Lunedì 29 giugno 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 giugno 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Master and back, milioni e cervelli sardi in fuga
Su 4000 studenti partiti per specializzarsi ne sono rientrati solo 2000
 
La Giunta regionale è pronta a riproporre l’esperienza dei Master and back, ma il progetto non è ancora riuscito a imboccare la strada giusta. In sette anni sono stati spesi 195 milioni, con il coinvolgimento di circa 4 mila studenti, che sono andati all’estero per specializzarsi nell’alta formazione. Soltanto la metà sono tornati in Sardegna. «Il Master and back verrà riproposto», sottolinea l’assessore al Lavoro Virginia Mura. «Ma prima dobbiamo analizzare gli aspetti negativi delle annualità passate per proporre un nuovo modello».
RUFFI A PAGINA 2
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
L’esercito dei cervelli in fuga
Master&back, la Regione rilancia. Ma i rientri diminuiscono 
In sette anni già spesi 195 milioni per 4mila studenti. Uno su due poi resta all’estero
 
Quasi duecento milioni di euro spesi in sette anni, circa quattromila giovani partiti dall’Isola con il sogno dell’alta formazione e meno di duemila “rientri”: i numeri raccontano come il Master and back, da ottima opportunità per frequentare corsi, tirocini e scuole di specializzazione si sia trasformato in un trampolino di lancio lontano dai confini della Sardegna. Il progetto, concluso nel 2013, potrebbe tornare presto: «Il Master and back verrà riproposto, ma prima dobbiamo analizzare gli aspetti negativi delle annualità passate per proporre un nuovo modello», annuncia l’assessore al Lavoro Virginia Mura. Fino a qualche mese fa il percorso di alta formazione sembrava definitivamente parcheggiato in soffitta. Invece la Giunta regionale sta pensando a come rilanciarlo.
NUMERI FLOP Il primo obiettivo è correggere il difetto più grande: solo la metà dei laureati che ha partecipato ai master in Italia o all’estero è tornata a lavorare in Sardegna. Quasi duemila cervelli in fuga (1.985 per la precisione) con la benedizione della Regione, dal 2006 al 2013. «Bisogna ripensare profondamente a un programma che negli anni ci è costato 195 milioni di euro», dice il segretario generale della Cisl Oriana Putzolu.
«Il costo medio individuale del percorso formativo è stato pari a quasi 50mila euro. Un investimento finanziario di grandi proporzioni di cui hanno beneficiato soprattutto le regioni in cui i laureati sardi hanno frequentato il master: circa il 50 per cento degli iper-professionalizzati non sono, infatti, rientrati in Sardegna». Per Putzolu si tratta di «una nuova emigrazione finanziata dalla Regione, ma pienamente giustificata dal fatto che la Sardegna non è ancora in grado di offrire a gran parte dei suoi giovani le opportunità lavorative da loro richieste, rispondenti cioè al titolo di studio e alla professionalità acquisita».
L’ANALISI Il progetto Master and back, sostenuto con i fondi Por dell’Unione europea, è stato analizzato dalla società di valutazione Iris. «Il motivo della permanenza fuori dalla Sardegna è sostanzialmente imputabile al mercato del lavoro più dinamico», scrivono nella relazione commissionata dalla Regione.
«A un anno dalla conclusione del percorso, il 34,2 per cento dei giovani che vivevano fuori dalla Sardegna aveva infatti ricevuto un’offerta di lavoro: preferivano cercare lavoro fuori della Sardegna piuttosto che accettare le opportunità offerte dal percorso di rientro, risultate economicamente poco allettanti, contrattualmente insicure o scarsamente coerenti con il profilo professionale».
IL NUOVO MODELLO Proprio per questo, l’assessore Mura spiega: «Ripartiremo dagli aspetti negativi per migliorare i prossimi bandi. Ringrazio la Cisl l’attenzione dedicata all’argomento: la Regione terrà conto dei suggerimenti di tutte le parti sociali per apportare le modifiche necessarie al Master and back».
MERCATO DEL LAVORO Per la Cisl deve cambiare soprattutto il mercato del lavoro: «Il fatto è che la domanda interna sarda non è in grado di rispondere alle attese dei giovani laureati con master», aggiunge Oriana Putzolu. «Abbiamo un territorio caratterizzato da imprese piccole, in larga parte indebolite dalla crisi economica, poco specializzate in alta tecnologia. Gli enti locali, a loro volta, hanno dovuto rispondere al blocco del turn-over e università sempre meno capaci di assorbire le competenze finanziate dal Master and back».
LA RELAZIONE I numeri dei «percorsi di sola uscita», cioè quelli che prevedevano un sostegno solo per l’alta formazione, sono ancora più chiari. Secondo la società Iris, la percentuale di giovani sardi “emigrati” alla fine del master è del 77,9 per cento a sei mesi dalla fine del corso. Mentre a un anno di distanza si scende al 75,3 per cento. Dunque: tre ragazzi su quattro sono rimasti nella Penisola o in un altro Paese europeo. Ma un altro dato è da sottolineare: il 63,6 per cento di coloro che hanno svolto il programma ha trovato un’occupazione.
Michele Ruffi
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Borse di studio regionali, la protesta si allarga
Gli specializzandi dell’area sanitaria accusano la Giunta: «Si è dimenticata di noi»
 
