UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 16 settembre 2015

Mercoledì 16 settembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 settembre 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
ECONOMISTI. Polo universitario
Il lavoro secondo Dustmann
È Christian Dustmann l’ospite d’onore della Conferenza dell’Associazione italiana degli Economisti del lavoro che si apre domani alle 9,30 nell’Aula A del Polo universitario di viale Sant’Ignazio. Sotto la lente di ingrandimento degli studiosi il funzionamento del mercato del lavoro. La prima sessione di domani con gli interventi di Fabiano Schivardi (docente della Bocconi) e di Maria De Paola (Università della Calabria) sull’impatto delle differenze di genere sul mercato del lavoro. Dustmann, docente della University College London, studioso di fama mondiale, è a capo del team che ha dimostrato a David Cameron che dal 2001 gli immigrati provenienti dall’Unione europea hanno contribuito per un valore di circa 25 miliardi di euro all’economia britannica. Il suo intervento, venerdì alle 11.30, sarà introdotto da Adriana Di Liberto.



L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Da domani il convegno Sui Generis nel Dipartimento di Scienze
LE PARI OPPORTUNITÀ E LA TUTELA DEI DIRITTI
Non solo quote rosa. Le pari opportunità, laddove sono state già raggiunte o invece mancano, impregnano ogni aspetto della vita sociale: dal diritto potenziale o negato, fino al mondo della famiglia e a quello del lavoro. Li approfondirà, uno per uno, la quarta edizione del convegno Sui Generis, presentato ieri nella sede dell’Ordine dei Medici. Da domani a sabato, nel dipartimento di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’ateneo cittadino, la manifestazione formativa (già 140 gli iscritti, da tutta Italia) vedrà i tre ordini professionali dei medici, degli psicologi e avvocati unire le forze, per «costruire un linguaggio comune, finalizzato alla progettazione di linee d’intervento trasversali e multidisciplinari», ha spiegato Anna Rita Ecca, consigliere dell’Ordine dei Medici.
Tante le personalità presenti nelle tavole rotonde, che esporranno il loro punto di vista e stimoleranno il dibattito e la condivisione di argomenti di grande popolarità (maternità e disabilità) o meno noti (ricadute sanitarie e psicologiche di una sentenza penale), sempre con particolare attenzione ai rapporti che li legano all’etica e con la messa a punto di idee e strategie per il territorio.
Una è già in cantiere. «Stiamo studiando degli accorgimenti per consentire alle studentesse in maternità di seguire le lezioni e stare al passo con il corso di studi», ha anticipato Massimiliano Piras, presidente della facoltà di Studi economici, politici e giuridici. Nel programma di Sui Generis, anche l’incontro pubblico “Lavoro, orientamento sessuale e identità di genere”, sabato alle 17 al Search.
Clara Mulas



L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Speciale (Pagina 40 - Edizione CA)
I DATI. Il 25% sono bambini
In media 130 nuovi casi all’anno nell’Isola
Il corso organizzato dalla Fdg, che si terrà il 25 e il 26 settembre a Cagliari, sarà un’occasione per fare il punto su una malattia che incide pesantemente in Sardegna. Secondo i dati raccolti da Anna Paola Frongia, (Diabetologia pediatrica ospedale Brotzu di Cagliari) ogni anno si registra nell’Isola una media di 130 nuovi casi di diabete giovanile. Nell’arco di tempo 2009-2014, sono stati 750, il 25 per cento fra bambini dai 6 mesi ai 3 anni di età. Oggi, 700 piccoli pazienti vengono seguiti al Brotzu, ma esistono altri centri di assistenza in altri ospedali sardi. Fra gli specialisti isolani, al corso parteciperanno Margherita Chessa (Brotzu Cagliari), Anna Maria Marinaro (Policlinico universitario Sassari), Anna Franca Milia (Ospedale San Francesco Nuoro), Gavina Piredda (Asl 2 Olbia). Previsto anche l’intervento di diabetologi provenienti da diverse regioni italiane. Gli specialisti fanno capo alla Siedp (Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica). Molto atteso l’intervento dell’Assessore regionale alla Sanità Luigi Arru.
