Venerdì 29 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 maggio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 

L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
LE STATISTICHE. Biologia? Un parcheggio per chi vuol tentare Medicina
Università, troppi lasciano Il rettore studia i rimedi
Chiamatele facoltà “di passaggio”: quasi la metà delle matricole di Biologia e Farmacia non si iscrive al secondo anno accademico ma decide di lasciare la carriera universitaria o di provare un altro corso dell’ateneo. Gli abbandoni in queste facoltà superano il 45 per cento. Tra questi, una grande fetta (il 28,3 per cento) è rappresentata da passaggi a nuovi corsi: in particolare la facoltà di Biologia è diventata negli anni un grande “parcheggio” per chi non riesce a iscriversi in Medicina, dove le lezioni del primo anno sono riservate a 135 studenti.
 GLI ABBANDONI Quasi due studenti su dieci lasciano l’università dopo il primo anno. Secondo il rettore Maria Del Zompo le ragioni vanno ricercate anche «nel percorso scolastico» dei ragazzi. Ma l’aspetto più importante è un altro: «La motivazione degli studenti è essenziale, devono scegliere il corso di studi più adatto a loro, quello per cui hanno maggior interesse, non quello che dà più possibilità di trovar lavoro. L’università va frequentata con entusiasmo, anche perché se un corso viene concluso brillantemente si aprono mille strade».
 ECONOMIA E GIURISPRUDENZA Dopo Biologia e Farmacia, nella classifica degli abbandoni e dei passaggi di corso (i dati si riferiscono al 2013/2014) c’è la facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Il 30 per cento delle matricole non si iscrive al secondo anno. Quasi tutti decidono di lasciare: solo il 7,9 per cento sceglie un altro corso universitario. Poi c’è Scienze, con il 25,8 per cento di abbandoni (i passaggi sono l’8 per cento), Ingegneria e architettura con il 23,9 per cento (7,9 i passaggi), gli Studi umanistici con il 23 per cento (3,5 per cento i passaggi di corso) e infine Medicina e Chirurgia con il 12,4 per cento di abbandoni (il 5,5 passa a un nuovo corso).
ORIENTAMENTO Per migliorare i numeri si punterà su un nuovo sistema di orientamento: «Cambieremo metodo. Con la Regione abbiamo deciso di non limitare questa fase all’ultimo anno scolastico ma di anticiparla. I ragazzi verranno aiutati a scegliere durante gli ultimi tre anni del liceo. Così potranno prendere una scelta più ponderata», spiega Del Zompo. Tra le ragioni degli abbandoni non ci sarebbero i costi universitari: «Abbiamo le tasse più basse d’Italia», conclude il rettore, «e da poco abbiamo deciso di aggiungere altri 500mila euro ai fondi delle borse di studio dell’Ersu».
Michele Ruffi
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Anche senza test
IL TAR DA L’OK AI TRASFERIMENTI DALL’ESTERO
Via libera, o quasi, ai trasferimenti dall’estero nelle facoltà sarde a numero chiuso, anche senza aver superato il rigidissimo test d’ingresso. Dopo una recente pronuncia dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, per la prima volta il Tar Sardegna ha accolto il ricorso di una studentessa sassarese iscritta in Romania che voleva trasferirsi al secondo anno di Medicina nell’ateneo turritano. Ora la strada sembra spianata anche per una ventina di universitari che, in questi anni, avevano cercato di fare lo stesso a Cagliari. Negli ultimi 3 anni erano stati 21 gli studenti che, dopo l’immatricolazione all’estero, avevano provato l’acceso al secondo anno nelle facoltà sarde a numero chiuso. Tutti si erano visti rigettare la domanda, compresi gli 8 che poi si erano rivolti inutilmente al Tar.
La clamorosa svolta è arrivata in questi giorni. La giovane che ha presentato il ricorso vittorioso era iscritta al secondo anno di Medicina a Arad (in Romania): non era tornata a studiare nell’Isola perché «era necessario il superamento, presso un ateneo nazionale, della prova d’accesso per il corso di laurea». Uno scoglio da sempre insuperabile.
Il Tar ha accolto il ricorso per effetto della pronuncia dell’adunanza plenaria di gennaio che, in assenza di una legge specifica, impone il test solo per l’accesso al primo anno. È chiaro - sottolinea il verdetto - che se lo studente proveniente dalle università estere non avrà dato esami (o i crediti non vengono riconosciuti), verrà comunque trattato da matricola e obbligato a sostenere il test. (fr. pi.)



3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Solo borse di studio statali, mancano i posti finanziati dalla Regione
MEDICINA, SPECIALIZZANDI SARDI PENALIZZATI
Nessun posto aggiuntivo riservato ai sardi. I laureati in medicina degli atenei dell’Isola rischiano di rimaner fuori dalle scuole di specializzazione: nel decreto firmato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sono previste solo le borse di studio statali, in tutto 262, da dividere tra Cagliari e Sassari. Mancano invece i posti riservati, finanziati dalla Regione. RUFFI A PAGINA 5
 
