Martedì 24 marzo 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 marzo 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Ex carcere, si replica?
S. Efisio, il Fai propone di aprire Buoncammino 
Sabato e domenica è stato il sito più visitato fra i 780 di tutta Italia
 
Il 30 aprile lascerà la direzione del provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria per un incarico più prestigioso a Roma. Ma Gianfranco De Gesu non abbandonerà la città. Non subito. Non prima di aver assistito alla seconda apertura del carcere di Buoncammino per la 359ª edizione della Festa di Sant'Efisio. Dal primo al quattro maggio l'ex istituto di pena potrebbe addirittura superare il record di 30 mila visitatori di sabato e domenica durante le Giornate Fai di primavera. Un successo senza precedenti: Buoncammino è stato il monumento più visitato d'Italia.
IL SUMMIT Maria Antonietta Mongiu, la presidente del Fondo ambiente italiano, non si è fatta trovare impreparata. Sabato mattina, una volta conclusi i convenevoli, ha gettato lo sguardo oltre il portone metallico del vecchio penitenziario: sul viale una marea di persone in fila, nonostante l'ingresso fosse previsto tre ore dopo. Il successo dell'iniziativa era assicurato. Con piglio decide di convocare De Gesu, il direttore Gianfranco Pala, il sindaco Massimo Zedda e don Ettore Cannavera al primo piano, nella stanza del provveditore. Tutti seduti, lei appoggiata a un mobile. «Dal primo al 4/5 maggio ci sono le giornate di Sant'Efisio. La città viene invasa da turisti e fedeli. La Fiera e la sfilata sono ormai tappe imperdibili. Perché non inserire negli appuntamenti tradizionali anche Buoncammino?». De Gesu ci mette un decimo di secondo ad accogliere la proposta. «Il problema sono le assicurazioni in caso di incidente», prova ad abbozzare. «Siamo assicurati sia per i volontari che per i visitatori», ribatte pronta la Mongiu. Il provveditore arriva subito al succo: «Rendere il bene fruibile è un onere. È necessario creare un evento. Il personale dell'amministrazione penitenziaria occupa (da una settimana) appena l'8 per cento dell'ex istituto di pena. Dobbiamo avere consumi rapportati a questo numero». Tradurlo non è complicato: chi paga i costi di luce, acqua e pulizia? Domande alle quali il sindaco Zedda e la presidente del Fai si sono impegnati a dare risposte veloci.
IL FASCINO Ma cos'è che ha spinto 30 mila persone (anche molti ex detenuti e agenti di polizia penitenziaria con i familiari) a sopportare estenuanti file sotto la pioggia per visitare l'ex penitenziario? Matteo Papoff , ora a Uta, è stato per 22 anni lo psichiatra del carcere di Buonamano. Una forma di masochismo? «No, l'attrazione è da collegare a un modo di condividere il dolore per poi prenderne le distanze. Forse anche per esorcizzare il luogo. Negli ultimi anni, anche per alcuni arresti eccellenti, il carcere era sempre sulle pagine dei giornali. Buoncammino è ormai una figura retorica».
Per Pietro Ciarlo, giurista, i motivi del successo dell'iniziativa sono ben chiari: «Sono tre i punti che hanno determinato il buon esito delle Giornate di primavera. A monte c'è una buona organizzazione. Mongiu ha lavorato bene. Fondamentale è stata un'ordinaria curiosità rispetto a un monumento chiuso. L'altro elemento è proprio il carcere. Il Paese è più sensibile di quanto la politica pensi o voglia far apparire. Il carcere è un universo a parte, fatto di sofferenza e pena».
Per lo storico Bruno Terlizzo il successo della manifestazione è dovuto al fatto che «c'è nei cagliaritani la voglia di scoprire gli edifici più caratteristici, di gustare edifici off limit». Un segnale per chi ci governa? «Sì, anche se ho la sensazione che la classe politica sia un po' sorda. Ha un brutto vizio - conclude Terlizzo - discute dell'acqua calda».
Andrea Artizzu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Muravera
Droghe e dipendenze, dibattito a scuola
 