I lavori sono articolati su una serie di temi, che saranno approfonditi da 3-4 gruppi di lavoro. Le conclusioni saranno discusse nell’assemblea generale del secondo giorno della manifestazione. «Questo primo corso nazionale - spiega il presidente della Fdg Antonio Cabras - è nato per aprire un confronto diretto fra pazienti e medici sulle nuove conoscenze nella materia. Durante la sessione “Io e il mio diabetologo” si parlerà di un tema importante come l’autocontrollo della terapia, impostando un dialogo che non sempre si stabilisce fra medico e paziente».
Un altro gruppo, dopo l’introduzione di Alfio Comaschi, Istituto ligure di alta specialità (Genova) approfondirà un tema centrale: il coinvolgimento dei diabetici e dei diabetologi per ridurre le diseguaglianze e gli sprechi conseguenti al sovra e sotto utilizzo degli strumenti e delle prestazioni. Quindi, il cagliaritano Carlo Ripoli (Azienda ospedaliera universitaria) introdurrà il discorso sui principi alimentari: dalla dieta per il diabete alla terapia medico nutrizionale. Della cura fa parte anche l’attività fisica, della quale parleranno Giuseppe D’Annunzio (Gaslini di Genova) e Fortunato Lombardo (Policlinico di Messina). Sempre Lombardo e Nicola Minuto (Gaslini) terranno la relazione introduttiva alle tematiche socio economiche, quelle che consentono ai diabetici di districarsi fra la complessa normativa per accedere ai benefici di legge ad essi riservati. ( l. s. )



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4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
MARMILLA. Alessio Mandis, segretario provinciale del Pd: basta speculazioni
Geotermia, il sindaco attacca la Giunta regionale
Le ricerche superficiali sul primo progetto per la geotermia che riguarda anche i territori di Mogoro e Gonnostramatza sono iniziate. Ma c’è un secondo programma, sempre della società Tosco Geo, che interessa ancora Gonnostramatza, assieme a Villanovaforru, Collinas, San Gavino, Sardara e Lunamatrona. Il sindaco di Gonnostramatza Alessio Mandis è stato molto critico dopo l’ultima conferenza di servizi a Cagliari nella sede dell’assessorato regionale all’Ambiente: «Siamo stufi di confrontarci con tecnici e su aspetti tecnici. Noi vogliamo un confronto politico con l’assessore regionale all’Ambiente per spiegare che il nostro progetto di sviluppo per il territorio è totalmente diverso».
Ovvero: «Basta alle speculazioni energetiche senza ricadute per le nostre comunità in assenza, soprattutto, di un piano energetico regionale». Una presa di posizione contro la Giunta regionale di centrosinistra da parte di un sindaco, che ricopre anche il ruolo di segretario provinciale del Pd. E che non è la prima volta che chiede anche al suo stesso partito una posizione ferma e decisa contro queste speculazioni. Mandis lo aveva già fatto qualche settimana fa con una lettera al segretario regionale del Pd Renato Soru.
«Noi amministratori comunali continuiamo a dire no, ma i progetti in Regione vanno avanti. Abbiamo capito che la Giunta non può negare le ricerche superficiali». Obiettivo trovare fonti di acque calde e vapori nel sottosuolo. Ma il primo cittadino di Gonnostramatza ha una proposta per la Regione: «Facciano fare queste analisi superficiali all’Università di Cagliari e non a una società privata, della quale non mi fido tanto. E soprattutto l’assessore regionale Spano ci dica la sua posizione futura su questi progetti». ( an.pin. )
 


L’UNIONE SARDA
 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
MASTER. Lezioni per insegnare come si deve gestire la cucina di un ristorante
Lo chef Pomata va alla Bocconi
La cucina sarda approda alla Bocconi. Le tecniche all’avanguardia sulla gestione di quella “catena di montaggio” che dà vita a un ristorante saranno oggetto di studio in un corso dell’università milanese. Docente: Luigi Pomata, re del tonno, considerato uno dei migliori chef in Sardegna.
Il cuoco di Carloforte sarà uno dei docenti di un master in management che prevede un percorso che insegna tecniche di gestione di un processo in condizioni di stress. Lo chef spiegherà «come si gestisce la cucina di un grande ristorante» ed è stato scelto perché fin dal principio ha adottato un approccio “scientifico” al suo lavoro, trattando la cucina come un complesso sistema gerarchico, dove ciascuno svolge precisi compiti e funzioni. Difficoltà, sincronizzazione di piatti e “comande”, gerarchie, comunicazione, tempistiche. «L’obiettivo è fornire ai laureati un metodo di approccio» da punti di vista diversi (in cattedra ci saranno anche un medico, un pilota e un direttore d’orchestra) «per far capire come si organizza e si gestisce un sistema complesso». Come quello, nel caso di Pomata, della cucina di un grande ristorante.
