Giovedì 14 maggio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 maggio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI



 

L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Formazione: progetto con i medici del Benin
L'Università di Cagliari pioniere in Benin per sconfiggere il papilloma virus: concluso con successo un progetto di cooperazione sanitaria internazionale per formare i medici beninesi alla pratica del Pap test e prevenire il tumore al collo dell'utero. Un intenso progetto di cooperazione internazionale sanitaria a favore delle donne del continente africano si è concluso in nei giorni scorsi dopo cinque anni di partenariato: il Dipartimento di Citomorfologia dell'Università di Cagliari, capofila del progetto coordinato dalla professossa Paola Sirigu, ha collaborato alla prevenzione del papilloma virus in Benin grazie alla sinergia con l'associazione di volontariato sarda Gno'nu (guidata dal beninese Felix Adandedjan), altri partner sardi, aziendali e istituzionali e, quale partner estero, l'Ospedale Saint Luc del Benin. Dal 2009 al 2015 il progetto ha realizzato un ponte formativo tra la Sardegna e il continente africano: l'obiettivo, portato avanti in otto ospedali beninesi, ha favorito la diagnostica del papilloma virus (HPV) e la prevenzione del carcinoma uterino; in Benin, come in quasi tutti i Paesi in via sviluppo, il tumore al collo dell'utero è per la donna la principale causa di morte. Nelle prime fasi la permanenza negli ospedali beninesi di personale medico sanitario sardo ha consentito l'inserimento di strumentazioni per la diagnostica e lo screening del HPV, la formazione del personale medico sanitario alla pratica dello screening e la sensibilizzazione delle donne africane all'importanza della prevenzione con la pratica del pap test.
Valentina Zuddas
 

 
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
AGENDA
Festival della Filosofia: oggi l'anteprima sul complesso scenario del mondo arabo

Inizia con un'anteprima dedicata al mondo arabo l'edizione 2015 del Festival di Filosofia, che si svolgerà dal 15 al 17 maggio al Teatro Massimo, a Cagliari. Oggi, alle 18,30, nella sede della Fondazione del Banco di Sardegna, in via san Salvatore da Horta, 2, la tunisina Emna Jeblaoui membro dell'Istituto Arabo per i Diritti umani, terrà la conferenza: “Religione e civiltà: il mondo arabo”. Alle 21, al Teatro Massimo, andrà in scena lo spettacolo “Incendi” (di Wajdi Mouawad) con la regia di Guido De Monticelli , che sarà replicato durante le giornate del Festival.


 
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
ASSEMBLEA CUS CAGLIARI
Si svolgerà giovedì 11 giugno alle 18 in prima e alle 19 in seconda convocazione l'assemblea ordinaria dei soci del Centro universitario sportivo (docenti, studenti, personale amministrativo, atleti) per eleggere il presidente, i consiglieri e il collegio dei revisori dei conti per il triennio 2015-2018. All'ordine del giorno l'approvazione del consuntivo del 2014 e l'indirizzo programmatico per il biennio 2015-2016.
 
 
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Provincia Sulcis (Pagina 30 - Edizione CA)
IGLESIAS
Ricercatrice “in erba” alla Normale di Pisa

