Venerdì 5 giugno 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 giugno 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Monumenti aperti, il sindaco premia i ciceroni
Nella manifestazione sono state coinvolte 60 associazioni e 22 istituzioni
 
Ottantasette anni, una memoria da fare invidia e l'orgoglio di accogliere i visitatori di Monumenti aperti nella sua seconda casa, la Società degli Operai in via XX settembre: Gina Maccioni è stata la guida più anziana della diciannovesima edizione che ieri ha vissuto l'atto finale con la distribuzione di applausi e attestati in un Teatro Massimo gremito. La nonna della rassegna non c'era «causa consiglio di amministrazione», confessa, cogliendo l'occasione di ricordare il suo ruolo di presidente «dopo ben 158 anni di dirigenza tutta maschile». Alla palazzina Liberty di via XX Settembre si sono registrate «431 firme ma molti hanno sgattaiolato senza registrarsi», specifica nel ringraziare le studentesse che per due giorni l'hanno supportata nell'accoglienza ai visitatori. Settantunomila quelli registrati in totale dall'associazione Imago Mundi che, nei sessanta siti e tredici itinerari, ha schierato 4.386 volontari «più un altro migliaio abbondante che disponeva di una propria assicurazione», precisano dall'organizzazione che ha distribuito 5.500 badge.
Le 60 associazioni hanno contribuito con 810 persone, mentre le ventidue istituzioni coinvolte, dall'Università al Consiglio regionale fino alla Fondazione Banco di Sardegna, hanno messo a disposizione 112 volontari. Ma sono state le scuole a decretare il successo della manifestazione e dimostrarne l'assoluta vitalità. «Abbiamo formato circa seicento bambini dai sei anni in su, genitori, personale docente e collaboratori scolastici», elenca Rosa Maria Manca, dirigente scolastico dei plessi Santa Caterina e Riva, quest'ultimo inserito in rassegna per la prima volta, «la risposta è stata altamente positiva, sia da parte delle guide che del territorio», afferma prima di salire sul palco con tutti i piccoli ciceroni, chiamati dal sindaco Massimo Zedda e dall'assessore alla cultura Enrica Puggioni.
Primi di una lunga serie, gli alunni di Castello. Sono state undici le scuole primarie, con 461 alunni; tredici gli istituti secondari di primo grado che hanno arruolato 993 studenti; infine trenta fra licei e istituti tecnici che hanno impegnato 2.010 ragazzi in un percorso formativo culminato con l'esposizione al pubblico, supportati da 15mila guide cartacee. Numeri che attestano «la voglia di riappropriarsi della propria città scoprendo, finalmente, questo o quel monumento sfiorato mille volte e mai visitato», ha affermato il primo cittadino».
Clara Mulas
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
Fondazione, tagli solo sul nome
Conti in ordine e sostegno alla cultura, si chiamerà “Sardegna”
Cabras: in futuro più investimenti sulle infrastrutture. Azioni al Banco? Sì, a un valore equo
 
Il 2014 della Fondazione Banco di Sardegna si chiude in pareggio con un bilancio del valore di oltre un miliardo di euro, 16 milioni di contributi erogati (più 2 di residui) e 29,9 milioni di proventi ordinari netti.
I dati, presentati ieri a Cagliari dal presidente Antonello Cabras, evidenziano il ruolo della Fondazione nella promozione di numerose attività in diversi settori che vanno dalla cultura alla ricerca scientifica. In futuro la Fondazione, che sta valutando il cambiamento del nome, punta a maggiori investimenti sulle infrastrutture e sui trasporti con particolare attenzione alle realtà aeroportuali.
CONTRIBUTI «Gli investimenti si sono rivelati azzeccati e prudenti», sottolinea Cabras, «nonostante la crisi, hanno prodotto ricavi che ci hanno permesso di mantenere notevole lo standard dei contributi».
I maggiori stanziamenti sono andati alla Fondazione Ente lirico (450mila euro), al Comune di Cagliari per la candidatura a Capitale della cultura (200 mila euro) e agli scavi per i Giganti di Mont'e Prama (150mila euro).
Sono state finanziate, inoltre, le borse di studio per gli studenti dell'Ersu di Cagliari e Sassari (600mila euro) e per gli studenti della sponda sud del Mediterraneo con 200mila euro.
RUOLO INEDITO In un periodo in cui le istituzioni sono costrette a limitare, se non addirittura tagliare, i finanziamenti per alcune attività, il ruolo della Fondazione assume una notevole importanza.
Una sorta di paracadute che permette di sopravvivere a molte realtà: «La nostra missione originale è quella di affiancare le istituzioni», sottolinea Antonello Cabras, «considerato il periodo di crisi, l'affiancamento sta diventando una sostituzione». Insomma il sentore è che laddove non arrivano Regione e Comuni c'è l'intervento della Fondazione, almeno fino a che non terminerà una condizione economica difficile.
«La crisi genera questa sorta di supplenza», dice il presidente, «speriamo che, passati i tempi difficili, tutti riprendano il proprio ruolo. Lo standard attuale è garantito prevalentemente da noi».
IL FUTURO In attesa che la situazione economica generale faccia registrare un miglioramento, la Fondazione Banco di Sardegna guarda al futuro.
Innanzitutto ci sono nuovi settori di investimento: «Infrastrutture, trasporti e sistema aeroportuale sono ambiti molto importanti», sottolinea Cabras, «così come le start-up innovative capaci di creare sviluppo». E proprio sul versante delle infrastrutture, Cabras si sofferma sul mutuo di 750 milioni di euro contratto dalla Regione: «Si tratta di un'attività ordinaria anche se è meglio non eccedere perché diventa un problema».
Per quanto riguarda la cessione delle proprie azioni del Banco di Sardegna «lo faremo quando le condizioni potranno garantire un valore equo», precisa Cabras. Novità anche per quanto riguarda lo statuto della Fondazione che ha subìto alcune modifiche che entreranno in vigore nel 2017, in occasione del prossimo rinnovo degli organismi. I cambiamenti prevedono i limiti di mandato e la certezza del ricambio degli organi dirigenti. Per quanto riguarda il nome, in futuro potrebbe tramutarsi da Fondazione Banco di Sardegna a Fondazione Sardegna.
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Leggendo Metropolitano
«Rna, Dna, proteine: la cura del paziente inizia da qui»
Il Nobel Aaron Ciechanover stasera alle 20 in Piazza Palazzo
 
