UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 29 settembre 2015

Martedì 29 settembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 settembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
LINGUAGGIO DI GENERE
Sessismo linguistico e ruolo del linguaggio nella costruzione sociale della realtà. Se ne parla durante il master della docente universitaria Cecilia Robustelli, giovedì alle 15 nell’aula Specchi del corpo aggiunto di Studi umanistici, in via Is Mirrionis 1.


 
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2 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Convegno Paleografi e diplomatisti a confronto da ieri per la prima volta in Sardegna
Scrittura, primato dei sardi racchiuso nella stele di Nora
P aleografi e diplomatisti italiani da ieri sono per la prima volta a congresso in Sardegna. Discutono di civiltà del Mediterraneo e delle interazioni grafiche e culturali che, nella storia, si sono stabilite attraverso libri, documenti ed epigrafi. L’Isola è un luogo quanto mai adeguato per la trattazione della materia. Grazie ai Fenici, come testimonierebbe la celebre stele di Nora (IX-VIII sec.a.C.), ha conosciuto la scrittura prima di Roma e merita per questo un ruolo baricentrico rispetto all’interesse degli studiosi.
LA SCRITTURA NELL’ISOLA Luisa D’Arienzo, docente di Paleografia e diplomatica all’Università di Cagliari, presidente della deputazione di Storia Patria per la Sardegna e organizzatrice dell’evento, ieri - giornata inaugurale - ha fatto iniziare il lungo excursus per immagini proprio dall’iscrizione ritrovata nel 1773 nelle campagne di Pula. L’argomento sarà oggi (i lavori inizieranno alle 9 e 15 nella sala Convegni del Museo Diocesano) al centro della relazione di Michele Antonio Corona. Lo studioso parlerà delle iscrizioni fenicio-puniche in Sardegna. «Impossibile al momento poter ipotizzare l’uso della scrittura da parte della civiltà nuragica - ha detto D’Arienzo -, visto che non esistono sicure attestazioni». Abbondanti e certi invece i testi scritti nei caratteri latini su epigrafi e diplomi militari. Rare le testimonianze per l’età tardoantica e l’Altomedioevo. I documenti tornano a essere numerosi per il pieno Medioevo. Particolare attenzione è stata posta sul fatto che la Sardegna, anche nel XII secolo d.C., abbia conservato traccia della dominazione bizantina e delle prassi vigenti nelle cancellerie di quel periodo. «Sino al XII secolo si trovano documenti scritti in lingua sarda e con l’alfabeto greco», ha sottolineato la presidente della Deputazione di Storia patria per la Sardegna. Dell’argomento parlerà Michele Orrù.
PREGHIERA, MUSICA E MINIATURE È ai tempi di Mariano II, il giudice arborense che edificò la Torre di San Cristoforo a Oristano, che condurrà invece la relazione di Giampaolo Mele, docente di Storia della musica medievale e rinascimentale all’Università di Sassari. Dopo aver descritto l’epocale unificazione nell’uso dei libri liturgici che in Europa s’impose a partire dall’epoca di Innocenzo III e che portò alla radicale semplificazione nei due libri tuttora centrali nei riti (il messale, per la messa e il breviario per la Liturgia delle Ore), incentrerà il suo intervento su un monumentale antifonario in sei tomi. Composto di 1026 pergamene in scrittura gotica, con musica, e sontuose miniature, è tuttora conservato nella cattedrale di Oristano. «È a livello universale una delle raccolte più complete e compatte della Liturgia delle Ore, secondo il rito della curia romana», sottolinea Mele. «Una mano anonima, sempre a fine Duecento, ai margini di una pergamena, volle aggiungere in scrittura gotica minutissima una serie di salmi, secondo la tradizione della chiesa del Giudicato d’Arborea (“secundum cursum Provinciae Arborensis”). Si tratta di una rarissima “reliquia” di un antico uso liturgico proprio del Giudicato d’Arborea, che anche in questo campo volle affermare una sua peculiare e orgogliosa identità». L’intervento sarà accompagnato da una sezione di canti interpretati dal duo Vox organalis, Giacomo Baroffio e Eun Ju Kim.
Di Sardegna si parlerà ancora domani, giornata conclusiva del congresso. Giovanna Granata tratterà di Biblioteche sarde e commercio librario tra ’500 e ’600.
 GLI ALTRI TEMI Il Congresso, che pure metterà l’Isola al centro del Mediterraneo e della storia degli studi, affronterà vari argomenti. Gli specialisti, provenienti da diverse università italiane, parleranno della biblioteca di Ercolano, dei libri-documento del Regno di Napoli in età aragonese, dei testi sulle relazioni commerciali tra Siviglia e l’Italia e delle fonti documentarie relative al dominio pisano sulla Corsica.
Manuela Arca
 
