Martedì 10 marzo 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 marzo 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Rettore, Del Zompo la più votata
Al primo round per l’elezione del rettore all’Università di Cagliari la farmacologa Maria Del Zompo fa il pieno dei voti: con 542 preferenze stacca di oltre 350 punti gli avversari, la giurista Paola Piras (186 consensi) e i tre ingegneri, Giacomo Cao (140), Giorgio Massacci (109) e Luigi Raffo (108). La prossima sfida, secondo turno della tornata elettorale, è per tutti i cinque candidati il 20 marzo.
C. RAGGIO A PAGINA 14
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Ieri il primo verdetto, la corsa per il rettorato continua il 20 marzo
DEL ZOMPO RIEMPIE L’URNA
Con 542 voti lascia dietro Piras, Cao, Massacci e Raffo
Maria Del Zompo superstar. La farmacologa fa incetta di voti e chiude il suo primo turno elettorale, nella corsa per il rettorato, a quota 542. Lanciata a tutta velocità verso il traguardo, prende le distanze dagli altri candidati, conquistando da sola quasi quanto gli altri quattro insieme. Con appena 80 voti in più sarebbe stata lei, da ieri, il rettore.
Al momento è la vincitrice del primo verdetto che esce dalle urne dell’Università, dopo una lunga giornata di passione che ha portato nei seggi 1948 votanti, quasi l’80 per cento degli aventi diritto. E, quasi a rompere una tradizione, la competizione si tinge di rosa, con l’ex preside di Scienze politiche Paola Piras al secondo posto, con 186 preferenze. Seguono i tre ingegneri, Giacomo Cao, votato da 140 elettori, Giorgio Massacci (109) e Luigi Raffo (108). Una distanza abissale dalla collega più votata, dalla quale i quattro concorrenti risultano separati da 356 e passa voti. Una curiosità balza subito agli occhi: proprio nella facoltà di piazza D’Armi che esprime più candidati hanno votato appena 357 persone.
 SCENARI Un risultato che, forse, neppure chi frequenta e conosce l’Università aveva previsto. Lo stacco tra la Del Zompo e gli altri candidati è tale da aver sbalordito chiunque, anche chi dava l’agguerrita farmacologa in pole position. Ma nessuno azzarda a tirare le conclusioni, ancora tutte da scrivere. A conti fatti, la realtà è che nessuno dei cinque candidati raggiunge il quorum prescritto (nella giornata di ieri era di 623 voti) per conquistare al primo turno la poltrona di rettore. Per Maria Del Zompo, Paola Piras, Giorgio Massacci, Luigi Raffo e Giacomo Cao la sfida continua: tutti e cinque si presenteranno al secondo turno, il 20 marzo. Tutti e cinque, indipendentemente dai voti ottenuti, restano in gara, anche se non è escluso che qualcuno si ritiri prima ancora della fine della competizione.
 MANOVRE Quello di ieri è solo il primo round delle elezioni per il nuovo rettore. Un primo test per sondare il terreno. La corsa, infatti, entra ora nel vivo: è la fase in cui gli aspiranti rettori valutano il loro peso e tirano le somme dei voti ottenuti al primo test. Potrebbe anche verificarsi che uno o più candidati escano dalla gara e diano il loro sostegno a chi resta in campo. Il gioco delle alleanze, da questo momento in poi, vitalizzerà la competizione rendendo possibili coalizioni finora impensabili fra candidati rivali. Dalle mosse dei concorrenti dipenderanno i diversi scenari che, in questi dieci giorni, da qui al 20 marzo, potranno configurarsi.
SVOLTA ROSA? Uno è questo. Potrebbe essere la volta buona per un rettore donna. Nei suoi 394 anni di vita l’Università è stata governata da 60 “Magnifici” maschi e questa potrebbe essere l’ora di una vittoria al femminile. A giocarsela stavolta sono in due, due volti noti dell’Ateneo: da una parte la Del Zompo (già candidata nella precedente tornata elettorale del 2009 è rimasta in pista sino al ballottaggio prima dell’eliminazione), dall’altra la giurista Piras, che con 186 voti non se ne esce male al primo turno. Certo se fosse l’ora di una donna alla massima carica dell’Ateneo cagliaritano, si porrebbe un dilemma: la chiameremo rettrice?
