Martedì 20 gennaio 2015

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 gennaio 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Università
Quattro candidati in campo
Escono allo scoperto anche altri candidati nella corsa al rettorato: ieri hanno ufficializzato la loro presenza anche altri due ingegneri, Giorgio Massacci e Giacomo Cao. Adesso i candidati per la successione dell’attuale numero uno dell’ateneo cagliaritano sono quattro, visto che i nomi di Massacci e Cao si aggiungono a quelli della farmacologa Maria Del Zompo, prima a comunicare la sua discesa in campo, e dell’altro docente di Ingegneria, Luigi Raffo. L’appuntamento con le elezioni è fissato per il prossimo 9 marzo ma sino al 27 febbraio la lista dei candidati potrebbe allungarsi: il direttore dell’istituto di Fisica nucleare, Biagio Saitta, altro nome in lizza, ha fatto sapere che scioglierà ogni riserva questo pomeriggio.
Quel che è certo, finora, è che la sfida si giocherà sicuramente tra i due colossi (Ingegneria e Medicina) che hanno tradizionalmente governato l’Università cagliaritana: ben tre ingegneri si sfideranno tra loro e tutti dovranno vedersela con la “guerriera” dell’altra sponda, Del Zompo, già in corsa nel 2009.
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / Provincia di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
NUORO. La preoccupazione del commissario del consorzio, Caterina Loi
«Con i fondi dimezzati l’università chiude»
«Arrivare a un dimezzamento delle risorse significherebbe la chiusura dell’Università nuorese». Il commissario del Consorzio, Caterina Loi, lo dice senza mezzi termini, commentando le ultime notizie sui tagli sostanziosi dei fondi destinati a Isre, Man, università e Ailun. I tagli sono stati proposti dalla Giunta regionale per la Finanziaria. Se si arriverà ad una riduzione del 50 per cento si tratterebbe di un taglio insostenibile per il centro Sardegna, depauperato anche di risorse destinate alla cultura e alla formazione universitaria.
Il consorzio universitario sa già che nel 2014 dovrà fare a meno di 800 mila euro. «Abbiamo avuto una recentissima comunicazione al riguardo - conferma Caterina Loi - esattamente con una delibera della Giunta regionale del 29 dicembre. Abbiamo appreso il 31 dicembre della riduzione del fondo 2014 per l’università: sarà di circa il 28 per cento». Si tratta di quasi 800 mila euro in meno rispetto all’anno precedente. «Abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre lamentele - afferma la stessa Loi - basti pensare che il Consorzio dipende per il 95 per cento dalle risorse regionali, si tratterebbe di una riduzione consistente. Quello che ho detto allora e ripeto oggi è che mi auguro che non si concretizzi. Se la Regione tiene all’istruzione universitaria lo dimostri con i fatti che sono le risorse finanziarie che destina».
Il Consorzio universitario nel 2013 ha dichiarato un bilancio di due milioni e 800 mila euro, 25mila a testa li hanno messi il comune di Nuoro e la Provincia mentre i restanti due milioni e 754mila arrivano dalla Regione, che ora vuole ridurre il suo sostegno portandolo a meno di due milioni. «Così si mette a rischio l’università, ma se il taglio dovesse raggiungere la metà delle risorse a disposizione nel 2013 per Nuoro sarebbe la chiusura», afferma Loi.
Fabio Ledda
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Mediatore, l’alternativa allo scontro giuridico
Una controversia condominiale. La spartizione dell’eredità. La gestione di contratti bancari. Sono disparati, ma accomunati dalla conflittualità, i campi d’azione del mediatore, figura sempre più richiesta in alternativa o affiancamento all’intervento giuridico.
Un’intera mattinata sulla sua formazione e potenzialità si svolgerà domani nella sala consiliare del palazzo civico in via Roma, organizzata dall’Università di Cagliari con il supporto dell’ateneo di Madrid, dall’amministrazione comunale e associazione Mediatori Mediterranei onlus. Una data scelta non a caso. Proprio il 21 gennaio cade la celebrazione della Giornata internazionale della Mediazione, istituita dall’Onu per promuovere uno strumento di giustizia innovativo. Non imposto, ma condiviso dalle parti, che proseguono la loro relazione, anziché interromperla e di fatto restare in conflitto. Solo nel 2014, a Cagliari sono state presentate settecento domande di mediazione. «Le nuove generazioni vanno educate alla complessità anche sociale e culturale della società contemporanea e formate per saperla affrontare», ha osservato il professor Carlo Pilia, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo cagliaritano e promotore della collaborazione con università straniere.
