Sabato 25 luglio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 luglio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Rapporto Crenos sul turismo: manca un sistema integrato tra mare e cultura
TRASPORTI, LA BEFFA INFINITA
Nel 1980 le prime promesse, inevase, sulla continuità «Il Governo, a Roma, non solo ha presenti i problemi della Sardegna in fatto di trasporti, ma ha anche tutte le buone intenzioni di risolverli»: sembra cronaca di oggi, è il resoconto della visita in Sardegna del ministro della Marina mercantile, Nicola Signorello, nel 1980.
A 35 anni di distanza, la vertenza per collegamenti interni e verso la Penisola efficienti o almeno accettabili non ha fatto molti passi avanti, nonostante le tante promesse di governi e delle Giunte di turno.
Intanto ieri è stato presentato il rapporto Crenos sul turismo: «Per fare il salto di qualità manca un’integrazione tra mare e cultura». ALLE PAGINE 4, 5

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
La storia sarda non va sui depliant
IL RAPPORTO CRENOS COGLIE NEL SEGNO: ACCOGLIENZA CULTURALE ED ENOGASTRONOMICA AL PALO
I turisti vengono solo per il mare
Dipendiamo ancora troppo dal turismo balneare, e per questo motivo alcuni settori, come il turismo culturale e quello dell’agroalimentare, soffrono troppo. Per tre turisti su quattro sono ancora il mare e le coste a spingerli a venire in Sardegna, oltre il 70% dice di esserci stato almeno una volta e una parte di questi torna almeno una volta all’anno. Quello delle vacanze è un mercato che per la Sardegna vale quasi due miliardi di euro. Ci sono luci e ombre nell’ultimo rapporto del Crenos, “Destinazione Sardegna”, che ha analizzato la domanda turistica nell’Isola. «Sostenere che dipendiamo ancora in larga misura dal turismo balneare non è di per sé una cattiva notizia», spiega Andrea Zara, curatore del rapporto, «perché si tratta del segmento principale del nostro turismo. Il problema è che, purtroppo, ci sono altri settori turistici che sono ancora poco sviluppati, come quello culturale e quello enogastronomico».
Sei visitatori su dieci arrivano dalle altre regioni d’Italia (soprattutto Lombardia e Lazio), gli altri vengono in prevalenza da Germania, Francia e Regno Unito. Ogni vacanza nell’Isola costa in media 860 euro (104 euro al giorno), un terzo se ne va per le spese di viaggio. Non è una novità, ma il 44% dei turisti preferisce visitare le località della provincia di Olbia-Tempio (soprattutto la Costa Smeralda), seguono Cagliari e Sassari che accolgono entrambe circa il 20% delle presenze. Per le altre province restano solo briciole. E pensare che tra i fattori negativi rilevati dal report c’è il sovraffollamento delle località turistiche (per l’11% dei turisti). La permanenza media dei vacanzieri è di dieci giorni, otto su dieci trascorrono le vacanze nella stessa località perché muoversi in Sardegna è considerato uno degli ostacoli maggiori. Tra i principali fattori di insoddisfazione, infatti, ci sono proprio i trasporti (per il 20,5%) e la scarsa chiarezza delle informazioni (18,5%) che i turisti trovano quando sbarcano nell’Isola: il sistema attualmente non garantisce affidabilità e i visitatori si sentono spaesati.
«La Sardegna continua ad avere appeal nel settore balneare ma anche in quello sportivo-ambientale», spiega Francesco Morandi, assessore regionale al Turismo. «Dobbiamo crescere su altri segmenti, in particolare sui servizi. L’Isola è una destinazione che ha un target di medio-alto livello, dobbiamo lavorare insieme, pubblico e privato, per garantire un livello di servizi adeguati».
Quasi otto turisti su dieci (il 79%) quando ripartono dopo le vacanze si dicono soddisfatti e pronti a tornare, addirittura l’87% suggerirebbe la vacanza in Sardegna.Se le bellezze naturalistiche dell’Isola si confermano l’attrazione principale per i turisti (28,3%), due su cinque (il 20,5%) scelgono di venire in vacanza in Sardegna perché si tratta di una destinazione nota. Vuol dire che il marchio Sardegna funziona ancora.
Mauro Madeddu
 
3 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
L’ANALISI. La classifica
Natura e cultura, il popolo del web promuove l’Isola
La Sardegna conquista la piazza d’onore, alla spalle della Toscana, nella classifica sulla reputazione tra le destinazioni turistiche italiane.
È quanto emerge dall’indagine “Turismo digitale”, web comparazione tra le Regioni, presentata a Milano da “Reputation Manager” e da “Networklab”, laboratorio di digital marketing dell’Università Politecnica delle Marche.
L’Isola è apprezzata soprattutto per la bellezza delle spiagge, del mare e dell’interno, ma a queste attrattive principali gli utenti del web associano sempre più spesso il fascino di storia, tradizioni e cultura.
«Un grande riconoscimento», dice l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, «perché arriva da espressioni dirette di chi sceglie e prenota le vacanze su internet, commenta il soggiorno, scambia pareri e popola i social media parlando di mete turistiche già visitate e da visitare. Molto significativo è l’apprezzamento combinato di mare e cultura».
L’analisi, condotta tra il maggio del 2014 e il maggio 2015, è stata incentrata su sedicimila conversazioni web, delle quali il 57 per cento in lingua italiana e il 43 per cento in inglese, prendendo in considerazione cinque differenti canali: motori di ricerca (come Google), siti di recensioni dei consumatori (quali TripAdvisor), agenzie di viaggi online (per esempio Booking), siti di videosharing (tra questi YouTube, il principale al mondo), Wikipedia e social networks (tra cui Twitter e Facebook).
 
