Martedì 19 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 maggio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Esteri (Pagina 8 - Edizione CA)
SVEZIA. Il pressing del governo
Multa alle aziende senza donne manager
STOCCOLMA La Svezia fa sul serio e minaccia penalizzazioni e multe nei confronti delle aziende che continuano a impedire alle donne di accedere ai posti di comando. Il governo di Stoccolma intende usare il pugno duro per costringere le imprese del Paese a inserire nei consigli di amministrazione e nei posti di potere più alte percentuali di donne.
Ora il ministro della Giustizia Morgan Johansson è sceso nel concreto e non solo ha sventolato la proposta di legge che prevede quote pari al 40% delle presenze femminili nei board delle imprese, ma ha anche fatto cenno a un sistema di sanzioni.
In Svezia le nuove misure «minacciate» giungono in un momento in cui studi nazionali dimostrano come si sia fermato agli anni Novanta il trend che vedeva sempre più donne promosse ai ruoli chiave. Esempi si possono trovare nel parlamento dove per due elezioni consecutive sono cresciuti gli eletti a scapito delle elette, o nelle aziende nelle quali i tre quarti delle figure apicali sono uomini o ancora nelle Università dove solo il 23% dei professori sono donne. E lo stipendio di una donna è di media il 93% di quello di un uomo.
Il problema comunque resta non solo in Svezia. Uno studio del Credit Suisse ha dato una risposta a sorpresa eleggendo l'Italia all'avanguardia nel continente con oltre il 23% di presenza femminile nei ruoli apicali: negli altri Paesi europei si viaggia ben al di sotto.
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
RACCONTI DI DONNE
La Biblioteca universitaria, in collaborazione con il Centro di documentazione e studi delle donne, propone la presentazione del libro “Racconti di donne. Relazioni tra le generazioni”. Interverranno Annalisa Diaz, Giovanna Caltagirone, Ester Gessa, Patrizia Manduchi e Maria Paola Masala. Appuntamento domani alle 17 alla Biblioteca universitaria (via Università 32).
 
 

 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
AGENDA
Stereotipi e pregiudizi di italiani e inglesi svelati da due studiosi oggi al Manàmanà
Lo sapevate che a battezzare le Dolomiti sono stati gli inglesi? E che loro sono sani come pulci, mentre noi italiani, lo siamo come pesci? A farci conoscere l'Italia e l'Inghilterra, attraverso i modi di dire, sono due docenti universitari, Laura Tosi e Peter Hunt, autori di “As Fit as Fish”. Appuntamento oggi alle 18 al Manàmanà (Piazza Savoia, Cagliari). L'incontro è promosso dall'associazione Italia-Inghilterra.
 
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
Agenda
IL SOSIA. DIVENTARE UN ALTRO
Ultimo appuntamento, oggi alle 18, con “Parole simboli narrazioni, tra scritture e neuroscienze”. Partendo dal romanzo “Vita e morte di Ludovico Lauter” di Alessandro De Roma si affronterà il tema del sosia, del doppio. Con lo scrittore, il neuroscienziato Gian Luigi Gessa. L'incontro si tiene nella sala polifunzionale del parco di Monte Claro, Cagliari.


 

 
 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
Agenda
RACCONTI DI DONNE TRA GENERAZIONI Domani, alle 17, nella Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria di Cagliari, sarà presentato il libro che contiene i risultati del concorso letterario: “Racconti di donne - relazioni fra le generazioni”. Introduce Annalisa Diaz del Centro di documentazione e studi delle donne. Coordina Giovanna Caltagirone, presidente della giuria del concorso. Intervengono Ester Gessa, direttrice della Biblioteca Universitaria, Patrizia Manduchi, editrice e Nora Racugno del Centro di documentazione. Il libro sarà presentato dalla giornalista Maria Paola Masala.


