Lunedì 18 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 maggio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 18 maggio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
PORTO TORRES. In un territorio martoriato dall’inquinamento ci sono vaste aree da bonificare
CHIMICA VERDE, ILLUSIONI IN FUMO
Eni disattende i patti mentre la filiera del cardo non decolla
«Sa cosa le dico? Che non c’è logica, in questa storia della chimica verde». Natale Ghironi, 34 anni, titolare di un’azienda agricola con 200 ettari di terra a Sassari, fa parte dell’associazione allevatori della Nurra e racconta che qui, nei tancati del nord Sardegna, pastori e agricoltori i conti se li sono fatti. «Coltivare cardi non conviene. Insomma, i soldi che Matrica vorrebbe darci a ettaro noi li guadagniamo già solo con i premi comunitari per la difesa del suolo e l’alternanza delle colture. Che senso avrebbe, allora, rinunciare a un importante sostegno al reddito e poi anche al nostro lavoro? Possono convincere giusto qualche vecchietto e qualcuno che ha appezzamenti abbandonati...».
Di sicuro, dei 5 mila ettari che Matrica - polo della chimica verde partorito da una joint-venture tra Versalis (Eni) e Novamont (ex Montedison, leader mondiale delle plastiche bio) - pensava di accaparrarsi per avviare la filiera della coltivazione del cardo (materia prima per la produzione di plastiche biodegradabili), per ora ne ha messo insieme appena 500 coi contratti d’affitto per i campi sperimentali curati dagli esperti dell’Università di Napoli (mentre, sempre nel nord dell’Isola, il Dipartimento di Agraria dell’Ateneo di Sassari si occupa degli studi commissionati da Novamont per le colture di colza e girasole nonché dei test richiesti dalla Mossi & Ghisolfi nei campi di canne nel Sulcis).
Ma, alla fin fine - dopo gli annunci in pompa magna, con l’ad di Eni che assicurava «daremo lavoro ai dipendenti e ai loro figli» e il ministro Corrado Passera che durante la gioiosa passerella a Porto Torres nel dicembre 2012 garantiva «qui si sta realizzando qualcosa che crea potenzialità illimitate» - dovrebbe contare poco la scarsa disponibilità degli agricoltori sassaresi, visto che l’Eni non ha rispettato gli accordi firmati e non vuole fare più investimenti.
Sicché, questa storia della chimica verde dev’essere stata come una favola buona per far passare in cavalleria le bonifiche mai fatte e sempre promesse, in un territorio martoriato dai veleni dell’industria. «Il problema è che in Italia le multinazionali possono fare e disfare come vogliono visto che non ci sono sanzioni. In più - avvisa Simone Testoni, dirigente Ugl - qui stiamo parlando di Eni e quindi del Governo e dunque dello Stato. Il disimpegno anticipa la fuga? Se ne stanno andando, mi sembra evidente. Ma prima devono fare le bonifiche». Intanto sindacati e operai - che contestano i mancati investimenti e le mancate assunzioni - sono sul piede di guerra, mentre puntano il dito contro la Regione. «Il presidente Pigliaru è assente», avverte Giovanni Tavera, segretario provinciale Uil per il settore chimico. A distanza di cinque anni dalla firma dell’accordo, Matrica («che per ora - dice Tavera - sta importando la materia prima») ha costruito solo metà dell’impianto per la produzione di monomeri (che formano le palline da cui poi si fanno le buste di plastica bio) e di oli lubrificanti. «Le assunzioni promesse erano 330, gli occupati per ora sono 130». Non si farà neppure la centrale a biomasse, un investimento (Enipower) che sarà sostituito «da una piccola caldaia a vapore che servirà solo Matrica». Dopo gli annunci trionfali e le passerelle dei ministri, a Porto Torres la chimica verde non ha ancora visto cardi e ha già sfornato promesse bugiarde, scioperi, illusioni. «Di verde non c’è nulla», sbotta Paola Pilisio, portavoce del comitato “No chimica verde” di Sassari: «Se si è detto che sotto E.On c’è l’inferno, non sapremo che nome dare a ciò che sta sotto Eni». Intanto, mentre le bonifiche sono appese a un punto interrogativo, qui la filiera delle plastiche bio ancora non si riesce ad avviarla. Coltivare cardi non conviene, dicono gli agricoltori. «Noi - sottolinea Luca Sanna, presidente regionale di Confagricoltura - abbiamo lasciato massima libertà alle nostre imprese, ma se non hanno aderito alle proposte di Matrica evidentemente non ci sono criteri di convenienza». Tra concimi e costo dell’acqua per irrigare, si spunterebbe un reddito di soli 150 euro a ettaro. Briciole. «E poi, guardi, a me sembra strano che Eni, una società di Stato, non voglia mettere qualche soldo in più per pagare gli agricoltori. Danno stipendi d’oro ai manager e poi lesinano quattro lire a chi coltiva la terra?».
