Martedì 2 dicembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 dicembre 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Politica Italiana (Pagina 7 - Edizione CA)
Sciopero
Contratto, i dipendenti pubblici ieri in piazza
 
La Cisl scende in piazza con i lavoratori (e i precari) dei servizi pubblici - dipendenti delle pubbliche amministrazioni, sanità, scuola, università e ricerca, sicurezza - per lo sciopero nazionale indetto dalle sue categorie per chiedere il rinnovo del contratto della Pa, scaduto a dicembre 2009 e pronto ad essere bloccato fino a fine 2015. «Congelato» da sei anni come si presentano «congelati», tra finto ghiaccio e sacchetti freezer, in piazza Montecitorio alcuni di loro. Tra slogan, cartelli e palloncini verdi.
«Con questa giornata vogliamo obbligare il governo a riaprire il tavolo contrattuale», dice il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, convinta che la legge di stabilità si possa ancora «migliorare», includendo appunto il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Le risorse «si possono trovare», sostiene partecipando in piazza Montecitorio al presidio organizzato a Roma, «con una lotta seria all'evasione fiscale e alla corruzione e con i tagli agli sprechi nella Pa». La «battaglia» per il sindacato «non finisce»: da oggi prendono il via le tre giornate di mobilitazione “Per il lavoro e per il sociale” con la prima delle manifestazioni a Firenze, mercoledì poi a Napoli e giovedì a Milano. Parte da Firenze, appunto, in un luogo emblematico: la stazione Leopolda, che a fine ottobre ha ospitato l'edizione numero cinque di Matteo Renzi. «Lì noi offriremo non una cena a mille euro ma pane e salame a un euro e per chi non ce l'ha sarà gratis», spiega Furlan: «Saremo alla Leopolda perché vogliamo che quei muri che hanno ascoltato imprenditori e finanzieri ascoltino la voce dei lavoratori».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 9 - Edizione CA)
Impiego statale
Cisl, precari in aumento
e contratto congelato
 
Contratto congelato da sei anni e precariato in aumento: sono questi i principali motivi che hanno spinto ieri i lavoratori statali, parastatali e regionali iscritti alla Cisl a incrociare le braccia. Uno sciopero di ventiquattro ore con cinque presidi organizzati a Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Olbia, appoggiato, secondo gli organizzatori, da circa il 10% dei dipendenti. «Nell'Isola si possono contare 104.160 operatori pubblici, il 20% dei quali assunto con contratti a tempo determinato», dice Ignazio Ganga, della segreteria regionale Cisl «un esercito al quale sono stati negati tre rinnovi contrattuali, circa mezzo miliardo di euro tolto non soltanto alle tasche dei lavoratori, ma anche all'economia isolana».
La Cisl è scesa in piazza anche per denunciare le contraddizioni che hanno fino a ora contrassegnato la politica dell'esecutivo guidato da Renzi. «Nelle scuole dell'Isola», prosegue Ganga «si assiste all'ennesimo ridimensionamento che mette a rischio oltre cinquanta autonomie scolastiche, soprattutto nelle zone interne, già sacrificate e dimenticate dalle istituzioni».
«Un governo che punta su innovazione e cambiamento non può tagliare i fondi su Ricerca e Scuola», aggiunge Mimmo Contu, segretario regionale della Cisl Cagliari «senza considerare l'incoerenza mostrata sul tema della previdenza complementare, agevolata in tutti i comparti, tranne che in quello pubblico».
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
«Un bando internazionale»
Emanuela Abis: va ripensato come luogo dell'abitare
IL FUTURO DI BUONCAMMINO. La docente universitaria esclude un utilizzo museale
 
