UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 29 aprile 2015

Mercoledì 29 aprile 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 aprile 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Ente foreste, il Tar stanga Pulina: «Non può tenere il doppio ruolo»
LA SENTENZA. Bocciato il ricorso del prof-commissario dopo il no del rettore al nulla osta
 
Voleva il doppio ruolo e il doppio stipendio: direttore del dipartimento universitario di Agraria a Sassari e capo dell'Ente foreste a Cagliari. Ma il Tar ha detto no: Giuseppe Pulina non può svolgere bene i due compiti in contemporanea. Quello di docente al nord e, nel capoluogo, centinaia di chilometri a sud, commissario straordinario di un apparato con circa 8000 dipendenti e 170 milioni di bilancio.
IL VERDETTO I giudici amministrativi hanno dato ragione al rettore sassarese Massimo Carpinelli. Il Magnifico non aveva rilasciato il nulla osta a Pulina, nominato commissario sei mesi fa dalla Giunta Pigliaru. Ruoli incompatibili, è necessaria l'aspettativa dall'università, sosteneva Carpinelli. Ma il professore non ha mollato nessuno dei due posti e ha impugnato al Tar lo stop del rettore.
La settimana scorsa il verdetto, che fa di lui un commissario non autorizzato dall'università. Intanto si è evoluta anche la situazione intorno al palazzo che governa il verde della Sardegna. Dall'alto la Giunta gli ha prorogato l'incarico. In basso, sulla strada davanti al Consiglio regionale, scenderanno i dipendenti dell'Ente, rabbiosi per una riforma solo annunciata e per il taglio delle risorse.
I FATTI Lo scontro nasce il 28 ottobre 2014, quando Pulina viene nominato commissario per sei mesi «con una retribuzione lorda annua tra 50.000 e 70.000 euro». Chiede un primo via libera e il rettore firma un «visto, si autorizza». Il professore s'insedia a Cagliari, il giorno dopo, poi chiede il via libera definitivo.
Il 25 novembre ecco il no di Carpinelli, che segnala «una situazione d'incompatibilità», prevista dalle norme sul sistema universitario, e «invita l'interessato ad optare, entro 3 giorni, tra il collocamento d'ufficio in aspettativa e la rinuncia all'incarico regionale». Il neocommissario non opta, sostiene che le norme richiamate dal Magnifico siano inapplicabili e, facendosi forte del “visto” preliminare, tira dritto.
Il rettore rincara la dose e il 9 dicembre, con decreto, nega il nulla osta. Il professore si oppone, tiene i due incarichi e ricorre al Tar. Oltre all'inapplicabilità delle norme, Pulina sostiene che l'incompatibilità sarebbe negata dai fatti: nei cinque mesi trascorsi prima della discussione del ricorso, dice, «non si è verificato nessun detrimento dell'attività scientifica, accademica e gestionale».
Ma i giudici bocciano la sua tesi: le leggi richiamate da Carpinelli, stabiliscono, sono giuste. E non esiste nemmeno discrezionalità: il rettore doveva applicarle e basta. Quindi stop al doppio incarico.
LA REAZIONE Pulina ieri mattina non era in ufficio, in viale Merello a Cagliari. Ma attraverso la segreteria della direzione generale fa sapere: «Non ho niente da dichiarare sulla vicenda». In serata cade nel vuoto anche un tentativo di contattarlo al dipartimento di Agraria, a Sassari, dove il suo arrivo era atteso dai colleghi per le 17. «Ha continuato ad essere sempre presente in facoltà, in questi sei mesi?», era la domanda. «Meglio che parli col professore», è la risposta. Ma il prof non parla.
Nel silenzio dell'interessato parlano gli atti della Giunta regionale: su proposta dell'assessore all'Ambiente, Donatella Spano, l'incarico commissariale di Giuseppe Pulina è stato prorogato per sei mesi, mentre è stato approvato il disegno di legge sul riordino della materia forestale. Un provvedimento atteso da migliaia di dipendenti: quelli aderenti alla Cisl stamattina protestano davanti al Consiglio regionale contro tagli per 15 milioni e la mancata stabilizzazione di 1500 precari.
