Martedì 27 gennaio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 gennaio 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Risposta a un giovane emigrato
«Vogliamo farvi tornare nell'Isola»
Francesco Pigliaru
Il governatore Francesco Pigliaru risponde alla lettera di un giovane emigrato pubblicata sulla pagina dei commenti de L'Unione Sarda.
 
Caro Signor Paglietti,
mi dà grande forza sapere che nonostante il perdurare di questa crisi che colpisce la Sardegna come le altre regioni italiane, soprattutto quelle meridionali, all'interno di un sistema Europa che non riesce a dare segni di ripresa, lei abbia deciso di tornare nell'Isola con la sua famiglia. Mi dà forza perché vuol dire che è possibile chiedere a un giovane laureato di diventare protagonista di un progetto di rilancio di questa terra, la sua terra, che con il calo del numero di laureati che ha avuto in questo ultimo decennio rischia di finire definitivamente ai margini. Senza giovani preparati, senza conoscenza non c'è nessuna ripresa economica.
Per questo voglio confermarle che quanto ho detto in campagna elettorale è ancora al centro del progetto di cambiamento su cui si fonda la mia azione e quella degli assessori. Come prima cosa abbiamo investito sull'istruzione con il progetto iscol@, che ha già cominciato ad aprire i primi cantieri di ristrutturazione per rendere a norma e vivibili le scuole dell'Isola. Nella seconda fase, che partirà nel 2015, il progetto iscol@ contribuirà alla realizzazione di strutture al passo con i tempi, in cui la didattica e l'apprendimento possano usare tutti i più attuali strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Nella Finanziaria i cui dettagli stiamo ancora definendo e nell'uso dei 300 milioni di arretrati che abbiamo appena ottenuto dal governo all'interno di una dura trattativa che abbiamo trovato ferma al 2010, sarà centrale l'investimento sull'istruzione e sulla formazione, come lo sarà nell'uso dei 600 milioni di mutuo per le infrastrutture che abbiamo deciso di aprire. Alla fine di questo percorso avremo scuole nuove e aperte alla società, strumento di formazione e aggiornamento permanente per tutti i cittadini.
Tutto questo deve avvenire nonostante le difficoltà del contesto economico di cui parlavo e, qui nell'Isola, di una macchina burocratica che ha bisogno di una profonda riforma. Quella della pubblica amministrazione. Una riforma decisiva, che vogliamo fare. A cui abbiamo dedicato una parte importante del nostro tempo nel primo anno di vita di questa amministrazione.
Lei giustamente ricorda una mia affermazione fatta in campagna elettorale: «Faremo tornare i giovani sardi competenti oggi all'estero per portare nell'Isola le loro competenze». Lo ribadisco. Abbiamo fatto un accordo con Qatar Foundation Endowment e con Bambin Gesù per realizzare finalmente a Olbia quell'ospedale d'eccellenza di cui da anni si parla. Sarà anche un centro di ricerca sanitaria: un passo importante per attrarre altri investimenti di chi vuole aprire nuovi centri di ricerca, pubblici e privati, che avranno bisogno di tutta la competenza ad alto livello che quest'isola può esprimere. Contemporaneamente bisogna portare competenza e tecnologia in agricoltura, come già fanno alcune aziende sarde che hanno imparato a nuotare nel mercato mondiale. E fare dell'agroindustria il cuore del rilancio produttivo. Se questi e altri progetti a cui stiamo lavorando andranno avanti come il nostro impegno e quello dei nostri partner fanno sperare, ci sarà posto sia per chi come lei si è già costruito una competenza e può metterla a disposizione tornando nell'isola, sia per chi è ancora nella fase della formazione e può aspirare a usare la propria professionalità senza dover fuggire dalla Sardegna.
Un libro dei sogni? No: obiettivi a cui stiamo lavorando con decisione. Ci sono ritardi? Sì perché la situazione è grave e bisogna far presto. Ma con l'aiuto di chi come lei è competente, consapevole e sa usare una giusta dose di pazienza, ho la certezza che recupereremo anche questi ritardi.
Tanti auguri sinceri.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Politica Italiana (Pagina 9 - Edizione CA)
Buoni propositi a costo zero
Giustizia, riforma senza fichi secchi
Leonardo Filippi*
 
