Giovedì 12 marzo 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 marzo 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 12 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
 
UNIVERSITÀ
UniStem day, i progressi della ricerca sulle staminali
A partire dalle 9 di domani torna anche all’Università di Cagliari l’eappuntamento europeo (settima edizione) “UniStem Day”, la giornata di divulgazione della ricerca sulle cellule staminali rivolta interamente agli studenti delle scuole superiori. Coinvolti 46 tra atenei e centri di ricerca italiani ed europei e circa 20mila studenti. Per l’Ateneo del capoluogo l’appuntamento è nell’Aula magna della Cittadella di Monserrato e vedrà alternarsi al microfono docenti e ricercatori che spiegheranno a centinaia di studenti delle superiori la ricerca sulle cellule staminali.
Coordinano l’incontro Micaela Morelli e Iole Tomassini del Dipartimento di Scienze Biomediche. I relatori della giornata saranno Valeria Sogos, Carlo Carcassi, Ernesto D’Aloja, Roberta Vanni, Maria Del Zompo. Ospite della giornata Mattia Porta, che insieme ad altri colleghi, ha creato la start-up “tyshare” che ha ricevuto un riconoscimento a livello nazionale. Ci sarà anche un collegamento audiovisivo con Università straniere. Infine un quiz a premi.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 12 marzo 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione OR)
SASSARI Una giornata per parlare di staminali
È ormai tempo, anche a Sassari, dell’UniStem Day, la giornata europea dedicata alla ricerca sulle cellule staminali. Domani, nell’aula magna di via Vienna, l’appuntamento è alle 9, con i saluti del rettore Massimo Carpinelli e con le testimonianze degli atleti della Dinamo Banco di Sardegna. La giornata è rivolta soprattutto agli studenti delle scuole superiori, con circa 46 tra atenei e centri di ricerca coinvolti e 20 mila studenti su tutto il territorio nazionale. A Sassari, dopo i saluti istituzionali, la sessione successiva di questa settima edizione sarà dedicata a "La scienza alla prova del diritto", con la partecipazione di Maria Antonietta Foddai (Dipartimento di Giurisprudenza) che parlerà di "Costruire la conoscenza: scienza e diritto". Giovanni Maria Uda, sempre di Giurisprudenza, tratterà poi il tema dei "Diritti della persona e diritto alla salute: il caso delle staminali". Concluderà l’intervento di Laura Buffoni. (a. br.)
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 12 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
I sindacati chiedono un incontro alla dirigenza per fermare i disagi
POLICLINICO IN EMERGENZA
Lutzu (Uil): piove nei reparti, organici ridotti
Un ospedale a due facce. Da una parte il Policlinico guarda al futuro con un investimento da 40 milioni di euro per la costruzione di nuovi blocchi e la creazione di un vero e proprio centro di aggregazione universitario (fast food, bar, asilo nido, palestra, sala conferenze, wi-fi). Dall’altra il Policlinico attuale: quello con secchi e stracci nei corridoi dei reparti e nelle stanze dei pazienti per raccogliere l’acqua che viene giù dal soffitto. «Succede spesso e per diversi giorni», dicono medici, infermieri e personale dell’ospedale. E poi gli ascensori che si guastano troppo di frequente e la privacy dei malati che non c’è.
 PREOCCUPAZIONI «I progetti futuri sul Policlinico», conferma Pietro Lutzu, segretario provinciale della Uil, «ci rendono felici. Ma vorremmo anche risposte sui problemi presenti nella vecchia struttura. Senza dimenticare il personale, soprattutto quello infermieristico e gli operatori socio sanitari, costretti a un super lavoro». Il neo eletto tra i rappresentanti sindacali dell’ospedale di Monserrato precisa: «L’attuale dirigenza del Policlinico non ha responsabilità. C’è da poco tempo. Chiediamo però un incontro in tempi rapidi per aprire un confronto su tutti i problemi». L’emergenza principale è sotto gli occhi di tutti: durante le giornate piovose l’acqua viene giù dal soffitto di corridoi e stanze. Ci si attrezza come si può: secchi e stracci. I segni delle infiltrazioni sono evidenti nelle pareti. «Purtroppo», fanno sapere da alcuni reparti, «l’acqua viene giù per diversi giorni, anche se fuori è spuntato il sole e non piove più». Alcune stanze dei reparti sono rimaste chiuse per giorni.