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE. La Regione non finanzia le borse di studio per i neolaureati
Nessun posto riservato ai sardi, contratti a rischio per i medici
Nessun posto aggiuntivo riservato ai sardi. I laureati in medicina degli atenei dell’Isola rischiano di rimaner fuori dalle scuole di specializzazione: nel decreto firmato martedì dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sono previste solo le borse di studio statali, in tutto 262, da dividere tra Cagliari e Sassari. Mancano invece i posti riservati, finanziati direttamente dalla Regione. Una piccola garanzia per i laureati sardi, che come spesso succede non possono competere con i numeri messi in campo dalle altre regioni. Le selezioni si svolgeranno a fine luglio, su base nazionale: ecco perché i contratti di formazione previsti nelle due città sarde rischiano di andare in gran parte agli specializzandi della Penisola.
LE ALTRE REGIONI Nelle tabelle ufficiali del Miur per l’anno accademico 2014-2015 (che sarà quello di riferimento) non è prevista nessuna borsa di studio finanziata dalla Sardegna. Sono invece citati nella delibera «i posti aggiuntivi coperti con finanziamenti della Provincia autonoma di Trento e delle Regioni Puglia, Veneto e Regione autonoma Valle d’Aosta che prevedono il possesso di specifici requisiti».
 UFFICI AL LAVORO Una dimenticanza? Da ieri gli uffici dell’assessorato alla Sanità sono al lavoro insieme ai colleghi dell’assessorato al Bilancio per rimediare alla situazione e trovare i fondi necessari a garantire le borse di specializzazione per i laureati sardi. «Servono almeno due milioni di euro per i primi anni di specializzazione», dice Roberto Capelli, deputato del Centro Democratico. «Nel bilancio regionale è stato stanziato soltanto un milione, proveniente dai fondi europei per l’assessorato al Lavoro. Soldi non utilizzabili per i contratti di specializzazione in medicina».
 BORSE DI STUDIO RISERVATE Le borse di studio riservate hanno rappresentato fino ad ora per i medici sardi una garanzia per accedere alle scuole di specializzazione di Cagliari e Sassari. Nel bando pubblicato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lo scorso anno si trova traccia di 343 contratti distribuiti tra i due centri dell’Isola. Di questi, 92 erano finanziati dalla Regione Sardegna ed erano riservati ai laureati degli atenei sardi.
Michele Ruffi
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
Milano, report sui laureati
LA FUGA DEI CERVELLI
Fuga di cervelli dalle regioni meridionali verso il Nord e da quelle settentrionali verso l’estero. Solo il 66% dei laureati resta “stanziale”. Dal Sud se ne va il 39%; mentre dal Nord vanno all’estero il 10% dei laureati. Sono dati del XVII Rapporto AlmaLaurea sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati, presentato ieri all’Università degli Studi di Milano Bicocca. «La crisi occupazionale - dice il professor Francesco Ferrante - ha colpito maggiormente chi proviene da contesti meno favoriti. C’è un vistoso calo delle iscrizioni all’Università: oggi, solo 3 diciannovenni su 10 si immatricolano». Altri dati, la crescente difficoltà di tante famiglie a sostenere i costi dell’istruzione universitaria. Gioca un ruolo quindi la selezione sociale.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
SEMPLIFICAZIONE
Un mouse e pochi clic per ottenere il Durc
Pochi minuti, anziché trenta giorni per il rilascio del Durc. Questo il salto di qualità che attende, dall’1 luglio, chi dovrà richiedere il Documento unico di regolarità contributiva, piccola grande croce per gli imprenditori. Grazie alla nuova procedura, basterà un semplice clic per ottenere, in tempo reale, una certificazione valida 120 giorni e perfettamente spendibile per ogni finalità richiesta dalla legge (erogazione di sovvenzioni, contributi, nell’ambito delle procedure di appalto e lavori privati dell’edilizia, rilascio attestazione Soa), senza bisogno di richiederne ogni volta una nuova.
Lo stesso Durc potrà essere scaricato liberamente da internet, in formato pdf, e utilizzato anche per altri soggetti richiedenti. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha presentato la novità pochi giorni fa, ha stimato un risparmio di circa 100 milioni di euro.
Per la pubblica amministrazione, Inps, Inail e Casse Edili, significa una riduzione del personale adibito alla verifica della regolarità contributiva delle imprese. Per le aziende, invece, è sinonimo di taglio delle spese extra e del tempo impiegato per il rilascio.
Nel caso vengano riscontrate carenze sul fronte contributivo, entro 72 ore l’interessato sarà informato sulle cause dell’irregolarità e del mancato rilascio. Anche in questo caso, basteranno pochissimi giorni per regolarizzare la propria posizione e ottenere così il certificato. ( cl. m. )
 


6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
L’ad della Qatar foundation Al Naimi: il Mater sarà un centro di fama internazionale
IL SOGNO DEL GRANDE OSPEDALE
Firmato l’atto di vendita dei terreni, si apre entro l’anno
Prenderà corpo e anima entro la fine dell’anno il Mater Olbia e questa volta non dovrebbero esserci più rinvii. Il passo fondamentale è stato compiuto nel primo pomeriggio lontano da occhi indiscreti e dal palco montato davanti all’ospedale, gigante bianco affacciato sul golfo: in una saletta dell’aviazione generale è stato stipulato davanti al notaio il rogito che ha sancito il passaggio dei terreni dal pool di banche alla Qatar Foundation. Le firme del consigliere delegato di Sardaleasing Stefano Esposito e del rappresentante della fondazione Lucio Rispo hanno messo la parola fine a mesi di trattative e alla farsa delle ultime ore sui terreni, finita con tre indagati dalla Procura di Tempio per tentata estorsione. E ora si parte davvero: entro la fine del 2015 è prevista l’apertura di una prima parte dell’ospedale, in tutto 290 posti letto e un centro di ricerca di livello internazionale.
 SINERGIE «Il Mater Olbia - ha detto il premier Matteo Renzi - è il simbolo della rinascita dell’Italia». Nelle parole del presidente del Consiglio, così come nel video che scorre dietro il palco e ha tra gli slogan il rispetto di ogni fede, la valorizzazione di una singolare sinergia che vede insieme nel progetto la Santa Sede, attraverso la Fondazione Luigi Maria Monti e il Bambin Gesù, e l’emirato del Qatar, una roccaforte dell’Islam. «Sono entusiasta di quest’opportunità di investimento e siamo convinti che il Mater Olbia diventerà un ospedale e un centro di ricerca di fama internazionale», ha detto Rashid Al-Naimi amministratore delegato della Qatar foundation Endowment: «La nostra fondazione è nata nel 1995 e ha progettato un piano per tutti i cittadini del Qatar, e oggi vanta Università e progetti di ricerca internazionali. Per quasi tre anni abbiamo lavorato con la Regione Sardegna e lo Stato italiano per questo ospedale di eccellenza, che avrà i più elevati standard internazionali». Tra gli obiettivi c’è l’accreditamento - unica struttura sarda - come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con studi specifici su malattie ad alta incidenza sia in Sardegna che nel Medio Oriente come il diabete. Ma si occuperà anche di patologie cardiovascolari, neurologiche, ortopediche, pediatriche, oltre alla prevista realizzazione di un centro di riabilitazione. La pediatria sarà curata dal Bambin Gesù. «Il nostro compito, - ha spiegato la presidente Mariella Enoc - come ospedale pediatrico di riferimento, a livello nazionale ed internazionale, sarà quello di garantire la gestione clinica delle attività della struttura assistenziale pediatrica del Mater Olbia».
 IL FUTURO «Oggi sappiamo che presto diremo addio ai viaggi della speranza», ha esordito un emozionato Gianni Giovannelli, il sindaco che ha traghettato verso la conclusione un progetto iniziato quasi trent’anni fa quando il sindaco era Gian Piero Scanu, oggi deputato Pd, in prima linea sul fronte dell’operazione San Raffaele-Mater Olbia. Diritto alla salute, ma non solo. Il Qatar investirà nell’ospedale un miliardo e 200 mila euro e si prevedono mille posti di lavoro. Ossigeno puro anche per l’economia.
Caterina De Roberto



7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
POLICLINICO. Indagini in corso
Nel parcheggio 152 flaconi di metadone
Sono stati abbandonati in un parcheggio della cittadella universitaria di Monserrato. Un medico li ha ritrovati e ha chiamato i carabinieri che non credevano ai loro occhi. In alcuni bustoni 152 flaconi di metadone, abbandonati forse dalla sera prima. Da chi è difficile capirlo. Di sicuro, all’ospedale non si registrano ammanchi. I carabinieri di Monserrato e della Compagnia di Quartu indagano così su altre direzioni. È probabile che si riesca a risalire alla loro provenienza attraverso l’esame di una particolare etichetta all’esterno di ogni flacone. Diverse le persone interrogate. I militari hanno anche perquisito un’abitazione a Cagliari e un’altra a Monserrato. Per il momento non sono trapelate indiscrezioni. Un’indagine a 360 gradi che non escluderà alcuna ipotesi. (r. s.)
 
