UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 22 febbraio 2015

Domenica 22 febbraio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 febbraio 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Prima uno studio sull'ex carcere, poi si deciderà che cosa farne
BUONCAMMINO. Esperti a confronto, i parallelismi con il recupero delle Murate a Firenze
 
«Il primo passo per stabilire quale sarà il futuro dell'ex carcere di Buoncammino è uno studio dettagliato della struttura, analizzando la compatibilità con le possibili destinazioni d'uso».
L'architetto Paola Mura ha partecipato alla giornata di studio su Buoncammino organizzata dalla facoltà di Architettura, dove esperti e istituzioni si sono confrontati sui progetti per la nuova vita della casa circondariale. «Abbiamo analizzato nel dettaglio il caso delle Murate di Firenze, una situazione analoga ma molto più complicata», spiega: «Quello fiorentino è un monastero del Quattrocento, trasformato poi in carcere e infine abbandonato per una quindicina d'anni, mentre Buoncammino è un edificio dell'Ottocento, sempre tenuto attivo, che non presenta alcun segnale di degrado o dissesto idrogeologico».
A Firenze ci sono voluti trent'anni per arrivare alla riqualificazione e Cagliari sta muovendo ora i primi passi, a poche settimane dal trasferimento dei detenuti a Uta. Secondo gli esperti, la strada da seguire è la stessa. Durante l'incontro in via Corte d'Appello la direttrice dell'Agenzia regionale del demanio Rita Soddu ha confermato che presto gli uffici dell'amministrazione penitenziaria saranno trasferiti a Buoncammino: una decisione «inaccettabile» secondo l'ex governatore Ugo Cappellacci, che sollecita un intervento della Regione. «È ancora più inaccettabile quando tale mossa diventa uno strumento per subordinare il passaggio di Buoncammino allo scambio con un altro bene, trasformando quello che è un diritto in una semplice e solo eventuale benevola concessione, per giunta a pagamento».
Marcello Zasso
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Il pistoccu della longevità
Il pane tipico è un'arma contro glicemia e diabete
I risultati del workshop su alimentazione e benessere che si è chiuso ieri
 
Il legame tra cibo, salute e longevità sembra essere molto più stretto di quanto si possa immaginare. Non è un caso che in Sardegna, l'area tra l'Ogliastra e la Barbagia, riconosciuta da alcuni ricercatori come “zona blu”, possa vantare la più alta concentrazione di centenari. Il tema è stato al centro del workshop “Verso l'Expo 2015: il cibo della tradizione, l'alimentazione e la longevità in Sardegna”, nell'ambito della Borsa internazionale delle imprese italo-arabe, che si è conclusa ieri a Cagliari, e a cui hanno partecipato quasi 700 persone e 250 imprese (delle quali 210 sarde, 20 dal resto della Penisola e 25 arabe).
Nella zona blu sarda, che conta un totale di 42mila abitanti, è stato preso come esempio Villagrande Strisaili, perché in questo comune si raggiunge il massimo livello di longevità. «La probabilità di un neonato di arrivare a 100 anni», spiega Gianni Pes, medico nutrizionista dell'Università di Sassari, «è tre volte superiore alla media sarda, nazionale e dei Paesi europei, compresi quelli del Nord Europa, considerati il top per la longevità maschile. Per la longevità femminile, invece, l'Isola di Okinawa, a sud dell'arcipelago Giapponese, ci batte».
Pes sottolinea che la ricerca sulla longevità è partita dieci anni fa dalla rivista National Geographic. «Oltre all'Ogliastra e a una parte della Barbagia», chiarisce il nutrizionista, «ci sono altre tre zone blu, localizzate in una parte del Costarica, a Okinawa (Isola giapponese) e Icaria (Isola greca). Il sospetto è che in queste aree ci siano fattori particolarmente favorevoli per la salute. Abbiamo dato importanza allo stile di vita, all'attività fisica e all'alimentazione. Abbiamo scoperto che ci sono cibi tradizionali che, oltre a possedere buone caratteristiche organolettiche, hanno anche proprietà salutistiche».
L'esempio per l'Ogliastra è quello del pane pistoccu. «Questo tipo di pane», sottolinea il medico nutrizionista, «è in grado di abbassare la glicemia e sarebbe potenzialmente in grado di prevenire le malattie del metabolismo glucidico, tra cui il diabete. Ovviamente, non possiamo fare l'equazione pane pistoccu uguale longevità».
Un altro alimento preso in considerazione è il latte di capra. «Abbassa il colesterolo, migliora il metabolismo lipidico», evidenzia Pes, «e ha un alto contenuto di acidi grassi a catena corta, che hanno proprietà anti-cancerogena sulla mucosa del colon. È ricchissimo di selenio, zinco e carnitina». C'è poi un discorso legato alle proteine animali. «A livello internazionale», spiega il medico, «si crede che la carne aumenti il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. Noi, invece, abbiamo notato che, dopo i 65 anni, le proteine animali prevengono l'eccessiva perdita di tessuto muscolare. L'olio extravergine d'oliva, su cui abbiamo studi ancora in corso, è ricco di grassi monoinsaturi, associati alla riduzione del rischio cardiovascolare, e sembrerebbe avere un'azione preventiva nelle malattie neuro-degenerative, come l'alzheimer, e nella depressione».
Giuseppe Loi, sindaco di Villagrande Strisaili, ritiene fondamentale valorizzare «i prodotti che i centenari hanno mangiato per una vita. Nel corso degli anni ci siamo civilizzati, ora credo sia importante puntare sui cibi sani che non solo aiutano ad allungare la vita, ma anche il territorio dal punto di vista economico e occupazionale».
La Camera di Commercio Italo-Araba scommette su un percorso di valorizzazione culturale delle produzioni. «Non si tratta solo di attuare una mera commercializzazione tra produttori e consumatori delle rispettive sponde», sottolinea Alessio Tola, docente di Scienze merceologiche all'Università di Sassari e componente del cda della stessa Camera di Commercio, «ma di comprendere princìpi come l'identità, la tradizione e la valorizzazione dei territori. La produzione tipica di un prodotto, per definizione, si associa quasi sempre a imprese di dimensioni molto piccole, ma ricche di manualità, sapienza, che coniugano il trasferimento tecnologico nel passaggio, di generazione in generazione, di ricette tradizionali. Questo genere di produzioni difficilmente si coniuga a grandi quantità. Ma tanti piccoli produttori possono mettersi insieme ed essere aiutati a veicolare le loro produzioni in un sistema di distribuzione che possa restituire il valore aggiunto al prodotto o semplicemente costituire un punto per lo smistamento del commercio al dettaglio specializzato e su sistemi di vendita tradizionale».
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Finalmente al via la zona franca nel porto di Cagliari
Annuncio dell'assessore Deiana all'Euromed. Pronto un milione per le infrastrutture
 