Per un decennio, quello di Mariano Delogu sindaco, ha gestito la programmazione del territorio in città. Ma per Emanuela Abis l'Urbanistica è soprattutto materia d'insegnamento all'Università, facoltà di Architettura. Le competenze per suggerire che cosa fare per dare nuova vita a Buoncammino di certo non le mancano: «Il carcere è stato un luogo dell'abitare nella costrizione», dice. «Vorrei che mantenesse l'identità dell'abitare nella città».
Tracci la strategia.
«Penso a una fabbrica dell'abitare collettivo che, come ci hanno insegnato i grandi utopisti, può aiutarci a risolvere in modo innovativo i problemi relativi alla residenza nella città contemporanea».
Nella sostanza?
«Il carcere, che sta al centro del grande sistema universitario, potrebbe dare ospitalità a turisti, studenti e docenti, ma anche ad anziani e a giovani coppie che temporaneamente hanno bisogno di un alloggio. Tutto in maniera integrata».
Pensa a un residence?
«Non proprio. Ma a una struttura polivalente e dinamica, con giovani coppie e studenti protagonisti delle attività interne e, quindi, anche della gestione».
Non un museo?
«Non lo vedo lì. Per molti motivi».
Quali?
«I costi e la disposizione delle sale da destinare alle esposizioni, ad esempio. Il nuovo Louvre di Lens è una grande galleria del tempo in cui le opere sono esposte con modalità di comunicazione innovative. Di tradizionale non c'è nulla. Le caratteristiche di Buoncammino non si prestano a un utilizzo simile».
Sarebbero necessarie molte trasformazioni?
«Bisogna farlo vivere a tante fasce sociali, a cominciare da quelle che non hanno possibilità di accedere al mercato abitativo tradizionale. Ma anche a turisti non necessariamente low cost che intendono soggiornare in un edificio storico e particolare».
Il Ppr fissa delle regole che non lasciano molto spazio alla creatività architettonica.
«Credo però che il problema in questo caso non siano i vincoli, ma poter trovare delle funzioni nuove che ben si adattino alla caratteristica architettonica. Modificare gli spazi collettivi in un rapporto con lo spazio aperto è possibile. E questa ricerca va affidata con concorso internazionale di progettazione, indicando con chiarezza i requisiti che la pianificazione deve avere».
La classe dirigente cagliaritana è in grado di fare tutto questo?
«Esiste a monte un problema di riqualificazione e gestione dei beni pubblici nel centro storico. Patrimonio cui si lega un pregiatissimo sistema del verde urbano: si pensi all'orto botanico. C'è una straordinaria opportunità di ripianificare, con un programma almeno decennale, il futuro della città pubblica. Poche realtà hanno un compendio di tale valore, oggi però a rischio di abbandono, di degrado o di utilizzo parziale. Ma un ente, da solo, non può fare miracoli».
C'è chi sostiene che alla fine Buoncammino ospiterà gli uffici dell'amministrazione carceraria.
«Spero di no. Auspico una grande intesa istituzionale di tutti i proprietari degli immobili in dismissione per programmare un piano complessivo da finanziare anche con fondi europei. Il che non significa che tutte queste proprietà debbano restare pubbliche: potranno essere alienate dopo la condivisione di un programma di riutilizzo a lungo termine».
Il suo staff ha curato uno studio sui siti da riqualificare. Uno su cui interverrebbe subito?
«Sono state individuate quattro “fabbriche” urbane, che hanno rappresentato dei luoghi della produzione in senso lato nella città di Cagliari. Sono la semoleria, la manifattura, l'ospedale civile del Cima e il carcere di Buoncammino. La manifattura, con la fabbrica delle arti e della creatività, e la semoleria, con il campus universitario da 500 posti, presto avranno nuova vita. Ora pensiamo alle altre due».
Lorenzo Piras
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Ingegnere ed ex assessore con Delogu
 
Laurea in Ingegneria civile nel 1976 con 110 e lode, Emanuela Abis insegna Urbanistica nella facoltà di Architettura ed è felicemente nonna di tre nipoti. Dal 1994 al 2001 è stata assessore all'Urbanistica e al Verde nelle Giunte guidate da Mariano Delogu.
Dalla finestra del suo ufficio all'Università, in via Santa Croce, guarda la città dall'alto di un'esperienza data dalla conoscenza diretta della pianificazione recente. E, a chi le chiede se la città possa avere un futuro dal punto di vista urbanistico e architettonico, risponde senza batter ciglio: «Sono un'inguaribile ottimista per quanto riguarda le prospettive future della nostra città. I grandi parchi urbani, la straordinarietà dei paesaggi delle lagune, la magnificenza del centro storico con la rocca fortificata del Castello ci costringono ad andare verso un futuro di nuova qualità dell'architettura e dell'ambiente. Anche perché rappresentano un presupposto per puntare sul turismo, unico settore ancora con segno positivo». (lo. pi.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
In Breve
UNIVERSITA'
 
