UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 30 settembre 2015

Mercoledì 30 settembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 settembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Il progetto
Col simulatore si impara a guidare il bus
Partenza da piazza Matteotti. Destinazione: Statale 125. Con modalità nebbia. I tre schermi - posizionati uno frontalmente, gli altri ai lati del posto di guida - ripropongono il percorso virtuale. C’è anche l’imprevisto: l’attraversamento di un pedone. Né più né meno ciò che capita nella realtà, con la differenza che il tempo di reazione viene registrato da un’apposita apparecchiatura.
«B.B.Bu.S (Box Bull Bus Simulator) è un apparato tecnologicamente innovativo in grado di simulare le condizioni di guida di un autobus, visivamente, acusticamente e come percezione di movimenti e vibrazioni», spiega Gianfranco Fancello, docente dell’ateneo cittadino e responsabile scientifico del progetto - finanziato dall’intervento Innova.re con fondi regionali - realizzato dal dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, in collaborazione con il Centralabs, l’Arst e Dedoni turismo. E con il supporto delle Università di Genova e Napoli.
«Il progetto, della durata di 14 mesi, ha avuto l’obiettivo di trasformare il simulatore Box Bull in un sistema di simulazione per la guida di autobus urbani ed extraurbani, finalizzato ad addestrare i conducenti e in grado di ridurre gli effetti da stress psicofisico», racconta. «Abbiamo ricostruito virtualmente 60 chilometri di strada con un percorso urbano a Cagliari e con porzioni extraurbane della 554,128 e della 133, il B.B.Bu.S. consentirà alle aziende di trasporto di effettuare la formazione dei conducenti professionisti, riproducendo diverse condizioni di traffico e viabilità».
Sara Marci
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Il presidente del Consiglio di gestione di Intesa San Paolo oggi a Cagliari
«L’ISOLA VERSO LA RIPRESA»
Gros Pietro: il turismo va ma bisogna diversificare
Il legame di Intesa SanPaolo con il territorio sardo, l’attenzione per lo sviluppo dell’Isola e un po’ di sano ottimismo per il futuro dell’Italia. È quanto emerge dalle parole di Gian Maria Gros Pietro, presidente del Consiglio di gestione di Intesa SanPaolo, oggi a Cagliari (11.30, rettorato dell’Università) per l’incontro promosso dall’istituto di credito su “La banca e il territorio. Una nuova modalità di relazione” durante il quale sarà presentato il Consiglio del territorio della Sardegna, presieduto da Giorgio Mazzella.
Presidente Gros Pietro, partiamo dagli scenari generali: lei di recente ha dichiarato che l’ottimismo sull’Italia è giustificato.
«Le ultime stime elaborate dall’Ocse mostrano che, nonostante il rallentamento delle economie emergenti, il tasso di crescita dell’economia mondiale per il 2015 si attesterà al 3%. L’Italia è tra i pochissimi Paesi maturi che registrano revisioni al rialzo per l’anno in corso e i segnali positivi sul fronte dell’occupazione si confermano di trimestre in trimestre. Certo la disoccupazione rimane alta e dovremo aspettare ancora per vedere progressi ma, a luglio, anche la produzione industriale è tornata a crescere a tassi significativi, dopo una lunga fase di contrazione. La manifattura ha beneficiato della tenuta della domanda estera e della crescita del reddito disponibile delle famiglie che sta sostenendo i consumi. In particolare, la performance del settore dei beni durevoli e dei mezzi di trasporto è tra le più brillanti. La combinazione di fattori esterni, come la riduzione dei prezzi delle materie prime e l’indebolimento dell’euro, e interni, come la ripresa della domanda domestica, delinea un quadro che non può che confermare l’ottimismo, soprattutto se il processo di riforma in atto nel nostro Paese continuerà a passo spedito e riguarderà anche altri settori, quali la burocrazia. Solo così il nostro Paese potrà imboccare la strada per una crescita sostenibile e duratura».
Ritiene che il sistema bancario italiano sia solido e che i recenti provvedimenti, come ad esempio quello sul bail-in, possano comunque far dormire sonni tranquilli ai correntisti?