Piera Serusi
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 18 maggio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
26 E 27 MAGGIO. Policlinico
Sostegno ai genitori per il lutto
L’Associazione Osidea ha organizzato il corso di formazione “Sostegno ai genitori per il superamento del lutto perinatale” che si terrà il 26 e 27 maggio alla Cittadella universitaria di Monserrato. L’attività formativa è rivolta agli assistenti sociali, psicologi, psichiatri, ginecologi, neonatologi, ostetriche e infermieri professionali. Gli obiettivi del corso sono due: sensibilizzazione sulla tematica del lutto perinatale e formazione degli operatori che si occupano della salute psichica e fisica dei genitori colpiti dal lutto.
 Il corso sarà tenuto da Claudia Ravaldi, psichiatra-psicoterapeuta docente dell’Università di Firenze e presidente dell’associazione “Ciao Lapo”, con la partecipazione di Gian Benedetto Melis, direttore clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico universitario e di Luisa Piras rappresentante dell’Ordine regionale assistenti sociali.
 

L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 18 maggio 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 25 - Edizione CA)
Sassari
Un orto botanico per Evelina
«Sono grato al Garden club Sassari per aver realizzato un sogno che si avvera con l’intitolare questo giardino storico a una donna tra le primissime botaniche in Italia, Evelina Mameli Calvino». Così il primo cittadino di Sassari Nicola Sanna ha salutato i partecipanti all’intitolazione del giardino pubblico di via Tavolara all’illustre scienziata, madre di Italo Calvino, che diresse la cattedra di Botanica all’Università di Cagliari e l’Orto botanico. Il giardino, che sorse nella prima metà degli anni quaranta del 1800, è quello situato tra via Tavolara, via Angioy e il viale Mancini e corso Margherita di Savoia. «Si tratta di un vero orto botanico - ha detto Sanna - che possiamo classificare grazie al lavoro fatto dall’associazione».


L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 18 maggio 2015 / Cultura (Pagina 27 - Edizione CA)
FESTIVAL DELLA FILOSOFIA
Franco Cardini, storico, ha parlato del radicalismo religioso
Il fanatismo islamico ha solide radici in Occidente
« È una piccola inconsapevolezza». Di quelle buone a tenere a bada il popolo, mentre chi lo governa fa e disfa a proprio vantaggio. «Le persone sono convinte che il fondamentalismo islamico sia un mostro generato dalla testa malata di fanatici musulmani. In realtà, è una pianta che noi europei e occidentali abbiamo innaffiata e coltivata per anni. Per questo non lo combatteremo mai. Ci serve».
E ha radici lontane, dichiara lo storico Franco Cardini, nella terza e ultima giornata del Festival di Filosofia di Cagliari. In un dialogo con la filosofa Roberta De Monticelli - curatrice della manifestazione, dedicata al tema del male, assieme allo storico della filosofia dell’Ateneo di Cagliari Pier Luigi Lecis e al Teatro di Sardegna - ha spiegato le ragioni per cui il nemico numero uno dell’Occidente è un’invenzione occidentale. Come anche ha spiegato nel suo libro, appena pubblicato per Laterza, “L’ipocrisia dell’Occidente”, intorno a cui si è sviluppato l’incontro, il radicalismo religioso musulmano è stato istigato dalle «scelte infami dei vincitori della prima guerra mondiale allorché ingannarono il mondo arabo, al quale avevano promesso unità e libertà, e invece se lo spartirono. Il patto di Versailles ha creato le basi per la sciagura nella quale ci troviamo oggi». Abbiamo continuato a coltivarlo, secondo il medievalista toscano, saggista e conoscitore della civiltà islamica, ogni volta che abbiamo appoggiato i gruppi fondamentalisti a vantaggio degli interessi occidentali. Per esempio, «quando gli Stati Uniti d’America si sono rivolti al re dell’Arabia Saudita per combattere l’Armata Rossa che aveva invaso l’Afghanistan». Abbiamo sostenuto dittatori finché, enfatizza Cardini, ci sono stati utili, come Gheddafi, che è diventato un «pericoloso tiranno sanguinario» solo quando «si è messo in testa di fare una banca interafricana senza l’appoggio della finanza internazionale».