 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Cultura (Pagina 37 - Edizione CA)
Muda
In Marmilla si scava ai piedi del castello di Eleonora, alla ricerca di un passato che conduce sino al periodo giudicale. Si scava sotto terra e nei documenti di cinque secoli fa. E si recuperano momenti di vita quotidiana del Medioevo con costumi e armi di allora. La regia è del “Muda”, museo multimediale del Regno d'Arborea di Las Plassas, che propone tante iniziative fra storia, ricerca e promozione del territorio.
I professori Charles French dell'Università di Cambridge, Rita Melis dell'ateneo cagliaritano e Federica Sulas dell'Isem Cnr proseguiranno sino a domani con i campionamenti e le trivellazioni geoarcheologiche per il progetto “Sa Massaria”. Si indaga sulle pratiche agricole del passato. Anche del periodo giudicale quando il castello di Marmilla controllava l'economia del territorio. Per poi valorizzare i saperi locali di oggi. Nell'ambito del progetto domani alle 17 nel “Muda” i ricercatori Rita Ara e Giovanni Serreli esporranno i risultati della ricerca degli atti notarili in Marmilla fra 1500 e 1600: in particolare i testamenti e inventari di Donna Eleonora Zapata, feudataria di Las Plassas. Weekend con “Amore e guerra nel medioevo”: sabato alle 17 i figuranti della Compagnia d'Armi Medioevali; alle 18 convegno sul Medioevo militare nell'età giudicale e alle 19 presentazione di abiti medioevali. Domenica alle 19 lo spettacolo “Adelasia di Torres” dei Figli d'Arte Medas.
Antonio Pintori


 
 
7 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
LA SENTENZA. Un curatore per la cooperativa, a lungo punto di riferimento degli studenti
FALLITA LA CUEC MA NON CHIUDE
La casa editrice era stata ceduta come ramo d'azienda
È stato per anni il punto di riferimento per generazioni di studenti, oltre che dell'intero mondo della cultura e dell'editoria cagliaritane. Ora, dopo un lungo contenzioso, il Tribunale ha dichiarato il fallimento della Cuec. Nata nel 1974, la Cooperativa universitaria editrice cagliaritana (Cuec, appunto) è stata affidata al curatore Renato Ponticelli, mentre il giudice Vincenzo Amato è stato delegato a sovrintendere alla procedura per la tutela dei creditori che dovessero presentarsi.
 LA SENTENZA A dichiarare il fallimento della Cuec è stato il collegio civile presieduto da Maria Mura (a latere il giudice Andrea Bernardino e lo stesso Vincenzo Amato), a seguito di un'istanza presentata dall'ex dipendente Alberta Zancudi, tutelata dall'avvocato Francesca Corda. Zancudi vanta stipendi non pagati e liquidazione per 56.788 euro.
 LA DECISIONE Secondo i giudici, la cooperativa verserebbe in uno stato di insolvenza che si sarebbe «manifestato, in particolare, con il mancato pagamento della creditrice, rimasto sostanzialmente ingiustificato anche in relazione all'estensione temporale dell'inadempimento e l'esito infruttuoso della procedura di espropriazione». Da anni, infatti, l'ex dipendente non riuscirebbe a farsi saldare il dovuto.
 L'ISTANZA DI FALLIMENTO Assunta nel 2000, Zancudi ha lavorato alla libreria Cuec per dodici anni sino a quando non ha rassegnato le dimissioni. La situazione sarebbe precipitata nel 2010: nei due anni successivi sono stati corrisposti solo un terzo degli stipendi (11.395 euro al fronte di 30 mila euro dovuti). Da qui le dimissioni e il credito che, col Tfr, ha superato i 50 mila euro.
 LA CRISI «Non emerge», proseguono i giudici, «che la società disponga di elementi attivi del patrimonio sociale che consentano di assicurare, nel complesso, il tempestivo, fisiologico e integrale soddisfacimento dei creditori». La Cuec, assistita dall'avvocato Roberto Pala, avrebbe anche disatteso l'ordine del giudice di depositare, oltre che i bilanci degli ultimi tre anni, anche la situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata.
 IL FALLIMENTO Affidata la Cuec al curatore con la sentenza di fallimento, il Tribunale ha stabilito che il 19 ottobre le parti tornino davanti al giudice Amato per la valutazione dello stato passivo. Quel giorno, se dovessero presentarsi anche altri soggetti, si conoscerà realmente l'ammontare dei debiti.
 IL MARCHIO CUEC La casa editrice resta: cinque anni fa, il 14 ottobre 2010, la Cuec (presieduta da Mario Argiolas) avrebbe comunque ceduto il ramo d'azienda del settore editoria alla cooperativa Nova Media arl, amministrata da Carmen Pittalis (già socia lavoratrice della stessa Cuec). Per questa ragione la casa editrice potrebbe proseguire l'attività nonostante il fallimento.
 LA STORIA Fondata da un gruppo di universitari del movimento studentesco, in questi quarant'anni la Cuec è stata un punto di riferimento della cultura, dando vita a una casa editrice che ha valorizzato la produzione scientifica e letteraria sarda.
Francesco Pinna
 
