Sabato 4 luglio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 luglio 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


 

LA NUOVA SARDEGNA

1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
«No ad università di serie B»
Classifica degli atenei per i concorsi: i rettori sardi attaccano

Per i concorsi la laurea presa a Sassari o Cagliari, anche con il massimo dei voti, potrebbe valer meno dell’equivalente “pezzo di carta” conseguito in una università della penisola ritenuta più prestigiosa. Un coro di no all’emendamento approvato due giorni fa dalla Commissione Affari costituzionali della Camera. L, FIORI A PAGINA 6

LA NUOVA SARDEGNA

Pagina 4 – Sardegna
Atenei sotto esame, il no dei rettori sardi
Il voto di laurea potrebbe contare meno dell’università di provenienza

di Luca Fiori

SASSARI La laurea presa a Sassari o Cagliari, anche con il massimo dei voti e della fatica, potrebbe valer meno dell’equivalente “pezzo di carta” conseguito in una università della penisola ritenuta più prestigiosa.
La novità, che riguarda l’accesso ai concorsi pubblici, è figlia di un emendamento approvato due giorni fa dalla Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati. E, come era prevedibile, sta facendo discutere. La proposta, presentata deputato sardo del Pd Marco Meloni, nasce dall’idea di far sì che le barriere di accesso ai concorsi non siano determinate solo da fattori puramente numerici, ma anche da fattori inerenti alla qualità e alle caratteristiche dell’istituzione che ha rilasciato il titolo.
«La norma, ove applicata, provocherebbe dissesti irreparabili per l’Università e per il Paese - spiega il rettore dell’università di Sassari Massimo Carpinelli - dal momento che è chiaro a tutti, a cominciare dal presidente della Crui e da tutti gli organismi di rappresentanza e autogoverno dell’Università che questo altro non sarebbe che l’introduzione surrettizia dell’abolizione del valore legale del titolo di studio». Dal rettorato di Cagliari arriva un’altra bocciatura.
«Mi sembra una decisione scriteriata - dice il rettore Maria Del Zompo - se questo è un gioco per portare a far chiudere degli atenei chi lo sta facendo venga allo scoperto, anche se non credo che l’intento del deputato Marco Meloni fosse questo. Per quanto mi riguarda - conclude il rettore - un criterio da prendere in considerazione per la valutazione potrebbe essere il dottorato, ma non certo l’ateneo di provenienza». E proprio Meloni, finito al centro della polemica, è intervenuto per spiegare che in realtà la sua originaria proposta emendativa prevedeva semplicemente l’abolizione del voto minimo di laurea quale filtro per la partecipazione ai concorsi pubblici».
«Successivamente, nell’ambito di una riformulazione dell’emendamento presentata dal relatore del provvedimento d’intesa col governo - spiega il parlamentare - si è introdotto un criterio di delega rivolto a parametrare il voto minimo di laurea a due parametri, da precisare comunque in sede di decretazione delegata. Uno, forse eccessivamente ampio e tale da definire una differenziazione tra atenei, relativo a fattori inerenti all’istituzione e un altro, certamente più chiaro e condivisibile, relativo al voto medio di laurea di classi omogenee di studenti». Se ad esempio un ateneo ha la media degli studenti che si laurea con il 90, non potrà essere considerata identica ad un’altra università dove la media dei candidati si laurea con il 109: evidentemente i criteri di valutazione sono diversi, e bisogna tenerne conto quando si considerano i voti.
«Non posso certo dire che la proposta arrivi come un fulmine a ciel sereno - aggiunge il rettore di Sassari - dal momento che da anni le cosiddette riforme del sistema universitario vanno solo e sempre nella direzione di una compressione e selezione ideologicamente orientate della ricerca e dell’università, che oltre ai tagli lineari non nascondono la volontà proterva di umiliare e asservire l’indipendenza dei docenti universitari. Se una simile misura andasse in porto - continua Carpinelli - la giustizia amministrativa, già oberata di lavoro a causa di norme spesso contraddittorie, si troverebbe a gestire gli innumerevoli e scontati ricorsi. Molte Università, già piegate da anni di tagli alle risorse e di crollo degli iscritti perderebbero ulteriormente potere attrattivo - continua - solo negli atenei del Sud ci sono stati 45mila immatricolati in meno negli ultimi 10 anni. Si dica allora senza giri di parole di voler tornare all’università d’élite - conclude Carpinelli - pochi atenei italiani con alti costi d’accesso e università straniere e blasonate per chi se lo può permettere».

