Giovedì 4 giugno 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 giugno 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Convegno
Giampaolo Macciotta e la Petrografia, omaggio allo scienziato
 
Un convegno dal titolo inusuale “Effemeridi Petrografiche” per ricordare un collega, prematuramente scomparso, di raro spessore scientifico e umano: Giampaolo Macciotta, ordinario di Petrografia dell’Università di Cagliari dal 1989 al 2010. “Effemeridi”, sta a indicare i libri in cui si registravano gli atti del re e vuole essere un omaggio alla significativa traccia lasciata in campo scientifico e didattico. Una vita dedicata all’insegnamento e alla ricerca, iniziata nel 1971 all’Università di Parma e terminata nel 2010 all’Università di Cagliari, con periodi intermedi a Sassari e di Catania; senza mai trascurare famiglia, amicizie, interessi.
Il Rettore Maria Del Zompo e numerosi colleghi dell’Ateneo saranno presenti a testimoniare sulla sua attività accademica.
Nelle conferenze, ad accesso libero, che si terranno da oggi nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche in via Trentino 51, dalle 16, si discuterà di vulcanismo cenozoico della Sardegna e del Mediterraneo, della tettonica e delle sorgenti di mantello coinvolte nell’attività vulcanica. Si parlerà anche, prendendo lo spunto da una ricerca appena avviata in collaborazione tra ricercatori delle Università di Cagliari-Ferrara-Torino sulla meteorite caduta a Sinnai nel 1956. Sarà infine tracciata la storia della Petrografia italiana, come disciplina autonoma dal 1938 a oggi, e del determinante contributo scientifico dato dai petrografi sardi.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
«È papa Francesco l’erede del pensiero di Gramsci»
Leggendo Metropolitano. Il filosofo Diego Fusaro e le idee dell’intellettuale sardo
 
Non ha dubbi: l’unico erede del pensiero gramsciano oggi è papa Francesco. A Cagliari per “Leggendo Metropolitano”, il giovane filosofo Diego Fusaro sarà stasera alle 19, al Bastione di Santa Croce, a dirci che per «riprenderci il presente, dobbiamo saper raccogliere l’eredità di Gramsci». Al quale ha dedicato il saggio “Antonio Gramsci”, un libro con una copertina parlante: si leggono sagoma del viso e occhialini ma a dar corpo all’intellettuale sardo sono le parole rivoluzione, politica, lavoro, speranza, volontà, riscatto.
Il volto del suo Gramsci è pieno di messaggi forti, ma lei parla di pensiero “fecondamente inattuale”.
«Nel pensiero di Gramsci c’è certamente una fecondissima inattualità in cui paradossalmente risiede l’attualità delle sue idee. È inattuale perché è disallineato a un presente dominato dal “cretinismo economico”; è fecondamente disomogeneo e difforme perché ci ricorda una serie di passioni nobili come il coraggio, la ricerca di un’ulteriorità nobilitante, una città futura in cui l’uomo finalmente realizzi le sue possibilità: tutte cose che sembrano essere fatalmente uscite dall’orizzonte, in un tempo dominato dal fanatismo dell’economia».
“Cretinismo economico”: è il nostro destino?
«Gramsci ci insegna che non c’è destino, ma tutto è determinato dall’attività e dalla pratica degli uomini. È il testimone della mobilitazione del pensiero critico: è questa la sua attualità, che si oppone alla volontà di calcolare e di risolvere i problemi sempre e solo sul piano della quantità e della cifra, rimuovendo qualsiasi dimensione culturale e politica».
Ottimismo della volontà, pessimismo della ragione. È la chiave giusta?
«C’è una lettera molto bella che Gramsci manda dal carcere, nel 1927, ai suoi cari: mi sono convinto, dice, che anche quando tutto è, o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio. Non esiste l’ineluttabilità nella praxis gramsciana».
Eurocrazia.
«Per ovvie ragioni anagrafiche, Gramsci non ha conosciuto l’Unione Europea, ma possiamo criticare l’istituzione con categorie gramsciane. Banche e moneta unica l’hanno spoliticizzata e il capitale si è imposto. C’è un cesarismo finanziario: non votiamo da parecchio tempo e abbiamo davanti una questione meridionale su scala europea».
Come vede i movimenti riassunti alla voce populisti?
«Il populismo nasce dal dominio del capitalismo: è la delegittimazione di chiunque non sia organico, e la parola ha un significato altamente ideologico. Soprattutto segnala un problema nell’Unione Europea».
Esistono ancora le categorie destra e sinistra?
«Non esistono più nella misura in cui dicono le stesse cose, c’è l’accettazione del mercato Ue e del dominio Usa. Oggi la dicotomia è tra il fanatismo economico e il primato degli uomini liberi e uguali. Per questo bisogna ripartire dagli insegnamenti di Gramsci e Marx, risvegliando la massa chiusa nella caverna di Platone, mentre il capitalismo finanziario celebra la sua orgia».
Gramsci diceva: odio gli indifferenti. L’indifferenza è la cifra del momento?
«Indifferenza, rassegnazione, fatalismo fanno tutti parte di una costellazione unitaria. Non si può fare nulla, oppure non c’è più nulla da fare. A questo atteggiamento Gramsci opponeva la sua rabbia appassionata, il suo essere partigiano. Lo dice nel saggio scritto a Torino nel 1917 in cui la parola odio è indice di passione, resistenza. A maggior ragione oggi che indifferenza e fatalismo generano tragedie».
Lei è giovane, ma anche filosofo. Come vede i suoi coetanei?
«Per i giovani si può parlare di Terzo Stato precario, flessibile, migrante. Sono quelli senza il posto fisso ai quali viene suggerito di migrare nella bellezza della globalizzazione, senza dire che vanno a fare i lavapiatti a Londra o a Parigi. I veri indifferenti, purtroppo, sono loro».
Le piace papa Francesco?
«È l’ultimo allievo di Gramsci oggi rimasto a parlare di alienazione e sfruttamento. C’è solo la voce come quella del Papa a riaffermare la dignità umana e del lavoro, contro i crimini del finanzcapitalismo».
Gli intellettuali esistono?
«La parabola dell’intellettuale è scandita in tre fasi: l’intellettuale organico dentro al Pci, Gramsci; l’intellettuale non organico e solo, come Pier Paolo Pasolini; poi c’è la decadenza degli intellettuali che sono i dominati della classe dominante, guidata dal capitale. È come un branco di pesci, politicamente corretto, che segue la scia. Io non mi sento un intellettuale».
Caterina Pinna
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Il festival
Enrique Vila-Matas racconta perché i libri
ci fanno essere «umani pienamente»
 