«Penso che il sistema italiano sia solido perché lo dicono i dati dello stress test della Bce e perché nei rari casi dove vi erano problemi, questi sono stati affrontati. Il sistema bancario italiano è quello che ha avuto meno aiuti pubblici di tutti gli altri sistemi europei. Per quanto riguarda il bail-in si tratta di un meccanismo di ripartizione dei rischi e dei costi associati ad eventi che sono, comunque, rari. La mia preoccupazione è che ai depositanti, e ai clienti in generale, siano dati gli strumenti per essere consapevoli dei cambiamenti e poter valutare le banche in relazione alla solidità dei loro bilanci, senza creare panico».
L’incremento dei mutui registrato dall’Abi è il segnale che anche settori strategici del Paese, come l’immobiliare, sono in ripresa?
 «Mese dopo mese i dati confermano segnali positivi sul fronte dei prestiti a famiglie e imprese da parte delle banche italiane. I mutui per l’acquisto di immobili sono cresciuti dell’82% nei primi sette mesi dell’anno, rispetto al medesimo periodo del 2014. Simile indicazione proviene dal numero di transazioni, cresciute sia nel comparto commerciale che in quello residenziale. In generale, possiamo osservare che il permanere di tassi di interesse bassi, il ridimensionamento dei prezzi degli immobili rispetto ai picchi pre-crisi, l’aumento del reddito disponibile e un miglioramento delle aspettative sono elementi che hanno favorito una ripresa del settore e che possono ancora sostenerla nei prossimi mesi».
Qual è il senso della creazione del Consiglio del territorio di Intesa SanPaolo nell’Isola?
 «Abbiamo semplificato la struttura e la governance inglobando alcuni marchi locali ma, aldilà dei nomi, vogliamo mantenere vivo e forte il collegamento con il territorio. Quindi, abbiamo deciso di costituire un organismo che avrà un ruolo di raccordo con le comunità di riferimento e compiti di natura consultiva nei confronti delle direzioni regionali. In particolare, il Consiglio del territorio potrà avanzare proposte volte a rafforzare i rapporti della Banca con le realtà locali e a consolidare il suo posizionamento di mercato. I componenti sono stati individuati fra esponenti del mondo economico e istituzionale con un legame consolidato con il territorio. Personalmente mi auguro che sia un modo per unire efficienza, capacità di ascolto e possibilità di interloquire rispettando la ricchezza che nasce dalla specificità territoriale».
 Come vede la situazione della Sardegna dal punto di vista economico?
 «La situazione economica sarda appare ancora fragile e tenuemente agganciata al traino della ripresa. Nel secondo trimestre 2015 vi sono stati timidi segnali di miglioramento, ma indicazioni più chiare dovrebbero arrivare a partire dal secondo semestre dell’anno. Un impatto importante dovrebbe provenire dalla stagione turistica che quest’anno è stata particolarmente buona anche per l’Isola. Tuttavia, la concentrazione delle attività in pochi settori, tra cui il turismo e l’agricoltura, espone l’economia regionale a una forte stagionalità. Occorrerebbe incrementare la capacità di produrre ricerca e innovazione, anche nei settori tradizionali, per rafforzare la competitività. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo superando il ritardo infrastrutturale che caratterizza la regione, come dimostra la buona performance del Porto di Cagliari in grado di sfruttare, invece, positivamente la strategica posizione geografica dell’Isola. Dal punto di vista delle telecomunicazioni, meno del 10% della popolazione si connette con una banda superiore o uguale a 30 mbps e, nonostante il cambio di passo di questi ultimi anni, anche gli investimenti in infrastrutture pubbliche del genio civile rimangono inferiori alla media pre-crisi».
Ritiene che ci siano settori strategici su cui puntare per l’Isola, dopo la crisi della grande industria?