Lo scorso novembre gli alunni delle medie avevano trovato siringhe e cucchiaini nel cortile della scuola. Nei giorni scorsi altre siringhe con flaconcini di metadone sono stati notati dietro la palestra comunale. Anche per questo il Comune ha organizzato per domani la giornata della prevenzione “Droghe e dipendenze” dedicata agli studenti (nella mattinata) e ai genitori (nel pomeriggio).
Il dibattito con gli adulti si terrà presso l'aula magna delle scuole medie a partire dalle 17: interverranno il neurofarmacologo Giovanni Biggio e il direttore del SerD Cagliari Massimo Deiana.
Il seminario fa parte di un ciclo di incontri durante i quali si parlerà, fra le altre cose, anche di bullismo, vandalismo e del corretto utilizzo dei social network, veicoli di scambio e informazione per i giovani. Collaborano il dirigente dell'istituto comprensivo di Muravera, Silvia Minafra, e il dipartimento delle Politiche antidroga. (g. a.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra (Pagina 33 - Edizione CA)
I toponimi custodiscono i segreti della terra
L'Ogliastra al centro dello studio pubblicato dalla rivista scientifica Plos one
 
L'idea è di salvare un patrimonio linguistico che è passato indenne allo scorrere del tempo. Preservare la lingua sarda a cominciare dai toponimi. Una squadra di ricercatori ha condotto uno studio sui nomi usati dagli ogliastrini per indicare le località. Nel 79 per cento dei casi si tratta di parole in lingua sarda e, nella maggior parte dei casi, queste parole forniscono informazioni preziose sullo stato dei luoghi e la caratteristiche dell'ambiente. Il team unisce competenze diverse provenienti da tutta Italia: Gian Franco Capra, Antonio Ganga e Sergio Vacca sono professori del dipartimento di Architettura dell'Università di Sassari, Andrea Buondonno appartiene al dipartimento di Architettura della Seconda Università di Napoli, proprio come Eleonora Grilli che però nell'ateneo partenopeo si dedica alle Scienze e tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche e, infine, Carla Gaviano del dipartimento di Scienze chimiche dell'Università di Cagliari.
Il loro studio è stato appena pubblicato nel numero di marzo della prestigiosa rivista scientifica “Plos one”. Lo scopo è appunto quello di individuare una connessione tra lo studio dei suoli e i toponimi utilizzati dalle comunità locali per indicare i luoghi.
Nella venti pagine dedicate alla ricerca si chiariscono le ragioni per le quali è stata scelta proprio l'Ogliastra: «Perché questa sub regione della Sardegna, insieme alla Barbagia, è quella che più di altre ha conservato i tratti distintivi della lingua sarda». E allora ecco che l'attaccamento all'idioma viene riscontrato nei nomi usati per indicare le località, nomi sopravvissuti allo scorrere del tempo e che, ammonisce Gian Franco Capra «stanno purtroppo svanendo e devono essere salvati perché sono patrimonio del nostro bagaglio culturale».
Mariella Careddu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Longevità e identità Da domani nell'Isola
National Geographic e NBC alla scoperta delle “Zone Blu”
 
La Sardegna ancora al centro degli studi sulla longevità e sullo stile di vita che consente di mantenersi sani ed efficienti anche in età avanzata. È il tema guida della spedizione che si terrà nell'Isola da domani al 30 di marzo, alla quale parteciperanno alcuni giornalisti statunitensi provenienti dalle testate più importanti: il giornalista-esploratore americano Dan Buettner, fellow del National Geographic e promotore della longevità a livello globale, Cynthia McFadden e Jake Whitman della televisione americana NBC. La spedizione avrà lo scopo di visitare e far conoscere al pubblico statunitense le “Zone Blu”, dal Mejlogu all'Ogliastra, passando per il Campidano e la Barbagia, aree geografiche dove la percentuale di centenari e di ottanta/novantenni in salute e attivi è molto più elevata che nei territori confinanti. Il concetto di Zona Blu nasce dagli studi portati avanti, dagli inizi degli anni '90 dal medico nutrizionista Gianni Pes, dell'Università di Sassari e dal demografo Michel Poulain, dell'Università Cattolica di Louvain (Belgio).
Pes e Poulain hanno studiato la distribuzione demografica e le abitudini di vita e alimentari dei centenari sardi, identificando con un pennarello blu (da qui il nome) le aree con gli indici di longevità più alti. Successivamente all'incontro tra Pes e Buettner il tema ha ottenuto un richiamo internazionale sempre più forte e studi, fatti da Buettner e dal suo staff di medici e ricercatori, hanno permesso di identificare altre 4 Zone Blu, ad Okinawa (Giappone), Ikaria (Grecia), nella penisola di Nicoya (Costa Rica) e nella comunità di Loma Linda in California.
La longevità dei sardi sembra legata a vari fattori ambientali, socioeconomici, antropologici e culturali nell'Isola che potrebbero rappresentare un modello per il miglioramento della salute della popolazione in generale. Ecco perché la Sardegna può essere considerata un “laboratorio naturale” per lo sviluppo delle ricerche sull'invecchiamento. La spedizione scientifica, composta da Gianni Pes, Michel Poulain ed Alessio Tola, docente di scienze merceologiche dell'università di Sassari, farà da guida ai giornalisti americani e la troupe della NBC nei comuni di Mores, Mamoiada, Assemini, Perdasdefogu, Villagrande Strisaili, Oliena.
La spedizione è organizzata dalla Camera di Commercio del Nord Sardegna col supporto tecnico di Smeralda Consulting & Associati e il patrocinio dell'assessorato regionale al Turismo.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Lotta alle radici “selvagge”
Zedda: progetto pilota in viale Trieste e in viale Merello 
Irrigazione sotterranea per “spingere” i ficus a cercare l'acqua in profondità
 