La recente inaugurazione dell'anno giudiziario è andata oltre la sterile cerimonia di rito per mettere a nudo i gravi problemi che sta affrontando la giustizia italiana. Ai cronici affanni, dovuti all'ormai ingovernabile numero di processi, civili e penali, senza che la sempre annunciata depenalizzazione giunga in porto, si è aggiunta, anche quest'anno, l'amara constatazione delle scarse risorse finanziarie messe in campo dal Governo per far funzionare il sistema giustizia : appena l'1,28 per cento del bilancio dello Stato per il 2014 e 1,27 per il 2015 e negli ultimi anni è stato progressivamente diminuito.
Sembra che il Governo faccia di tutto per non far funzionare il servizio giustizia! Pertanto anche nuovi istituti, come la sospensione del processo e la messa alla prova per maggiorenni, teoricamente in grado di smaltire un gran numero di processi, in realtà non riesce a decollare per l'insufficienza dei mezzi e personale disponibili. Il nostro Paese ha poi la particolarità di avere una disciplina della prescrizione del reato del tutto peculiare, che fa decorrere il termine per l'estinzione del reato non dal momento in cui lo Stato ha notizia del reato, ma dal giorno della sua commissione, per cui il criminale più bravo ad occultare il suo delitto ha maggiori probabilità di impunità.
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La conseguenza pratica è che il 73% delle prescrizioni sono dichiarate nel corso delle indagini preliminari, senza che nemmeno si arrivi ad un processo. Assai più coerente con la ragione che giustifica questo istituto (cioè l'oblio e quindi il disinteresse dello Stato dopo un lungo lasso di tempo dalla scoperta del fatto al procedimento penale ed alla pena) sarebbe invece una decorrenza della prescrizione dal momento in cui il pubblico ministero apprende la notizia di reato.
D'altra parte, però, una volta appresa la notizia di reato, il processo deve rispettare tempi ragionevoli, sia per consentire la ricerca e la raccolta delle prove, sia per dare all'opinione pubblica una risposta certa e sollecita sull'innocenza o la colpevolezza dell'imputato.
Ho citato due rimedi, anche a costo zero (depenalizzazione e modifica della disciplina della prescrizione), ma un maggior impegno finanziario per le spese di giustizia è indispensabile perché, da che mondo è mondo, non si possono fare le nozze con i fichi secchi.
*avvocato
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Giornata della Memoria
Questa sera lo studioso ospite dell'Università di Cagliari
Fabio Levi racconta Primo
«Il dovere di non scordare»
 