Enrico Fresu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 46 - Edizione CA)
Cagliari insegna come fare rete
STARTUP. Col tour dell'innovazione l'Isola sotto i riflettori del mercato nazionale
 
Uso virtuoso delle reti, superamento delle distanze geografiche, taglio dei costi, ricerca dei finanziatori: è l'ecosistema sardo dell'innovazione che vive un'epoca di trasformazione e crescita in uno scenario di forte fermento certificato anche dagli ultimi dati sulle startup isolane che testimoniano l'incontro tra mondo universitario e delle imprese con iniziative che si distinguono per il carattere innovativo.
Le iniziative di sostegno alle aziende finanziate da soggetti pubblici e privati e rivoluzione dei makers stanno rendendo il settore sempre più dinamico. È per questo, e per portare sul territorio il dibattito sui temi dell'imprenditorialità giovanile, dell'occupazione e dell'innovazione, che ha fatto tappa a Cagliari la rassegna itinerante “Allora crealo! On tour”, organizzata da Euricse in collaborazione con l'Università di Cagliari e con il sostegno di Invitalia. Il tour dell'innovazione, nelle sue tre tappe di Bari, Cagliari e Bologna, è stato concepito in vista dell'evento organizzato dall'Istituto europeo di ricerca a Trento durante il Festival dell'Economia, dal 29 maggio al 2 giugno 2015.
Partendo da alcuni esempi che hanno dimostrato un impatto positivo, i relatori hanno voluto smentire lo stereotipo che in Sardegna sia difficile fare rete. «Le tecnologie Ict non sono più unicamente il core business di esperienze imprenditoriali di successo», hanno spiegato gli organizzatori «ma stanno diventando il fattore abilitante di un approccio nuovo, le cui parole chiave sono condivisione, co-creazione, reti, lavoro di squadra».
La scelta di Cagliari non è un caso, il capoluogo è tra le prime dieci province italiane per presenza di startup innovative, con 72 realtà, il 2,2% di quelle nazionali.
Marzia Piga
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 50 - Edizione CA)
Per dieci ore di musica live
L'evento Il primo maggio a Monserrato “Univercity”
 
Questa generazione non crede ai politici o ai santi, credono soltanto ai cantanti - e chissà se le rime di Salmo ci azzeccano. Certo è che, che per come ce li ricordiamo l'hanno scorso, i migliaia di studenti che inneggiavano alla musica, e soltanto alla musica, nell'anfiteatro di Monserrato, Cittadella Universitaria, pieno all'improvviso solo di grinta, quella grinta che dà il ritmo quando batte a tempo con il cuore, per come ce li ricordiamo l'anno scorso, è davvero così.
E adesso si replica. Ancora primo maggio: di nuovo Univercity Festival: sempre per quel collettivo di associazioni studentesche e universitarie, insieme, in una giornata lunga, e tanta, di musica.
Dal pomeriggio al tramonto - l'orario di inizio dei concerti è fissato per le 15, ma si parte a mezzogiorno con partite di calcio e di pallavolo - e la citazione da Salmo, in apertura, era d'obbligo. Eccolo, Maurizio Pisciottu da Olbia, nuovo divo di quel rap che, con la tv o le copertine, ha poco a che fare. Sul palco dell'anfiteatro del campus insieme a Madh, The Zen Circus, Daddy's Groove, Joeysuki, Bujumannu & Stone Republic, più dj Laddo e Alessio Mereu. In apertura gli emergenti Lyrical Dropperz e Soda Yells, selezionati attraverso un contest e centoventotto band, se vi sembrano poche.
Chi sono gli ospiti già lo sapete: Madh è quel Marco Cappai di Carbonia, secondo all'ultima edizione di “X Factor”, con la sua musica tra rap e black soul. The Zen Circus arrivano da Pisa: «La parte rozza, caotica e ruspante di quello che loro ancora faticano a chiamare indie rock», dice la critica, e lo dice a ragione. Bujumannu è Simone Pireddu, dal 2005 voce del gruppo Train to roots, qui nella sua veste solista insieme agli Stone Republic. Joeysuki, dee jay e produttore olandese, suona in mezzo mondo, dall'India all'Indonesia, dal Sud Africa agli Stati Uniti. Da tenere d'occhio, in chiusura di Festival (secondo scaletta all'una e mezzo del mattino), Alessio Mereu: è tra i dj più talentuosi che abbiamo in Sardegna, techno, house e minimal, e ce lo invidiano ovunque.