Di Enrique Vila-Matas potrebbe dirsi ciò che di sé dichiara il protagonista di uno dei suoi romanzi, “Dublinesque”: la sua biografia è la sua biblioteca. Il suo mondo è la letteratura mondiale, al cui interno si muove con disinvolta irriverenza e raffinata ironia. Secondo alcuni critici, «l’insieme dei romanzi, dei saggi e dei racconti di Vila- Matas potrebbero leggersi come un solo libro in cui si narra, da diverse angolature, la storia immaginaria della letteratura moderna e contemporanea». Autore di molti romanzi, tradotto in 36 lingue, uno dei più importanti e originali scrittori spagnoli, sarà ospite stasera di “Leggendo Metropolitano”, per una conferenza, moderata dallo scrittore romano Paolo Di Paolo, dedicata ai libri, che aiutano a conoscere e interpretare il mondo (ore 21, piazza Palazzo).
In uno dei suoi libri chiama la letteratura quella “gran puttana”. Ci spiega?
«Non è che vada in giro a chiamarla così, sebbene sia vero che ci tengo molto. E così nel mio romanzo “Dublinesque”, dove, parlando della decadenza dell’edizione letteraria, parlo -alla maniera di una metafora aperta a tutte le interpretazioni - della “vecchia e gran prostituta della letteratura, oggi sotto la pioggia e all’ultimo molo”».
Lettura digitale, social e blog hanno cambiato modo di leggere e ridotto la nostra capacità di afferrare la complessità di un testo scritto. Condizioneranno anche la nostra capacità di scrivere e capire la letteratura?
«In effetti la stanno cambiando ed è logico perché il mondo non ha mai smesso di cambiare. Ma non dovremo essere orgogliosi di andare incontro a una società analfabeta, perché molto spesso ci si dimentica che i libri ci offrono la più alta forma di “essere umani pienamente”».
Lei ha dichiarato che il mondo è la sua unica ossessione. In che senso?
«Mi si può rimproverare che sono ossessivo, però, a mio avviso nell’arte, molto spesso, ciò che importa è proprio questo, l’ossessione senza freni, la presenza del maniaco dietro l’opera».
Lei è un conoscitore enciclopedico della letteratura mondiale. Della letteratura sarda chi legge e perché?
«Due anni fa, su consiglio di Cristina Soriga, andai in vacanza vicino a Nora. E lì mia moglie, Paula de Parma, comprò “Vita di Eleonora D’Arborea”, di Bianca Pitzorno. Nel frattempo leggevo ammaliato “Sardegna come un’infanzia” di Vittorini».
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
La sede del Crs4 nell’ex Distilleria
VIA AMPERE. Locali concessi gratis dal Comune per sei anni
 
