Lunedì 25 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 maggio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
   

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
I ragazzi delle medie all’esame in Ateneo 
Ci hanno lavorato per tre anni, guidati dalla loro insegnante, Paola Balducci. Nei giorni scorsi, zainetti in spalla e cuori pieni di coraggio, trentatré alunni della scuola media di Su Planu sono andati all’università (Facoltà di Lingue) a sostenere l’esame di spagnolo insieme a ragazzi delle superiori e studenti universitari. Un’impresa, a prescindere dagli esiti. Che dovrebbero tuttavia andare bene: «Sono andati bene sia agli scritti che agli orali: al 99 per cento lo supereranno», dice l’insegnante. «Finito l’esame sono tornati a scuola e mi hanno detto di averlo trovato facile».
L’esame era quello per ottenere la certificazione linguistica Dele, titolo ufficiale conferito dal ministero spagnolo dell’Educazione: i ragazzi delle seconde hanno sotenuto il livello A1, quelli delle terze, una quindicina, il livello B1, quello richiesto in ingresso da tutte le facoltà per saltare il primo esame di lingua straniera. (m. n.)
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Al riparo dalla legge le mancate bonifiche nell’Isola. E c’è la falla sull’Air-Gun
Ecoreati, norme più rigide ma i disastri restano impuniti
L’inquinamento adesso è un delitto, anche per il codice penale. Ma un avverbio e una falla sembrano minare l’efficacia della nuova legge sugli ecoreati varata dal Senato. Chi inquina deve averlo fatto «abusivamente», così recita la norma: una parola che divide. Secondo i detrattori è un salvacondotto per tanti che distruggono l’ambiente, come le industrie. «Ma i giuristi coi quali ci siamo consultati», dice Roberto Cotti, senatore Cinque Stelle, «ci hanno assicurato che non inficia la bontà della legge. Che, intendiamoci, abbiamo votato solo puntando al meno peggio. L’alternativa era non avere una norma sui reati ambientali». Ma quella che c’è ha almeno un buco: non vieta le ricerche di petrolio sottomarino con la tecnica dell’air-gun, un sistema che devasta l’ecosistema in nome degli idrocarburi. «Hanno prevalso le pressioni delle multinazionali», spiega il deputato di Sel, Michele Piras, «che hanno lavorato sulla maggioranza: tutti gli emendamenti che vietavano le esplosioni sottomarine sono stati bocciati». Inquinamento e air-gun, temi caldi in Sardegna, ammorbata da industrie che non hanno mai effettuato le bonifiche e minacciata dalle multinazionali del petrolio: è in piedi l’iter per la concessione delle prospezioni esplosive nel mare sardo, 20 mila chilometri quadrati a nord ovest dell’Isola.
I PRECEDENTI Un incastro di norme, con il disastro ambientale inventato a colpi di giurisprudenza, spiegano dagli uffici dei carabinieri del Noe, che di veleni sparsi in Sardegna se ne intendono. Con questo avevano a che fare gli inquirenti quando qualcuno devastava l’ambiente. La legge parlava solo, all’articolo 434 del codice penale, di un generico “disastro”: l’ecologia non era un valore da tutelare. In più c’era il traffico illecito di rifiuti, previsto da un’altra legge. Con queste accuse si presenteranno in tribunale a giugno i vertici dell’Eurallumina di Portovesme: imputati per gli sversamenti dei veleni dei fanghi rossi e per aver utilizzato acqua tossica nel 2009. Ed ecco un altro rischio del vecchio sistema: ci si scontrava con prescrizioni veloci ed era considerato un risultato fortunato arrivare a una sentenza di condanna di primo grado prima della scadenza dei termini.
LA LEGGE Dopo vent’anni di promesse, con il voto degli ultimi giorni la musica è cambiata: la legge introduce i nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, i delitti colposi contro l’ambiente, il traffico e l’abbandono di materiale radioattivo, il reato di omessa bonifica e quello di impedimento al controllo. I tempi di prescrizioni raddoppiano e anche le pene sono severe: il disastro ambientale è punito con la reclusione fino a 15 anni.