Cresciute come radici, diventate barriere architettoniche. Capaci di sventrare strade e marciapiedi e rendere la vita impossibile a chi in città si muove a piedi. Oppure in carrozzina. Una riemersione dal fondo della terra che impone interventi drastici. Da piazza Garibaldi a viale Trieste. Da piazza Matteotti fino a viale Merello.
Alberi antichi, guai attuali. Ogni tanto qualcuno ci inciampa e si fa male. E ogni tanto non resta che l'abbattimento per prevenire guai seri provocati dalle cadute spontanee di vecchi “patriarchi”. Colpi d'ascia comunque e sempre contestatissimi. Di sicuro servono progetti e programmi definiti per salvare alberi ma anche strade, marciapiedi, condotte idriche. I frequentatori di piazza Giovanni se le ricordano ancora, le radici guastafeste. Passeggiate impossibili. Sconsigliate. Poi la rinascita. Un po' come in piazza del Carmine, dove la pavimentazione è stata sollevata e l'inconveniente eliminato.
LE EMERGENZE Restano le altre emergenze. Quelle che ogni giorno i cagliaritani sopportano. Subiscono. Così il Comune ha deciso di correre ai ripari con un progetto pilota. «Sperimentale», dice il sindaco Massimo Zedda. «Interverremo in due tratti di viale Merello e di viale Trieste, due strade con caratteristiche diverse tra loro ma unite da un problema comune. Nel primo caso l'emergenza è ancora più forte visto che i marciapiedi sono stretti e ormai camminarci sopra è impossibile. In viale Trieste le radici hanno più che altro scalzato le zone dei parcheggi».
IL PROGRAMMA L'intervento consiste nella messa in posa di un sistema di irrigazione sotterraneo che “convinca” le radici ad andare a cercarsi l'acqua a fondo e non in superficie. Un'abitudine legata anche ai tempi di potatura scelti in passato e non sempre corretti, come aveva confermato il direttore del Dipartimento di scienze botaniche, Mauro Ballero. Questa pianta assume acqua anche dalla chioma, tagliarla nei periodi sbagliati, oltre l'autunno, favorisce l'ingrossamento delle radici e il sollevamento del terreno.
LA STRATEGIA «Sceglieremo per verificare la positività del progetto due tra i più compromessi tratti di viale Merello e viale Trieste. Se dopo un periodo d'osservazione del comportamento delle radici i risultati saranno positivi si completerà il lavoro. Come dire, se i risultati sono andati ben in questi tratti non potranno che andar bene nel resto della strada», spiega Massimo Zedda. Solo allora si procederà con la sistemazione delle aiuole e la ricostruzione della pavimentazione. In campo, assessorato ai Lavori pubblici, all'Ambiente e alla Viabilità. Obiettivo: salvare il patrimonio verde di Cagliari nonostante non siano, i ficus, alberi “cittadini”, cancellare il loro impatto sui marciapiedi e piazze (l'intervento di recupero interesserà anche piazza Garibaldi e piazza Gransci) senza un eccessivo sperpero di soldi pubblici.
Andrea Piras
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia Gallura (Pagina 27 - Edizione OR)
Olbia
Concorso per vigili:
seicento candidati
 