Non ci sono solo i contratti di specializzazione per i giovani medici: anche i laureati in biologia, veterinaria, farmacia, fisica, chimica e odontoiatria rimangono senza borse di studio regionali. Secondo la Cisas (coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria), gli effetti potrebbero essere peggori: «Se per i colleghi medici le borse di studio sono ridotte, per noi la mancanza di finanziamento azzera completamente la possibilità di frequenza delle scuole di specializzazione, specialmente per chi non ha dietro una famiglia agiata, capace di poterlo sostenere», scrive in una nota il presidente Maria Laura Santoru. «Dal 2009 sino al 2014 la Regione ha erogato delle borse di studio, che lontane dall’essere uno stipendio per il lavoro svolto e senza le tutele contrattuali del caso, permettevano anche ai giovani laureati meno abbienti di accedere all’alta formazione nel campo della sanità pubblica». Ma come nel caso dei medici, con la Finanziaria è arrivata la doccia fredda: «La giunta Pigliaru ha cancella le borse. Questa discriminazione offende la nostra passione, enorme ed immensa, per il lavoro che ogni giorno svolgiamo con la massima professionalità al fine di poter contribuire alla salute pubblica», scrive la Cisas.
LA POLEMICA Sull’argomento è intervenuto anche il coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci: «Poiché i comunicati degli assessori e le finte soluzioni hanno già prodotto abbastanza danni, chiediamo al presidente della Regione di non delegare le risposte a chi ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza e di chiarire al più presto in Consiglio regionale l’esatta dimensione della gravissima amnesia della Giunta regionale», dice in una nota l’ex governatore. «Vorremmo sapere esattamente quale sia la differenza tra quanto è necessario e quanto è stato effettivamente stanziato, affinché il Consiglio regionale sia messo nelle condizioni di rimediare alle spaventose amnesie della Giunta. Pigliaru dica chiaramente anche quanto si sono dimenticati di destinare alle Università di Cagliari e di Sassari». (m.r.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
PIRRI. Laboratorio
Scoprire la luce con il gioco
 
Scoprire la luce attraverso il gioco. È questo il tema del laboratorio di astronomia e promozione rivolto ai bimbi tra i 5 e i 7 anni, in programma venerdì 3 luglio, dalle 17 alle 18. L'iniziativa, che si terrà nella biblioteca comunale di Pirri, è promossa dall'Inaf - Istituto nazionale di astrofisica - l'osservatorio astronomico di Cagliari e l'associazione culturale "Laboratorio Scienza", in collaborazione con il raggruppamento temporaneo di imprese che gestisce i servizi dell'Archivio storico e del Sistema Bibliotecario Comunale (La Memoria Storica, Agorà Sardegna, Società Cooperativa Culture, Karalimedia coop.)
Per informazioni e iscrizioni ai laboratori è possibile contattare il numero 070/6773865 o inviare un'email all'indirizzo bibliotecaragazzi.mem@comune.cagliari.it.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Sanità: la stretta finale
Riforme per ospedali e Asl
Entro luglio il riordino regionale dei posti letto: scenderanno a non più di 5.600
In parallelo anche la riorganizzazione delle Aziende: si va da quattro a una sola
 
CAGLIARI Luglio sarà il mese decisivo per una sanità che è il grande malato di Sardegna. Divora oltre la metà del bilancio della Regione, 3,3 miliardi, e anche la spesa farmaceutica è in vetta alla classifica nazionale. Dall’inizio dell’anno, c’è stato più di un segnale positivo, con il costo che ha cominciato a rallentare. Ma la strada da fare è ancora lunga e a luglio dovrebbero scattare le contromisure. Oltre alla centrale unica per gli appalti, è l’assessore alla Salute Lugi Arru ad annunciare: «Presenteremo il riordino della rete ospedaliera e la riorganizzazione delle Aziende sanitarie». Tutto dovrà essere messo sulla carta prima di agosto, quando scadrà il mandato dei commissari delle Asl, nominati alla fine dell’anno scorso e già rinnovati un volta, aprile. Rete ospedaliera. L’ultimo censimento sui posti letto è impietoso: sono 6.800 ma non dovrebbero essere più di 5.600. Il taglio dovrà essere netto e rischia di diventare anche molto impopolare, però è indispensabile. La legge approvata a novembre dal Consiglio regionale e dalla sola maggioranza di centrosinistra è chiara: i costi per i ricoveri, intorno ai mille euro al giorno, rischiano di trascinare sempre più affondo la sanità. La riorganizzazione dei posti letto – ancora dalla legge di novembre – è un passaggio indispensabile e deve essere tutto a favore della medicina del territorio. È questa la razionalizzazione attesa senza intaccare i livelli minimi di assistenza nei vari territorio, Non è una sfida semplice, ma andrà vinta. Riordino delle Asl. È l’altro punto critico e fondamentale degli appuntamenti di luglio. Molto del percorso della nuova sanità passerà per la riforma degli enti locali dopo le Province. Si sa che la nuova mappa delle amministrazioni pubbliche sarà corretta in questi e sarà quella la base per stabilire quante Asl ci saranno in futuro. Anche se continua a tenere banco l’ipotesi di una sola Azienda sanitarie regionale, è molto più probabile che alla fine non siano meno di quattro, più quella per le emergenze, i due policlinici e il Brotzu di Cagliari. Dall’assessorato preferiscono non far trapelare indiscrezioni, ma fanno sapere: «Rispetteremo i tempi e a luglio presenteremo il piano». Bisognerà vedere quale sarà la reazione della maggioranza di centrosinistra.
 
 

Questionario e social

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