelle continue percezioni che il giovane universitario - al quale Moisé Curia regala un'interpretazione convincente - è costretto ad affrontare. È da questo magma, d'immagini ora traballanti in stile amatoriale, ora compiute, ora con pasta vintage, come se il film fosse una Polaroid che fissa la vita mentre scorre (e come se ci si domandasse come filmare oggi la realtà), che emergono domande e riflessioni: sulla crisi che mina le nostre esistenze, sul futuro dei giovani imprigionato come quello dei marinai, sul diritto al lavoro e su come difenderlo dai soprusi, sulla ricerca di un equilibrio interiore. Criptico come sono questi anni di confusione, il film non cerca risposte. Sottilmente indica la via della generosità senza rumore della Caritas in opposizione al tifo collettivo della città per la visita papale nelle scene iniziali. E manda segnali nello scambio affilato di battute tra la prof (Francesca Neri, puntualmente professionale) e lo studente, quando richiamandosi alle responsabilità dei maestri, ricorda di avergli proposto una «esperienza umana», non una «raccolta di materiali».
Fatta la tara all'universitario che filma col Super8 (poco credibile nel 2015), La nostra quarantena resta uno di quei piccoli film necessari per decodificare l'aria del tempo, per leggere soprattutto nei volti stanchi dei marinai e nel mare di Cagliari, quinta scenografica spoglia e anonima, la fatica di vivere.
Sergio Naitza
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 36 - Edizione CA)
Buggerru
Un progetto dell'Università
per recuperare il borgo
 
Uno dei ruderi del vecchio villaggio minerario di Pranu Sartu, sarà restaurato grazie a un progetto dell'Università di Cagliari. «Si tratta di un intervento della facoltà di Architettura dell'ateneo - spiega Laura Capelli, assessore ai lavori pubblici del comune di Buggerru - programmato dopo un attento studio sulle tecniche di restauro conservativo e sulla possibilità di recuperare le strutture del borgo, ormai ridotte a ruderi, utilizzando gli stessi materiali e mantenendo la stessa tipologia edilizia. Per il momento il restauro riguarderà soltanto una delle case, ma questo potrebbe rappresentare il punto di partenza per far rinascere l'intero villaggio». I lavori saranno possibili grazie a un finanziamento regionale di circa 50 mila euro. «Nei giorni scorsi - ha concluso l'assessore - si è svolta a Cagliari la conferenza di servizi. Tutti gli enti coinvolti hanno espresso in merito il parere positivo. Per questo, i lavori non tarderanno a partire». (fe. ma.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Cagliari24Ore – pagina 9
università
Facoltà di Medicina,
gli iscritti sono tutti sardi
 
CAGLIARI Saranno tutti sardi i candidati che si iscriveranno alle facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’università di Cagliari. È la prima volta che accade da quando la graduatoria è nazionale. Per effetto dei punteggi ottenuti e del piazzamento dei concorrenti dell’isola a livello nazionale, risulta infatti che il 100% dei posti disponibili a Cagliari saranno ricoperti da sardi, e uno degli studenti concorrenti dovrà andare fuori a studiare, occupando un posto in un’altra sede.Come prestazione complessiva, Cagliari ha infatti ottenuto il 100,51% (migliore risultato negli ultimi anni), che si traduce in 199 studenti idonei (su 198 posti disponibili). La Facoltà di Medicina di Cagliari sale così al 15mo posto in Italia, guadagnando 14,27 punti percentuale rispetto al 2014. «Si tratta di un ottimo risultato – è il commento del rettore, Maria Del Zompo – che mostra come la formazione impartita dai licei sardi sia progressivamente sempre più idonea a preparare gli studenti ad affrontare i test».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Symposium Sardinia sull’ambiente
Pula, 800 partecipanti da tutto il mondo si confronteranno sulle emergenze
 
CAGLIARI Dal 5 al 9 ottobre, nella cornice del Forte Village resort di Santa Margherita di Pula, si rinnova l’appuntamento biennale con il Symposium Sardinia durante il quale, oltre 800 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, si confronteranno sulle emergenze ambientali del pianeta. Il calendario scientifico, includerà 500 lavori selezionati e le presentazioni in programma si articoleranno in 95 sessioni, 33 workshop e una sessione poster continuamente accessibile. Emerge un filo di continuità con l’attività svolta negli ultimi 25 anni, nei quali il Symposium è stato il fulcro delle innovazioni in collaborazione con i membri dell’International waste working group. Il tema della riqualificazione del territorio, sarà al centro (il 6 e 7 ottobre) del workshop on waste architecture. Un evento parallelo che avvierà un confronto tra esperti di architettura, ambiente, pianificazione e progettazione urbana. In questa sede, sarà presentato il progetto del celebre architetto Emilio Ambasz, in Costa Smeralda. Un esempio concreto, sul territorio, di straordinaria riqualificazione di un’area turistico-ricettiva che prevede il recupero delle valenze naturalistiche con l’obbiettivo primario della sostenibilità ambientale. Nel quadro della discussione, interverrà con un video-messaggio lo stesso architetto argentino che, illustrerà le sue scelte di «Progettazione con la natura» divenute famose in tutto il mondo. Il workshop ,sarà aperto da una comunicazione del prof. Giovanni Macciocco, del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari. Interverrà, inoltre, l’architetto Enrich Batlle, autore del progetto di riqualificazione della discarica di Barcellona, nella valle di En Joan.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
cooperazione
La delegazione del Senegal
incontra Regione e Agraria
 
SASSARI La delegazione del governo senegalese, guidata dal ministro delle poste e telecomunicazioni Yaya Abdoul Kane e del rappresentante del Ministro dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile Idressa Balde e dal consigliere tecnico dei rapporti con le istituzioni Elhady Sidy Ndiang è stata ricevuta dal direttore del dipartimento di Agraria Antonello Pazzona e dai docenti del dipartimento Giuseppe Pulina e Alberto Atzori. «Il nostro Dipartimento – dichiara Pazzona –, rappresenta una delle maggiori scuole tecnologiche della filiera dell’ovino da latte ed è in grado di supportare le strategie di sviluppo senegalesi dalla formazione alla creazione di aziende razionali fino alla trasformazione del latte e alla sua commercializzazione». All’incontro anche l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano. «Nell’incontro ho proposto una collaborazione in tema di prevenzione dei rischi e dell’organizzazione del sistema di sicurezza ambientale. Il rischio incendi, quello meteorologico e quello climatico hanno suscitato infatti grandissima attenzione tra i delegati senegalesi, interessati ad apprendere dalle nostre esperienze per elaborare i piani di adattamento».
 

 

Questionario e social

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