Bene. E bravi ai gruppi e alle associazioni che si mettono insieme, e insieme organizzano: Studenti Ajò, Amici del divertimento, Goliardia universitaria, Escape e Trip hole (media partner è L'Unione Editoriale).
Perché sì, è vero, questa generazione non crede ai politici o ai santi , però sa fare cose buone. Una parte dell'incasso del Festival sarà consegnata all'Università di Cagliari, e un'altra finanzierà l'acquisto di tutte quelle attrezzature, importantissime, per le camere sterili del centro trapianti di Ematologia del Businco.
Francesca Figus
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 28 - Edizione IN)
Quel sano business della terra
Produttori: dalla carne all'ortofrutta, 47 milioni di fatturato 
LA COOPERATIVA. Allevamento, centro di ingrasso per i bovini e filiera corta delle ortive
 
Il lavoro dei soci e la lungimiranza manageriale dei vari direttivi che si sono succeduti alla guida della cooperativa Produttori Arborea hanno fatto dell'azienda un importante volano economico del territorio. Il fatturato del gruppo si aggira oggi sui 47 milioni di euro, di cui 9 milioni provengono dal comparto zootecnico-carne, 6 dall'ortofrutta, e ancora 20 milioni dalle vendite del magazzino, 10 milioni dalle materie prime e 2,3 milioni dai servizi di assistenza ai soci
FILIERA CARNE La cooperativa, tra le tante attività, alleva bovini sardi nel centro d'ingrasso. I numeri fanno della Produttori uno dei primi centri di allevamento in Sardegna e grazie all'alta qualità delle produzioni e ai controlli di filiera ha ottenuto dal ministero delle Politiche agricole il riconoscimento del disciplinare di etichettatura volontaria Carne di bovino nato e allevato in Sardegna. Garantite le migliori condizioni di sviluppo e crescita dell'animale, fino al completamento del ciclo di vita e all'ottenimento di una carne genuina e completamente sarda. Gli allevamenti conferitori, nella maggior parte a pascolo brado, si trovano per il 55 per cento nella zona fra Olbia e Tempio, il 23 in provincia di Sassari, il 14 in quella di Oristano, il 5 in quella di Nuoro e il 3 per cento nel Medio Campidano.
Grazie alla collaborazione con l'Università di Sassari la Produttori ha avviato il progetto “Ichnusa Bubula” che ha l'obiettivo di innovare il processo produttivo della filiera della carne bovina in Sardegna con soluzioni “win-win”, per coniugare sviluppo economico sostenibile, tutela della biodiversità e adattamento al cambiamento climatico attraverso risorse locali.
NON SOLO CARNE BOVINA Oltre alla carne bovina, la coop ha in cantiere un progetto di riferimento per tutti gli allevatori sardi: «Prevede la valorizzazione della filiera della carne sarda sul modello collaudato negli anni per la produzione del latte vaccino - afferma Marco Peterle, direttore della Produttori - Un modello che segue la filiera corta in tutte le fasi produttive, aggregando nelle fasi iniziali la domanda per quanto riguarda i mezzi occorrenti alla produzione del socio e nelle fasi finali l'offerta del prodotto. Il fine è di raggiungere una notevole massa critica di domanda e offerta, dando alla coop la possibilità di creare grosse economie di scala, e di avere una maggiore forza contrattuale a vantaggio degli allevatori. L'obiettivo di sviluppo della carne sarda - continua - è quindi il coinvolgimento dei produttori di bovini, suini, avicoli che siano interessati alla costituzione di una filiera corta di qualità e quantità riunita in una Organizzazione produttori carne sarda».