L’APPLICAZIONE La lista delle bonifiche sarde al ministero dell’Ambiente, mai effettuate, è lunga: riguardano i poli industriali di Portovesme e Sarroch, comprese nell’immensa area avvelenata dei Siti di interesse nazionale, e Porto Torres. Le pratiche si incagliano a causa delle resistenze dei privati, che cercano di giocare al ribasso su spese milionarie, e delle lungaggini burocratiche, dovute anche alla carenza di organico al ministero e in Regione. «Sia chiaro», dice Andrea Deffenu, docente di diritto costituzionale dell’Università di Cagliari, «le norme appena approvate, come tutte quelle penali, non hanno valore retroattivo». Quindi per incorrere nelle sanzioni si deve verificare un nuovo evento inquinante. Gli scenari sarebbero stati assai diversi se la legge fosse stata introdotta quattro o cinque anni fa. Deffenu butta un occhio anche sull’avverbio incriminato, “abusivamente”: «È necessario approfondire, ma a prima vista sembra restringere la fattispecie di reato. Che, per principio generale, deve essere tassativa».
 LEGAMBIENTE «Non è vero che con la parola “abusivamente” si peggiora il testo iniziale, rendendo inapplicabile il reato», sostiene Vincenzo Tiana, di Legambiente, «questa nuova formulazione è stata suggerita da numerosi magistrati che hanno evidenziato la maggiore completezza e ampiezza di questa definizione. E Confindustria è preoccupata».
 LA FALLA AIR-GUN Mentre si attende che la legge sortisca i suoi effetti, c’è già chi dice che parte monca. «L’abbiamo perché è anche il frutto di nostre storiche battaglie», spiega Piras di Sel, «ma la falla sul divieto all’air-gun è pesante. Le multinazionali hanno pressato e tanti colleghi hanno risposto: obbedisco». Anche i Cinque Stelle sono sulla stessa linea, come spiega Cotti: «Il giorno dell’approvazione della legge sugli ecoreati abbiamo depositato una proposta per vietare le ispezioni esplosive. Volevamo lo stop nel testo, ma ci è stato detto: se lo mettete facciamo saltare tutta la legge. Ci sono troppi interessi».
Enrico Fresu
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Un piano contro l’invasione “filippina”
Vogliono coltivarle per difendere la qualità. Di più: per tutelare la vongola nostrana messa in pericolo dall’arsella filippina liberata in laguna, negli anni scorsi, nel tentativo di far crescere produzioni e guadagni. Il “nuovo” Consorzio ittico tenta i rimedi e spera, magari insieme all’Università, di poter invertire la tendenza facendo rifiorire la prelibatissima vongola sarda (la Tapes decussatus ).
«Con l’Università - spiega Giancarlo Scano di Santa Gilla 2000, abbiamo già avviato un progetto sui ricci e speriamo di concretizzare anche questo sulle vongole veraci. È chiaro che se dovesse partire il piano di coltivazione bisognerà incentivare la guardiania per evitare i furti. Raid che già insistono quotidianamente nella nostra laguna ad opera degli abusivi. Chiederemo di nuovo al prefetto di incentivare i controlli con una presenza più massiccia della Forestale». (a. pi.)