 

 
 
8 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione OR)
Sassari
Orto botanico intitolato alla mamma di Calvino
Un piccolo orto botanico intitolato a Evelina Mameli Calvino, madre di Italo Calvino e una delle prime esperte di botanica in Italia. Nei giorni scorsi, Sassari le ha dedicato i giardini pubblici di via Tavolara, in ricordo della sua esperienza nella cattedra di botanica dell'Università di Cagliari e per la direzione dell'orto botanico. «Sono grato al Garden club Sassari per aver realizzato questo piccolo sogno - ha detto il sindaco Nicola Sanna - questa è la prima delle intitolazioni che faremo nei giardini storici della città». La decisione è stata presa dalla commissione toponomastica insieme all'associazione Garden club.
Il giardino tra via Tavolara, via Angioy, viale Mancini e corso Margherita di Savoia è ormai un vero e proprio orto botanico. «Fondamentale - ha detto Sanna - per rinnovare la conoscenza di quest'area». Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti della Regione. ( a. br. )
 
 
 
9 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione OR)
Sassari
All'Ateneo Roma 3 una sassarese sul podio
Ha vinto il concorso nazionale della Società per la Storia del Servizio Sociale, premiata per la migliore tesi di laurea proprio sulla storia del servizio sociale. Angela Laconi, sassarese e laureata nell'ateneo turritano, riceverà questa sera il primo premio nell'Università di Roma Tre. Per la prima volta, dopo 18 edizioni, il premio viene assegnato a una ragazza sarda con tesi discussa nell'isola. “Apprendimento e cambiamento, l'esperienza del tirocinio nel corso di studio triennale in Servizio sociale ad indirizzo europeo dell'Università di Sassari”, titolo dell'elaborato, è stato votato all'unanimità dalla giuria.
«Ripercorre lo sviluppo storico del servizio sociale e la nascita delle scuole italiane, un argomento ricco di spunti» hanno scritto gli esperti nella motivazione. La ricerca indaga sui fattori che favoriscono od ostacolano la riuscita di un buon tirocinio, anche attraverso l'esperienza del Laboratorio Foist dell'Università di Sassari.  a. br.)
 
 
 
