Sabato 30 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 maggio 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Fondi non previsti nella Finanziaria
Borse per i neomedici, Giunta e Università stanziano un milione
 
L'errore è venuto fuori dopo l'approvazione della legge finanziaria: nessun fondo per i contratti di specializzazione dei medici sardi, dunque nessun posto riservato ai laureati dell'Isola. Un problema non da poco - si sarebbero ridotte le possibilità di assegnare le borse ai sardi - risolto dalla Giunta regionale e dall'Università di Cagliari con uno stanziamento last-minute di un milione di euro. Attraverso uno stratagemma che prevede di assegnare all'ateneo un milione in più oltre alle risorse già previste. «In questo modo si libera quel milione di euro che l'università può destinare alle borse di studio per gli specializzandi», è spiegato in un comunicato della Regione.
L'ASSESSORE «Il problema delle risorse aggiuntive per le nuove borse agli specializzandi è emerso dopo l'approvazione della manovra finanziaria, sulla quale quindi non siamo più potuti intervenire», dice l'assessore alla Programmazione Raffaele Paci. Il rettore dell'ateneo di Cagliari Maria Del Zompo definisce la soluzione trovata una «risposta positiva in un contesto di difficoltà nazionale, che conferma l'impegno dell'università a sostenere in ogni contesto l'importanza e la validità dell'alta formazione per la crescita dei nostri ragazzi, da rafforzare per il futuro».
«GRAVE DISTRAZIONE» Il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci però parla di «scarsa attenzione verso i giovani professionisti» e soprattutto di «una Giunta pasticciona» che «mette in pericolo il percorso formativo e lavorativo dei giovani medici sardi». L'esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, secondo Cappellacci «si riempie la bocca della parola efficienza, ma quando viene messa alla prova si rende protagonista di una gravissima distrazione, che si traduce in una penalizzazione per i giovani medici sardi. Bastava fare quello che è stato fatto in passato oppure imitare altre Regioni anziché accorgersi tardivamente del problema».
Michele Ruffi
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
La Sardegna usa il tandem
Turismo e agricoltura sono due pedali per ripartire
RAPPORTO CRENOS. Segnali di ripresa ma la crisi non è ancora alle spalle
 
Soddisfazione sì, perché i segnali di ripresa ci sono, ma non entusiasmo, perché la crisi resta. A mantenere viva l'economia della Sardegna sono soprattutto il turismo, che lo scorso anno ha recuperato quasi 11.000 posti di lavoro, il settore agricolo, che è cresciuto con 2.500 nuovi occupati, e l'export dell'agroalimentare che è aumentato del 2,2% nel 2014 (e addirittura del 40% rispetto al 2011). È questa in sintesi la fotografia scattata dal ventiduesimo rapporto Crenos sull'economia della Sardegna per il 2014. «Qualcosa comincia a muoversi», conferma l'assessore regionale al Bilancio, Raffaele Paci «ma far ripartire un sistema economico regionale quando l'Europa inizia appena a muoversi non è facile e per questo occorre tempo».
LA CRESCITA DEL TURISMO È ancora un'economia fragile quella che emerge dall'analisi del Crenos: il Pil (l'ultimo dato è del 2013) è diminuito del 4,2% e il reddito medio per ogni abitante è di poco superiore ai 17.000 euro l'anno, contro gli oltre 25.000 della media nazionale. In questo scenario, si muove però il turismo che per il secondo anno di fila conferma una crescita. I numeri lo testimoniano: nel 2014, +9% gli arrivi, mentre le presenze sono aumentate del 5,6% con un recupero di quasi 11.000 posti di lavori persi nel 2013. Come accade ormai da oltre due anni, a incidere sulla crescita del turismo sono soprattutto i turisti stranieri la cui presenza influenza positivamente anche la destagionalizzazione dei flussi (gli stranieri tendono a preferire la Sardegna per le loro vacanze nei mesi diversi da luglio e agosto, e questo consente guadagni omogenei per gli operatori durante tutti l'anno). «Finalmente il turismo esce dalla crisi degli anni passati, adesso si deve strutturare e speriamo che possa rappresentare un traino anche per altri comparti», afferma Stefano Usai, direttore del Crenos.
