UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 16 dicembre 2014

Martedì 16 dicembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 dicembre 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
L'Università sfida la Regione: «Il nuovo manager sia un tecnico»
AZIENDA MISTA. Pronta replica dell'assessore alla Sanità Luigi Arru: sceglieremo il meglio
 
Sul nome del nuovo direttore generale dell'Azienda mista l'Università affila le armi. Ed è pronta ad andare alla guerra con la Regione se il prescelto che dovrà sostituire Ennio Filigheddu non sarà una personalità «in possesso di una adeguata esperienza nel settore». In altre parole un tecnico, meglio se un accademico, fuori da logiche di spartizione politica.
L'AFFONDO Al dare il via ufficiale alle ostilità, dopo che nelle scorse settimane già erano emersi parecchi mal di pancia, è stato un comunicato diffuso ieri pomeriggio dall'Ateneo, nel quale si annuncia che «i direttori dei dipartimenti dell'area medica e quelli dei Dipartimenti ad attività integrata si sono riuniti con il Rettore Giovanni Melis e con il prorettore per le attività sanitarie, Alessandro Uccheddu, il presidente della Facoltà e i rappresentanti in Senato accademico, per analizzare le problematiche relative alla concertazione sul nome del nuovo direttore generale».
I PALETTI Al termine del summit l'Università ha dettato le sue condizioni al presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru. Il nuovo manager innanzitutto «deve essere un direttore che condivida l'esigenza di dare continuità al progetto del completamento dell'ospedale universitario di Monserrato secondo gli indirizzi definiti nel documento sull'atto aziendale già approvato dall'Università». Inoltre è «indispensabile» «un'adeguata esperienza nel settore e una discontinuità rispetto ai passati condizionamenti derivanti dai conflitti di interessi sulle linee generali della politica universitaria in ambito sanitario, sia per gli aspetti assistenziali sia per quelli relativi alla formazione e alla ricerca». Insomma, dal mondo accademico arriva la forte richiesta di una nomina che non sia più condizionata dai giochi dei partiti e del palazzo.
L'ASSESSORE ARRU Pronte le rassicurazioni dell'assessore alla sanità Luigi Arru: «Siamo d'accordo - dice -, infatti cerchiamo un profilo di competenza che abbia capacità manageriali e di gestione delle risorse umane. E che abbia anche capacità di iniziativa per completare il Policlinico e il trasferimento delle strutture».
I NOMI Attualmente nell'elenco degli idonei pubblicati sul sito della Regione ci sono 108 nomi. Ma secondo i bene informati ce ne sono due già in pole position: Giorgio Sorrentino, attuale direttore del campus biomedico di Roma, ritenuto in area Riformatori, e Gian Benedetto Melis, vicino a Paolo Fadda e gradito, a quanto pare, anche al mondo universitario.
Massimo Ledda
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 5 - Edizione IN)
Il tesoro di Mont'e Prama
Puzzle di 5 mila reperti, restauro straordinario
 