Oltre seicento in concorso per un solo posto a tempo indeterminato nella polizia municipale. Le preselezione ha preso il via alle 12.30 nei locali del Blu Marine, giovedì prossimo ci sarà lo scritto, il 2 aprile la prova orale. In seguito alle tre prove verrà stilata una graduatoria, che verrà utilizzata anche per le assunzioni stagionali.I candidati vengono da tutta Italia, hanno un diploma in tasca, molti anche la laurea, hanno in media 30 anni, ma ci sono anche neodiplomati di 19 anni e disoccupati di oltre 50 anni. Il precedente bando era stato sospeso e, in seguito, integrato e ribandito a fronte della sentenza della Corte di giustizia europea, che non prevede per i concorsi pubblici alcun limite di età.
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Politica regionale – pagina 2
Osservatorio di Cagliari da salvare
Il centrosinistra chiede una presa di posizione alla giunta
 
CAGLIARI Il centrosinistra chiede che il presidente della Regione Francesco Pigliaru salvi l’autonomia dell’osservatorio di Cagliari come struttura di II livello dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La mozione vede come primo firmatario Francesco Agus (Sel). Nel documento si sottolinea come si tratti di un’opera strategica realizzata con oltre 15 milioni di risorse regionali. Si chiede che Pigliaru parli con la Presidenza dell’Inaf per «trovare le soluzioni che tutelino una realtà importante per la Sardegna» e fare in modo che si «eviti l’accorpamento dell’osservatorio di Cagliari a quello di Bologna con la conseguente perdita di autonomia come luogo primario per lo svolgimento della ricerca scientifica.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Sardegna poco visibile sui “social”
Turismo, nella promozione su Facebook e Twitter vincono Toscana e Marche
 
CAGLIARI È la Toscana, in Italia, la Regione che dedica più attenzione all’uso dei social network per promuovere e comunicare le sue bellezze turistiche, mentre la Sardegna resta indietro, ferma solo al quattordicesimo posto. È quanto emerge da una ricerca elaborata dalla Giaccardi Associati, uno studio che si occupa di strategie economiche di impresa, che analizza ogni mese le statistiche delle pagine Facebook e Twitter di tutti i canali ufficiali delle strutture regionali per il turismo per studiare l’efficacia della comunicazione istituzionale sui social media. Con la sua pagina Facebook “Tuscany”, nel mese di febbraio la Regione Toscana ha oltrepassato la soglia dei 300mila like, un risultato significativo se si pensa che a livello europeo, la pagina italiana dedicata al turismo, italia.it, raggiunge appena i 260mila seguaci. Dietro la Toscana, al secondo posto la Sicilia (VisitSicily), mentre il terzo e quarto posto va al Trentino con i due canali “AltoAdige da vivere” e “VisitTrentino”. La Sardegna, con il suo VisitSardinia, su Facebook conta trentamila like e resta dietro regioni come Emilia Romagna, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Va leggermente meglio su Twitter dove la Sardegna, con l’account ufficiale SardegnaTurismo, è in decima posizione per follower (7mila 150) a fronte dei 57mila di Marche Tourism in prima posizione e dei 31mila 500 dell’Emilia Romagna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
riforma della scuola
Elogio della pluriclasse e tutela di piccole comunità
Nel cuore dell’Occidente più avanzato mettere insieme bambini di età diverse viene considerato un’esperienza educativa d’avanguardia
di Luciano Marrocu
 
