Lunedì 16 marzo 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 marzo 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 

L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 marzo 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
 
CORSO DI CINESE
Domani inizia il corso di lingua e cultura cinese per principianti assoluti organizzato dall’associazione studentesca Caravella Youth in Action. Il corso, della durata di 40 ore, si terrà tutti i martedì, dalle 14,30 alle 16, e i giovedì, dalle 14 alle 15,30, in via San Gregorio Magno 7. Per iscriversi: iscrizioni. caravella@gmail.com.
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 marzo 2015 / Provincia Ogliastra (Pagina 23 - Edizione CA)
ARZANA. Le proprietà dell’arzanolo sulla rivista specializzata Herbal gram
Una vetrina americana per l’elicriso del Gennargentu
A un paese piccino della periferia ogliastrina non capita tutti i giorni di occupare le pagine dei periodici internazionali. Soprattutto quelle della più importante rivista americana nel settore della fitochimica. E, invece, eccola là Arzana, in bella mostra a pagina 44 del numero di marzo di Herbal gram . Il paese ogliastrino viene citato come «una piccola città nell’est della Sardegna», perché tra i monti del Gennargentu molti anni fa venne individuato un principio antibatterico presente nell’elicriso che qui nasce spontaneamente e al quale venne dato, appunto, il nome di arzanolo.
AMICO DELLA SALUTE Una risorsa naturale potrebbe avere effetti benefici sulla salute dell’uomo. «Questo non può che farci un gran piacere», commenta Raffaele Sestu, medico e presidente regionale delle Pro loco, che ha fatto della valorizzazione delle piante officinali del territorio una vera missione, organizzando eventi di respiro internazionale, nel tentativo di offrire una possibilità di sviluppo al suo paese. «Essere citati da Herbal gram non può che riempirci di orgoglio. Certo, sarebbe bello se la presenza di queste piante potesse dare un ritorno economico al paese. Se si capisse la necessità di attuare una politica nuova che, nel rispetto dell’ambiente, consenta di sfruttare le risorse naturali del territorio». Tra i primi a studiare ed evidenziare le potenzialità di questa pianta anche Mauro Ballero, professore dell’Università di Cagliari.
LA SCOPERTA L’elicriso del Gennargentu è diverso da tutti gli altri e l’arzanolo, con le sue proprietà antinfiammatorie e antibiotiche, potrebbe essere l’ingrediente di farmaci e prodotti di bellezza. Un tesoro naturale da trasformare in moneta. Per creare un’azienda in grado di distillare le erbe officinali servono investitori che, finora, sul Gennargentu non sono mai arrivati. In cima ai monti che sovrastano il centro di Arzana moltissimi scienziati, studiosi, amministratori. Protagonisti e ospiti degli innumerevoli eventi organizzati dalla Pro loco Siccaderba: tutti entusiasti di ciò che quel fiore selvaggio e profumato sarebbe potuto diventare.
 FONDI CERCASI Dopo le scoperte e i convegni a riaccendere i riflettori sull’arzanolo è ora la rivista americana nella quale viene pubblicato lo studio di alcuni ricercatori degli atenei di Novara, Napoli e Cagliari. Una vetrina che potrebbe ricordare l’importanza di questa scoperta e favorire l’arrivo di finanziamenti, per far sì che l’arzanolo non si trasformi in un’occasione mancata.
Mariella Careddu
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 marzo 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 24 - Edizione CA)
CASTELSARDO. Nuove indagini
Il giallo irrisolto del Retablo del Maestro
Le indagini sulle tavole (meglio note come Retablo) del Duomo di Castelsardo, un lavoro importante e impegnativo, sono in realtà una grande inchiesta su una sorte di giallo storico e artististico, quello sull’identità e la stessa esistenza del Maestro di Castelsardo. Domani, nella Pinacoteca Mus’A al Canopoleno di Sassari, verranno presentati i risultati delle indagini effettuate sulle tavole che raffigurano San Michele Arcangelo e la Trinità. Interverranno, tra gli altri, la restauratrice Gerlinde Tautshnig, Paolo Meloni, dell’Università di Cagliari, coordinatrice del lavoro, il responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tempio Ampurias, don Francesco Tamponi e le curatrici del libro (Leggere l’Invisibile) che raccoglie i risultati dell’inchiesta, Laura Donati e Ombretta Cocco.