MATERIE PRIME Dall'esigenza di fornire ai soci e alle aziende zootecniche della Sardegna materie prime di qualità per l'alimentazione degli animali, la coop Produttori acquista e garantisce un'accurata selezione qualitativa di prodotti come mais, orzo e soia, che vengono in buona parte trasformati in farina di mais, di soia, fioccato di mais e d'orzo. Grazie all'acquisto in forma associativa si raggiungono volumi tali da poter stipulare contratti commerciali di acquisto e fornitura direttamente con il trasporto via mare. «Abbiamo acquisito una banchina al porto Industriale di Oristano - comunica Peterle - un investimento che si innesta perfettamente con l'esigenza di aumentare la nostra capacità di erogare prodotti e servizi ai soci e alle aziende zootecniche sarde».
FILIERA ORTOFRUTTA La Produttori conta tra le sue attività più importanti la produzione di ortive, e ha ottenuto il riconoscimento di Organizzazione Produttori ortofrutta. Una Op che si è evoluta nel tempo con nuovi mezzi e strutture, e che rappresenta una realtà aperta a tutti i produttori sardi che ne vogliano far parte: «Chiaro e fondamentale deve essere il concetto che la Produttori con l'Op ortofrutta ha l'obiettivo di organizzare i produttori orticoli sardi - sottolinea il presidente Giovanni Sardo - valorizzando le produzioni dei soci e portando sulla tavola dei consumatori prodotti di stagione genuini e freschi, che esprimono il meglio dell'agricoltura sarda. Alla base del centro ortofrutticolo c'è l'accurata programmazione, mentre l'investimento è impostato per i soci nei diversi periodi dell'anno e sviluppato in funzione del mercato. Le colture sono seguite dal personale agrario e dall'ufficio tecnico della cooperativa, che supporta il socio in tutto il percorso di filiera fino alla commercializzazione nei punti vendita», conclude Sardo.
Antonello Loi
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Sa Domu, discussione rinviata
I giovani dello studentato manifestano davanti al Municipio
CONSIGLIO. Non c'era il consigliere che ha chiesto lo sgombero dell'ex scuola a Castello
 
«Sa Domu non si tocca». In duecento ieri si sono ritrovati sotto il Municipio per difendere dal rischio di sgombero lo studentato occupato in via Lamarmora. All'ordine del giorno del Consiglio comunale era prevista una mozione di Gennaro Fuoco e Alessio Mereu, di Cagliari futura, che chiedono di «mettere in atto tutte le azioni di polizia atte a liberare l'immobile» e «interrompere le utenze idriche, elettriche e fognarie». Dopo il tam-tam dei giorni scorsi, in tanti ieri si sono fatti trovare sotto palazzo Bacaredda, ma l'argomento in Aula non è stato trattato per l'assenza del primo firmatario Gennaro Fuoco.
LA VICENDA La storia di Sa Domu nasce con lo sciopero generale del 12 dicembre scorso: un gruppo di giovani ha abbandonato il corteo per raggiungere Castello e occupare l'ex scuola Manno in via Lamarmora. Passati i primi giorni di incertezza sul successo dell'iniziativa, gli occupanti si sono messi a lavorare per portare avanti il progetto di uno studentato occupato. «C'erano problemi in vari ambienti, soprattutto nel tetto, e ci siamo occupati della messa in sicurezza a nostre spese», spiega Enrico Puddu, uno degli animatori del progetto: «Dopo oltre quattro mesi l'edificio ha trenta posti letto per studenti universitari fuori sede, docce, cucina con dispensa, palestra popolare e una sala musica insonorizzata per non disturbare».
GLI OCCUPANTI Sono un centinaio i ragazzi che si impegnano quotidianamente dell'occupazione, compresi lavori e manutenzioni, cui si aggiungono i tanti che ruotano intorno a Sa Domu. «Si realizzano laboratori teatrali e musicali, poi ci sono diverse associazioni che si riuniscono in questi spazi aperti a tutti», spiega Puddu: «Oltre che noi, ci sono circa trecento persone che ruotano intorno al progetto». Nessun problema col quartiere: dicono che Castello li ha accolti a braccia aperte.