La prima collaborazione è iniziata a settembre dell’anno scorso, con la firma di un accordo quadro per la realizzazione di servizi e progetti innovativi per la città. Ora il Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo, studi superiori in Sardegna) trova casa a Cagliari: sarà l’ex Distilleria di via Ampere ad ospitare la nuova sede del centro, che sarà «complementare a quella del parco tecnologico di Pula».
A fine maggio il Comune ha concesso i locali per sei anni in comodato d’uso gratuito. Questo perché il canone d’affitto (stimato in 55mila euro all’anno) «può ritenersi interamente compensato dal valore delle iniziative che verranno intraprese nei confronti del territorio comunale e della cittadinanza», è scritto nella convenzione stipulata nei giorni scorsi.
I locali dell’ex Distilleria hanno le caratteristiche giuste per un centro di ricerca come il Crs4: «connettività basata su fibra ottica, access point al wi-fi civico, ambienti adatti a seminari, visite e iniziative didattiche, vicinanza a linee del trasporto pubblico e ampi spazi esterni».
Il centro garantirà una cooperazione con il Comune «per la definizione di strategie e azioni per ridurre il divario digitale, migliorare la produzione e lo sfruttamento dei dati aperti e valorizzare e far evolvere al meglio le infrastrutture tecnologiche». (m. r.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
CONVEGNO SULL’ISLAM
 
Domani alle 17.30, nell’aula magna del Rettorato (via Università 40), è in programma il convegno “Islam Isis Occidente, dialogo (im)possibile; il ruolo strategico dell’Italia e influenza della comunicazione mediatica”. Dopo i saluti del rettore Maria del Zompo e del presidente di Pro Libera Civitate Federico Ibba, interverranno la giornalista di Al Jazeera Barbara Serra e il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, moderati dal direttore de L’Unione Sarda Anthony Muroni.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
Parco, finisce in Procura il patto con l’Università
ALGHERO. Esposto per l’incarico da 80 mila euro affidato all’Ateneo
 
La lente della Procura sul parco di Porto Conte per gli incarichi conferiti all’Università senza bando di gara. L’esposto è stato formalizzato qualche giorno fa, firmato dal geometra Raffaele Cadinu, ex responsabile del controllo della gestione del sistema di depurazione e di quello fognario sotto la giunta Tedde.
PROCEDURA DUBBIA Secondo quanto riportato nella segnalazione, i vertici dell’area sottoposta a tutela avrebbero affidato all’Ateneo di Sassari la redazione del Piano del parco, per un importo di 80 mila euro, senza procedere a una gara pubblica. Cadinu ha evidenziato quelle che lui ritiene delle incoerenze contenute all’interno della convenzione tra il parco e l’Università e, in particolare, con il Dipartimento di Scienze Botaniche, Ecologiche e Geologiche. La procedura adottata dal management della riserva protetta, intanto, sarebbe in contrasto con il Codice dei contratti che dà il via libera alle convenzioni tra enti pubblici, sì, ma solo nel caso in cui si tratti di “servizi di ricerca e sviluppo”. Ora la Procura è stata chiamata a verificare se il Piano del parco, con le cartografie e i regolamenti, possa essere materia per docenti di biologia o, invece, per professionisti del settore, architetti o ingegneri.
PRECEDENTI Cadinu ricorda, infatti, che le Università non possono espletare incarichi professionali, così come ha sancito il Consiglio di Stato, entrando nel merito di una convenzione analoga tra la Asl di Lecce e l’Ateneo del Salento per valutare la vulnerabilità sismica delle strutture ospedaliere della Provincia di Lecce. Una vertenza scaturita dal ricorso al Tar proposto e vinto dagli ordini degli ingegneri e degli architetti di Lecce.
Ma non è la sola perplessità.
NOMINE «Nella stessa convenzione il Dipartimento di Botanica attribuiva l’incarico di responsabile scientifico al professor Nicola Sechi, già direttore dello stesso Dipartimento dell’Università di Sassari», si legge nella denuncia. A Sechi veniva assegnato pure l’onere di costituire il Comitato scientifico deputato alla redazione degli elaborati del Piano del parco. L’autore dell’esposto chiede ora ai giudici se sia lecito che un direttore di Dipartimento nomini sé stesso responsabile scientifico e che a sua volta scelga altri professionisti, anch’essi senza gara, per superare la carenza di competenze interne al suo staff.
Caterina Fiori
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Si scava nella capanna nuragica
CABRAS. Mont’e Prama, ripartita la campagna del Ministero
 