 

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3 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
A MONSERRATO
Va in scena il simulatore per la guida dei bus
Il simulatore per la guida degli autobus nei laboratori di ingegneria in Cittadella. Oggi, dalle 10 alle 13, nei laboratori di Ingegneria della Cittadella Universitaria di Monserrato si tiene il “BbbusDay”, l’appuntamento finale del Box Bull Bus Simulator , con la presentazione dei risultati del progetto realizzato dal dipartimento di Ingegneria civile ambientale e architettura dell’Università di Cagliari in collaborazione con il CenTraLabs, l’Arst e Dedoni Turismo.
Il progetto, durato 14 mesi, ha avuto come obiettivo la creazione di «un sistema di simulazione per la guida di autobus urbani ed extraurbani, finalizzato ad addestrare i conducenti professionisti e in grado di ridurre gli effetti da stress psicofisico», dice Paolo Fadda, ordinario di progettazione dei sistemi di trasporti e amministratore unico dei laboratori Centralabs. Lo strumento rientra nel progetto di sviluppo congiunto Università-Impresa finanziato dall’intervento Innova.re (Por Fesr 2007-2013). I lavori saranno aperti da Annalisa Bonfiglio, prorettore per il territorio e l’innovazione dell’Università di Cagliari. A seguire, interventi e relazione di Gianfranco Fancello, Paolo Fadda, Massimiliano Pau (dipartimento ingegneria meccanica), Francesco Congiu (Didaxa), Agostino Bruzzone e Francesco Galante (docenti degli atenei di Genova e Napoli-Federico II), Fabiola Nucifora (Centralabs), Carlo Poledrini (Arst) e Giulio Dedoni (Dedoni Trasporti).


 
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4 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Speciale (Pagina 47 - Edizione CA)
Scoperta Angelo Restivo, ricercatore cagliaritano
Cancro al retto: l’aspirina preziosa alleata
L a scoperta è di quelle sensazionali e può avere risultati straordinari nel mondo della medicina. Una conquista tutta sarda, dell’Università di Cagliari: l’aspirina può avere un ruolo fondamentale nella cura del cancro del retto. «L’aspirina, farmaco che tutti conoscono, può essere somministrata nella terapia del cancro del retto insieme alle terapie che normalmente si utilizzano», radioterapia, chemioterapia chirurgia, «e aumentare i benefici in maniera sorprendente», spiega Angelo Restivo, ricercatore del Dipartimento di scienze chirurgiche dell’università di Cagliari e ideatore della ricerca.
Lo studio, coordinato dal professor Luigi Zorcolo e pubblicato sulla prestigiosa rivista “The British Journal of Cancer”, rivela che l’acido acetilsalicilico (più noto come aspirina) fa aumentare del 20% la capacità di risposta della radioterapia e, associata ai farmaci chemioterapici tradizionali, aumenta del 20% le possibilità di sopravvivenza dei pazienti con cancro del retto. «Quando abbiamo cominciato la ricerca, nel 2008, erano già stati pubblicati numerosi lavori che proponevano un rapporto tra aspirina e prevenzione del cancro del retto. Partendo da questa letteratura, abbiamo dato vita a uno “studio osservazionale” orientato a capire se l’utilizzo dell’aspirina potesse aumentare le possibilità di cura nei pazienti già colpiti da cancro del retto», afferma Restivo. In questo modo, «abbiamo scoperto che coloro che già assumevano l’aspirina per altri problemi», per esempio di natura cardiovascolare, «rispondevano meglio degli altri alla radioterapia».
Se si considera che tra i tipi di cancro più diffusi negli adulti c’è proprio quello del retto (seconda causa di morte per neoplasia nell’uomo, terza nella donna), ecco che dal centro di eccellenza di chirurgia colo-rettale dell’Università di Cagliari arrivano i risultati di una ricerca che potrebbe essere rivoluzionaria e mettere a disposizione della Medicina un’arma efficace nella cura di questa malattia. «Si tratta senza dubbio di una scoperta molto rilevante», sottolinea il professor Zorcolo, «perché potrebbe avere delle importanti implicazioni terapeutiche, e in ogni caso farà da apripista a nuovi studi. Il merito va soprattutto al dottor Restivo che, insieme alla dottoressa Francesca Cocco, e tutto il gruppo, ha avuto l’intuizione e portato avanti la gran parte dello studio».
Come funziona? Sembra che l’aspirina interferisca sui meccanismi di protezione delle cellule tumorali, rendendole più vulnerabili, mentre queste di solito riescono a resistere molto di più all’aggressione dei farmaci tradizionali. «È solo un’ipotesi, per il momento», afferma Restivo. «Adesso cominceremo uno “studio randomizzato” in cui somministreremo l’aspirina con rigore scientifico nell’ambito di un quadro clinico».
Contro il cancro del retto occorre mettere in campo tutte le armi a disposizione. «La chirurgia rimane al centro del trattamento e spesso si tratta di interventi complessi che possono lasciare importanti sequele funzionali o esitare nel confezionamento di una stomia», spiega il professor Zorcolo. «L’utilizzo di terapie complementari come la radiochemioterapia preoperatoria, oltre a migliorare le probabilità di sopravvivenza a lungo termine, consente in taluni casi di eseguire interventi meno demolitivi. Per questo motivo le attuali ricerche sono in gran parte indirizzate verso l’ottimizzazione della risposta alla radichemiterapia preoeratoria». E se si scopre che c’è un farmaco semplice come l’aspirina che fa aumentare la sopravvivenza, allora non è azzardato parlare di rivoluzione.
Mauro Madeddu