Le indagini scientifiche sul Retablo sono state condotte con tecniche e strumenti all’avanguardia e, grazie, a un lavoro che ha impegnato a lungo un pool di specialisti, sono stati ottenuti risultati straordinari. Intanto, sotto i dipinti, sono state individuate altre figure. Il tutto grazie alle radiografie e altri accertamenti effettuati sulle tavole. Importante anche l’analisi chimica della pigmentazione. I test hanno fornito elementi che potrebbero retrodatare il Retablo. Resta aperta la questione dell’identità dell’autore, il Maestro di Castelsardo. Anche da questo di vista, i risultati della diagnostica e del restauro del Retablo, potrebbero aprire la strada alla soluzione del giallo storico. La ricerca è sostenuta dall’Enea.
Andrea Busia
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 16 marzo 2015 / Agenda - Pagina 14
IL PROGETTO “AMIANTO E LE SCUOLE”
Continua il percorso “Progetto amianto e le scuole”, attivato dall’associazione ex esposti amianto in collaborazione con il Comune di Oristano. Gli ex esposti saranno alla scuola elementare di via Bellini martedì 17 marzo per un incontro con gli alunni delle classi quarte e quinte. Durante l’incontro si terrà la presentazione di un filmato riferito alla memoria storica della lotta dei lavoratori in difesa del diritto alla salute e tutela dell’ambiente dal rischio amianto, e in seguito si aprirà il dibattito con gli studenti sui temi dell’educazione ambientale. Inoltre, l’Università degli Studi di Cagliari – Facoltà di Scienze Ambientali - ha preso contatti con l’associazione per l’organizzazione di una giornata dedicata al confronto generazionale sui temi vertenti la tutela della
 
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 16 marzo 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 19
L’opera del grande pittore sardo spentosi lunedì scorso:
dalla Parigi del Sessantotto al “fantasma della libertà”
GAETANO BRUNDU, IL SEGNO SITUAZIONISTA DI UN GRANDE ARTISTA
di Daniela Paba
Un grande baffo bianco sul pavimento rosso fuoco. Dal soffitto calano poche tele: un’esplosione di arancioni, blu, gialli tra grandi tagli; sulle pareti laterali le foto ridipinte, tracce minime di un lungo lavoro di sottrazione. L’ultima mostra del pittore Gaetano Brundu, protagonista di punta dell’arte contemporanea sarda e nazionale, lo scorso giugno, nella piccola galleria (In)Visibile nel quartiere della Marina resta oggi l’unica antologica che si sia mai concesso. Presenza “rimuginante”, l’artista cagliaritano sembrava compensare con la sua ironia taciuta la forza libertaria dell’opera, la determinazione dell’agire qui e ora, lasciando sempre un segno politico e sociale. Lunedì scorso il suo cuore ha ceduto e si è sfilato da questa vita con discrezione.Ora quel baffo, a metà tra sorriso e sberleffo, significa mancanza e nostalgia. Nella città, capoluogo regionale, che gli aveva dato i natali nel 1936, era una presenza familiare mentre leggeva "Libération" o "El Paìs" sotto i portici della via Roma, a due passi dal porto, mentre passeggiava assorto per le vie del centro, o sulla linea 1, di rientro a casa verso Is Mirrionis.Andrea Portas, l’allievo prediletto, ricorda di aver esordito affianco a Brundu, nel 1986, durante prima edizione di “Plexus”, progetto che grazie alla capacità visionaria dell’operatore e grande animatore culturale Sandro Dernini univa i continenti ripercorrendo con l’arte le rotte degli schiavi, da Cagliari, a Dakar a New York. Un altro operatore e gallerista Paolo Gras lo aveva riportato, dopo anni di autoesilio, a frequentare il vivace