 
 
 
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 5
UNIVERSITÀ >> FONDI A RISCHIO
Il deputato Capelli (Cd): «Incredibile, la Regione trovi i soldi»
L’assessore Arru: «Siamo già al lavoro per una soluzione»
SOS SPECIALIZZAZIONI, PER I NUOVI MEDICI MANCANO LE RISORSE
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Boomerang imprevisto. Decine di medici neolaureati iscritti al primo anno nei corsi di specializzazione in Sardegna rischiano di non poter frequentare le lezioni. Il bando ministeriale appena pubblicato non comprende risorse adeguate per le università di Sassari e Cagliari. «Tutto perché», come ha rivelato il deputato nuorese del Centro democratico Roberto Capelli, «la Regione ha proposto di finanziare le borse di studio con un milione di fondi europei, evidentemente destinati ad altro genere d’investimenti, e quindi non presi in considerazione a Roma». I punti centrali. «In effetti sarebbero stati sufficienti i 700mila euro stabiliti in Finanziaria per 24 borse che invece sono rimaste fuori», ha ammesso l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, anche lui nuorese come Capelli. «Proprio nel momento in cui nuove disposizioni prevedono un aumento delle risorse ministeriali e una diminuzione delle nostre, rispetto al passato, la procedura per quei fondi sociali della Ue si è rivelata laboriosa, complessa – ha proseguito l’amministratore regionale – E dunque non è stato possibile provvedere per tempo. Ma adesso vogliamo capire subito se nelle procedure di assestamento del bilancio regionale esistono gli spazi per rimediare: è chiaro che a questa situazione va posto rimedio». In tutto i nuovi posti per l’isola sono circa 200 sui 6.000 fissati a livello nazionale. Così la notizia inattesa della mancanza di fondi è stata accolta con sconcerto negli atenei di Sassari e Cagliari. I docenti e la stessa categoria dei medici in Sardegna puntano molto sul rinnovamento, visto che nel giro di pochi anni molti operatori sanitari andranno in pensione e dovranno venire rimpiazzati da giovani specialisti. Per sopperire a una serie di difficoltà gestionali, come accade da diverso tempo, le due accademie sarde anche stavolta hanno perciò unito le forze: in modo da garantire scuole primarie autonome e altre aggregate a scavalco reciproco, realizzando così economie di scala sui costi. Le valutazioni. «Stiamo valutando il da farsi», ha dichiarato il rettore dell’università turritana, Massimo Carpinelli, appena rientrato dalla Cina dopo un’intensa serie di contatti e scambi accademici. «Comunque se il problema non si risolvesse, sarebbe molto grave», ha aggiunto in attesa di acquisire la documentazione necessaria. Il bando ministeriale è stato reso noto martedì. Comprende tutti i dipartimenti di medicina italiani, una quarantina su 62 università statali, ma i due atenei sardi sono in pericolo proprio per via delle risorse insufficienti. Aspettative. Il mancato finanziamento si riferisce soltanto al primo anno di corso. Ma la faccenda è comunque molto seria. «È incredibile: nel 2014 la Regione aveva stanziato 6 milioni, adesso i soldi sono pochi e neppure spendibili», ha attaccato ancora Capelli. «Mi auguro quindi un intervento immediato da parte del vicepresidente Paci come assessore alla Programmazione e del responsabile della Sanità Arru. Bisogna superare le difficoltà e far cominciare l’attività agli specializzandi sin da settembre, esattamente come si è sempre previsto sino a oggi». Test e selezioni. Il bando è stato pubblicato dal Miur, il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Come tutti gli altri colleghi italiani, i candidati dell’isola si sono iscritti al concorso in modalità online attraverso il portale www.universitaly.it. La procedura di caricamento è stata attivata da mercoledì 3 giugno e si è chiusa martedì 23. Adesso, dopo il pagamento di 100 euro per l’iscrizione, i medici sardi appena laureati si devono preparare alle prove di selezione per superare l’accesso. Ma se l’intera questione non verrà affrontato in tempi rapidissimi, com’è naturale, molti candidati rischieranno di non venire presi in considerazione. Un autogol di fronte a tanti problemi che già colpiscono la sanità regionale.
 
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Provincia di Oristano - Pagina 23
Diventa realtà l’idea imprenditoriale di due giovani di Solarussa e Sassari
E COME SNACK LE ZUCCHINE FRITTE
SOLARUSSA È nato grazie all’idea di due giovani, Stefania Iattarelli e Boris Serra, entrambi laureati in matematica, il nuovo snack a base di zucchine fritte. Si chiama Zhips e sarà presto messo in vendita. I due futuri imprenditori, Stefania di Sassari e Boris di Solarussa, entrambi 28enni, hanno avuto un’idea vincente: quella di trasformare una ricetta tradizionale come le zucchine fritte, in uno snack salato da consumarsi in ogni occasione, ottimo sia come accompagnamento all’aperitivo, che da sgranocchiare senza alcuna aggiunta. Il progetto, che rientra nell’incentivazione all’imprenditorialità studentesca, è stato presentato alla prima edizione del Contamination Lab Cagliari ed ha incontrato immediatamente il favore della Commissione giudicatrice che lo ha premiato. «Il prodotto - dicono i due ragazzi - è stato provato anche da un gruppo di potenziali clienti e ha ricevuto una discreta approvazione. Adesso stiamo lavorando al miglioramento della ricetta, e tra poco le Zhips saranno pronte per la commercializzazione». L’idea nasce da un piatto familiare (della mamma di uno dei due fondatori) a base di zucchine semolate e fritte. Quella ricetta però, sebbene avesse raccolto l’approvazione di diverse persone, non si prestava alla produzione a livello industriale e al confezionamento per la successiva vendita. Ma l’idea era buona, e i due ragazzi decisero di partecipare al Contaminaton Lab Cagliari con ottimi risultati e per il prodotto si prospetta un futuro che presto lo porterà negli espositori dei Market e nei bar. «Alcune attività commerciali - dicono Stefania e Boris - si sono mostrate entusiaste delle Zhips e i gestori si sono detti disponibili a venderlo. Adesso, grazie al bando di Sardegna ricerche, di cui risultiamo vincitori, dobbiamo solo di perfezionare la ricetta. Poi, una volta acquisite le ultime analisi, lo snack sarà pronto per essere distribuito». Il percorso del Contaminatio Lab Cagliari per lo Snack a base di zucchine salate e fritte si è concluso con successo. Il prodotto, realizzato presso lo stabilimento che produce un altro snack, dopo essersi aggiudicato il primo posto nella competizione cagliaritana, si è qualificato alla finale nazionale di Contamination Lab e adesso Zhips è alla ricerca di finanziamenti e competenze utili a favorire il suo ingresso nel mercato. Alla realizzazione del progetto, oltre ai due ideatori, ha contribuito Efisio Antonio Scano (tecnologo alimentare), Fabrizio Nurchis (laureando in informatica) e la Sean Scaccia, grafic designer, che ha curato la realizzazione del logo. Piero Marongiu