La cucina, infatti, in questo caso, è un sistema complicatissimo che comincia con gli ordini in sala, continua con la preparazione in cucina, finisce con il piatto in tavola, in un processo che coinvolge 15-20 operatori. Considerato che alla fine di questo percorso ci sono decine, qualche volta centinaia, di clienti da soddisfare, si comprende come tutto si svolga sul filo di un equilibrio delicatissimo. «Perché il lavoro vada a buon fine è necessario che tutto sia organizzato alla perfezione», conclude Pomata «e non può mai esserci spazio per l’improvvisazione».
Mauro Madeddu



L’UNIONE SARDA
 
6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Pigliaru non boccia la riforma Renzi
«La legge sulla buona scuola non sarà impugnata perché ci sono delle cose positive». Una frase detta dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, davanti ai giornalisti, alla fine del vertice di maggioranza sugli Enti locali, sembra chiudere la partita sul decreto, varato dal Governo. Il presidente, in occasione dell’ultima seduta del Consiglio regionale, aveva risposto alla richiesta dell’opposizione sull’impugnazione evidenziando che serviva un’analisi più approfondita.
La dichiarazione fatta al termine del vertice, salvo ripensamenti dell’ultima ora, potrebbe chiudere definitivamente la questione. Resta da vedere quale sarà l’esito della riunione del Consiglio regionale, convocata per martedì prossimo alle 16, in cui sono previste le dichiarazioni della Giunta sulla scuola. Gli altri punti all’ordine del giorno sono l’esame della mozione sulla convocazione di un referendum abrogativo contro le trivelle e una mozione sulla procedura di incorporazione nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari del presidio ospedaliero SS. Annunziata, e dei presìdi ospedalieri Microcitemico e Oncologico Businco nell’azienda ospedaliera Brotzu. (mat. s.)
 


L’UNIONE SARDA
 
7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
ANNO ACCADEMICO
Lunedì 5 ottobre inaugurazione dell’Anno accademico 2015-2016 della Pontificia facoltà teologica della Sardegna. Alle 17 ci sarà la concelebrazione eucaristica nella chiesa “Cristo Re”, presieduta dall’Arcivescovo di Cagliari e Gran Cancelliere della facoltà teologica, monsignor Arrigo Miglio. A seguire, nell’aula magna della facoltà, si terrà la cerimonia inaugurale, con i saluti e la prolusione del preside, Maurizio Teani.
 


L’UNIONE SARDA
 
8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Cinque articoli per parificarla a quella italiana e integrare lo Statuto. Il disegno in Consiglio
La lingua sarda salva la scuola
Proposta di legge Psd’Az: «Col bilinguismo solo docenti isolani»
Il bilinguismo carta vincente per stabilizzare i precari sardi della scuola nelle aule dell’Isola. L’ultima campanella al governo Renzi la prova a suonare il Psd’Az con una proposta di legge nazionale approdata nei giorni scorsi in Consiglio regionale. Non sarà un percorso in discesa certo e neanche troppo breve, visto che si parla di ritoccare una fonte costituzionale. Ma davanti all’immobilismo del Palazzo, che finora non è riuscito a frenare il primo esodo dei docenti, si apre una strada su cui si possono incamminare tutte le forze politiche, al di là degli schieramenti. Con un doppio risultato.
 LA PROPOSTA Nell’articolata relazione che accompagna l’iniziativa - presentata dal consigliere regionale dei Quattromori, Christian Solinas - vengono illustrati i passaggi fondamentali per integrare lo Statuto sardo aggiungendo un solo titolo (“Lingua, cultura e ordinamento scolastico”). Cinque articoli in tutto per «parificare nel territorio della Regione la lingua sarda a quella italiana». Si parte dal richiamo alla Carta costituzionale che «riconosce in via di principio la tutela delle lingue minoritarie presenti sul territorio italiano». Ecco quindi che se tre Regioni (Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) hanno provveduto a “rafforzare” negli Statuti le proprie specificità linguistiche, la Sardegna non ha mai tappato una falla, lasciata aperta nel 1948, sottovalutando «fatalmente e colpevolmente la centralità della lingua e della cultura sarda». Anche se «il popolo sardo rappresenta il gruppo linguistico di gran lunga più numeroso in Italia». Non è bastata poi la legge regionale approvata nel 1997, né tantomeno quella varata due anni dopo dal Parlamento italiano per tutelare le minoranze linguistiche storiche, «delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo». Troppo poco per far valere le ragioni dell’Isola. Con ovvie ripercussioni sulla macchina dell’istruzione.