L'Ersu e l'associazione Tdm 2000, comunicano che oggi alle 16,30, nella sala conferenze di corso Vittorio Emanuele, si terrà un incontro pubblico di informazione su Erasmus+, il nuovo programma per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport che comprende tutte le attività che in passato erano suddivise tra più programmi.
 
EBOLA
Giovedì, alla Cittadella di Monserrato (sala congressi Asse E), dalle 14.30 incontro di aggiornamento su “Ebola: niente si trasmette come la paura”.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
«Azioni spesso legittimate dalla folla»
LA SOCIOLOGA. Secondo Cristina Cabras allo stadio si sfogano gli istinti repressi
 
Perché tanta violenza? «Viviamo in una società in cui il comportamento aggressivo, che è una componente della natura umana, è in gran parte represso». E allora secondo Cristina Cabras, docente dell'università di Cagliari, esperta di Psicologia sociale, ci si libera così. Aggredendo o insultando un arbitro. Picchiando il tifoso della squadra avversaria.
«Rimangono pochi spazi in cui sfogarsi. L'aggressività può essere incanalata in maniera positiva. Penso al lavoro, allo sport: ci sono tanti modi in cui si può controllare, poi ci sono momenti in cui non siamo in grado di gestirla in maniera costruttiva». La docente spiega che l'aggressività non è una questione di sesso né di età. Riguarda tutti, indistintamente: «C'è chi si fa una corsa la sera per liberarsene. O chi è semplicemente educato in modo da poterla controllare».
A volte questi comportamenti hanno radici nell'infanzia: «Spesso i bambini vengono puniti senza che possano capire il perché. La repressione fine a se stessa è sbagliata. E porta a momenti di sfogo incontrollabile». Specialmente in alcuni luoghi: «In diversi contesti, penso ai giochi di squadra o allo stadio, è passato un messaggio: qui c'è una tolleranza maggiore della violenza. Ecco perché succedono questi episodi». Gli spalti o il campo da gioco diventano dei punti franchi dove tutto - o quasi - è permesso.
«Dentro o fuori dagli stadi la violenza è ingestibile. Sono comportamenti spesso legittimati dal pubblico». Tutto aggravato da quella che a prima vista è una contraddizione: «Chi vede dall'esterno queste scene, le riconosce come negative. Quando ne è il protagonista, non riesce a controllarsi». Il cattivo esempio arriva dai genitori: «Senza voler gridare all'allarme, è ovvio che nelle famiglie ci sia un livello di frustrazione alto, per vari motivi. L'aggressività aumenta e non è più possibile tenerla a bada. Se non sono capaci i genitori, perché dovrebbero esserlo i figli»? (m. r.)
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 2 - Edizione IN)
Il tesoro di Mont'e Prama
Viaggio nel tempo tra statue e bronzetti 
 