Andare controcorrente spesso ha dei vantaggi. È il caso di Aaron Ciechanover, premio Nobel per la Chimica nel 2004 per aver scoperto i meccanismi di degradazione delle proteine, la loro morte, mentre tutti gli altri si interessavano alla loro vita. Oggi Ciechanover divide il suo tempo tra la ricerche (nei laboratori dell'Israel Institute of Technology di Haifa, dove è nato nel 1947, «un mese prima che l'Onu riconoscesse lo stato di Israele»), le riunioni della Pontificia Accademia delle Scienze e le conferenze in giro per il mondo. Stasera è a Cagliari (alle 20 in Piazza Palazzo) per raccontare la rivoluzione della medicina personalizzata.
Che cosa è questa medicina?
«È un approccio differente alla cura, che non si occupa solo della malattia ma anche del paziente, perché tiene conto delle differenze tra le persone. L'uomo risponde diversamente a una particolare cura rispetto alla donna. Con un paziente la terapia può avere effetti, con un altro no, con altri ancora predominano gli effetti collaterali. In medicina abbiamo avuto molte rivoluzioni. Io sono una persona, non una statistica».
Perché si parla di rivoluzione?
«Partiamo dallo sviluppo di modelli di medicine. Pensate a cosa è stato fatto per il diabete, per il colesterolo e tante altre malattie. Poi c'è stata una grande rivoluzione con la tecnologia e le immagini per la diagnostica, come la Risonanza Magnetica. E poi arti artificiali e parti di cuori. Quindi, la più importante: la medicina personalizzata, quella che si avvale di tutte le conquiste precedenti e mette al centro il paziente. È quella che si occupa della persona analizzando Dna, Rna, proteine e metaboliti.»
Il padre della medicina personalizzata, Leroy Hood, ha coniato l'espressione 4P: personalizzata, predittiva, preventiva e partecipatoria. È d'accordo?
«Se scoprono che avete un gene che porta al cancro, possono farlo sapere al datore di lavoro, al marito o alla moglie, ai figli. Siete d'accordo? E se si scopre che avete un gene legato a una grave patologia che cosa fate? Scegliete di avere avere figli o no? Solo il paziente può rispondere: sono decisioni personali, che sollevano dilemmi etici. E c'è la quinta P: la precisione».
Questa medicina comporta risparmi ?
«Non so prevedere se sarà più economica o no. Bisogna guardare l'andamento degli ultimi 30 anni e si vede che la medicina è diventata sempre più costosa. E temo che la sanità sarà accessibile a sempre meno persone perché i sistemi sanitari nazionali non saranno in grado di sostenersi».
Se avesse la bacchetta magica quale malattia cancellerebbe?
«Difficile rispondere. Direi il cancro, ma il cancro esiste in centinaia di forme. Direi allora che la cosa più importante è prevenire le malattie. E anche qui non c'è una risposta unica perché esistono molte malattie e molti modi per prevenirle. Ma la bacchetta magica non esiste».
Come si diventa premi Nobel?
«Con un misto di ingredienti: bisogna investire molto tempo e molta perseveranza, passione per la scienza e la volontà di lavorare duro. Spesso conta la serendipità: scoprire qualcosa cercandone un'altra. Poi ci vuole la fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. E quella di incontrare buoni insegnanti, e a me è successo».
Prima volta in Sardegna?
«No. Conosco la prossima domanda: so che la vostra Isola è nota per la longevità dei suoi abitanti».
Andrea Mameli
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Domani al San Giovanni di Dio
eccezionale intervento oculistico
 