L'AGRICOLTURA Se il turismo ricomincia a sorridere, anche l'agricoltura è autorizzata a sperare: 2.500 posti di lavoro in più nel 2014 rispetto all'anno precedente stanno a indicare un aumento dell'export del settore agroalimentare. Un dato che è ancora più sorprendente se si pensa che a livello generale le esportazioni in Sardegna hanno fatto segnare nel 2014 un -13,2% (le vendite, tirate giù dal calo delle esportazioni dei prodotti petroliferi, sono passate dai 5,4 miliardi nel 2013 ai 4,6 miliardi nel 2014). «Questi dati ci fanno capire che in questo settore abbiamo a disposizione una grande ricchezza», spiega l'assessore Paci, «è lì che dobbiamo intervenire per rinforzare le nostre imprese, metterle in rete, e consentire loro di conquistare i mercati esteri».
LE COSTRUZIONI Positivo anche il settore delle costruzioni (+3.000 posti di lavoro), trainato sia dalla ripartenza dei cantieri pubblici (vedi il mutuo regionale da 700 milioni), sia dalla ripresa del mercato immobiliare. Restano, invece, ancora fermi al palo, il settore dell'industria, che nel 2014 ha perso quasi per intero i 6.000 posti di lavoro che aveva guadagnato nel 2013, e quello manifatturiero che ha fatto registrare una perdita di quasi il 7%. E se da una parte aumentano i disoccupati, cresciuti da 115.000 a 125.000 (+1% rispetto al 2013), la Sardegna, però, può contare su buoni numeri per quanto riguarda le imprese: complessivamente sono 143.032, ovvero 86 ogni mille abitanti, un dato al di sopra della media nazionale (fermo a 84).
ISTRUZIONE Disastroso, invece, il capitolo istruzione: con una media di appena il 13% di laureati (tra i 25 e i 64 anni), e di quasi il 25% di dispersione scolastica, la Sardegna è maglia nera in Italia e in Europa. La debolezza del sistema scolastico, però, non ha impedito all'Isola di confermarsi regione a "vocazione digitale": esistono, infatti, oltre 6 startup per ogni mille abitanti (la media nazionale è di 5,9) e solo nella provincia di Cagliari lavorano 72 startup. «Si tratta di un aspetto assolutamente positivo», sottolinea Luigi Guiso, economista dell'Einaudi institute for economics and finance, «che testimonia di una rinnovata offerta imprenditoriale fatta soprattutto da giovani». E aggiunge: «Occorre concentrare gli sforzi per incoraggiare le startup e mettere in atto politiche che abbiamo ricadute positive per tutta l'economia della Sardegna. Mi sembra che questa Giunta regionale, la migliore dopo diversi anni, stia lavorando bene seppure ancora frenata dai lacci di una macchina amministrativa un po' vecchia».
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Dopo la scoperta dei dolia ora si cerca il relitto romano 
Archeologia. La squadra dei sub della Soprintendenza a caccia della nave oneraria
 
Adesso si cerca il relitto. Gli archeologi subacquei della Soprintendenza sono convinti che lì, sotto il fango, davanti alla spiaggia di Frutti d'Oro, a Capoterra, possano trovarsi i legni della nave romana naufragata duemila anni fa. Proprio il “mercantile” che trasportava i grandi dolia vinari recuperati nei giorni scorsi e ora depositati nel laboratorio del molo Sabaudo, a Cagliari, per essere sottoposti al recupero ma anche a minuziosi esami.