Kolossoi, li chiamava Giovanni Lilliu. Titolo che ben si addice agli "eroi di pietra" che da marzo abitano una parte del Museo Archeologico di Cagliari. E che attirano, in un fenomeno dalle molte componenti, un numero di visitatori impressionante. In soli otto mesi sono più che raddoppiati: da 42 mila del 2013 ai 79 mila registrati a fine ottobre scorso. Un successo straordinario. Tutto fa pensare che continuerà in crescendo. Alla Cittadella sono esposti 28 reperti (tra 18 "Giganti", betili e modelli di nuraghe), sei statue intere invece si trovano al museo di Cabras.
LA MOSTRA Comincia al piano terra il percorso cagliaritano che si snoda su più quote, in modo avvolgente e vagamente labirintico, in piena armonia con gli altri preziosi manufatti disposti nelle teche. «NOI SIAMO» è scritto sul banner appeso sul Tunnel del Tempo che introduce alla mostra. Frase semplice e assertiva che esprime l'unica certezza maturata dagli studiosi su un argomento fascinosamente misterioso. Certo i Giganti, definizione che non piace a molti degli esperti che se ne occupano, sono ormai dei mattatori. Hanno imposto lunghe file appena installati, e continuano a calamitare turisti e cagliaritani. E non deludono nessuno, anzi, coloro che li osservano paiono subito affezionarsi ai loro lineamenti corrosi, al vuoto delle loro parti mancanti, alle loro fiere posture. Le persone non trovano risposte precise ma piuttosto sono invitate a partecipare a una sorta di ritorno al passato che riguarda tutti, forse anche i remotissimi sardi che conobbero i colossi integri su una piccola collina chiamata Monte delle Palme.
VIAGGIO NEL TEMPO Il viaggio a ritroso parte dal 2014 per arrivare al 1974, documentando le fasi del restauro con varie immagini, tra cui quella bellissima di una apixedda col suo primo carico. Ad accogliere il pubblico, nella prima sala, due Pugilatori. Massicci, lavorati anche sul retro e imponenti sui loro supporti d'acciaio . «Nessun danno - afferma l'architetto Olindo Merone, ideatore dell'allestimento - è stato fatto alle statue per rimetterle in piedi. Le morse sono a pressione, dove è stato necessario inserire un bullone lo si è fatto sul materiale di integrazione, ossia una lamina di metallo rivestita di resina tonalizzata. Abbiamo creato uno spazio siderale privo di ombre, quasi tridimensionale».
LE LUCI Illuminati da led a 4000K°, luce a calore solare, i litici semidei si stagliano in un piccolo ambiente interamente nero. A guardare con attenzione, sul calcare s'intravvede lo scintillio delle particelle di quarzo . «I Giganti, sono scolpiti in un unico blocco», dice l'archeologo Alessandro Usai . «È stato molto complesso trasportarli dal Laboratorio di restauro de Li Punti, non li abbiamo separati dai sostegni che ormai sono la loro spina dorsale». Possibile fossero colorati? «Chissà, non lo escludiamo, ma non ne abbiamo trovato indizi».
I testi in italiano e in inglese, distribuiti nell'itinerario, sono chiari e stringati. Aperti alle interpretazioni e suggestivi: «Un movente a noi sconosciuto guidò le mani che le ridussero in frantumi». Per chi vuole approfondire genesi e fasi delle campagne di scavo e la natura del territorio del Sinis, sono disponibili due monitor e un Touch Screen ad alta definizione messi a punto dal CRS4.
IL PERCORSO È scienza prudente l'archeologia. E si basa rigorosamente su datazioni e comparazioni, rimarcano l'architetto della Soprintendenza Elena Romoli e il direttore del Museo Donatella Mureddu. Per cui, accanto ai pugilatori, agli arcieri e ai guerrieri sono visibili i corredi tombali e tre straordinari bronzetti, minuscoli al confronto della possanza delle statue. «Queste dimensioni erano abituali nel mondo antico», afferma l'archeologo Roberto Sirigu: «Suggerivano una valenza mitica o favolistica, costituivano la memoria vivente e contenevano i codici del potere. Sono realistici e al contempo conservano un'aura sacrale. Forse sul volto avevano delle maschere. Sono stati distrutti, chi ha vibrato i colpi ha colpito simbolicamente, come avviene anche oggi al rovescio delle dittature. Siamo di fronte alla celebrazione di una morte rituale». Sui Giganti sono ancora visibili i segni dell'aratro e un ricorrente motivo a zig zag tracciato con maestrìa. Decori di rilevanza artistica, riscontrabile nella accurata fattura dei gambali, dei pettorali, dei grembiuli.
L'IDEA GRAFICA A orientare il visitatore che potrebbe distrarsi tra le tante meraviglie esposte nel museo, la grafica studiata da Jari Franceschetto, architetto che si è occupato anche della comunicazione. Occorre seguire i due semicerchi sistemati sul pavimento e sui pannelli oscuranti per apprezzare l'efficacia di un logo discreto e molto contemporaneo. Nel libro delle firme, notazioni curiose. «Sono meravigliato», scrive Gioele. «Vendiamo la Sardegna e teniamoci il ricavato», suggerisce un affarista. C'è chi invoca più informazione e la possibilità di usare la carta di credito per pagare il biglietto (5 euro) e acquistare qualcosa al book shop. In vendita gioielli in argento ispirati agli occhi concentrici dei Giganti e matite, taccuini, magliette, shopper. Si chiama merchandising questa offerta di souvenir che a dire degli addetti, è molto gradita. Saranno certamente assai gradite anche le programmate audio guide. Per ora, è disponibile una brochure con dati e mappe su un sistema museale che unisce Cagliari a Cabras sulla rotta (terrestre?) dei Giganti.
Marco Minoja ha diretto per cinque anni la Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e Oristano e per un breve periodo quella per Sassari e Nuoro. Ha curato il progetto del Sistema museale per Mont'e Prama. Attualmente ricopre il ruolo di soprintendente in Emilia Romagna. Specialista in etruscologia, si è formato all'Università degli studi di Milano. Al suo attivo ricerche e studi in diverse regioni d'Italia. È curatore insieme ad Alessandro Usai dell'edizione scientifica degli scavi e delle sculture di Mont'e Prama, in corso di pubblicazione.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
Montanaru, poesia nel museo multimediale
DESULO. Nuova iniziativa del Comune per valorizzare cultura e ambiente
 
