UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 6 settembre 2015

Domenica 6 settembre 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 settembre 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


 

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Vita in bilico degli ultimi grifoni: piano d’emergenza
Un’alleanza Regione-Università per scongiurare l’estinzione dei 125 esemplari sardi
 
Sono autoctoni e sono sopravvissuti nei decenni alle insidie che in altre zone d’Italia ne hanno azzerato la specie: il bracconaggio, il turismo di massa, i bocconi avvelenati. Sono i 125 esemplari di avvoltoi grifone dell’unica colonia naturale d’Italia, tra Bosa e Alghero, che conta tra questi anche 34 coppie in età riproduttiva.
Ma il rischio estinzione resta alto e la Regione ha deciso di mettere in campo un progetto per tutelare questi esemplari. Si chiama “Life - Sotto le ali del Grifone” ed è stato ideato da Università di Sassari, Comune di Bosa, Corpo forestale, Ente foreste e assessorato all’Ambiente.
Il progetto durerà cinque anni, nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020), e ha come obiettivo principale il miglioramento dello stato di conservazione della specie del grifone. Tra le azioni in campo l’incremento della disponibilità alimentare con la creazione di due carnai (le aree di riserva alimentare destinate ai rapaci) allestiti nelle zone di Porto Conte e Monte Minerva, in territori dell’Ente foreste, e di una rete di circa trenta carnai aziendali nelle zone Sic (Siti di importanza comunitaria) e Zps (Zone a protezione speciale).
Per dare avvio ai carnai aziendali l’assessorato alla Sanità ha istituito un gruppo di lavoro composto da medici veterinari che ha già attivato l’iter sanitario necessario. Il progetto servirà proprio a finanziare l’acquisto del materiale per il loro allestimento e per il monitoraggio della salubrità delle carcasse e del loro utilizzo da parte degli uccelli necrofagi, con l’uso di una tecnologia particolare per l’identificazione automatica.
In collaborazione con il Corpo forestale sarà anche messa in piedi un’unità cinofila antiveleno e verrà avviata una campagna di sensibilizzazione. È prevista, inoltre, la liberazione di sessanta esemplari nel corso di tre anni, con l’obiettivo di far crescere la colonia esistente. Sarà la foresta demaniale Le Prigionette di Porto Conte a ospitare la voliera di pre-ambientamento.
Il progetto prevede, inoltre, una rete di sorveglianza e di primo soccorso per il recupero di grifoni in difficoltà, e sarà il Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai a occuparsi della cura e della riabilitazione dei grandi avvoltoi.
Marzia Piga
 

L’UNIONE SARDA

2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Dalla ricerca i prodotti superiori
Un progetto portato avanti da tre cantine e dal Dipartimento di Agraria di Sassari
 
Un vino migliore per i palati, il mercato e l’ambiente è possibile. Lo rivela il progetto Binos, acronimo di Biodiversità & innovazione - Nuove opportunità per la Sardegna che gioca sul termine “vino” ed è stato portato avanti a partire dal 2010 dall’Università di Sassari su input di tre cantine.
Piero Mancini, Argiolas e Trexenta hanno bussato al Dipartimento di Agraria, col quale collaborano da tempo, per perseguire la svolta dell’enologia sarda. Ieri, in un convegno ospitato da Mancini nella tenuta di Balajana, tra Arzachena e Luogosanto, i risultati sono stati illustrati per la prima volta. L’esito è sorprendente, da oggi le tre aziende potranno contare su 250 selezioni di biotipi di uve virus-esenti e produrre così vini superiori.
Sul piano delle caratteristiche agronomiche, sanitarie e tecnologiche le varietà Nasca, Vermentino, Moscato, Nuragus, Malvasia, Carignano, Cannonau, Bovale sardo e Monica si preparano a sbaragliare la concorrenza sui mercati. «Non solo», spiega il professor Gianni Nieddu dell’Università di Sassari: «Sono 250 le selezioni di uve virus-esenti, ma 150 quelle che possono essere sanate, su cui ci proponiamo di lavorare».
Gli obiettivi della ricerca, dalla grandezza alla colorazione degli acini, fino alla saturazione zuccherina e all’assenza di virus, rispondono alle esigenze di chi deve commercializzare il prodotto finale. «Ma altrettanto importante», sottolinea Nieddu, «è il risultato per la salute delle uve. Dato che prima d’ora i cloni che venivano moltiplicati dai vivai e distribuiti alle aziende per la coltivazione venivamo prevalentemente da fuori, dall’alta Italia come dalla Francia, aver individuato tanti biotipi sardi ci consente di perseguire, con una produzione più adatta al nostro territorio, la tutela della biodiversità: uve esenti da virus significano vigneti sani nel tempo e minore possibilità di contagio tra uno e l’altro».
Ilenia Giagnoni
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
Tutti in campo per salvare il grifone
Il progetto Life dell’ateneo sassarese con la Regione e il comune di Bosa mira al ripopolamento
di Alessandro Farina
 