Una magìa lunga cinque anni. Un gioco di squadra (quasi) tutto al femminile. Un'orchestra che legge e interpreta al meglio, con un arrangiamento prezioso ed efficace, uno spartito tosto, complesso, zeppo di suggestioni da far perdere la testa. Alla fine del concerto, una marea di applausi inonda il team di artisti : la meritano tutta, la standing ovation , gli autori del restauro di Mont'e Prama, asserragliati nel fortino di Li Punti, alla periferia di Sassari, fino alla fine dei lavori che pareva non avessero mai fine. Cinquemilacentosettantotto frammenti (dal più leggero di 0,2 grammi a quello più pesante di 222 chili), 38 sculture, 5 teste recuperate, 27 busti, 5 arcieri, 16 pugilatori, 4 guerrieri. Numeri da capogiro per un puzzle gigantesco che ha rischiato di far ammattire il team di restauratori, oggi esausti ma felici di avere regalato, non solo ai ventimila visitatori della mostra, un lavoro che assegna alla Sardegna un'altra eccellenza. «Prima che cominciassero i lavori (novembre 2007) - confida Daniela Rovina, toscana, in Sardegna dal 1979 («terra, dove sto benissimo»), numero 1 del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali che fa capo alla Soprintendenza di Sassari e Nuoro - neanche noi sapevamo dove potessimo andare a parare. Abbiamo operato quasi al buio; poi, nel novembre del 2011, a fine corsa, il risultato è andato ben oltre le più rosee previsioni, grazie al lavoro degli specialisti sardi e dei tecnici incaricati dalla ditta romana che si è aggiudicata l'appalto».
LE FASI Non è stato per niente facile la preparazione dei frammenti, tutti collocati («stesi», in termine tecnico) negli ampi e accoglienti locali di Li Punti (di proprietà della Provincia di Sassari, dati in comodato d'uso alla Soprintendenza). Braccia e teste di dimensioni rilevanti, ma anche migliaia di pezzi di media, piccola e minuscola grandezza che poi avrebbero dovuto essere collocati al posto giusto, proprio come accade con i puzzle . «Non meno importante e impegnativa - spiega la Rovina - è la fase della documentazione. Ogni frammento è stato schedato, siglato, disegnato e fotografato, c'è stata persino la scansione in 3D». Alba Canu è un'altra protagonista del restauro, alla quale è obbligatorio fare riferimento. «Segnalo - attacca - la delicatezza e l'estrema complessità del lavoro di pulizia. Il nostro credo, la nostra stella polare, è la reversibilità: tutto deve poter tornare nel suo stato originario. Fa eccezione la fase di pulitura: quello che si cancella non può più tornare. Nella fase della Diagnostica - aggiunge con orgoglio - ci siamo imbattuti in fatti importanti: piccole tracce di colore le cui analisi ci hanno consentito di scoprire che si trattava di calcare sedimentario con presenza di fossili, lo stesso che si trova nella zona di Santa Caterina di Pittinuri e Cornus. Grazie agli studi del professor Oggiano, della facoltà di Geologia dell'università di Sassari, dal chimico dottor Meucci, e dal Cnr di Pisa, è stato possibile scoprire che le statue avevano sulle spalle tracce di piombo proveniente dalla miniera di Monteponi». Questi ultimi elementi sono del tutto inediti, e dimostrano quanto lavoro ancora dev'essere fatto perché il restauro possa considerarsi completato. Forse a molti sfugge il fatto che a Li Punti ci siano ancora 25 casse di grosse dimensioni all'interno delle quali almeno duemila frammenti significativi attendono di essere collocati al posto giusto.
LE RISORSE Un lavoraccio, insomma, reso possibile grazie a un finanziamento congruo che mette in risalto la sensibilità del Ministero dei Beni Culturali e la Regione che, proprio in base all'Apq (Accordo di programma quadro) ha tirato fuori i denari, in due tranches: 1,2 milioni nel 2004 e altri 400 mila euro nel 2006. «Da moltissimi anni - commentano all'unisono Rovina e Canu - la Regione si mostra sensibile e sostiene la nostra opera: forse cominciò nel periodo in cui governava la giunta di Antonello Cabras e da quel momento non ha più smesso. Del resto - sottolinea Rovina - per arrivare a certi risultati, che collocano i restauratori italiani al primo posto nel mondo, occorre che siano soddisfatte due condizioni: che ci siano i denari e che esista una struttura attrezzata e composta da gente competente».
I VOLUMI Il mostruoso lavoro di restauro è stato raccolto in tre volumi, due dei quali potrebbero essere pronti entro Natale. Di questo aspetto si è occupata Luisanna Usai (la terza protagonista del lavoro come responsabile del procedimento), che ha curato personalmente il terzo volume, quello relativo alla mostra. «Stiamo correggendo le bozze - spiega - e non si tratta di un lavoro semplice». La quarta referente del progetto è Antonietta Boninu, curatrice del secondo volume, dedicato al restauro vero e proprio, e corredato da un Cd. In futuro uscirà anche un video a cura del Crs4 che verrà proiettato al museo archeologico.
IL FUTURO «Siamo fieri - conclude Daniela Rovina - dei risultati ottenuti con gli studenti che hanno toccato con mano i risultati del nostro lavoro, così come andiamo fieri di due assunzioni a tempo indeterminato, da parte della ditta che si è aggiudicata l'appalto-concorso, di altrettanti giovani di Sassari. Ora puntiamo sulla Scuola di Alta Formazione di livello universitario e a numero chiuso, e sul potenziamento del Centro di restauro: all'orizzonte, ci sono 5-6 milioni di euro da spendere».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 6 - Edizione IN)
Ercole Contu, scopritore
di Monte d'Accoddi, allo scavo del Sinis 
 
