Venerdì 23 gennaio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 gennaio 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 29 - Edizione CA)
Monteponi: Università,
a rischio le attività
 
A rischio le attività di ricerca e formazione post lauream nonché il futuro dei lavoratori del consorzio Ausi. A Monteponi, dove negli ultimi anni le scelte regionali hanno decretato la morte dei corsi universitari, c'è preoccupazione per le sorti delle iniziative culturali e scientifiche portate avanti dal Consorzio e dei quattro dipendenti che, dall'attuale lavoro a tempo pieno potrebbero passare al part-time.
Una scelta che appare obbligata, alla luce degli stanziamenti decisi dalla Giunta Pigliaru: la finanziaria concede un fondo di appena 360 mila euro a Monteponi, a fronte dei 4 milioni e 640 mila euro complessivi in favore dell'Università diffusa di cui fanno ormai parte solo i Consorzi di Oristano e Nuoro. A mettere nero su bianco i rischi a cui va incontro l'Ausi sono gli stessi dipendenti che, nei giorni scorsi, hanno inviato una lettera-appello agli esponenti politici del territorio, chiedendo che si facciano portavoce delle loro preoccupazioni sollecitando la Regione ad erogare almeno 200 mila euro in più. Un appello accolto dalla consigliera Valentina Pistis: la capogruppo di “Cas@Iglesias” ha depositato ieri una mozione (firmata anche da Giorgio Carta) con la quale sollecita un impegno del Comune: «La Regione, guidata da un esecutivo di professori universitari, che avrebbero dovuto avere maggiormente a cuore la cultura, tradisce le aspettative e i programmi del Consorzio. Quella dei tagli ai fondi è l'ennesima scelta scellerata, senza tenere conto delle esigenze e delle peculiarità dei territori».
Cinzia Simbula
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 34 - Edizione CA)
ALGHERO. Architettura esclusa dai contributi regionali: è rivolta
La Facoltà migliore d'Italia relegata in fondo alla fila
 
Perché la facoltà di Architettura di Alghero è stata esclusa dai contributi regionali? E perché non vedrà un centesimo nemmeno nel 2015?
Lo domandano al governatore Pigliaru i capigruppo del centrosinistra in Consiglio comunale, sottolineando come la scelta sia «immotivata e ingiusta».
APPELLO AL GOVERNATORE Importanti fondi, infatti, per un totale di 4 milioni di euro, sono stati assegnati alle sedi decentrate di Olbia, Iglesias, Nuoro e Oristano, mentre il Dipartimento algherese rischia di chiudere. Lo aveva denunciato a inizio anno il consigliere regionale di Forza Italia, Marco Tedde, condividendo le forti preoccupazioni del direttore Arnaldo Cecchini. Adesso sono gli alleati del sindaco Mario Bruno (Giuseppe Fadda, Alberto Bamonti, Gianpietro Moro e Linda Oggiano) a tirare per la giacca presidenza, giunta e consiglio regionale, facendo pressing perché in sede di approvazione del bilancio di previsione 2015 «questa ingiustizia sia rimossa».
SEDE DECENTRATA Architettura è una istituzione ormai e ha contribuito, non poco, al prestigio dell'Università di Sassari. I capigruppo ritengono che il Dipartimento abbia portato «tangibili benefici culturali, sociali ed economici». Secondo la maggioranza, quindi, non c'è alcuna ragione sensata perché la sede universitaria di Alghero debba essere esclusa dai finanziamenti destinati alle sedi decentrate. «È infatti innegabile che Alghero è una sede decentrata e che come le altre vive gli svantaggi, i problemi logistici, le carenza di personale e di servizi tipici di una sede decentrata».
IL DOSSIER Il direttore del Dipartimento, Arnaldo Cecchini, un mese fa aveva inviato un dettagliato dossier in Regione con lo scopo di presentare i risultati, le attività svolte in termini di didattica e ricerca, le risorse impiegate e i progetti futuri. Nel 2002 la facoltà di Alghero aveva ottenuto circa un milione di euro come finanziamento di avvio, per arrivare ai 330 mila euro del 2013 e ai zero contributi del 2014.
Senza le risorse previste, aveva avvertito il preside, «inizierà il soffocamento di questa esperienza, tanto utile e feconda». Nel report oltre ai costi della facoltà, anche i risultati raggiunti con il Dipartimento ancora primo nella classifica Censis-Repubblica, davanti al Politecnico di Milano e lo Iuav di Venezia.
Caterina Fiori
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Azienda mista, nominati i direttori
Sorrentino punta su Oliviero Rinaldi e Vincenzo Serra
 
Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, completa la squadra nominando Oliviero Rinaldi direttore sanitario e Vincenzo Serra direttore amministrativo.
Il primo, 46 anni, è stato sino a pochi giorni fa direttore sanitario dello Ieo di Milano, l'Istituto europeo di oncologia fondato da Umberto Veronesi dove Rinaldi è stato vice direttore sanitario e ancora prima responsabile del Clinical Risk Management. Tra gli incarichi ricoperti, anche quello di vice direttore di distretto sanitario per la Asl 5 del Friuli Venezia Giulia. Nel suo curriculum un master di secondo livello in Statistica per il controllo di qualità dell'accreditamento all'Università Bicocca di Milano.
Vincenzo Serra, 48 anni, attualmente è responsabile della Programmazione e controllo di gestione della Asl di Cagliari. È stato direttore amministrativo della Asl 8 e precedentemente ha ricoperto lo stesso incarico a quella di Sanluri. Ha superato il Corso di formazione manageriale per l'alta dirigenza del Sistema sanitario della Regione Sardegna e quello sugli indicatori di budget per il territorio e per l'ospedale della Bocconi di Milano.
«La squadra è completa ed è pronta alla grande sfida che ci attende», ha dichiarato Sorrentino: «Una squadra che è formata non solo dai direttori ma da tutto il personale dell'Aou di Cagliari».
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
La Finanziaria È al giro di boa
Il mondo della cultura contesta i tagli
 
CAGLIARI La Finanziaria della Regione è arrivata al giro di boa. In Consiglio regionale sono finite le consultazioni delle parti sociale e ieri, in commissione Bilancio, è cominciata la discussione generale della manovra presentata dalla giunta Pigliaru. Entro mercoledì, a mezzogiorno, i partiti dovranno presentare gli emendamenti. Anche l’esecutivo presenterà i suoi, saranno soprattutto correzioni tecniche al testo originale, lo stesso faranno i partiti della maggioranza di centrosinistra, non dovrebbero più di cento, mentre saranno almeno duemila quelli dell’opposizione di centrodestra. Prima che la Finanziaria arrivi in aula è alto il rischio che ci sia un ingorgo. Per evitarlo il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini ha chiesto alla minoranza di «entrare nel merito delle questioni ed essere disponibili al confronto», ma senza fare ostruzionismo, perché «i tempi sono comunque stretti e la manovra dovrà essere approvata entro febbraio». Invito raccolto dal capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, con però una precisazione: «Non siamo certo chiusi al dialogo. Più volte abbiamo formulate proposte concrete ma da parte della Giunta abbiamo ricevuto finora solo risposte negative e dai toni sprezzanti. Eserciteremo il nostro ruolo in maniera costruttiva anche se intransigente». In parole spicce, la bagarre sembra comunque inevitabile. Nell’ultima giornata di audizioni, è stato il mondo della cultura a scrivere la sua pagella. Ecco una sintesi dei pareri e molti non sono certo positivi. Le scuole civiche di musica: «Abbiamo subito una sforbiciata intorno a un milione mezzo». I piccoli editori: «Siamo preoccupati per lo squilibrio nei finanziamenti». Rete cinema: «I fondi stanziati sono inadeguati. Le compagnie teatrali: «Rischiamo di scomparire anche per i troppi tagli improvvisi decisi quando la programmazione è già chiusa». La rete dei musei pubblici: «Avremo a disposizione solo i soldi per coprire le spese di gestione e sarà impossibile programmare eventi vista la carenza di risorse. Le biblioteche: «Giusto risparmiare, siamo anche consapevoli delle difficoltà finanziarie, ma servono certezze per uscire dal tunnel dell’improvvisazione». L’associazione dei gruppi folcloristici: «La riduzione drastica dei contributi ci impedirà ad esempio di partecipare alle manifestazioni che si svolgono fuori dall’isola nonostante dovunque siamo accolti come gli ambasciatori della Sardegna». L’associazione degli artisti: «Non possiamo continuare a indebitarci per contributi che non arrivano o cambiano in corsa». La sintesi è questa: «Se non si capisce che la cultura è una delle strade maestre per realizzare un nuovo modello di sviluppo, rischiamo di allontanarci sempre più da ogni possibile rinascita». Ora bisognerà vedere se l’appello a «un immediato cambio di rotta nei finanziamenti» troverà spazio nella Finanziaria.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Il nuovo campus può sorgere a Piandanna
Il Cda dell’Ersu non ratifica la graduatoria: non spetta a noi, è un atto amministrativo non politico
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Il nuovo campus universitario può sorgere a Piandanna, nei terreni offerti per 10,72 milioni di euro all’Ersu dalla famiglia Segni e dagli eredi Satta-Branca. Il consiglio d’amministrazione dell’Ente regionale per il diritto allo studio, chiamato a ratificare la graduatoria con cui un’apposita commissione tecnica ha assegnato, due mesi fa, la vittoria del bando pubblico alla proposta Segni-Clemente, ha declinato la responsabilità di approvare quella selezione, lasciando la patata bollente nelle mani del direttore generale, Maria Assunta Serra. Dopo vari rinvii, una filza di pareri legali e settimane di riflessione, il cda presieduto da Gianni Poggiu ha decretato che, trattandosi di gara pubblica, la decisione di approvare o meno la graduatoria stilata dalla commissione tecnica che ha valutato le offerte pervenute, non può essere un atto politico, ma è un mero atto amministrativo, la cui competenza ricade esclusivamente in capo ai dirigenti dell’ente. La posizione assunta dal consiglio di amministrazione dell’Ersu sembrerebbe spianare la strada alla conclusione dell’iter amministrativo per l’acquisto dell’area su cui costruire il campus universitario da 40 milioni di euro (finanziati per metà dalla Regione e per metà dalla Comunità europea). Evitato il pronunciamento del cda, non dovrebbero esserci ostacoli affinché il direttore generale dell’Ersu approvi definitivamente la graduatoria delle offerte pervenute con il bando pubblico. Nonostante i diversi ricorsi presentati al Tar dai concorrenti esclusi dalla gara pubblica, o sconfitti, la dirigenza dell’Ersu finora non ha riscontrato nessuna anomalia o errore nei verbali e nelle scelte tecniche ufficializzate dalla commissione. Ora quindi l’Ersu dovrà procedere a ratificare il risultato della gara pubblica e quindi stipulare il contratto di acquisto di 6,7 ettari di terreni a Piandanna, in una zona compresa tra la casa di cura San Nicola e la sede dell’Agenzia delle entrate. Un passo obbligato che potrebbe alimentare nuove polemiche attorno alla costruzione del campus universitario. Oltre ai ricorsi al Tar presentati dalla società Cator srl di Marco Cavalieri e dalla Tema spa dell’ingegner Gavino Sechi, anche la città e numerosi soggetti politici si sono già espressi contro la nascita del campus in aree periferiche. Il sindaco, Nicola Sanna, ha lanciato l’idea di costruire il residence studentesco al centro storico, proponendo l’attuale caserma La Marmora in piazza Castello (sede della Brigata Sassari), o l’ex hotel Turritania in porta Sant’Antonio. In molti hanno sposato l’idea del primo cittadino, ma finora non c’è mai stato un vero confronto pubblico fra la città e i soggetti coinvolti nella scelta e realizzazione del campus universitario. L’Ersu è andato avanti sulla strada del bando pubblico, e ora dovrà rispettare gli esiti della gara, salvo volersi esporre ad altre battaglie legali con chi sui progetti presentati ha già speso un mucchio di risorse umane ed economiche.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Liceo Marconi
Tre classi ospiti del polo
Naturalistico dell’ateneo
 