I migliori futuri ricercatori sardi studiano al Liceo Scientifico di Iglesias. Lo raccontano i risultati di “Un giorno da ricercatore”, concorso bandito dalla Normale di Pisa per offrire a cinque studenti delle Superiori italiane l'opportunità di vedere dal vivo come si arriva a costruire le scoperte in discipline come archeologia, fisica delle particelle o cosmologia. Ad affiancare il ricercatore universitario sarà Elisabetta Lombardo ma, insieme a lei, in finale c'erano anche i compagni Andrea Persico ed Elisa Porcu: l'Asproni è stato l'unico istituto della nazione a classificarsi con più candidati. «Già questo - spiega il preside Ubaldo Scanu - è un risultato importante per la scuola e per la città. Il concorso prevedeva la scrittura di un articolo di divulgazione su una notizia scientifica d'attualità. Gli studenti del Liceo “Asproni”, guidati dai loro docenti, hanno imparato a scrivere articoli divulgativi di scienza e inviato il loro pezzo, insieme a circa 350 ragazzi di tutta Italia».
Miriam Cappa
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
«Accorpare gli ospedali ha davvero un senso?»
Non c'è solo l'impegno dell'attuale assessore alla Sanità Luigi Arru che ha promesso - pena le dimissioni - di intitolare l'ospedale Microcitemico ad Antonio Cao. La stessa proposta venne avanzata tre anni fa dall'allora assessore Simona De Francisci. Era il giugno del 2012, Cao era scomparso da qualche settimana e l'esponente della giunta Cappellacci ipotizzò di ricordarlo così.
Il pediatra-scienziato è stato il grande protagonista dell'apertura del Microcitemico nel 1981, un anno prima del Brotzu. Ora, a distanza di 34 anni, si parla di un accorpamento di questi due ospedali, che andranno a formare un'azienda unica insieme al Businco.
Sull'argomento, il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci attacca: «Il timore più grande è che il Microcitemico e il Businco, entrambe strutture d'eccellenza e indispensabili per il servizio sanitario sardo, possano essere fagocitate nell'orbita del Brotzu».
Locci chiede all'assessorato alla Sanità di «fare chiarezza sui criteri con cui si sta lavorando all'accorpamento degli ospedali, confrontandosi con le associazioni di categoria, con le opposizioni e con chiunque possa offrire il proprio contributo per una riforma che dia le giuste risposte alla domanda di salute». L'accorpamento dovrebbe consentire un sensibile risparmio. Locci ha qualche dubbio: «Viene spontaneo chiedersi se l'operazione debba tradursi in un mero taglio della spesa e dei servizi al cittadino, o se invece, come è auspicabile, possa coincidere con una razionalizzazione dei costi». ( m.r. )
 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Economia (Pagina 37 - Edizione CA)
TELECOM
Venti borse di studio e un lavoro quasi certo

Venti borse di studio che valgono un posto di lavoro quasi certo. Per il terzo anno consecutivo si sono aperte le iscrizioni al master universitario “Digital life & smart living” organizzato da Telecom Italia e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Un corso di studi specialistici in lingua inglese, riservato ai laureati in ingegneria residenti della Comunità europea, che in tre anni di attività ha assicurato all'80% dei corsisti l'assunzione in Tim. «Il Master risponde a una forte domanda di alta formazione nei settori dell'ingegneria industriale e dell'informazione», spiega una nota dell'azienda italiana di telecomunicazioni «ed è riservato a venti giovani talenti che avranno la possibilità di raggiungere una preparazione di eccellenza nel settore delle nuove tecnologie per il business e per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini».
A tutti i partecipanti sarà garantita una borsa di studio che coprirà per intero i costi di frequenza. Il master prevede un ciclo di lezioni della durata di un anno alternate a sessioni di laboratorio, testimonianze aziendali e seminari. L'esperienza in aula culminerà con uno stage finale in Tim che permetterà agli allievi di mettersi in gioco e trasferire sul campo le conoscenze acquisite. Le iscrizioni si chiuderanno il 18 giugno. Informazioni più dettagliate e moduli di iscrizione sono disponibili all'indirizzo www.sssup. it/smart.
Luca Mascia
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 maggio 2015 / Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
CABRAS. I lavori al museo: il recupero delle statue avverrà davanti agli occhi dei visitatori
GLI ULTIMI GIGANTI VANNO AL RESTAURO