Ripartono dalla capanna nuragica gli scavi nel sito archeologico di Mont’e Prama interrotti la scorsa estate dopo il ritrovamento di due nuovi straordinari giganti di pietra che si sono aggiunti a quelli rinvenuti 40 anni fa e ora esposti nel Museo archeologico nazionale di Cagliari e nel Museo civico di Cabras. Il nuovo intervento, finanziato dal Ministero dei Beni culturali tramite la società Arcus, è stato affidato alla cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia che opera in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologica della Sardegna. Il primo colpo di piccone lunedì scorso. A condurre lo scavo una squadra molto rinnovata. Del team che ha operato nel 2014 è rimasto solo l’archeologo della Soprintendenza Alessandro Usai, che mantiene la direzione scientifica dello scavo. Al suo fianco gli archeologi Franco Campus, anche lui collaboratore della
Soprintendenza, e Antonio Vacca. Intanto, nel museo civico di Cabras è cominciato il lavoro di restauro dei due giganti e degli altri reperti rinvenuti nello scavo del 2014. Nel museo è al lavoro la stessa squadra che ha operato al Centro restauro Li Punti di Sassari sui giganti scoperti 40 anni fa. Al lavoro anche un gruppo di studenti americani, che operano grazie a una convenzione stipulata dalle loro Università col Centro per la Conservazione archeologica.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 14 - Edizione OR)
Laboratorio di Tourist web marketing
 
Un laboratorio sul turismo e sulla promozione su internet riservato agli studenti, ma anche per le imprese. Un’attività che, integrando le tradizionali lezioni dei corsi universitari, è stata organizzata dal Consorzio Uno e dalla Camera di Commercio in collaborazione con il corso di laurea in Economia e gestione dei servizi turistici dell’Università di Cagliari. Il laboratorio Tourist web marketing durerà quattro giorni (da ieri fino a sabato).
Il laboratorio sarà guidato da Giulia Eremita, ozierese, responsabile marketing per Trivago. Eremita, laureata in Comunicazione con specializzazione in giornalismo, dopo essersi occupata di editing online e per la carta stampata, ha curato nel 2008 la fase di lancio del portale trivago.it, occupandosi di costruire e consolidare il business del motore in Italia, oltre che della gestione del team italiano.
Attualmente segue per trivago.it diversi progetti di marketing e comunicazione. Al corso stanno partecipando ventisei studenti e cinque laureati del corso di laurea in Economia e gestione dei Servizi Turistici e quattro imprese del settore turistico della provincia di Oristano.
Il laboratorio costituisce, come già accaduto per quello sul Revenue Management tenuto da Giorgio Moglioni della Franco Grasso che era stato organizzato alcune settimane fa, un’integrazione, molto apprezzata dagli studenti, alle attività didattiche tradizionali che vengono offerte dal corso di laurea del Consorzio Uno. ( v. p. )
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
L’ESPERTO. Francesco Marchi
«Un delitto che l’ex Marino sia un rudere»
 