4 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Quando Signorello assicurò: abbiamo presente il problema e lo risolveremo
UNA BEFFA LUNGA 35 ANNI
Collegamenti per l’Isola, impegno del governo nel 1980 «Non siamo ancora all’ultima spiaggia, anche se ci siamo vicini, perché i porti non sono adeguati al traffico mercantile moderno; gli aeroporti e i collegamenti aerei sono indietro di parecchi anni; la rete stradale e ferroviaria interna non consente lo sviluppo adeguato dei traffici».
Trovare le differenze tra l’Isola descritta dal Alberto Aime sulla prima pagina dell’Unione Sarda di 35 anni fa e la Sardegna dei giorni nostri è quasi impossibile: fatta eccezione per i porti e le esigenze del traffico mercantile, ora soddisfatte dallo scalo industriale di Macchiareddu, il resto sembra essere andato poco più avanti rispetto all’estate del 1980. Proprio in quei giorni, alla Fiera campionaria di Cagliari, l’assessore Eusebio Baghino aveva convocato una «conferenza regionale sui trasporti», per cercare di svecchiare un sistema arretrato, costoso per i sardi, che già allora lo percepivano come un freno a mano per lo sviluppo economico.
NEL 1980 Il presidente della Regione era il socialdemocratico Alessandro Ghinami, un biglietto Cagliari-Roma con Alitalia costava 90mila lire. Il Cagliari calcio - in Serie A - trattava in quelle settimane l’acquisto di Osellame dal Palermo e Casagrande dalla Fiorentina. Francesco Cossiga era presidente del Consiglio, ma nell’Isola per l’apertura del congresso arrivò il ministro della Marina mercantile - anche lui democristiano - Nicola Signorello.
LE PROMESSE ROMANE Il resoconto del discorso dell’esponente del esecutivo nazionale ricorda tanto gli interventi dei politici di questi anni: «Il ministro ha usato molte belle espressioni per assicurare che il Governo, a Roma, non solo ha presenti i problemi della Sardegna in fatto di trasporti, ma ha anche tutte le buone intenzioni di risolverli».
Insomma: tanti sorrisi, pacche sulle spalle, promesse e poco più. La discussione, manco a dirlo, venne incentrata sui prezzi delle navi e degli aerei. «È chiaro che la Sardegna non possa rinunciare ad un sistema tariffario preferenziale, in quanto al momento è il solo che giustifichi un apolitica di riequilibrio a livello nazionale nei confronti di una regione da sempre penalizzata», disse nell’occasione Pasquale Mistretta, non ancora rettore ma “solo” professore di Urbanistica nella facoltà di Ingegneria di Cagliari.
AEREI Per il trasporto aereo vennero chieste a gran voce «continuità e puntualità del servizio, efficienza dei vettori, punti irrinunciabili» per i sardi degli anni Ottanta. Poi i prezzi: all’epoca 90mila lire per un biglietto di sola andata verso Roma venivano percepite come una tariffa alta (un giornale costava 300 lire).
I temi sono gli stessi di oggi: grazie a quelle rivendicazioni si arrivò nel 1999 a creare la prima continuità territoriale per la Sardegna. La legge firmata dal deputato Antonio Attili gettò le basi per costruire un ponte aereo con la Penisola, stabilendo diversi criteri a cui i vettori dovevano sottostare e finanziando tutto con 50 miliardi di lire nel 2000 e 70 miliardi dal 2001 in poi. Soldi che poi sparirono di colpo con la Finanziaria del 2007, quella con cui venne definita una parte della Vertenza entrate. E con la quale, a fronte di un aumento - sulla carta - del gettito fiscale, si spostarono sul bilancio regionale i costi della Sanità e della continuità territoriale, ora finanziata con circa 44 milioni di euro all’anno.
MONOPOLIO TIRRENIA Nella conferenza sui trasporti del 1980 gli altri nodi erano rappresentati dalle navi e dai treni. Le prime erano targate Tirrenia (allora ancora sotto il controllo statale) e garantivano collegamenti insufficienti, con cui venivano «penalizzati sia i passeggeri che il trasporto delle merci». La causa? Il monopolio in cui poteva navigare serena la compagnia di bandiera, visto che «la marineria privata è quasi scomparsa dalle rotte sarde», raccontava il giornale dell’epoca, ignorando che una situazione simile si sarebbe ricreata 35 anni dopo.
I TRENI Non era migliore il servizio offerto da quelle che si chiamavano Ferrovie dello Stato: «La rete (si fa per dire) ferroviaria risale all’epoca di Carlo Felice e marcia ancora alla stessa velocità», scriveva Aime nel 1980 prima di affermare che «i sardi, costretti a fare i conti con intollerabili carenze, sono in una situazione di assurda inferiorità».
Michele Ruffi
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
ERASMUS, PRIMO LAUREATO
Viene dal Guatemala ed è il primo laureato Erasmusmundus nell’ateneo di Cagliari: Gerardo Antonio de León Izeppi ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Biotecnologici.
 