Carla Raggio
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Affluenza record: 1948 votanti su 2496
Tanta gente (1948 persone) non s’era mai vista per l’elezione di un rettore. Veder la fila nei seggi dell’Università, fin dalle prime ore, non è cosa consueta. Sembra quasi che, finita anticipatamente l’era Melis, non si veda l’ora di voltare pagina e di dare all’Ateneo una nuova guida, tanta è la partecipazione al voto, che questa volta vede protagonisti tutti i mille dipendenti dell’Università, fino alle scorse elezioni rappresentati dai “Grandi elettori”.
Alle 11.30 i votanti erano già 884 su 2496, come riportato dal sito di Unica.it, nella sezione curata dal Coordinamento Affari generali ed elezioni. Alle 15.30 l’affluenza aveva superato il 68 per cento, con 1699 elettori che si erano già espressi. Alle 19, con la chiusura dei seggi, l’affluenza è salita al 78,08%. Alla fine, il numero dei votanti del personale tecnico-amministrativo (791) ha superato quello dei docenti (788). Senza alcuna conseguenza, visto che il voto dei prof, per una strana regola dello statuto, vale molto di più.
 
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
INCONTRI. A Cagliari con gli studenti del corso di laurea in Scienze della Comunicazione
I NUOVI TENTACOLI DELLA MAFIA RACCONTATI DA ATTILIO BOLZONI
Oggi la mafia è diversa. Comunica in maniera differente, frequenta i luoghi più disparati, s’incarna nel volto comune del collega di lavoro. Giustappunto questi giorni, che Palermo festeggia gli ottant’anni di Letizia Battaglia, che ha fotografato i principali boss mafiosi, gli assassinii e le stragi della piovra, storica fotoreporter del quotidiano L’Ora di Palermo, Attilio Bolzoni si chiedeva che cosa ancora oggi si potesse immortalare della mafia. La Borsa di Milano, per esempio. O anche, qualunque palazzo sede di governo regionale.
«La Nuova Cosa Nostra», dice il giornalista de La Repubblica, autori di vari libri e inchieste sulla criminalità organizzata, «non si trova più nel sangue e nel sudore delle borgate, nei riti d’iniziazione" che richiamavano quelli delle compagnie d’arme dei signori feudali.
E’ una forma di corruzione più diffusa, pervasiva, che permea l’intera società civile. Tra i mafiosi, "alcuni fanno politica, altri fanno imprenditoria, alcuni fanno scuola, altri ancora chiesa». I mafiosi oggi, non hanno le «facce sconce» dei vari Riina e Provenzano, ma i volti perbene di chi travaglia come noi.
La differenza tra la criminalità comune e quella organizzata, ha precisato il cronista siciliano, ieri a Cagliari, ospite delle associazioni Libera Sardegna e Sardegna Solidale, è che «la prima è confinata ai margini della società ed è combattuta dal potere, l’altra agisce dentro la società ed è protetta dal potere».
Tra i giornalisti italiani che meglio conoscono il fenomeno mafioso, Attilio Bolzoni, nella sola giornata di ieri, a Cagliari ha incontrato, in mattinata, gli studenti dell’Istituto Tecnico Nautico Buccari, e nel pomeriggio gli studenti del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Un tour che proseguirà oggi per Nuoro e Sassari, per concludersi mercoledì a San Gavino, e che, come ha ricordato Giampiero Farru di Libera Sardegna, rilancia il tema della battaglia contro la mafia in vista della manifestazione, in programma a Bologna il 21 marzo, per la ventesima edizione della “Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
Il senso di questa ricorrenza, secondo Bolzoni, è che la lotta alla criminalità organizzata, «non è una lotta di simboli, ma una lotta collettiva», in cui ognuno, con le proprie forze, può e deve dare un contributo. Più che di eroi e miti, la causa ha bisogno di senso civico e della conoscenza approfondita del fenomeno.