 «L’industria metallurgica ed estrattiva sono state importanti per lo sviluppo dell’Isola e il settore della raffinazione del petrolio contribuisce, ancora oggi, in modo significativo alle esportazioni. La Sardegna, durante gli anni ’90, tuttavia, non è riuscita a innestare un processo di vera diversificazione produttiva e, quindi, è stata duramente colpita dalla crisi. Oggi, come nel passato, l’agricoltura mantiene un peso elevato nella formazione del Pil regionale che beneficia, altresì, dell’apporto del turismo, in crescita anche grazie alla clientela internazionale. L’industria di grande dimensione potrebbe beneficiare dell’arrivo di multinazionali in grado di portare conoscenze e competenze che ne aumentino l’efficienza. Tuttavia, il tessuto produttivo sardo è oggi caratterizzato dalla piccola e piccolissima impresa. Un limite dimensionale che potrebbe essere superato attraverso una maggiore partecipazione ai contratti di rete, ancora poco usati nella regione. È possibile, quindi, immaginare un futuro dove il processo di diversificazione dell’economia, volto ad aumentarne la resilienza, passi dal mettere in rete la tradizione del settore agricolo e agroalimentare, con l’innovazione e con l’industria dell’ospitalità. È tuttavia improbabile che questo sentiero di crescita possa essere intrapreso senza prima rimuovere ostacoli di natura strutturale».
Giuseppe Deiana
 
 

 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Domani, alle 15, nell’aula Specchi del corpo aggiunto della facoltà di studi umanistici, in via Is Mirrionis 1, si terrà una conferenza intitolata “Linguaggio di genere e amministrativo”, con la partecipazione di Cecilia Robustelli, professoressa associata di Linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia e componente del gruppo di esperti presso il dipartimento per le Pari Opportunità.
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
EX VETRERIA. Appuntamento a Pirri da venerdì a domenica
SmartCityness, come cambia la città
Una città e una cittadinanza più consapevole, interattiva e al passo con un’Europa che sfrutta sempre più la tecnologia per una migliore qualità della vita. Con questo obiettivo, da venerdì a domenica torna SmartCityness.
Un festival, verrebbe da definirlo. «In realtà», ha specificato Stefano Gregorini, project manager della tre giorni, «si tratta di un vero e proprio progetto, nato due anni fa per favorire la conoscenza e l’interazione, per ripensare il nostro territorio in modo creativo e innovativo». Un esempio, la stessa location: l’ex Vetreria di Pirri, che sarà oggetto di un focus specifico, finalizzato a rendere l’area più intelligente, intrapreso dagli studenti dell’Università di Cagliari (che ha sposato l’iniziativa, organizzata dall’associazione Urban Center Cagliari) con le trenta (ma potrebbero diventare di più) realtà artigianali e imprenditoriali presenti nella sezione espositiva.
Quest’ultima rappresenta solo una parte di un avvenimento che affronterà l’innovazione anche con una serie di workshop e conferenze, per analizzare il contesto locale, le prospettive di miglioramento e allineamento con realtà all’avanguardia, illustrate dagli stessi protagonisti e da esperti del settore. Inauguraazione venerdì mattina. Ogni giorno il pubblico potrà visitare Smart Cityness dalle 9 alle 20.30.
Clara Mulas
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
COMUNE. L’assessore all’Urbanistica presenta lo strumento in Aula
«Il piano del centro storico sarà una vera rivoluzione»
«Sarà un progetto che rivoluzionerà per vent’anni non solo il capoluogo ma tutta l’area vasta». È iniziata ieri in Consiglio comunale la discussione del Piano particolareggiato del centro storico. Una rivoluzione che modificherà radicalmente, con lo scopo di rianimarli, la pianificazione dei quattro antichi quartieri di Cagliari e di Pirri. Uno strumento essenziale - secondo l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau - perché permette di colmare una lacuna: adeguare il Puc al Ppr regionale. Un lavoro complesso, realizzato dai tecnici comunali, in collaborazione con il dipartimento di Architettura dell’Università. Uno studio scrupoloso - ammette anche chi siede all’opposizione - che ha analizzato ogni singolo edificio.