L’appello arriva da San Just Desvern, undici chilometri da Barcellona: «Il vecchio ospedale Marino non può restare un rudere. È un delitto lasciarlo così». Mentre parte della politica locale alza la voce, le proteste per lo scheletro diventato ormai parte integrante del Poetto arrivano sino alla Spagna. È da lì che Francesco Marchi, 35 anni, figlio dell’ex assessore all’Urbanistica nella prima Giunta Floris, passa in rassegna le opere cittadine. Tra incompiute e cantieri in corso. «Il porto può avere aspirazioni molto più grandi rispetto a ciò che offre oggi», osserva. «Dovrebbe essere valorizzato, compresa la zona dei vecchi silos. Si potrebbero mantenere le strutture antiche, sventrandole e ristrutturando l’interno», commenta. «Creerei uno spazio legato a ciò che ruota attorno alle imbarcazioni, con appartamenti d’appoggio, locali, negozi. E anche un polo delle vita notturna».
Laurea in Ingegneria edile, poi quella in Architettura, e un curriculum degno di nota, spicca la collaborazione con Ricardo Bofill, uno dei massimi rappresentanti del postmoderno. Nel 2006 ha fatto le valigie, biglietto di sola andata - per ora - e un’amara certezza. «Cagliari non offre molti sbocchi agli architetti. Gran parte di ciò che vediamo è fermo, bloccato da sempre», osserva. «Penso al caso Tuvixeddu, bloccando un imprenditore si ferma anche il progresso della città». Sul Poetto ha le idee chiare: «Non è una spiaggia cittadina. Meno la si tocca e meglio è». Chiude con l’ex carcere di Buoncammino: «Sarebbe fantastico fare progetti. Ancora di più se ci fossero i soldi».
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Marghine Planargia (Pagina 23 - Edizione OR)
Macomer
Lavoro per giovani laureati
 
Entro il 12 giugno dovranno essere presentate le domande di ammissione al bando Giovani Intelligenze del Marghine. Si tratta di una iniziativa per una breve ma importante esperienza di formazione e lavoro per i giovani laureati all’interno delle pubbliche amministrazioni dell’Unione dei Comuni del Marghine. I partecipanti dovranno essere in possesso almeno di una laurea triennale, conseguita con una votazione minima di 100 su 110 e devono essere residenti in uno dei dieci comuni dell’Unione. «È uno strumento nuovo e originale», dice il presidente dell’Unione Tore Ghisu. La durata dell’iniziativa per i giovani che saranno selezionati è di cinque mesi, per 25 ore settimanali. Riceveranno un assegno mensile di circa 500 euro e saranno impiegati nel settore amministrativo, in quello tecnico e dei servizi sociali. Le domande di ammissione dovranno essere consegnate all’ufficio protocollo dell’Unione dei Comuni del Marghine, (corso Umberto), entro le ore 12 del 12 giugno. ( f. o. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 8
Oggi il dibattito
su nuovi medici
e specializzazioni
 
CAGLIARI. Oggi alle 17 assemblea-dibattito tra studenti del corso di laurea di Medicina e Chirurgia, neolaureati, aspiranti specializzandi, giovani medici sardi nell’aula C della cittadella universitaria di Monserrato.Modera Giuseppe Esposito, presidente del Consiglio degli studenti.
Interverranno i rappresentanti degli iscritti Tommaso Ercoli, Claudio Secci, Luca Ippolito, Mariano Girau. Invitati il rettore Maria Del Zompo e l’assessore Luigi Arru. Contributi alla discussione da parte di Carlo Piredda Ordine dei medici di Cagliari, Giuseppe Frau, responsabile Sanità della segreteria regionale del Pd, Paolo Truzzu, vicepresidente della Commissione programmazione, dei Fratelli d’Italia, delegati della Associazione specializzandi non medici. Si parlerà del bando per l’ammissione dei alle scuole, della situazione delle borse regionali e delle azioni da attuare per migliorare la preparazione dei neolaureati al concorso, oltre che di quelle idonee a garantire fondi sufficienti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
economia e politica
L’Italia può ancora crescere,
serve riformare l’Università
Eccessivo clientelismo, assenza di meritocrazia: è tra le più arretrate al mondo I laureati imparano pochissimo e non riescono a trovare lavoro
di Andrea Saba
 