Ormai ci siamo. All'interno del museo civico Giovanni Marongiu stanno per entrare all'opera le mani esperte dei restauratori. I reperti scoperti la scorsa estate nella collina di Mont'e Prama dagli archeologi delle Università di Cagliari e Sassari, a partire dal 25 giugno diventeranno ancora più belli. Arriverà al museo di Cabras Roberto Nardi, responsabile del centro di conservazione archeologico di Roma che di statue di pietra se ne intende: tra il 2004 e il 2014 fu lui a Li Punti a mettere assieme tantissimi frammenti nuragici che poi diventarono trenta reperti tra arcieri, guerrieri e pugilatori.
Tra poco Nardi prenderà nuovamente in mano gli attrezzi da lavoro. Ieri al museo, l'ultimo sopralluogo dettagliato per decidere gli aspetti logistici e tecnici. Sarà un restauro davanti agli occhi di tutti, tra il giardino interno del museo dove avverrà la prima pulizia e la sala dove attualmente sono in mostra i Giganti da restaurare. L'obiettivo per gli addetti ai lavori, gli stessi che lavorarono tempo fa per il recupero dei frammenti rinvenuti negli anni 70, più una ventina di studenti delle Università di archeologia degli Stati Uniti, è solo uno: mettere in piedi le statue nuragiche. «Rispetto al lavoro precedente, ora l'attenzione si concentrerà sul peso degli enormi reperti, sbilanciato sulla sinistra per via dello scudo raccolto tutto su un fianco - dice Nardi -. Questa volta sarà più difficile individuare il baricentro». «Ospitare il restauro a Cabras per noi è grande un onore» - commenta il sindaco Cristiano Carrus. L'assessore alla Cultura Fenisia Erdas promette di non aumentare il costo del biglietto del museo: «Questo per incentivare ancora di più le visite». Quindi 3 euro per i bambini, 4,50 per chi è in un gruppo e 5 per gli adulti. Intanto a Mont'e Prama il lavoro continua. Gli operai diserbano il terreno dove gli archeologi scaveranno nuovamente. A giorni verrà installato anche un impianto di video sorveglianza.
Sara Pinna
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 

 
 
 
 
 
 
 
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 14 maggio 2015 / Economia Sardegna Pagina 14
ORIENTA SARDEGNA A CAGLIARI
La scelta dell’Università, folla di studenti
CAGLIARI Venticinquemila studenti arrivati da tutta l’isola nelle prime due giornate, e migliaia attesi anche oggi per l’ultimo appuntamento. Negli spazi della Fiera è un successo che si rinnova per il quarto anno quello di “Orienta Sardegna”, la vetrina che permette agli allievi degli ultimi due anni delle scuole superiori di incontrare il mondo dell’università e della formazione professionale. Dallo spazio del Ministero dell’Università e della ricerca a quello dell’Accademia di Belle arti di Brescia e Santa Giulia, passando per l’Università Milano-Bicocca sino alla Universidad Catòlica San Antonio de Murcia, in Spagna, un universo costellato di opportunità si è svelato agli studenti. «Se si va a guardare quello che oggi offre il mondo del lavoro – spiega Anna Braghina, presidente di Aster- i percorsi di studi più indicati sarebbero le facoltà di Ingegneria, Scienze infermieristiche o Economia. Ma iscriversi a una facoltà che non rispecchia i reali interessi sarebbe un errore: chi fa simili scelte già al secondo anno non riesce più ad andare avanti». (sabrina zedda)


9 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 14 maggio 2015 / Fatto del giorno - Pagina 2
EBOLA A SASSARI In 100 per battere il virus
Maxi-équipe al capezzale del malato. I medici: «Condizioni stazionarie»
di Giovanni Bua
Secondo il ministero “il rischio di contagio è trascurabile”
Riuscito alla perfezione il trasferimento allo Spallanzani