Ha bisogno per esempio, di cittadini che non abbiano paura. Che sappiano riconoscere il linguaggio mafioso in ogni aspetto della vita civile, e, soprattutto, abbiano il coraggio di sconfessarlo. È facile scorgerlo, dice il cronista, per esempio nei saccheggi che distruggono l’Italia, «compiuti dai grandi gruppi industriali con la complicità dello Stato». Nella negligenza delle istituzioni, nella bugiarda discrezione di certo «giornalismo obbediente» che non fa nomi e cognomi. E invece bisognerebbe farli. In fondo, non è il denaro per se stesso che interessa la mafia, secondo Bolzoni, ma il denaro in vista del potere. Sia che esso stia a destra, a sinistra o al centro non fa differenza. «Una volta, un mafioso mi disse che per loro la politica è come l’acqua per i pesci».
Di giornalisti giornalisti però, che si documentano e raccontano con rigore fatti e circostanze ce n’è. In Italia come in ogni parte del mondo. A loro, Bolzani ha dedicato “Silencio”, film documentario firmato con Massimo Cappello, sul dramma dei giornalisti uccisi dai narcotrafficanti messicani, che è stato proiettato ieri pomeriggio al Cinema Odissea, in anteprima per l’Italia. Alla proiezione è seguito un dibattito (moderato da Vito Biolchini) a cui hanno partecipato Giampiero Farru, di Libera, Luigi Minerba (assessore comunale servizi sociali), don Marco Lai (responsabile Caritas regionale), Maria Francesca Chiappe (Unione Sarda), Pino Tilocca (rappresentante associazione Familiari Vittime di Mafia), Bruno Loviselli, presidente Co.Ge Sardegna e il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai.
Franca Rita Porcu
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
L’astrofisica di origini valdostane premiata donna sarda dell’anno
BURGAY, LA VITA TRA LE STELLE
Da undici anni usa il suo sapere per il progresso scientifico dell’Isola. Basta questo, e una grande determinazione, per fare di Marta Burgay una sarda doc. Anche per convincere il Lioness Club cittadino a rompere la tradizione del premio Donna Sarda dell’anno, istituito nel 1987 per celebrare le eccellenze femminili isolane in occasione della Festa della donna. Questa volta , l’associazione ha scelto lei, astrofisica valdostana, cuore e mente ormai radicati a San Basilio, sede dell’osservatorio astronomico che l’ha accolta al termine del dottorato di ricerca.
Trentotto anni, nell’affollata cerimonia di ieri al Municipio (tra i banchi del Consiglio anche la cantautrice Elena Ledda, premiata nel 2014), ha conquistato per i modi semplici e con una relazione, alla portata di tutti, sul fenomeno delle pulsar. Alle stelle di neutroni nate in seguito a un collasso, ha dedicato l’ultimo decennio della sua vita, scoprendone il primo esemplare doppio. «Con le sue scoperte e i prestigiosi riconoscimenti in campo internazionale, sta dando lustro alla Sardegna», la motivazione del premio, pronunciata da Maria Bonaria Pau Pedemonte, presidente della Lioness Club. E incisa sulla targa consegnata dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. «L’ambiente scientifico sardo è positivo e stimolante, è cresciuto moltissimo negli ultimi tempi», ha detto la scienziata, «sono grata a questa terra, che mi ha dato una grande opportunità di crescita professionale».
Clara Mulas
 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Provincia Medio Camp (Pagina 29 - Edizione CA)
Guspini
ARCHEOLOGIA, CONVEGNI ORGANIZZATI CON L’ATENEO
Anche quest’anno il gruppo archeologico Neapolis organizza il convegno di archeologia, giunto alla ventottesima edizione, in collaborazione con il Comune, le Soprintendenze archeologiche della Sardegna e l’Università di Cagliari. L’iniziativa, articolata dal 14 al 28 marzo in tre conferenze che si terranno nell’aula consiliare, sempre alle 17,30, avrà come tema “La Sardegna in epoca spagnola”. Daranno il proprio apporto scientifico alcuni docenti dell’Ateneo cagliaritano.