LA RIVOLUZIONE «Ci sono importanti elementi di novità», spiega Frau. «Se continua a essere vietato allargare porte e finestre e tutte le parti esterne, nel piano sono previste deroghe sulle altezze interne e sull’areazione forzata degli edifici. Con questi provvedimenti vogliamo far rivivere i sottani chiusi e abbandonati. Inoltre - aggiunge - saranno possibili i frazionamenti per le grandi proprietà, altrimenti difficilmente appetibili commercialmente. Sarà anche concesso installare panelli solari, purché non in conflitto». C’è poi una rivalutazione dello spazio, salvaguardando monumenti e verde pubblico. «È un piano di prospettiva. Vogliamo realizzare un grande parco pubblico urbano al centro della città, tra Buoncammino, Orto botanico, Anfiteatro e ospedale Civile».
POCA PROGRAMMAZIONE Critico l’intervento in aula del consigliere di Forza Italia Giuseppe Farris. «È un piano puntuale sotto il profilo della ricognizione ma carente sulla programmazione e pianificazione. Si rinviano sine die accordi tra pubblico e privato. Abbiamo mancato - afferma Farris - la sfida su Castello. Un quartiere che negli ultimi anni ha perso oltre l’11 per cento degli abitanti. Un record negativo: il rione sta morendo».
Claudio Cugusi (La Base) ha voluto rimarcare come il Piano particolareggiato abbia impegnato anche la precedente amministrazione. È una sfida culturale e politica che ci onora». Cugusi appoggia la perequazione o il trasferimento di cubature in cambio di immobili privati «coinvolgendo anche il sistema bancario». Cugusi ha puntato l’indice contro l’Ersu: «Riprendiamoci la Casa dello studente di via Roma e riportiamola a quello che era un tempo: un albergo nel cuore della città».
Alessio Mereu (Cagliari Futura) si chiede se «l’incarico conferito all’Università è a titolo oneroso e se sì quanto, visto che c’era già un piano elaborato dal professor Deplano». Oggi è prevista la votazione. (a. a.)
 


 
L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 30 settembre 2015 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Sabato e domenica “Science2day” al Parco di Pula
ALLA GRANDE FESTA DELLA TECNOLOGIA
Investire in tecnologia e innovazione può contribuire alla crescita economica e sociale dell’Isola. “Science2day, la scienza che fa emozionare”, iniziativa promossa da Sardegna Ricerche e finanziata dall’assessorato regionale della Programmazione, nasce per stimolare la diffusione della cultura scientifica e tecnologica. Appuntamento sabato 3 e domenica 4 ottobre al Parco tecnologico di Pula, nel 10Lab, il nuovo spazio interattivo. Qui si potrà partecipare a convegni sulla stampa 3D, interagire con Nao, robot della Scuola di robotica di Genova, sperimentare la “virtual reality room” del Cg3Lab dell’Università di Cagliari e utilizzare il Social Wall del Crs4. Per i bambini tra i 4 e 12 anni sono stati previsti nove laboratori didattici. I dettagli sono stati illustrati ieri dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, e dal direttore generale di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu. All’incontro hanno partecipato anche Gianluca Cadeddu, direttore del Centro regionale di programmazione e Valter Songini, responsabile della divulgazione scientifica del Parco. L’assessore Paci ha chiarito che Science2day «rientra in quelle iniziative della cultura scientifica e dell’innovazione tecnologica che devono entrare sempre di più a far parte della vita quotidiana. È importante che queste attività siano legate alla capacità di fare impresa». Il 3 ottobre alle 18 ci sarà la proclamazione dei due vincitori del Premio Scienza che passione, ai quali sarà assegnato un premio di 2500 euro.