Sotto buoni auspici nasce a Desulo il museo multimediale dedicato al grande poeta Antioco Casula Montanaru. Il progetto è realizzato grazie al Comune guidato da Gigi Littarru che ha investito cospicue somme per valorizzare la figura dell'intellettuale. È sufficiente pensare al premio letterario dedicato al poeta tutti gli anni in occasione della sagra “La Montagna produce” a cui i grandi cultori della poesia sarda non mancano di partecipare.
Il museo multimediale, a due passi dalla chiesa del Carmelo ad Ovolaccio, nasce per valorizzare la cultura, la storia, l'identità locale, le tradizioni e la lingua sarda nella duplice variante utilizzata da Montanaru: il logudorese e il desulese. La cultura vista come veicolo per incrementare il turismo nel territorio è una delle idee su cui puntano gli amministratori. «Manca davvero poco e poi il museo multimediale sarà pronto. Partire dalla cultura - dice Littarru - per richiamare i turisti e offrire loro le ricchezze della montagna a 360 gradi riteniamo sia una scelta vincente. Bisogna investire in cultura e crederci. L'idea è nata dopo la chiusura del museo etnografico Montanaru per contrasti fra la famiglia del poeta e i gestori. Il paese ha bisogno di un punto di riferimento che racconti la vita e le opere di Montanaru anche diversamente rispetto ai soliti cliché».
Chi entrerà nel museo troverà il corridoio d'accesso collegato alla stanza della poesia e a quella del paesaggio. Il percorso culturale verrà veicolato attraverso un interfaccia che permetterà al visitatore di viaggiare nelle vie del paese e dell'ambiente circostante accedendo a contenuti audio. «Il museo sarà un posto in cui i bambini - conclude il sindaco - potranno visitare la memoria storica desulese e ascoltare le poesie di Montanaru in sardo e in italiano. Sarà un laboratorio culturale vivace e positivo». Progettazione e allestimento sono curati da Francesco Casu e Olindo Morrone. Grafica e disegni originali sono di Sean Scaccia, le musiche di Mauro Palmas e le voci recitanti di Gisella Vacca. Collaborano per i testi Duilo Caocci dell'università di Cagliari, per le animazioni grafiche e montaggio digitale Roberto Putzu e per la programmazione interattiva Marcello Cualbu e Luca Scarlata.
Massimo Melis
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Presentati i risultati dell'inchiesta svolta dall'Osservatorio
I sociologi: lotta alla criminalità, più sistemi informativi di controllo
di Antonio Meloni
 