La mattina di studi si aprirà alle 9.30, in contemporanea con un’iniziativa analoga a Madrid. Previsti gli interventi, tra gli altri, del questore Filippo Dispenza, del Console Onorario di Francia, Andrea Dore e del presidente dell’Assostampa, Celestino Tabasso.
Clara Mulas
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / 1 - L’Unione sarda di martedì 20 gennaio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Per la quattro corsie non «un banale problema», come diceva l’Anas
C’è acqua nel sottosuolo, la “554 bis” frana ancora
Qualcosa si muove sotto la 554 bis e la fa crollare. Non c’entra una banale “rottura di un fognolo”, come sosteneva l’Anas a novembre del 2011, quando ha speso oltre 400 mila euro per sventrare e rifare tutto da capo, per poi ritrovarsi al punto di partenza. Il problema sta a circa dieci metri di profondità: è causato, forse, dalla presenza di acqua nel sottosuolo, ma la fonte non è ancora stata individuata. E, finché non si scopre con certezza, la quattro corsie che collega la vecchia Orientale alla litoranea per Villasimius rischia di continuare a cedere sempre nello stesso punto, come succede da anni, al chilometro 3. Anche se la società delle strade ha già speso una marea di denaro in soluzioni tampone che sperava fossero definitive. Le conseguenze, fino alla soluzione finale tutta da formulare e quantificare in euro: comparsa improvvisa di gradoni sull’asfalto, una sola corsia per senso di marcia, limiti di velocità al minimo e inevitabili code di auto nel periodo estivo.
LO STUDIO Le novità sui misteriosi crolli sulla statale arrivano dallo studio della facoltà di Ingegneria, condotto dai professori Roberto Balia e Pier Paolo Manca, incaricati dall’Anas di individuare le cause del male che da sempre affligge la strada. I primi risultati dell’indagine, condotta attraverso tomografie soniche e altri rilievi geologici, hanno rivelato la presenza di un fenomeno franoso che ha origine in profondità, «difficile da individuare in fase di progettazione», spiega il professor Balia. E forse generato da opere realizzate dopo il taglio del nastro: sotto osservazione c’è anche un grosso serbatoio che sta sopra la collina.
I CROLLI L’inaugurazione della nuova 554 risale a circa 10 anni fa, realizzata dalle ditte Della Morte, Gecopre e Safab (i vertici di quest’ultima inguaiati con la giustizia in Sicilia). Poco tempo e al chilometro 3, per oltre un centinaio di metri, la carreggiata ha iniziato a sprofondare. Non come sul viadotto tra Palermo e Agrigento, inaugurato lo scorso Natale e sgretolatosi a Capodanno, ma quanto basta per rendere pericoloso il passaggio di auto, camion e, soprattutto, moto. L’emergenze, all’inizio, viene affrontata restringendo la carreggiata.
PRIMO INTERVENTO Le periodiche colate di asfalto però non bastano, così nel 2011 l’Anas decide di intervenire per risolvere il problema: strada chiusa tra settembre a dicembre e ruspe al lavoro: «Il dissesto», spiegavano da via Biasi, «è stato causato dalla rottura di un fognolo per il deflusso dell’acqua piovana che ha causato il cedimento del piano viabile. I lavori di ripristino ammontano a circa 420.000 euro». Nel tempo sono arrivate anche iniezioni di cemento per rafforzare il sottosuolo.
 NUOVO CROLLO Ma l’emergenza non è finita, i crolli continuano e all’inizio del 2014 è tutto come prima. A luglio Anas comunica di aver affidato lo studio all’università: «A seguito di tali indagini di cui si attendono i risultati», è la comunicazione, «sarà effettuato lo studio per progettare la soluzione più idonea per risolvere il problema in via definitiva».