S’inizia sabato: il docente Roberto Ibba si soffermerà su “Feudi e territori nella Sardegna spagnola”. Maria Grazia Rosaria Mele, del Cnr, il 21 marzo terrà una relazione dal titolo “Il Mediterraneo prima e dopo le torri: i sistemi difensivi nella monarchia ispanica”. Nell’ultimo appuntamento, quello del 28 marzo, il docente universitario Giampaolo Salice parlerà dei “Villaggi di nuova fondazione e ladri di santi nella Sardegna del Seicento”.
Gian Paolo Pusceddu
 
 
 
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
PIÙ TRASPARENZA NELLA P.A.
Corruzione, l’Italia è nella lista nera
Leonardo Filippi*
D opo l’arresto per la tangente da 100 mila euro del presidente della Camera di commercio di Palermo, che era considerato un simbolo della legalità, va salutata con estremo favore l’iniziativa della Giunta Pigliaru, che è stata tra le prime d’Italia a stipulare un protocollo di collaborazione con Transparency International Italia per attuare la trasparenza nella prevenzione della corruzione, migliorando la qualità dell’azione amministrativa e politica attraverso buone pratiche e il coinvolgimento di tutti gli “stakeholders” (cioè i portatori di interesse, come fornitori e utenti) nella preparazione di bandi e capitolati d’appalto.
È noto che la corruzione in Italia ostacola gli investimenti ed è percepita come molto diffusa, tanto che proprio Transparency International ha stilato una graduatoria nella quale l’Italia figura, già da diversi anni, al 69° posto su 171, alla pari del Brasile, della Bulgaria, della Grecia e del Senegal, mentre i paesi meno corrotti risultano, per prima la Danimarca e poi, nell’ordine, Nuova Zelanda, Finlandia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Singapore, Canada, Australia, Germania, Regno Unito, Belgio, Giappone, Stati Uniti, Emirati arabi, Francia, Portogallo, Spagna, e persino Turchia, Kuwait, Sudafrica, che ci precedono tra i paesi più virtuosi di noi. Insomma, siamo il fanalino di coda di Eurolandia, perché dietro di noi troviamo solo paesi come Iraq, Sudan, Afghanistan, Somalia e Corea del nord.
È evidente perciò l’urgenza di correre ai ripari e fronteggiare il dilagante fenomeno corruttivo, anche perché ogni punto di corruzione in meno equivale a maggiori possibilità di investimenti e quindi di posti di lavoro. Come si dice, prevenire è meglio che reprimere e allora ben venga la trasparenza e la condivisione nell’individuazione e nella soluzione dei problemi. Ma tutte le altre pubbliche amministrazioni sarde, a partire dal Comune di Cagliari, cosa aspettano a dare trasparenza alle loro attività? È sintomatico come finora sia rimasta lettera morta la legge Severino del 2012, che prevede il cosiddetto “whistleblowing”, una sorta di “vedetta civica”, introdotta da noi soltanto per la pubblica amministrazione, cui è data la possibilità di denunciare comportamenti illeciti dei suoi colleghi, senza subire per questa denuncia sanzioni o discriminazioni, salva ovviamente la sua responsabilità per calunnia o diffamazione. Anche la mancata applicazione di questa legge dimostra che il senso etico stenta ad affermarsi nel nostro Paese. E il recente arresto del presidente della Camera di commercio di Palermo ne è solo l’ultimo esempio. O tempora, o mores, direbbe Cicerone.
 * Ordinario di Diritto processuale, penale all’Università di Cagliari
 
 
 
 
8 - L’UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
La petizione per il neuroscienziato oristanese ha 1350 sì, ne servono 5 mila
Raccolta di firme su Facebook: Sardus Pater a Graziano Pinna
È diventato il tormentone dell’ultima settimana su Facebook. “Assegniamo l’onorificenza "Sardus Pater" allo scienziato oristanese Graziano Pinna”. Il martellamento non ha fine, ogni giorno, ogni ora, da più parti, la Squadra del cuore di Graziano Pinna sollecita il popolo oristanese a firmare una petizione avviata dopo l’appello di Anna Manunza, cabrarese e sales manager di una compagnia medica americana che chiede con forza l’onorificenza per il ricercatore oristanese.