L'appuntamento è per domani mattina alle 9: al San Giovanni di Dio sarà effettuto un intervento di chirurgia oculistica particolarmente complesso: il trapianto di epitelio pigmentato. Un'operazione che, per il momento, viene effettuata soltanto in pochissimi centri europei: dopo Amsterdam, Rotterdam, Londra e Verona, l'intervento verrà eseguito anche in una struttura ospedaliera cagliaritana.
Un intervento tanto importante che a giornalisti, fotografi e operatori sarà consentito di assistere per testimoniare in prima persona. Non soltanto: l'operazione sarà trasmessa in diretta nell'aula Dermos del San Giovanni di Dio: a presentarla brevememete sarà il direttore sanitario dell'azienda ospedaliero-universitaria Oliviero Rinaldi.
L'eccezionale operazione chirurgica lancia la struttura nella top five internazionale. Traguardo che, ovviamente, inorgoglisce i vertici dell'azienda. Per il commissario straordinario Giorgio Sorrentino «si tratta di un altro passo importante per la sanità sarda, grazie all'alto valore scientifico e professionale dei nostro personale medico e infermieristico che ho trovato e ho intenzione di coltivare per portarlo ai vertici della comunità medica internazionale».
L'intervento in programma questa mattina nella clinica oculista del San Giovanni di Dio sarà eseguito dall'equipe di Marco Mura, 40, sardo, direttore del servizio di chirurgia vitro-retinica e docente di oftalmologia all'università di Amsterdam, e di Enrico Peiretti, 42 anni, responsabile del centro di retina medica della clinica oculistica del San Giovanni di Dio e speaker dei più importanti congressi mondiali di retina medica.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Padoan fa cassa: sette immobili in vendita nell'Isola
L'annuncio del ministero dell'Economia. Botta e risposta tra Cappellacci ed Erriu
 
Il ministero dell'Economia e l'Agenzia del demanio intendono mettere sul mercato sette immobili pubblici in Sardegna, nell'ambito di un'operazione con cui lo Stato intende liberarsi di castelli, ville, ex caserme, ex ospedali e vari altri edifici. Milioni di metri quadri accumulati nel corso degli anni: dal Regno di Sardegna alle più recenti acquisizioni. Una dismissione senza precedenti che coinvolge 686 immobili in tutta Italia. Il 45% di questi è stato proposto dai Comuni, il 23% dalle Province, il 17% dalle Asl, il resto da Regioni, Città metropolitane, Università e altri enti.
La vendita rischia però di violare l'articolo 14 dello Statuto sardo: «La Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo». Una disposizione che non ammette eccezioni, nemmeno per risanare la finanza pubblica.
Ugo Cappellacci, ex presidente della Giunta, denuncia la pericolosità dell'operazione, chiedendo che se ne parli in Consiglio regionale: «Questioni così delicate non possono essere discusse solo in incontri con il direttore generale del Demanio, ma meritano una discussione alla luce del sole». Il leader di Forza Italia esorta Francesco Pigliaru a difendere le prerogative sarde e a non appiattirsi su posizioni governative, come sulla vertenza entrate: «Se lo Stato, ancora debitore verso l'Isola, si prende gli immobili significa che non solo non paga il dovuto, ma in più fa cassa vendendo il nostro patrimonio».
«Cappellacci mostra di non conoscere la questione», replica l'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu, che parla di «candidatura proposta, volontariamente e in autonomia, da alcuni enti locali. Cinque immobili sono del Comune di Ozieri, due di Bosa. Questo consentirà ai Comuni di valorizzare ed eventualmente cedere patrimonio pubblico». All'ex governatore Erriu chiede «quali risultati ha raggiunto, nella sua legislatura, in materia di trasferimento alla Regione di beni statali dismessi».
Matteo Mascia
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 28 - Edizione CA)
Iglesias
Primo concorso
al Geoparco per 10 persone
 
A 14 anni dall'istituzione, il Parco geominerario pubblica il primo bando di concorso per la ricerca di dipendenti a tempo indeterminato. Da mercoledì è on line nel sito web dell'ente. Servono dieci figure professionali, quattro sono a tempo pieno (tre laureati rispettivamente in giurisprudenza, ingegneria edile-architettura, geologia e un diplomato) e sei part time: uno con laurea in lettere con indirizzo storico archeologico o in comunicazione, uno in lingue, poi quattro diplomati (in materie contabili, tecniche, linguistiche, geometra). Ci saranno due prove, scritto e orale, più un'eventuale preselezione. Nella valutazione dei titoli la maggior parte del punteggio è attribuita a quelli di servizio: chi ha avuto un contratto anche flessibile con enti Parco o aree naturali protette ne avrà il doppio rispetto a chi ha collaborato con altre amministrazioni. Al Parco, finora, hanno operato 13 lavoratori interinali: la pianta organica ha iniziato a prendere corpo solo l'anno scorso con l'assunzione a tempo indeterminato di uno di loro attraverso una graduatoria dell'università.
Miriam Cappa
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione OR)
Nuoro
I lavoratori Ecotopia
pronti a incatenarsi
 