 ANCORA DISAGI I professori Balia e Manca hanno consegnato il primo dossier ma il calvario per la nuova 554 durerà ancora. Un inverno con piogge scarse sembra aver rallentato il fenomeno ma «per poter avere un quadro chiaro e valutare gli interventi necessari», spiegano dalla società delle strade, «occorre monitorare la strada per tutta la primavera, poiché è nei mesi primaverili che il fenomeno tende a manifestarsi con maggiore intensità». Anas assicura anche «il costante monitoraggio del fenomeno per la sicurezza della circolazione».
 L’INCHIESTA In parallelo si muove la Procura. Il pm Emanuele Secci ha chiesto una perizia all’ingegner Cristina Onnis, dalla quale potrebbero emergere ulteriori elementi di verità su questa strada che doveva sboccare sulla vecchia 554. Invece, finora, le quattro corsie si interrompono in mezzo alla campagna: non è mai stata conclusa.
Enrico Fresu
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / Provincia di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
MONSERRATO. Il sindaco Argiolas chiede un incontro con Arst, Ctm e Regione
Metro a metà: mancano parcheggi e biglietteria
Entro il mese di gennaio la fermata della metropolitana che collega via San Gottardo al Policlinico universitario sarà finalmente attiva. Almeno, così sarà dopo aver effettuato un viaggio completo di prova per rendersi conto che sia tutto in regola. Già da febbraio, insomma, i passeggeri potranno finalmente raggiungere il polo universitario senza restare imbottigliati nel traffico della statale 554.
Ultimi collaudi, ascensori operativi e si parte. Persino all’ultimo furto di rame di un mese fa si è rimediato in tempo. «Ma ci sono ancora troppe situazioni che non vanno bene», spiega il sindaco di Monserrato Gianni Argiolas, che si sente responsabile di «garantire i servizi ai monserratini e a chi transita nel nostro territorio. Non posso fare finta di niente, sento il dovere morale». Servizi che a detta del sindaco mancherebbero e spetta all’Arst garantirli.
Secondo il sindaco mancherebbero in primo luogo i parcheggi di scambio in grado di permettere a chiunque voglia prendere la metro di lasciare l’auto e proseguire su binari. «Ma soprattutto mancano la segnaletica per l’università che possa garantire un orientamento e una fermata per il pullman vicina a quella metro».
Troppo lungo il tratto tra la nuova fermata di via San Gottardo e quella del Ctm. «Prima dell’inaugurazione, sarebbe necessario mettere a punto una serie di servizi e superare qualche disagio», dice Argiolas. Il più evidente riguarda la biglietteria. «Non c’è un apparecchio automatico - continua il sindaco - e l’edicola più vicina la sera è chiusa». Per questo il sindaco chiede un incontro con Arst, Ctm e Regione. «È importante anche controllare che l’area tra via San Gottardo e via Porto Botte sia stata ripulita da erbacce e carta puntualmente lanciata dal finestrino, oltre a prevedere un minimo di arredo urbano».
Virginia Saba
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
6 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 gennaio 2015 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Storia
Mille pagine di saggi raccontano l’Isola e il Risorgimento: nuovi filoni di studi
Q uasi mille pagine per 56 saggi con le firme degli storici delle due università sarde, ma anche con contributi esterni e con gli studi della nuova generazione di giovani ricercatori. Ecco il volumone (non solo per la mole, ma per l’interesse e l’importanza dell’argomento) “La Sardegna nel Risorgimento”che raccoglie gli interventi del convegno svoltosi nel dicembre 2011 a Cagliari. Ieri il volume è stato presentato nell’Aula magna del Rettorato, insieme ad altri due libri sullo stesso tema, a coronamento di ulteriori incontri tenuti a Cagliari e a Sassari nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Culmine degli eventi, si ricorderà, è stata la visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano il 3 luglio 2012 a La Maddalena per l’inaugurazione del nuovo museo dedicato al Generale nell’ex Forte Arbuticci. Così si è chiusa una lunga serie di eventi, tra convegni, manifestazioni e incontri nelle scuole, promossi dal Comitato sardo per le celebrazioni guidato dal professor Aldo Accardo che hanno dato impulso a un’"ondata" di studi e dibattiti sull’Isola nel Risorgimento.