IL TEAM. Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari
Gruppo di chirurgia colo-rettale instancabile motore per lo studio
L a ricerca dell’aspirina come “nuovo” farmaco per la cura del cancro del retto è un po’ anche figlia sua. Giuseppe Casula, papà del gruppo di Chirurgia colo-rettale dell’azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari (oggi diretto dal professor Francesco Scintu) che ha portato avanti il lavoro, si dice orgoglioso dei risultati ottenuti ma frena gli entusiasmi. «Le notizie sulla ricerca in campo medico devono essere affrontate con grande prudenza, ancora di più quando, come in questo caso, riguardano malattie molto frequenti per le quali l’aspettativa per cure più efficaci o risolutive è naturalmente elevata. Occorre, quindi, tenere presente che ogni nuova intuizione, se validata dalla comunità scientifica, contribuisce solo insieme a tantissime altre a quel processo di miglioramento delle cure che è il progresso in medicina». Detto questo, però, «per noi cittadini, ancora più che la conoscenza della notizia in sé, è importante trarre la conseguente consapevolezza che in Sardegna operano strutture universitarie e ospedaliere che competono con quelle più avanzate nel resto del mondo. Se questo avviene, significa che si sono raggiunti anche da noi gli standard di riferimento internazionali per quel tipo di patologia».
Il ruolo di un centro di eccellenza, infatti, come quello di Chirurgia colo-rettale, per studi di questo livello è fondamentale. «È un dato di fatto che, attualmente, questi studi provengano dai centri che si dedicano a una determinata patologia, ovvero quelli che hanno la possibilità di trattare un gran numero di pazienti con quella malattia e, di conseguenza, traggono da quella esperienza le premesse per praticare una buona ricerca clinica e sperimentale in quel settore».
La necessità di avere un centro specializzato e dedicato nasce dal fatto che «la validità delle cure è giudicata su dati oggettivi e l’evidenza ci dice che i risultati clinici sono dipendenti dal numero di casi trattati», afferma il professor Casula. E aggiunge: «Lo stesso vale, in linea di massima, anche per la ricerca che ha necessità sì di buoni ricercatori, ma soprattutto deve disporre di risorse che solo un centro dedicato può offrire».
Il concetto viene ribadito dal professor Luigi Zorcolo: «Un istituto che si occupa di chirurgia oncologica deve essere strutturato per svolgere ricerca clinica. La ricerca è fondamentale, obbliga a rimanere aggiornati e a confrontare costantemente i propri risultati con quelli della letteratura mondiale». (ma.mad.)
 
 
 

