Domenica 19 aprile 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 aprile 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Energie rinnovabili
Ingegnere premiato a Roma
 
Il suo progetto diventerà realtà in futuro. Per il momento si gode la soddisfazione per il riconoscimento ottenuto per il lavoro svolto. Nicola Tore, giovane ingegnere dell’Ateneo cagliaritano, ha visto la sua idea conquistare il terzo posto nella seconda edizione di “Think Green, Be Efficient!”, l’unica competizione nazionale riservata a tesi di laurea sui temi dell’efficienza energetica promossa da Enea, Schneider Electric, Kyoto Club e Ensiel.
La tesi di Nicola Tore - “Progetto di un sistema domotico per la massimizzazione dell’autoconsumo in ambito residenziale”, relatore il professor Fabrizio Pilo, docente ordinario di Sistemi elettrici per l’energia - è stata premiata nei giorni scorsi a Roma.
La motivazione: «Per aver progettato e realizzato un sistema di automazione che attraverso la flessibilità della domanda, valorizza l’autoconsumo come elemento chiave di efficienza nell’impiego dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non programmabili”. (cl.m.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
I luoghi della nostra memoria
Anche la sede del Consiglio regionale tra le tappe di maggio
LA CITTÀ NASCOSTA. Visite ai monumenti che raccontano l’architettura e la storia del ’900
 
Il 9 e 10 maggio toccherà a Cagliari. Luoghi del ricordo e della cultura spalancheranno le porte ai visitatori: sarà la diciannovesima volta, tante quante sono le edizioni di Monumenti aperti. Tra le tappe proposte, la sede del palazzo consiliare della Regione in via Roma, opera che ha il tocco magico di Costantino Nivola. Lo scultore promosse la pavimentazione in granito (che definì lago salato ) per meglio inserire le sue sculture. Presentando nei giorni scorsi la manifestazione (appuntamenti fino al 31 maggio in 53 città, sette in più rispetto al 2014), il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha sottolineato che il Palazzo di via Roma sarà “di nuovo aperto alla gente”, con una novità: i visitatori saranno accompagnati non da funzionari ma da studenti in un itinerario “che ha importanti aspetti architettonici e illustrerà le opere d’arte di diversi artisti sardi, come Costantino Nivola”.
L’EDIFICIO Il contributo di Nivola è legato all’installazione di sue statue e al progetto dell’assetto urbanistico della piazza sottostante il Palazzo che si affaccia su via Roma e il porto. L’edificio (inaugurato nel 1988) ha dato al Consiglio una sede definitiva. Nel 1949, quando fu istituita la Regione autonoma della Sardegna, l’assemblea scelse Palazzo Regio in Castello, ma l’esigenza di unire uffici e sala riunioni in una sede più funzionale spinse l’amministrazione a cercare una diversa soluzione. Questa fu trovata in un’area fra via Roma e via Cavour. Era il 1963, il Comune esaminò il progetto di Mario Fiorentino ma la bocciò: costruzione troppo alta, avrebbe oscurato il Castello. Il progetto fu modificato (abbassando il corpo centrale) e riproposto. Non che piacesse a tutti. Anzi, furono molti i mal di pancia, con argomentazioni varie. Una su tutte: il Palazzo si presentava, “troppo moderno” al cospetto di un antico quartiere come Marina. Il 13 dicembre 1988 l’inaugurazione.
CEMENTO Il Palazzo ha sei piani su via Roma e cinque sul lato di via Cavour, ha un’intelaiatura in cemento armato e vetro oscurato. Al centro della costruzione, sospesa su via Sardegna per consentire il passaggio ai pedoni, c’è la sala del Consiglio.
Se l’intero calendario di visite ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale sardo che attrae turisti, l’esigenza di coniugare il “tema turistico all’appropriazione territoriale” è stata sottolineata dall’assessore regionale al Turismo Francesco Morandi. Durante la presentazione della manifestazione l’assessore alla Cultura Claudia Firino ha precisato che Monumenti aperti “segna numeri in crescita” e che, a proposito del coinvolgimento degli studenti, da settembre prevede “di iniziare percorsi dedicati negli istituti superiori”. Il presidente Ganau si è soffermato sul fine settimana cagliaritano e ricordato il tema della rassegna: «La città del Novecento, con i luoghi e i personaggi che hanno caratterizzato il ventesimo secolo».
CONFERENZE In vista della scelta dei monumenti da aprire alle visite, al Ghetto (via Santa Croce in Castello) sono stati organizzati diversi incontri in un certo senso preparativi. Diversi gli studiosi e specialisti che hanno aderito al ciclo di conferenze organizzate da Imago Mundi. Antonia Giulia Maxia (Soprintendenza Cagliari e Oristano) ha raccontato Cagliari, sul tema “Incontri tra città e artisti nel primo Novecento”, mentre Simona Campus (Università di Cagliari) ha discusso dell’“Arte negli spazi della città contemporanea”. Se Maxia si è soffermata fra le altre cose su come il Novecento abbia cambiato la città, Simona Campus, illustrando la storia dell’arte della seconda metà del Novecento e della prima parte del nuovo secolo ha narrato del rapporto tra le opere e gli spazi. Non sono soltanto quelli classici - musei, gallerie - ma anche piazze, strade, edifici.
Pietro Picciau
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
Sassari
La storia dell’Isola
sui muri dell’Alberghiero
 