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Provincia di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
MONSERRATO
«Rete del gas, una svolta per le famiglie»
La prima fiammella del Bacino 33 è stata accesa sabato. Per l’occasione, alla cantina sociale, sono arrivate le istituzioni. Assente Pigliaru, l’assessore ai Trasporti Massimo Deiana ha rappresentato la Giunta. «Un giorno importante, oltretutto siamo a due passi dalla metropolitana che permette di raggiungere policlinico e università. Stanno arrivando risultati uno dopo l’altro». E il sindaco di Monserrato Gianni Argiolas ha preso la palla al balzo. «Visto che Deiana è assessore ai trasporti gli chiedo di trasportare presto il metano». Perché nella rete del gas viaggia aria propanata, in attesa del prodotto che dovrebbe garantire un servizio migliore. «Gli impianti sono comunque pronti a “ospitare” il metano», ha detto il direttore di Isgas del Bacino 33 Giuseppe Deroma. Che ringrazia i Comuni ma anche «i tecnici, le imprese e i lavoratori». E promette che i disagi per le strade «finiranno il 5 dicembre». Presenti anche i sindaci dei Comuni coinvolti. «Monserrato è stato il primo Comune a chiudere i lavori e ora aspettiamo che il Bacino 33 si completi», ha detto Lella Pulga, sindaco di Quartucciu.
Virginia Saba
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Provincia di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
SESTU. La navetta partirà dalla chiesa di San Gemiliano
Bus per il Policlinico: oggi il test
Prenderà il via il primo giugno il collegamento navetta-metro sincronizzato tra Sestu e il Policlinico. Oggi ci sarà la prima corsa di prova. Lo ha fatto sapere, in una nota, l’assessorato ai Trasporti della Regione che ha anche illustrato i primi dettagli del nuovo servizio.
Questa mattina alle 10, dal Municipio, partirà dunque il primo bus. Alla corsa di prova sarà presente anche lo stesso assessore regionale Massimo Deiana: da via Scipione, poi, la navetta arriverà sino alla fermata della metropolitana, davanti all’ospedale di Monserrato e a pochi passi dalla Cittadella universitaria. «Il servizio navetta», si legge nella nota della Regione, «avrà una frequenza di venti minuti nelle ore di punta, ovvero dalle 7 alle 9, dalle 13 alle 15 e dalle 19 alle 20. E di 40 minuti nel resto della giornata». Per il momento si tratta solo di una sperimentazione ma se, il collegamento avesse il successo di utenze previsto, il servizio potrebbe entrare a regime. «Il pullman dell’azienda regionale trasporti sarà dotato di venti posti», fanno sapere dalla Regione, «e in 35 minuti coprirà l’itinerario, dalla chiesa di San Gemiliano al complesso sanitario monserratino e ritorno, effettuando le fermate intermedie in tutti i quartieri. La linea - conclude la nota - resterà attiva in fase sperimentale sino al 31 luglio».
Francesco Pinna
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Lo studio di Buettner sull’importanza dei rapporti sociali per vivere a lungo
SE L’ISOLA DEL TESORO SIAMO NOI
Il Wall Street Journal racconta la terra dei centenari
C’è un legame fra Villagrande e le altre zone del mondo dove si vive più a lungo.
Anzi, c’è un legume: la dieta ricca di proteine vegetali accomuna le aree a più alto tasso di longevità, cioè la giapponese Okinawa, l’isola greca di Ikaria, la penisola di Nicoya in Costa Rica. E più ancora dei legumi contano i rapporti sociali, il senso di comunità che i grandi vecchi mediterranei, giapponesi e sudamericani hanno respirato e respirano nei loro paesi, con una coesione più preziosa della ricchezza genetica.
È la tesi di Dan Buettner, firma del National Geographic ed esploratore degli stili di vita più sani, che l’aveva già illustrata in un libro e l’altro ieri l’ha esposta sul Wall Street Journal. L’articolo getta un fascio di luce accattivante sulla Sardegna e fra venerdì e ieri ha scatenato una ridda di commenti sul sito del quotidiano (oltre due milioni di copie stampate e 350mila copie digitali diffuse). “In un gruppo di paesini imbiancati sulle montagne dell’isola italiana di Sardegna - questo l’incipit - ci sono 21 centenari su una popolazione di 10mila abitanti. Solo quattro su 10mila americani raggiungono il traguardo dei cento anni. E allora che cosa sanno i sardi che la nostra società, ossessionata da diete e benessere, non sa?”. Buettner racconta di aver visitato il mese scorso “l’epicentro della longevità” con due ricercatori dell’Università di Sassari, il medico Gianni Pes e il genetista Paolo Francalacci, e il demografo belga Michel Poulain: “Negli ultimi 11 anni abbiamo studiato quelle che chiamiamo blue zones , posti dove la gente ha l’esistenza più lunga e il più basso tasso di malattie croniche”. L’ipotesi di partenza era che ci fosse una chiave genetica per spiegare le lunghe vite delle zone blu , eppure i marker associati a cause di mortalità come tumori e problemi cardiovascolari “non divergono significativamente” dagli standard.
