Sabato 13 dicembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 dicembre 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
La Sardegna allo stremo marcia contro il Governo
In migliaia i manifestanti a Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari e Olbia
 
Leonardo Chessa marcia con gli altri verso la terrazza del Bastione, sventola la bandiera di Eureka, l'associazione studentesca di cui fa parte, e dice che sì, «i giovani stanno prendendo in mano il proprio futuro». Sono i più, i ragazzi, tra le migliaia di manifestanti che ieri mattina hanno sfilato con i vessilli della Cgil e della Uil lungo le vie di Cagliari, da piazza Garibaldi alla terrazza Saint Remy, nella giornata di sciopero generale contro le politiche economiche e sociali del Governo. Studenti universitari e delle superiori, giovani riuniti in diversi collettivi per la rivendicazione del diritto allo studio e della dignità del lavoro. Divisi in due spezzoni hanno spedito l'avviso dalla Sardegna alle ovattate stanze di Palazzo Chigi.
Sono tornati in piazza i ragazzi vivaddio, e con loro - a Cagliari, e Nuoro, Sassari, Oristano, Olbia - i cassintegrati, i precari, i disoccupati, i pensionati, gli esodati; tutte le categorie di lavoratori e di ex uniti da un medesimo destino: l'essere appesi a un filo. Sfilano le rappresentanze dell'industria, del pubblico impiego, degli edili, delle biblioteche, dei trasporti, dell'igiene pubblica e privata, del mondo della conoscenza (scuola, università, ricerca), dei metalmeccanici. Giuseppe Russo, 54 anni, di Sarroch, sta accanto al figlio Maurizio, ventunenne diplomato al Nautico. «Sono qui anche per lui - spiega -. Io sono dipendente di un'azienda di appalti che opera alla Saras e, vista la situazione che c'è altrove, da Portovesme a Porto Torres a Ottana, posso dire di essere in un'isola felice. Ma sono qui per il futuro di mio figlio, per rivendicare il rispetto della dignità del lavoro di fronte a un Governo che porta avanti una manovra volta a distruggere i diritti degli operai».
Tutti contro la legge di Stabilità che non porta crescita. Contro il Jobs act e l'immiserimento dell'articolo 18; contro un Governo che rottama i diritti assicurando al Paese un futuro di prosperità. È il grido della Sardegna, la regione in cui dal 2008 sono andate in fumo 80 mila buste paga.
In una bella giornata di sole dicembrino, la marcia dei manifestanti è accompagnata dai cori dei ragazzi, dalla musica a palla, dagli squilli di tromba lanciati da Giordano Casu. Lui, 40enne di Musei, è insegnante di sostegno in una scuola di Iglesias. «Non ci sono risorse, e la condizione degli alunni come quella dei docenti peggiora», avvisa assieme a tutti i colleghi che chiedono «l'azzeramento delle riforme Gelmini e Fornero». C'è anche Patrizia Corona, 54 anni, di Monserrato. Lei, nella scuola, ha le mansioni del personale Ata, fascia cancellata dalla legge di Stabilità. In marcia gli ex di Sardinia Green Island e i sedici lavoratori della Tinet, società leader mondiale nella fornitura di servizi Internet che è stata acquistata dall'americana Gtt. Nonostante gli utili, dagli States si è deciso per la chiusura della sede e il licenziamento dei dipendenti. «Il paradosso - avvisa Alessandro Costantino - è che si parla di attrarre investimenti dall'estero e invece qualcosa di straordinario che è stato costruito qui ci viene portato via».
Nella terrazza del Bastione, la chiusura. Il segretario della Uil Francesca Ticca (che ha richiamato la Cisl alla battaglia unitaria) ha lanciato l'altolà al Governo «che punta a cancellare la funzione dei sindacati». E Domenico Pantaleo, segretario nazionale Cgil-Flc, ha tra l'altro ricordato che «qui in Sardegna bisogna ripensare l'industria, ma non sarà possibile se prima non si creano le condizioni legate ai trasporti e al costo dell'energia». Non si fa politica dello sviluppo «con le basi militari».
Piera Serusi
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Occupata da decine di studenti
l'ex scuola Manno in Castello
 
È uno dei tanti posti abbandonati della città, ormai da tre anni, e ieri mattina gli studenti medi e universitari di “Studentato occupato sa domu” hanno deciso di invaderlo. Così diverse decine di giovani sono entrati nella succursale della scuola media “Manno” in via Lamarmora: lo stabile nel quartiere di Castello è in disuso ormai da tre anni.
Sono intervenute le forze dell'ordine: durante un colloquio con i ragazzi, i funzionari hanno fatto presente che sarebbero stati denunciati e si sarebbe proceduto allo sgombero, ma poi il preside della scuola e il sindaco Massimo Zedda sono arrivati in via Lamarmora, dove hanno discusso con gli occupanti, che hanno illustrato i problemi degli universitari e degli studenti medi. Al termine, si è deciso di convocare per la settimana prossima un incontro con il movimento, il sindaco, il presidente dell'Ersu (Luca Funedda) e l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino. L'occupazione è così cessata.
«Abbiamo occupato», si legge nella nota di Sa domu, «per contestare i tagli all'istruzione, il Jobs Act che rende precario il futuro lavorativo, le scuole fatiscenti, i tagli alla formazione e la mancanza di alloggi per gli studenti universitari fuori sede: solo 725 posti letto nelle case dello studente, a fronte dei quindicimila studenti fuori sede presenti».
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Provincia di Sassari – pagina 26
A Villanova l’assegnazione
di due borse di studio
 