Si parla troppo di Shoah?
«Si parla troppo della Shoah, se se ne parla in modo inadeguato. Viceversa, se prevalgono cura e rispetto, c'è sempre qualcosa di nuovo da dire».
Si parla troppo della Shoah se l'esercizio della memoria si consuma nella compassione per le vittime e nel pathos mediatico. C'è ancora molto da conoscere invece, sul genocidio ebraico (e di altri milioni di uomini e donne: disabili, nomadi, oppositori, omosessuali, indegni di vivere per i nazisti), secondo lo storico Fabio Levi, direttore del Centro internazionale di studi Primo Levi. Docente all'Università di Torino, studioso della persecuzione antiebraica in Italia, il professor Levi interverrà oggi al convegno “1945. Liberazione e ritorno”. L'incontro, alle 15,30 aula magna del Polo Umanistico dell'Ateneo cagliaritano in via Is Mirrionis, è organizzato dall'Università di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio, l'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia (Issra) e l'Istituto tecnico industriale Scano.
Oggi Giornata della Memoria: a dieci anni della sua istituzione qual è il senso di questa ricorrenza?
«Aiutare soprattutto i più giovani a conoscere gli stermini avvenuti nel corso della seconda guerra mondiale e a riflettere sulle implicazioni morali di quegli eventi. È chiaro però che ogni anno le cose cambiano, perché gli interlocutori sono sempre diversi e diverso è anche il clima nazionale e internazionale in cui si colloca quella riflessione».
Sulla memoria c'è qualcosa che si potrebbe fare e non si fa?
«Forse, la cosa migliore che si potrebbe fare sarebbe coinvolgere le persone, i ragazzi, rendendoli attivi e partecipi in prima persona, con iniziative alla loro portata. Il 27 gennaio non deve essere una ricorrenza puramente celebrativa».
I giovani si infastidiscono a sentir parlare di Olocausto, pensano di sapere già. In che modo si può parlargliene ancora?
«Facendo loro sentire che neppure gli adulti sanno tutto. Anzi non sanno quasi niente, se si tiene conto dell'enormità di quanto è accaduto. Lo scrittore David Grossman ha detto che di fronte a quegli eventi siamo tutti come dei bambini. Al riguardo anche i più esperti hanno ben poco da insegnare. Tutti insieme dobbiamo aiutarci vicendevolmente a sapere e a cercare di capire».
Quest'anno sarà pubblicata l'edizione completa in lingua inglese delle opere di Primo Levi dalla Norton Liveright. È l'unico italiano contemporaneo ad aver avuto un tale riconoscimento. Perché proprio lui?
«Perché Levi è uno scrittore straordinario, non solo come testimone del Lager, ma per la varietà dei mondi che ha esplorato e descritto, per i linguaggi che ha saputo costruire ogni volta, per la ricchezza del suo pensiero. Tutto questo ne ha fatto un classico della letteratura italiana e internazionale».
In Italia, a distanza di quasi trent'anni dalla sua morte, Primo Levi è ancora letto nelle scuole?
«Forse meno di una volta, anche se rimane una presenza importante. Credo che andrebbe riproposto con forza, ma in un modo diverso da come si è fatto per tanto tempo. Per varie generazioni Levi è stato il testimone di Auschwitz per eccellenza. Una cosa molto importante, certo. Ma si potrebbe fare di più».
A 70 anni di distanza dall'anniversario della liberazione di Auschwitz, c'è un pesante rigurgito di razzismo e antisemitismo. Allora, ricordare può bastare?
«Ricordare non basta mai. Bisogna riflettere, ragionare, e farlo insieme agli altri».
Quali sono, oggi, gli altri olocausti che si compiono sotto i nostri occhi?
«Non mi piace molto il termine olocausto , perché significa letteralmente sacrificio. Non credo che si possa chiamare sacrificio la morte orrenda dell'ostaggio giapponese decapitato dai macellai dello stato islamico o il rapimento di centinaia di ragazze in Nigeria. Basta che dalla nostra Europa giriamo lo sguardo tutto intorno e non possiamo non vedere i pericolosi focolai che ci minacciano».
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
GLI INCONTRI. Oggi a Cagliari, Monserrato e Sassari
Storici, musicisti e scrittori: la cultura al servizio della verità
 
CAGLIARI A Cagliari, alle 18 nella sala convegni della Fondazione Banco di Sardegna (via San Salvatore da Horta, 2) il Comitato Provinciale Anpi di Cagliari insieme alla rivista Sardinews, ha organizzato la serata “La Giornata della Memoria e la Sardegna”, introdotta dal giornalista Alberto Urgu, alla quale interverrà anche lo storico Gianluca Scroccu e che sarà accompagnata dalla musica del Karel Quartet. In programma letture di testi (con Maurizio Anichini, Pieropaolo Piludu, Francesca Falchi, Paola Pilia, Giacomo Mameli, Pietro Picciau, Natalino Piras e Marco Sini) e musiche che rievocano deportazioni e internamento nei campi di sterminio nazisti.
MONSERRATO Incontro con Santino Spinelli. Oggi alle 18.30 la Casa della Cultura a Monserrato (via Giulio Cesare, 30) ospita l'incontro con il musicista e compositore rom Santino Spinelli che terrà una conferenza dal titolo “Rom, genti libere, storia, arte e cultura di un popolo semisconosciuto”. Durante la serata si esibirà il coro della scuola elementare Cabras, diretto da Valter Alberton, e sarà proiettato il documentario “Fabrizio De André: una voce contro tutte le guerre”, presentato da Gerardo Ferrara.
SASSARI Questa mattina alle 11 nell'aula magna del Dipartimento di Scienze politiche di Sassari, Alberto Brugio presenta il suo libro “Nonostante Auschwitz. Il ritorno del razzismo in Europa”. Interverranno Guglielmo Sanna, Ludovica Lorusso e Alessandra Grabesu.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 32 - Edizione CA)
Mensa Ersu, per la truffa dei pasti finiscono nei guai Maurelli e due figli
NUORO. Secondo l'accusa numeri gonfiati rispetto agli studenti universitari realmente presenti
 