Poi una ricerca dell’Università del Minnesota, prosegue Buettner, ha fornito un punto di vista diverso, basato sull’analisi delle abitudini alimentari “blu” negli ultimi secoli. Il risultato è che il consumo di carne infrequente, legato a occasioni celebrative, l’ampia disponibilità di frutta e verdura fresche e a basso costo e appunto il consumo di legumi (fave in Sardegna, lenticchie in Grecia, fagioli in Costa Rica e soia a Okinawa) contribuiscono a far vivere di più e meglio.
Ma è la “dieta immateriale” a contribuire in misura altrettanto e forse più significativa. Quel pane cotto in casa che affascina il ricercatore statunitense non è solo meno carico glicemicamente e la sua preparazione non comporta solo una certa attività fisica, ma soprattutto un’occasione per socializzare.
Esattamente come l’incrociare a ogni passo un compaesano, bere un bicchiere di “homemade Cannonau wine” con gli amici o cominciare la giornata chiacchierando davanti a un caffè: “Una mano lava l’altra - spiega il Wall Street Journal citando Salvatore Pinna, 94 anni di Mores - e tutte e due lavano la faccia”. Soprattutto quella rugosa ma serena di chi è invecchiato nel posto giusto.
Celestino Tabasso
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Provincia Medio Camp (Pagina 19 - Edizione CA)
SANLURI. Nuovo regolamento
Centro storico: con il Piano edifici più belli
«Non solo servizi e progetti in comune, ora anche le caratteristiche esterne delle case diventano simili: stessi colori, stessi infissi, recinzioni, tegole e quant’altro. Esteticamente più gradevoli e più funzionali». Il sindaco, Alessandro Collu, riassume le novità del Piano particolareggiato del centro storico di Sanluri, portato avanti in collaborazione con i paesi della Marmilla, sotto la guida del dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari. «Il progetto - spiega Collu - è pronto. A breve sarà consegnato alla Regione, sperando in un giudizio positivo. Una volta approvato, sarà di grande aiuto ai cittadini, non più obbligati a rivolgersi alla tutela del paesaggio di Oristano per qualsiasi modifica alla loro abitazione: basta una richiesta in Comune». Il Piano, che abbraccia una superficie di 16 ettari, curato dall’Ufficio tecnico e coordinato dal responsabile Ignazio Pittiu, pone fine agli interventi a casaccio, spesso dettati dall’urgenza, dall’approssimazione, dalla voglia di cambiare, di ammodernare. A ciascuna costruzione è stata associata una scheda con la descrizione dei dati storici e catastali, delle modifiche, ristrutturazioni ed ampliamenti. A giorni il Comune provvederà ad aprire uno sportello informativo. «Ogni norma tiene conto dell’insieme degli interventi, così da disegnare quartieri simili in tutta la Marmilla e riportare la gente nei centri storici. Il nostro è il più grande dell’Isola, dopo le grandi città». Ricorda l’imperativo per i privati e per la pubblica amministrazione: «Più si estende la tutela e più si ha la possibilità di conservare la memoria storica». (s.r.)
 
 
8 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Da oggi ad Alghero il simposio sui rischi del fuoco
Esperti mondiali di antincendio
Per una settimana, da oggi al 29 maggio, i maggiori esperti della comunità scientifica internazionale si incontreranno ad Alghero per un confronto sulla lotta agli incendi. È la seconda edizione della Conferenza internazionale sui rischi e comportamenti del fuoco: all’hotel Catalunya si alterneranno relatori di grande competenza, provenienti da tutto il mondo.