Eleonora Bullegas
 
                         
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 

 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 30 settembre 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 7
Il progetto è stato presentato da un pool di ricercatori cagliaritani
UN SIMULATORE DI GUIDA PER I BUS
CAGLIARI I tornanti della statale 133 Tempio-Luogosanto, le curve della 128 Sarule-Gavoi, i semafori e gli incroci a raso sulla 554 di Quartu e nel centro urbano di Cagliari: sessanta chilometri di test senza sconti. Il simulatore per la guida degli autobus presentato ai laboratori Centralabs dagli ingegneri dell’ateneo di Cagliari, è un must per riproduzione reale del traffico e delle caratteristiche di guida. Immaginate, le simulazioni dei pilota d’aereo: BBBus è strumento unico, innovativo, indispensabile per la formazione dei conducenti. Con l’asticella della sicurezza che, grazie al pool di ricercatori guidati da Paolo Fadda, ordinario di progettazione dei sistemi di trasporti e amministratore di Centralabs, raggiunge soglie ad alto valore aggiunto. «La ricerca ci regala sicurezza per autisti e utenti: col simulatore testiamo stress, fatica, vista, postura e la posizione degli apparati, dal volante alle leve» spiega Paolo Fadda. Il simulatore riproduce un bus Mercedes Citaro 0530: «Abbiamo riprodotto una cabina dell’autobus usato anche dal Ctm a Cagliari, con piattaforma mobile, suoni e rumori in Dolby surround su schermi con visuali a 180 gradi. Il lay out rileva tutte le difficoltà che un autista incontra per strada. La situazione di guida, dal punto di vista visivo, acustico, dei movimenti e delle vibrazioni - spiega Gianfranco Fancello, responsabile del progetto - è per i conducenti reale e immersiva». Insomma, un supporto indispensabile per verificare stress, abilità e fatica.
 
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 30 settembre 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 7
In breve
Sardegna Ricerche Direttore generale della nuova Agenzia È Giorgio Pisanu il primo direttore generale della nuova Agenzia Sardegna ricerche dopo la soppressione da parte della Giunta del Consorzio di cui lo stesso Pisanu era tra l’altro direttore. Agostino Galizia è il nuovo e unico revisore dei conti.

 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 30 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 5
Sulla rete di piste ciclabili
"Le vie dell’Università", che darebbe a Sassari una parvenza di "Città Europea", si è aperta una discussione, in particolare per quanto riguarda il tratto di viale Italia. È singolare che per contrastare la pista ciclabile di viale Italia-Monserrato (uno dei tratti più pianeggianti della città) si tiri fuori il vecchio stereotipo "Sassari ha troppe pendenze, non è adatta alle bici" e via pedalando (a chiacchiere). In realtà la preoccupazione maggiore è la perdita di 50/60 parcheggi. E guarda caso nella zona della città più dotata di aree di sosta interrate e non (Emiciclo Garibaldi, via De Nicola, Conad di Amendola e Policlinico Sassarese) nelle immediate vicinanze. Se avessi un esercizio commerciale in viale Italia e dintorni regalerei ai miei clienti il costo della sosta nei suddetti parcheggi, così come fanno gli operatori del mercato civico fin dalla sua apertura e con un ottimo successo. Il progetto che l’amministrazione comunale sta portando avanti con fondi europei meriterebbe una valutazione senza pregiudizi e preconcetti: è un tracciato di circa 8 chilometri che non presenta pendenze di rilievo, oggi comunque esistono le mountain-bike e le bici elettriche che aiutano a superarle. Altre città collinari in Italia e all’estero hanno già sperimentato e con successo infrastrutture ciclabili e ciclopedonali: un esempio per tutte Lisbona, dove il 63% del territorio ha una pendenza fino al 4%, sono state realizzate quattro ciclovie per un totale di 45 chilometri, molto apprezzate dagli abitanti e dai turisti. Pretendere che gli enti locali creino infrastrutture che migliorino la qualità della vita è un diritto dei cittadini, così come è incontrovertibile la necessità di una mobilità eco-sostenibile al centro delle città. Credo che i tempi siano maturi per valutazioni più profonde che tengano conto dell’emergenza ambientale, dell’emissione dei gas inquinanti, dell’effetto serra, della necessità di combattere stili di vita che nuocciono al singolo individuo, con costi sociali sempre più alti. Tore Campus Sassari * * * Vedo che il tema delle piste ciclabili, e in particolare delle piste ciclabili a Sassari, ha molti tifosi. Non so quanto sia una pendenza al 4 per cento, ma ricordo Lisbona come una città, come dicono a Sassari, tutta "azza e fara". Ma se ci sono tanti coraggiosi che non ne hanno paura, ben vengano le piste ciclabili.