Esasperati da una situazione ormai arrivata allo stremo, martedì prossimo i 33 lavoratori di Ecotopia si incateneranno ai cancelli dell'Università nella sede di Sa Terra mala. Il 25 giugno saranno licenziati. A monte gli alti costi previsti dal nuovo bando che Ecotopia non era proprio in grado di sostenere. Una gara al massimo ribasso (30 per cento) che avrebbe comportato un taglio eccessivo anche agli stipendi. Tra l'altro il bando non ha previsto il mantenimento del medesimo personale. Per cui tra meno di un mese operai e impiegati che per anni hanno garantito servizi all'Università nuorese, si ritroveranno in mezzo a una strada. Ma loro non si arrendono a quello che appare come l'ineluttabile. Per puntellare la propria protesta hanno invitato anche i due candidati sindaco al ballottaggio del 14 giugno. L'intenzione è quella di chiedere ai due aspiranti primi cittadini impegni concreti per risolvere l'impasse. ( fr. gu. )
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Laurea a Rizzolatti
 
Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni a specchio, riceverà il 9 giugno l'onorificenza dall'Universirtà di Sassari.
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
san giovanni di dio
Chirurgia oculistica, Cagliari
nel top five internazionale
 
CAGLIARI Un trapianto di epitelio pigmentato: è il primo in Sardegna e fa entrare il San Giovanni di Dio e l'azienda ospedaliera universitaria di Cagliari nella top five internazionale: per la sua delicatezza questo intervento oculistico viene eseguito soltanto in pochi centri europei: Amsterdam, Rotterdam, Londra e Verona. L'operazione è in programma sabato prossimo nell'Aula Dermos dell'ospedale civile. Sarà eseguita dalle équipe del professor Marco Mura, 40 anni, direttore del servizio di Chirurgia vitro retinica e docente di oftalmologia all'Università di Amsterdam, e del dottor Enrico Peiretti, di 42, responsabile del Centro di Retina Medica della Clinica oculistica del San Giovanni di Dio e speaker dei più importanti congressi mondiali di retina medica. Per Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell’Aou di Cagliari, «si tratta di un altro passo importante per la sanità sarda, grazie all'alto valore scientifico e professionale del nostro personale medico e infermieristico che ho trovato, e ho intenzione di coltivare per portarlo ai vertici della comunità medica internazionale».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Banco, ora la Fondazione non ha fretta di vendere
Emerge maggiore cautela sulla cessione di una parte del 49% delle azioni
Cabras: «Abbiamo 5 anni di tempo, procederemo solo con l’acquirente giusto»
 
CAGLIARI Calma, non c’è fretta di vendere o meglio ancora «non dobbiamo certo svendere» e «neanche fare regali». La frenata è brusca. Sul futuro delle azioni che ha dell’omonimo Banco, il 49%, la Fondazione Banco di Sardegna – o FbdS se s’intende essere spicci – non vuole essere tirata per la giacchetta. Nel 2014 sembrava disponibile a ragionarci sopra fino a ipotizzare la possibile cessione di parte della quota, addirittura anche della metà. Ma trascorso un anno il consiglio d’amministrazione pare averci ripensato. Chiuso a zero come impone lo statuto il bilancio consuntivo del 2014 e con la testa già rivolta a quello in corso, ora sembra essere meno sensibile al pressing del «vendete, vendete». Certo qualcosa dovrà fare: ad aprile un protocollo d’intesa fra il ministero dell’Economia e l’associazione nazionale delle Fondazioni impone che potrà avere «al massimo un terzo del patrimonio impiegato, direttamente o indirettamente, con un unico soggetto», in questo caso col Banco di Sardegna a sua volta controllato dal Banca popolare dell’Emilia Romagna, la Bper. Applicato alla FbdS, lo schema ministeriale imporrebbe la vendita di almeno l’otto per cento delle azioni del Banco, con la discesa dal 49 di oggi al 41 o poco meno. Solo a questa regola il consiglio d’amministrazione vorrebbe attenersi, mentre della cessione completa non vuole neanche sentir parlare. In ogni caso senza fretta, ha detto il presidente della Fondazione Antonello Cabras: «Abbiamo cinque anni di tempo per farlo e lo faremo solo quando troveremo l’acquirente giusto, potrebbe essere anche la Bper che avendo il 51 per cento delle azioni del Banco ha un diritto di prelazione, ma soprattutto a essere giusto dovrà essere il prezzo di vendita». Comunque è prematuro, sempre secondo Cabras – perché «a oggi con l’istituto di credito romagnolo l’argomento vendita non l’abbiamo ancora neanche affrontato» e poi «questa non ci sembra essere davvero la miglior stagione, leggi crisi, per fare certe operazioni». Il sangue freddo è tutto nel mercato finanziario in cui la FdbS anche nel 2014 ha fatto la parte da leone. Detto che ha chiuso il bilancio con un miliardo di attivo, uguale al passivo, la crescita è stata netta: più 90 milioni rispetto al 2013, più 103 milioni nel raffronto col 2012. Lo stato di salute è buono, non ci sono dubbi, tanto che la FdbS dalle colleghe italiane è definita «più che benestante». Complimenti per pagella che però purtroppo stride con quella della Sardegna, «è molto malconcia», ha sottolineato Cabras. L’ha fatto prima di annunciare quale sarà il nuovo obiettivo della Fondazione, che nella finanza ha investito finora 852 milioni in un anno. «Vorrei che i nostri interventi sul sociale, la cultura e l’istruzione incidessero di più sullo sviluppo regionale a lunga scadenza». Lo stesso appello l’ha lanciato alla Cassa depositi e prestiti di cui la FdbS è proprietaria del 2% delle azioni: «Dev’essere più presente in Sardegna con partecipazioni e investimenti, non solo con il mutuo che concederà alla Regione». E di partecipazioni la FdbS s’intende eccome: nel 2014 dal Banco ha incassato 998mila euro di dividenti, dalla Cassa 16,5 milioni e un altro milione e mezzo da Enel, Terna e Snam. Davvero un bell’incasso. (ua).
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
i finanziamenti
Sedici milioni per mille progetti
 