 
L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 14 - Edizione CA)
L’Isola digitale ancora non c’è
L’autonomia speciale non rende ugualmente felici le regioni che l’hanno in dote. L’eco di dati che giunge dalla Commissione Europea pare volerci dire che in Sardegna si è prodotto tanto rumore per nulla. Tante parole dette dalla politica, tante affermazioni riprodotte nei programmi elettorali e governativi, un venticinquennio di vita di Sardegna Ricerche (l’ente sardo per la ricerca e lo sviluppo tecnologico) e del BIC Sardegna (l’Agenzia di sviluppo regionale); i risultati? Per accesso a Internet, alla banda larga e per intensità del commercio online, la Sardegna è ferma al 209mo posto tra le 262 regioni dell’Unione prese in esame. Le Province autonome di Trento e Bolzano sono, rispettivamente, in 180ma e 183ma posizione: certo meglio della Sardegna, ma nel confronto internazionale per nulla ’speciali’. Temibile concorrente, la vicina regione di Stoccarda è in alta classifica. Più in generale, sul fronte dell’innovazione la Sardegna arretra in 230ma fila, mentre Trento e Bolzano avanzano in 120ma e 167ma linea. Come frequentemente accade quando le classifiche non ci sono favorevoli, forte è la tentazione di salire sulle spalle dei giganti, nel nostro caso quelle di Albert Einstein, per gridare ai quattro venti che «Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato». Insomma, come dire che le due classifiche suddette sono matrigne brutte e cattive che non ci rendono giustizia.
CRITICITÀ I fatti nudi e crudi, ahinoi, non consentono alla Sardegna di montare su quelle spalle. Nell’isola, l’affidabilità della connessione, la diffusione e l’uso del digitale sono appena dei vagiti di neonato. Si ha l’impressione che l’opinione corrente interpreti tutto ciò che è digitale non come la nostra seconda vita quotidiana bensì alla stregua di una tecnologia da impiegare quando si è al posto di lavoro. Se Cagliari è distante 3248,3 kilometri da Helsinki, la distanza va misurata in anni luce una volta appreso che in Finlandia l’accesso alla banda larga è assurto a diritto fondamentale dei cittadini. In Finlandia, Internet è vita; in casa nostra, un modo di sbrigare una pratica in ufficio. Sicché, l’isola con le coste più belle del mondo non apre le porte al turismo dei nomadi della conoscenza che con-fondono la vita fisica e la vita virtuale, il tempo libero e il tempo del lavoro. Né lo stato delle cose migliora più di tanto allorché si butti lo sguardo sulla mappa della nuova geografia dell’imprenditorialità che stanno disegnando le startup innovative. La loro densità è doppia a Trento (prima in classifica, con 1,83 startup per 10 mila residenti) rispetto a Cagliari (0,91); peggio, in bassa classifica navigano le province di Sassari (0,48) e, soprattutto, Nuoro (0,18) e Oristano (0,12). Ancora una volta si può obiettare che la graduatoria stilata da Infocamere è parziale, non tenendo conto di startup pur innovative che non entrano in classifica perché non rispondono ai criteri fissati dall’Italian Startup Act. I divari, però, sono talmente ampi da non potersi giustificare con le pur burocratiche e cervellotiche metriche del legislatore.
I RIMEDI Che cosa fare affinché nel giardino sardo fiorisca la seconda vita, quella digitale, e spuntino tanti nuovi imprenditori con ambizioni oltremisura da far crescere velocemente le loro imprese? Creando business trasformativi sia nei mercati in espansione che in quelli maturi, gli imprenditori ad alto impatto sull’economia disegnano nuove traiettorie per gli investimenti, il risparmio e l’occupazione. Diceva il filosofo inglese John McTaggart (1866-1925), «Se la torta è quella giusta, più ne mangi più essa cresce». L’ideale coltivato dai neoimprenditori ambiziosi oltremisura è quello dell’abbondanza in un’economia della felicità al posto della scarsità in un’economia della tristezza. Sono loro a lasciarsi alle spalle la “scienza triste”, come il filosofo scozzese Thomas Carlyle (1795-1881) aveva succintamente battezzato l’economia, per entrare in una nuova età dell’Illuminismo riportando ai giorni nostri il pensiero dell’economista francese Anne-Robert-Jacques Turgot (1727-1781), il quale aveva definito l’economia politica la “scienza della felicità pubblica”.
IL FUTURO Per affermarsi anche in terra sarda l’economia dell’abbondanza, lasciandosi così alle spalle (finalmente!) l’economia della scarsità, pensiamo che il da farsi stia nell’iniziare dal basso l’opera di ridefinizione della società e dell’economia, per fare cose nuove in modo nuovo. La parola magica non è "riforma" (migliorare ciò che facciamo) ma, appunto, "ridefinizione". Con un esempio tratto da un fenomeno in corso, ma in sottotraccia, potremmo dare alla ridefinizione in nome di "spirito di Seneghe". Il Comune di Seneghe, 1800 anime nel centro-occidentale dell’isola, è da dieci anni la sede della Scuola Estiva di Sviluppo Locale che ha preso il nome di Sebastiano Brusco, l’economista di Sassari che ha dato un volto ai distretti industriali - i motori dell’economia italiana. Grazie alla scuola, a Seneghe convergono annualmente docenti, studenti e laureati da diverse parti della penisola. È così che si formano comunità spontanee che, insieme, imparano a navigare nell’oceano dell’Abbondanza Felice. A Seneghe e ne dintorni c’è anche di più. I tredici europei non italiani che vi risiedono sono oggi un impercettibile battito d’ali nel circuito internazionale dei nomadi della conoscenza - quei globetrotter che stanno ridefinendo la geografia della mobilità dei talenti. Sono loro che hanno tracciato il percorso che sbocca nella ripopolazione dei nostri borghi e paesi in via di spopolamento. Sono artisti, scrittori, visionari che coinvolti nelle attività della scuola estiva produrrebbero dall’inavvertibile colpo d’ali tanta energia da suscitare vita digitale e startup innovative. Sono ambasciatori di paesi avanzati, come la Norvegia e il Regno Unito, che aiuterebbero a intrecciare tra i giovani della scuola e i loro coetanei di quei paesi legami di fiducia che portano alla creazione di startup globali, ciascuna con fondatori sardi, norvegesi, inglesi, e così via. Se smettessero di alzare piramidi all’innovazione, iniziative faraoniche tanto gridate quanto sterili, gli amministratori pubblici disporrebbero delle risorse necessarie per alimentare lo "spirito di Seneghe", per far uscire il genio dalla bottiglia e così dare alla Sardegna una vita digitale e una imprenditoriale, entrambe nutrite dagli sviluppi della scienza e della tecnologia. L’autonomia della Sardegna sarà speciale il giorno in cui farà cose davvero speciali.
Piero Formica (piero.formica@gmail.com)
 
 
L’UNIONE SARDA

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Spettacoli e Società (Pagina 55 - Edizione CA)
Novità per bar e ristoranti
Arriva Garsoon con il papillon wi-fi: un’app per ordinare cibo e bevande

Tenete d’occhio il farfallino wi-fi. Ai tempi del web le bevande si ordinano con Garsoon, un’applicazione che permette ai clienti di bar e ristoranti di consultare il menù e effettuare ordinazioni dal proprio smartphone. Il cliente si siede al tavolo, inquadra il QRcode con la fotocamera e viene indirizzato alla web app in cui si trova il menù. Scegliere è questione di un touch. L’idea è di un team di giovani laureati con larga esperienza dietro e davanti al bancone. Fabiano Serras, 33 anni, di Tortolì, Matteo Piras, 35 anni di Cagliari, Enrico Garia, 32 anni, di Perdaxius. Con loro Licia Puca e Carlo Valdes. Hanno pensato di lenire le sofferenze del cliente poco propenso a una mischia furibonda per placare l’arsura. Conseguenze immediate: niente più orde di clienti assediano il bancone del bar, niente più movenze da annegandi per carpire l’attenzione di un cameriere sottopagato in un locale con duecento tavolini.
Giovedì sera al Cocoricò, di via dei Donoratico a Cagliari, Garsoon ha superato con successo il primo test sul campo. «Alla gestione molto più ordinata della serata - spiega Serras - si affianca un considerevole aumento delle seconde ordinazioni. Prendere qualcosa da bere senza fare la fila incentiva gli affari». Un incubatore di start up in Belgio, prossima tappa del progetto, aiuterà il team a sviluppare il progetto. «Garçon, scusi, ci porta una gazzosa?». Ok ma l’importante è che sia touch.
Simone Loi

 
L’UNIONE SARDA

8 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
ALGHERO Architettura al top
Per il terzo anno consecutivo il Dipartimento di Architettura di Alghero è primo in classifica tra le varie facoltà italiane di pianificazione territoriale, urbanistica e scienze dell’architettura. Nella graduatoria stilata dal Censis e pubblicata da Repubblica nella Grande Guida Università 2015-2016, la comunità didattica algherese domina sul Politecnico di Torino, al secondo posto e lo Iuav di Venezia, al terzo. L’ex direttore dimissionario Arnaldo Cecchini, che ha guidato la facoltà di Architettura fino all’altro ieri, si dice soddisfatto dei risultati raggiunti, «ma so che chi dovrebbe tenerne conto continuerà a non farlo, per questo ho dovuto cedere». ( c. fi. )
 