 
10 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 maggio 2015 / Economia (Pagina 9 - Edizione CA)
Il tasso effettivo medio applicato alle aziende regionali è il 7,84% con punte del 9,07 a Olbia
ACCESSO AL CREDITO: MAGLIE STRETTE
Nel 2014 in Sardegna i prestiti agli artigiani sono calati dell'1,6%
Le maglie per l'accesso al credito, troppo strette, continuano a frenare tanti imprenditori che vorrebbero investire. Tra dicembre 2013 e lo stesso periodo dell'anno scorso, i prestiti al comparto artigiano sono diminuiti del 3,8% a livello nazionale, attestandosi a 47 miliardi e 550mila euro, e calati dell'1,6% in Sardegna con 899 milioni. Le imprese artigiane costituiscono quasi il 25% dell'intero sistema produttivo regionale, ma i finanziamenti destinati a questo settore rappresentano appena il 7,4% dei 12 miliardi e 940mila euro totali.
La fotografia emerge da un'elaborazione dell'Ufficio Studi di Confartigianato, su dati Banca d'Italia e Artigiancassa, riferiti alla fine del 2013 e allo stesso periodo del 2014. L'argomento è stato al centro del convegno sul tema “La piccola impresa e la necessità di sostegno finanziario: il ruolo dei Confidi, delle Banche, della Regione”, promosso ieri a Cagliari da Confartigianato Imprese Sardegna. «Dai dati del nostro osservatorio», ha chiarito Maria Carmela Folchetti, presidente regionale di Confartigianato imprese, «emerge che in Sardegna dei 12 miliardi di finanziamenti riservati a tutto il sistema produttivo, sono stati destinati meno di 900 milioni alle imprese artigiane. Le nostre aziende non hanno necessità di grandi somme, ma di cifre piccole che però sono fondamentali per la sopravvivenza di tante attività. Riteniamo che i consorzi fidi, vicini alle associazioni di categoria, abbiamo un ruolo strategico nel favorire l'accesso al credito delle piccole imprese».
Il tasso attivo effettivo sul costo del credito rilevato in Sardegna è stato del 7,84%. A livello provinciale, il primato negativo spetta all'area di Olbia-Tempio (9,07%). Seguono l'Ogliastra (8,80), Carbonia - Iglesias (8,17), Nuoro (7,86), Medio Campidano (7,70), Sassari (7,58), Cagliari (7,48) e Oristano (7,30).
Per quanto riguarda la consistenza dei prestiti alle imprese artigiane nel 2014 e la variazione rispetto al 2013 sono risultati 32 milioni di euro in Ogliastra (-4,2%), 80 milioni a Oristano (-3), 243 milioni a Cagliari (-2,5), 49 milioni a Carbonia-Iglesias (-2,1), 108 milioni a Nuoro (-2), 181 milioni a Sassari (-0,6), 46 milioni al Medio Campidano (-0,2) e 160 milioni a Olbia - Tempio (-0,1). «La situazione è complessa», ammette l'assessore regionale al Bilancio, Raffaele Paci, «ma stiamo facendo il possibile per favorire l'accesso al credito delle imprese. Stiamo intervenendo con il Fondo unico di contribuzione ai confidi, per cui è iniziato l'iter in Consiglio regionale e abbiamo modificato le norme di attuazione del Fondo di garanzia della Sfirs, rendendo l'accesso più agevole ai consorzi fidi».
Il direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, ieri in rappresentanza dell'Abi come presidente della Commissione regionale , spiega che «i dati sono negativi, ma lo sono per l'economia complessiva dell'Isola. Non è dando un po' di credito che risolviamo i problemi. Si deve discutere un po' meno e tutti insieme rimboccarci le maniche e fare sistema». All'iniziativa, hanno partecipato anche Riccardo De Lisa (docente di Economia degli intermediari finanziari all'Università di Cagliari), Federica Ricci (della Federazione nazionale dei confidi artigiani) e Stefano Pigolotti (direttore generale Sdl centrostudi).
Eleonora Bullegas
 