Secondo l'accusa avrebbero erogato un numero di pasti decisamente superiore al numero degli studenti universitari, che ne hanno effettivamente usufruito. Per questo il notissimo ristoratore e titolare della ditta di catering più grande della città, Salvatore Maurelli, 70 anni, e i suoi figli, Fabio e Roberto, di 27 e 31 anni e due dipendenti, Maria Teresa Mura, di 29 anni e Giorgia Melai di 30, sono finiti sotto processo per truffa ai danni dello Stato in concorso.
PROCESSO RINVIATO Ieri in tribunale a Nuoro sarebbe dovuto cominciare il processo nei confronti dei cinque imputati (Salvatore Maurelli è difeso dall'avvocato Angelo Mocci, i suoi due figli dall'avvocato Pietro Salis, mentre Melai e Mura dall'avvocato Gianfranco Fancello), ma il giudice monocratico Mariano Arca è stato subito costretto a rinviare l'apertura del dibattimento al 26 marzo per una serie di difetti di notifica. I sospetti dell'Ersu di Cagliari, l'ente regionale per il diritto allo studio universitario che con il ristoratore (la ditta individuale Maurelli) aveva firmato una convenzione, sono affiorati quando è emerso che il numero dei pasti forniti a Nuoro superava decisamente la media regionale delle altre sedi universitarie. A confermarlo il sistema automatizzato dell'ente, che aveva fatto emergere l'anomalia grazie all'attento controllo dei dirigenti.
LE INDAGINI Tanto è bastato perché l'Ersu inviasse gli ispettori in città per monitorare da vicino la situazione. Proprio dai loro ripetuti controlli sarebbe arrivata la conferma: nella mensa di via Olbia 2 venivano serviti più pasti rispetto al numero effettivo degli studenti presenti quotidianamente per il pranzo. Immediata la denuncia alla Guardia di finanza, che ha poi condotto con i propri uomini l'inchiesta coordinata dal pm Luca Forteleoni. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, i cinque imputati avrebbero detenuto le tessere magnetiche degli studenti emesse dall'Ersu illegittimamente. Maurelli e i dipendenti avrebbero così utilizzato con artifici e raggiri le carte indipendentemente dalla fruizione del pasto da parte del singolo studente. Non solo, i ristoratori avrebbero poi registrato una transazione dell'avvenuta consumazione aggiornando il registro cartaceo di riscontro firmato in bianco dagli studenti. Il periodo preso in considerazione dall'indagine va dal gennaio del 2006 al luglio del 2008. È stato stimato che la ditta Maurelli abbia avuto un ingiusto profitto di 3.088 euro, dal gennaio al luglio del 2008, con un equivalente danno per l'ente regionale.
Con la stessa ipotesi di reato per una precedente indagine è stato rinviato a giudizio Massimo Peddio, un altro ristoratore nuorese. Il processo nei suoi confronti inizierà il primo aprile.
Luca Urgu
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 37 - Edizione CA)
Giovedì a Monserrato
Un convegno con gli specialisti del San Raffaele
 
Specialisti nella cura della talassemia a confronto, giovedì prossimo a Cagliari (alle 9, aula magna Asse didattico E, Cittadella universitaria di Monserrato). Il convegno, organizzato dalla Cattedra di Ematologia (direttore Giorgio La Nasa), sarà l'occasione per discutere di terapia genica. In particolare, sarà illustrato un nuovo protocollo messo a punto da un'équipe di ricercatori dell'Istituto San Raffaele Telethon di Milano. Previsto anche l' intervento di pazienti.
I medici del San Raffaele illustreranno il nuovo protocollo. Giuliana Ferrari terrà una relazione su “Efficacia e sicurezza: verso il trial clinico”; Fabio Ciceri parlerà di una “Proposta di studio di fase I-II di terapia genica”; Alessandro Aiuti illustrerà “Esperienze cliniche in corso al San Raffaele di terapia genica”; Sara Marktel si soffermerà sul “Razionale su un protocollo pediatrico per terapia genica nella talassemia”. Quindi, Paolo Moi, direttore della Seconda clinica pediatrica (ospedale Microcitemico) parlerà dell'“Esperienza di Cagliari e di quella internazionale”. A seguire, tavola rotonda con i relatori: confronto fra trapiantologi e talassemologi.
Nel pomeriggio, il paziente Ivano Argiolas racconterà la propria esperienza di terapia genica al Memorial Sloan Ketering Center di New York, quindi tavola rotonda con i relatori e rappresentanti dell'associazione ThalassAzione. Concluderà il professor Giorgio La Nasa. ( l. s. )
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
24 ore in Sardegna
pozzo in etiopia
Acqua ai villaggi grazie a Regione, Università e Comune di Villasimius
 