L’INSULARITÀ «Il dimensionamento scolastico in Sardegna non ha tenuto in alcun conto le peculiarità e le specificità sarde», spiega Solinas. E la stabilizzazione degli insegnanti precari è stata portata avanti «dallo Stato su base nazionale senza pensare in nessun modo agli svantaggi dell’insularità per chi si vede assegnare una cattedra nella Penisola». Ecco perché «bisogna dare dignità statutaria a un modello dell’istruzione veramente autonomistico, che riporti il baricentro delle valutazioni di opportunità e di merito da Roma a Cagliari». Quindi, aggiunge Solinas, «con questa proposta di legge che integra il bilinguismo nello Statuto si riafferma il valore identitario e storico della nostra lingua» e si chiede al Parlamento «di rimuovere un’ingiustificata discriminazione».
 LA MODIFICA ALLO STATUTO «Nel territorio della Regione la lingua sarda è parificata a quella italiana». È questo il cardine della proposta di legge su cui poi ruotano le misure concrete sulla scuola. Pertanto «i cittadini sardi hanno facoltà di usare la propria lingua nei rapporti con gli uffici giudiziari e con gli organi e uffici della pubblica amministrazione situati nel territorio regionale». Da questo deriva una corsia preferenziale per i «dipendenti originari della Sardegna o che conoscano la lingua sarda», una priorità nelle assunzioni delle amministrazioni statali dell’Isola.
 L’AUTONOMIA A cominciare appunto dalle scuole: «L’insegnamento è impartito nella lingua materna italiana, sarda, catalana o tabarchina degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia ugualmente quella materna». E nelle primarie e secondarie di primo grado «è obbligatorio l’insegnamento della seconda lingua, diversa da quella materna». Per completare il quadro, poi, la Sardegna dovrà avere un sovrintendente scolastico nominato dalla Giunta regionale. Un’autonomia, è questa la scommessa, non solo a parole.
Alessandro Ledda
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 6
CONVEGNO
Violenza, diritti, lavoro e pari opportunità
CAGLIARI- Violenza, diritti e lavoro: tre giornate per parlare di pari opportunità. Con ospiti di eccezione. Ai lavori prendono parte, tra gli altri, il rettore dell’ateneo del capoluogo Maria Del Zompo, gli specialisti Monica Toraldo di Francia, Gian Luigi Gessa, Marisa Marrosu, Roberto Pirastu, Gianni Monni, gli assessori regionali Luigi Arru, Claudia Firino e Virginia Mura. È intitolato "Sui generis 2015" il convegno organizzato dall’Ordine dei medici, degli avvocati e degli psicologi con il patrocinio tra gli altri dell’Universitá di Cagliari. È giunto alla sua terza edizione: si comincia il 17 nell’aula magna del dipartimento di Giurisprudenza e si andrà avanti sino al 19. I numeri: un centinaio tra relatori e moderatori. Il convegno è a numero chiuso per 60 medici chirurghi e 60 psicologi. Partenza giovedì con la tavola rotonda dedicata alla ricerca biomedica e nuovi diritti. Si affronterà il tema del rapporto molto delicato e importante del rapporto tra l’evoluzione tecnologica nella medicina e le normative. Il giorno dopo di mattina si parlerà di Violenza in adolescenza: tra gli ospiti anche l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino. Nel pomeriggio invece l’argomento chiave delle relazioni sarà "Lavoro al femminile e innovazione": parteciperà anche l’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura. Sabato in programma quattro tavole rotonde. (s.a.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Sardegna - Pagina 4
NUOVO STATUTO
Sardegna Ricerche diventa un’agenzia