 
L’UNIONE SARDA

9 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
ALGHERO. Protocollo d’intesa
Oasi al Quarter, officina di idee per le imprese
Nasce l’Oasi, Officina algherese di sviluppo dell’imprenditorialità, attiva nel complesso de Lo Quarter a partire da settembre. Un progetto in sinergia tra Comune, Università e Agenzia regionale per il lavoro che si rivolge alle imprese e start - up innovative, ai giovani, ai liberi professionisti, che troveranno servizi di consulenza, formazione e occasioni di sviluppo per le loro idee.
Ma sarà anche un luogo in cui sarà possibile trovare tutte le informazioni per chi è alla ricerca di un lavoro. Ieri nel municipio di Sant’Anna la firma del Protocollo d’intesa da parte del sindaco Mario Bruno, del rettore Massimo Carpinelli e del direttore del Centro regionale per il lavoro Massimo Temussi. «Un progetto strategico e innovativo che mette insieme le risorse umane e i materiali delle tre istituzioni coinvolte per legarle a iniziative sperimentate di successo, quali ad esempio la creazione di nuova impresa, start-up e coworking», ha detto Mario Bruno nell’incontro per la sottoscrizione dell’accordo. «È un tentativo forte di dare supporto concreto allo sviluppo e all’occupazione, a cui la Regione guarda con forte interesse». Al Quarter, nel cuore del centro storico, prende corpo così la creazione di un contesto favorevole per lo sviluppo dell’imprenditorialità, un luogo dove verranno messi a disposizioni spazi, strumenti e consulenze di esperti. Il progetto prevede anche la creazione di un polo tecnologico denominato "Lite house", nell’area industriale di San Marco. Il Consorzio industriale provinciale di Sassari ha offerto la sua collaborazione.
( c. fi. )
 
 
L’UNIONE SARDA

10 - L’UNIONE SARDA di sabato 25 luglio 2015 / Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
Archeologia
Nuraghe S’Urachi di Mandriola: gli esiti degli scavi
Saranno presentati stasera alle 19 nella pineta di Mandriola, borgata di San Vero Milis, i risultati dello scavo archeologico che ha interessato il nuraghe S’Urachi, edificato alla metà del II millennio a.C. Sarà in particolare ricostruita la storia dell’insediamento in età fenicia. Ieri, per la Giornata internazionale dell’archeologia, il sito è stato visitato da decine di persone. La campagna, diretta da Alfonso Stiglitz e Peter Van Dommelen, è stata avviata il primo luglio dal Comune di San Vero e dalla Brown University di Providence (Usa).
 



LA NUOVA SARDEGNA 
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 6
UNIVERSITÀ,
CAGLIARI E SASSARI AI PRIMI POSTI
SASSARI. Una sorta di «rivincita» delle università sarde, alcuni giorni fa agli ultimi posti nella graduatoria pubblicata da Il Sole 24 Ore, arriva dalla classifica del Censis per la Grande guida di Repubblica che sarà in edicola da lunedì prossimo. L’ateneo di Cagliari si posiziona all’ottavo posto tra le grandi università (quelle da 20.000 a 40.000 iscritti) e quello di Sassari addirittura al terzo tra le medie (da 10.000 a 20.000 iscritti). L’università del capoluogo, se si considerano i singoli indicatori, primeggia soprattutto nel web mentre quella del Nord Sardegna in particolare per le borse di studio e la struttura. La classifica pubblicata da Il Sole 24 ore aveva provocato le reazioni dei rettori sardi che da un lato avevano osservato come le valutazioni cambiassero a seconda della testata e, dall’altro, come una graduatoria indistinta, che non tenesse conto delle diverse dimensioni degli atenei, non fosse affidabile. La classifica del Censis pubblicata da La Repubblica, sembra dare loro ragione.


 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
12 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Lettere e commenti - Pagina 17
LA PAROLA AI LETTORI >> RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Ma le Università sarde non sono poi così male
Ho letto su "Repubblica" i risultati di una inchiesta sulle Università statali italiane. Divise in 5 categorie ci sono 11 "mega", oltre 40mila iscritti, capeggiate da Bologna e Padova; 15 "grandi", da 20 a 40mila iscritti, con in testa Perugia e Pavia; 15 "medie", da 10 a 20mila iscritti, con in testa Siena e Trento: 13 "piccole", sotto i 10mila iscritti, con in testa Camerino e Macerata. La quinta categoria riguarda 4 Politecnici, con Milano in testa. La classifica è stata stilata assegnando una valutazione in centesimi a cinque voci: servizi, borse e altri interventi a favore degli studenti, strutture, dotazione web, rapporti internazionali. Bene: dove sono le due Università sarde, di cui fino a qualche tempo fa ho letto - devo dire, purtroppo, anche sul vostro giornale - descrizioni e valutazioni molto critiche, cui mancava soltanto un grido finale di disperazione? Dunque: Cagliari è ottava su 15 "grandi" , lasciandosi dietro, tra le altre, Milano Bicocca e Roma Tre: nel suo punteggio totale, 82,8 su cento, i voti ai singoli reparti sono tutti livellati dall’88 all’80. Sassari è addirittura terza fra 15 "medie", con un punteggio totale di 95,4 su cento, con due strabilianti 110 (su 100!) per le borse di studio e altri interventi a favore degli studenti e per le strutture (il voto più basso, 78, alle dotazioni web, ma c’è anche un 96 per i rapporti internazionali). Dietro Sassari ci sono, fra le altre, Urbino, Ferrara e le due napoletane. Da questo punto, allora, dovrebbe cominciare, soprattutto da parte dei media (per non parlare degli stessi diretti interessati), un altro discorso: non siamo così male come noi stessi ci descriviamo, e c’è tempo e spazio per migliorare. Auguri.
Pierangelo Carta Sassari
 
"Ho visto anch’io quelle classifiche, che secondo me hanno un solo limite: valutano le Università come macchine che forniscono servizi, ma nulla è detto (in questa pagina di "Repubblica che però mette in edicola da lunedì la sua "Grande Guida Università 2015-2016" che sicuramente conterrà una risposta a questa mia osservazione) della didattica e della ricerca, che pure valgono, a dire che cosa veramente è una Università. Allora quel discorso che diceva si potrà cominciare non solo dalle cifre di questa prima classifica ma dalle cifre che la Guida conterrà su quelle altre due delicatissime voci."
 

LA NUOVA SARDEGNA 
 
13 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Prima pagina
L’INDAGINE CRENOS IN SARDEGNA
Vacanze, business da 2 miliardi
La “voglia di mare” dei turisti: spesa media a testa 861 euro
Il nome Sardegna funziona: da solo riesce a convincere molti turisti a fare le vacanze nel’isola. Tra le ragioni della scelta la notorietà della destinazione è però al secondo posto. Al primo ci sono le attrazioni naturalistiche: tre persone su quattro scelgono l’isola per le spiagge. Il turista spende mediamente861 euro.
AMBU A PAGINA 4
 