 
 
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 30 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 2
EXPO
Un progetto sardo per il Padiglione Italia
CAGLIARI C’è anche un progetto sardo tra quelli delle 22 aziende che hanno fondato l’associazione Padiglione Italia a Expo. Il sodalizio riunisce le imprese testimonial delle mostre permanenti del “Saper fare” e della “Potenza del limite” che da maggio a oggi hanno rappresentato le eccellenze del Paese all’Esposizione universale. Si tratta del progetto firmati dal giovane ricercatore Luca Ruiu, creatore di “Bioecopest”, spinoff sostenuto dall’Università di Sassari. «È l’ennesima dimostrazione - commenta l’assessore al Turismo Francesco Morandi - che la scelta dei testimonial isolani per la mostra delle Regioni sia stata quanto mai adeguata. Sin dall’inizio protagonista nel Padiglione Italia con la bellezza delle immagini di luoghi non antropizzati e di edifici culturali storici e con gli ambasciatori Daniela Ducato e lo stesso Ruiu, la Sardegna ottiene ora un altro importante riconoscimento».
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 30 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 6
LO STUDIO/UNIVERSITA' DI CAGLIARI
L’emorragia negli ultimi 5 anni, il 40 per cento non torna più
Emigrazione, 6600 in fuga
CAGLIARI La grande fuga è spesso senza ritorno. Negli ultimi cinque anni 6600 sardi hanno lasciato l’isola, preferendo mete come Regno Unito, Germania e Spagna. Di questi, solo poco più del 20 per cento dichiara di voler tornare in Sardegna, mentre oltre il 40 per cento intende trattenersi dove si è trasferito e il rimanente pensa di recarsi ancora in un altro Paese. Tra chi parte, tanti sono i giovani: dopo avere cercato un’occupazione inutilmente a casa propria, decidono di fare i bagagli e andare lontano. È quanto emerge da un’indagine curata dal Cedise (Centro europeo diffusione informazione Sardegna estero) – presentata nei giorni scorsi dalle curatrici, Silvia Aru, assegnista di ricerca all’Università di Cagliari con la legge regionale, e Francesca Mazzuzzi, vice presidente del Cedise e dottoranda in Storia moderna e contemporanea nell’Ateneo del capoluogo - che rappresenta la prima iniziativa di un percorso di studio e di ricerca volto a mettere in luce gli aspetti della mobilità dei sardi, soprattutto delle giovani generazioni, in questo scorcio di millennio. Il tema è stato oggetto dell’incontro annuale dell’Association of European Migration Institutions, il 24 e il 25 settembre a Torino per l’organizzazione di Globus et Locus e il Centro Altre Italie. L’indagine, che rappresenta la prima tappa di una più vasta ricerca in corso di svolgimento sull’universo migratorio sardo, si è basata sulla compilazione di un questionario online rivolto ai sardi sparsi in tutto il mondo, in Italia e all’estero, integrato dalla raccolta di storie di vita e da altri dati emersi grazie alla collaborazione di circoli e di federazioni di sardi. Dall’elaborazione di 154 questionari è emerso un campione con un livello di istruzione medio-alto, circa un terzo del quale risiede in una regione italiana del centro-nord, mentre la maggior parte si trova all’estero. Le principali mete estere scelte sono il Regno Unito, la Germania e la Spagna. Oltre la metà del campione ha avuto precedenti esperienze di studio o lavoro fuori dalla Sardegna, che tuttavia hanno arrecato un generale miglioramento economico alla propria condizione di vita, rivelando anche una minore precarietà lavorativa e una crescita del reddito annuo percepito. Famiglia, amici e il legame con l’isola sono i principali motivi per cui si decide di rientrare, ma la mancanza di opportunità lavorative adeguate alle proprie competenze continuano ad essere, per molti, un freno al rientro definitivo in Sardegna.
 
 
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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