IL SOGNO La certezza, o meglio, la speranza che fango e sabbia possano aver custodito i resti dell'imbarcazione oneraria inabissatasi probabilmente durante una tempesta, magari più al largo dell'area dove sono poi finite le giare cariche di vino, è data dai rinvenimenti dei mesi scorsi, quando l'équipe di Ignazio Sanna e i sommozzatori dell'impresa Colsub (le operazioni sono seguite dal soprintendente Marco Minoja e dall'archeologa Maurizia Canepa) hanno riportato in superficie numerosi reperti lignei. “Pezzi” del relitto fantasma? Probabile, anche se le caratteristiche farebbero pensare ad una presenza di più relitti o di legni trasportati in mare da antiche alluvioni.
A condizionare il cantiere di Frutti d'Oro è la fretta. L'indagine archeologica è strettamente legata al progetto antierosione e alla messa in posa dei pennelli di protezione dalle mareggiate. La terza barriera dovrà essere posata in queste settimane e la concessione di ulteriori giorni di ricerca è scaduta. Intanto, mentre ci si affida alle ultime immersioni per individuare la nave, gli archeologi stanno analizzando i reperti trasferiti nel laboratorio.
LA FATTURA «Col recupero e i primi esami dei dolia, la cui fattura è particolarmente originale, a cominciare dalla resinatura esterna ed interna, siamo convinti che i contenitori facessero parte del carico di una nave», spiega Sanna. «Proprio la presenza della resina esterna e fino a metà circa dell'altezza, fa suporre che servisse per proteggere le giare dall'acqua di mare inevitabilmente presente sul fondo dell'imbarcazione». Una barriera, insomma, per impedire all'acqua salata di filtrare nella terracotta inficiando la qualità del vino. Perché a trasportare il vino, servivano quella grandi damigiane di terracotta altre oltre un metro e cinquanta e larghe altrettanto. Al loro interno, custoditi dal fango, c'erano ancora diversi semi d'uva. Materiale organico di duemila anni fa bloccato dalla melma che dopo il naufragio aveva riempito le giare svuotandole del loro originario contenuto.
I BOTANICI Ebbene, dopo il lavoro degli archeologi subacquei, la parola passa adesso agli archeobotanici. Saranno loro, il professor Gianluigi Bacchetta dell'Università di Cagliari, e i ricercatori Mariano Ucchesu e la spagnola Leonor Chocarro, ad esaminare quei preziosi chicchi per cercare di capire se possano far parte di una vite sarda o di altri filari piantati in altre aree geografiche.
A PULA Intanto, lungo la costa sud-occidentale un'altra emergenza archeologica sta impegnando la Soprintendenza cagliaritana, già occupata a Capooterra così come negli scavi di Bithia, a Domus de Maria. Le mareggiate delle scorse settimane hanno rimosso la sabbia e liberato il fasciame di un relitto di nave da trasporto dell'Ottocento. Forse - ma questo dovranno confermarlo le ricerche - una tartana, imbarcazione che trasportava lungo le coste, derrate alimentari come tessuti, carbone e altri prodotti. I legni erano già spuntati nel 2003. Proprio davanti all'Abamar hotel. La prossima settimana Ignazio Sanna incontrerà il sindaco di Pula, Carla Medau, per predisporre un piano di recupero e valorizzazione. Interventi che potrebbero avvenire a fine stagione balneare. «Tra qualche giorni - spiega l'archeologo - metteremo in sicurezza la nave, anche per evitare che possa rappresentare un pericolo per i bagnanti».
Andrea Piras
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
Metro e pollicino, ecco le fermate
SESTU. Da lunedì il collegamento anche con il Policlinico
 
Svelate le fermate del nuovo pollicino che, da lunedì, garantirà il collegamento integrato con la metropolitana leggera e il Policlinico. Una corsa ogni 20 minuti nelle ore di punta, il doppio del tempo nel resto della giornata per 31 collegamenti giornalieri nella tratta Sestu-Cagliari (Piazza Republica) e altrettanti per il ritorno dalle 7 del mattino alle 21.
Le nuove fermate del minibus (lina A) sono comparse in via San Gemiliano, via Parrocchia, via Cagliari, via Vittorio Veneto (vicino alla chiesa e all'angolo con via Tripoli), via Mongolfier, due in via Monserrato, a Dedalo e infine alla Cittadella e al Policlinico.