14 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 4
Lo studio: i viaggiatori sono attratti soprattutto dalle bellezze naturali
VACANZIERI, VOGLIA DI MARE: UN BUSINESS DA 2 MILIARDI
Chi arriva nell’isola spende mediamente 861 euro a testa e resta 11 notti
di Stefano Ambu
CAGLIARI Il nome Sardegna funziona: da solo riesce a convincere molti turisti a fare le vacanze nel’isola. Tra le ragioni delle scelte dei turisti la notorietà della destinazione è però al secondo posto. Al primo ci sono le attrazioni naturalistiche. Che poi, tradotte, significano mare: tre persone su quattro scelgono la Sardegna per le spiagge. In soldoni, tutto questo significa una spesa complessiva annua di quasi due miliardi di euro. Il turista per l’isola spende mediamente 861 euro, 635 se si esclude il viaggio. E al giorno escono mediamente dalle sue tasche 104 euro (74 escluso il viaggio). È il risultato di uno studio condotto dal Crenos sull’analisi della domanda turistica in uno studio del Crenos, chiamato "destinazione Sardegna", presentato ieri mattina nell’aula magna dell’ex clinica medica a Cagliari. Un’indagine, quella curata dal gruppo di lavoro coordinato da Andrea Zara e Davide Cao, che disegna anche il ritratto del turista tipo che sceglie l’isola. Il questionario è stato sottoposto a un campione di 1461 persone nei porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres e negli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero tra aprile e ottobre del 2012. Il vacanziere ha in prevalenza tra i 36 e i 50 anni e ha un tasso di cultura abbastanza elevato: il 49 per cento ha la laurea. La maggior parte, il sessanta per cento, arriva dal resto d’Italia: soprattutto dalla Lombardia, dal Lazio e dal Piemonte. Gli altri? Dall’Europa. Sempre in testa i tedeschi (e infatti lo studio riserva un approfondimento a parte per chi arriva dalla Germania). Poi Francia e Regno Unito. Di solito chi sceglie l’isola è recidivo: il 73,8 per cento è stato almeno una volta in Sardegna, il 32,9 per cento oltre cinque. Di solito il viaggio è in coppia o allargato alla famiglia. Più basse le percentuali per gli arrivi in gruppo (13,7) o da solo (9,3). Per quanto riguarda ancora le spese l’alloggio (sempre viaggio escluso) incide per il 50 per cento. Ristoranti e bar sono la voce al secondo posto (18 per cento). In generale comunque gli stranieri spendono più degli italiani. La provincia più battuta è quella di Olbia Tempio (43,6): stravince su Cagliari (17,7) e Sassari (16,8). Agli ultimi tre posti Ogliastra, Oristano e Carbonia Iglesias. Anche nella classifica dei comuni stravince il nord: in testa Arzachena, poi Olbia, Alghero e San Teodoro. Al quarto posto c’è Cagliari. La permanenza media è di undici notti per gli italiani e di dieci per gli stranieri. Poco diffusa la formula short break: solo il 4,4 per cento si trattiene due o tre notti. Di solito (82,2 per cento) si sceglie una località: solo il 17 per cento cambia casa, hotel o campeggio. Dove stanno? Il 31 per cento in hotel, prevalentemente 4 stelle. Di solito i turisti sono contenti della loro vacanza in Sardegna. I maggiori tassi di insoddisfazione riguardano accessibilità e trasporti (20,5 per cento a testa) e informazione turistica (18,9 per cento). Promossi in enogastronomia, ma diversi turisti hanno qualcosa da ridire su affollamento (11,5), sicurezza (6,4) e risorse culturali (6,9). Comunque felici: l’87 per cento suggerirebbe la vacanza in Sardegna e il 79 per cento tornerebbe nell’isola.
 
15 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 4
L’assessore punta ad elevare l’accoglienza: «Possiamo intercettare nuovi flussi di mercato»
MORANDI: «DOBBIAMO MIGLIORARE I SERVIZI»
CAGLIARI La spesa sostenuta per il viaggio incide mediamente su oltre un quarto (26 per cento) dei costi complessivi della vacanza. Per un italiano ad esempio la spesa totale è di 731 euro: il 25 per cento, e cioè 181 euro, va via in biglietti o di aereo o di nave. Per lo straniero invece la spesa complessiva è di 1061 euro: il 28 per cento, e cioè 293 euro, va via per partenza e ritorno. Per i trasporti interni non c’è differenza tra lombardi o tedeschi: i costi in entrambi i casi incidono per l’11 per cento delle spese extraviaggio. Come si muove il turista: quasi tutti in auto, il 50,4 per cento con quella privata, il 27 per cento a noleggio. La fetta che sceglie il trasporto pubblico si ferma al 16,3 per cento. Regione pronta, in generale, a fare la sua parte. «Dobbiamo investire insieme - ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandi all’Università di Cagliari, durante la presentazione del rapporto Crenos sull’analisi della domanda turistica - sulla qualità dei servizi e dell’accoglienza: il sistema Sardegna non compete soltanto sul prezzo ma, essendo una destinazione a target medio alto, deve competere soprattutto sulla qualità dell’offerta. Il turismo culturale, attivo e sportivo ed enogastronomico, rappresenta le opportunità più immediate da cogliere per consolidare il marino-balneare e intercettare nuovi flussi dal mercato». Parole chiave, monitoraggio e organizzazione. «È ora di passare a una rilevazione sistematica del dato, dal punto di vista qualitativo e quantitativo - ha continuato Morandi - lo strumento per far questo esiste, il Sired, il sistema della Regione: deve essere alimentato e abbiamo varato i provvedimenti necessari per riempirlo di contenuti. Il tutto andrà a beneficio diretto degli operatori e per far questo abbiamo bisogno della loro collaborazione». (s.a.)
 
 
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16 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 6
L’ospedale Binaghi è l’unico centro regionale: i malati costretti a sopportare viaggi lunghi e pesanti
Sclerosi multipla, ci si cura solo a Cagliari
di Michela Cuccu
ORISTANO Da un capo all’altro della Sardegna per ottenere i farmaci per potersi curare. Succede ai malati di sclerosi multipla che sono seguiti dal Centro regionale di diagnosi e cura dell’ospedale Binaghi di Cagliari. Struttura d’eccellenza cui fanno riferimento migliaia di pazienti di tutta la Sardegna, che per potersi curare, ogni tre mesi, si devono recare a Cagliari per avere le medicine necessarie, come, per fare solo due esempi, gli interferoni e la cannabis modificata. Farmaci indispensabili che solo l’ospedale può erogare. «Uno scandalo», tuona Paola Manconi, segretario provinciale dell’Aism, l’Associazione italiana sclerosi multipla. «Ormai non ricordo più quanti solleciti abbiamo presentato all’assessorato regionale alla Sanità affinchè intervenisse per porre rimedio ad una vicenda che nulla ha che vedere con una realtà civile. Purtroppo, fino ad ora, abbiamo soltanto ottenuto promesse verbali e niente di più». La responsabile dell’Aism spiega: «È intollerabile costringere pazienti con una malattia gravissima come la sclerosi multipla a dover attraversare tutta la Sardegna per avere le medicine che invece, potrebbero essergli consegnate dalla farmacia dell’ospedale più vicino. Invece nulla: sono costretti ad arrivare fino a Cagliari, anche se vivono a Tempio, viaggio pesante anche per uno sano». Paola Manconi spiega come per i pazienti della provincia di Oristano il problema sia stato risolto proprio dall’Aism «Vanno i nostri volontari, fino a Cagliari, a ritirare i farmaci e poi li consegnano a domicilio. Non avevamo alternativa, considerati i costi elevatissimi di un viaggio che se sei disabile, non può essere affrontato sui mezzi pubblici, tantomeno, se uno è costretto a letto, ipotesi non rara, nel caso della sclerosi multipla». Punta molto sui sacrifici, anche di tipo economico, imposti ai pazienti, la responsabile dell’Aism oristanese «È impensabile che un malato, che probabilmente ha come unico reddito l’assegno di invalidità, meno di 300euro al mese, debba sborsare centinaia di euro per poter ritirare le medicine. Una cosa che non può continuare». Il rimedio ci sarebbe: «Basterebbe una delibera da parte della Asl 8 di Cagliari, che permettesse di distribuire i farmaci nelle farmacie ospedaliere del territorio – dice Manconi – e non mi vengano a dire che siamo sotto spending review e che bisogna risparmiare sui costi della sanità. Del resto, altre Asl lo hanno fatto in precedenza. Non capisco perché – conclude la responsabile dell’Aism – si insista con questa vessazione».