La chiave della questione del "dimensionamento scolastico" sta tutta nelle poche parole del presidente dell'Anci Sardegna Pier Sandro Scano quando ha definito il piano approvato dalla Giunta regionale "un altro passo verso la mortificazione e l'estinzione delle piccole comunità locali". Più che di "dimensionamento" si tratta in realtà di una operazione di sfoltimento che cancella con un tratto di penna 29 scuole -nella neolingua ministeriale "punti di erogazione"- di altrettanti piccoli comuni della Sardegna.
Nella discussione, fitta e aspra, che ha accompagnato il "dimensionamento scolastico" della giunta Pigliaru si sono formate due correnti di pensiero: una razionalizzatrice e tendenzialmente "governativa" che in obbedienza agli input provenienti da Roma ritiene giusto procedere a tagli anche severi; il fatto che i tagli sino rivolti a cancellare un buon numero di pluriclassi arricchisce questa posizione di argomenti pedagogici: di "classi pollaio" ha di recente parlato Renzi presentando la sua "buona scuola", e "classi pollaio" sono diventate le pluriclassi per i difensori dei tagli.
L'altra scuola di pensiero aggiunge alla difesa delle scuole minacciate quella delle pluriclassi, considerate non solo indispensabili quando gli allievi di una scuola sono pochissimi e le risorse sono limitate ma anche una scelta innovativa sul piano pedagogico. Così, mentre i sostenitori dei tagli descrivevano gli orrori ottocenteschi della pluriclasse-pollaio, i difensori delle piccole scuole facevano presente che nel cuore dell'Occidente razionalizzatore la pluriclasse veniva riscoperta come un'esperienza d'avanguardia. La Svizzera, ad esempio, che da sempre difende con le unghie e con i denti le sue molte piccole comunità di montagna, ha iniziato a introdurre le pluriclassi per necessità salvo poi scoprire in esse, anche grazie ai suoi eccellenti insegnanti, un terreno favorevole alla sperimentazione didattica.
Per fare un esempio, nel piccolo comune di Barberêche, nel canton Friburgo, i bambini dai 4 agli 8 anni sono riuniti nella medesima classe. Alcuni sanno già leggere e scrivere, altri imparano soltanto ora a riconoscere le prime lettere dell'alfabeto. Talvolta lavorano assieme, altre vengono suddivisi in gruppi, "più in funzione delle loro conoscenze che dell'età", sottolinea la maestra titolare Anne-Marie Geinoz. Alla base delle numerosissime esperienze in questo senso vi è una chiara filosofia pedagogica: ogni bambino ha il proprio ritmo di apprendimento, che è spesso indipendente dall'età biologica", scrive il professor Olivier Maulini della facoltà di Scienze dell'Educazione di Ginevra.
"Far convivere allievi di età diversa riproduce un modello di tipo famigliare e permette lo sviluppo di competenze sociali che sono particolarmente valorizzate in alcune realtà, come quella rurale". Una discussione tra specialisti da seguire con interesse, che tuttavia non può essere lasciata ai soli specialisti visto che la posta in gioco non è il prevalere di un modello pedagogico su un altro ma la sopravvivenza stessa di non poche piccole comunità.
Viene da chiedersi come l'assessore regionale alla Pubblica Istruzione Firinu e con lei la Giunta non abbiamo pensato, nel decidere la sorte di quelle 29 scuole, alle conseguenze che la loro cancellazione può avere in una piccola comunità, quando proprio l'apertura di quella stessa scuola in tempi lontani, ma forse più saggi, ha segnato l'ingresso nella modernità. Meraviglia che assessore e Giunta non abbiano riflettuto sul fatto che proprio su questo terreno -la scuola, la vita delle piccole comunità- la Giunta può mettere in campo la tradizione e le risorse politiche del migliore autonomismo. E'stato fatto un errore, si è preso un abbaglio: tornare indietro non sarebbe per la Giunta e l'assessore una sconfitta ma un atto di autorità e di coraggio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Longevità, giornalisti dagli Usa
La Camera di commercio organizza una spedizione anche coi docenti dell’ateneo
 
SASSARI La Sardegna al centro degli studi sulla longevità e sullo stile di vita che consente di mantenersi sani ed efficienti anche in età avanzata. È il tema di una spedizione che si terrà in Sardegna nei giorni compresi tra comani e il 30 di marzo, organizzata dalla Camera di Commercio di Sassari con patrocinio dell’assessorato regionale al Turismo e il supporto tecnico di Smeralda Consulting. Alla spedizione parteciperanno alcuni giornalisti statunitensi delle testate più importanti: il giornalista-esploratore americano Dan Buettner, fellow del National Geographic e promotore della longevità a livello globale, Cynthia McFadden e Jake Whitman della televisione americana Nbc.La spedizione avrà lo scopo di visitare e far conoscere al pubblico statunitense le cosiddette Zone Blu, le aree geografiche dove per motivi che gli studiosi stanno tuttora indagando, la percentuale di centenari e di ottanta/novantenni in salute ed attivi è molto più elevata che nei territori confinanti. Il concetto di Zona Blu nasce dagli studi portati avanti, dagli inizi degli anni '90 dal medico nutrizionista Gianni Pes, dell'Università di Sassari e dal demografo Michel Poulain, dell'Università Cattolica di Louvain (Belgio). La spedizione scientifica, composta da Gianni Pes, Michel Poulain ed Alessio Tola, docente di scienze merceologiche dell'università di Sassari ed esperto delle produzioni tipiche di qualità dell'isola, accompagnerà i giornalisti americani nei territori dei comuni di Mores, Mamoiada, Assemini, Perdasdefogu, Villagrande Strisaili, Oliena.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 35
Lirico, alta tensione
Spocci sotto tiro
Ieri le dimissioni del neo direttore amministrativo
Stipendi a rischio, soprintendente contestata dai sindacati
di Walter Porcedda
 