 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Oristano - Pagina 19
UNIVERSITÀ
Orientamento, l’intensa attività del Consorzio Uno
ORISTANO Oltre seimila ragazzi raggiunti, quasi cento incontri in tutta la Sardegna, ottantotto istituti coinvolti, dieci open days in sede, e 5 saloni dello studente. con questi numeri si è conclusa la prima fase delle attività di orientamento del Progetto UnOrienta che il Consorzio Uno propone agli studenti delle scuole superiori della Sardegna che si affacciano alla scelta universitaria. Come ogni anno il viaggio di UNOrienta è partito proprio da Oristano, a dicembre, con il salone dell’orientamento organizzato dall’Associazione degli Industriali e ha proseguito con gli incontri rivolti a un centinaio di scuole dell’intero territorio regionale. Sono stati coinvolti tutti gli istituti superiori di Oristano, a cui sono state dedicate le prime settimane di febbraio, e nei mesi successivi sono stati visitati gli altri istituti in tutte le province. Sono stati oltre 6000 i ragazzi ai quali sono stati presentati, ad opera di docenti, laureati, manager didattici e tutor esperti, i corsi di laurea attivi a Oristano con una descrizione delle discipline, delle competenze in uscita e degli sbocchi occupazionali. Un approfondimento è stato dedicato a fornire informazioni sul funzionamento dell’attuale sistema universitario, dai criteri di accesso alle agevolazioni previste dal diritto allo studio, fino alle opportunità pratico-applicative e di mobilità studentesca. Uno spazio è stato riservato anche alla presentazione della residenza universitaria Campus Uno, nata nel 2014 dalla collaborazione con la Società Mistral di Oristano, e della Community UNO, portando la testimonianza diretta degli studenti universitari oristanesi che, oltre allo studio, condividono interessi e vivaci opportunità di aggregazione e svago. Durante ogni incontro è stata rivolta, inoltre, una particolare attenzione al valore dell’istruzione, con un forte messaggio di motivazione allo studio e alla formazione di qualità. Il primo open day del 2015 si è svolto il 2 febbraio, giornata in cui gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Meloni” di Oristano hanno avuto occasione di visitare la sede universitaria e di partecipare al laboratorio didattico sul tema del turismo. Suggestivo anche l’open day del 16 marzo dedicato ai ragazzi del Liceo Scientifico “Euclide” di Cagliari, protagonisti di una esercitazione sulla identificazione di organismi geneticamente modificati (OGM) e di una esperienza di analisi sensoriale dei vini “Le nez du vin”.
 