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4 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Commenti (Pagina 48 - Edizione CA)
NON SOLO ALL’UNIVERSITÀ
L’esasperazione dell’efficientismo
Ezio Laconi
Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Cagliari
U n solo rene, mezzo polmone, un terzo del fegato. Così sarebbe il nostro organismo se fosse stato progettato dagli economisti cultori dell’efficienza. Perchè in condizioni normali due reni e due polmoni costituiscono un’enorme spreco: noi possiamo vivere bene con la metà, e anche meno, della massa di questi organi. Sono tempi in cui bisogna aumentare l’efficienza! La biologia ha però imparato, dall’evoluzione, che, per avere successo, gli organismi complessi devono dotarsi di una riserva funzionale. Devono cioè essere equipaggiati per poter far fronte a situazioni più impegnative rispetto a quelle della normale routine. Se, ad esempio, in corso di una infezione, metà del nostro polmone è fuori uso, possiamo cavarcela senza grossi problemi, avendo la metà sana che riesce a garantirci le funzioni vitali. Al contrario, se gli organi non avessero riserva funzionale, anche una malattia lieve potrebbe risultare fatale.
Ma la riserva funzionale non ci è utile solo in corso di malattia. Potremmo dire che grazie a essa noi viviamo, anziché semplicemente sopravvivere. È quella che ci consente di fare delle scelte impegnative da un punto di vista fisico o psichico, e ha molto a che fare, quindi, con la libertà che ci è data. Un organismo che invecchia perde riserva funzionale, è più vulnerabile alla malattia, e vede restringersi, in parte, anche i propri spazi di scelta e di libertà.
La riserva funzionale è un concetto che, mutuato dalla biologia, si applica anche alla nostra vita di relazione e alle nostre comunità. Riserva funzionale è avere tempo libero. È un angolo o una stanza vuota in una casa. È una piazza, uno spazio non-dedicato in una città. Riserva funzionale, per una istituzione, come l’Università, significa che oltre al tempo per fare, vi sia anche quello per pensare a quello che si fa, e per pianificare quello che si potrebbe o vorrebbe fare. Succede ormai molto raramente. Ricordo che un tempo, all’Università, era previsto l’anno sabbatico; un anno in cui, liberi da attività didattica, si poteva fertilizzare la propria mente frequentando istituti di ricerca nel mondo o approfondendo un tema specifico nelle biblioteche. Per condividere poi, al rientro, la ricchezza acquisita con gli studenti e i colleghi. Era possibile grazie alla presenza di una normale riserva funzionale. Oggi questo è considerato uno spreco, come avere due reni e due polmoni. E il verbo dell’efficientismo esasperato mostra tutti i suoi limiti culturali. Non solo all’Università.
 
 
 
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5 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il sindaco di Cagliari: scuole chiuse per non correre rischi
Città in stato d’allerta: «Pronti all’emergenza»
Tutto era pronto per “accogliere” l’apocalisse. Per fronteggiare la massima allerta: 160 millimetri di pioggia in 18 ore. Già dal primo pomeriggio di domenica, Cagliari è in allarme-meteo. Il codice verde diventa rosso, in Comune inizia la corsa, scatta il piano di emergenza: strade pattugliate e scuole chiuse. Tutto inutile? Un’esagerazione da evitare? Il day-after (sotto il sole) è giorno di polemiche: scampato il pericolo, nell’occhio del ciclone ci finisce proprio la macchina organizzativa della prevenzione. «Meglio un giorno di chiusura delle scuole per prudenza che un giorno di lutto cittadino per imprudenza», è quel che pensa il sindaco Massimo Zedda, il primo ad aver firmato l’ordinanza di chiusura degli istituti cittadini, dando il via all’effetto-domino in tutta la provincia. «Davanti a un avviso di criticità elevata per precipitazioni intense della Protezione civile, la prudenza non è mai troppa», avverte, «anzi nelle zone a rischio idrogeologico, abbiamo l’obbligo di chiudere uffici e scuole. Di fronte a un’allerta di quel tipo si mettono in campo tutte le forze necessarie per ridurre al minimo i pericoli».
L’ORGANIZZAZIONE Aspettando il peggio, Cagliari si attrezza. E, «alla luce della tipologia di allerta ricevuta dalla Regione», sottolinea l’assessore alla Protezione civile Anna Paola Loi, «siamo intervenuti approntando le procedure che sono previste dal piano di emergenza e dal piano operativo aggiornato al 2014. Abbiamo attivato subito quattro squadre di emergenza, sgomberando le strade dalle auto in sosta e dai cassonetti. Bisognava evitare affollamenti e situazioni difficili da governare nei posti chiusi». Non appena in via Roma giunge l’Sos della Protezione civile, si riunisce il Coc (Centro operativo comunale), con tutti i dirigenti della polizia municipale attorno al tavolo. L’attenzione è massima per Pirri, zona a rischio idrogeologico: piazza Italia, via Dolianova, via Sinnai, via Toti sono le prime su cui si interviene. Pattuglie di vigili restano di turno dalla mezzanotte di domenica sino a ieri mattina, all’incrocio con via Pisano e nel centro di Pirri. Tutta la città, in particolare l’asse mediano per pericolo-allagamenti, viene monitorata. Sempre a Pirri, chiuso il mercato di Is Bingias, con qualche malumore tra gli operatori.
STUDENTI A CASA Il capitolo scuole (chiusa anche l’Università, dove sono saltate le lauree) è quello che più ha creato disagi ai cittadini. Non tanto per l’informazione (efficace il passaparola sui social network e telefonini) quanto per l’ora tarda in cui è giunta. «La decisione - chiarisce il sindaco - è arrivata durante una riunione del Centro operativo comunale nel pomeriggio inoltrato. Capisco i disagi e mi dispiace per le difficoltà delle famiglie che all’improvviso devono organizzarsi. Ma dopo le morti a Olbia, nel nuorese, a Capoterra la prudenza non è mai troppa». E stavolta gli dà manforte il suo avversario, Giuseppe Farris (FI): «Giusto chiudere le scuole». Qualche genitore protesta, ma non tutti: «Trovare una soluzione alternativa, alle 10 di domenica, per i genitori non è facile», ammette il presidente del consiglio di istituto Colombo, Roland Abimbola, «ma siamo contenti che ci si preoccupi dell’incolumità dei nostri ragazzi. Quel che vorremmo è essere avvisati con più anticipo e previsioni non errate». Il tam-tam, partito dal Comune, ha travolto Direzione provinciale e tutti i capi d’istituto. «Una notte di telefonate, personalmente ho parlato col sindaco», fa sapere Peppino Loddo, preside del Siotto. «Mi preoccupa che l’allerta si stia spostando: che facciamo un altro giorno di vacanza?». Già. L’ultimo avviso della Protezione civile prevede, fino alla mezzanotte di oggi, «allerta gialla»: nulla da temere, sembrerebbe. Ma tra domani e giovedì sembra in arrivo un altro codice rosso.
Carla Raggio