I libri, presentati ieri a Cagliari, sono il risultato di questo imponente lavoro, degna conclusione di uno sforzo che ha visto camminare insieme gli storici delle università sarde, degli Archivi e delle Bibloteche. Così come hanno sottolineato Francesco Atzeni e Antonello Mattone, rispettivamente direttori dei Dipartimenti di storia dell’ateneo cagliaritano e di quello sassarese. I due docenti hanno curato la pubblicazione (“La Sardegna del Risorgimento”, Carocci) che ora si presenta come una pietra miliare lungo la strada della ricerca. «Rispetto a mezzo secolo fa, quando nel 1961 fu celebrato il Cinquantenario dell’Unità, molti passi avanti sono stati fatti nel campo della storiografia e molti filoni sono stati aperti dopo un lungo periodo di stasi negli studi sul processo unitario», ha detto Atzeni. Nell’occasione sono stati presentati “Scegliere la patria” di Aldo Accardo e Nicola Gabriele (Donzelli) e “La costruzione dello Stato-Nazione in Italia” a cura Adriano Roccucci (Viella). (c.f.)
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Sardegna - Pagina 7
UNIVERSITÀ, I CANDIDATI ORA SONO 4
Nuovo rettore di Cagliari, in campo Cao e Massacci
CAGLIARI Tutti escono allo scoperto per la corsa al rettorato di Cagliari: ora ci sono anche le candidatura di Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna, e Giorgio Massacci, ordinario di Sicurezza del lavoro e Difesa ambientale nel dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università cagliaritana. Entrambi hanno ufficializzato la loro discesa in campo nella mailing list dell’ateneo. Adesso i candidati per la successione dell’attuale numero uno Giovanni Melis sono quattro: i nomi di Massacci e Cao si aggiungono a quelli della farmacologa Maria Del Zompo e del docente di Ingegneria Luigi Raffo. L’appuntamento con le elezioni è fissato per il prossimo 9 marzo. Le candidature possono essere presentate entro il prossimo 27 febbraio. La lista dei concorrenti dovrebbe allungarsi nei prossimi giorni: almeno altri due docenti sembrano intenzionati a partecipare alla competizione.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Sassari - Pagina 30
Oggi alle 11 in aula magna l’inaugurazione dell’Anno Accademico
SASSARI. Oggi alle 11 nell’aula magna di piazza Università, il rettore Massimo Carpinelli (nella foto) aprirà il 453° Anno Accademico. Alla senatrice Elena Cattaneo è affidato l’intervento principale della cerimonia. La farmacologa dell’università di Milano, direttrice del laboratorio di Biologia delle cellule staminali pronuncerà una prolusione intitolata “Il semplice coraggio di tornare a credere nella scienza, in Italia”. L’evento si aprirà con la relazione del rettore, seguiranno gli interventi di Riccardo Zanza, presidente del Consiglio degli studenti e di Maria Giovanna Trivero in rappresentanza del personale amministrativo dell’Ateneo. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito www.uniss.it.


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Prima pagina
UNIVERSITÀ FRAGILE, IL TERRITORIO LA SALVI
di ANTONIETTA MAZZETTE
La protesta dei precari dell’Università di Sassari - persone che lavorano da tre anni nei diversi uffici universitari -, è solo un primo scricchiolio che denota la fragilità dell’Ateneo. Un altro che si va preannunciando è quello riguardante i ricercatori a tempo. Continua a pagina 7
 
Lettere e commenti – Pagina 17 SEGUE DALLA PRIMA
Gli atenei sardi pagano il prezzo della legge Gelmini e di sistemi di valutazione arbitrari La protesta dei precari va sostenuta con forza per evitare guai peggiori
La protesta dei precari dell’Università di Sassari - persone che lavorano da tre anni nei diversi uffici universitari -, è solo un primo scricchiolio che denota la fragilità dell’Ateneo. Un altro che si va preannunciando è quello riguardante i ricercatori a tempo determinato in scadenza nel 2015 che, se non rinnovati, contribuiranno all’abbassamento dei requisiti dei corsi di laurea, quindi alla progressiva chiusura degli stessi e, conseguentemente, all’ulteriore calo degli iscritti. Chi sono queste persone? In gran parte donne e uomini tra 35 e 40 anni che hanno un’alta formazione (lauree di primo e secondo livello, master e/o dottorati, conoscenza di più lingue e così via), ai quali andrebbero aggiunti gli assegnisti di ricerca. Questo background riguarda molti del personale tecnico amministrativo precario quanto, ovviamente, tutti i ricercatori e gli assegnisti. Ossia, abbiamo un personale altamente qualificato sul quale il sistema universitario (cioè l’Italia) ha investito denari e capitale umano per