IL VICINATO «La scuola Manno confina con un istituto delle suore, che dal primo giorno si sono occupate di noi prestandoci anche scope e stracci per le pulizie. Dopo oltre quattro mesi i rapporti con loro sono ottimi, come lo sono con le attività commerciali del rione: il panettiere ci regala ogni giorno il pane e stiamo organizzando eventi cui parteciperanno diversi negozi di Castello». Emanuela Falqui si occupa di arte contemporanea in spazi non convenzionali con il gruppo "Funivie veloci": «Abbiamo ideato la Chiamata allearti portando una quarantina di artisti che si sono divertiti a realizzare le loro opere dentro Sa Domu. A Cagliari sono tanti gli spazi abbandonati che potrebbero essere sfruttati in questa maniera».
LA SOLIDARIETÀ La scuola occupata non attira solo ragazzini: tra chi si riunisce lì c'è anche il Cagliari Social Forum. «Saremmo venuti a manifestare per loro in ogni caso», commenta Giorgio Canetto, «hanno recuperato e aperto alla città una scuola abbandonata da sette anni: non sono loro ad avere comportamenti illegali».
IL CONSIGLIO Mentre i manifestanti cantavano sotto i portici, in Aula non si è trattato l'argomento per l'assenza di Gennaro Fuoco, eletto con Fli e ora nell'orbita di Salvini. «È fuori dall'Isola, era lui il primo firmatario e abbiamo deciso di rinviare la discussione alla prossima occasione», spiega il capogruppo di Cagliari futura, Alessio Mereu che chiede lo sgombero di Sa Domu. «Sono studenti e ho molto rispetto per loro: sono stato consigliere d'amministrazione dell'Ersu, conosco bene il loro mondo e sono sensibile ai loro problemi», commenta l'esponente di Fratelli d'Italia, «ma non sono sensibile verso chi non rispetta le leggi, chiunque sia. Violare le leggi è un cattivo esempio anche verso altri giovani che studiano e fanno sacrifici, ma non hanno comportamenti censurabili. La politica che assiste passivamente e non interviene è un brutto segnale».
Marcello Zasso
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Confermati i commissari delle Asl
L’incarico è stato prorogato per altri 4 mesi. Ripartiti 2,8 miliardi fra le Aziende
 
CAGLIARI I commissari straordinari della sanità avranno altri quattro mesi di tempo per provare a rimettere a posto i conti delle Asl in attesa della grande riforma. La Giunta ha prorogato gli incarichi, ad Agostino Sussarellu (Asl di Sassari), Paolo Tecleme (Olbia), Mario Palermo (Nuoro), Federico Argiolas (Lanusei), Maria Giovanna Porcu (Oristano), Maria Maddalena Giua (Sanluri), Antonio Onnis (Carbonia-Igesias) Savina Ortu (Cagliari), Graziella Pintus (Azienda Brotzu), Giorgio Sorrentino (Azienda mista Cagliari) e Giuseppe Pintor (Azienda mista Sassari). La conferma dei commissari era scontata e a questo punto bisognerà vedere cosa accadrà nei prossimi mesi quando, come annunciato dall’assessore alla Salute Luigi Arru, dovrebbe esserci il riordino della Asl e anche la nuova rete ospedaliera. Nel frattempo i conti della sanità continuano a essere in rosso. Secondo l’ultima stima del ministero, il disavanzo dovrebbe aver superato in 342 milioni. A fine mese sempre l’assessorato alla Salute ha annunciato che presenterà i conti definitivi della nuova gestione cominciata a dicembre con la nomina dei commissari da parte del centrosinistra e allora si saprà davvero qual è lo stato della sanità in Sardegna. Nel frattempo, la Giunta ha ripartito i finanziamenti previsti per coprire le spese del 2014. I 2,887 miliardi sono stati così ripartiti: Asl di Sassari 477,8 milioni, Olbia 210,6, Nuoro 281,9, Lanusei 87,8, Oristano 253, Sanluri 139,7, Carbonia 195,5 e Cagliari 841,3. Al Brotzu 160,5, mentre all'Azienda mista universitaria di Cagliari 134,2 e a quella di Sassari 114,5 milioni. Ma dal centrodestra con il consigliere gionale Marco Tedde (Fi) è arrivata una dura critica al centrosinistra: «Dopo il commissarimento delle Asl, c’è stato solo l’immobilismo». Anche se ieri la Giunta deliberato uno stanziamento di 250mila euro per l’acquisto di nuove ambulanze fa parte delle associazioni di volontariato. In Sardegna – secondo l’assessorato– sono in servizio solo 24 ambulanze sulle 50 necessarie.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Borse di studio dalla Fondazione