LA NUOVA SARDEGNA

2 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Le università dell’isola in fondo alla classifica
Londra è la capitale mondiale della formazione. Bologna, Trento e Verona prime in Italia

CAGLIARI È Londra la capitale mondiale della formazione universitaria. Lo dice Qs University Ranking, una delle più accreditate classifiche internazionali dell’alta formazione che prende in esame circa 3.000 università di tutto il mondo, valutandone oltre 800, sulla base di sei indicatori: reputazione accademica (che pesa per il 40% del giudizio); giudizio dei datori di lavoro e cacciatori di teste (10%), rapporto docenti/studenti (20%), numero di citazioni per docente (20%), percentuale di studenti stranieri (5%) e docenti internazionali (5%). La prima università italiana a comparire in un parterre dominato da atenei anglofoni e orientali è l’Alma Mater di Bologna (182esima). Nella classifica del Sole 24 Ore dello scorso anno invece, che vede Trento al primo posto per quanto concerne la qualità dell’insegnamento e Verona per la ricerca, le università di Cagliari e Sassari si trovano sul fondo di questa graduatoria: su un totale di 61 atenei italiani l’università di Cagliari è al 55° posto con 32 punti; leggermente meglio quella di Sassari che è al 49° posto con 35 punti. La classifica analizza gli atenei in base a 12 parametri: 9 sono relativi alla didattica generale (dalla struttura docente, alla puntualità degli iscritti rispetto al piano di studi, alle opportunità di stage) e 3 ai progetti di ricerca e all’alta formazione.

LA NUOVA SARDEGNA

3 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
Si conclude “Spazi di connessione”
Martedì prossimo conferenza della studiosa Shannon Bowen

SASSARI Ultimo appuntamento con “Spazi di Connessione”, ciclo di incontri pubblici sui temi dell’innovazione tecnologica, la politica e l’impresa, promosso dai corsi di laurea in Comunicazione del Dipartimento di Scienze politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione. La manifestazione è giunta quest’anno alla terza edizione. Ospite del Dipartimento, il 7 luglio a partire dalle 17 in aula Blu (viale Mancini 5, Sassari), ci sarà Shannon Bowen, professore associato di Public relation della “School of journalism and mass communication della University of South Carolina”. Bowen affronterà il tema degli standard e delle misurazioni nella comunicazione d’impresa. Facendo riferimento a molti casi di studio della sua ricerca - come quelli di Ibm, Toyota, Starbucks, Tacobell e Merck - si parlerà anche di social media ed etica della comunicazione per le organizzazioni. L’incontro sarà inoltre l’occasione per presentare a Sassari, in anteprima nazionale, la versione italiana del dizionario di misurazione e ricerca nelle relazioni pubbliche, scaricabile gratuitamente dal sito www.instituteforpr.org e curato dalla stessa Bowen insieme al Prof. Stacks del’Università della Florida. L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’Associazione italiana per la comunicazione pubblica e istituzionale: frequentando un seminario, gli iscritti all’Associazione riceveranno un credito formativo. Come sempre l’hashtag di Spazi di connessione è #sdcsassari


L’UNIONE SARDA

4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Dal veleno alla rinascita green
Cesa, la scommessa del Sulcis
L’Università di Cagliari lancia il laboratorio per la riqualificazione ambientale