SASSARI Come la moda, l’arte e l’economia, i fenomeni criminosi seguono un trend legato al carattere di una società. Mai come in questo caso si può dire che i reati vengano commessi in funzione del contesto in cui maturano. Le recenti infiltrazioni mafiose rilevate in Sardegna sarebbero il risultato del legame tra frange residue della malavita tradizionale e nuove forme di criminalità organizzata. Emerge dai risultati del quarto report sulla criminalità in Sardegna, presentati ieri, nell’aula magna dell’università di Sassari, durante il convegno promosso dal dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo turritano. Un’equipe multidisciplinare, coordinata dalla sociologa Antonietta Mazzette, che dirige il dipartimento, ha lavorato dieci anni su fonti Istat e dati forniti dalla questura di Nuoro. Sociologi, psicologi forensi, e ingegneri informatici hanno elaborato un dettagliato rapporto che ha dato la stura a un dibattito a cui hanno partecipato giuristi, magistrati, questori e sociologi. «L’obiettivo finale _ ha spiegato Antonietta Mazzette a margine dell’incontro _ è la creazione di un sistema informativo per il controllo della criminalità in Sardegna». Il titolo dell’indagine “Dai sequestri di persona ai sequestri di cannabis” la dice lunga sul trend del fenomeno criminale nell’isola, realtà in cui «Già dal 2006 _ prosegue la professoressa Mazzette _ avevamo rilevato nel tessuto sardo infiltrazioni progressive della criminalità organizzata di tipo mafioso». Gli episodi successivi legati ai più recenti fatti di cronaca sarebbero una conferma di quelle risultanze - come ha rimarcato la sociologa - e il ritardo rispetto alle altre realtà della penisola da attribuire «alla lentezza con cui di solito avvengono le trasformazioni economiche nell’isola». Dati e risultati, nero su bianco, sono stati presentati da Daniele Pulino e Sara Spanu, ricercatori che lavorano al progetto da cui nascerà il futuro Osservatorio permanente sulla criminalità in Sardegna. Dalla serie di cifre e percentuali è stato possibile tracciare un profilo ideale del nuovo criminale sardo che è maschio, giovane, di età media fra i 24 e 32 anni, disoccupato e con bassa scolarità. L’area più esposta, secondo i dati forniti, sarebbe quella centro-orientale, con estensione verso le coste. Poco inclini a parlare di criminalità mafiosa sono invece i dirigenti di pubblica sicurezza che di fronte ai risultati del report hanno fatto valutazioni diverse ridimensionando il fenomeno. Secondo il parere di Francesco Ponti, dirigente della sezione anticrimine della questura di Sassari, è molto difficile che la mafia trasferisca in altri contesti strutture organizzate da radicare nel territorio: «Parliamo piuttosto di investimenti su beni patrimoniali, ma una volta confiscati quelli il fenomeno si esaurisce». Sulla stessa frequenza, Francesco Angelo Di Ruberto, questore di Oristano: «Più che di struttura mafiosa propriamente detta parlerei di presenza di persone di passaggio dirette verso le carceri in visita a conoscenti detenuti». Pierluigi d’Angelo, questore di Nuoro, rimarca l’importanza fondamentale della prevenzione: «Intuire con largo anticipo quali forme di criminalità si possano sviluppare in un certo contesto ci consente di adottare la strategia migliore per contrastarle». Il giurista Giovanni Meloni (università di Sassari) dà forza all’indagine, rievoca Antonio Pigliaru e sostiene che in Sardegna sia in corso una convergenza tra il crimine tradizionale e le nuove forme di criminalità organizzata: «Sentenze della magistratura _ conclude Meloni _ parlano chiaramente di infiltrazioni mafiose». Il convegno, moderato da Francesco Soddu, ha visto la partecipazione, fra gli altri, del rettore Massimo Carpinelli, del magistrato Giovanni Caria (sostituto procuratore della Repubblica a Sassari), del sociologo Giovanni Pieretti (università di Bologna) e del giornalista Giacomo Mameli.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
CONVEGNO
Sviluppo sostenibile
e fonti energetiche
 