 
 

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6 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Si chiama “R&T” il prototipo elaborato dai ricercatori cagliaritani
UN CORSETTO SALVAVITA
Il robot può eseguire una diagnosi a distanza
Aspetto futuristico e potenzialità straordinarie, racchiuse in poco più di novecento grammi. La nuova invenzione nata da un gruppo di ricercatori dell’università di Cagliari si prepara a oltrepassare confini regionali, nazionali e anche quelli europei. Sulla carta si chiama "R & T", l’acronimo sta per Remote and Touristic Rescue, si traduce in corsetto salvavita. Di pronto intervento e diagnosi a distanza.
LA TECNICA «È un salvavita portatile adattabile a tutte le taglie, grazie a un dispositivo robotico dotato di contatti elettrici da applicare sulla cute, consente di tracciare elettrocardiogramma, portata cardiaca e ventilazione polmonare», spiega Alberto Concu, amministratore della 2C Technologies, consulente onorario del Laboratorio di Fisiologia degli Sport ed ex Ordinario di metodi e didattiche delle attività sportive nell’Ateneo cittadino. «Inoltre, grazie a uno stetoscopio elettronico incorporato, rileva toni cardiaci, rumori respiratori e la percentuale di saturazione di ossigeno del sangue».
L’INVIO Una volta acquisiti, i parametri vengono inviati, in tempo reale, al centro medico o all’ospedale attrezzato, sfruttando la piattaforma di telemedicina e la tecnologia bluetooth. In modo che il centro medico possa a sua volta inviare a chi assiste la persona in crisi acuta le indicazioni di primo soccorso per la sua stabilizzazione, in attesa che il paziente arrivi in ospedale. «Dal punto di vista ingegneristico gli aspetti principali sono legati alla necessità che il corsetto possa essere utilizzato anche da personale non specializzato. Il sistema è un prodotto efficace, adesso ha necessità di essere ingegnerizzato», osserva Andrea Manuello Bertetto, ingegnere aerospaziale.
LE PROVE L’R&T - finanziato con i fondi Por Fesr - per ora è un prototipo. «Non abbiamo avuto molti riscontri con aziende in grado di passare alla fase produttiva del corsetto», rivela Antonio Crisafulli, medico dello sport. «Il nostro desiderio è che questo dispositivo diventi un equipaggiamento standard per aziende turistiche, centri di soccorso e villaggi vacanze».
Sara Marci
 
 

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7 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
La giurista: non sarebbe vincolante. Il politologo: meglio più in là
«Referendum? Nell’Isola no»
La Spagna non è la Scozia, e l’Italia neppure: «Giuridicamente qui è impossibile un referendum sull’indipendenza, sul modello scozzese», avverte Ilenia Ruggiu, costituzionalista dell’Università di Cagliari. «L’articolo 5 della Costituzione sancisce che la Repubblica è una e indivisibile».
Una consultazione potrebbe avere solo un valore politico: «Basti ricordare che nel 2007 la sola presenza della parola “sovranità” nel titolo della legge sarda sulla Consulta, che doveva riformare lo Statuto, aveva convinto il governo a impugnare la norma». L’indipendentismo nostrano può però promuovere consultazioni «private», secondo la definizione data da Ruggiu, ossia giuridicamente non vincolanti: come quello con cui Eva Klotz, due anni fa, propose all’Alto Adige addirittura l’annessione all’Austria. «Altre formule verrebbero impugnate, specie in una fase di revisioni costituzionali di taglio centralista, che segna la fine del regionalismo».
Per il politologo Carlo Pala, però, agli indipendentisti isolani non conviene avventurarsi oggi in un voto popolare sulla secessione della Sardegna. «Non solo per una ragione tattica legata al rischio di sconfitta», spiega, «ma perché il fermento identitario dei sardi, che pure è forte, non ha ancora raggiunto quel livello di maturazione. Tuttavia, dal punto di vista di quelle forze politiche, è giusto discutere della questione indipendentista, delle sofferenze che lo Stato infligge alla Sardegna. È una semina: per certi versi, siamo un po’ come la Scozia negli anni ’50». Il paradiso può attendere. (g. m.)
 