la sua formazione che ora rischiamo di buttar via, con grave danno non solo dei diretti interessati, ma anche dell’università e della società complessivamente intesa. Di chi sono le responsabilità? Anzitutto di chi ci ha governato in questo ultimo decennio, a partire da chi ha approvato la Legge Gelmini, con la quale si è sancita la nascita dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur) che, di fatto, ha sostituito il potere ministeriale, ossia il Miur, e che con i suoi tecnicismi burocratici, per lo più punitivi, sta affossando le Università delle regioni Centro-Sud: calcoli matematici e mediane fondati su arbitrari e discutibili indicatori più volte denunciati dal Consiglio Universitario (Cun) che, si noti bene, è l’unico organismo di controllo democraticamente eletto. Ossia, sta affossando le università che hanno più difficoltà ad aumentare le tasse degli studenti e ad attrarre finanziamenti esterni per la debolezza del tessuto sociale e produttivo di queste aree. Non entro nel merito di questo tema perché su queste pagine è già intervenuto lucidamente il Rettore di Cagliari. Ma riprendo il suo richiamo finale: è la politica ai diversi livelli che si deve far carico della (quantomeno) rivisitazione della Legge Gelmini e delle forme di valutazione inventate dall’Anvur. Il termine "invenzione" non è casuale perché, avendo fatto parte del Gruppo degli Esperti di Valutazione (Gev) dell’Area 14 - Scienze Politiche e Sociali -, ho avuto modo di verificare dall’interno quanto siano state arbitrarie e frettolose le indicazioni alle quali i Gev si sono dovuti attenere nella valutazione dei prodotti di ricerca. Ma le responsabilità sono anche locali e dei singoli Atenei. Anzitutto, oltre che mettere in atto forme incisive di protesta nei confronti del Miur, sarebbe necessario fare scelte lungimiranti, tanto nella costruzione dell’offerta formativa quanto nelle scelte finanziarie, seppure i margini di manovra siano molto stretti. Mi riferisco, ad esempio, al bilancio di previsione del 2015, approvato dagli organi di governo dell’Ateneo turritano, nel quale non è prevista nessuna forma di razionalizzazione della spesa e risparmio a favore del turn over e dei precari (che poi rappresentano il futuro stesso dell’Ateneo). In secondo luogo, nei momenti di difficoltà la coesione interna e la condivisione delle scelte, anche quelle più dolorose, è una forte arma per contrastare la gravità della situazione. Il coinvolgimento riguarderebbe anzitutto i Dipartimenti, il Senato, il Consiglio di amministrazione e quello degli studenti. In terzo luogo, l’Ateneo dovrebbe coinvolgere le forze sociali e politiche del territorio, informandole dei rischi che l’Università sta correndo e costruendo con loro un percorso propositivo ma anche di protesta. La fragilità della nostra università è una faccenda che riguarda tutti e non solo chi ci lavora. Concludo con un interrogativo: quale destino avrebbe il Nord-Sardegna se l’Università di Sassari cambiasse status - cioè se da media diventasse piccola università -, o ancor peggio, se rischiasse in un prossimo futuro di chiudere i battenti?
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Lettere e commenti - Pagina 17
La parola ai lettori – Risponde Manlio Brigaglia
Architettura, un’eccellenza minacciata dai tagli
In Italia si parla spesso di meritocrazia, ma quando si agisce la si tiene davvero poco in conto (o nulla). Tra gli innumerevoli esempi ce n’è uno che torna ciclicamente agli "onori" (si fa per dire) della cronaca: la vicenda dei finanziamenti al dipartimento di architettura di Alghero dell’Università di Sassari. Non si esagera se si afferma che questa realtà algherese (e dunque anche sassarese, ma soprattutto sarda) può essere annoverata tra gli esempi italiani più importanti di crescita di un dipartimento giovane: in pochissimi anni ha saputo ritagliarsi uno spazio non indifferente nel panorama nazionale (e non solo), andando a raggiungere importanti traguardi. Architettura ad Alghero offre di certo un livello accademico alto e di qualità. In un mondo normale una struttura del genere sarebbe tutelata in maniera seria e doviziosa, invece ogni pochi mesi assistiamo all’annosa vicenda dell’assenza di fondi. I vizi (di forma?) che non permettono ad Alghero di avere finanziamenti ad hoc sono da anni solo un terreno di scontro tra le opposte fazioni politiche che giocano a ping-pong nel rimpallo delle responsabilità: anziché far fronte comune per tutelare un’eccellenza, si litiga. Ma, diversamente da quanto dice il proverbio, tra i due litiganti...architettura muore.