A giugno cambierà nome: da Fondazione Banco di Sardegna a una più indipendente Fondazione Sardegna. Potrebbe essere questo il primo passo (senza fretta però) per poi tagliare il cordone con l’istituto controllato dalla Bper. Nel frattempo, ha contribuito al benessere della Sardegna: sono stati oltre 16 milioni i contributi nel 2014. Con quasi mille progetti esterni finanziati: musei, sanità, patrimonio artistico, convegni e altro ancora. Poi s’ è impegnata in alcuni «progetti diretti»: Cagliari capitale della cultura (200mila), gli scavi a Mont’e Prama (150 mila, confermati quest’anno ), le borse di studio per l’Ersu di Cagliari e Sassari (600mila in tutto) e quelle per 100 studenti in arrivo da Marocco, Tunisia e Algeria. «Mai contributi a pioggia – ha precisato il presidente Cabras – ma sempre per aree tematiche e con i bandi di quest’anno, (l’esito sarà pubblicato ) abbiamo affinato la scelta. Sì, vogliamo incidere di più sul territorio e contribuire meglio alla ripresa della Sardegna».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Campus, il sindaco rivela i suoi progetti
Sanna difende la soluzione spezzatino vicino al centro e annuncia: «La Regione garantirà al Cipe che le opere si faranno»
di Andrea Massidda
 
SASSARI Niente campus a Piandanna, ma una soluzione spezzatino con tre Case dello studente da realizzarsi rispettivamente nell’area di San Lorenzo, in quella dell’ex brefotrofio e in piazza Castello al posto della caserma La Marmora. E di conseguenza - soprattutto per non perdere i soldi messi dal Cipe - la richiesta alla Regione di garantire attraverso «un’obbligazione giuridicamente vincolante» che le opere per le quali sono stati stanziati i fondi saranno effettivamente fatte. Incalzato da parte dell’opposizione, e in modo particolare dal capogruppo di Forza Italia Manuel Alivesi, ieri pomeriggio il sindaco Nicola Sanna ha ribadito in consiglio comunale la posizione della giunta a proposito delle nuove residenze universitarie, svelando i dettagli sul suo incontro di mercoledì a Cagliari con i tecnici dell’assessorato regionale alla Pubblica istruzione. Un caso a dir poco intricato, quello del campus, tanto che negli anni ha scatenato non soltanto una querelle politica, ma anche una vera e propria guerra all’interno dell’Ersu, con il presidente Gianni Poggiu contro la direttrice generale dell’ente Maria Assunta Serra, la quale ha recentemente deciso di non aggiudicare il bando di gara regolarmente vinto. Sanna tuttavia è parso irremovibile e quando in aula ha preso la parola ha argomentato la sua decisione con un lungo discorso, non privo di frecciate all’indirizzo di Poggiu. «Come risulta chiaramente dalle dichiarazioni programmatiche - ha esordito il sindaco - la nostra amministrazione si è detta sin dall’inizio contraria al progetto di un campus universitario da costruirsi lontano dal centro della città. E non può esistere certo un ente che non tenga conto della pianificazione di un esecutivo, il quale è espressione della volontà popolare». Per il primo cittadino, infatti, l’Ersu prima di fare un bando o individuare un terreno avrebbe dovuto consultare il Comune e rispettarne la programmazione urbanistica. «E invece - ha tuonato Sanna - nonostante noi lo avessimo spiegato in tutte le maniere, l’ente universitario è andato avanti con il bando sino a sbatterci il muso». Motivo per cui lo stesso sindaco potrebbe chiedere alla Regione di valutare la possibilità di sostituire il presidente Gianni Poggiu, «perché con il suo fare ostinato ha perso già il 15 per cento dei fondi e perché non ha rispettato le indicazioni programmatiche e pianificatorie del Comune, dichiarate coerenti con la pianificazione regionale sovraordinata». Il rischio, almeno secondo la consigliera d’opposizione Rosanna Arru, è che a marzo 2016 i soldi del Cipe vengano tolti a Sassari perché l’opera da realizzarsi non rispetta i requisiti richiesti. Un’eventualità che Sanna respinge riferendo che di aver chiesto alla Regione di fare da garante con il Cipe con, appunto, «l’obbligazione giuridicamente vincolante». Parole che tuttavia non hanno convinto Alivesi, deciso ad approfondire l’argomento. «Potremmo essere anche d’accordo con il sindaco - ha detto il consigliere di Forza Italia -, ma in realtà non ha dato alcuna risposta alla nostra domanda: qual è il progetto per la città? Qual è la visione complessiva? Al momento l’unica cosa evidente è che Sanna sta rinunciando al campus, continuando a zappare nell’acqua». A replicare è stato l’assessore all’Urbanistica Alessio Marras. «Per quanto riguarda la nostra idea della città - ha detto l’esponente della giunta - è chiaro a tutti che noi vogliamo realizzare residenze universitarie all’interno dell’area urbana». Poi, riferendosi a Poggiu, ha concluso. Semmai dovessimo perdere i soldi ci sarà un solo responsabile, perché perseverare è diabolico».
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
In città il biologo Nobel per la chimica Martin Lee Chalfie
L’8 giugno il ricercatore americano sarà all’Università
Una giornata di studi dedicata al microbiologo Carpinelli
di Antonio Meloni
 