Due gli eventi collaterali: oggi il primo, sul progetto di ricerca Wuiwatch, finanziato dall’Unione europea, per condividere approcci, metodi, protocolli, legislazione e strumenti di studio e gestione degli incendi nelle aree urbano-rurali. Il secondo, mercoledì 27, è una tavola rotonda sulla comunicazione del rischio ambientale. «Tre eventi internazionali ai massimi livelli», dichiara l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano, che interverrà al dibattito in programma domattina: «Un’occasione di confronto importantissima per supportare azioni nell’interesse dell’ambiente. La Sardegna dimostra di essere ancora una volta fra le regioni più attive a livello europeo nell’impegno scientifico e operativo contro gli incendi».
Strategie innovative contro il fuoco, relazioni tra clima e incendi: sono solo alcuni dei temi che tratterà la Conferenza internazionale, organizzata dall’Università di Sassari, dall’Istituto di biometeorologia del Cnr di Sassari e dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici. Fra i principali relatori, tre dei più autorevoli ricercatori del settore: Mark Finney e Dave Calkin, dello Usda forest service del Montana (Usa), e Emilio Chuvieco, dell’Università di Alcalà (Spagna).
 
 
9 - L’UNIONE SARDA di lunedì 25 maggio 2015 / Provincia di Nuoro (Pagina 22 - Edizione CA)
NUORO. Nel parco laboratori di archeologia sperimentale, coinvolti studenti di Siniscola
Tanca Manna, visitatori alla scoperta del pane nuragico
È un viaggio nel tempo che approda al Bronzo medio, quando Tanca Manna è porzione di vita, non solo come ora di storia nuragica. «Facciamo pane non lievitato, utilizzando farina integrale e combinandola con ingredienti e spezie in uso nel Bronzo medio: sale, uvetta, miele, timo, rosmarino», spiega Marco Benotti, archeologo dell’università di Bologna tornato ieri a Nuoro. Il pane prende forma dentro il forno, sotto gli occhi di Luca Doro e Sabrina Marongiu che studia all’Itc Oggiano di Siniscola. Il pane sta sopra una teglia di ceramica. «L’abbiamo ricostruita sulla base dei ritrovamenti fatti qui durante lo scavo, si tratta di un’attività scientifica che riproduce sul campo le stesse tecniche di allora», spiega Paolo Bonometti, archeologo bresciano dell’università di Bologna. Ha fatto gli scavi un anno fa, è tornato, con spirito da volontariato, a raccontare ai nuoresi i tesori custoditi in casa, tra le pietre di Tanca Manna. «Da un punto di vista scientifico è realtà molto interessante. Sta dentro la città, per questo deve diventare un punto d’attrazione turistica». Demis Murgia, archeologo nuorese che sovrintende alle giornate di archeologia sperimentale, iniziate sabato e concluse ieri, mostra la lavorazione della ceramica. Fondamentale il grande forno in pietra, realizzato dalle mani abili di Elias Mura. «A Tanca Manna - spiega Murgia - abbiamo trovato solo frammenti di piastre per la cottura del pane. La ricetta è ricostruita grazie ai reperti trovati a Orroli. Il passato va legato al presente: per questo proponiamo anche i lavori di artigiani ed esperti biologici. C’è continuità grazie a intelletto e manualità». Gianmario Buffoni di Sassari e Daniele Chessa di Ozieri, giovani archeologi, riproducono le ceramiche preistoriche con la cottura nel fuoco dell’argilla. Lorenzo Sanna (associazione Biosardinia) mostra le semenze d’una volta: broccolo di montagna, cavolo di Gavoi, pomodorini di Mamoiada. Ricerca, sperimentazione, entusiasmo. «È una bella esperienza», commentano gli studenti di terza e quarta dell’Itc di Siniscola (sezione turismo) mentre i visitatori firmano soddisfatti il registro. ( m. o. )
 
 

LA NUOVA SARDEGNA 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 25 maggio 2015 / Nuoro - Edizione Nazionale