La storia dell’Isola attraverso un percorso didattico visivo sulle pareti dell’Istituto Alberghiero di Sassari. "Dipingere la storia", venerdì prossimo 24 Aprile, è l’appuntamento organizzato con i ragazzi della 4° B turistica, accompagnati dal docente Graziano Caputa. "Rinfrescare" le pareti dell’aula scolastica con immagini e simboli della storia sarda, servirà a riportare la luce sulla storia della Sardegna, insieme ai contributi tecnici di Gabriella Gasperetti, direttrice del Museo Sanna di Sassari e del Museo Antiquarium Turritano di Porto Torres, Attilio Mastino e Paola Ruggeri, docenti di Storia Romana della facoltà di Lettere dell’Università di Sassari. Venerdì dalle 10, il percorso si aprirà ai visitatori nelle raffigurazioni della formazione della Via Lattea, l’evoluzione geologica della Sardegna, le rappresentazioni delle tradizioni più radicate come quelle del vestiario, l’ardia, i candelieri. (a. br.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
L’inferno nelle viscere?
«Scavare per scoprirlo»
I possibili scenari illustrati da due chimici dell’Università di Sassari
Quantità di olio, caratteristiche del suolo e del sottosuolo: ecco tutte le variabili
di Luigi Soriga
 
SASSARI Impossibile ipotizzare cosa si nasconda sotto i serbatoi di E.On. Quel fazzoletto di terra potrebbe essere intriso di olio combustibile solo in superficie, oppure quella sostanza densa potrebbe aver camminato in profondità, avvelenando le viscere. Nessuno è disposto a sbilanciarsi, a disegnare uno scenario. Nemmeno due docenti del dipartimento di Chimica organica dell’Università di Sassari come Ugo Azzena e Giorgio Chelucci. Troppe variabili in gioco che non lasciano spazio a certezze. C’è un solo modo per scoprire se davvero nel sottosuolo di Porto Torres si nasconda l’inferno: scavare in profondità e andare sempre più giù sino a che la terra è pulita. E magari commissionare i carotaggi a una ditta che non sia al soldo di E.On, in modo che i controllati non siano allo stesso tempo i controllori e tutto si svolga nella massima trasparenza. Le quantità. La prima incognita riguarda la quantità di idrocarburi sversati: gli inquirenti ipotizzano che le perdite dai serbatoi possano coprire anche l’arco di un decennio. Ma un tecnico, per esprimersi, ha bisogno di numeri. «Cosa significa sversamento importante? – chiede Azzena – stiamo parlando di litri, ettolitri o tonnellate?». Sebbene la viscosità degli oli pesanti sia ben diversa da quella dell’acqua, e quindi occorre far le debite proporzioni tra le capacità di penetrazione del sottosuolo, c’è una bella differenza tra l’infiltrazione di un rubinetto che perde una goccia e quella di una tubatura rotta. Lo stesso vale per lo sversamento di Fiume Santo. Le variabili. Altro problema: come si comporta l’oliocombustibile a contatto con il suolo? «Per rispondere a questa domanda – spiega Chelucci – bisognerebbe conoscere con precisione la composizione dell’idrocarburo utilizzato. Infatti stiamo parlando di sostanze formate da un mix complesso di milioni di molecole. Le caratteristiche del petrolio, per esempio, variano a seconda della provenienza, e l’olio combustibile è diverso anche in base alla lavorazione che ha subito. Potrebbe aver conservato più o meno componenti leggere e dunque più volatili. Anche in questo caso prevedere una trasformazione del composto è difficile senza parametri certi». Cosa c’è sotto. Ma la variabile che più scompagina ogni previsione è la composizione geologica sottostante. Cosa c’è sotto i serbatoi? «Un conto è che il terreno sia poroso, un conto è che sia impermeabile. Nel primo caso l’olio sprofonda, nel secondo cammina orizzontalmente». Le stratigrafie a Fiume Santo evidenziano sia porzioni di roccia calcarea, che si comporta come una spugna, sia delle piattaforme di argilla, che non si fanno attraversare dai liquidi. Se l’olio