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Sassari - Pagina 29
Il presidente dell’ente difende il progetto e accusa la direttrice generale di imprecisioni e omissioni
ERSU, SUL CAMPUS SCONTRO TRA POGGIU E SERRA
di Vincenzo Garofalo
SASSARI All’interno dell’Ersu scoppia la guerra per la costruzione del campus universitario. Il presidente dell’ente per il diritto allo studio universitario, Gianni Poggiu, difende il progetto e punta il dito contro la direttrice generale Maria Assunta Serra: la accusa di omissione nel redigere l’atto pubblico con cui è stata cestinata definitivamente la graduatoria che individuava i terreni adatti a ospitare la nuova residenza studentesca da 40 milioni di euro. E viste le «imprecisioni e omissioni» del documento, Poggiu chiede di annullare il provvedimento «in sede di autotutela». Lo fa con una lettera ufficiale inviata alla direttrice Serra, al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Pubblica istruzione, al sindaco di Sassari, al rettore dell’Università, al presidente del consiglio comunale di Sassari e ai membri del cda dell’Ersu. Gianni Poggiu assume toni durissimi, e dichiara di non condividere affatto la determina con cui Maria Assunta Serra ha scritto la parola fine sull’intricata querelle del nuovo campus universitario che, in base alla graduatoria stilata nel novembre 2014 da una apposita commissione tecnica, sarebbe dovuto sorgere a Piandanna, nei terreni che le famiglie Segni-Clemente hanno offerto all’Ersu a un prezzo di 10,72 milioni di euro. «La invito a valutare la possibilità di provvedere a un suo annullamento in sede di autotutela, mentre l’opportunità di una tale decisione è stata dal sottoscritto già ampiamente ritenuta sussistente» scrive Poggiu, che in seguito motiva la sua scelta: «Intanto segnalo alcune imprecisioni ed omissioni per quanto attiene gli incontri avvenuti con il sindaco di Sassari e il rettore dell’Università di Sassari», specifica il presidente del cda Ersu; «In tali occasioni, proprio al fine di salvaguardare le risorse destinate al progetto campus universitario, oltreché evitare azioni legali -anche di natura risarcitoria- da parte della società aggiudicatrice del bando pubblico per l’area campus, tanto nei confronti dell’Ersu quanto personalmente nei confronti degli organi di vertice politico e amministrativo, era stato chiarito (per ben tre volte) che al fine di interrompere l’iter del bando stesso il Comune di Sassari avrebbe dovuto impegnarsi a dare una risposta (positiva o negativa) sulla possibilità che l’area aggiudicatrice “provvisoria” potesse ottenere una variante urbanistica necessaria alla realizzazione del progetto». Poggiu fa quindi riferimento all’incontro avuto l’8 maggio con l’assessore regionale Firino, il sindaco di Sassari, il rettore dell’Università di Sassari: «Onde evitare di interrompere l’iter del bando pubblico per l’assegnazione definitiva del progetto campus, stante la resistenza opposta dal sindaco di Sassari e del rettore che chiedevano l’individuazione di altri siti per la realizzazione del campus, il che avrebbe significato abbandonare la procedura di gara in corso con le immaginabili conseguenze in sede giudiziaria, si era unanimemente convenuto che l’assessore Firino si rivolgesse all’ufficio legale della Regione per chiedere un parere in merito all’esistenza o meno delle segnalate criticità indicate dal sindaco e dal rettore, nonché una specifica indicazione di come eventualmente superarle», spiega il presidente dell’Ersu. «Non essendo a tutt’oggi ancora pervenuta alcuna risposta dalla Regione, davvero non comprendo la frettolosa adozione della citata determina, peraltro assunta senza il conforto dell’organo politico dell’Ersu, senza adeguatamente valutare le conseguenze di una siffatta scelta anche in ottica risarcitoria che i proprietari dell’area aggiudicatrice provvisoria del bando pubblico potrebbero richiedere».
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
LE STATISTICHE. Biologia? Un parcheggio per chi vuol tentare Medicina
Università, troppi lasciano Il rettore studia i rimedi
Chiamatele facoltà “di passaggio”: quasi la metà delle matricole di Biologia e Farmacia non si iscrive al secondo anno accademico ma decide di lasciare la carriera universitaria o di provare un altro corso dell’ateneo. Gli abbandoni in queste facoltà superano il 45 per cento. Tra questi, una grande fetta (il 28,3 per cento) è rappresentata da passaggi a nuovi corsi: in particolare la facoltà di Biologia è diventata negli anni un grande “parcheggio” per chi non riesce a iscriversi in Medicina, dove le lezioni del primo anno sono riservate a 135 studenti.
 GLI ABBANDONI Quasi due studenti su dieci lasciano l’università dopo il primo anno. Secondo il rettore Maria Del Zompo le ragioni vanno ricercate anche «nel percorso scolastico» dei ragazzi. Ma l’aspetto più importante è un altro: «La motivazione degli studenti è essenziale, devono scegliere il corso di studi più adatto a loro, quello per cui hanno maggior interesse, non quello che dà più possibilità di trovar lavoro. L’università va frequentata con entusiasmo, anche perché se un corso viene concluso brillantemente si aprono mille strade».
 ECONOMIA E GIURISPRUDENZA Dopo Biologia e Farmacia, nella classifica degli abbandoni e dei passaggi di corso (i dati si riferiscono al 2013/2014) c’è la facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Il 30 per cento delle matricole non si iscrive al secondo anno. Quasi tutti decidono di lasciare: solo il 7,9 per cento sceglie un altro corso universitario. Poi c’è Scienze, con il 25,8 per cento di abbandoni (i passaggi sono l’8 per cento), Ingegneria e architettura con il 23,9 per cento (7,9 i passaggi), gli Studi umanistici con il 23 per cento (3,5 per cento i passaggi di corso) e infine Medicina e Chirurgia con il 12,4 per cento di abbandoni (il 5,5 passa a un nuovo corso).
ORIENTAMENTO Per migliorare i numeri si punterà su un nuovo sistema di orientamento: «Cambieremo metodo. Con la Regione abbiamo deciso di non limitare questa fase all’ultimo anno scolastico ma di anticiparla. I ragazzi verranno aiutati a scegliere durante gli ultimi tre anni del liceo. Così potranno prendere una scelta più ponderata», spiega Del Zompo. Tra le ragioni degli abbandoni non ci sarebbero i costi universitari: «Abbiamo le tasse più basse d’Italia», conclude il rettore, «e da poco abbiamo deciso di aggiungere altri 500mila euro ai fondi delle borse di studio dell’Ersu».
Michele Ruffi
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Anche senza test
IL TAR DA L’OK AI TRASFERIMENTI DALL’ESTERO
Via libera, o quasi, ai trasferimenti dall’estero nelle facoltà sarde a numero chiuso, anche senza aver superato il rigidissimo test d’ingresso. Dopo una recente pronuncia dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, per la prima volta il Tar Sardegna ha accolto il ricorso di una studentessa sassarese iscritta in Romania che voleva trasferirsi al secondo anno di Medicina nell’ateneo turritano. Ora la strada sembra spianata anche per una ventina di universitari che, in questi anni, avevano cercato di fare lo stesso a Cagliari. Negli ultimi 3 anni erano stati 21 gli studenti che, dopo l’immatricolazione all’estero, avevano provato l’acceso al secondo anno nelle facoltà sarde a numero chiuso. Tutti si erano visti rigettare la domanda, compresi gli 8 che poi si erano rivolti inutilmente al Tar.
La clamorosa svolta è arrivata in questi giorni. La giovane che ha presentato il ricorso vittorioso era iscritta al secondo anno di Medicina a Arad (in Romania): non era tornata a studiare nell’Isola perché «era necessario il superamento, presso un ateneo nazionale, della prova d’accesso per il corso di laurea». Uno scoglio da sempre insuperabile.
Il Tar ha accolto il ricorso per effetto della pronuncia dell’adunanza plenaria di gennaio che, in assenza di una legge specifica, impone il test solo per l’accesso al primo anno. È chiaro - sottolinea il verdetto - che se lo studente proveniente dalle università estere non avrà dato esami (o i crediti non vengono riconosciuti), verrà comunque trattato da matricola e obbligato a sostenere il test. (fr. pi.)



3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Solo borse di studio statali, mancano i posti finanziati dalla Regione
MEDICINA, SPECIALIZZANDI SARDI PENALIZZATI
Nessun posto aggiuntivo riservato ai sardi. I laureati in medicina degli atenei dell’Isola rischiano di rimaner fuori dalle scuole di specializzazione: nel decreto firmato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sono previste solo le borse di studio statali, in tutto 262, da dividere tra Cagliari e Sassari. Mancano invece i posti riservati, finanziati dalla Regione. RUFFI A PAGINA 5
 