Qui, con lo stesso biglietto, sarà possibile prendere la metro e spostarsi a Monserrato (San Gottardo), al centro commerciale Marconi (Pirri) e arrivare a Cagliari potendo scendere in via Vesalio, via Mercalli, a Genneruxi e Gennari per poi finire al capolinea di Piazza Repubblica. Un secondo pollicino, invece, garantirà la linea B urbana per l'area commerciale dell'ex Carlo Felice (Corte del Sole). In questo caso da via San Gemiliano la navetta si sposterà in via della Croce (cimitero), via Monteverdi, via Verdi, via Gorizia, via Piave, via Manzoni, via Dante, Corso Italia, via Bologna, via Monserrato, via Iglesias, ex 131, via Salvemini e nuovamente via San Gemiliano. (fr. pi.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 34 - Edizione CA)
«La Consulta dice menzogne»
Parco geominerario: i vertici rispondono alle accuse di Pinna 
IGLESIAS. Il commissario Pillola e il direttore Usalla finiti nel mirino delle associazioni
 
«235 mila euro l'anno? Magari». Cerca di scherzare Francesco Usalla, direttore del Parco geominerario, mentre mostra il cedolino della sua ultima busta: «Guardi, legga qui - insiste - sono 3600 euro, li moltiplichi per tredici e avrà il mio compenso annuale». Usalla è più che furibondo. «Le menzogne messe in giro dalla Consulta delle associazioni, specificamente da Gian Piero Pinna sono prive di qualsiasi fondamento, e di questo risponderà nelle sedi opportune».
LA CONSULTA Ma la replica alle accuse dei giorni scorsi non si ferma qui. «Raccontano che la Consulta, peraltro istituita da Pinna quando era commissario, sia stata soppressa - aggiunge l'attuale commissario del Parco Gianluigi Pillola - ma non è vero. Infatti continua a operare, e lo si può notare. La verità è un'altra: nel 2014 è scaduta la convenzione che obbligava il Parco a pagare la promozione della Consulta a favore dello stesso Parco. In questo periodo di tempo, la Consulta ha avuto 160 mila euro. Altro che volontariato come qualcuno vorrebbe far credere. D'ora in avanti, i contributi, come ha indicato la Corte dei conti, andranno ai progetti migliori».
LIVORE STRUMENTALE Insomma, a sentire Pillola, docente di Paleontologia all'Università di Cagliari, è stato «il livore a muovere la Consulta, sempre puntuale quando in ballo c'è il rinnovo del mio mandato (in scadenza il 4 giugno, ndr ), lo hanno già fatto e, dovesse arrivare la riconferma, lo rifaranno».
STIPENDIO SUL WEB Il direttore Usalla rincara la dose: «Dalla Consulta solo dichiarazioni strumentali e provocatorie. Sul mio stipendio bene avrebbero fatto a consultare il sito internet del Parco. La cifra che mi viene imputata comprende anche quella dei collaboratori, ma mica i soldi li prendo tutti io». Sulle assunzioni, oggetto di altri attacchi, Pillola spiega: «La prima assunzione è regolare, abbiamo attinto a un concorso specifico bandito dall'Università con cui il Parco è consorziato. A breve saranno pubblicati i bandi per le altre dieci figure professionali».
LE SCARPE DA TREKKING «I revisori dei conti - dice Usalla - non mi hanno fatto restituire i soldi delle scarpe, hanno solo chiesto chiarimenti che io ho fornito e questo è stato ritenuto soddisfacente. E il pranzo contestato era parte di un incontro tecnico istituzionale con amministratori locali per avviare un discorso sul Piano strategico Arbus-Buggerru-Guspini-Fluminimaggiore».