SASSARI Una stanza di 5 metri per 5, con un letto singolo, un televisore e l’unica finestra che dà su un corridoio. Da cui il pool di cento tra medici, infermieri e tecnici di laboratorio che si prenderanno cura di lui lo possono tenere sotto controllo. Questa, almeno per qualche settimana, è la nuova casa del giovane cooperante sassarese di Emergency, da ieri mattina alle 5 ricoverato sotto strettissima osservazione nella zona di massima protezione del Luigi Spallanzani, il “bunker” al centro di Roma centro di riferimento nazionale, insieme al Sacco di Milano, per la Malattia del Diavolo. Lì è arrivato dopo il trasferimento lampo su un volo in C-130 Alghero-Pratica di Mare, decollato nel cuore della notte, sigillato in una barella ad alto biocontenimento che lo aveva caricato nel reparto di malattie infettive dall’Aou di Sassari, dove era ricoverato da lunedì. La situazione del 37enne è «seria ma non critica. E soprattutto stabile». La battaglia contro Ebola, contratta dall’infermiere in Sierra Leone durante la sua corvée di 4 mesi con l’Ong, inizia sotto i migliori auspici. «Il paziente è stato monitorato durante tutto il trasporto aereo, senza nessuna criticità – ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito – Al momento della presa in carico era febbrile, lucido e collaborativo». Il primo trattamento scelto dal team dell’istituto nazionale delle Malattie infettive è un antivirale specifico non registrato, già autorizzato dall’Aifa su indicazione del ministero della Salute. Ma non si esclude l’utilizzo di sangue di convalescente o di altre terapie sperimentali, come avvenuto per il medico siciliano Fabrizio Pulvirenti che nei suoi 40 giorni di degenza ha ricevuto quattro farmaci e diverse sacche di plasma. Ora lui stesso ha messo a disposizione il suo sangue nel caso potesse essere utile. Sicuramente di sta valutando l’impiego di plasma di un donatore guarito. «Abbiamo già contattato il Centro nazionale sangue – ha continuato Ippolito – e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell’Oms». «Valuteremo la strategia giorno per giorno – ha chiuso il direttore scientifico dello Spallanzani –, perché ogni paziente è diverso, e siamo abituati a condizioni che cambiano anche all’improvviso. I prossimi giorni, non le prossime ore, saranno decisivi». Giorni che per l’infermiere sassarese si annunciano pesanti. «Il decorso clinico è variabile, e molto dipende dalla risposta immunitaria alle cure, che saranno ottimali – spiega, il primario del reparto di Malattie infettive di Sassari Maria Stella Mura che ha curato il volontario per due giorni –. La carica virale era alta, e probabilmente nei prossimi giorni le sue condizioni peggioreranno, come di norma succede nel decorso del virus. Passato questo momento sarà meno arduo fare una prognosi, che comunque non è mai facile». «C’è ancora da studiare parecchio su Ebola – sottolinea Raniero Guerra, direttore generale del servizio prevenzione del ministero della Salute, ieri a Sassari dopo aver accolto il cooperante a Pratica di Mare – Certo, è un virus molto pericoloso. Ci sono due-tre candidati vaccini e speriamo che per la fine dell’anno qualcosa venga fuori. Siamo fiduciosi, ma è chiaro: la situazione del paziente è seria. Diverso è il rischio di contagio: assolutamente trascurabile». A raccontare il ricovero del 37enne nella struttura sassarese pensa poi il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera-universitaria Antonella Virdis: «Il paziente è esperto, era lucido, autonomo, e ha collaborato in maniera molto fattiva. Ci esortava ad agire. Addirittura ha rilevato alcuni parametri da solo, cercando di limitare gli accessi dei medici e degli infermieri nella stanza sterile. Gli ho parlato per telefono: era sereno, per quanto provato». La palla passa ora ai super esperti dello Spallanzani, con Ippolito che si dice «preoccupato come nel primo caso». «Ebola è una malattia grave – dice il direttore scientifico dell'Istituto, che ogni 24 ore diramerà un bollettino con gli aggiornamenti – Com’è naturale, speriamo si risolva in modo favorevole anche in questo caso, ma va detto che è una patologia estremamente seria». Una battaglia dura, quindi, ma con ottime possibilità di vittoria, come insegna il caso Pulvirenti. «Il morale dell'infermiere è alto – racconta la coordinatrice dell'ufficio umanitario di Emergency, Rossella Miccio –. Lo abbiamo sentito quando è rientrato, e ci ha contattato subito, appena sviluppati i primi sintomi». «Io gli ho parlato anche martedì sera prima che venisse trasferito – spiega – Compatibilmente con la situazione l'ho trovato sereno: è una persona solida, credo che ce la farà».
 
 