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE. La Regione non finanzia le borse di studio per i neolaureati
Nessun posto riservato ai sardi, contratti a rischio per i medici
Nessun posto aggiuntivo riservato ai sardi. I laureati in medicina degli atenei dell’Isola rischiano di rimaner fuori dalle scuole di specializzazione: nel decreto firmato martedì dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sono previste solo le borse di studio statali, in tutto 262, da dividere tra Cagliari e Sassari. Mancano invece i posti riservati, finanziati direttamente dalla Regione. Una piccola garanzia per i laureati sardi, che come spesso succede non possono competere con i numeri messi in campo dalle altre regioni. Le selezioni si svolgeranno a fine luglio, su base nazionale: ecco perché i contratti di formazione previsti nelle due città sarde rischiano di andare in gran parte agli specializzandi della Penisola.
LE ALTRE REGIONI Nelle tabelle ufficiali del Miur per l’anno accademico 2014-2015 (che sarà quello di riferimento) non è prevista nessuna borsa di studio finanziata dalla Sardegna. Sono invece citati nella delibera «i posti aggiuntivi coperti con finanziamenti della Provincia autonoma di Trento e delle Regioni Puglia, Veneto e Regione autonoma Valle d’Aosta che prevedono il possesso di specifici requisiti».
 UFFICI AL LAVORO Una dimenticanza? Da ieri gli uffici dell’assessorato alla Sanità sono al lavoro insieme ai colleghi dell’assessorato al Bilancio per rimediare alla situazione e trovare i fondi necessari a garantire le borse di specializzazione per i laureati sardi. «Servono almeno due milioni di euro per i primi anni di specializzazione», dice Roberto Capelli, deputato del Centro Democratico. «Nel bilancio regionale è stato stanziato soltanto un milione, proveniente dai fondi europei per l’assessorato al Lavoro. Soldi non utilizzabili per i contratti di specializzazione in medicina».
 BORSE DI STUDIO RISERVATE Le borse di studio riservate hanno rappresentato fino ad ora per i medici sardi una garanzia per accedere alle scuole di specializzazione di Cagliari e Sassari. Nel bando pubblicato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lo scorso anno si trova traccia di 343 contratti distribuiti tra i due centri dell’Isola. Di questi, 92 erano finanziati dalla Regione Sardegna ed erano riservati ai laureati degli atenei sardi.
Michele Ruffi
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
Milano, report sui laureati
LA FUGA DEI CERVELLI
Fuga di cervelli dalle regioni meridionali verso il Nord e da quelle settentrionali verso l’estero. Solo il 66% dei laureati resta “stanziale”. Dal Sud se ne va il 39%; mentre dal Nord vanno all’estero il 10% dei laureati. Sono dati del XVII Rapporto AlmaLaurea sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati, presentato ieri all’Università degli Studi di Milano Bicocca. «La crisi occupazionale - dice il professor Francesco Ferrante - ha colpito maggiormente chi proviene da contesti meno favoriti. C’è un vistoso calo delle iscrizioni all’Università: oggi, solo 3 diciannovenni su 10 si immatricolano». Altri dati, la crescente difficoltà di tante famiglie a sostenere i costi dell’istruzione universitaria. Gioca un ruolo quindi la selezione sociale.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
SEMPLIFICAZIONE
Un mouse e pochi clic per ottenere il Durc
Pochi minuti, anziché trenta giorni per il rilascio del Durc. Questo il salto di qualità che attende, dall’1 luglio, chi dovrà richiedere il Documento unico di regolarità contributiva, piccola grande croce per gli imprenditori. Grazie alla nuova procedura, basterà un semplice clic per ottenere, in tempo reale, una certificazione valida 120 giorni e perfettamente spendibile per ogni finalità richiesta dalla legge (erogazione di sovvenzioni, contributi, nell’ambito delle procedure di appalto e lavori privati dell’edilizia, rilascio attestazione Soa), senza bisogno di richiederne ogni volta una nuova.
Lo stesso Durc potrà essere scaricato liberamente da internet, in formato pdf, e utilizzato anche per altri soggetti richiedenti. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha presentato la novità pochi giorni fa, ha stimato un risparmio di circa 100 milioni di euro.
Per la pubblica amministrazione, Inps, Inail e Casse Edili, significa una riduzione del personale adibito alla verifica della regolarità contributiva delle imprese. Per le aziende, invece, è sinonimo di taglio delle spese extra e del tempo impiegato per il rilascio.
Nel caso vengano riscontrate carenze sul fronte contributivo, entro 72 ore l’interessato sarà informato sulle cause dell’irregolarità e del mancato rilascio. Anche in questo caso, basteranno pochissimi giorni per regolarizzare la propria posizione e ottenere così il certificato. ( cl. m. )
 


6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
L’ad della Qatar foundation Al Naimi: il Mater sarà un centro di fama internazionale
IL SOGNO DEL GRANDE OSPEDALE
Firmato l’atto di vendita dei terreni, si apre entro l’anno
Prenderà corpo e anima entro la fine dell’anno il Mater Olbia e questa volta non dovrebbero esserci più rinvii. Il passo fondamentale è stato compiuto nel primo pomeriggio lontano da occhi indiscreti e dal palco montato davanti all’ospedale, gigante bianco affacciato sul golfo: in una saletta dell’aviazione generale è stato stipulato davanti al notaio il rogito che ha sancito il passaggio dei terreni dal pool di banche alla Qatar Foundation. Le firme del consigliere delegato di Sardaleasing Stefano Esposito e del rappresentante della fondazione Lucio Rispo hanno messo la parola fine a mesi di trattative e alla farsa delle ultime ore sui terreni, finita con tre indagati dalla Procura di Tempio per tentata estorsione. E ora si parte davvero: entro la fine del 2015 è prevista l’apertura di una prima parte dell’ospedale, in tutto 290 posti letto e un centro di ricerca di livello internazionale.
 SINERGIE «Il Mater Olbia - ha detto il premier Matteo Renzi - è il simbolo della rinascita dell’Italia». Nelle parole del presidente del Consiglio, così come nel video che scorre dietro il palco e ha tra gli slogan il rispetto di ogni fede, la valorizzazione di una singolare sinergia che vede insieme nel progetto la Santa Sede, attraverso la Fondazione Luigi Maria Monti e il Bambin Gesù, e l’emirato del Qatar, una roccaforte dell’Islam. «Sono entusiasta di quest’opportunità di investimento e siamo convinti che il Mater Olbia diventerà un ospedale e un centro di ricerca di fama internazionale», ha detto Rashid Al-Naimi amministratore delegato della Qatar foundation Endowment: «La nostra fondazione è nata nel 1995 e ha progettato un piano per tutti i cittadini del Qatar, e oggi vanta Università e progetti di ricerca internazionali. Per quasi tre anni abbiamo lavorato con la Regione Sardegna e lo Stato italiano per questo ospedale di eccellenza, che avrà i più elevati standard internazionali». Tra gli obiettivi c’è l’accreditamento - unica struttura sarda - come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con studi specifici su malattie ad alta incidenza sia in Sardegna che nel Medio Oriente come il diabete. Ma si occuperà anche di patologie cardiovascolari, neurologiche, ortopediche, pediatriche, oltre alla prevista realizzazione di un centro di riabilitazione. La pediatria sarà curata dal Bambin Gesù. «Il nostro compito, - ha spiegato la presidente Mariella Enoc - come ospedale pediatrico di riferimento, a livello nazionale ed internazionale, sarà quello di garantire la gestione clinica delle attività della struttura assistenziale pediatrica del Mater Olbia».
 IL FUTURO «Oggi sappiamo che presto diremo addio ai viaggi della speranza», ha esordito un emozionato Gianni Giovannelli, il sindaco che ha traghettato verso la conclusione un progetto iniziato quasi trent’anni fa quando il sindaco era Gian Piero Scanu, oggi deputato Pd, in prima linea sul fronte dell’operazione San Raffaele-Mater Olbia. Diritto alla salute, ma non solo. Il Qatar investirà nell’ospedale un miliardo e 200 mila euro e si prevedono mille posti di lavoro. Ossigeno puro anche per l’economia.
Caterina De Roberto