AVANZI DI GESTIONE «Mi assumo la responsabilità - continua Pillola - di aver tagliato finanziamenti a sagre e sagrette che poco hanno a che fare con le finalità del Parco. Ok agli eventi purché siano di livello, ma che non diventino la voce di spesa principale dell'Ente». Ultima questione, l'inchiesta sui due sentieri finiti nell'inchiesta “sindacopoli” della Procura di Oristano. «Quei tracciati erano stati concordati con l'Ente Foreste - conclude Pillola - pertanto la valutazione della Consulta sulla spendita non corretta di denaro pubblico è priva di alcun fondamento». ( v. f. )
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
SA DUCHESSA. Inaugurazione
Al via Ateneika, l'olimpiade degli universitari
 
Un atleta special olympics e un alfiere di ogni facoltà dell'ateneo cagliaritano. Tante braccia, tutte insieme, hanno sollevato e acceso a Sa Duchessa la fiaccola olimpica, nel solenne preludio alla terza edizione di Ateneika (già Olimpika), le olimpiadi universitarie. Un gesto che racchiude integrazione, voglia di socializzare senza barriere, in nome nello sport. Ce ne sarà tanto, nei prossimi nove giorni, quando le sei squadre metteranno in campo talento personale e lavoro di squadra per primeggiare in sette discipline e strappare alla facoltà di Medicina il trofeo conquistato per due volte di fila. Hanno sfilato tutte sul prato del Cus Cagliari, la stessa struttura che ospiterà le gare dei milletrecento iscritti e concerti serali. Ratapignata e capoeira ieri, gospel oggi perché l'aggregazione passa anche attraverso la musica. Ma si costruisce pure stringendo legami con culture diverse: così, domani, gli studenti Erasmus animeranno i tavoli di conversazione in lingua straniera e la musica dal vivo.
Oggi, si comincia con le gare. Tutte aperte al pubblico, che dalle 15 fino a mezzanotte potrà assistere alle eliminatorie di basket uno contro uno e tre contro tre, di calcio a cinque, pallavolo e tennis. Solo la prima porzione di cento ore di sport, più di mille partite tra sessanta squadre di calcio a cinque, venti di pallavolo, dieci di basket, cinquanta tennisti, cinquanta nuotatori e sessantacinque atleti.
Clara Mulas
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
nelle cronache
Caso campus, scontro aperto al vertice Ersu
 
Si arroventa il clima ai vertici dell’Ersu di Sassari sulla scelta dell’area per il campus universitario. La direttrice Maria Assunta Serra attacca il presidente Poggiu. E adesso rispunta l’ex brefotrofio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
Sassari – pagina 19
Serra: «Piandanna non poteva passare»
Poggiu ha commesso l’errore di non aver mai convocato il cda per discutere di soluzioni
di Paoletta Farina
 
SASSARI Campus universitario: la direttrice generale dell'Ersu Maria Assunta Serra risponde a tono al presidente Gianni Poggiu, due consiglieri del cda si schierano con lei condividendone la scelta di non aggiudicare la gara per l'acquisizione dell'area di Piandanna e tutti e quattro i membri del cda fanno un appunto al presidente ricordandogli che non ha mai convocato l'organo di governo dell'ente per decidere come uscire dall'intricata vicenda. Non solo: presto si terrà in Regione un incontro per verificare la possibilità di realizzare residenze universitarie in altre zone. Tornano in pista l'ex brefotrofio di viale delle Croci, di proprietà dell'Università, e un terreno, sempre dell'ateneo, a San Lorenzo, vicino all'Orto botanico. La polemica. Nuova puntata polemica sul campus dopo che Poggiu ha pesantemente criticato la decisione della Serra che con una determina del 21 maggio scorso ha dato lo stop alla costruzione della residenza universitaria nell'area Segni-Clemente a Piandanna, offerta dai proprietari per 10,72 milioni di euro, e in pole position nella graduatoria stilata dalla commissione tecnica nominata ad hoc dopo un lungo e travagliato iter. Ma andiamo per ordine. La lettera di Poggiu. In una lettera dai toni di fuoco inviata alla dirigente, al presidente della Regione, all'assessore regionale alla Pubblica istruzione, al sindaco, al rettore dell'università e al presidente del consiglio comunale, oltre che ai membri del cda Ersu, Poggiu