CAGLIARI. Risparmio energetico e sviluppo sostenibil sono i temi al centro della giornata di studio organizzata, a Cagliari, dalla Regione Sardegna dopodomani nell’aula magna d’Ingegneria. Parteciperanno il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e gli assessori dell’Ambiente e dell’Industria, Donatella Spano e Maria Grazia Piras. I recenti accordi europei sul «Pacchetto Clima 2030», con il quale gli Stati membri si sono impegnati a ridurre almeno del 40 per cento le emissioni di CO2 e la nuova programmazione comunitaria , rappresentano - viene sottolineato in una nota della Regione - un’opportunità per dare un nuovo impulso alle iniziative già avviate e favorire lo sviluppo sostenibile».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 16
«Il contratto è un diritto»
sciopero cisl servizi pubblici
 
ROMA «Il governo non può immaginare che gli 80 euro siano sostitutivi del contratto, che è un diritto, è un patto che si fa con i datori di lavoro. Non è accettabile che non venga rispettato». È un fiume in piena il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan che dal palco in piazza Montecitorio guida lo sciopero dei servizi pubblici. Proprio sulla riforma della Pubblica amministrazione, ha detto: «siamo ancora all’anno zero». La Cisl non parteciperà allo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil venerdì 12 dicembre. «Sono sempre pronta a riprendere il filo dell’unità - ha dichiarato Furlan - ma bisogna condividere merito, obiettivi e percorsi».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Un decreto cancella la Soprintendenza
Il provvedimento della Presidenza del Consiglio accorpa gli uffici e trasferisce le direzioni in una sede regionale a Cagliari
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Il Nord Sardegna perde altri pezzi importanti della cultura e della storia. È del 28 novembre, infatti la ratifica del decreto del presidente del Consiglio relativo alla riforma del Ministero per i Beni e le Attività con il quale, sostanzialmente, si declassano tutta una serie di organismi che fino ad oggi hanno fatto funzionare settori nevralgici come i la ricerca archeologica, la conservazione negli archivi e le biblioteche. Prima notizia scioccante: sparisce la Soprintendenza per i Beni archeologici di Sassari e Nuoro e confluirà in un’unica direzione regionale a Cagliari. In realtà è già da anni che non viene nominato un soprintendente per la parte Nord dell’isola e la direzione viene gestita a scavalco da Cagliari. Tutto già previsto, si direbbe. In effetti alcuni anni fa l’operazione era stata tentata ma poi, tra le proteste generali, non era stata portata a termine. Col senno di poi sembrerebbe si sia trattato solo di uno slittamento. Ma a non volersi rassegnare neppure questa volta sono soprattutto le organizzazioni sindacali: in una infuocata assemblea convocata alcuni giorni fa da Cgil Funzione pubblica (ma anche Cisl e Uil sono sulla stessa linea) si è fatto il punto sulla riorganizzazione di questi importanti settori. Ed è venuta fuori una realtà sconfortante. Particolare attenzione è stata posta all’imminente accorpamento delle due Soprintendenze per i Beni Archeologici in un unico ufficio con sede a Cagliari, così come sarà insediato a Cagliari il Polo Museale che dovrebbe «nell’errata idea di separazione della valorizzazione e della conservazione, gestire l’insieme delle realtà museali di tutta la Sardegna». Fra l’altro il decreto, per quanto riguarda i musei statali, come ad esempio il museo Sanna di Sassari, al momento prevede solo la presenza di personale addetto alla sorveglianza. Non sembrerebbe essere contemplata l’importantissima attività di manutenzione delle opere e la ricerca scientifica sui reperti. «E anche l’attuale Direzione Regionale che coordina tutte le Soprintendenze - è stato detto nel corso dell’incontro - subisce un declassamento, trasformandosi in Segretariato. Tuttavia questa nuova struttura mantiene il coordinamento delle Soprintendenze con funzione di stazione appaltante per tutti gli Uffici regionali nel territorio la cui sede, manco a dirlo, rimane quella del Capoluogo». Un’organizzazione che secondo i sindacati danneggia fortemente le attività presenti nel Nord Sardegna e i siti archeologici di grandissima importanza. Basti pensare che lo stesso Nucleo regionale dei Carabinieri per la tutela del patrimonio (con la banca dati sulle opere trafugate) che aveva sede nel Centro di restauro di Li Punti, dove sono stati portati a nuovo i giganti di Monti E’ Prama, sarà trasferito a Cagliari. E dipenderanno dal Capoluogo anche gli Archivi di Stato e le biblioteche universitsarie (quella di Sassari in piazza Fiume non ha un direttore), in quanto strumenti ministeriali. La Cgil invita ad aprire il dibattito e annuncia che si batterà per tutelare i lavoratori chiedendo una corretta gestione degli uffici ministeriali.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Nasce Probirra, la bionda “laureata”
Il dipartimento di Agraria presenta la prima birra interamente prodotta con ingredienti locali
 