DISAGI PER TUTTI Il personale, i malati e i loro familiari devono poi combattere anche con gli ascensori fuori uso. E con la poca privacy per i pazienti: «Le persone che devono essere ricoverate, anche quelle che arrivano in barella o sedia a rotelle, o di rientro da una consulenza in un altro reparto, devono passare per forza dall’ingresso davanti a tutti», spiega Lutzu. Il sindacalista (il più votato nelle recenti elezioni) è comunque fiducioso. «Sul personale abbiamo già avuto rassicurazioni dalla nuova dirigenza. Ci è stato garantito che arriveranno otto “oss” al posto di nove ausiliari in pensione. Serve poi un dialogo per arrivare a una maggiore organizzazione. Spesso gli infermieri svolgono troppi turni di reperibilità per coprire le carenze di personale. E gli operatori socio sanitari che si spostano per accompagnare i pazienti nelle visite specialistiche lasciano vuoti nel loro reparto. Si deve decidere quale sia la priorità: la consulenza o l’assistenza».
Matteo Vercelli
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 12 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Meno auto, più bus e addio periferie
I disagi, per residenti, commercianti e automobilisti, sono inevitabili. Al tempo stesso, giurano il sindaco Massimo Zedda e l’assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras, i vantaggi cominciano a essere apprezzati: «I negozianti di via Manno, inizialmente molto preoccupati dei lavori che dovremo avviare, ora ci chiedono con impazienza quando cominceranno», sorride Marras. E sorride anche Zedda quando dal suo ufficio stampa gli fanno notare che, in un servizio su Tcs, gli assegnatari delle case popolari di via Podgora sono contenti dei lavori di riqualificazione in corso.
Ma a contare non sono i dettagli, piuttosto il disegno complessivo: «Tutti i cantieri sono collegati fra loro», assicura il sindaco, «e sono collegati anche a quelli attivati da altre amministrazioni nel piano strategico intercomunale dell’area vasta». Qual è l’obiettivo? «Una riqualificazione totale», risponde Zedda: «Sistemare strade, piazze, immobili comunali per migliorare estetica e vivibilità della nostra città. Volete un titolo? “Cagliari: stiamo lavorando per lei”».
MOBILITÀ Cioè per una città dove, in primo luogo, circolino meno auto, più mezzi pubblici, più biciclette e più pedoni. «Puntiamo a una mobilità che sia al tempo stesso sostenibile e sicura», conferma il sindaco. Se un tratto, più di altri, sembra caratterizzare il monumentale piano triennale delle opere del Comune è l’accento sui modi di spostarsi per la città. Un esempio: il destino di piazza Garibaldi è il restringimento dell’area carrabile per dare vita a un’area pedonale che si svilupperà attorno alla zona alberata. Un altro: la corsia di via Roma attualmente usata come parcheggio per i residenti della Marina diventerà una passeggiata. E ancora: la Giunta ritiene cruciale il congiungimento fra il percorso ciclabile-pedonale che parte da Siccu con il Lungomare Poetto.
Insomma, la mobilità è una delle priorità della Giunta. Non è un caso che l’altro giorno Zedda abbia aperto, con largo anticipo sul completamento dei lavori, la partita con la Regione per ottenere il passaggio della metropolitana di superficie dall’Arst al Ctm: «Con quel passaggio - precisa - l’Arst si occuperebbe di mobilità a medio-lungo raggio e il Ctm gestirebbe i trasporti all’interno dell’area metropolitana».
 PERIFERIE Intimamente legata alla qualità delle reti di trasporto è la questione delle periferie: ricucirle al centro, era lo slogan alla base della candidatura a Capitale della cultura 2019. La mancata vittoria non ha fatto cambiare idea a chi guida Palazzo Bacaredda. «Stiamo lavorando affinché le periferie non si distinguano dal centro», annuisce Zedda: «E affinché piazza San Michele abbia la stessa dignità di piazza Garibaldi o piazza Gramsci».
TECNOLOGIA La Cagliari che la Giunta sta cercando di disegnare è anche una città più tecnologica: «Abbiamo raddoppiato le postazioni wi fi e stiamo lavorando per avere una connessione più potente, e abbiamo accordi con le aziende di telefonia (Vodafone e Telecom) che stanno potenziando le loro reti».