ha chiesto alla stessa direttrice di annullare il provvedimento in autotutela ritenendo che la gara debba essere conclusa assegnando la vittoria ai primi in graduatoria. La replica di Serra. Ma la dirigente dell'Ente regionale per il diritto allo studio conferma e motiva le sue decisioni di concludere la procedura poiché non c'erano le condizioni tecniche, respinge la richiesta di annullamento in autotutela e invita il presidente a "inserire l'argomento all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione al fine di poter conoscere l'orientamento dell'organo di governo dell'ente nella sua legale composizione". Linee di indirizzo che la dirigente Serra aveva ripetutamente richiesto e che non sono mai arrivate, perché "non risulta che Lei - scrive a Poggiu _ abbia mai invitato il consiglio d'amministrazione ad esprimersi in merito e comunque il cda non si è mai espresso". Sottolinea anche Maria Assunta Serra che "soltanto il cda può sollecitare il dirigente competente all'adozione degli atti opportuni e necessari a rimuovere eventuali illegittimità di una procedura, così rispettando il principio insuperabile di distinzione tra attività di governo e di gestione". Variante al Puc. E sulle "imprecisioni e omissioni" che il presidente Poggiu le ha contestato, la Serra ricorda di aver avuto conferma dal direttore generale del Comune Maurizio Caristia, al quale aveva rivolto una richiesta di parere preventivo lo scorso aprile, che l'area a Piandanna avrebbe avuto necessità di una variante, non prevista nella pianificazione urbanistica comunale, e che come tale l'amministrazione non avrebbe concesso visto che l'intenzione rimane quella di campus diffuso. Quanto alle "prevedibili conseguenze giudiziarie" che per Poggiu la non aggiudicazione comporterebbe, la risposta è che non è mai pervenuto il parere legale che il presidente aveva verbalmente annunciato di voler richiedere agli uffici regionali, e che perciò non si poteva attendere oltre. Anche per dovere di correttezza nei confronti dei proprietari dell'area risultata prima in graduatoria". Per quanto riguarda i consiglieri, Antonio Puddu, rappresentante degli studenti, e Carlo Sotgiu si sono detti concordi con la decisione presa dalla dirigente, Ottaviano Canalis ne ha preso atto e Ciriaco Carru, rappresentante dell'università, con Puddu hanno lamentato il fatto che gli sia stata preclusa, in assenza di una apposita convocazione, la possibilità di esprimere le proprie linee di indirizzo sulla questione. Riunione a Cagliari. Intanto si terrà mercoledì 3 giugno a Cagliari, convocata dalla direzione generale dell' assessorato alla Pubblica istruzione, una riunione tecnica per verificare proprio con la direttrice e i consiglieri dell'Ersu e i rappresentanti amministrativi dell'ateneo e del Comune di Sassari la possibilità di alternative a Piandanna. Nell'incontro si prenderà in esame la possibilità di realizzare in tempi brevi (entro il 12 dicembre deve essere firmata l'obbligazione giuridica vincolante per non perdere il finanziamento di 40 milioni di euro ) alloggi studenteschi sia nell'ex Brefotrofio a San Pietro, che l'università acquistò dalla Provincia con un mutuo ancora da estinguere, che nel terreno a San Lorenzo, che l'ateneo sarebbe disponibile a cedere all'Ersu anche gratuitamente. Qualche centinaio di posti letto a cui si aggiungerebbero quelli che il sindaco Nicola Sanna vuole realizzare nell'ex caserma La Marmora in piazza Castello, per la dismissione della quale continuano le trattative con il ministero della Difesa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 2
Specializzazioni, un milione in più
Medici, trovata la copertura per le borse di studio dopo il vertice Paci–Del Zompo
 
SASSARI Trovati i soldi aggiuntivi per i medici sardi. La giunta e l'università di Cagliari hanno annunciato di aver risolto il blocco nelle scuole di specializzazione con una soluzione che favorirà anche l'ateneo sassarese. Il finanziamento integrativo è stato individuato dall'assessore alla Programmazione Raffaele Paci e dal rettore cagliaritano Maria Del Zompo: alle borse di studio riservate sarà destinato un milione in più rispetto ai fondi previsti.