Alessio Sanna Torino

Conosco poco il problema, ma so di che cosa si tratta. Innanzitutto si tratta della cronica mancanza italiana di finanziamenti all’istruzione e alla ricerca. In secondo luogo si tratta di colpevole trascuratezza (questa soprattutto tipicamente sarda) nei confronti delle poche eccellenze che possiamo vantare sul territorio. In terzo luogo si tratta anche di questo pingpong fra le parti politiche algheresi (ormai consacrate nella storia politica isolana dalla frequenza e dalla durata della loro litigiosità), quasi mai capaci di unirsi quel tanto che occorre per garantire alla loro città sopravvivenza e anzi tanta eccellenza quanta ne meritano alcune sue espressioni. Architettura è un dipartimento conosciuto in mezzo mondo, se non tutto. Merito dei suoi professori, scelti sempre con grande senno, e in ispecie del "padre fondatore" Giovanni Maciocco, che ha puntato da subito a dare alla sua creatura un respiro internazionale: come del resto hanno dimostrato negli anni perfino alcune di quelle classifiche un po’ capocchione (ma non nel caso di Alghero) che piacciono al Ministero dell’Università.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Sardegna pagina 4
Gli assessori illustrano alle commissioni regionali il contenuto dei capitoli di spesa
Finanziaria, continua il percorso a ostacoli
CAGLIARI Continua la corsa della Finanziaria 2015 che entro febbraio dovrà essere approvata dal Consiglio regionale. A essere sotto pressione è la commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini del Pd, ma anche gli altri «parlamentini» sono impegnati da giorni nelle audizioni degli assessori e delle parti sociali. Il percorso sarà tutt’altro che semplice: in maggioranza sono in molti a chiedere all’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, aggiustamenti in corsa, mentre l’opposizione è già pronta ad alzare le barricate, chissà quanti emendamenti presenterà, per mettere i bastoni fra le ruote alla Giunta e far saltare fuori le contraddizioni (ci sono) all’interno della coalizione al governo, il centrosinistra. In questi giorni è stato il presidente della commissione Cultura, Gavino Manca del Pd, a sollecitare «modifiche alla manovra per evitare contraccolpi ad esempio sulla mobilità internazionale degli studenti, leggi progetti Erasmus e Leonardo, e anche sulla lingua e cultura sarda». Anche se un successivo comunicato l’assessore alla Cultura, Claudia Firino, ha tenuto a precisare: «Considerate le ristrettezze economiche, abbiamo scelto innanzitutto di tutelare il diritto all’istruzione nelle scuole e nelle Università». Contro replica dei giovani di Forza Italia: «Finora questa Giunta è stata capace solo di aumentare le tasse universitarie». In questi giorni, dalla commissione Sanità del Consiglio, presieduta da Raimondo Perra (Sardegna Vera) ha ascoltato l’assessore alla Salute, Luigi Arru, che ha annunciato: «Con questa Finanziaria e la prossima riforma del sistema sanitario regionale, leggi riduzione delle Asl, puntiamo a ridurre i costi, dovranno scendere sotto i tre miliardi, e garantire ai cittadini servizi sanitari e ospedalieri più efficienti». Nell’aula della quarta commissione, Governo del territorio, presieduta da Antonio Solinas del Pd, l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda ha annunciato che «il mutuo per il piano infrastrutture – 600 milioni in otto anni, 100 milioni subito – sarà utilizzato per azzerare il rischio idrogeologico, migliorare il servizio idrico e costruire strade, anche se per gran parte di queste opere bisognerà saper sfruttare al massimo i fondi europei inseriti nel prossimo bilancio della Regione». Davanti alla commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto del Pd, l’assessore al Turismo Francesco Morandi ha detto che «in Finanziaria 48,9 milioni sono destinati alla promozione della Sardegna nei mercati nazionali e internazionali». Poi è stato l’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, a ribadire che «su 159 milioni a disposizione oltre 59 sono destinate alle società partecipate e su queste la Giunta vuole intervenire subito per evitare sprechi». (ua)