GLI APPELLI «Graziano Pinna -scrive Anna Manunza- è uno scienziato di Oristano che attualmente lavora come docente e ricercatore presso la University of Illinois di Chicago. Grazie ai suoi studi negli atenei più prestigiosi del mondo, Graziano Pinna è riuscito a fare importanti scoperte nel campo della lotta alla depressione e all’ansia, studi che sono stati pubblicati in diverse riviste scientifiche. Questo figlio della nostra Sardegna rappresenta l’eccellenza sarda ovunque vada nel mondo, che vanta con fierezza e orgoglio». L’appello è stato poi rilanciato e diffuso da Alberto Cauli, l’ex consigliere comunale oristanese, ora in Nuova Zelanda per un dottorato, che ha scritto: «Vi chiedo di sostenere questa petizione per onorare il nostro brillante concittadino, il professor Graziano Pinna per l’onorificenza del Sardus Pater da parte della Regione Sardegna, per le sue scoperte in campo medico-scientifico».
CHI È Graziano Pinna, neuroscienziato a Chicago è nato e cresciuto a Oristano. Diplomato allo Scientifico, ha frequentato la Facoltà di Biologia e iniziato l’attività di ricerca a 21 anni. Nel 1993 ha lasciato l’Italia per la Germania. Ora vive e lavora a Chicago.
LA CAMPAGNA E sul social network continua la campagna per la raccolta firme che ieri aveva superato le 1350 adesioni. «Dobbiamo arrivare a 5000 firme» sollecita Antonio Pinna, ex preside dell’Istituto d’Arte, scatenato sostenitore della raccolta attraverso il sito “La Rete dei cittadini oristanesi”. Nei giorni scorsi hanno firmato anche il sindaco Guido Tendas e il presidente della provincia Massimiliano De Seneen.
IL RICONOSCIMENTO Il Sardus Pater è un’onorificenza che viene assegnata ai cittadini italiani e stranieri che si siano distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna. È stata istituita nel 2007 ed è costituita da una medaglia d’oro e una pergamena che elenca le motivazioni per le quali è stata assegnata. La prima, nel 2008, è stata assegnata al professor Giovanni Lilliu, poi ad Antonio Cao, alla Brigata Sassari, a Karim Aga Khan, Rosella Urru e Mauro Frongia. ( v. p. )
 
 
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 10 marzo 2015 / Sardegna - Pagina 6
Le due donne in lizza superano i tre maschi
Ecco le schede delle prime due classificate al primo turno dell’elezione per il rettore dell’Università di Cagliari. MARIA DEL ZOMPO, nata nel 1951, professore ordinario nella facoltà di Medicina, farmacologa. Lavora al dipartimento di scienze biomediche. Ha già tentato l’assalto al Rettorato sei anni fa. PAOLA PIRAS, 58 anni, professore ordinario in Scienze giuridiche, dipartimento di scienze sociali e delle istituzioni. È stata assessore e vicesindaco al Comune di Cagliari nella giunta guidata da Massimo Zedda. (s.a.)