I veleni possono diventare una risorsa? E le brutture un’occasione di sviluppo? E se dalle macerie nascesse un’idea per recuperare l’ambiente degradato? Il Sulcis ci prova. Dopo il flop delle miniere e delle industrie punta sulla ricerca applicata per alimentare un nuovo filone di sviluppo legato all’ecologia.
Non è un sogno, ma un progetto, una scommessa, ma non un azzardo. Si chiama Cesa, che sta per Centro di eccellenza per la sostenibilità ambientale. È nato nell’Università di Cagliari, da un team di ricercatori dei Dipartimenti di Ingegneria civile e Architettura, Scienze chimiche e geologiche e di Scienze economiche e aziendali. L’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, che ha vagliato le proposte per il Piano Sulcis, ha promosso l’idea sul podio dell’innovazione: terzo posto. Il progetto è sulla rampa di lancio con 18 milioni di dotazione.
BANCO DI PROVA Il Cesa sarà un grande laboratorio dove un gruppo di ricercatori si prenderà cura dell’enorme scempio ambientale costituito dai siti e dalle discariche minerarie abbandonate. La Sardegna Sud-occidentale è un banco di prova ideale visto che vi si trovano ben 113 dei 169 siti minerari dismessi dell’ Isola, con 70 milioni di metricubi di discariche ai metalli pesanti.
I ricercatori lavoreranno “all’accumulo di competenze tecniche, scientifiche e tecnologiche... indirizzate alla decontaminazione delle aree produttive dismesse ed al recupero e riciclo delle materie prime, per poi consolidare la propria missione nei servizi ad alta tecnologia e nel supporto manageriale”. Nel progetto Cesa, che inizialmente avrà 18 dipendenti, c’è anche la creazione delle condizioni per “l’attivazione di dinamiche di crescita economica” attraverso “programmi di valorizzazione delle aree da bonificare con il rilancio delle attività produttive anche attraverso la promozione di nuove iniziative nel settore turistico e culturale e nella filiera dell’agroalimentare”.
TURISMO Cesa rispolvera il progetto regionale dei villaggi turistici nelle vecchie miniere. Prima si bonifica facendo business con il recupero dei metalli delle discariche, poi si penserà al riutilizzo turistico delle vecchie strutture.
Cesa farà base nel Sulcis, tra gli edifici della miniera di Monteponi, alle porte di Iglesias, nel cuore di uno dei più grandi distretti minerari d’Europa, ma opererà in un contesto ben più ampio. Il problema dei siti minerari, infatti, non è prettamente sardo. Si calcola che ogni anno dalle miniere e dalle cave dei 27 Paesi dell’Unione Europea escono più di 750 milioni di tonnellate di sterili. Mettere a punto e sperimentare nuovi sistemi per la bonifica e significherebbe accedere a un business miliardario. Soltanto per le miniere sarde si calcola che serviranno almeno 500 milioni di euro.
Si capisce, allora, quale opportunità rappresenti Cesa. «Riprende corpo il progetto del Polo tecnologico del Sulcis che aveva ispirato venti anni fa la nascita dell’Associazione per l’Università del Sulcis Iglesiente», ha dichiarato il professor Giorgio Piccaluga dell’Università di Cagliari. «È dimostrato che l’investimento nella ricerca è basilare per lo sviluppo», ha aggiunto il presidente dell’Ausi Emilio Gariazzo. «Il territorio può caratterizzarsi a livello internazionale su queste specialità e in un mondo che avrà sempre più bisogno di tali competenze può avere un ruolo importante» è il parere di Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis. Per gestire il Cesa si pensa a una «società consortile a responsabilità limitata», per consentire «l’aggregazione di una pluralità di soggetti pubblici e privati». Per il momento ci saranno Consorzio Ausi, Igea, Parco Geominerario e varie strutture dipartimentali dell’Università di Cagliari.
TRASFORMAZIONE L’Ausi, tra l’altro, metterà a disposizione il nuovissimo laboratorio insieme ad altre strutture del complesso di Monteponi. Il progetto è stato un po’ ispirato dall’Ausi che, dopo la chiusura del corso di laurea in Scienze dei materiali, ha deciso di ridefinire la sua missione, come spiega Salvatore Murgia, del Consiglio di amministrazione, «puntando sull’alta formazione e sulla ricerca con la creazione di un polo per la produzione di conoscenza». Il via sarà rapido. «Inizieremo subito con le risorse del Piano Sulcis - spiega Giovanni De Giudici, del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari - ma col tempo il Centro dovrà camminare da solo dando supporto allo sviluppo di imprese che lavorano al risanamento ambientale con tecnologie green, al riciclo dei metalli da scarti industriali e minerari e alla fruizione del territorio: il nostro è l’unico progetto del genere non solo in Sardegna ma in Italia e, probabilmente, anche in Europa».
Il progetto Cesa si affianca al polo di ricerca sulle energie pulite che Enea e Sotacarbo hanno allestito nella vecchia miniera di Serbariu, a Carbonia e alla torre di distillazione dell’Argon alta 350 che dovrebbe essere realizzata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare in uno dei pozzi minerari della Carbosulcis.
Sarà un altro tassello della piattaforma tecnologica avanzata per la ricerca applicata in settori chiave come l’energia e l’ambiente sulla quale si giocherà il futuro del Sulcis.
Sandro Mantega

L’UNIONE SARDA

5 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
In Breve
GUERRA E INFORMAZIONE

Martedì prossimo, dalle 17,45, nei locali del Search (sottopiano del Palazzo civico, ingresso nel largo Carlo Felice n. 2), incontro dal titolo “Il diritto all’informazione e il racconto della storia: a cent’anni dalla Grande Guerra. Riflessioni a partire dal volume: Abbasso la Guerra! - Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima Guerra Mondiale in Italia”. Interverranno all’incontro Fulvio Cammarano, autore del testo, Maria Antonietta Mongiu, Marco De Nicolò, Marco Pignotti. Coordina Gianluca Scroccu.