7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
POLICLINICO. Indagini in corso
Nel parcheggio 152 flaconi di metadone
Sono stati abbandonati in un parcheggio della cittadella universitaria di Monserrato. Un medico li ha ritrovati e ha chiamato i carabinieri che non credevano ai loro occhi. In alcuni bustoni 152 flaconi di metadone, abbandonati forse dalla sera prima. Da chi è difficile capirlo. Di sicuro, all’ospedale non si registrano ammanchi. I carabinieri di Monserrato e della Compagnia di Quartu indagano così su altre direzioni. È probabile che si riesca a risalire alla loro provenienza attraverso l’esame di una particolare etichetta all’esterno di ogni flacone. Diverse le persone interrogate. I militari hanno anche perquisito un’abitazione a Cagliari e un’altra a Monserrato. Per il momento non sono trapelate indiscrezioni. Un’indagine a 360 gradi che non escluderà alcuna ipotesi. (r. s.)
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 5
UNIVERSITÀ >> FONDI A RISCHIO
Il deputato Capelli (Cd): «Incredibile, la Regione trovi i soldi»
L’assessore Arru: «Siamo già al lavoro per una soluzione»
SOS SPECIALIZZAZIONI, PER I NUOVI MEDICI MANCANO LE RISORSE
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Boomerang imprevisto. Decine di medici neolaureati iscritti al primo anno nei corsi di specializzazione in Sardegna rischiano di non poter frequentare le lezioni. Il bando ministeriale appena pubblicato non comprende risorse adeguate per le università di Sassari e Cagliari. «Tutto perché», come ha rivelato il deputato nuorese del Centro democratico Roberto Capelli, «la Regione ha proposto di finanziare le borse di studio con un milione di fondi europei, evidentemente destinati ad altro genere d’investimenti, e quindi non presi in considerazione a Roma». I punti centrali. «In effetti sarebbero stati sufficienti i 700mila euro stabiliti in Finanziaria per 24 borse che invece sono rimaste fuori», ha ammesso l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, anche lui nuorese come Capelli. «Proprio nel momento in cui nuove disposizioni prevedono un aumento delle risorse ministeriali e una diminuzione delle nostre, rispetto al passato, la procedura per quei fondi sociali della Ue si è rivelata laboriosa, complessa – ha proseguito l’amministratore regionale – E dunque non è stato possibile provvedere per tempo. Ma adesso vogliamo capire subito se nelle procedure di assestamento del bilancio regionale esistono gli spazi per rimediare: è chiaro che a questa situazione va posto rimedio». In tutto i nuovi posti per l’isola sono circa 200 sui 6.000 fissati a livello nazionale. Così la notizia inattesa della mancanza di fondi è stata accolta con sconcerto negli atenei di Sassari e Cagliari. I docenti e la stessa categoria dei medici in Sardegna puntano molto sul rinnovamento, visto che nel giro di pochi anni molti operatori sanitari andranno in pensione e dovranno venire rimpiazzati da giovani specialisti. Per sopperire a una serie di difficoltà gestionali, come accade da diverso tempo, le due accademie sarde anche stavolta hanno perciò unito le forze: in modo da garantire scuole primarie autonome e altre aggregate a scavalco reciproco, realizzando così economie di scala sui costi. Le valutazioni. «Stiamo valutando il da farsi», ha dichiarato il rettore dell’università turritana, Massimo Carpinelli, appena rientrato dalla Cina dopo un’intensa serie di contatti e scambi accademici. «Comunque se il problema non si risolvesse, sarebbe molto grave», ha aggiunto in attesa di acquisire la documentazione necessaria. Il bando ministeriale è stato reso noto martedì. Comprende tutti i dipartimenti di medicina italiani, una quarantina su 62 università statali, ma i due atenei sardi sono in pericolo proprio per via delle risorse insufficienti. Aspettative. Il mancato finanziamento si riferisce soltanto al primo anno di corso. Ma la faccenda è comunque molto seria. «È incredibile: nel 2014 la Regione aveva stanziato 6 milioni, adesso i soldi sono pochi e neppure spendibili», ha attaccato ancora Capelli. «Mi auguro quindi un intervento immediato da parte del vicepresidente Paci come assessore alla Programmazione e del responsabile della Sanità Arru. Bisogna superare le difficoltà e far cominciare l’attività agli specializzandi sin da settembre, esattamente come si è sempre previsto sino a oggi». Test e selezioni. Il bando è stato pubblicato dal Miur, il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Come tutti gli altri colleghi italiani, i candidati dell’isola si sono iscritti al concorso in modalità online attraverso il portale www.universitaly.it. La procedura di caricamento è stata attivata da mercoledì 3 giugno e si è chiusa martedì 23. Adesso, dopo il pagamento di 100 euro per l’iscrizione, i medici sardi appena laureati si devono preparare alle prove di selezione per superare l’accesso. Ma se l’intera questione non verrà affrontato in tempi rapidissimi, com’è naturale, molti candidati rischieranno di non venire presi in considerazione. Un autogol di fronte a tanti problemi che già colpiscono la sanità regionale.
 
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Provincia di Oristano - Pagina 23
Diventa realtà l’idea imprenditoriale di due giovani di Solarussa e Sassari
E COME SNACK LE ZUCCHINE FRITTE
SOLARUSSA È nato grazie all’idea di due giovani, Stefania Iattarelli e Boris Serra, entrambi laureati in matematica, il nuovo snack a base di zucchine fritte. Si chiama Zhips e sarà presto messo in vendita. I due futuri imprenditori, Stefania di Sassari e Boris di Solarussa, entrambi 28enni, hanno avuto un’idea vincente: quella di trasformare una ricetta tradizionale come le zucchine fritte, in uno snack salato da consumarsi in ogni occasione, ottimo sia come accompagnamento all’aperitivo, che da sgranocchiare senza alcuna aggiunta. Il progetto, che rientra nell’incentivazione all’imprenditorialità studentesca, è stato presentato alla prima edizione del Contamination Lab Cagliari ed ha incontrato immediatamente il favore della Commissione giudicatrice che lo ha premiato. «Il prodotto - dicono i due ragazzi - è stato provato anche da un gruppo di potenziali clienti e ha ricevuto una discreta approvazione. Adesso stiamo lavorando al miglioramento della ricetta, e tra poco le Zhips saranno pronte per la commercializzazione». L’idea nasce da un piatto familiare (della mamma di uno dei due fondatori) a base di zucchine semolate e fritte. Quella ricetta però, sebbene avesse raccolto l’approvazione di diverse persone, non si prestava alla produzione a livello industriale e al confezionamento per la successiva vendita. Ma l’idea era buona, e i due ragazzi decisero di partecipare al Contaminaton Lab Cagliari con ottimi risultati e per il prodotto si prospetta un futuro che presto lo porterà negli espositori dei Market e nei bar. «Alcune attività commerciali - dicono Stefania e Boris - si sono mostrate entusiaste delle Zhips e i gestori si sono detti disponibili a venderlo. Adesso, grazie al bando di Sardegna ricerche, di cui risultiamo vincitori, dobbiamo solo di perfezionare la ricetta. Poi, una volta acquisite le ultime analisi, lo snack sarà pronto per essere distribuito». Il percorso del Contaminatio Lab Cagliari per lo Snack a base di zucchine salate e fritte si è concluso con successo. Il prodotto, realizzato presso lo stabilimento che produce un altro snack, dopo essersi aggiudicato il primo posto nella competizione cagliaritana, si è qualificato alla finale nazionale di Contamination Lab e adesso Zhips è alla ricerca di finanziamenti e competenze utili a favorire il suo ingresso nel mercato. Alla realizzazione del progetto, oltre ai due ideatori, ha contribuito Efisio Antonio Scano (tecnologo alimentare), Fabrizio Nurchis (laureando in informatica) e la Sean Scaccia, grafic designer, che ha curato la realizzazione del logo. Piero Marongiu