Stanziati 600mila euro agli Ersu per il sostegno degli studenti
 
CAGLIARI Un sostegno per il mantenimento agli studi dei giovani esclusi dai finanziamenti per insufficienza di risorse nazionale e regionali è arrivato dalla Fondazione Banco di Sardegna che ha stanziato 600mila euro. Due terzi, 400mila, andranno all’Ersu di Cagliari, il resto a Sassari. La convenzione è stata sottoscritta dal presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Antonello Cabras, e dai numeri uno degli Enti regionali per il diritto allo Studio universitario di Cagliari e Sassari, Antonio Funedda e Gianni Poggiu. L'accordo riguarda l'erogazione di borse di studio agli studenti idonei non beneficiari del bando ordinario delle Ersu di Cagliari e Sassari per l'anno accademico 2015-2016. E’ il secondo intervento che la Fondazione Banco di Sardegna compie di recente per le Università sarde che stanno perdendo parte dei giovani sardi, sempre più decisi a studiare guori dall’isola. In precedenza era stato sottoscritto un accordo che consentirà a un centinaio di giovani di Tunisi, Algeri e Rabat di studiare nelle università di Cagliari e Sassari. L’obiettivo è chiaro: la Fondazione - aveva spiegato Cabras - è impegnata a sostenere la ricerca scientifica e l'alta formazione e le università si arricchiscono anche dalla provenienza di studenti stranieri. Più è alto il livello di internazionalizzazione degli studenti e più l'università può crescere.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Il campus universitario si fa in tre
L’idea del sindaco: non più un’unica struttura, ma residenze studentesche diffuse tra Caserma, Brefotrofio e Piandanna
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Tre case dello studente al prezzo di una. Rispondendo a un’interrogazione presentata dal capogruppo del Movimento 5 stelle, Maurilio Murru, il sindaco toglie il velo di mistero e silenzio che ha avvolto negli ultimi mesi il progetto del nuovo campus universitario targato Ersu. La struttura da 40 milioni di euro che dovrebbe offrire posti letto e servizi a 500 studenti universitari, non si farà a Piandanna nei terreni di privati individuati con un’apposita gara pubblica dallo stesse Ente regionale per il diritto allo studio universitario. «Quell’area non ha la destinazione urbanistica necessaria per realizzare residenze studentesche, e noi escludiamo di poter accordare una variante urbanistica che andrebbe in contrasto con le linee del Puc approvato pochi mesi fa», spiega Nicola Sanna dal suo scranno di Palazzo Ducale. Niente campus nell’area fra il Polo bionaturalistico di Piandanna e la sede dell’Agenzia delle entrate. Al posto di quel progetto saranno realizzate tre case dello studente e una nuova caserma militare per il comando della Brigata Sassari. «Abbiamo avviato una proficua interlocuzione con il cda dell’Ersu e con l’Università, e la prossima settimana dovremo incontrarci per preparare un protocollo d’intesa che contempla una soluzione gradita a tutti», precisa il primo cittadino. Una prima costruzione sarà realizzata sempre a Piandanna, ma in un terreno di proprietà dell’Università, proprio di fronte all’orto botanico, all’imbocco della quattro corsie che conduce alla strada provinciale per Ittiri. Qua dovrebbe sorgere una casa dello studente con circa 300 posti letto, con un costo stimato intorno ai 15-20 milioni di euro. Con gli altri 20 milioni di euro disponibili sarebbe ristrutturata la caserma Lamarmora in piazza Castello, ottenendo circa 370 posti letto per gli studenti. Questo passo è legato a uno scambio con il Ministero della Difesa: il comando della Brigata Sassari lascerebbe libera la caserma e ottenendo la costruzione di una nuova sede, o in un’area già di proprietà del Ministero (ad esempio all’interno del complesso militare di via Carlo Felice, sede della caserma Gonzaga), o in un altro