Dopo molti (troppi) anni di ubriacatura finanziaria a furia di derivati, Bot, spread, fughe di capitali e travolgenti speculazioni, l’economia ritorna alla sua situazione reale: cioè alla produzione industriale, agricola e turistica, alla bilancia commerciale internazionale. Insomma a tutto ciò che forma la ricchezza vera di un paese. Solo tre paesi europei hanno una bilancia commerciale attiva: Germania, Italia ed Olanda. L’Italia rimane il secondo paese europeo per produzione industriale e questo è garanzia di solidità. Purtroppo, e lo sappiamo fin troppo bene, alla virtuosità della parte produttiva si contrappone la situazione patologica della spesa pubblica: debito altissimo, sprechi eccessivi e troppo elevata pressione fiscale, burocrazia eccessiva e invadente, che alimenta una alta evasione. Però il fatto che la produzione aumenti e che aumentino le esportazioni in tutte le parti del mondo sono un segnale importante di come si orienterà la creazione di nuovi posti di lavoro per le giovani generazioni. Nella dinamica della globalizzazione, della quale non siamo esperti perché è la prima volta nella storia che tutto il mondo partecipa ad un unico mercato, ogni economia sta individuando quello che è il suo ruolo principale. L’Italia è un moderno paese industriale, con sue caratteristiche del tutto peculiari: le piccole imprese, la complessità della aggregazione nei distretti industriali, i livelli qualitativi che fanno del “made in Italy” qualcosa di inimitabile, la produzione agro alimentare che sta diffondendosi sempre più ovunque, il bello, l’arte e lo straordinario patrimonio culturale e le macchine utensili. Tutti i nuovi paesi in cui il reddito cresce sono quasi obbligati a far riferimento all’Italia:un nuovo ricco cinese o brasiliano o sudafricano deve indossare abiti, camicie, cravatte, scarpe, gioielli italiani. Se no che ricco è? E deve aver visitato l’Italia,apprezzato la cucina, visto i musei, ascoltato l’opera, se no rimane un burino, ricco, ma burino. Tutto ciò deve essere gestito con intelligenza iniziando da un uso costante di nuove tecnologie applicate al modello italiano. Le tempeste finanziarie non sono superate, anzi è probabile che il caso Grecia scateni movimenti incontrollabili. Ma se la struttura produttiva verrà mantenuta in condizioni di efficienza, l’economia italiana dovrebbe superare le difficoltà. A quali condizioni? Della burocrazia si è detto anche troppo: vanno eliminati sprechi e eccessi di regolamentazioni spesso inutili. Ma il punto più dolente è l’università. Con il suo clientelismo, la assenza di meritocrazia, i crediti ed altre trovate inutili, l’università italiana è una delle più arretrate del mondo. La didattica è ormai ridotta alla lezione ex cattedra che è una forma di imbottimento del cervello come se fosse un salsicciotto. Lo studente riceve nozioni - che può benissimo trovare su internet - e non ha mai l’opportunità di discutere, di esprimere un esame critico. Nelle università serie, mi riferisco a Cambridge, dove mi sono laureato nel 1962, lo studente segue le lezioni, poi, nel college, deve svolgere un tema alla settimana e discuterlo, da solo, per un’ora col suo supervisor (il mio era Kaldor, lord per meriti scientifici)ed ha una possibilità unica di discutere con un economista famoso un tema che anche lui conosce per averlo studiato per una settimana ed aver scritto una breve relazione. Questo consente una forma di apprendimento critico che è assolutamente fondamentale. (Per ciò Cambridge ha festeggiato recentemente il suo novantesimo premio Nobel). Ma nella università italiana non esiste o viene sostituito dalle ripetizioni di Cepu. La didattica deve essere completamente riorganizzata. I laureati si rendono conto di aver imparato pochissimo: non trovano lavoro e le iscrizioni universitarie sono in continua diminuzione. Dobbiamo fare fronte ad una situazione mondiale difficile e dobbiamo avere conoscenze di alto livello, ma della università non si parla, o se ne parla in termini sbagliati.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Campus sì, campus no: la vicenda approda in aula
Oggi in consiglio comunale si discute l’interpellanza dell’opposizione
All’assessorato all’Istruzione si è tenuto l’incontro tra Ersu, sindaco e università
 