SASSARI Settanta allievi delliceo Scientifico Marconi di via Solari, inagibile da sabato scorso per il cedimento del controsoffitto, sono stati ospitati per un giorno in due aule del Polo bionaturalistico di Piandanna e hanno trascorso la mattinata tra l'erbario, i laboratori di Ecologia marina, Ecologia vegetale terrestre e Botanica sistematica del DIPNET - Dipartimento di Scienze della Natura e del territorio, diretto dal professor Roberto Furesi. Dalle 8.30 alle 13.30, con un orario scolastico completo, ragazzi e ragazze delle classi IV F, IV C e IV H hanno osservato da vicino le piante dell'erbario e utilizzato i microscopi. Non è stata quindi una lezione scolastica classica, ma cos ì gli studenti sono stati comunque impegnati, grazie alla disponibilità data dal rettore Carpinelli, e hanno avuto modo di approfondire la botanica. Una delle classi ospiti, tra l'altro, segue il corso di Scienze applicate, quindi si è trovata proprio nel posto giusto. Oggi le IV F, C e H tornano a Piandanna e potranno riprendere le lezioni frontali con i propri docenti. La prossima settimana, molto probabilmente, andranno negli spazi del polo didattico di via Vienna, che ha dato la propria disponibilità all'accoglienza così come i Dipartimenti di Giurisprudenza e Scienze economiche e aziendali. Intanto parte dei ragazzi dello Scientifico è stata sistenata nell’Istituto tecnico di via De Carolis.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 27
Architettura senza risorse,
protesta della maggioranza
 
ALGHERO I capigruppo della maggioranza consiliare di Alghero, Giuseppe Fadda, Alberto Bamonti, Gianprietro Moro e Linda Oggiano, sono intervenuti in una nota criticando la mancata concessione del supporto finanziario alla facoltà di Architettura da parte della Regione. «Da diversi anni la nostra Regione – affermano – destina appositi fondi alle sedi universitarie decentrate, quelle non situati nei due comuni (Cagliari e Sassari) sede dei due Atenei. Si tratta di un importante contributo ai maggiori sforzi e costi economici, logistici, organizzativi ed in termini di servizi che devono essere sostenuti per tenere in piedi e garantire la qualità delle attività universitarie decentrata.Anche la sede universitaria algherese ha in passato goduto di tali contributi regionali – si chiedono i capigruppo – perché Alghero, e solo Alghero, è stata esclusa da tali contributi nel 2014. E perché, stando al bilancio varato dalla Giunta Regionale, questi contributi non ci saranno nemmeno nel 2015. Si tratta di una scelta immotivata ed iniqua, una scelta ingiusta che penalizza una eccellenza della Sardegna». (g.o.)
 

Questionario e social

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