terreno oggetto di permuta (c’è anche l’ipotesi dei locali dell’ex Fondazione Brigata Sassari). La terza residenza universitaria prenderà forma nell’ex brefotrofio di via delle Croci, di fronte alla chiesa di San Pietro, struttura ora di proprietà dell’Università sassarese, e nella quale si ricaverebbero circa 170 posti letto per gli studenti. «È importante che Comune, Ersu e Università abbiano trovato un accordo sulla strada da seguire, un’intesa che punta sulla rivitalizzazione del centro storico, portando gli studenti a vivere in piazza Castello», continua il sindaco. «L’area indicata nella graduatoria relativa al bando pubblico dell’Ersu non è compatibile urbanisticamente con il Puc e si trova fuori dal centro urbano. Potremmo operare una variante urbanistica, ma a che vantaggio avrebbe la comunità?», argomenta Nicola Sanna. «Abbiamo raggiunto un’intesa fra enti per procedere in un’altra direzione, e anche con il Ministero della Difesa è stata avviata un’interlocuzione costruttiva», chiarisce. «Realizzando il programma che abbiamo individuato con Ersu e Università, sarebbe evitato il pericolo di perdere i finanziamenti, perché l’area di fronte all’orto botanico non ha bisogno di variante, c’è un progetto dell’Università già pronto e i lavori per la costruzione delle residenze universitarie potrebbero iniziare immediatamente».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Una rivoluzione rispetto al bando Cipe
La sfida dell’amministrazione sarà riuscire a far rimodulare i finanziamenti e far sì che bastino
 
SASSARI Parlare di campus universitario, ormai ha poco senso. L’idea che il sindaco ha tirato fuori dal cilindro è tutt’altra cosa. Del progetto originario, cioè della struttura all’americana prevista nel bando Cipe, per la quale in questi anni sono stati presentati decine di studi e proposte, non c’è più neanche l’ombra. Una mega residenza, spalmata su almeno tre ettari, circondata da impianti sportivi, con settecento posti letto, non troppo periferica e ben collegata agli altri siti universitari. I finanziamenti del Ministero sono stati stanziati per delineare uno scenario come questo. Occorrerà un notevole sforzo diplomatico per far metabolizzare agli uffici romani una simile rivoluzione di prospettiva, e convincere il Cipe a rimodulare comunque i finanziamenti. E questa è la prima incognita. Anche perché i tempi, ancora una volta, sono molto stretti: la scadenza per la disponibilità delle risorse è fissata per il 1 dicembre, con una proroga eventuale sino a giugno. Il Comune, entro quella data, dovrà risolvere un bel po’ di grattacapi. Uno di questi è far quadrare i conti. Venti milioni per realizzare il minicampus nell’area universitaria di Piandanna. E con il resto dei soldi l’Ersu dovrebbe acquisire la Caserma La Marmora, costruirne una nuova per l’esercito, dopodiché trasformare la vecchia caserma in una residenza per studenti. E infine, non si sa bene con quali altri soldi, ristrutturare l’ex Brefotrofio di San Pietro e adattarlo per la nuova destinazione d’uso. Dopodiché restano una serie di contraddizioni, che esporranno il fianco dell’Ersu a possibili ricorsi. Si può partire dalla manifestazione di interesse che ha lasciato nel limbo per parecchio tempo le ex Semolerie, per poi arrivare al bando vero e proprio che ha decretato vincitore il terreno degli eredi Segni a Piandanna. Entrambi questi progetti, più tutta una sfilza di altri concorrenti sono stati scartati per la mancanza di una serie di requisiti previsti nel bando Cipe. A partire dalla destinazione d’uso, dall’essere troppo decentrati, dall’avere all’interno del lotto fabbricati preesistenti, dall’estensione troppo ristretta e via dicendo. Il nuovo Campus a pezzetti proposto dal sindaco ripropone esattamente gli stessi problemi di compatibilità urbanistica, o meglio, tenta di risolverli con un gioco di prestigio: Piandanna ha la destinazione urbanistica, la Caserma è centrale, l’ex Brefotrofio è in posizione strategica. (lu.so.)

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