LA NUOVA SARDEGNA 

11 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 maggio 2015 / Sassari - Pagina 30
Il riconoscimento per la tesi sulla storia del Servizio sociale. È la prima volta per un ateneo sardo
Premio nazionale a una laureata sassarese
SASSARI Una laureata all’Università di Sassari riceverà oggi a Roma il premio per la migliore tesi di laurea sulla Storia del Servizio sociale. É la prima volta che il riconoscimento viene assegnato a una laureata di un ateneo sardo e una occasione rara - in 18 edizioni - che il premio arriva a una Università del sud. Angela Laconi riceverà il premio questa sera, alle 17, nell’aula “Volpi” dell’Università Roma Tre, nell’ambito del seminario di studi «La storia del Servizio sociale italiano. Il tirocinio professionale: riflessioni e ipotesi di ricerca storica», promosso dalla Sostoss. Angela Laconi ha conseguito il titolo all'Università di Sassari e il suo lavoro ha interessato in modo particolare la commissione che -alla fine delle valutazioni - ha deciso di assegnarle il prestigioso premio. L’iniziativa è promossa e finanziata dall'Ordine degli Assistenti Sociali. È la prima volta in 18 edizioni che il premio viene riconosciuto a una studentessa che ha discusso la tesi in un ateneo sardo. La tesi di laurea magistrale dal titolo «Apprendimento e cambiamento, l'esperienza del tirocinio nel corso di studio triennale in Servizio Sociale ad Indirizzo Europeo dell'Università di Sassari» - svolta con la supervisione del professor Stefano Chessa e della professoressa Casu - è stata giudicata all'unanimità vincitrice perché «ripercorre lo sviluppo storico del Servizio sociale e in particolare la nascita delle scuole di Servizio sociale italiane, argomento ricco di spunti riflessivi. La ricerca infatti indaga i fattori che favoriscono o ostacolano la riuscita di un buon tirocinio attraverso la descrizione e l'approfondimento delle dinamiche di apprendimento attraverso l'esperienza del Laboratorio Foist dell'Università di Sassari». L’importanza del premio è sottolineata non solo dal numero delle edizioni (ormai diciotto) ma anche dall’attenzione che l’iniziativa riscuote a livello nazionale. Il tema del Servizio sociale, tra l’altro, è particolarmente seguito e riveste grande importanza nelle realtà meridionali. La tesi della laureata all’Università di Sassari è stata votata all’unanimità, e questo conferma la validità del lavoro che ha messo d’accordo tutti i giurati, senza alcuna esitazione. Rilevante anche il fatto che per la prima volta il premio del concorso nazionale venga assegnato a una laureata di un ateneo sardo, e una delle rare volte che approva in una delle università del sud.
 
 
 

12 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 maggio 2015 / Cagliari 24 ore Pagina 9
la crisi dell’editoria libraria
La Cuec fallisce per un debito di appena 56mila euro
CAGLIARI È sempre più crisi nel mondo dell’editoria libraria: la Cuec, storica cooperativa universitaria nata e cresciuta negli anni settanta, è stata dichiarata fallita dal tribunale fallimentare presieduto da Maria Mura. Motivo della decisione uno stato di insolvenza legato ai debiti maturati nei confronti di una dipendente - Alberta Zancudi, patrocinata dall’avvocato Francesca Corda - che ha lavorato negli ultimi tre anni, fino al 2014, alla sede di Sa Duchessa senza ricevere stipendi e tredicesime. Come dire che la storia della Cuec si conclude per un debito di 56.788 euro che il presidente della cooperativa Mario Argiolas non è riuscito a onorare malgrado la sequenza di solleciti e ingiunzioni incassati negli ultimi anni di attività. Sul piano legale la vicenda andrà avanti ancora per mesi perché il tribunale, dopo aver ordinato alla società fallita di depositare bilanci e scritture contabili, ha incaricato un curatore fallimentare di inventariare il patrimonio della casa editrice per valutare, all’udienza sullo stato passivo fissata per il prossimo 19 ottobre davanti al giudice Vincenzo Amato, se i creditori - in questo caso uno solo - possano recuperare almeno in parte il proprio credito. E’ solo una speranza, perché è già il giudice estensore a scrivere nella sentenza che non risulta alcun valore patrimoniale sufficiente a coprire il debito maturato. Per l’editoria della Sardegna il fallimento della Cuec non è certo una buona notizia. Nata nel 1974 come casa editrice di riferimento per il Movimento studentesco, la cooperativa si era trasferita da un’aula della facoltà cagliaritana di Lettere a un locale esterno, costruito come portineria. Ed è in quei pochi metri quadrati che nell’arco di oltre quarant’anni la Cuec ha operato con alterne fortune sia nell’attività di editrice che nel commercio di libri. La vicinanza con l'Università ha consentito alla Cuec di diventare la casa editrice di riferimento per le pubblicazioni scientifiche in Sardegna e a Cagliari. Con gli anni la Cuec è riuscita a gestire l' intera filiera del libro: dalla progettazione alla stampa, fino alla vendita. Numerosi gli scrittori e gli intellettuali che nel corso degli anni hanno pubblicato con Cuec, fra questi anche Antonio Segni. Fallita la cooperativa storica, il marchio Cuec dovrebbe però sopravvivere in un’altra società fondata da Mario Argiolas. (m.l)