  
17 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 6
I farmaci non sono disponibili in alcuna farmacia della Provincia
Niente medicine per il Parkinson
di Andrea Massidda
SASSARI Clienti infuriati, camici bianchi incolpevoli ma costretti a scusarsi alzando le braccia con chi si presenta al banco sventolando la ricetta rosa. Da qualche giorno nelle farmacie di tutta la provincia è praticamente impossibile trovare alcune medicine necessarie per tenere a bada i sintomi del morbo di Parkinson: tremori, rigidità, lentezza nei movimenti, difficoltà a camminare. La denuncia arriva da Franco Belli, presidente dell’Associazione Parkinson Sassari, il quale parla di vera e propria emergenza. Anche perché certi prodotti non sono disponibili nemmeno nei magazzini dei distributori dell’isola e risulta inutile persino ordinarli dal Continente. Il motivo? Anche se le case farmaceutiche smentiscono, per qualcuno tali principi attivi vengono più facilmente spediti in Germania e nel Regno Unito, dove i prezzi dei cosiddetti farmaci di fascia A (quelli essenziali o per le malattie croniche, gratuiti per i pazienti) risultano tra il 20 per cento e il 60 per cento più elevati rispetto all’Italia e sono consentite anche agevolazioni sull’Iva. «La nostra è una malattia cronica e progressivamente degenerativa – chiarisce Belli – questi farmaci non ci guariscono ma il loro utilizzo ci è indispensabile, riduce il tremore, ci fa camminare, ci aiuta nelle attività quotidiane, migliora notevolmente la qualità della vita. I medici dicono che il corretto uso dei farmaci antiparkinsoniani può avere un effetto neuroprotettivo e questo ci rassicura molto. Quindi è chiaro che non trovare in commercio dei farmaci essenziali per la nostra patologia ci preoccupa moltissimo». In simili situazioni per il farmacista inizia la “caccia al tesoro”, con telefonate ai vari magazzini, al Servizio ordini urgenti o addirittura direttamente alla casa produttrice. Operazioni che si rivelano spesso vane. «Il fenomeno esiste e purtroppo è generalizzato – conferma il farmacista Manlio Grandino, presidente provinciale di Federfarma – , effettivamente in tutta la Sardegna non si trova il Ropinirolo a rilascio prolungato, ma anche altri antidepressivi importanti. E non sempre sono disponibili farmaci equivalenti». I malati di Parkinson, che soltanto nel Sassarese sono 1.200, insistono: «Serve qualcuno che ci tuteli». E i farmacisti rispondono così: «Non siamo certo insensibili al problema – spiega Grandino –, non fosse altro perché noi siamo l’interfaccia tra i pazienti e il sistema sanitario nazionale». Sulla questione interviene anche l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che sul suo sito comunica di aver predisposto una procedura di monitoraggio delle carenze «con lo scopo di ridurre al minimo i tempi tecnici per assicurare la reperibilità dei medicinali».
 
 
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18 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 7
A Cabras tumuli funerari inviolati e la testa d’un guerriero. I dubbi: quest’ultima danneggiata dalla benna usata negli scavi?
SPUNTANO UN ALTRO GIGANTE E OTTO TOMBE
di Claudio Zoccheddu
CABRAS C’è un nuovo gigante nella collezione di Mont’e Prama. Ieri mattina la collina del Sinis ha restituito la testa di un altro guerriero, la sedicesima in totale. Forse. Il conto dei frammenti del complesso di Mont’e Prama è incerto perché in continuo aggiornamento ma una cosa è sicura, quella che è stata recuperata ieri è la testa di un gigante. Per scoprire se appartiene a un busto già recuperato – e magari già esposto a Cabras o Cagliari - o a una scultura ancora da scavare, sarà necessario attendere qualche tempo. E proprio il tempo sembra essere diventato un problema alla parti di Mont’e Prama. Per ridurre l’attesa che separa gli archeologi dal brivido della scoperta, infatti, vengono utilizzati tutti i ritrovati della tecnica, anche quelli che l’immaginario collettivo fatica ad associare a uno scavo archeologico. Gli scavi. Per estrarre la testa del guerriero di pietra dalla terra del Sinis è stata usata una pala meccanica, un attrezzo che non appartiene all’immagine stilizzata dell’archeologo e che non era mai stato utilizzato durante gli scavi precedenti. La testa del gigante, inoltre, non sarebbe l’unica sorpresa che la direzione della soprintendenza ai Beni archeologici svelerà nei prossimi giorni. Lo scavo, affidato dalla cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia, avrebbe restituito altri quattro o cinque frammenti di statue, probabilmente busti di altrettanti guerrieri di pietra ancora da ricomporre. Alla conta dei successi registrati negli ultimi tempi a ridosso delle colline del Sinis devono essere aggiunto il ritrovamento di 6 – o forse 8 - tombe ancora inviolate. I ritrovamenti. Al borsino dei ritrovamenti manca infatti la conferma del direttore dello scavo, il dottor Alessandro Usai, e dei vertici della soprintendenza. La nuova gestione del sito si è preoccupata di innalzare attorno a Mont’e Prama una barriera a prova di curioso che va molto oltre la nuova recinzione metallica. La stampa non è bene accetta nel Sinis e gli archeologi, responsabili compresi, sfuggono alle domande, soprattutto quelle indiscrete. Qualcosa però filtra lo stesso e dimostra che la strategia del silenzio potrebbe non essere la strada giusta, anche perché uno scavo sempre in bolletta non dovrebbe sfuggire deliberatamente alla ribalta nazionale e a un ritorno d’immagine che potrebbe dirottare investimenti. Le stranezze. Da Mont’e Prama filtrano anche altre stranezze, questa volta più complicate da celare agli sguardi. Le pale meccaniche sono mezzi ingombranti e vederle scavare su sezioni di terra lunghe appena un metro e settanta può generare qualche dubbio. E proprio sulla scia dell’incertezza si è fatto strada il racconto di una “palettata”, che tradotto dal gergo dei gruisti significa un colpo di benna, rifilata da un operatore distratto alla testa del gigante ritrovata ieri mattina. Uno “schiaffo” che, se fosse confermato, potrebbe aprire degli interrogativi sulla gestione dello scavo e anche qualche dubbio sulla natura di alcuni segni visibili sui busti appena ritrovati. I misteri non si limitano all’archeologia e ai nuovi metodi di ricerca: da giorni a Cabras si vocifera di un cambio di proprietà di uno dei terreni che confinano con lo scavo. Un agricoltore cabrarese avrebbe ceduto la terra a un compratore veneto - o emiliano - per appena 15mila euro. Una transazione sfavorevole per il contadino ma molto conveniente per chi, evidentemente, conta di aggiungersi alla squadra di archeologi giocando in casa e indossando i galloni del padrone.