 
 
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8 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
SANITÀ. «Serve tempo per fornire tutti i dati alla commissione d’inchiesta»
Lo strappo tra Consiglio e Asl: Arru difende i commissari
Prova a stemperare la polemica, l’assessore alla Sanità, nella tappa sassarese dell’infuocato road show su e giù per l’Isola sulla Riforma della rete ospedaliera. Il vicepresidente della Commissione d’inchiesta su costi e appalti, il consigliere Pd Roberto Deriu, va all’attacco (su Facebook) delle Asl commissariate dalla Giunta Pigliaru che non collaborano, e Arru le difende: nessuna volontà di sottrarsi, soltanto, serve più tempo. Ma in sei mesi si sarebbe dovuta chiudere l’indagine, ora il termine slitterà.
Intanto alcune aziende sanitarie fanno sapere di aver già inviato i dati richiesti, altre li stanno preparando. E la riunione della Commissione fissata per oggi è posticipata a giovedì a mezzogiorno.
«La Commissione di inchiesta ha chiesto ai commissari qualcosa di straordinario, che va oltre ciò che è l’attività quotidiana. È una richiesta legittima, nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale, e non c’è certamente la volontà di sottrarsi».
Ieri, accolto dai fischi dei dipendenti del “San Giovanni Battista” senza stipendio da 4 mesi, l’assessore Arru davanti ai sindaci del nord (i più agguerriti nel contrastare la Riforma) ha affrontato il tema e spiegato che i ritardi non sono riconducibili a uno sgarbo istituzionale. Una posizione scontata. Con tutta probabilità prima o poi le informazioni richieste confluiranno verso la Commissione, ma intanto l’accusa fatta dal nuorese Deriu - «uno scandalo che le Asl abbiano ignorato la richiesta di produzione di atti fatta quest’estate; una vergognosa violazione di una decina di regole» - alimenta ulteriormente lo scontro interno al Partito Democratico.
Ricapitolando, l’operazione-verità viene lanciata un anno fa. A gennaio il Consiglio regionale approva «l’istituzione della Commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi». Obiettivo - spiega Deriu - «avere un quadro preciso e dettagliato su un settore che assorbe una grande parte delle risorse del bilancio regionale», per procedere anche verso «una “vera” riforma sanitaria che non potrebbe realizzarsi senza una verifica precisa dei meccanismi di spesa». Il capitolo Sanità vale 3 miliardi di euro l’anno, e 2,8 miliardi sono trasferiti direttamente alle aziende sanitarie. «Buona parte è destinata al personale ma un’altra parte della spesa deriva dalla contrattazione privata svolta dalle Asl. È su questa spesa che si dovrà fare piena luce». A giugno l’insediamento formale, ne fanno parte tutti i capigruppo, e dopo una defaillance con nomine di indagati ai vertici, finalmente si parte. La prima lettera formale viene inviata ad Asl e Aziende ospedaliere universitarie, si chiedono urgentemente una serie di dati. Niente. Segue sollecito, addirittura ridimensionando le richieste, per avere risposte celeri. Ma non funziona: «Stanno rispondendo soltanto in parte, provano a sviare, a inventare scuse. Un comportamento scorretto e grave», sottolinea il presidente della Commissione, Attilio Dedoni (Riformatori).
Gli accusati, comunque, non sembrano particolarmente toccati. Ieri, dopo la denuncia di Deriu e Dedoni, sentiti tutti gli addetti stampa, che avrebbero dovuto riferire un commento da parte dei commissari, solo alcuni hanno gentilmente comunicato la loro situazione. Il direttore amministrativo della Asl 7 di Carbonia-Iglesias, Fannì Pittau, spiega: «Noi abbiamo inviato i dati richiesti a inizio agosto. Siamo pronti a fornire ogni ulteriore chiarimento». Da Oristano stesso discorso: «Siamo in regola, abbiamo mandato i dati su risorse umane, servizi e forniture, manutenzione, logistica e gestione del patrimonio, bandi di gara». Per il resto, dai commissari Asl, silenzio. È l’assessore Arru a difenderli, a dire che c’è bisogno di più tempo, a margine dell’incontro sassarese con la conferenza dei sindaci.
«Per la prima volta Sassari ha il riconoscimento di centro di secondo livello, esattamente come Cagliari: non si può pensare che le due realtà facciano le stesse prestazioni, considerato che i bacini demografici che coprono sono differenti (500 mila abitanti per Cagliari, 350 mila per Sassari), ma chiedo anche a voi di avere una visione complessiva, regionale del sistema-sanità», sottolinea Arru. E promette: «Sono pronto ad andare a Roma dal ministro Delrio per chiedere altri soldi e far sì che in tempi rapidi si possa avere a Sassari un ospedale più moderno e all’avanguardia. Stesso discorso per Alghero, dove si potrà lavorare a un nuovo ospedale, recuperando 250 milioni, ora fermi a Roma per la mancata approvazione, da parte della Sardegna, della riorganizzazione della rete ospedaliera».
Cristina Cossu
 