 

13 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 7
Confronto con Trentino, Friuli, Sicilia, Valle d’Aosta, Province di Trento e Bolzano
Ganau: le contrapposizioni sono solo inutili, è con lo Stato che dobbiamo trattare
Regioni a statuto speciale: «Non siamo privilegiate»
CAGLIARI Le Regioni speciali fanno quadrato, replicano alle critiche comprese quelle più feroci e rilanciano: «Sbaglia chi pensa all’autonomia come a un privilegio e soprattutto chi lo fa commette un errore: rafforza la voracità dello Stato». Con una riforma costituzionale alle porte, è questo il significato politico del vertice a Cagliari fra i presidenti del Consiglio di Sardegna, Trentino, Sicilia, Friuli e Valle d’Aosta, più le Province di Trento e Bolzano. Tutti intorno allo stesso tavolo per spazzare via gli avvoltoi che si aggirano sulle Speciali. «Questi attacchi continui – ha detto Gianfranco Ganau – non fanno che indebolire l’intero sistema delle Regioni e finiscono per dare ancora più spazio a quanti auspicano che ci sia un rapporto diretto fra Governo e Comuni, ma questo i cittadini non lo vogliono». Per il coordinatore del tavolo, il presidente Franco Iacop del Friuli: «In sè la specialità non porta privilegi, ma significa esperienza e competenza nell’erogare servizi. Siamo un valore aggiunto, un modello da seguire». L’importante è che non sprechino: sarebbe un suicidio. Perché in una stagione dove lo Stato vuole riprendersi tutto o comunque molto è Giordano Fazio, portavoce della Sicilia, a ricordare: «Gran parte dei nostri Statuti sono reali solo sulla carta e tanto deve essere ancora attuato». Anzi, sulle Speciali sono state scaricate competenze che poi si sono dovute pagare. «È questo uno dei grandi problemi irrisolti – ha sottolineato Marco Vierin della Valle d’Aosta – sulle finanze spesso lo Stato continua a fare quello che vuole». Con in più questo handicap: le commissioni paritetiche, che dovrebbero essere la cabina di regia dell’automomia, «funzionano a singhiozzo», ha ribadito Roberto Brizzo, vicepresidente di Bolzano. La verità è che lo Stato fa spesso il doppio gioco: pare generoso, poi «è velocissimo a riprendersi quello che ti ha dato». Per questo è indispensabile il fronte unico delle Regioni: «Non devono esserci contrapposizioni. Sarebbe una guerra fra poveri», ha aggiunto Chiara Avanzo, presidente del Consiglio del Trentino. Il blocco vuole ritornare a essere granitico e fra un mese, alla conferenza dei presidenti, le Speciali presenteranno un documento che «non è la solita rivendicazione, ma riconferma che gli Statuti non si toccano (e la riforma Renzi non li metterebbe in discussione) e anzi vanno attuati fino all’ultimo articolo». Per chiudere il vertice con una certezza: «Siamo un patrimonio e le altre Regioni dovrebbero prendere esempio da noi». Invece di alzare polveroni. (ua)
 
 
 