Tra i visitatori eccellenti nello scavo di Mont'e Prama l'archeologo sassarese Ercole Contu, lo scopritore della ziqqurat preistorica di Monte d'Accoddi, a pochi chilometri da Porto Torres nei pressi della statale 131 per Sassari. Nella prima metà degli anni '50, in un'area che apparteneva alla famiglia di Antonio Segni, all'epoca ministro e futuro capo dello Stato, l'allora giovane Contu individuò i resti dell'altare di stile orientale. La ziqqurat (per ora unica nel suo genere nell'Isola e nel Mediterraneo occidentale) si compone di una grande terrazza tronco-piramidale e di una lunga rampa d'accesso. Il complesso costruito in varie fasi è datato tra il 3400 e il 2600 avanti Cristo. Contu, oggi novantenne e in perfetta forma, ex soprintendente, direttore del museo archeologico e docente nell'Università di Sassari, è considerato uno dei padri dell'archeologia sarda, specialista di preistoria e protostoria. La scorsa estate è andato a vedere di persona il cantiere di scavo del Sinis, entusiasmandosi per le nuove scoperte e congratulandosi con gli archeologi, alcuni suoi ex allievi.
Tra gli ammiratori delle statue ritrovate a Mont'e Prama l'Emiro del Qatar, Sheik Tamim, il premio Nobel per l'economia R.J. Aumann, il compositore e pianista inglese Michael Nyman, l'ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray che hanno visitato e lasciato la firma nel museo di Cagliari.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
La rosa dei commissari sarà ufficializzata venerdì
La Giunta restringerà a 22 i nomi dei candidati alla guida delle Aziende sanitarie
Per il futuro spuntano cinque direttori già pensionati: lavorerebbero a costo zero
 