CAGLIARI La repubblica indipendente di «Sardegna ricerche», lo era nei costi secondo la Corte dei conti, non esiste più. La Giunta ha approvato il nuovo statuto, a poco meno di un mese mezzo dalla trasformazione del consorzio in agenzia, come era stato deciso ad agosto dal Consiglio regionale. Decadono così gli orggani di gestione del vecchio consorzio: il comitato tecnico, presieduto da Ketty Corona (foto) (ex assessore regionale agli Affari generali nella prima Giunta Cappellacci) e formato da Gaetano Di Chiara e dal vicepresidente Vincenzo Piras. In base alla nuova legge, l’agenzia sarà gestita da un direttore generale che sarà la Giunta regionale a nominare, attraverso la procedura della manifestazione d’interesse. Dovrà essere individuato fra i dirigenti della Regione, oppure con una selezione pubblica, fra «persone di comprovata e esperienza e competenza che abbiano ricoperto per almeno 5 anni incarichi dirigenziali di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private». Lo statuto, approvato nel pomeriggio su proposta dell’assessore del Bilancio Raffaele Paci, precisa anche la natura giuridica e compiti della nuova agenzia. «Continuano – è la dichiarazione di Paci – a razionalizzare il sistema della ricerca, dando allo stesso tempo una risposta concreta a quanto sollecitato dalla Corte dei Conti che più volte ha sollecitato una trasformazione non più rinviabile». Come prevede la legge, l’agenzia, con le società partecipate (Crs4, Porto Conte Ricerche e Imc-Centro marino internazionale di Oristano) ora farà parte del sistema regionale della ricerca e dell’innovazione.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Sassari - Pagina 30
Proposta all’ente dei proprietari dei terreni di Piandanna
Riaprire la trattativa e magari rivedere il prezzo di acquisto
I vincitori esclusi: «Trattiamo sull’area per il campus Ersu»
SASSARI Esclusi dai progetti di Ersu, Università e Comune per la costruzione del campus universitario, nonostante abbiano vinto una selezione proposta dallo stesso Ersu, gli eredi Satta-Branca e la famiglia Segni non gettano la spugna. Dopo avere presentato un ricorso al Tar, ora rilanciano: i proprietari dell’area di Piandanna dove sarebbe dovuto nascere il campus universitario da 500 posti e letto e da 40 milioni di euro, hanno inviato una lettera al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Pubblica istruzione, al sindaco, al rettore e ai vertici dell’Ersu, dicendosi disposti a riaprire la trattativa e, se necessario, anche a trattare sul prezzo di acquisto dei loro terreni. In seguito alla chiusura del bando pubblicato a suo tempo dall’Ersu, e vinto da Satta-Branca e Segni, l’Ente avrebbe dovuto acquistare i terreni offerti per 10,72 milioni di euro dalla famiglia Segni e dagli eredi Satta-Branca (fra il Polo bionaturalistico di Piandanna e la sede dell’Agenzia delle entrate). Soldi che sarebbero stati prelevati dai 40 milioni di fondi messi a disposizione per metà dal Cipe e per l’altra metà dalla Regione. Ora quel progetto e quella graduatoria sono carta straccia, soppiantati dalla nuova idea proposta dal sindaco di Sassari, Nicola Sanna, e sposata dal rettore e dall’Ersu: realizzare tre case dello studente piuttosto che il campus universitario. Una nella caserma La Marmora in piazza Castello (attuale sede del Comando Brigata Sassari), una nell’ex brefotrofio di via delle Croci, di fronte alla chiesa di San Pietro, struttura ora di proprietà dell’Università, e l’ultima a Piandanna, in un terreno di proprietà dell’Università, proprio di fronte all’orto botanico, all’imbocco della quattro corsie che conduce alla strada provinciale per Ittiri. A fine luglio la giunta regionale ha approvato una delibera con cui, in seguito alla rimodulazione dei fondi Cipe, assegna a Sassari 23 milioni di euro: 3 per realizzare il vecchio progetto della casa dello studente nei locali dell’ex Fondazione Brigata Sassari, in via Carlo Felice, e 20 per costruire una nuova residenza nell’area di san Lorenzo con 290 posti letto e servizi, secondo un piano predisposto dall’Università. Questa soluzione, scrive il professore Guido Clemente, procuratore degli eredi Satta Branca e della famiglia Segni, «fa perdere circa 20 milioni di euro di stanziamenti destinati alla Sardegna», spiega. «A fronte di 40 milioni se ne spenderanno 23, di cui una parte per un vecchio progetto, già finanziato a suo tempo. Il resto si spera possa essere recuperato dai finanziamenti per la Sardegna del POR 2014-2020, e quindi a scapito di altri possibili interventi», scrive ancora Clemente. «L’offerta vincitrice del bando originario rimane una soluzione tuttora praticabile, che eviterebbe ritardi e perdita di finanziamenti. Il prezzo richiesto è in linea con i criteri stabiliti dallo stesso bando, e rapportato per superficie e volumetria ai parametri indicati dalla legge Gelmini per i campus universitari». Quindi l’apertura a una trattativa: «Riguardo al prezzo, i proponenti hanno sempre manifestato la disponibilità ad accettare la valutazione dell’Agenzia del territorio, prevista dalla legge e dal bando, e qualora tale valutazione fosse considerata non adeguata alle esigenze dell’Ersu, sono tuttora disposti a valutare l’ipotesi di cessione a prezzi inferiori».