 
 
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9 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 36 - Edizione CA)
CABRAS. Restauro finito: le statue scoperte l’anno scorso saranno esposte il 15 ottobre
I Giganti verranno rimessi in piedi
Ormai ci siamo. Ancora pochi giorni e le due statue scoperte a Mont’e Prama lo scorso anno verranno messe in piedi. Per i restauratori del centro di conservazione archeologica di Roma sarà il momento più atteso ma anche quello più difficile. Soprattutto perché, al contrario di quanto si pensa, le ultime statue rinvenute sono completamente diverse da quelle venute alla luce nel 1975. Ora l’attenzione degli esperti si concentrerà sul peso degli enormi reperti, sbilanciato sulla sinistra per via dello scudo raccolto tutto su un fianco.
«Questa volta sarà più difficile individuare il baricentro - aveva spiegato Roberto Nardi, supervisore del lavoro di restauro - ecco perché sarà più impegnativo tenere dritte le statue di Mont’e Prama». Si tratta dell’ultima fase del restauro. Sarà un lavoro delicato che avverrà all’interno del museo civico di Cabras. Solo il 15 ottobre le statue verranno mostrate in piedi, probabilmente nel cortile del museo durante una cerimonia organizzata dal Comune.
Intanto continuano senza sosta le visite per ammirare i Giganti scoperti quaranta anni fa ma anche i reperti venuti alla luce lo scorso anno grazie al lavoro degli archeologi dell’Università di Sassari. Rispetto allo scorso anno i numeri sono aumentati. «Al 31 agosto i visitatori sono stati 124.436, mentre lo scorso anno al 31 dicembre sono stati 126.000», dichiara Fenisia Erdas, assessore alla Cultura.
Buone notizie anche per il nuovo museo che nascerà a breve sempre in via Tharros e che ospiterà tutti i reperti di Mont’e Prama compresi quelli ora in esposizione a Cagliari. «In questi giorni la Giunta approverà il progetto esecutivo - spiega il primo cittadino Cristiano Carrus - ed entro la fine di ottobre sarà pubblicata la gara per l’aggiudicazione dei lavori del primo stralcio funzionale». ( s. p. )
 
 
 
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10 - L’UNIONE SARDA di martedì 29 settembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
EX DISTILLERIA. Seminario del Crs4
La gestione dei dati geografici
La gestione dei dati geografici è al centro di un corso di formazione che il centro di ricerca Crs4 organizza per domani, dalle 15 alle 18, nella sala conferenze dell’ex Distilleria di Pirri, in via Ampere 2. Quello di domani pomeriggio è il dodicesimo incontro con i ricercatori del Crs4 rivolto al grande pubblico, agli studenti e alle imprese. Il titolo è “Sistemi No-Sql e Object-relational nella gestione dei dati geografici”. Saranno descritti la complessità del dato geografico, il concetto di relazione spaziale implicita ed esplicita nonché gli strumenti utilizzati negli Object relational Dbms e nei motori No-Sql più comuni, per il trattamento del dato. Poi si illustrerà il progetto Inno-Innovazione e infrastrutture cloud per lo sviluppo di applicativi web e mobile orientati alla geomatica in contesto Smart City.