VILLANOVA MONTELEONE Oggi alle 18,30 nella sala consiliare del Comune di Villanova Monteleone, nel corso di una seduta del Consiglio appositamente convocato, saranno conferite le borse di studio “Francesca Angius e Fernandina Mosca”. La borsa di studio “Francesca Angius e Fernandina Mosca”, giunta alla nona edizione e indirizzata agli studenti meritevoli, maschi e femmine, residenti a Villanova Monteleone che hanno conseguito il diploma di maturità, quest’anno ha premiato tra i maschi Salvatore Idda, diplomato all’Istituto Tecnico per Geometri di Sassari con la votazione di 100/100 e Serena Lorettu invece diplomata all’Istituto Tecnico per il Turismo di Alghero, con la votazione di 94/100. La borsa di 1500 euro è offerta da Carlo Mosca che insieme al figlio Davide e ai parenti delle compiante Francesca Angius e Fernandina Mosca, danno la possibilità agli alunni meritevoli di Villanova di ottenere un riconoscimento per il loro impegno negli studi, nonché un incoraggiamento per il conseguimento di risultati ancor più importanti nella carriera scolastica o professionale. (l.a.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
«Nuove tecnologie Sono la lingua di Lucignolo»
Tognolini al convegno dell’Università di Sassari:
«Una sfida aperta, i nostri ragazzi la vinceranno»
Alberto Capitta: «Nessun pregiudizio, le potenzialità sono eccezionali, ma la gabbia dei social network ha finito per deviarle e snaturarle»
di Silvia Lutzoni
 