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Sassari - Pagina 29
«OSPEDALE GIÀ VECCHIO, STOP AL BANDO»
Ganau e Lai si rivolgono a Pigliaru per rivedere le scelte: «Sprecheremo enormi risorse per un accorpamento solo fittizio»
SANITÀ »IL DIBATTITO SUL PROGETTO DELL’AOU
di Luigi Soriga
SASSARI Il progetto del nuovo ospedale messo a bando dall’Aou ai primi di settembre attecchirà sull’investimento più sostanzioso che Sassari vedrà forse per i prossimi vent’anni. È una scelta fondamentale per il territorio, sulla quale sta montando un acceso dibattito. Nonostante la conferenza di servizi promossa dall’Aou sia filata liscia, le perplessità sugli assetti futuri della sanità cittadina sono diverse. All’interno del Pd sia Silvio Lai che il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau sono molto scettici sull’efficacia del progetto del nuovo ospedale e chiedono a Pigliaru di sospendere il bando e ripianificare tutto. «Stiamo parlando di un progetto che nei fatti contraddice e affossa l’idea di Sassari come secondo polo sanitario sardo», attacca Silvio Lai. «Non avremo un ospedale nuovo, non ci sarà un accorpamento vero e proprio tra il civile e le Cliniche – sottolinea Ganau – ma ci dovremo accontentare di due pezzi di ospedale. Dove sta la modernità in tutto questo?». La storia. Nel 2013 l’Università annuncia di aver ottenuto 95 milioni di euro di risorse europee dalla Regione, che destina per ristrutturare gli edifici ospedalieri esistenti, stecche bianche e Clemente, e per fare il nuovo materno infantile. L’obiettivo era questo: fare 180 posti letto nuovi e ristrutturare gli edifici dove si trovano gli altri 290. Ma ai primi del 2014 la Giunta Pigliaru decide per il Mater Olbia e allora diventa chiaro che da un progetto di ristrutturazione di 470 posti letto occorre passare al disegno della struttura complessiva dell’ospedale di Sassari, eliminando doppioni e riorganizzando le discipline. Criticità. Ambizione molto più facile a dirsi che a realizzarsi. Basti pensare che sul piano amministrativo burocratico il processo di nascita dell’Aou non si è ancora definitivamente concluso a 9 anni dal suo varo e sono ancora evidenti tutte le difficoltà. «In pratica – spiega Silvio Lai – si cerca di mettere insieme un ospedale che si occupa di emergenza urgenza per 24 ore al giorno per ogni giorno dell’anno con un sistema che è organizzato invece per fare lavoro programmato perché ha l’obiettivo della formazione e la priorità della ricerca. Due mondi che in generale hanno lavorato separati e che per motivi economici e di razionalizzazione ora sono costretti a fondersi». Il nuovo ospedale. «Il progetto messo a bando non è all’altezza di quest’obiettivo – spiega Silvio Lai – Sul piano strutturale si costruisce un ospedale lineare, lungo tutta viale San Pietro e via Enrico De Nicola, che parte dal palazzo Clemente per arrivare all’ala sud del Santissima Annunziata in un continuum che passa sotto la metropolitana con un tunnel, e sopra con sovrappasso, e attraversa il nuovo materno infantile che sostituirà il palazzo rosso inagibile. Una struttura che risulterà dispersiva e inefficiente sul piano funzionale per i lunghi percorsi che operatori e pazienti dovranno fare, quanto costosa sul piano gestionale». I tempi. Non basta: «Sul piano della costruzione ci sono tempi molto lunghi che porteranno ad un opera per la quale serviranno 9-10 anni con complicazioni (prevedibili) e che costringeranno operatori e pazienti a vivere in un cantiere perenne e rischioso, con le ditte che dovranno lavorare mentre