«Il nodo delle risorse aggiuntive è emerso dopo l'approvazione della manovra finanziaria, sulla quale quindi non siamo più potuti intervenire - dice l'assessore Paci - Si trattava di risolvere un passaggio tecnico attraverso l'individuazione del giusto canale e l'altra sera ci siamo riusciti. In questo modo la Regione garantisce anche per quest'anno le borse riservate agli specializzandi sardi in medicina».
«Una risposta positiva - il commento di Del Zompo - soprattutto in un contesto di difficoltà nazionale. Conferma l'impegno dell'ateneo di Cagliari a sostenere in ogni contesto l'importanza e la validità dell'alta formazione per la crescita dei nostri ragazzi, da rafforzare per il futuro».
La Regione, vista l'urgenza, non ha potuto stabilire un immediato finanziamento diretto. Ha così stanziato il milione per attività che comunque l'università deve garantire. In questo modo si libera quel milione che la stessa accademia sarda ora potrà destinare alle borse di studio per gli specializzandi. La copertura appena trovata interessa nell'isola circa 200 posti del primo anno. «Ora bisognerà che i due rettori sardi si mettano d'accordo sulla suddivisione dei fondi», osserva Giuseppe Delitala, docente che a Sassari si è occupato a lungo delle scuole. «Del resto, in 15 anni, uno scompenso del genere non si era mai verificato _ aggiunge _ Sarà così indispensabile verificare subito quali sono i corsi di specializzazione in maggiore sofferenza per provvedere poi a operare in maniera adeguata». Prima dell'annuncio della soluzione avevano duramente protestato per il taglio alle risorse, oltre al parlamentare del Cd Roberto Capelli, l'ex governatore Ugo Cappellacci, la Cisl e l'Associazione italiana giovani medici di Cagliari. (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
Il Rapporto Crenos. L’allarme
Preoccupanti i dati sulla disoccupazione e sul Pil
Il reddito è inferiore di 7mila euro alla media nazionale
Gli unici segni più arrivano dal turismo e dall’agroalimentare
 
CAGLIARI Le uniche due tabelle da cui la Sardegna non esce malconcia dal rapporto numero 22 del Crenos sono queste. Il turismo: è in risalita grazie agli stranieri non agli italiani, e che si trascina dietro anche un segno più nell’agroalimentare. L’altra è la raccolta differenziata: con un performance pari alle migliori regioni del Nord Italia. Per il resto l’isola è ancora sotto la linea di galleggiamento e annaspa nell’acqua nera della crisi mondiale cominciata nel 2008 e dagli effetti devastati nel sociale e nell’economia. Se in Italia ci sono «timidi segnali di ripresa», molto più decise nell’Europa del Nord, la Sardegna fatica sempre molto. «Se da una parte il 2013 – è scritto nel rapporto presentato dal presidente di Crenos Stefano Usai e da Fabio Cerina – è stato per molti versi l’anno più buio dal 2010 a oggi, il 2014 sebbene ancora negativo sotto molti aspetti, ha messo in evidenza alcuni spunti interessanti». Pochi ma buoni. Non certo quello sul reddito per abitante: 17.689 euro in Sardegna contro media nazionale di 25,072. Ad aver fatto peggio sono state solo Basilicata, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. «Perché purtroppo le difficoltà economiche – un altro dei passaggi – ha reso ancora più forte il divario Nord-Sud». Chi stava male, ora sta peggio: in cinque anni la Sardegna ha perso 5 punti nel Prodotto interno lordo per abitante, il potere d’acquisto dei sardi è sceso ai minimi storici e i consumi sono crollati. La spesa pro capite per l’acquisto di beni e servizi è calata del 4,1 per cento rispetto all’anno precedente, con quasi 2,300 euro in meno (poco più di 13 mila contro 15mila) rispetto all’anno precedente. L’istruzione e l’industria sono sempre due spine nel fianco per la Sardegna è al secondo posto dietro la Sicilia nella classifica terribile della