14 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 maggio 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
“Lectio magistralis” di Remo Bodei al Festival della filosofia
Conflitti nel mondo
Le radici dell’odio
di Roberta Sanna
CAGLIARI Con Remo Bodei, in conversazione con Elisabetta Cattanei, si è chiusa domenica al Teatro Massimo l’edizione 2015 del Festival di Filosofia, incentrato sul tema “L’infinito fratricidio – Capire il male: storia, memoria, catarsi”, con diversi appuntamenti con studiosi e uomini di spettacolo: da Franco Cardini a Moni Ovadia a Bodei. Quest’ultimo cagliaritano, professore di Filosofia alla University of California di Los Angeles, che ha dedicato le sue ricerche all’idealismo classico tedesco, all’età romantica, all’estetica ed al pensiero utopico, abbiamo chiesto di riferire ai tempi attuali alcuni temi affrontati nella sua “lectio magistralis”, come la tragedia e il conflitto, a cominciare dal dolore. «Mentre nella Grecia e nella Roma antica si pensava che sopportare il dolore fosse segno di animo nobile – così ha spiegato il filosofo sardo – il problema oggi è percepito diversamente: si cerca di non provarlo. A quello rappresentato, e ne vediamo tanto nei telegiornali, si fa il callo. Ci siamo abituati a non sentirlo, soprattutto il dolore degli altri. In quanto a quello personale oggi si cerca per esempio di lenire la sofferenza fisica, e dimenticare quella psichica con i farmaci, che dovrebbero tenerci l’animo calmo e aiutarci a non soffrire. La ricerca degli stoici ed epicurei era di trovare nella filosofia una zona di pace rispetto ai problemi del mondo. È una parte del “De rerum natura” di Lucrezio: “È bello guardare dalla riva il naufragio degli altri…”, non perché ci faccia piacere che gli altri naufraghino o che vengano uccisi in guerra, ma perché noi siamo al sicuro. E quindi c’è una tendenza diffusa dall’antichità ad oggi di mettersi come spettatori del travaglio e della morte altrui, finché non si è toccati. La funzione del teatro e della lettura è questa: vedo o leggo delle cose in cui per fortuna non sono coinvolto, se no non potrei goderne». L’interrogativo sul che fare si pone però quando i naufragi avvengono sulle nostre coste. «Innanzitutto – chiarisce Bodei – con la comprensione di questi fenomeni, e del fatto che non viviamo più isolati. In un mondo globalizzato si risentono i contraccolpi di ciò che succede altrove, quindi il nostro non è più un mondo chiuso, ma aperto. Per quanto riguarda l’immigrazione, senza essere buonisti, bisogna capire che questi fenomeni non vanno semplicemente accettati, ma governati, perché per ora non si può fare diversamente. Sarebbe stato tutto diverso se non avessimo fatto tanti errori prima, provocando guerre inutili, e invece avessimo fatto crescere, per esempio, l’Africa, dove, fra l’altro, ci sono già dieci Paesi con un quoziente di crescita molto superiore a quello italiano. Se si vuol fermare il fenomeno bisogna fare uno sforzo enorme per dare sicurezza e lavoro in quei Paesi, quindi bloccare le guerre, dare sviluppo economico aumentando il prezzo delle materie prime che si esportano rispetto al costo con cui le prendiamo attualmente. E poi sviluppare la ricerca scientifica per trovare soluzioni alle malattie. È una impresa immane, forse ci vorranno secoli. Ma pensare di chiudersi dentro un sacrario o una fortezza non serve a nulla. Solo a fare come gli struzzi: mettere la testa sotto la sabbia». Riguardo ai conflitti odierni Bodei sottolinea la differenza tra ieri ed oggi. E i punti di continuità. «Perché i sentimenti fondamentali sono alla fine sempre gli stessi. L’odio, l’insofferenza, il desiderio di vendetta, il fatto che ci sono degli interessi non razionalizzabili che si scontrano. Quello che oggi si manifesta è certo il rifiuto della complessità, cioè non ascoltare le ragioni degli altri, ma anche il fatto che spesso si agisce come con il nodo gordiano. Nodi troppo aggrovigliati che si pensa di fare prima a tagliare con la spada che a risolvere. Quindi il problema si sposta sul fatto che i conflitti odierni sono di tipo diverso, alcuni con conseguenze inimmaginabili, come la guerra atomica che potrebbe distruggere il mondo. O i conflitti asimmetrici, con terroristi solitari, gente che pensa che dare la propria vita per la patria in quel modo sia non solo lecito ma glorioso».


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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