SASSARI Incontro tecnico, ieri, all’assessorato regionale all’Istruzione per districare l’ingarbugliata matassa del campus universitario. Erano presenti, oltre alla direttrice generale Elisabetta Schirru che ha convocato la riunione a Cagliari, i vertici dell’Ersu, i direttori generali dell’Università e del Comune e ha voluto partecipare anche il sindaco Nicola Sanna, con l’assessore comunale Alessio Marras.Al centro del dibattito la necessità di arrivare entro il 31 dicembre prossimo ad un progetto alternativo di residenze universitarie per non perdere i finanziamenti. In ballo ci sono poco meno di 40 milioni di euro. poichè il finanziamento iniziale, 40 milioni di euro appunto, è stato decurtato dato che non si sono rispettati i tempi previsti dal Cipe. Sono state prospettate le ipotesi già in campo: e cioè alloggi da costruire in un terreno a San Lorenzo dell’Università, l’ex brefotrofio , sempre dell’Univeristà e la caserma La Marmora. Intanto oggi si parla di campus in consiglio comunale dove verrà discussa l’interpellanza della minoranza, primo firmatario Manuel Alivesi (Forza Italia) che aveva chiesto, ai sensi del regolamento consiliare, una convocazione urgente dell’assemblea civica . Nel documento il capogruppo Alivesi chiede che il sindaco spieghi all’assemblea e alla città perché ha rinunciato al progetto del campus. Il consigliere azzurro interviene inoltre sulla recente conclusione del bando di gara dell’Ersu per il campus esprimendo preoccupazione dopo che la direttrice generale Maria Assunta Serra ha deciso di non aggiudicarlo. E chiede al sindaco di sapere «se ciò determinerà uno stop definitivo alla gara» e afferma che la decisione dei vertici del’Ersu sulla costruzione del campus « che avrebbe portato in città la realizzazione di un’opera del valore di circa 40 milioni di euro è una decisione che determinerà un grave danno per Sassari». Secondo il rappresentate dell’opposizione «allo stato attuale qualsiasi rimodulazione del progetto iniziale determinerà una ulteriore perdita di risorse che già erano destinate su tale opera. Le frammentate notizie che giungono inducono a pensare che sulla realizzazione del campus universitario ci sia ben poca coscienza su tempi, modalità di esecuzione e non ci siano idee precise che non fanno altro che alimentare la confusione su tale opera». Perciò, ribadisce Alivesi, «riteniamo che sia giunto il momento di fare chiarezza. Se il sindaco non dovesse intervenire con decisione allora non si tratterebbe altro che di un ulteriore passaggio della nostra tanto amata città di Sassari verso l’annichilimento».
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
archeologia
Strade, tombe, depositi di statue, edifici con grandi scalinate: la straordinaria scoperta del team di geofisici Adesso servono nuovi cantieri
di Claudio Zoccheddu
 