dispersione scolastica ed è invece ultima per numero di laureati. Anche nel mondo del lavoro tutti gli indicatori puntano ancora verso il basso: in un anno il tasso di disoccupazione è salito al 18,6 per cento. Fra disoccupati e scoraggiati il numero dei sardi senza lavoro è arrivato a 265mila, cifra da brivido. Ad appesantire il quadro anche l’aumento del costo della sanità, le difficoltà nella spese dei finanziamenti europei, l’eccessivo peso della burocrazia e «le istituzioni ancora troppo lente nel sapersi riformare». C’è da spaventarsi in questa infinità di numeri negativi, ma secondo il Crenos la Sardegna ha le carte in regola per rimettersi in piedi. Certo, ci vorrà più tempo degli altri (nel 2017?) ma dovrebbe riuscirsi «Il modello di sviluppo possibile è quello che riuscirà a coniugare la tradizione, agricola e agroalimentare, con l’innovazione e posi essere complementare col turismo. Ma è improbabile che questo percorso di sviluppo economico sostenibile possa essere intrapreso – è la conclusione di Crenos – senza prima rimuovere gli ostacoli storici». La sfida è proprio questa, ma l’Europa e lo Stato devono far di più. E la Regione? Che facesse al cento per cento la sua parte. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
Paci: «Ma qualcosa si muove»
L’assessore invita a fare sistema. Pittalis (FI): la strada intrapresa è sbagliata
 
CAGLIARI Qualcosa comincia a muoversi «anche se far ripartire un sistema economico regionale quando l’Italia è quasi ferma e l’Europa comincia appena a risollevarsi, non è facile». L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci non si fa certo illusioni. Dopo aver sentito i numeri terribili del rapporto Crenos, aver saputo che spedire un container dalla Sardegna in Cina costa meno che inviarlo a Palermo, o scoperto dal collega economista Luigi Guiso (Istituto Einaudi) che un accordo con l’università di Chicago è saltato perché in Regione non esiste neanche uno studio scientifico scritto in inglese sui nuraghi, per Paci era davvero difficile essere ottimista sin da subito. «Riprendersi sarà un percorso lungo, noi abbiamo cominciato a tracciare la strada ma dobbiamo lavorare molto più di squadra per uscire almeno nel 2016 da una crisi cominciata sette anni fa e che ha avuto effetti devastanti in Sardegna». Oltre alle riforme, Paci ha detto che «dobbiamo rafforzare le nostre eccellenze, azzerare il vuoto nelle infrastrutture e smetterla di dire che piccolo è bello. È vero: le nostre imprese sono tutte di piccole dimensioni, ma se anche grazie all’alta tecnologia informatica, in cui la Sardegna vanta più di un primato, riusciamo a fare sistema, sul treno della ripresa dovrebbe salire anche la Sardegna». Di avviso opposto è stato il commento al rapporto sull’economia da parte del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. Pietro Pittalis ha detto: «Se perfino il Crenos, certamente non un organismo nemico della Giunta rileva dati negativi, è evidente che la strada intrapresa daPigliaru e da Paci è profondamente sbagliata, come confermano altre ricerche. A cominciare da quella pubblicata da Fondazione Impresa, che assegna alla Sardegna la maglia nera con cinque posizioni in meno rispetto all’anno precedente». Per poi domandarsi: «Quale sarebbe la strada tracciata dall’esecutivo di cui parla l’assessore alla Programmazione? «Quali sarebbero i provvedimenti mirabolanti visti in questo anno? Il ritorno al Piano paesaggistico del 2006, la mancata proroga del piano casa, e la legge ingarbuglia edilizia sono alcuni esempi dell’abilità di chi a parole predica semplificazione, ma nei fatti complica la vita delle famiglie e delle imprese». Paci è convinto del contrario e saranno altri numeri a dire chi fra i due avrà ragione. (ua)

Questionario e social

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