disperso dovesse incontrare questo sbarramento impermeabile, allora è fondamentale conoscere l’inclinazione della lastra: verso il mare o verso l’interno? E a complicare ancora di più il quadro ci sono gli eventuali canali scavati dalle falde acquifere, che potrebbero aver intercettato lo sversamento e trasportato altrove. Come svelare il mistero. Ciò che però stupisce è il fatto che l’acqua, così come gli idrocarburi, da qualche parte dovrà pur finire: il mare dai serbatoi dista una cinquantina di metri, e in tutta l’area di Fiume Santo ci sono i piezometri scavati per facilitare i prelievi. I campionamenti dell’Arpas finora non hanno mai trovato alcuna traccia che facesse pensare a sversamenti importanti nel sottosuolo, così come le analisi eseguite a mare. Perciò l’unico modo per capire cosa ribolle nel pentolone di Fiume Santo, è togliere il coperchio e ficcarci il dito.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Il rettore ha incontrato studenti e genitori
Conclusa la dodicesima edizione delle Giornate dell’orientamento dell’università turritana
 
SASSARI L’incontro con le famiglie degli studenti ha concluso ieri, nell’aula magna del Rettorato, la dodicesima edizione delle Giornate dell’orientamento, evento promosso dall’università di Sassari con l’obiettivo di presentare il piano dell’offerta formativa dell’Ateneo turritano.
Il rettore Massimo Carpinelli, affiancato dai delegati Eugenio Garibba (orientamento) e Paola Pittaluga (didattica) ha risposto a una serie di domande e chiarito altrettanti aspetti relativi all’organizzazione degli studi universitari, ma soprattutto ha rimarcato i motivi che dovrebbero convincere uno studente a proseguire gli studi nell’Università di Sassari. Con i suoi 450 anni di storia, Sassari è una delle università più antiche del Mediterraneo dove hanno studiato personaggi del calibro di Antonio Pigliaru, Antonio Segni, Enrico Berlinguer e Francesco Cossiga: «Chi decide di studiare a Sassari – ha spiegato il rettore Massimo Carpinelli – sceglie un ateneo a misura di studente che favorisce i rapporti interpersonali forte di strutture accoglienti e ricche di servizi. Sono molti i campi in cui non siamo secondi a nessuno nell’offerta che possiamo mettere in campo. E siamo certi che Sassari è davvero una buona opzione per venire a viere e studiare». Ma non è tutto, scegliere Sassari, infatti, vuol dire anche vivere in una città e in un territorio suggestivi, ricchi di storia e tradizioni e a breve distanza dal mare. Un accento particolare, inoltre, è stato posto sulle relazioni internazionali che l’ateneo sassarese ha allacciato specialmente nel corso degli ultimi anni.
«Quella dell’internazionalizzazione _ ha ricordato infatti la delegata alla didattica Paola Pittaluga – è una delle sfide più importanti che l’ateneo ha deciso di raccogliere per essere all’avanguardia». Cinquanta corsi di studio, 13 dipartimenti che abbracciano molteplici discipline insegnate da docenti provenienti dalla penisola e dall’estero.
L’edizione 2015 delle Giornate dell’Orientamento si chiude, quindi, con un bilancio decisamente positivo. Migliaia di studenti provenienti da tutta l’Isola hanno varcato nei giorni scorsi la soglia del dipartimento di Scienze di via Vienna che ha fatto da sfondo alle diverse iniziative promosse per questa dodicesima “puntata”. Nei giardini del dipartimento alle porte di Sassari è stato allestito perfino un punto di ristoro e un team specializzato di studenti ha seguito l’evento sui principali social network pubblicizzando le “Giornate” ben oltre i confini regionali. (a.me.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 26
L’Inu in campo: salviamo l’eccellenza Architettura
Partecipatissimo convegno a Santa Chiara con l’ateneo, sindaci, professionisti
Nel pomeriggio tappa alla miniera di bauxite di Olmedo per esprimere solidarietà
di Gianni Olandi
 