SASSARI La sua infaticabile attività di ricerca è stata coronata nel 2008 dal premio Nobel per la chimica per la scoperta, fatta con i colleghi Osamu Shimomura e Roger Y. Tsien, della proteine verde fluorescente. Studi importanti, che hanno consentito di verificare il funzionamento dei geni, pubblicati poi in un lavoro tra i venti più citati al mondo nel campo della biologia e della genetica molecolare. Il biologo americano Martin Lee Chalfie, sarà a Sassari l’8 giugno per partecipare a un’importante giornata di studi dedicata al microbiologo Piero Cappuccinelli. I dettagli dell’iniziativa, sono stati illustrati ieri, nella sala Milella dell’Università, dal rettore Massimo Carpinelli affiancato da Salvatore Rubino, Andrea Montella, Pierluigi Fiori (dipartimento di Scienze biomediche) e David Kelvin dell’università di Toronto. L’università di Sassari, dunque, come ha rimarcato il rettore Carpinelli, imbocca la strada dell’internazionalizzazione e l’evento presentato ieri in rettorato è la riprova ulteriore dell’avvio di una stagione nuova. Quanto possa essere importante la presenza a Sassari del premio Nobel per la chimica è facile immaginarlo: «Un regalo che l’ateneo fa alla città _ ha detto il rettore _ e che testimonia l’alto livello dell’attività scientifica e culturale dell’università di Sassari». Un’occasione ghiotta, dunque, per il mondo scientifico e accademico, ma anche per gli studenti che avranno la possibilità di incontrare uno scienziato insignito del più alto riconoscimento a livello mondiale. Lunedì 8 giugno, il programma della giornata sassarese del premio Nobel per la chimica, Martin Chalfie, comincia alle 12, nell’aula magna dell’università, dove incontrerà le delegazioni degli studenti di tre istituti superiori: il liceo Azuni, lo scientifico Spano e il tecnico industriale Angioy. Si prosegue alle 15, con il convegno intitolato “Dalla ricerca di base alla cooperazione internazionale”. Dopo l’introduzione di Salvatore Rubino (università di Sassari) e del rettore Massimo Carpinelli, ci saranno i saluti del sindaco Nicola Sanna, del presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, di Luigi Arru (assessore regionale alla Sanità), Antonello Cabras (presidente della Fondazione Banco di Sardegna), del presidente della Società italiana di Microbiologia, Teresa Palamara, di Cao Ngoc Thanh, (univeristà di Hue, Vietnam) e Andrea Montella (Università di Sassari). Alle 16, la lettura magistrale del premio Nobel Martin Chalfie, su La “Green fluorescent protein”: la proteina che accende la vita; alle 17 interviene David Kelvin (università di Toronto) con una relazione sull’influenza Aviaria e, alle 17.30, Guido Forni (Accademia nazionale dei lincei) farà il punto sulla ricerca del vaccino contro il cancro. Si prosegue alle 18 con Mauro Colombo (università di Maputo, Mozambico) che parlerà di Colera in Africa. Alle 18.30, la chiusura è affidata a Piero Cappuccinelli (università di Sassari), a cui è dedicata l’intera giornata di studi. Il microbiologo tratterà il tema “Dalla ricerca di base alla Cooperazione con i paesi in via di sviluppo”. A moderare gli incontri del pomeriggio, si alterneranno al microfono Mohammed Al Ahdal, del King Faisal specialist hospital and research center, Riyadh, (Arabia Saudita) e Giovanni Fadda, dell’università cattolica Sacro Cuore(Roma).
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
L’INTERVISTA » CHIARA SARACENO
Finanza e austerity: così è esplosa l’emergenza povertà
La sociologa ieri a Cagliari per un incontro sul rapporto fra politiche economiche e crescente emarginazione sociale
di Giacomo Mameli
 