CAGLIARI Lirico, se ne va il direttore amministrativo. Neanche una settimana, di distanza dalla nomina, ratificata dal Consiglio di indirizzo lo scorso martedì, e Giovanni Battista Ena, già funzionario del bilancio del Comune di Cagliari. La notizia dell’abbandono è come un fulmine a ciel sereno che ha circolato in teatro sin dalla mattina di ieri. Trascinando con sè gli inevitabili interrogativi del caso. Se è forse prematuro ipotizzare eventuali punti di frizione qual’è il reale motivo che ha determinato la drastica decisione? La complessità della materia da affrontare o la presa d’atto di una situazione di tensione, come quella che da mesi si respira al Lirico? Proprio per la mattinata di ieri la Soprintendente Angela Spocci aveva convocato un incontro rivolto a “tutti i dipendenti” finalizzato a fornire “comunicazioni urgenti sulla Fondazione”. Invito rimandato al mittente dal cartello delle sigle che raccoglie la stragrande maggioranza dei lavoratori del Lirico. “Si tratta di un invito che non obbliga alcun lavoratore in servizio a parteciparvi se non di proprio proposito” hanno affermato Uil, Cisal, Libersind, Snater, Css che in accordo sostanziale con la Cgil hanno poi precisato meglio in una missiva inviata alla stessa Spocci e per conoscenza anche ai consiglieri del Cdi e al presidente Massimo Zedda stigmatizzando come «alquanto insolito» il «personale approccio» della Soprintendente alla sua funzione. E via un elenco di motivi di contestazione. Da quelli più strettamente sindacali (dai provvedimenti disciplinari all’abolizione della prova unica dell’orchestra) ad altri legati alla programmazione (la presentazione della stagione sinfonica senza che fosse stata preventivamente approvata dal Cdi e illustrata alle organizzazioni dei lavoratori). E infine lo stop alla richiesta di un incontro con tutti i lavoratori senza aver preso in considerazione le prerogative sindacali (nonostante «una tardiva comunicazione per porre rimedio all’evidente errore» con invito allargato poi anche ai sindacati). Le stesse sigle che hanno sfiduciato giorni fa l’operato della Soprintendente si dicono “sconcertate” da un comportamento che «palesa una conoscenza approssimativa e superficiale delle norme vigenti in materia di relazioni sindacali». Disappunto e preoccupazione vengono espressi anche da una sigla minore come la Usb che lancia l’allarme sul possibile ritardo degli stipendi e a proposito dell’incontro saltato riferisce come «drammatica la situazione economica della Fondazione» anche alla luce, afferma il sindacato «di una perizia giurata commissionata dal Cdi a un revisore contabile esterno» e resa pubblica giorni orsono. Situazione che avrebbe determinato secondo la Usb la decisione della «Dirigenza a convocare urgentemente dipendenti e sindacati». Ma «L’annullamento improvviso e inspiegabile dimostra – dicono in una nota – la totale inadeguatezza di una Dirigenza incapace di far fronte alle inderogabili necessità che uno stato di crisi comporta e che aveva già allarmato» la stessa Usb «con alcune scelte gestionali discutibili». «Risulta – afferma ancora il comunicato di Usb – che la disponibilità di cassa, comprensiva di fido, sia quasi esaurita. La decisione che si prospetta pare essere una sola: non pagare gli stipendi». Da qui la richiesta rivolta alla Spocci di «formulare immediatamente una programmazione degna di una fondazione lirico sinfonica che garantisca al pubblico continuità in termini quantitativi e qualitativi»

Questionario e social

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