sono in funzione anche le sale operatorie. Al contrario con un nuovo unico edificio i tempi sarebbero quelli della costruzione del materno infantile, senza neanche attendere demolizioni». I costi. C’è però un problema: se si superasse la data del 31 dicembre si perderebbe il 5% della somma. «È un rischio che si può correre – sostiene Ganau – Il rischio più grosso invece è quello di mandare al bando una incompiuta. Infatti al momento non esiste la copertura finanziaria della stecca bianca aggiuntiva, l’unica struttura che garantirebbe un trasferimento completo delle funzioni. In pratica è la soluzione che aveva già suggerito il vecchio progetto della Aou. Allora forse è più ragionevole cercare di reperire altre risorse per realizzare un ospedale vero e completo, e non un’opera a metà». Silvio Lai invece ragiona calcolatrice alla mano: «Dei 95 milioni disponibili, 25 serviranno per il nuovo materno infantile e 70 per ristrutturazioni, ampliamenti e connessioni del lungo ospedale. Se con 25 milioni si fanno 180 posti letto e il nuovo ospedale ne ha bisogno di 800, il fabbisogno finanziario per una nuova struttura non è lontano dalla cifra disponibile. Ma se anche ne servissero 150 per fare un nuovo ospedale non voglio credere che non si possano trovare, sia con finanza pubblica, tra fondi europei o regionali, che con finanza di progetto».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Sassari - Pagina 29
Il rischio: 90 milioni buttati al vento se si tagliano reparti
SASSARI Si spendono 90 milioni per il nuovo ospedale universitario che dopo 30 anni di attesa potrà ospitare in locali finalmente adeguati il dipartimento materno infantile, ma poi si tagliano pilastri dell’assistenza pediatrica, come la chirurgia per i piccoli pazienti. Rischiano di essere soldi buttati quelli che la Regione ha stanziato, nel momento in cui invece si «svuota» di competenze e servizi previsti da linee guida internazionali un complesso di reparti come è quello dell’assistenza alle mamme e ai loro figli. È questo il ragionamento negli ambienti medici e nelle famiglie sulla riorganizzazione della rete ospedaliera proposta dalla Regione. Un dipartimento materno infantile, infatti, si basa su quattro pilastri: la medicina pediatrica (con pediatria e neuropsichiatria infantile), la neonatologia (con la terapia intensiva neonatale e quella pediatrica), la chirurgia pediatrica e l’ostetricia-ginecologia. Se questa è la programmazione voluta dall’assessore alla Sanità Luigi Arru, si dice, come è possibile tagliare la chirurgia pediatrica che rappresenta uno dei quattro pilastri del dipartimento materno infantile? Perché, si sottolinea, non esiste al mondo un dipartimento materno infantile senza la chirurgia pediatrica. L’assessore Arru vuole un moderno progetto assistenziale regionale che porti un miglioramento della assistenza, ma anche un risparmio attraverso una razionalizzazione della rete osepdaliera? Su questo sono tutti d’accordo. Ma non si può spostare la chirurgia pediatrica ad Olbia in un ospedale privato dove non potrà mai operare a pieno perché mancano gli altri tre pilastri, che restano a Sassari. In questo modo i bambini del Nord Sardegna riprenderanno ad andare nella penisola, come succedeva prima del 1991, quando in città venne inaugurata la chirurgia pediatrica. Insomma, se l’assessore Arru vuole veramente rivoluzionare in modo positivo la rete assistenziale regionale ed evitare sprechi, deve agire su altri fronti. Ad esempio sul controllo dei ricoveri cosiddetti “non appropriati”. Sul ricovero cioè di pazienti in reparti non idonei rispetto alla patologia di cui soffrono. Basti pensare che, in Sardegna, il 70% di bambini vengono ricoverati in reparti di chirurgia per adulti. Numeri, dicono gli esperti, da paesi in via di sviluppo. Se l’assessore alla Sanità vuole risparmiare, e deve risparmiare, oltre che sul problema dei ricoveri inappropriati, deve agire anche sul controllo dei trasferimenti “d’ufficio” fuori dalla nostra regione, che, per quanto riguarda i bambini chirurgici, attualmente vengono eseguiti senza accertare se non possano essere curati in loco. Il timore è che nella logica dei tagli, un territorio come il Sassarese, perdendo un pezzo di sanità ne perda poi, in un effetto domino, anche altri. E che il nuovo ospedale, che costerà così tanto al contribuente, si ritrovi con stanze vuote. (p.f.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