I risultati di uno studio dell’Ente foreste presentato al Maggio universitario
I siti di Lanaittu e Gorropu attirano 45mila turisti
In cima alle presenze i sardi, seguiti da tedeschi, francesi e svizzeri
di Stefania Vatieri
NUORO Un tuffo nel verde più selvaggio. Con un patrimonio di boschi e foreste di oltre mille e duecento ettari, tra alberi secolari, parchi e zone protette, la Sardegna si conferma la regione più verde d’Italia. Una ricchezza fino ad oggi sottovalutata e relegata negli angoli più bui della programmazione turistica regionale, orientata alla valorizzazione delle aree costiere. È da qui che prende il via il quinto appuntamento organizzato dagli studenti forestali dell’Ausf, nell’ambito del Maggio universitario nuorese dal titolo: «Il contributo dell’Ente foreste della Sardegna alla valorizzazione turistico -ricreativa delle aree gestite e delle Rete Natura 2000». Sono circa 220 mila gli ettari gestiti dall’Ente Foreste che attraverso specifiche azioni per la valorizzazione del territorio e con il coinvolgimento anche di soggetti privati, si pongono come promotori di un turismo alternativo ed eco- sostenibile. «L’isola ha quindi tutte le carte in regola per poter pensare a un concreto piano di rilancio delle zone interne» spiega durante l’incontro Antonio Casula, direttore generale Ente Foreste Sardegna, tesi sostenuta e avvalorata anche da numeri e dati, emersi durante una ricerca svolta nel 2011 dall’Ente Foreste sardo che per un intero anno solare (da febbraio 2011 a febbraio 2012) ha monitorato i flussi turistici in dieci foreste demaniali della Sardegna, aree che ricadano nella rete Natura 2000 con le zone di protezione speciale, Zps, e siti d’importanza comunitaria, Sic. Le aree sottoposte ad indagine, che occupano una superficie di circa 41 mila ettari, ricadono all’interno dei complessi forestali del Goceano, Supramonte, Supramonte Ogliastrino, Montarbu, Parchi, Limbara e Barigadu. E attraverso un’analisi mediante il conteggio diretto e continuo degli ingressi in corrispondenza degli accessi principali e una stima degli ingressi da zone secondarie è stato possibile ottenere una panoramica dell’entità turistica, della sua fruizione e una indicazione sui giudizi relativi alle infrastrutture presenti e ai servizi. Lo studio, unico in Italia, ha fatto emergere una forte presenza turistica nelle aree forestali dell’isola prese in esame, con oltre 150 mila turisti distribuiti variabilmente nelle varie zone monitorate. Medaglia d’oro quindi al sito forestale Settefratelli, (Burcei, Sinnai, San Vito) con oltre 30 mila presenze e al sito di Lanaittu ( Oliena e Dorgali) 27 mila presenze, ma è senz’altro Gorropu la località che vanta il più alto record di presenze, ben 18 mila, «a conferma del grande potere attrattivo che la storia e la cultura sarda sono capaci di generare» commenta Dionigi Secci tecnico della direzione generale Ente Foreste Sardegna. Ma che tipo di turista si inoltra nelle foreste della Sardegna più selvaggia? I dati riferiscono che i maggiori visitatori sono proprio i sardi, seguiti dai turisti tedeschi, francesi e svizzeri, che nelle fascia oraria di punta tra le 8 e le 14, si avventurano nei siti per una rapida esplorazione, dovuta probabilmente alla scarsità di servizi offerti e dalla mancata conoscenza dei punti di interesse. Ma un piccolo passo in avanti è stato fatto con il ripristino da parte dell’Ente Foreste sardo di oltre 600 chilometri di sentieri che prevede inoltre la messa in opera della segnaletica con lo scopo quindi di migliorare la fruizione dell’area soprattutto da parte del turista “fai da te”.
 
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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Questionario e social

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