Facciamo finta di ignorare, insiste che «lo jihadismo, sia di al-Qaeda sia quello, rivale e concorrente, dell’Islamic State (IS) del Califfo Abu Bakr Al-Baghdadi, è sostenuto da alcuni emirati della penisola arabica che sono tra i nostri più sicuri alleati e partner finanziari e commerciali». E ancora, dimentichiamo la sistematica spoliazione delle risorse, in particolare del continente africano, «messo in atto dalle nostre lobby con l’appoggio dei governi nostri e locali provocando la reazione disperata di persone che hanno finito per accedere ai ranghi di organizzazioni fanatiche come il Boko Haram».
La grande ipocrisia dell’Occidente è far finta di non sapere tutto questo.
«È l’ipocrisia di chi governa che diviene inconsapevolezza nei governati, i quali credono all’esistenza di uno scontro tra civiltà, di due culture separate e distinte. Al contrario, sostiene lo storico, la cultura è capacità di rimettersi continuamente in discussione. Per questo, non vi è identità che non sia imperfetta e dotata di una sua dinamica interna, non vi è una tradizione che non debba qualcosa nella sua genesi alle tradizioni altrui».
Franca Rita Porcu




LA NUOVA SARDEGNA
11 – LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 18 maggio 2015 / Sardegna pagina 5
I parlamentari dell’isola a confronto dopo le forti riserve avanzate da alcuni loro colleghi e da tanti operatori del settore
SCUOLA: DUBBI, CRITICHE E CONSENSI A METÀ
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Sulla scuola il braccio di ferro continua: sempre più duro, anche nell’isola. Da un lato della barricata, sono schierati insegnanti, studenti, sindacati: tutti pronti a lottare a fondo contro la riforma, sino al blocco degli scrutini l’11 e il 12 giugno. Dall’altro lato, la maggioranza parlamentare, decisa ad appoggiare il disegno governativo. E adesso, dopo l’appello al no firmato da migliaia di prof nel Nord Sardegna che chiedono una dissociazione dal provvedimento, altri deputati e senatori dicono che cosa intendono fare. Com’è naturale i rappresentanti dei sardi nei gruppi non hanno tutti la stessa posizione. Molti stanno già replicando ai promotori della lettera aperta, e non sempre quel che affermano coincide con i punti forti della proposta di Matteo Renzi e del ministro Stefania Giannini. Anzi, per quel che riguarda diversi fra deputati e senatori dell’isola, parecchi sostenitori delle forze guidate dal Pd dicono di pensarla diversamente dal partito. Mentre altri si riservano una decisione al momento del varo di un testo non provvisorio ma definitivo. Reazioni e aperture. La deputata dem oristanese Caterina Pes ricorda come siano in gioco «107mila assunzioni e un investimento complessivo di 7 miliardi, dei quali ben 4 per l’edilizia scolastica». «Nessuno aveva fatto tanto prima d’ora – prosegue l’esponente del Pd – Certo, si può sempre fare meglio e dobbiamo ancora lavorare, tutti insieme, ogni giorno, perché la scuola è un laboratorio e riflette la società. Dobbiamo aiutare chi insegna nei luoghi difficili, emarginati, nei paesi dove non nascono più bambini, dove l’inclusione e la cultura sono un diritto più che altrove». «Ancora ci confronteremo – conclude Pes – e il provvedimento, ripreso al Senato, potrà venire migliorato. È è il primo passo, parliamone , ma non perdiamo l’occasione». Opinioni e dubbi. In attesa di valutazione finale, l’esponente del Centro democratico Roberto Capelli, di Nuoro: «Deciderò come votare una volta che sarà concluso l’esame degli emendamenti, dopo un opportuno esame del testo finale insieme al mio partito, ma metterò sempre al primo posto le ricadute che questa riforma potrà avere sul già fragile sistema scolastico regionale». «Al momento, così com’è non voterei questa proposta», rivela il deputato. Che aggiunge: «Direi, come Bertolt Brecht, "non mi piace dove sto andando e non mi piace dove sono stato. E allora perché sono di fretta? ... presidente Renzi?». Giudizi. Nei giorni scorsi avevano già manifestato forti contrarietà alla riforma il sassarese Silvio Lai (Partito democratico), Mauro Pili (Unidos-Misto), deputato di Iglesias, il sennorese Nicola Bianchi (M5S) e il nuorese Michele Piras (Sel, Sinistra Ecologoia Libertà). Valutazioni. Ora sul caso interviene oggi un altro esponente dello stesso Pd guidato da Renzi, Giuseppe Luigi Cucca. «Effettivamente la riforma è importante, ma presenta elementi di criticità da correggere – puntualizza il senatore, anche lui di Nuoro – Cercheremo d’intervenire a Palazzo Madama per eliminarle». Mentre la deputata di Cinque Stelle Emanuela Corda da Cagliari rammenta come il MoVimento abbia subito contestato il progetto governativo scendendo in piazza in difesa dei professori e degli studenti. «Ovvio che a questo punto voteremo contro», tiene a chiarire. «Questo disegno di legge infatti presenta aspetti davvero inquietanti – attacca in ultima analisi – Come la verticalizzazione dei ruoli: presidi chiamati a diventare capi assoluti e insegnanti relegati a trasformarsi nelle ultime ruote del carro. E questo senza dimenticare mai la direzione privatistica che si vuol far prendere alla scuola nel suo complesso».