 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 29 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 5
ENTE FORESTE
Tar: No al doppio incarico respinto il ricorso di Pulina
SASSARI Il direttore del Dipartimento di Agraria dell’università di Sassari Giuseppe Pulina (nella foto) nominato dalla Regione commissario dell’Ente Foreste dovrà rinunciare allo stipendio di docente fino a quando continuerà a ricoprire il nuovo incarico e dovrà inoltre restituire anche sette mensilità percepite tra novembre 2014 (mese della nomina all’Ente foreste) fino all’aprile 2015. Lo hanno stabilito i giudici del Tar Sardegna che hanno respinto il ricorso di Giuseppe Pulina alla sentenza dello scorso aprile. La querelle era nata quando il rettore Massimo Carpinelli, dopo un primo via libera alla nomina di Pulina, aveva negato il nullaosta affermando che il doppio incarico non era consentito dalla legge, oltre che da motivi di opportunità per i problemi che secondo il magnifico sarebbero potuti sorgere nella gestione di due realtà così importanti da parte di un’unica persona. Carpinelli aveva dunque intimato a Pulina di usufruire dell’aspettativa dall’università di Sassari per potersi dedicare agli impegni cagliaritani. Il direttore di Agraria però si era opposto alla decisione del rettore e aveva continuato a ricoprire i due incarichi. Il botta e risposta tra i due si sono susseguiti tra ottobre e novembre del 2014 fino a che Giuseppe Pulina, di fronte alla determinazione del rettore Carpinelli, che nel frattempo aveva addirittura emanato un decreto apposito, aveva deciso di proporre ricorso al Tribunale amministrativo della Sardegna contro la decisione del rettore dell’ateneo turritano. I giudici gli hanno dato torto ad aprile e qualche giorno fa hanno respinto il suo ricorso.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 29 settembre 2015 / Economia Sardegna - Pagina 13
La Giunta approva una delibera per agevolare le idee di sviluppo: in campo 10 milioni per attrarre nuovi investitori
START UP, LA REGIONE LE AIUTA CON UN FONDO
di Steafno Ambu
CAGLIARI Sono ancora poche le start up nell’isola, appena 122, per sognare California e Silicon Valley, sviluppo e posti di lavoro. Ma ora la Regione prova ad accelerare. Come? Con un fondo di capitale di rischio per far nascere e sviluppare imprese innovative. Sul piatto ci sono subito dieci milioni: quelli che possono servire per partecipare e aiutare l’azienda a vincere. Cioè a mettere le ali e spiccare poi il volo da sola. Come dire: le idee brillanti da sole non bastano. Ci vuole una spinta. La soluzione è si chiama tecnicamente Venture Capital. E il fondo è quello che la Regione ha deciso di costituire per l’acquisizione di partecipazioni dirette in imprese innovative. La delibera è stata approvata su proposta dell’assessorato dell’Industria di concerto con l’assessorato della Programmazione e Bilancio. Il Fondo è parte integrante del Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019 nel quale è specificata la necessità di dare un supporto al finanziamento del rischio e l’accesso al credito. «Sono tre gli elementi fondamentali per creare condizioni da Silicon Valley - ha detto il presidente della Regione ieri mattina presentando l’iniziativa - la bellezza del luogo, tanti giovani appassionati di nuove tecnologie e con una formazione adeguata, il Venture Capital che permette la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative». Ma c’è un problema. «La Sardegna - ha continuato Pigliaru - possiede i primi due ma non il terzo, come del resto tutta l’Italia. Il motivo è una normativa nazionale farraginosa sui fallimenti, che scoraggia gli investitori. Non potendo superare lo svantaggio normativo, interveniamo attraverso questo strumento che aumenta il nostro potenziale attrattivo dimezzando il rischio per chi vuole investire». C’è anche un possibile quartier generale nel quale, in maniera informale, tra un caffè e l’altro si può costruire una start up: la Manifattura Tabacchi. La partecipazione diretta dell’investitore privato e del fondo regionale non potrà superare il 49 per cento del capitale sociale dell’impresa beneficiaria per un importo minimo di 150mila euro e un massimo di un milione. La partecipazione potrà essere smobilizzata al massimo dopo cinque anni. Sull’ammissibilità delle proposte di investimento si pronuncerà un comitato istituito dalla delibera della giunta sulla base delle relazioni istruttorie predisposte dalla Sfirs.«Il fondo – ha detto l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras – darà impulso all’avvio e alla crescita di nuove imprese fortemente innovative. Le StartUp potranno così incrementare i loro investimenti in ricerca e sviluppo e di conseguenza favorire la nascita di nuovi posti di lavoro». Tra i requisiti del fondo di Venture Capital la parità di condizioni di sottoscrizione tra investitore pubblico e quello privato e l’assunzione parziale del costo delle perdite da parte del soggetto pubblico qualora l’investimento non dia risultati positivi.



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