CAGLIARI Venerdì il mistero sugli undici commissari delle Asl sarà svelato. Nell’ultima riunione utile prima delle vacanze di Natale e a ridosso della scadenza obbligatoria, un mese dall’approvazione della legge, la Giunta sceglierà i traghettatori per i prossimi sei mesi in attesa della grande riforma del sistema sanitario regionale. In questo ultimo fine settimana pare ci siano stati diversi incontri informali per stabilire i criteri definitivi. Il risultato delle consultazioni dovrebbe essere stato questo: venerdì, in Giunta, l’assessore alla salute Luigi Arru presenterà un elenco con una rosa di due candidati per ogni azienda sanitaria, otto, l’azienda ospedaliera Brotzu e i policlinici di Sassari e Cagliari. I ventidue papabili saranno «scelte di alto profilo», come sempre preteso dallo stesso assessore e dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che in questi giorni avrebbero lavorato gomito a gomito per arrivare alla quadratura del cerchio. Riferimenti. Non c’è una vera mappa sull’appartenenza dei candidati a questo o quel partito del centrosinistra al governo. Voci insistenti accennano però all’ipotesi che cinque commissari sarebbero «riconducibili» al Pd, quattro Asl più il Brotzu, quattro suddivisi fra Sel, Partito dei Sardi, Rossomori e Centro democratico. Gli ultimi due, che dovrebbero essere quelli destinati alle due aziende miste universitarie, di stretta nomina della Giunta. È solo un’ipotesi, con decine e decine di nomi che continuano a circolare in queste ore.
Tra l’altro, con una mossa a sorpresa forse legata anche alla prossima elezione del rettore, l’Ateneo cagliaritano ha presentato le sue richieste alla Giunta. Per la verità non riguardano il commissario che fino a marzo dovrà gestire l’azienda mista di Monserrato, ma il futuro direttore generale. Nel ricordare che la scelta dovrà essere «concertata e condivisa», pare leggere fra le righe anche questa proposta: la scelta, in discontinuità con il passato, stavolta dovrebbe ricadere su un universitario.
L’elenco. In questi giorni, sul sito della Regione è stata pubblicata l’integrazione ai 149 manager dichiarati a suo tempo «idonei per la nomina a direttore generale nelle aziende sanitarie». I nuovi abilitati sono una novantina, ma l’ultimo aggiornamento ha svelato anche altre curiosità.
Ad esempio che l’incarico non potrà essere conferito – testuale – all’ex direttore generale del comune di Sassari, David Harris, in quanto «candidato non eletto nelle elezioni amministrative del 2010». A questo punto Harris, dato per possibile designato, dovrebbe uscire anche dalla lista dei commissari-traghettatori. Per precedenti o attuali incarichi politici sono state congelate anche le posizioni dell’ex consigliere regionale Franco Meloni, di Anna Marchesi, assessore comunale a Pozzomaggiore, Giovanni Salis, consigliere comunale a Nuoro, e Carlo Tomasi, che ha fatto parte del disciolto Consiglio provinciale del Medio Campidano Sempre dalle note, risulta che altri cinque idonei sarebbero disposti a ricoprire il ruolo di manager nelle Asl anche gratis e rinunciare così allo stipendio (120mila euro) previsto dal contratto con la Regione. Non è un atto di generosità per Benedetto Barranu, Pietro Chessa, Giuseppe Madeddu, Pietro Lorenzo Moretti e Pietro Murru: sono tutti pensionati e quindi potranno essere nominati «se, come da loro dichiarato nella domanda, svolgeranno l’incarico titolo gratuito. Altrimenti incorrerebbero nei divieti previsti dalla circolare del ministro Marianna Madia per il contenimento della spesa nella pubblica amministrazione. È questa l’ultima norma che sbarra la strada agli incarichi a pagamento affidati ai pensionati. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 16
Campus studenti: «Fa gola solo agli appetiti privati»
La professoressa Mazzette critica il nuovo progetto aggiudicato dall’Ersu
«Alla città una struttura così non serve, tanto più se localizzata in periferia»
 