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
12 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Sassari - Pagina 30
UN SALVAGENTE PER IL MARCONI ALLAGATO Ieri un incontro tra insegnanti, presidi e genitori: gli altri istituti e l’Università ospiteranno temporaneamente gli alunni
di Luigi Soriga
SASSARI Più di ottocento studenti sono a spasso, il tetto del liceo Marconi è ancora formato colabrodo, oggi è probabile che i nuvoloni infieriscano sulla scuola, e a tamponare le falle ci lavora un esercito composto da due operai: scenario peggiore, per la preside Angela Fadda, non potrebbe delinearsi. Ma non è la sola ad essere preoccupata, e il consiglio di istituto aperto che si è svolto ieri pomeriggio, ne è la conferma. Oltre duecento persone, alle 18, si sono ritrovate all’interno di un’aula dell’istituto Pellegrini. C’erano naturalmente gli insegnanti e i genitori degli alunni, ma hanno partecipato anche altri dirigenti scolastici. L’argomento all’ordine del giorno era tutt’altro che semplice: trovare una soluzione per quella palafitta di via Solari. In pratica perché la campanella riprenda a suonare con puntualità occorrono 30 aule. Per ora all’appello ne mancano parecchie: undici sono disponibili al tecnico di via De Carolis. Fortunatamente si è fatta avanti anche l’Università che dai prossimi giorni metterà a disposizione i locali del polo didattico di via Vienna e dei Dipartimenti di Giurisprudenza e Scienze economiche aziendali in viale Mancini e via Muroni. Per il liceo Marconi, dopo l’acquazzone che l’ha reso inagibile, la solidarietà altrui è davvero una manna che piove dal cielo. Ma se la ditta che svolge l’impermeabilizzazione dell’istituto tamponasse velocemente i buchi del controsoffitto, è probabile che anche al piano terra di via Solari si possano utilizzare 15 aule. Ma si tratterebbe comunque di una soluzione non a brevissimo termine. Con il calendario didattico che avanza velocemente, ogni giorno utile diventa prezioso. «Per ora, per quanto riguarda il trasferimento nelle undici aule di via De Carolis – spiega la dirigente Angela Fadda – daremo certamente la priorità alle quinte. Sono le classi che quest’anno devono sostenere l’esame, e dunque hanno l’urgenza di ultimare il programma». Non è nemmeno detto che il loro trasloco forzato sia temporaneo, perché i sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco e la relazione depositata non lascia spazio all’ottimismo. I danni riscontrati alle strutture sono seri, e non è detto che con le prossime piogge la situazione non peggiori ulteriormente. Al liceo Marconi infatti sono in corso i lavori per il rifacimento della copertura dell’edificio e il tetto. Un progetto prevedeva l’installazione di un impianto fotovoltaico, e i fori dove fissare i sostegni per i pannelli sono già stati realizzati. Il problema è che quei buchi hanno trasformato il tetto in una sorta di colabrodo, con l’acqua piovana che penetra e poi si distribuisce nei locali interni. A cominciare dal controsoffitto che si inzuppa e cade a pezzi. Quindi aule e laboratori allagati, così pure i corridoi, e infiltrazioni ancora da quantificare. L’appalto per il rifacimento del tetto è stato bandito dalla Provincia per un importo complessivo di circa 349mila euro e aggiudicato a metà giugno dello scorso anno (l’apertura delle buste è di fine aprile), con un ribasso del 22,419, per cento all’impresa «In.Co. srl» di Quartu Sant’Elena. In realtà gli interventi, dopo la predisposizione del cantiere a luglio, sarebbero cominciati a settembre e andati avanti a rilento. Con l’arrivo dell’inverno e delle piogge, sono cominciati i problemi. La prima emergenza a novembre, con allagamenti e scuola chiusa per qualche giorno. Ora la storia si è ripetuta, ma con conseguenze ben più gravi: oltre ottocento studenti si ritrovano senza un tetto dove frequentare le lezioni.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
13 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / SERDIANA Potatura della vite, i primi corsi