ORISTANO Evidentemente aspettava questo momento da parecchio tempo. Gaetano Ranieri, professore ordinario di geofisica all’università di Cagliari, ha atteso il convegno “Una giornata per il dialogo tra archeologia e scienza” – ospitato nella casa circondariale di Massama per celebrare la conclusione di un percorso di studio e lavoro a cui hanno partecipato diversi detenuti – per raccontare, e tradurre, una parte dei dati raccolti durante le indagini condotte a Mont’e Prama utilizzando il georadar, uno strumento in grado di scandagliare la terra sfruttando il principio degli apparecchi che controllano cieli e mari.
«Abbiamo raccolto – spiega Ranieri – qualcosa come 17 terabyte di dati, tra cui alcuni molto interessanti». E ovviamente non entra nello specifico, («Lo faccio per evitare di dare suggerimenti ai tombaroli»), ma racconta a grandi linee quello che il suo strumento ha letto nella zona di Mont’e Prama, dentro e fuori dagli scavi aperti dall’Università di Sassari e dalla Soprintendenza archeologica durante la campagna della scorsa estate. Il bilancio, e non poteva essere altrimenti, è esaltante. Dalla collina di Mont’e Prama, sempre secondo i dati raccolti da Gaetano Ranieri, sarebbe venuta fuori solo una piccola parte di quello che potrebbe essere un sito dalle dimensioni sconfinate: «L’area a cui mi riferisco è di circa sette ettari, ma non chiedetemi di essere più preciso perché non posso» – ha confermato lo studioso – Comunque abbiamo riscontrato più di 5mila anomalie, alcune delle quali riconoscibili già dai rilievi».
Il cuore del Sinis custodirebbe un tesoro inestimabile: «Mi riferisco a strutture complesse di 14 metri per 26 che potrebbero essere strade, dato che sarebbero lastricate, e che sono state rilevate in tre casi. Poi, tombe di due metri di altezza e costruzioni che sembrano edifici dotati di scale». Ma nelle viscere della collina non ci sarebbero solo abitazioni e vie di comunicazione: «Abbiamo individuato diversi fossati, dentro e fuori dall’area di scavo, che custodirebbero frammenti di statue», ha aggiunto Ranieri dando finalmente un riferimento concreto all’ipotesi secondo la quale attorno al sito originario potrebbe essere stata realizzata una sorta di discarica ante litteram, in cui furono gettate parti di statue. Se poi le discariche furono realizzate dai conquistatori che distrussero il sito o dagli scalpellini nuragici insoddisfatti delle fattezze di alcuni lavori, saranno gli archeologi a definirlo. Altre novità arrivano da una delle aree più note. Infatti, all’altezza della capanna nuragica – che guarda caso è al centro della campagna di scavo ripresa in questi giorni dalla Soprintendenza – il georadar avrebbe rilevato la presenza di altre tre costruzioni dello stesso tipo. La parte più elettrizzante dei dati raccolti da Ranieri riguarda un’altra zona imprecisata, sempre nei pressi della collina dei giganti. «Sotto la terra abbiamo riscontrato la presenza di quattrocento metri lineari di quelle che sembrano tombe, forse inesplorate, e di resti di numerosi edifici – ha aggiunto lo studioso – E a queste devono essere aggiunti altri fossati molto lunghi, utilizzati probabilmente anche in questo caso come discariche, dato l’alto numero di anomalie rilevate dagli strumenti». Rivelazioni che potrebbero far saltare sulla sedia archeologi e appassionati e che potrebbero fare il paio con quanto dichiarato dall’ex rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino che, nella relazione snocciolata poco prima dell’intervento di Gaetano Ranieri, aveva parlato del mito raccontato da Aristotele sui quarantuno figli di Eracle “addormentati” in Sardegna. Una leggenda raccontata forse per sminuire l’arte nuragica ma che rischia di essere smontata a millenni di distanza grazie al lavoro degli archeologi. Una serie di rivelazioni, quelle fatte ieri da Gaetano Ranieri, che hanno messo quasi in secondo piano la presenza a Massama di Christian Greco, direttore del Museo egizio di Torino, che ha portato al convegno la sua esperienza di dialogo tra scienza e archeologia applicata alla classificazione dei reperti custoditi dalla più importante esposizione mondiale di reperti dei faraoni dopo quella del grande Museo del Cairo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
15 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Raimondo Zucca
«Già più di quarant’anni fa Giovanni Lilliu aveva intuito tutto»
 
ORISTANO «Giovanni Lilliu c’era arrivato nel 1973». Raimondo Zucca, responsabile della campagna di scavo del 2104, ricorda che fu l’archeologo di Barumini a immaginare per primo il tesoro custodito dalle colline del Sinis. Lo stesso scrigno, sotto forma di tempio, che sarebbe stato rilevato dal georadar di Gaetano Ranieri: «Per confermare le intuizioni di Lilliu, però, è necessario che i dati raccolti dalle apparecchiature vengano supportati da un’indagine archeologica», aggiunge ancora Raimondo Zucca, che si dimostra convinto della precisione dello strumento. «Quando abbiamo individuato il betilo di 2 metri e trenta, prima che iniziassimo lo scavo Ranieri ne aveva disegnato la sagoma sul terreno utilizzando alcuni sassi». La corrispondenza con la scultura fu incredibile: «Aveva sbagliato di tre centimetri». Secondo Raimondo Zucca, quindi, il georadar è uno strumento assolutamente attendibile. Prima di iniziare a bucherellare le colline bisognerà aggirare il problema più grosso, quello economico: «Il ministero ha scoraggiato le campagne di scavo su terreni privati, pagare i premi di rinvenimento potrebbe essere complicato». I giganti di pietra hanno un grosso valore e garantirne il 25% ai proprietari dei terreni farebbe saltare il banco. Eppure, la risposta potrebbe arrivare dalla Regione Sardegna: «Il Codice Urbani – conclude Zucca – concede alle Regioni la possibilità di acquistare beni immobili archeologici». (c.z.)

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