LA STORIA
Nel 1974 la prima campagna
Il primo è di 41 anni fa. Era il 1974 quando Mont’e Prama fu oggetto della prima campagna di scavo. Cinque anni dopo, nel 1979, ci fu il secondo tentativo. A questo seguirono 35 anni di silenzio e mistero. Ad abbattere il muro di gomma eretto a Mont’e Prama erano stati i professionisti della soprintendenza ai Beni archeologici e gli studiosi delle Università di Cagliari e Sassari. Un idillo durato pochissimo però, e concluso con la comparsa della cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia che nel 2014 si è aggiudicata l’affidamento del sito bandito dal Ministero per i beni culturali. La ditta emiliana ha iniziato a lavorare nella collina del Sinis lo scorso maggio. E da allora non sono mancate le polemiche. (c.z.)
 
 
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19 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Attualità - Pagina 13
In calo gli iscritti ai test per l’ingresso nelle facoltà universitarie, soprattutto Medicina e Architettura
NUMERO CHIUSO, CROLLO DELLE MATRICOLE
ROMA Non c’è più la corsa a diventare medico. E nemmeno architetto. Questo dicono i numeri. Negli ultimi tre anni gli iscritti ai corsi a numero chiuso sono calati del 20 per cento. Meno candidati ma anche meno posti a disposizione. Per la facoltà di Medicina i candidati sono 60.639 contro i 64.187 del 2014 e i 74.312 del 2013. Un anno «anomalo» lo ha definito il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. I candidati per architettura hanno avuto un boom nel 2012 (23.075 iscritti) e il 2015 che non raggiunge gli 11mila (10.994 iscritti). Ma i corsi a numero chiuso non sono gli unici ad avere meno iscritti, il calo delle matricole è più generale: 15 anni fa gli immatricolati nelle università italiane erano 248mila, dal 2000 al 2003 sono cresciuti fino a raggiungere i 338mila per poi scendere fino ai 265mila per l’anno accademico 2014/2015. Medicina: -18,40% in tre anni. I dati del ministero dell’istruzione raccontano una diminuzione progressiva degli studenti che finita la maturità si iscrivono ai test per i corsi a numero programmato. Meno 18,40 per cento per i candidati al corso di Medicina, confrontando i dati del 2013 con quelli di quest’anno. E negli anni sono anche i posti ad essere calati. Erano 10.302 nel 2013 e sono 9.513 quest’anno. Rispetto al 2014 i posti tagliati sono 470, il 5 per cento. Ci sono poi gli iscritti al test di Medicina in lingua inglese che sono 3.918, mentre lo scorso anno erano stati 4.954. I posti sono 204 per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero. Architettura: il boom nel 2012. Nel 2012 per entrare nelle facoltà di architettura si erano iscritti al test 23.075 studenti. Il 2015 ne vede pronti alla prova di settembre 10.994. Un calo costante. Mentre per Medicina il 2013 era stato comunque un anno di ripresa, la facoltà di architettura registra un trend di candidati che continua a diminuire. Veterinaria: 7818 per 717 posti. Il calo di iscritti alle prove a numero chiuso non risparmia il corso di Veterinaria: 8.902 i candidati nel 2013, 7818 quelli del 2015. Le date dei test. L’8 settembre è previsto il test di Medicina e Odontoiatria, il 9 settembre quello di Veterinaria, il 10 settembre quello di Architettura. 60 quesiti in 100 minuti. In meno di due ore i candidati dovranno rispondere a 60 domande con qualche cambiamento. Per Medicina e odontoiatria, rispetto allo scorso anno, le domande di cultura generale scendono da 4 a 2, quelle di logica da 23 a 20, passano da 15 a 18 le domande di biologia, da 10 a 12 quelle di chimica. Confermate le 8 domande di matematica e fisica. Qualche cambiamento in questa direzione anche per Architettura con meno domande di logica e più di storia. Il 2013 anomalo. Nel 2013 uno studente su quattro voleva fare il medico. «Un picco del 26 per cento di studenti che tentavano il test per accedere alla facoltà di Medicina, non è nell’ordine naturale della cose, non è comparabile con altri Paesi con cui ci confrontiamo», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. «Nel 2014-2015 abbiamo avuto una leggera flessione con il 23 per cento degli aspiranti universitari, iscritti al test», ha aggiunto. Ma resta comunque un numero alto. Anche perché i posti a disposizione sono stati tagliati del 4 per cento. (ma.br.)
 
 
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20 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Provincia di Oristano - Pagina 23
Seneghe: settimana dedicata a imprenditorialità, innovazione e realtà locali
SI CONCLUDE LA SUMMER SCHOOL
di Piero Marongiu
SENEGHE Si è parlato di imprenditorialità, innovazione e realtà locali nel corso della decima edizione della Scuola Estiva di Sviluppo Locale Sebastiano Brusco, intitolata all’indimenticato presidente del Banco di Sardegna dal 1998 al 2001, nato a Sassari ma vissuto per tanti anni a Modena di cui è stato uno dei fondatori della Facoltà di Economia e scomparso nel 2002. La scuola si concluderà oggi. L’evento è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni, Giurisprudenza, scienze politiche, Economiche e Sociali, dell’Università di Cagliari. Alla realizzazione delle Summer School, insieme al Comune di Seneghe e ad alcuni sponsor privati, hanno collaborato l’Università del Piemonte Orientale e l’Ires Piemonte, l’Università cattolica di Piacenza, l’Università della Calabria, l’Inea (istituto nazionale Economia Agraria). I corsi sono stati indirizzati non solo a studenti o laureati in materie economiche e sociali, ma anche alle agenzie che operano nei territori, ai soggetti che operano all’interno delle istituzioni locali, agli operatori territoriali di sviluppo, e agli esponenti delle comunità locali, che abbiano come fine creare una comunità di esperti che si incontri per discutere su come progettare e attuare le politiche legate al territorio. Tra gli argomenti proposti dai corsi: Innovazione e Competitività: due facce della stessa medaglia; Reti organizzative, specialmente ma non soltanto di impresa; il ruolo dell’Imprenditorialità Femminile nello sviluppo locale; l’Innovazione sociale; l’innovazione organizzativa nella filiera agro-alimentare: Percorsi e Politiche; Dalle Competenze alla Costruzione sociale della qualità alimentare. Nella giornata inaugurale si è parlato di innovazione sociale e imprenditorialità femminile come strumenti di sviluppo territoriale; relatori Paolo Rizzi e Barbara Barbareschi (Università di Piacenza) e Francesca Rota (Politecnico di Torino). Nel corso delle sessioni si è discusso di costruzione sociale della qualità alimentare e dei percosi politici di innovazione organizzativa nella filiera agro-alimentare. Oggi giornata conclusiva della Summer School: argomento le realtà locali inserite nel Laboratorio Montiferru-Marghine. Intervengono: Luca Pirisi, Annalisa Motzo, Erika Sois, Antonio Luchesu, Ignazio Cabras e Diego Loi.
 