10 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 14 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 8
In funzione dal 1961 è stata scoperta 2 mesi fa. I dati raccolti dal Viminale sono riservati per motivi di «sicurezza nazionale»
RETE SEGRETA PER RILEVARE LA RADIOATTIVITÀ
di Piero Mannironi
TEULADA Esiste una rete segreta che, dal 1961, monitora i livelli di radioattività attraverso una rete di 1.237 stazioni di rilevamento. Tutte le informazioni sono raccolte in tempo reale e trasmesse a un ufficio del ministero dell'Interno, dove restano protette da un muro impenetrabile di riservatezza. Esiste perciò un archivio al Viminale che può raccontare, giorno per giorno, la storia di tutte le contaminazioni avvenute nel nostro paese negli ultimi 54 anni. Questa rete, autonoma rispetto al sistema di controllo ambientale, si chiama Ramon e il Viminale la protegge, sostenendo che la divulgazione dei dati potrebbe «creare pregiudizio alle relazioni internazionali, all'ordine e alla sicurezza pubblica e alla difesa nazionale». Insomma, anche se non classificato come tale, un vero e proprio segreto di Stato. L'esistenza di questa rete è stata denunciata in un'inchiesta del giornale “Il Fatto Quotidiano” che, cercando di capirne le funzioni, si è visto sbattere la porta in faccia dal Viminale che, in estrema sintesi, ha risposto che i dati sono segreti. A svelare questo ennesino mistero italiano, è stata due mesi fa una segnalazione anonima al blog di giornalismo investigativo “Toxicleaks”. Ecco il testo della “soffiata”: «Qualche anno fa, mentre si effettuavano degli scavi nei pressi del mai avviato mattatoio di Teulada, all’incrocio con la strada provinciale 70, è stato accidentalmente tranciato un cavo telefonico, che risultò collegato a un rilevatore di radioattività posizionato nei pressi del fiume e di una falda acquifera e attivo dagli anni 60/70». Segnalazione molto precisa, accompagnata dalle coordinate Gps. E proprio lì, vicino alla rete di recinzione del poligono di Teulada, ecco la centralina della rete Ramon. Impossibile non collegare la sua presenza all’area militare e alle sue attività. È bene ricordare che, sull’ipotesi di disastro ambientale, la procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta che, sulla base di uno studio commissionato dalla magistratura, avrebbe rilevato una presenza di Torio 232 superiore da dieci a venti volte rispetto a quelle presenti normalmente nell'ambiente naturale. Una situazione critica che potrebbe essere legata all’uso dei missili anticarro francesi Milan, utilizzati per anni nell’area del poligono. Il Comune di Teulada ha tentato di avere risposte sulla rete Ramon, ma le sue domande si sono infrante sulla posizione intransigente del Viminale: notizie top secret. Sembra che la rete segreta di rilevamento della radioattività sia nata negli anni della Guerra fredda proprio per controllare i livelli di eventuali contaminazioni in caso di attacco nucleare. Al di là del fatto che il potere di secretazione è fissato in modo molto preciso dalla legge, la rete riservata rappresenta un fatto di enorme rilievo politico e morale: davanti alla paura di contaminazioni radioattive all’interno delle aree militari e alla richiesta di chiarezza, una struttura dello Stato aveva le risposte. Ma le ha tenute chiuse in una cassaforte. È una ferita profonda nel patto di lealtà istituzionale con i cittadini, ma potrebbe avere anche un rilievo giuridico importante perché significherebbe che il ministero dell’Interno ha taciuto alla magistratura, non ha fornito risposte in nome di una secretazione la cui legittimità è tutta da dimostrare. Il senatore del M5s Roberto Cotti è partito subito all’attacco, presentando un’interrogazione parlamentare con la quale chiede che venga fatta subito chiarezza. «La notizia di un sostanziale e non meglio qualificato segreto di Stato sui dati raccolti dalle centraline di Teulada - ha detto - è molto grave. Sempre che non si voglia nascondere qualcosa di molto preoccupante per la salute delle popolazione e l'integrità dell'ambiente, non capisco quali ragioni di riservatezza possano essere decretate dal Viminale, tanto meno cosa abbia a che fare la vicenda rispetto al fantomatico e possibile pregiudizio di relazioni internazionali». «Auspico l'interessamento del pubblico ministero Emanuele Secci - ha continuato -, con un approfondimento dell'inchiesta già aperta sull'inquinamento del basso Sulcis, occorre subito chiarire la questione: prima di tutto la difesa delle popolazioni e del territorio sardo, poi le ragioni di Stato. Ho chiesto al ministro della Difesa di riferire subito in Commissione se corrisponda al vero che i dati raccolti dalla rete Ramon siano secretati e, in caso affermativo, quali siano i motivi e quando e da chi sia stato assunto tale provvedimento».



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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