 

10 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 10 marzo 2015 / Sardegna - Pagina 6
Primo turno: domina la farmacologa Del Zompo, ma senza quorum. Si rivota il 20
RETTORE DI CAGLIARI, TUTTO RINVIATO
di Stefano Ambu
CAGLIARI La festa della donna, anche il giorno dopo. Niente maggioranza assoluta, tutto da rifare. Ma il primo turno ha messo subito le cose in chiaro: la farmacologa Maria Del Zompo ha sfiorato la vittoria per un’ottantina voti. E ora è la superfavorita. Seconda la giurista Paola Piras, giusto per ribadire il concetto. Università rosa a Cagliari: per l’assalto al Rettorato ormai vuoto dopo le dimissioni di Giovanni Melis, i cinque prof candidati dovranno riprovarci venerdì 20 marzo. E poi, se dalle urne non dovesse uscire un candidato nettamente più forte di tutti, si andrà all’uno contro uno tra i due più votati il 25 marzo per il ballottaggio finale. Messi in riga i tre maschietti. La classifica? Del Zompo 542 preferenze, Piras 186. Dietro gli ingegneri: Giacomo Cao a 140, Giorgio Massacci a 109, Luigi Raffo a 108. Il quorum per essere eletti già nella giornata di ieri era di 623 voti: nessuno dei candidati ha raggiunto la soglia, quindi si procederà al secondo turno di votazioni. La corsa è scattata ieri mattina con un’affluenza sorprendente: sin dalle prime ore in alcuni seggi c’erano anche le file. E alle 11.30 la percentuale è stata superiore al 35 per cento, roba che alle comunali o alle politiche se la sognano. E al termine della giornata si è arrivato al 78,08. Dalle 8.30 alle 19 sono andati ai seggi di Sa Duchessa, Ingegneria, Monserrato e Polo economico-giuridico 788 docenti di ruolo e ricercatori a tempo indeterminato, 219 assegnisti e ricercatori a tempo determinato, 791 unità di personale tecnico amministrativo e 150 studenti. In palio c’è la poltrona numero uno dell’ateneo sino al 2021. Melis ha già salutato e fatto gli auguri a tutti. «Una campagna elettorale – ha sottolineato dal sito dell’ateneo – che si è sviluppata con grande intensità e partecipazione da parte di tutte le componenti. Sottolineo il notevole contributo di idee emerso dai programmi dei candidati e dalle discussioni nei diversi confronti ed assemblee a testimoniare la vitalità dell’Ateneo e l’interesse a contribuire a migliorarne la funzionalità e difenderne il ruolo nel sistema regionale e l’accreditamento nazionale e internazionale». Uno sguardo al futuro che non sarà più sotto la sua regia. «Ho anticipato i tempi per l’elezione del nuovo rettore per favorire, già nella prima parte dell’anno, il suo diretto contributo nell’assunzione delle scelte prospettiche importanti che vanno ben al di là dell’orizzonte del mio mandato. Mi riferisco alla programmazione pluriennale dei fondi Fse e Fers, alla stessa programmazione del Proper, alle nuove tematiche emergenti in tema di università diffusa, alle iniziative per fronteggiare le problematiche poste dall’introduzione dei costi standard, agli interventi strutturali dell’Aou, per citare soltanto alcune situazioni».
 
 
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 10 marzo 2015 / Sardegna - Pagina 4
L’ASTROFISICA BURGAY
«L’Osservatorio deve restare autonomo»
«Confido nell’incontro di mercoledì (domani per chi legge - ndr) tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e Giovanni Bignami, Presidente Inaf, Istituto nazionale di astrofisica, perché si giunga a soluzioni alternative che non intacchino l’autonomia del nostro istituto»: a margine della cerimonia di consegna del premio “Donna sarda”, istituito dal Lioness club di Cagliari, l’astrofisica Marta Burgay ha sottolineato la necessità di scongiurare l’accorpamento dell’Osservatorio astronomico di Cagliari con l’Istituto di Radioastronomia di Bologna. «La Sardegna è la mia seconda patria. Non essendo di origini sarde è un piacere ancora più inaspettato ricevere questo premio da questa bellissima terra che mi ha accolto – ha detto la scienziata che ha scoperto la prima pulsar doppia e ha ottenuto il “Descartes Prize”, massimo riconoscimento europeo per la ricerca scientifica –. Lavorare in Sardegna e con il supporto delle istituzioni regionali e enti locali è stato fondamentale e mi ha permesso di portare avanti il mio lavoro in un ambiente fertile e sensibile alla ricerca». Marta Burgay ha aggiunto che il Radio telescopio di San Basilio, attualmente in fase di test scientifici, il prossimo anno sarà aperto alla comunità internazionale e sarà uno dei più avanzati dal punto di vista tecnologico».

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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