ALGHERO Se nelle intenzioni dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, sezione Sardegna, presieduto da Roberta Porcu, c’era quella di creare un evento di proporzioni regionali per manifestare solidarietà alla facoltà di architettura di Alghero dell’università di Sassari, l’obiettivo è stato centrato in pieno. Una risposta molto forte è infatti giunta dall’incontro svolto ieri nella biblioteca Mediterranea dove in via ufficiale l’Inu ha deciso di associare in forma pubblica il dipartimento di Architettura. L’incontro è stato stimolato dalle contrastanti notizie che circolano sul Dipartimento algherese che vorrebbero l’esperienza che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale, destinata a concludersi o, in subordine, a sopravvivere in condizioni di scarsa operatività per la mancanza di risorse. L’incontro di ieri è stato uno straordinario successo di partecipazione in quanto vi hanno partecipato le federazioni e gli Ordini professionali, i Sindaci di Sassari, Alghero, Villanova Monteleone, Olmedo, Castelsardo, i rappresentanti dell’università di Cagliari, di Anci Sardegna, dell’amministrazione provinciale gallurese, del Comune e della Stazione dell’Arte di Ulassai, delle amministrazioni comunali di Cagliari, Uri, Ittiri, Bosa. Una mattinata intensa, aperta da un apprezzato intervento del sindaco Mario Bruno, nel corso della quale si sono tenuti anche 15 interventi programmati. Va detto che fino a oggi non si è ancora compreso in maniera chiara quale sia il problema di Architettura Alghero. Un problema politico? Una contrapposizione tutta interna all’ateneo? Esigenze "cagliaricentriche" da soddisfare ? Domande che nessuno si porrebbe se ci fossero risposte comprensibili da parte delle diverse istituzioni che in qualche modo sono riferimenti essenziali e istituzionali della facoltà di architettura. Il convegno dell’Inu che poneva l’esigenza di dare solidarietà al Dipartimento del complesso di Santa Chiara, nel pomeriggio ha esteso questo sentimento di partecipazione recandosi nella miniera di bauxite di Olmedo dove c’è stato un incontro con i minatori rimasti improvvisamente privi del lavoro per la decisione della società mineraria concessionaria dell’attività estrattiva, di sospendere l’attività. La risposta sul futuro di Architettura , in termini di condivisione e supporto scientifico, è andata oltre ogni ragionevole previsione. Si può affermare che istituzioni provenienti da tutta la Sardegna hanno manifestato pubblicamente il sostegno per il mantenimento di un presidio di cultura territoriale, del paesaggio , unica condizione per uno sviluppo sostenibile della Sardegna. Dell’argomento, evidentemente, si riparlerà in occasione della visita annunciata ad Alghero del presidente della Regione Francesco Pigliaru la cui data di effettuazione è al momento legata agli impegni istituzionali del Governatore al quale oltre ad Architettura varrà la pena ricordare due clamorose incompiute di competenza regionale: Surigheddu e Mamuntanas e il Palazzo dei Congressi di Maria Pia.

Questionario e social

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