SASSARI Si riaccende il dibattito sul nuovo progetto del Campus universitario fresco di aggiudicazione da parte dell’Ersu. Uno dei temi caldi è ancora una volta la localizzazione periferica della struttura di accoglienza per studenti, che verrebbe realizzata a due chilometri di distanza dalla sede centrale dell’Ateneo. Uno dei partecipanti alla gara, Marco Cavalieri, che ha visto escluso il suo progetto delle ex Semolerie Azzena, si è lamentato del fatto che nessuna voce si è levata contro il nuovo campus previsto a Piandanna. «Perché i professori Mazzette e Pulina questa volta non intervengono, come avevano fatto quando a vincere la gara ero stato io?». E la professoressa Mazzette, tirata per la giacca, ribadisce ancora una volta la sua contrarietà non solo a un campus realizzato fuori dal perimetro urbano, ma mette in discussione l’opportunità stessa di realizzare un’opera così imponente e dispendiosa come il campus all’americana, in un contesto come quello di Sassari. «Confesso di essere stanca di parlare dei cosiddetti campus dell'Ersu che da circa due anni vengono ciclicamente riportati all'attenzione dell'opinione pubblica. Dal novembre del 2012 ho più volte scritto, anzitutto, contro l'idea del campus, ovunque si dovesse collocare; in secondo luogo, contro un uso improprio del denaro pubblico (ben 40 milioni di euro). Denaro che alla comunità deve tornare in termini di diritto allo studio, di ricaduta benefica su una città in crisi e sullo stesso ateneo turritano. Ribadisco ora ciò che più volte ho sostenuto: gli affari privati non devono essere finanziati dal denaro pubblico. I fatti di corruzione che, con puntualità esasperante, si ripetono nel Paese (da Venezia, a Roma, a Milano, per ricordare solo i più recenti), dovrebbe indurre ogni ente pubblico e noi cittadini ad essere oggi molto più cauti e attenti rispetto al passato, soprattutto quando chi opera scelte le deve finanziare con il nostro denaro. Perciò la mia posizione era e resta ben chiara; essa non si presta alla maligna supposizione di un mio gradimento dell'area scelta». La professoressa Mazzette in un precedente intervento sulla Nuova aveva posto una serie di quesiti all'Ersu: «Ovviamente non ho avuto la men che minima risposta, riguardo alle ragioni del suo insistere con bandi inappropriati che prevedono per l'appunto il campus, sottraendosi pervicacemente a qualunque confronto pubblico con la città e con l'università, a partire dagli studenti. Sottolineo ancora una volta che l'Ersu (presidente e dirigente) ha proceduto nel suo operato pur avendo una buona parte del consiglio di amministrazione contrario, in primis il rappresentante degli studenti, e pur conoscendo il parere dell'amministrazione cittadina, che ha prospettato soluzioni ben diverse». E infine un’altra criticità:«L'area scelta non ha i requisiti previsti dagli strumenti di governo urbano vigenti. È ben curioso che un ente pubblico selezioni un'area che abbisogna di una variante urbanistica, ossia, che allo stato delle cose non è in regola per realizzare il cosiddetto campus. Naturalmente non ci vuole molta fantasia per prevedere che, se detta scelta non subirà inversioni di rotta, lo stesso Ersu si attiverà e utilizzerà (come ha già fatto nel recente passato) lo spauracchio della perdita del finanziamento come strumento di pressione politica per cambiare le regole urbanistiche. I finanziamenti non si perdono sia se si chiede la rimodulazione, e questa è una faccenda squisitamente politica che il nostro sindaco dovrebbe porre con forza al presidente Pigliaru, sia se per il momento si accantonano, in attesa di progetti più utili al diritto allo studio e al benessere della città. Piuttosto che consegnare oltre il 25% del finanziamento pubblico disponibile alla rendita fondiaria, è meglio tutelarlo dai troppi appetiti privati per metterlo interamente a disposizione della comunità».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 16
università
Un bilancio sulle esperienze Erasmus
 
SASSARI. "Ho fatto l'Università in Europa" è il titolo dell'incontro che si terrà oggi alle 18 nel Complesso didattico del Dipartimento di Chimica e farmacia (via Vienna 2). Saranno presentati i risultati emersi dalle relazioni degli studenti Erasmus in uscita dall'Ateneo negli anni 2006/07-2013/14 e degli studenti Erasmus in entrata nel periodo 2010/11 e 2013/14. La ricerca è stata condotta dalla professoressa Elisabetta Cioni e dalle dottoresse Laura Iannelli e Diana Pudda, in collaborazione con l'Ufficio relazioni internazionali e il sistema delle Relazioni internazionali studentesche. Ospite d'eccezione sarà Katherine Isaacs, ambasciatrice UE del programma Erasmus Plus per l'Italia; parteciperanno inoltre Clara Grano e Valeria Biggi dell'Agenzia Nazionale Erasmus Plus, Tommaso Salamone e Laura Burgisano dell'Università di Pisa. Sarà presente il garante degli studenti incoming dell'Università di Sassari Elena Sanna Ticca. Sia il report relativo ai flussi in entrata che quello sui flussi in uscita prendono in esame il profilo degli intervistati, le motivazioni che hanno spinto gli studenti ad intraprendere l'esperienza Erasmus, le motivazioni alla base della scelta dell'Università di Sassari come sede, le valutazioni sulle informazioni e il supporto ricevuto, i servizi offerti dall'Università e dalla città, le informazioni sull'alloggio i e costi sostenuti a Sassari durante la mobilità, le raccomandazioni e i suggerimenti proposti dai partecipanti dell'anno accademico 2013/2014 agli studenti futuri e all'Università di Sassari.

Questionario e social

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