11 – LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 18 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 5
I parlamentari dell’isola a confronto dopo le forti riserve avanzate da alcuni loro colleghi e da tanti operatori del settore
SCUOLA: DUBBI, CRITICHE E CONSENSI A METÀ
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Sulla scuola il braccio di ferro continua: sempre più duro, anche nell’isola. Da un lato della barricata, sono schierati insegnanti, studenti, sindacati: tutti pronti a lottare a fondo contro la riforma, sino al blocco degli scrutini l’11 e il 12 giugno. Dall’altro lato, la maggioranza parlamentare, decisa ad appoggiare il disegno governativo.
LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 18 maggio 2015
E adesso, dopo l’appello al no firmato da migliaia di prof nel Nord Sardegna che chiedono una dissociazione dal provvedimento, altri deputati e senatori dicono che cosa intendono fare. Com’è naturale i rappresentanti dei sardi nei gruppi non hanno tutti la stessa posizione. Molti stanno già replicando ai promotori della lettera aperta, e non sempre quel che affermano coincide con i punti forti della proposta di Matteo Renzi e del ministro Stefania Giannini. Anzi, per quel che riguarda diversi fra deputati e senatori dell’isola, parecchi sostenitori delle forze guidate dal Pd dicono di pensarla diversamente dal partito. Mentre altri si riservano una decisione al momento del varo di un testo non provvisorio ma definitivo.
Reazioni e aperture. La deputata dem oristanese Caterina Pes ricorda come siano in gioco «107mila assunzioni e un investimento complessivo di 7 miliardi, dei quali ben 4 per l’edilizia scolastica». «Nessuno aveva fatto tanto prima d’ora – prosegue l’esponente del Pd – Certo, si può sempre fare meglio e dobbiamo ancora lavorare, tutti insieme, ogni giorno, perché la scuola è un laboratorio e riflette la società. Dobbiamo aiutare chi insegna nei luoghi difficili, emarginati, nei paesi dove non nascono più bambini, dove l’inclusione e la cultura sono un diritto più che altrove». «Ancora ci confronteremo – conclude Pes – e il provvedimento, ripreso al Senato, potrà venire migliorato. È è il primo passo, parliamone , ma non perdiamo l’occasione». Opinioni e dubbi. In attesa di valutazione finale, l’esponente del Centro democratico Roberto Capelli, di Nuoro: «Deciderò come votare una volta che sarà concluso l’esame degli emendamenti, dopo un opportuno esame del testo finale insieme al mio partito, ma metterò sempre al primo posto le ricadute che questa riforma potrà avere sul già fragile sistema scolastico regionale». «Al momento, così com’è non voterei questa proposta», rivela il deputato. Che aggiunge: «Direi, come Bertolt Brecht, "non mi piace dove sto andando e non mi piace dove sono stato. E allora perché sono di fretta? ... presidente Renzi?». Giudizi. Nei giorni scorsi avevano già manifestato forti contrarietà alla riforma il sassarese Silvio Lai (Partito democratico), Mauro Pili (Unidos-Misto), deputato di Iglesias, il sennorese Nicola Bianchi (M5S) e il nuorese Michele Piras (Sel, Sinistra Ecologoia Libertà). Valutazioni. Ora sul caso interviene oggi un altro esponente dello stesso Pd guidato da Renzi, Giuseppe Luigi Cucca. «Effettivamente la riforma è importante, ma presenta elementi di criticità da correggere – puntualizza il senatore, anche lui di Nuoro – Cercheremo d’intervenire a Palazzo Madama per eliminarle». Mentre la deputata di Cinque Stelle Emanuela Corda da Cagliari rammenta come il MoVimento abbia subito contestato il progetto governativo scendendo in piazza in difesa dei professori e degli studenti. «Ovvio che a questo punto voteremo contro», tiene a chiarire. «Questo disegno di legge infatti presenta aspetti davvero inquietanti – attacca in ultima analisi – Come la verticalizzazione dei ruoli: presidi chiamati a diventare capi assoluti e insegnanti relegati a trasformarsi nelle ultime ruote del carro. E questo senza dimenticare mai la direzione privatistica che si vuol far prendere alla scuola nel suo complesso».


QUOTIDIANI NAZIONALI
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