La denuncia è netta. Perché – dice Chiara Saraceno, uno dei grandi nomi della sociologia contemporanea – è «sempre più difficile in Italia e in altri Paesi affrontare il tema della povertà. Non sono in agenda i tabu (la questione meridionale), i conflitti di interesse (tra chi può vantare diritti acquisiti e chi non si è mai visto riconoscere diritti). Nell’incontro di oggi a Cagliari cercherò di segnalare possibili percorsi positivi. Partirò dal mio ultimo libro, edito da Feltrinelli: “Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi"».
La parola forse più usata dal dizionario politico è austerity: ha la stessa valenza per chi frequenta Wall Street e chi è ospite fisso della Caritas?
«Ovviamente no. Nell'uso che ne fa la politica economica austerità è diventata un termine fortemente asimmetrico: prescrizione che chi ha potere decisionale fa a chi non ne ha, che si tratti dei propri cittadini o dei Paesi “debitori”. Austerità si prescrive a carico di altri, senza preoccupazione per le conseguenze su questi altri. Non tutti si comportano nello stesso modo: in Irlanda le politiche di austerità seguite alla crisi sono state molto più attente agli aspetti redistributivi e di equità che non in Italia o in Grecia».
A Rio de Janeiro il numero degli eliporti privati è più che duplicato, dai 310 del 2005 ai 722 del 2015. I ricchi si spostano in cielo per non essere contagiati dalle miserie della terra.
«Anche senza spostarsi in aereo i grandi ricchi raramente incrociano non solo i grandi poveri, ma anche i ceti molto modesti, salvo che nella forma di un rapporto di servizio subordinato. Ciò avviene in modo molto accentuato nei Paesi e nelle città in cui esiste una forte segregazione abitativa, che protegge i ricchi dal contatto con la vita dei poveri».
Cresce, in tutto il mondo, il numero dei sempre più ricchi a scapito dei sempre più poveri: perché?
«Più che l'aumento del valore dei patrimoni, specie immobiliari, come suggerisce Picketty, secondo qualcuno (si veda il libro “Dobbiamo preoccuparci dei ricchi?” di Franzini, Granaglia e Reitano) è molto aumentato il potere di chi detiene alcune posizioni sociali di definire il proprio reddito da lavoro a prescindere dal proprio valore aggiunto. Per rimanere all'Italia, negli anni '50 l'amministratore delegato della Fiat, Valletta, guadagnava 25 volte di più di un operaio, oggi, nella stessa posizione, Marchionne guadagna 350 volte di più, senza che la posizione della Fiat sul mercato dell'auto sia migliorata, al contrario. Ciò vale anche per i grandi manager dello Stato».
Lei ha scritto che «occorre rompere i circoli viziosi della emarginazione». Si riferiva ai «francesi di origine maghrebina e religione mussulmana».
«Nell'attacco ai giornalisti di Charlie Hebdo e al successivo rifiuto da parte di molti studenti delle banlieu di aderire al minuto di silenzio, mi riferivo al fatto che troppi cittadini francesi di origine maghrebina e religione mussulmana sono di fatto trattati di serie B o C. Abitano in quartieri periferici poco serviti e ghettizzanti, vanno a scuole diverse, hanno meno chances sul mercato del lavoro, in nome della laicità i loro simboli religiosi possono essere dileggiati o proibiti, senza reciprocità. Se si costruiscono ghetti e si giudica in base a stereotipi non ci si può stupire che qualcuno si ribelli violentemente».
La politica – anche quella logorroica italiana – non parla di povertà da almeno tre lustri, è parola che scatena l'orticaria. Perché a farlo è rimasto solo – o quasi – il papa?
«Non è vero che è rimasto solo il papa. Siamo in tanti a farlo, da anni, individui e associazioni, anche quando la massima gerarchia cattolica lo trattava come tema marginale, che dava meno scandalo dell'aborto, di divorzio o omosessualità. Con questo papa anche la gerarchia cattolica ha ricominciato a mettere la povertà al centro delle proprie preoccupazioni, dando conforto a chi, nella Chiesa finora si era sentito isolato di fronte a parroci o vescovi che talvolta consideravano la povertà un degrado da togliere dalla vista. I politici trovano la povertà un tema disturbante, di difficile gestione. Anche i sindacati hanno difficoltà simili, perché la loro “costituency” non è fatta innanzitutto di poveri. Il fatto che la povertà sia particolarmente concentrata nel Mezzogiorno non aiuta nel clima politico attuale. Occorrerebbe lungimiranza per mettere a punto strategie per combattere la povertà».
La tecnologia rischia o no di accentuare il “divide” fra classi sociali? Come sono cambiati i numeri da quando lei – nei primi anni 2000 – si occupò di povertà per il governo?
«La povertà assoluta è triplicata dal 2007 ad oggi, arrivando a coinvolgere oltre sei milioni di persone, molte dei quali minori. Uno degli aspetti specifici della povertà italiana è la forte sovrarappresentazione dei minori. Anche in Italia è un fenomeno eminentemente familiare e riguarda soprattutto le famiglie numerose, con tre o più figli. In molti casi in queste famiglie c’è un solo lavoratore. Quanto al “digital divide”, esso rischia, non solo in Italia, di diventare uno dei fattori di disuguaglianza sociale: esclude dall'accesso a modi di comunicazione e di lavoro che richiedono un minimo di competenze in questo campo. Ne è un esempio quanto sta succedendo con la Garanzia giovani. I meno qualificati tra i cosiddetti Neet spesso non sanno neppure che esiste questo strumento. E non hanno gli strumenti per accedervi».
I divari nelle competenze accentueranno le distanze fra ricchi e poveri?
«Crescono anche i divari tra Paesi che investono in conoscenza e ricerca quelli, come l'Italia, che non lo fanno. Se l'Italia fa fatica ad uscire dalla crisi è anche perché le imprese hanno pensato di poter stare sul mercato e competere solo con una politica di bassi salari e di flessibilità dei contratti, senza investire in innovazione e capitale umano».
Se l'Europa fosse davvero un unico Stato lei dovesse diventarne ministro, da che cosa partirebbe?
«A differenza di molti che fanno i politici, o che da tecnici entrano in politica, non ho una ricetta in tasca che aspetta solo di essere messa in atto. Porrei il problema di quali debbano essere le priorità della Ue al di là dei bilanci in ordine. Una unione politica e monetaria che distrugge le basi stesse di sopravvivenza della popolazione, dell'economia, della tenuta sociale i uno dei propri paesi membri – è il caso della Grecia – non è quella che avevano in mente i padri fondatori».
 