 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Oristano - Pagina 19
UNIVERSITÀ
Orientamento, l’intensa attività del Consorzio Uno
ORISTANO Oltre seimila ragazzi raggiunti, quasi cento incontri in tutta la Sardegna, ottantotto istituti coinvolti, dieci open days in sede, e 5 saloni dello studente. con questi numeri si è conclusa la prima fase delle attività di orientamento del Progetto UnOrienta che il Consorzio Uno propone agli studenti delle scuole superiori della Sardegna che si affacciano alla scelta universitaria. Come ogni anno il viaggio di UNOrienta è partito proprio da Oristano, a dicembre, con il salone dell’orientamento organizzato dall’Associazione degli Industriali e ha proseguito con gli incontri rivolti a un centinaio di scuole dell’intero territorio regionale. Sono stati coinvolti tutti gli istituti superiori di Oristano, a cui sono state dedicate le prime settimane di febbraio, e nei mesi successivi sono stati visitati gli altri istituti in tutte le province. Sono stati oltre 6000 i ragazzi ai quali sono stati presentati, ad opera di docenti, laureati, manager didattici e tutor esperti, i corsi di laurea attivi a Oristano con una descrizione delle discipline, delle competenze in uscita e degli sbocchi occupazionali. Un approfondimento è stato dedicato a fornire informazioni sul funzionamento dell’attuale sistema universitario, dai criteri di accesso alle agevolazioni previste dal diritto allo studio, fino alle opportunità pratico-applicative e di mobilità studentesca. Uno spazio è stato riservato anche alla presentazione della residenza universitaria Campus Uno, nata nel 2014 dalla collaborazione con la Società Mistral di Oristano, e della Community UNO, portando la testimonianza diretta degli studenti universitari oristanesi che, oltre allo studio, condividono interessi e vivaci opportunità di aggregazione e svago. Durante ogni incontro è stata rivolta, inoltre, una particolare attenzione al valore dell’istruzione, con un forte messaggio di motivazione allo studio e alla formazione di qualità. Il primo open day del 2015 si è svolto il 2 febbraio, giornata in cui gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Meloni” di Oristano hanno avuto occasione di visitare la sede universitaria e di partecipare al laboratorio didattico sul tema del turismo. Suggestivo anche l’open day del 16 marzo dedicato ai ragazzi del Liceo Scientifico “Euclide” di Cagliari, protagonisti di una esercitazione sulla identificazione di organismi geneticamente modificati (OGM) e di una esperienza di analisi sensoriale dei vini “Le nez du vin”.
 
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 maggio 2015 / Sassari - Pagina 29
Il presidente dell’ente difende il progetto e accusa la direttrice generale di imprecisioni e omissioni
ERSU, SUL CAMPUS SCONTRO TRA POGGIU E SERRA
di Vincenzo Garofalo
SASSARI All’interno dell’Ersu scoppia la guerra per la costruzione del campus universitario. Il presidente dell’ente per il diritto allo studio universitario, Gianni Poggiu, difende il progetto e punta il dito contro la direttrice generale Maria Assunta Serra: la accusa di omissione nel redigere l’atto pubblico con cui è stata cestinata definitivamente la graduatoria che individuava i terreni adatti a ospitare la nuova residenza studentesca da 40 milioni di euro. E viste le «imprecisioni e omissioni» del documento, Poggiu chiede di annullare il provvedimento «in sede di autotutela». Lo fa con una lettera ufficiale inviata alla direttrice Serra, al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Pubblica istruzione, al sindaco di Sassari, al rettore dell’Università, al presidente del consiglio comunale di Sassari e ai membri del cda dell’Ersu. Gianni Poggiu assume toni durissimi, e dichiara di non condividere affatto la determina con cui Maria Assunta Serra ha scritto la parola fine sull’intricata querelle del nuovo campus universitario che, in base alla graduatoria stilata nel novembre 2014 da una apposita commissione tecnica, sarebbe dovuto sorgere a Piandanna, nei terreni che le famiglie Segni-Clemente hanno offerto all’Ersu a un prezzo di 10,72 milioni di euro. «La invito a valutare la possibilità di provvedere a un suo annullamento in sede di autotutela, mentre l’opportunità di una tale decisione è stata dal sottoscritto già ampiamente ritenuta sussistente» scrive Poggiu, che in seguito motiva la sua scelta: «Intanto segnalo alcune imprecisioni ed omissioni per quanto attiene gli incontri avvenuti con il sindaco di Sassari e il rettore dell’Università di Sassari», specifica il presidente del cda Ersu; «In tali occasioni, proprio al fine di salvaguardare le risorse destinate al progetto campus universitario, oltreché evitare azioni legali -anche di natura risarcitoria- da parte della società aggiudicatrice del bando pubblico per l’area campus, tanto nei confronti dell’Ersu quanto personalmente nei confronti degli organi di vertice politico e amministrativo, era stato chiarito (per ben tre volte) che al fine di interrompere l’iter del bando stesso il Comune di Sassari avrebbe dovuto impegnarsi a dare una risposta (positiva o negativa) sulla possibilità che l’area aggiudicatrice “provvisoria” potesse ottenere una variante urbanistica necessaria alla realizzazione del progetto». Poggiu fa quindi riferimento all’incontro avuto l’8 maggio con l’assessore regionale Firino, il sindaco di Sassari, il rettore dell’Università di Sassari: «Onde evitare di interrompere l’iter del bando pubblico per l’assegnazione definitiva del progetto campus, stante la resistenza opposta dal sindaco di Sassari e del rettore che chiedevano l’individuazione di altri siti per la realizzazione del campus, il che avrebbe significato abbandonare la procedura di gara in corso con le immaginabili conseguenze in sede giudiziaria, si era unanimemente convenuto che l’assessore Firino si rivolgesse all’ufficio legale della Regione per chiedere un parere in merito all’esistenza o meno delle segnalate criticità indicate dal sindaco e dal rettore, nonché una specifica indicazione di come eventualmente superarle», spiega il presidente dell’Ersu. «Non essendo a tutt’oggi ancora pervenuta alcuna risposta dalla Regione, davvero non comprendo la frettolosa adozione della citata determina, peraltro assunta senza il conforto dell’organo politico dell’Ersu, senza adeguatamente valutare le conseguenze di una siffatta scelta anche in ottica risarcitoria che i proprietari dell’area aggiudicatrice provvisoria del bando pubblico potrebbero richiedere».
 



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Link: rassegna stampa MIUR

 

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