La zona franca nel porto di Cagliari sarà presto realtà. La Regione ha stanziato un milione di euro per delimitare fisicamente le aree in cui si potrà operare in regime extradoganale e abbattere il carico fiscale sui vettori. Massimo Deiana, assessore ai Trasporti della giunta Pigliaru, spiega che le attuali norme non presentano ostacoli: «La zona franca all'interno del porto di Cagliari è prevista dalla legge. Realizzeremo una recinzione e dei locali da affidare ai soggetti attivi nel comparto della logistica. La Regione intende partecipare attivamente alla gestione. Crediamo in questa soluzione e cercheremo di applicarla anche in altri cinque scali».
L'annuncio arriva durante il convegno “C'è posto nel Med? La Sardegna fra l'Europa e il Mediterraneo”, incontro promosso dalle associazioni Sardegna2050 e OpenMed. Un'occasione per analizzare il ruolo dell'Isola nello scenario internazionale, alla presenza di docenti universitari, politici e imprenditori. Piergiorgio Massidda, presidente di Cagliari Free Zone ed ex numero uno dell'Autorità portuale, saluta positivamente le parole di Deiana: «Da mesi ho avviato importanti interlocuzioni con aziende interessate a investire in Sardegna e la zona franca sarebbe un'attrattiva molto forte. C'è bisogno però che ai proclami seguano velocemente i fatti».
Giancarlo Deidda, presidente della Camera di Commercio, annuncia che l'ente ha deciso di entrare in Cagliari Free Zone e che nella zona franca sarà presente il Posto di ispezione transfrontaliera del ministero della Salute. L'istituzione di un'area a fiscalità di vantaggio non sarebbe comunque la panacea di tutti i mali. Diversi relatori sottolineano numerose criticità. Gianfranco Fancello, ingegnere e ricercatore dell'Università di Cagliari, illustra i dati capaci di riassumere la marginalità della Sardegna: «Se escludiamo il trasporto dei prodotti petroliferi scopriamo che transita dai porti isolani solo lo 0,4 per cento di tutti i traffici del Mediterraneo». Numeri dovuti anche alla scarsa attenzione riservata dai programmi promossi dall'Ue: nessuno scalo è ricompreso nella rete Ten-T.
Salvatore Cicu, europarlamentare di Forza Italia, richiama il bisogno di formazione: «Abbiamo una classe politica e imprenditoriale non in grado di cogliere le opportunità garantite dall'Europa. La Regione dovrebbe creare un assessorato per il commercio estero e il Mediterraneo».
Per Antonio Musso, rappresentante di Confindustria, burocrazia e vincoli rischiano di allontanare gli investitori: «Sarebbe un peccato. Cagliari è l'unico porto italiano ad avere la possibilità di estendersi su un'area praticamente infinita».
Matteo Mascia

Questionario e social

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