Si è chiuso il seminario di studi internazionale intitolato «La metamorfosi digitale/2. Archivi, biblioteche, filologia», che in due intense giornate di studio ha tentato di fare il punto sulla riflessione sugli archivi letterari e sulle biblioteche ai tempi della più importante rivoluzione della comunicazione dall’età di Gutenberg. Fine della carta? Una riflessione che non può non partire dalla constatazione del fatto che il lettore classico, vale a dire il lettore del libro cartaceo, è destinato a diventare sempre più residuale: un dato con il quale saranno proprio le biblioteche a dover fare i conti. Per questo gli organizzatori del seminario hanno chiamato a discuterne, a conclusione della prima giornata di studi, in una tavola rotonda animata da Duilio Caocci (dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Cagliari), alcuni fra i nostri più affermati narratori: Alberto Capitta, Bruno Tognolini, Flavio Soriga e Rossana Copez. Lettura e bambini Se Copez si è concentrata sull'obiezione che spesso si pone, ogni volta che si discute di ebook, quella per cui un libro digitale non ha nulla del fascino della pagina cartacea, nulla del fascino del fruscio della carta e della suggestione dell'odore dell'inchiostro; e se Flavio Soriga ha insistito su ciò che l'incremento della fruibilità dei testi ha comportato soprattutto per gli scrittori; Capitta e Tognolini hanno spostato, invece, l'obiettivo sulla lettura e soprattutto sul rapporto dei bambini e dei ragazzi con la lettura al tempo della digitalizzazione, in sostanziale accordo sulla necessità di affrontare il rapporto delle nuove generazioni con la tecnologia.Lungi dal banalizzare la questione, Capitta ha subito individuato nelle nuove tecnologie uno strumento dalle potenzialità enormi. Per lo scrittore sassarese, però, queste sono state smarrite, quando non disattese, almeno finora. Dimostrazione ne è semplicemente il fatto che l'uso che i bambini e i ragazzi ne fanno è quasi esclusivamente limitato alla sfera dei social network: «Raramente vediamo i nostri ragazzi andare oltre le curiosità, oltre le conoscenze rapsodiche, e raramente li vediamo impegnati in ricerche approfondite. La loro è piuttosto una conoscenza da buco della serratura, laddove sono l'attrazione per l'osceno, la vanità e l'individualismo a prevalere». Una rivoluzione Capitta, tuttavia, non demonizza la tecnologia, anche se ritiene eccessiva l'enfasi sulla innovazione che ha ormai il sapore di una rivoluzione, seppure di un'innovazione senza codici e alla portata di tutti, e per questo depotenziata, dunque da ridimensionare. E aggiunge: «Un bambino è un organismo delicato che non può essere passivamente inquinato o congestionato con un surplus di informazioni e mezzi: questo comporta inevitabilmente la perdita dell'esercizio dell'immaginazione: il più grave dei danni. E' necessaria una selezione per qualità, nella quale le maggiori responsabilità spettano alla famiglia e alla scuola, che dovranno necessariamente deve portare un aggiustamento dei programmi, per esempio, che non dovranno appiattirsi sul gusto dei bambini e degli adolescenti, ma quantomeno tenere conto di cambiamenti di questi; così come c'è un'inadeguatezza del corpo insegnante, relativa alla conoscenza della macchina, che dovrà essere risolta al più presto». Come in Matrix Dello stesso parere è Bruno Tognolini, il quale, in collegamento Skype da Bologna con la Sala Vestibolo dei Benefattori della Biblioteca Universitaria di Sassari, non ha tuttavia potuto partecipare al dibattito a causa di problemi di linea. Un malfunzionamento che scherzando Tognolini ha attribuito alle macchine, che, «come nella Trilogia di Matrix, non vogliono che gli umani parlino troppo di loro». Grilli parlanti Tognolini, che ha conversato con noi per telefono, ricorre al personaggio di Pinocchio per dire che è necessario che il Grillo Parlante impari a parlare la lingua di Lucignolo. La nostra cultura offre infatti ai nostri bambini e ai nostri adolescenti due tipi di strumenti: quelli del grillo parlante, vale a dire “un tipo di cultura più nutriente, che è quella che la mia generazione ha conosciuto, ma più noiosi; e gli strumenti di Lucignolo, vale a dire gli strumenti della tecnologia, gli smartphone, i tablet, i computer e via dicendo. Pinocchio, e cioè i nostri ragazzi, si ritrovano alle prese, dunque, da una parte con quel Lucignolo che tenta di corromperli, che dice loro che tutto si potrà fare senza fatica alcuna e che la scuola stessa non esisterà più; dall'altra si ritrova, invece, i rimproveri e gli avvertimenti del Grillo Parlante che gli prospetta un futuro da asino». Nuovi strumenti Tognolini, tuttavia non è del tutto pessimista rispetto a questa opposizione, sebbene la conseguenza inevitabile non potrà che essere un azzeramento della creatività dei ragazzi: «Insieme alla creatività si riduce la psicomotricità, da una parte, mentre dall'altra aumentano le sindromi da deficit dell'attenzione e la sindrome del bambino iperattivo. Certo, si tratta di strumenti diversi rispetto ai nostri: ed è compito dei bambini smontarli e rimontarli. Quando meno ce lo aspettiamo, ne sono convinto, li vedremo ricomporre questi strumenti in modi del tutto nuovi e sorprendenti. Ciò che per ora i ragazzi stanno facendo è tentare di sintetizzare forme di intelligenza a noi invisibili. Il Grillo Parlante dovrà imparare, insomma, a parlare la lingua di Lucignolo: solo allora i capolavori della letteratura, le narrazioni potenti, potranno arrivare ai ragazzi con una lingua adeguata, la lingua “lucignola”».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 35
I valori dell’identità ponte verso il mondo
Ieri al via a Cagliari il convegno sui beni culturali immateriali
La Barracciu: «Porteremo i tesori sardi all’Expo di Milano»
 
CAGLIARI «È molto importante parlare di patrimonio culturale, che ha un valore in sè e costituisce un elemento dell'Europa dei popoli, soprattutto in questo periodo nel quale si riaffacciano dei conflitti. Riscoprire gli elementi comuni può essere un valore aggiunto per tutti». Lo ha detto il sottosegretario dei beni culturali Francesca Barracciu, a Cagliari per un convegno internazionale promosso dal Mibact nell'ambito del Semestre di presidenza europea dal titolo “Patrimonio culturale immateriale come strumento per il dialogo e lo sviluppo”. All'appuntamento di due giorni e nel quale è previsto anche l'intervento del presidente della Regione Pigliaru, si parlerà di riti sacri, cibo, artigianato, folclore e musica, con l'Europa e Maghreb che si confrontano sul patrimonio culturale immateriale nel Mediterraneo quale volano per il dialogo politico e lo sviluppo sostenibile. «L'Italia è uno dei Paesi che ha una presenza straordinaria di questo patrimonio culturale sia materiale che immateriale, come anche la Sardegna – ha detto Barracciu – penso in particolare anche all'improvvisazione poetica della tradizione isolana, ai riti del carnevale o alle tradizioni e ritualità legate al cibo: momenti che credo possano trovare una vetrina importante nell'Expo del 2015». Per il direttore per la promozione del sistema Paese, Andrea Meloni, «dobbiamo continuare a collaborare con l'Unesco, organizzazione che coordina progetti in teatri particolarmente difficili come Afghanistan e Iraq». Secondo l'assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, «Per il prossimo anno ci sarà un'importante novità con il piano triennale di scavi archeologici. Quello che il sito di Mont'e Prama ci insegna è che abbiamo un patrimonio immenso che va valorizzato e oggi ci sono diversi siti archeologici che sono chiusi pensiamo anche al coinvolgimento dei giovani e alla valorizzazione delle rete museale».

Questionario e social

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