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21 – LA NUOVA SARDEGNA di sabato 25 luglio 2015 / Nuoro - Pagina 25
«La nomina di Mureddu? Prerogativa del sindaco»
LO SCONTRO SULL’UNIVERSITÀ
Sul Consorzio, il segretario del Pd, Arghittu, voce fuori dal coro nel centrosinistra
All’atto della scelta di Mario Zidda aveva chiesto l’azzeramento della Fondazione
di Paolo Merlini
NUORO «Non entro nel merito della scelta delle persone, non mi interessa farlo. Ma ritengo che il sindaco abbia esercitato una propria prerogativa nominando un commissario di sua fiducia». C’è una voce fuori dal coro nella polemica sollevata dal centrosinistra dopo che la giunta guidata da Andrea Soddu ha indicato il ricercatore universitario Fabrizio Mureddu quale commissario del Consorzio per la promozione degli studi universitari. Una voce che arriva dal partito con più peso nel centrosinistra, il Pd, e da un esponente la cui vicenda è emblematica della divisione all’interno del partito di Renzi. A parlare infatti è Antonio Arghittu, segretario provinciale dimissionario, ma formalmente ancora in carica sino a quando l’assemblea del Pd non eleggerà il suo successore: assemblea convocata prima per il 20 luglio scorso, poi slittata al 3 agosto e ora rinviata al 7 settembre, ma non è detta l’ultima parola. Interpellato dalla Nuova, Arghittu torna su un argomento sul quale era stato molto critico nell’aprile scorso, all’indomani della nomina di Zidda alla guida della fondazione per gli studi universitari (l’ente, che avrebbe dovuto sostituire il consorzio, del quale il sindaco Soddu chiede l’azzeramento): «Rimane imprescindibile che il sindaco, il consiglio comunale e la Provincia lavorino affinché prosegua il processo di radicamento e di espansione dell’università nella Sardegna centrale iniziato con le amministrazioni precedenti. Ma la scelta del commissario è legittima». Facciamo un passo indietro. Il 21 marzo scorso Antonio Arghittu, trentacinque anni, viene eletto segretario provinciale del Pd al termine di una lunga gestazione. Deve rappresentare il rinnovamento e l’unità di un partito animato da forti contrasti. Così l’allora sindaco Sandro Bianchi: «Il partito viene da anni di comunicazioni interrotte e divisioni di ogni genere che però oggi si devono ricomporre. Serve chiarezza». Lo sforzo per ripristinare le comunicazioni è tale che, appena una settimana dopo, il neo segretario apprende casualmente da un post su Facebook che lo stesso Bianchi e l’allora presidente della Provincia Costantino Tidu (Pd anche lui) hanno firmato davanti a un notaio l’atto costitutivo della fondazione per l’università, indicando contestualmente in Mario Zidda (Pd) la figura del presidente e nominando gli otto componenti del consiglio d’indirizzo. Arghittu lo prende per quello che è, un atto di prevaricazione in barba ai propositi di democrazia nel partito enunciati solo pochi giorni prima. Infuriato, scrive a Bianchi e Tidu chiedendo loro di annullare l’atto costitutivo della fondazione e revocare le nomine. Il motivo? Il partito di maggioranza del centrosinistra non è stato consultato. E ancora: «Considerata la contingenza politica e la delicatezza dei prossimi appuntamenti elettorali (le amministrative del 31 maggio, ndr) di cui occorrerebbe avere maggiore consapevolezza, si chiede un intervento immediato e risolutivo». Nella lettera il segretario fissa anche un ultimatum per la revoca degli atti: le 19 dello stesso giorno, il primo aprile. E per un pesce d’aprile devono averlo preso Bianchi e Tidu, visto che qualche giorno dopo diramano una nota congiunta in cui, al termine di una riunione con «il presidente della Fondazione Mario Zidda», esprimono «la volontà di ampliare le adesioni alla stessa Fondazione alle diverse istanze territoriali ed in particolare agli studenti». Un contentino per un argomento che sta a cuore ad Arghittu, che in passato è stato presidente della consulta degli universitari nuoresi, il quale però sceglie di stemperare la polemica per l’approssimarsi delle elezioni. Il resto è storia recente: il centro sinistra perde la guida di Nuoro dopo un tempo immemorabile, il 7 luglio scorso Antonio Arghittu annuncia le sue dimissioni irrevocabili da segretario. Ne scrive le ragioni in una lettera ai vertici del partito: troppe lotte interne, dice, non c’è più democrazia. Non gli hanno neppure risposto, almeno pubblicamente.
 
I NUMERI DELL’ATENEO
800 gli studenti iscritti ai corsi di laurea e di specializzazione che si svolgono a Nuoro - 2milioni la somma stanziata dalla regione per il 2015, praticamente l’intera somma a disposizione del consorzio. Rispetto allo scorso anno c’è stato un taglio di 700mila euro - 22 gli anni di vita dei corsi decentrati delle università di Sassari e Cagliari che si svolgono in città - 1200 gli studenti che si sono laureati in questo lasso di tempo. Oggi in città sono presenti tre lauree triennali: scienze ambientali e forestali, scienze delle amministrazioni e delle imprese pubbliche e private, infermieristica. Laurea magistrale in sistemi forestali

LE REAZIONI NEL PD
Antonio Arghittu, segretario del Pd Provinciale e dimissionario: «Il sindaco Andrea Soddu con la nomina di Mureddu alla guida del Consorzio ha esercitato una sua prerogativa. È tutto legittimo»
I gruppi consiliari del centrosinistra: «Una becera nomina clientelare e correlata prebenda di sussistenza», «trattative e giochi condotti da burocrati a gettone»
Daniela Forma, consigliere regionale, in una nota firmata assieme a Usula (Rossomori): «Un’operazione-porcata avallata dalla presidenza della Regione», «nomina clientelare di residuale profilo»
Giuseppe Luigi Cucca, senatore e presidente dell’assemblea provinciale: «Zidda è la figura più idonea per il rilancio dell’università», mentre Mureddu ha solo «il merito di essere un amico del sindaco»


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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