 EDIFICI-CONTENITORE Non si può parlare del futuro della città senza toccare le destinazioni d’uso che verranno date ai grandi edifici-contenitori che (per esempio l’ex carcere di Buoncammino) hanno già perso o (vedi l’ospedale civile San Giovanni di Dio) stanno per perdere la loro funzione. Sono tanti: il sindaco elenca anche l’ex ospedale militare, il Palazzo delle scienze, la clinica Macciotta. Il dibattito è aperto, e vi partecipano, insieme al Comune, l’Università (gli ultimi due laboratori estivi della facoltà di Architettura erano dedicati proprio a questo tema) e la Regione. «Attendiamo la nomina del nuovo rettore per riprendere il discorso e cercare di arrivare a risultati concreti», dice Zedda: «Prima di prendere decisioni occorre analizzare le esigenze. Cosa manca a Cagliari? Spazi per gli studenti e per la città universitaria? Una sede in cui concentrare i presidi di ricerca sparsi per il territorio, tipo il Crs4? Un albergo? Perché no? Una volta identificate le esigenze si può ragionare su quali siano gli spazi più adatti per ciascuna».
 OCCUPAZIONE Un titolo lo suggerisce anche Luisa Anna Marras: «Lavori uguale lavoro». Al sindaco non dispiace: «È un aspetto da non sottovalutare. Le gare le stanno vincendo spesso le imprese sarde, perché abbiamo scelto di privilegiare la qualità e non il maggior ribasso. Trecento milioni di euro significano centinaia e centiania di posti lavoro diretti e altrettanti indiretti: non solo operai ma anche ingegneri, geometri, geologi, agronomi, commercialisti, avvocati. E stiamo usando il granito, quindi una materia prima sarda». (m. n.)
 
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 12 marzo 2015 / Attualità - Pagina 11
DAL 31 MARZO
Addio fatture cartacee con la rivoluzione digitale
di Andrea Scutellà
ROMA Addio cumuli di fatture: le montagne di carta della Pubblica amministrazione vanno in pensione definitivamente a partire dal 31 marzo 2015. L’obbligo di digitalizzazione, che era già scattato il 6 giugno 2014 per le amministrazioni centrali, da fine mese verrà esteso anche alle locali. In anticipo rispetto al termine previsto dal decreto ministeriale del 2013, che lo fissava al 6 giugno 2015. Commercianti, professionisti, fornitori di beni e servizi: chiunque abbia rapporti economici con le istituzioni pubbliche (ministeri, regioni, comuni, ma anche scuole, università, istituti di case popolari, camere di commercio, industria, artigianato a agricoltura) dovrà emettere fattura digitale su un file di tipo xml – unico formato ammesso – e girarla al Sistema di Interscambio, firmata digitalmente (l’elenco degli enti certificatori è disponibili sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale) con il codice dell’ufficio che dovrà riceverla. Ma che cos’è, infatti, un file xml? Che cos’è una firma digitale? Purtroppo non sono informazioni nella disponibilità di tutti. Basti pensare che dall’unico report consultabile online sul Sistema di Interscambio, valido per il solo mese di giugno 2014, risulta che il 40% delle fatture emesse non sono mai arrivate alle amministrazioni destinatarie “per varie motivazioni”. Per ovviare a questo problema nasce il portale pensato dalle Camere di Commercio e portato in tour dai Digital Champions di Riccardo Luna, operatori volontari che hanno spiegato durante il “Digital Day” del 9 marzo, in oltre 100 eventi disseminati sul territorio, il funzionamento della fattura elettronica. L’assistenza, tuttavia, non è finita qui: sul sito internet “italiani.digital” – anche questo a costo zero – dal 1 aprile al 30 giugno sarà disponibile un help desk. L’obiettivo è quello di scongiurare il “rischio fax”: aboliti de jure nelle Pa, ma mai de facto. Il Digital Day è stato benedetto anche dall’Agenzia per l’Italia Digitale e dalla sua direttrice generale Alessandra Poggiani. «È una grande occasione sia per modernizzare la nostra pubblica amministrazione – ha spiegato Poggiani – sia per iniettare digitalizzazione e sistemi informativi più avanzati all’interno delle piccole imprese che operano nei territori». Non solo un’opportunità di innovazione delle infrastrutture, ma anche un’iniziativa per “contagiare” le imprese e i territori. E per cercare di superare il muro invisibile che attraversa il nostro paese: il digital divide, un insieme di conoscenze e infrastrutture carenti che rendono impossibile l’accesso alla rete a una larga fetta della popolazione.

 
 

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