Anche l'Università di Cagliari nel progetto che ha realizzato un pozzo e il water point a Kalkala, a 600 chilometri da Addis Abeba in Etiopia. Un'opera fondamentale per il rifornimento di acqua potabile ai villaggi della zona. Coinvolti nell'operazione i ricercatori del Centro interdipartimentale di ingegneria e scienze ambientali. L'opera è finanziata con fondi della Regione per 49mila 800 euro su un costo totale di 83mila euro: ha partecipato anche il Comune di Villasimius, ente capofila del progetto. L'unica risorsa idrica per la comunità era rappresentata da un piccolo punto di raccolta dell'acqua piovana. Dopo essere stata individuata un'area favorevole a oltre un chilometro da Kalkala è stato trivellato un pozzo di 144 metri equipaggiato, poi con una pompa sommersa, capace di una portata di tre litri al secondo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 16
Pa, uno su dieci con la legge 104
Sono 316mila gli statali, senza considerare la scuola, che usufruiscono dei permessi
 
ROMA Sono almeno 316mila, uno su dieci, gli statali che nel 2013 hanno preso permessi attraverso la legge 2014 del 1992, per i lavoratori con disabilità grave e per i dipendenti che assistono persone, loro parenti, con problemi seri di salute. Le cifre, ancora parziali, tra tutti mancano i numeri della scuola, sono quelle riportate nella tabella pubblicata sul sito del dipartimento della Funzione Pubblica, che conduce un monitoraggio annuale, al fine di, si legge sul portale della Pa, «verificarne l’entità e le forme di utilizzo, indirizzare i benefici direttamente sui disabili, evitare abusi e al tempo stesso semplificare il rapporto tra disabili e Pubblica amministrazione». C’è, infatti, l’obbligo, scattato dal 2010, sotto il mandato di Renato Brunetta, per le amministrazioni di comunicare i dati sui permessi. Ma le informazioni a disposizione per ora non coprono tutta la Pa. Dal quadro sul 2013, anno dell’ultimo aggiornamento, manca all’appello soprattutto un comparto, quello della scuola, che è il più pesante in termini numerici. Ecco perché con tutta probabilità la cifra dovrà essere rivista al rialzo. Per adesso quindi i dati sono incompleti (ha aderito al monitoraggio il 64% delle amministrazioni inscritte al sistema “Perla Pa”) ma dovrebbe essere solo questione di tempo. Infatti nei giorni scorsi, il 13 gennaio, il ministero dell’Istruzione ha inviato una nota ai direttori generali degli uffici scolastici regionali per richiamarli all’obbligo di comunicare le informazioni sui permessi. Il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, fa sapere che è stata impressa un’accelerazione ed «entro la settimana» si avranno anche i dati relativi alla scuola. E avverte: «No alla criminalizzazione della legge 104, che è uno strumento di civiltà e democrazia, ma sì al contrasto dei furbi che ne abusano e tolgono il diritto a chi spetta». I permessi in questione sono quelli consentiti dalla legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità. Legge che prevede, sia nel pubblico sia nel privato, fino a tre giorni di permesso al mese. Può assentarsi dal lavoro, oltre al lavoratore con disabilità grave, che non perde nulla in termini di stipendio, anche il dipendente che assiste un parente malato, che può essere il marito, la moglie, il figlio, il genitore, ma anche il fratello, la sorella, il nonno o il nipote (si arriva fino al secondo grado di parentela).

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