BOSA Ripopolamento della specie, lotta al veleno, impiego per la prima volta in Italia dei carnai aziendali, rete di sorveglianza e primo soccorso e opera di mitigazione del disturbo dell’uomo nell’areale di nidificazione. Questi alcuni punti del progetto “Life – Sotto le ali del grifone” ideato da Università di Sassari, Comune di Bosa, Corpo forestale, Ente Foreste e Assessorato della Difesa dell’Ambiente, approvato nei giorni scorsi. Il progetto, fortemente voluto dal Comune di Bosa, si inserisce nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020), avrà durata quinquennale e come obiettivo principale il miglioramento dello stato di conservazione del grifone. Tra le azioni in campo per la tutela del Gips Fulvus l’incremento di disponibilità alimentare «Con la creazione di due carnai (le aree di riserva alimentare) allestiti nei territori dell’Ente Foreste di Porto Conte e Monte Minerva e di una rete di circa 30 carnai aziendali nelle zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a protezione speciale)». Idea che la Regione Sardegna, lo scorso febbraio, ha lanciato per prima in Italia con una richiesta al Ministero della Salute. «L’Assessorato regionale della Sanità ha istituito un gruppo di lavoro di medici veterinari che ha già attivato l’iter sanitario per l’avvio dei carnai» spiegano infatti dalla Regione. Con il progetto che finanzierà l’acquisto del materiale necessario per l’allestimento e il monitoraggio della salubrità delle carcasse e del loro utilizzo da parte degli uccelli necrofagi «con l’impiego di tecnologia Rifd per l’identificazione automatica». Verrà inoltre creata, in collaborazione con il Corpo Forestale, un’unità cinofila antiveleno e avviata una campagna di sensibilizzazione. Il progetto prevede quindi la liberazione di 60 animali in tre anni. «Nell’ottica di incremento degli esemplari con la foresta demaniale Le Prigionette di Porto Conte che ospiteranno la voliera di pre-ambientamento». Per massimizzare la possibilità di recupero dei grifoni in difficoltà sarà attivata anche una rete di sorveglianza e primo soccorso, curata dal Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Bonassai. «Infine, si lavorerà per mitigare il disturbo dell’uomo nell’areale di nidificazione» fanno sapere da Cagliari. «La comunità scientifica sta guardando la nostra Isola con grandissimo interesse in tema di conservazione dei grifoni per la sua particolarità: è l’unica regione che vanta la presenza di una colonia allo stato naturale» spiega l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. «Il progetto Life è il risultato di un gruppo di lavoro, coordinato dal Dipartimento di Medicina Veterinaria comprendente personale dell’Ente Foreste e del Corpo Forestale, che ha risposto ad una necessità espressa dal Comune di Bosa di fornire un serio contributo per tutelare la popolazione di grifoni a forte rischio di estinzione presente nel suo territorio» rimarca la squadra di docenti dell’Ateneo di Sassari, partner capofila di Life – Sotto le ali del Grifone. In Sardegna sono 125 gli esemplari registrati nel 2014, e 34 le coppie in età riproduttiva. «Grazie all’implementazione di questo progetto emergerà l’importanza dei servizi ecosistemici svolti dagli uccelli necrofagi, sottolineando come la perdita della biodiversità abbia un costo molto maggiore della sua tutela» concludono dalla Regione.

 

 

 

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