L’UNIONE SARDA

6 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 38 - Edizione CA)
Sedici aspiranti giornalisti scientifici
IMC. “Science camp” al Centro marino internazionale

Per una settimana hanno visto da vicino le attività di laboratorio. Sedici studenti sardi sono stati accanto ai ricercatori del Centro marino internazionale di Torregrande grazie al progetto “Science Camp”. I giovani delle scuole superiori sono stati selezionati da Sardegna Ricerche e hanno potuto vivere un’esperienza importante che potrà essere utile anche per il futuro. I ragazzi hanno lavorato intensamente per una settimana, hanno partecipato alle attività dei ricercatori raccogliendo informazioni e interviste. E ieri mattina i lavori e gli elaborati sono stati letti da ognuno dei partecipanti che adesso avrà la possibilità di pubblicizzare i propri articoli e video sui vari social network. «Si tratta di una bella occasione per orientare i ragazzi verso l’eventuale prosecuzione degli studi in ambito scientifico» ha commentato Rosalba Murgia, biologa e addetta alla comunicazione dell’Istituto. La conclusione del progetto Science Camp «è anche l’occasione per ricordare ai ragazzi che Sardegna ricerche offre tutti gli anni l’opportunità di una vacanza-studio in un centro di ricerca agli studenti sardi che abbiano concluso il quarto anno di scuola superiore».
Il Centro marino internazionale da sempre collabora con le scuole e partecipa a varie iniziative. ( v. p. )

L’UNIONE SARDA

7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 41 - Edizione CA)
Da Hong Kong a Galtellì sulle tracce della Deledda
L’università del turismo asiatica studia cultura e ospitalità nell’Isola

Una full immersion nella cultura delle zone interne dell’isola tra suggestioni letterarie, ospitalità diffusa ed enogastronomia di qualità. Gli studenti dell’Università Thei (Technological & Higher Education Institute) di Hong Kong, appartenente al gruppo Vtc, leader nel settore dell’alberghiero, sbarcheranno a Galtellì per conoscere e approfondire l’identità della Sardegna.
GIOVANI CINESI Almeno una quindicina di giovani cinesi, che stanno perfezionando gli studi nell’industria dell’intrattenimento, da gennaio saranno per due settimane nel suggestivo borgo della Baronia per imparare e approfondire alcuni dei fattori critici di successo della nostra arte dell’accoglienza.
Ideatore di questa iniziativa destinata ad avere un enorme ritorno di immagine è il manager nuorese Ciriaco Offeddu, che da diversi anni vive e lavora a Hong Kong, ma che con la Sardegna continua a mantenere un legame fortissimo. Sempre lui nei mesi scorsi ha convinto a venire nel Nuorese un gruppo di scrittori di un’altra università asiatica sulle orme del premio Nobel Grazia Deledda e ora rilancia la sfida all’insegna di un nuovo connubio sul turismo di qualità con il dinamico mercato asiatico.
IL MANAGER NUORESE «L’università Thei sta lanciando un programma d’internazionalizzazione», ha detto il manager, «gli studenti devono effettuare periodi di approfondimento direttamente nei paesi giudicati più significativi da un punto di vista di identità e di offerta, dopo alcune esperienze in Giappone e in Germania. Io ho proposto immediatamente la Sardegna e l’idea ha suscitato molto interesse, tanto da indurre il professor Raymond Pine, fondatore e rettore della facoltà di Management & Hospitality, a visitare immediatamente l’Isola».
In questi giorni Raymond Pine assieme a sua moglie sta visitando le scuole alberghiere del territorio, sono iniziati anche i contatti con le Università, ma allo stesso continua la conoscenza diretta dei servizi e delle produzioni agroalimentari. «Sto scoprendo con grande piacere una realtà molto interessante che avremo modo di studiare e approfondire per fare crescere il livello di competenza dei nostri studenti», ha detto il rettore dell’Università di Hong Kong. Molto soddisfatto anche il sindaco di Galtellì Giovanni Santo Porcu. «Ci gratifica ospitare gli studenti. È piaciuta l’organizzazione del nostro albergo diffuso e la sua marcata impronta deleddiana».
Luca Urgu

 

 

Questionario e social

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