Spazio P di via Barcellona, punto di riferimento negli ultimi anni dell’arte contemporanea. Bruno Meloni, architetto e performer ha condiviso con Brundu invece il gusto situazionista per l’intervento nei teatri marginali, nelle strade, nei luoghi dismessi di una città troppo conforme. La carriera artistica di Gaetano Brundu inizia alla fine degli anni Cinquanta con il gruppo di Iniziativa democratica; negli anni Sessanta, quando Corrado Maltese insegnava all’Università di Cagliari, vince una borsa di studio per andare a Parigi e Gillo Dorfles, che pure insegnava nell’Ateneo cagliaritano, riconosce i suoi quadri al primo sguardo, cinquant’anni dopo. Perché Brundu ha scritto la storia dell’arte astratta in Sardegna, coniugando rigore compositivo ed emozione cromatica. Rientra da Parigi nel 1968, per insegnare al Liceo artistico. «Dai suoi coetanei agli studenti, tutti, lo chiamavano “Maestro”- ci tiene a ricordare Paolo Gras - i ragazzi trovavano in lui un punto di riferimento, lo cercavano continuamente per discutere». «Forse perché, più che parlare, ascoltava» riflette Bruno Meloni. E Andrea Portas chiarisce: «Nessun professore del liceo aveva voglia di guardare i tuoi lavori, gli unici a farlo erano Gaetano e Pinuccio Sciola». Ricorda Gras la trasferta alla Biennale dell’Arte di Sassari . «Il giorno prima dell’inaugurazione si era lì tra operai, personale che trasportava grandi pesi, allestiva. Cristiana Collu accoglie Gaetano dicendogli: “Ti mando qualcuno per aiutarti” e appaiono due ragazzoni, ma Gaetano aveva con sè solo una busta di plastica azzurra: la colla, i fogliettini, era tutto lì. Lavorare con lui aveva un fascino incredibile perché non parlava, lui faceva e tu imparavi. Anni fa all’ExMa’ volevano dargli la sala delle Volte per farci un’antologica. Non lo trovavano, mi chiesero di contattarlo: “Non mi interessa - mi rispose – che diano quella sala a qualche giovane di talento”». Dall’album dei ricordi emerge "La quarta parete" di fogli bianchi appesi al Palazzo d’Inverno di via Principe Amedeo nel 1989, all’Arena Giardino abbandonata nel 1995, spazi e interventi di sapore politico. Sosteneva le piccole gallerie consone al suo rigore perché «Era sempre proiettato in avanti, non ha vissuto un minuto su quello che aveva già fatto» dice Gras. Nel 1996, trent’anni dopo, allestisce una mostra diffusa ,"Brundu a Parigi": dipingendo sui fogli di giornale nelle macerie del Caffé Genovese. Da anni la sua ricerca era concentrata nell’elaborazione al computer di foto-cartoline: incroci, periferie, muri, scritte rallegrati dai suoi baffi all’improvviso come nell’ultima mostra a Spazio P, nel 2012. «Berlino, Londra, Parigi, la pittura non lo interessava più. Viaggiava e scattava con una macchina modesta e ci lavorava su con il programma del pc Paint. Non amava la tecnologia sofisticata – chiarisce Portas – La sua arte era fatta di nulla. Mollette e foglio bianco mostrano la sua capacità di creare senza materia prima pregiata, perché non fosse il gioco a farti venire voglia di giocare». Due mostre dedicate al “Fantasma della libertà” mettono insieme la sedia di Portas e i baffi di Brundu, con l’idea di costruire una sedia senza seduta, "perché la libertà è scomoda". Al Poetto, in occasione dlla fiera dell’Arte che si teneva nelle cabine, prende una sedia sdraio, appende il cartello "Torno subito" e va via. "Hai appeso l’ultimo foglietto bianco/ e ora sei tu il nostro fantasma/ di libertà" scrive Andrea Portas immaginando il suo baffo ridente sulla sabbia.


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