Allievi all’opera nell’azienda Argiolas, partner l’Università di Sassari
di StefanoAmbu
CAGLIARIA scuola in mezzo ai filari. E non c’è pioggia, vento o neve che possa far saltare le lezioni. Gli studenti sono invitati ad attrezzarsi con abbigliamento adatto anche al brutto tempo con stivali di gomma e guanti da lavoro. Meglio se non troppo larghi, questa è la raccomandazione.Sì, perché questa è una scuola di potatura della vite: a Serdiana, nell’azienda Argiolas, si tengono i primi corsi. Partner è l’Università degli studi di Sassari. La sede del sud Sardegna è la tredicesima in tutta Italia: una scuola unica nel suo genere a livello internazionale, quella di Marco Simonit e della sua squadra di docenti. Le lezioni sono aperte a tutti (addetti ai lavori, tecnici, studenti o anche semplici appassionati del verde). Ai 3 giorni di lezioni invernali ne seguirà uno la prossima primavera per la potatura verde. A chi frequenterà sia le lezioni invernali che quella primaverile e supererà i test finali, sarà rilasciato un attestato di frequenza. Il programma: si inizia dalla teoria con approfondimenti sulla fisiologia e l’anatomia della vite, le malattie del legno e attrezzature e tecniche di taglio. Ma poi si passa subito alla pratica con il trasferimento nel vigneto per le prime dimostrazioni. Il secondo giorno si riparte ma con la teoria, ma già dal primo pomeriggio è previsto il trasloco in campagna con tanto di esercitazioni individuali. Importante anche la postura: in alcune scuole (per ora non è previsto in Sardegna) c’è anche un corso extra di ginnastica del potatore. Terzo giorno? Full immersion nel vigneto. Con esame finale. In sintesi, il Metodo Simonit& Sirch si fonda su quattro regole base che possono essere applicate universalmente: permettere alla pianta di crescere con l’età, di occupare spazio col fusto e con i rami, garantire la continuità del flusso della linfa, eseguire tagli di piccole dimensioni sul legno giovane, poco invasivi; utilizzare la cosiddetta tecnica “del legno di rispetto” per allontanare il disseccamento dal flusso principale della linfa. «I risultati di una corretta potatura e di un’attenta gestione del verde si vedono chiaramente durante la vendemmia. Le viti potate secondo il nostro metodo – dice Marco Simonit – danno uve più sane, omogenee, di migliore qualità, più facili da raccogliere anche in annate di vendemmia difficile come è il 2014. Infatti, essendo delle piante equilibrate, hanno una maturazione più omogenea, cosa che quest’anno ha fatto la differenza, soprattutto al Nord, che ha dovuto affrontare più delle altre zone della penisola le note problematiche meteorologiche».


LA NUOVA SARDEGNA
 
14 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 20 gennaio 2015 / Sport - Pagina 42
«Il razzismo al Cus non è di casa»
I sassaresi replicano alle accuse del Treselighes, che insiste: «Un episodio da condannare»

SASSARI Non deve capitare, una frase razzista su un qualsiasicampoe in qualsiasi sport.Maancora di meno deve capitare in casa del Cus Sassari, propaggine agonistica del primo ateneo nato in Sardegna, culla di idee e porta sempre aperta, dal 1558 della sua storica prima pietra fino ai tempi di Erasmus e di Facebook, ai tempi di oggi quando proprio nel Cus Sassari –anche nel CusSassari– gioca più diunatleta di colore. E’ stato un malinteso, si sostiene il giorno dopo mentre i vertici dell’università convocano quelli della società sportiva loro emanazione, a pochi giorni dal rinnovo degli incarichi direttivi nel Cus. Come? Proprio noi? Adesso però è stato tutto spiegato, tutto è chiarito. Non resteranno macchie, in attesa dell verdetto del giudice sportivo.Madi positivo resterà la certezza che adessonessuno subisce più in silenzio, che Omar Claudio Dia ha tanti amici e che lo sport e il calcio stanno crescendo perfino sotto questo profilo, perfino in Seconda categoria, magari anche grazie al CusSassari. (mac)
 




QUOTIDIANI NAZIONALI
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