SASSARI Orzo coltivato in Sardegna e lieviti selezionati dall’università di Sassari: sono questi gli ingredienti che fanno della “Probirra” l’unica birra veramente locale prodotta sull’Isola. Mercoledì a partire dalle 10, nell’aula magna Barbieri del Dipartimento di Agraria, la Produzione di birre artigianali con malti, luppoli e lieviti locali sarà al centro di un seminario organizzato dall’Istituto di Microbiologia generale e applicata "A. Capriotti" del Dipartimento di Agraria dell’Ateneo sassarese. Saranno presentati i risultati del progetto Probirra finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, condotto in stretta collaborazione con Porto Conte Ricerche e con il birrificio Lara di Tertenia. Al termine dell’incontro, la Probirra sarà offerta ai presenti nel corso di una degustazione guidata dalla prof.ssa Alessandra Del Caro, esperta di analisi sensoriale. «Si tratta di una birra non pastorizzata e non filtrata - spiega Marilena Budroni, responsabile scientifico del progetto –. Ma soprattutto, è una bevanda rifermentata in bottiglia. Non solo: mentre solitamente il lievito della prima fermentazione è diverso da quello utilizzato per la rifermentazione in bottiglia, in questo caso siamo riusciti a isolare nei nostri laboratori lieviti adatti a entrambi i processi». Locale, dunque, è il lievito, e locali sono i malti adoperati, ricavati dall’orzo coltivato dal microbirrificio Lara. «Un altro obiettivo del progetto è quello di mettere in rete i produttori di birra e i coltivatori di cereali, in modo da far ripartire la filiera rivitalizzando zone a vocazione tradizionalmente cerealicola, come la Nurra», continua Marilena Budroni. "Probirra" è solo uno dei progetti del Dipartimento di Agraria legato alla produzione di birra sarda. Un altro progetto, di cui si parlerà il 3 dicembre durante il seminario, coinvolge quattro birrifici sardi: oltre a Lara, anche P3 di Sassari, Rubiu di S. Antioco, Dolmen di Uri. Un terzo progetto appena avviato e finanziato dall’Ateneo di Sassari coinvolgerà 7 birrifici e un produttore di cereali; sarà sempre concepito come un servizio di trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese. Il programma completo: http://www.uniss.it/documenti/invitoProBirra_low.pdf
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Cultura e spettacoli – pagina 29
a cagliari e oristano
Antropologia, il libro di Enrica Delitala
 
Oggi a Cagliari e domani a Oristano sarà presentato l’ultimo lavoro di Enrica Delitala, “L'archivio e l'atlante demologico sardo - Frammenti di storia degli studi (1957 - 2009), memorie e documenti”, edito dall'Istituto Superiore Regionale Etnografico. A Cagliari, alla Cittadella dei Musei alle 17,30, interverranno: Bruno Murgia Presidente dell’Isre; Pietro Clemente professore emerito Università di Firenze; Anna Lecca già docente di Storia delle tradizioni popolari Università di Cagliari; Giulio Paulis, Università di Cagliari; Paolo Piquereddu già direttore generale dell’Isre; Graziella Sedda Delitala già direttrice della Biblioteca universitaria di Cagliari. Coordina Gabriella Da Re, Università di Cagliari. A Oristano il volume sarà presentato al Centro Servizi Culturali Unla di via Carpaccio a partire dalle 17. Il libro ripercorre tutta la vicenda dell’“Archivio dell’Atlante Demologico Sardo”. Un progetto al quale Enrica Delitala, allieva di Alberto Mario Cirese, ha lavorato con passione per anni.

Questionario e social

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