LA NUOVA SARDEGNA
15 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
«Eclissi del Capitale»
La lectio magistralis di Jeremy Rifkin
L’economista americano oggi a Leggendo Metropolitano
Tra gli ospiti anche la scrittrice cinese Xiaolu Guo
 
CAGLIARI Denso il carnet di appuntamenti oggi al festival letterario Leggendo Metropolitano. Ne segnaliamo tre. Alle 20.30 (Bastione Santa Croce) su progresso e sviluppo rifletterà Xiaolu Guo, romanziera, saggista, critica culturale e regista londinese, che ha aperto il festival con la proiezione del suo film “Ufo in her eyes”. Nel 2013 è stata nominata miglior giovane scrittrice britannica dal magazine letterario Granta. Fra i suoi romanzi (pubblicati fra Cina e Occidente), “Piccolo dizionario cinese-inglese per innamorati”, “Village of stone” e “I am China”. Il suo film “She, a chinese” ha ricevuto nel 2009 il Pardo d'oro al Locarno Film Festival. Con Xiaolu Guo Francesco Maino, avvocato, scrittore, vincitore del Premio Calvino 2013 con il romanzo d'esordio “Cartongesso”. Alle 21 (Chiostro Facoltà di Architettura) spazio al confronto fra architetti in “Costruire con senso e progettare bellezza condivisa”. Intervengono Enrico Arosio, giornalista, caporedattore del settimanale L'Espresso, Cherubino Gambardella, docente di progettazione architettonica della Seconda Università di Napoli, Mattia Scagnol, architetto specializzato ad Harvard, vincitore di diversi prestigiosi premi di settore. A coordinare l'incontro Luca Molinari, docente di Storia dell'architettura contemporanea. In chiusura di serata,lectio magistralis, alle 21.30, in Piazza Palazzo, dell'economista e saggista statunitense Jeremy Rifkin. Autore di venti libri sull’impatto dei cambiamenti scientifici e tecnologici sull’economia, la forza lavoro, la società e l’ambiente. Nel 2014 ha pubblicato “The Zero Marginal Cost Society”, ora pubblicato anche in Italia dal Saggiatore con il titolo “La società a costo marginale zero”. Tra i temi trattati nel libro e nella lectio magistralis, l’ Internet delle cose, il concetto di “collaborative commons” e l’eclisse, secondo Rifkin evidente, del capitalismo. La visione elaborata da Rifkin di una nuova era economica «sostenibile e collaborativa» è entrata nell’agenda di leader mondiali come la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il premier cinese Li Keqiang.
 
LA NUOVA SARDEGNA
16 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
oggi e domani
Storia della malaria in Sardegna
Un convegno a Sassari e a Olbia
 
SASSARI Oggi a Sassari e domani a Olbia si terrà un convegno internazionale intitolato “Malaria e Sardegna: risultati e prospettive”, organizzato dal dipartimento di Scienze biomediche e dal Centro studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli della Sardegna e del Mediterraneo. Documentata da fonti storiche e letterarie in epoca romana e nel Medioevo, la presenza della malaria nell'isola solleva una serie di questioni interessanti al centro del progetto di ricerca i cui risultati saranno discussi nelle due giornate di convegno, a cominciare dall'identificazione della presenza di tracce biologiche (proteine e Dna antico) del Plasmodium falciparum nei resti scheletrici provenienti da contesti funerari – dal sesto millennio a.C. al basso medioevo – che si trovano nelle zone costiere e interne della Sardegna. I lavori cominciano questo pomeriggio alle 16 nell’aula magna del dipartimento di Storia. Dopo i saluti del rettore Massimo Carpinelli, la discussione sarà aperta da Andrea Montella e da Eugenia Tognotti, docenti nel dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari. Tra le relazioni quella di Peter J. Brown, dell’Università di Atlanta, intitolata “Una ricostruzione della storia della malaria in Sardegna: un approccio bioculturale”. Teddi J. Setzer, dell’Università di Detroit, traccerà invece una ricostruzione storica della diffusione della malaria nel mondo. “Un’evidenza indiretta della presenza di malaria: gli indicatori di talassemia nei resti scheletrici”, sarà il tema della relazione di Gino Fornaciari, dell’Università di Pisa. Mentre Luca Ermini, dell’Università di Copenhagen, tratterà di “Malaria, leishmaniosi e altri patogeni antichi: la paleogenomica nel XXI secolo”. Domani il convegno proseguirà a Olbia, nella sede del Museo archeologico.

Questionario e social

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