14 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2015 / Cultura e spettacoli – Pagina 34
RENZI: «LA CULTURA È UN GRANDE TERRENO DI SFIDA»
Dopo le polemiche sui criteri di nomina, ieri l’insediamento
C’era anche l’ex curatrice del Museo Man Cristiana Collu
Il premier al Mibact per la presentazione dei nuovi direttori dei principali musei italiani
di Jacopo Salvadori
ROMA Serve un nuovo modello di museo. Lo ha detto ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la presentazione ufficiale dei nuovi 20 direttori dei musei che si è tenuta al Ministero dei beni culturali. «Ora è il momento di una nuova sfida – ha spiegato Renzi – affermare un modello di museo tipico del mondo occidentale e anglosassone, non solo francese, e meno ancora italiano. Una scommessa testimoniata dalle oltre 1.200 domande che abbiamo ricevuto per il bando pubblico e dalle 105 selezionate per i colloqui finali per ottenere i 20 posti di direttore di museo». Per il premier, i musei dovrebbero essere più aperti all’innovazione e dovrebbero cercare di venire più a contatto con i cittadini. Nel suo intervento alla presentazione ha citato l’esempio dell’elettrice palatina Anna Maria Luisa de’ Medici, l’ultima della casata fiorentina, «che decise di lasciare l’intero patrimonio della famiglia allo Stato e quindi ai cittadini. La cultura non deve essere periferica – ha continuato il premier – ma al centro di tutto perché il patrimonio culturale è simbolo di identità e appartenenza». «Bisogna tornare a credere che l’Italia – ha aggiunto – non è un paese finito e i musei possono darci questa fiducia. Specialmente in questo periodo in cui tutti i segni meno stanno diventando positivi, come ci dicono i dati sulla produzione industriale, sull’occupazione». Il ministro del Mibact Dario Franceschini ha invece parlato dell’aspetto tecnico delle nomine. «Questo non è l’inizio, è la conclusione di un percorso iniziato un anno fa. Il nostro obiettivo – ha spiegato – è sempre stato quello di rendere più autonomi i musei, slegandoli dai poli museali regionali e dando loro un’autonomia scientifica e gestionale. In questo modo i musei possono amministrare le loro finanze, incassando così i soldi dei biglietto che hanno venduto. Una cosa che prima non era possibile fare». Il ministro Franceschini ha anche attaccato chi lo ha criticato per la nomina dei nuovi direttori, visto che sette non sono italiani ma provengono dall’Unione europea. «Per la selezione dei candidati, abbiamo esaminato i curricula. Non siamo stati a guardare la provenienza o il sesso». I nomi dei venti neodirettori presentati ieri sono già noti dal 18 agosto: Anna Coliva alla Galleria Borghese (Roma); Eike Schmidt alle Gallerie Degli Uffizi (Firenze); Cristiana Collu alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea (Roma); Paola Marini alle Gallerie dell’Accademia di Venezia; Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte (Napoli); James Bradburne alla Pinacoteca di Brera (Milano); Mauro Felicori Reggia di Caserta; Cecilie Hollberg alla Galleria dell’Accademia di Firenze; Martina Bagnoli alla Galleria Estense (Modena); Flaminia Gennari Santori alle Gallerie Nazionali di arte antica (Roma); Peter Aufreiter alla Galleria Nazionale delle Marche (Urbino); Marco Pierini alla Galleria nazionale dell’Umbria (Perugia); Paola D’Agostino al Museo nazionale del Bargello (Firenze); Paolo Giulierini al Museo Archeologico nazionale di Napoli; Carmelo Malacrino al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; Eva Degl’Innocenti al Museo Archeologico nazionale di Taranto; Gabriel Zuchtriegel al Parco Archeologico di Paestum; Peter Assmann al Palazzo Ducale di Mantova; Serena Bertolucci al Palazzo Reale di Genova; Enrica Pagella al Polo Reale di Torino.



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