Sabato 22 novembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 novembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Nel mirino per un articolo sul web. Il rettore: «Interverrà il Comitato etico»
PROF CONTRO LADYLIKE: È BUFERA
Caso Moretti, accuse al sociologo Zurru: «Volgare e sessista»

Nel bel mezzo della tempesta il prof è partito per Buenos Aires. Lasciandosi alle spalle, a Cagliari, una vagonata di insulti per quello scritto «volgare, squallido, maschilista». “La figa al potere: un disastro sociale” di Marco Zurru, associato di Sociologia economica, è già un caso. Ha combinato un bel guaio il Prof con il suo commento su Ladylike-Alessandra Moretti e chissà se riuscirà a uscirne indenne: l’articolo incriminato, pubblicato su Sardegna blogger, potrebbe costargli un provvedimento disciplinare da parte dell’Ateneo. All’Università, infatti, non l’hanno presa bene e, in men che non si dica, il rettore Giovanni Melis è intervenuto per esprimere «la più netta disapprovazione del testo pubblicato, sia per le forme sia per il contenuto». E far sapere, come chiesto dai più, che «l’Ateneo ha immediatamente avviato la procedura per la contestazione formale di quanto scritto dal docente e inviato la documentazione al Comitato etico dell’Università per il previsto parere nel merito».
CONTAGIO-WEB La rabbia esplode anche sui social: le reazioni contro «quest’articolo sessista» prevalgono su quelle a favore del prof («se usare un linguaggio provocatorio può servire a sollevare il problema, ben venga»). Zurru mette in croce l’eurodeputata Pd, candidata alla presidenza del Veneto, con epiteti sconci, «starnazzante bonazza» e frasi tipo «signorina bonissima, perché due colpi, anche 4, glieli darebbe chiunque». Finisce che anche chi non ha una grande opinione della Moretti e non condivide l’intervista a corriere.it, prende le sue difese, perché «quando si tratta di donne la si butta sempre su sesso e volgarità». Certo è - scrive Zurru - «ostentare la figa, la bella figa s’intende, a modello di rappresentanza degli italiani è cosa ormai sedimentata nel paese», ma era proprio il caso di esprimersi così, «figa», «pacco», «attrezzo»? Pierangela Pisu, presidente di Se non ora quando? è chiara: «Il linguaggio asseconda spesso la violenza sulle donne». E poi quei contenuti: per i più sono «il tradimento della sociologia». Da parte di Zurru, il sociologo.
DOCENTI Gira la notizia e qualche manifesto all’Ateneo di Cagliari («Non farti più vedere prof»). «Sono allibito», dice Gianfranco Bottazzi, direttore del Dipartimento di Scienze sociali. Uno «stile così volgare mi imbarazza», aggiunge Paola Piras, docente di diritto amministrativo, «in contraddizione con il ruolo di educatore di un prof universitario. Come donna sono indignata: in questo pezzo manca il rispetto della persona, non è il genere che trasforma l’esercizio di un ruolo pubblico in un disastro sociale». Da Sassari la sociologa Antonietta Mazzette pretende «pubbliche scuse» dal professor Zurru: «Sono stata costretta a leggerla questa cosa e il suo contenuto è ancora più volgare del titolo. Pretendo scuse alla Moretti, alle donne e alle sociologhe».
Carla Raggio

 
2 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
MEDICINA. Università Virus
Ebola tra epidemia e allarmismi
La devastante epidemia da virus Ebola sta facendo strage in Africa occidentale: è necessario discutere le strategie d’intervento per contenere la diffusione del virus. È l’obiettivo dell’incontro scientifico di aggiornamento organizzato per giovedì prossimo, alla Cittadella universitaria di Monserrato, da Aldo Manzin, del Dipartimento di Scienze Biomediche, professore ordinario e docente di Microbiologia e Virologia della facoltà di Medicina. L’incontro intitolato “Ebola, niente si trasmette come la paura” si svolgerà 4 dicembre, a partire dalle 14.30, nella sala congressi dell’Asse didattico E alla Cittadella. Parteciperanno docenti e ricercatori delle Università di Cagliari e Sassari, dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Spallanzani” di Roma e di Okairos, azienda impegnata nello sviluppo di un vaccino anti-Ebola.


3 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
IL BOOM. L’allarme degli esperti
«Un fenomeno che sta diventando ubriacatura»

Prima c’era la pausa caffè, ora c’è la pausa Facebook. 30 milioni di italiani che consultano il social network più popolare del mondo, ogni giorno, più volte al giorno. Quattro milioni sono invece sono quelli attivi su Twitter che si destreggiano tra hashtag di tendenza e nuovi follower. Poi ci sono quelli sempre connessi, che dallo smartphone non vedono l’ora di pubblicare l’ultimo selfie e commentare i post degli amici. Un fenomeno sempre più studiato perché i social network hanno rivoluzionato la vita di cittadini e aziende. Hanno cambiato il modo di fare informazione, politica e pubblicità. E Facebook più degli altri ha trasformato l’abitudine di raccontare e di raccontarsi sul web, diventando uno dei più grandi esperimenti sociali realizzato nella storia dell’umanità.
«È un mercato rionale virtuale, che raggiungi molto più rapidamente senza doverti spostare. È popolarissimo, ti permette di decidere qualsiasi registro. Sgretola il digital divide anche rispetto alle fasce d’età, ci sono sempre più anziani che si connettono», spiega la sociologa Ester Cois, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nella Facoltà di Scienze Politiche a Cagliari. «Facebook è il social network più diffuso e immediato perché è senza limiti. Twitter ti costringe a stare entro i 140 caratteri, serve più a fare marketing di sé. Invece Facebook ti dà la percezione di essere padrone delle cose che dici, è un palcoscenico che ti permette di soddisfare anche gli impulsi più narcisisti».
Eppure i casi di cronaca degli ultimi giorni dimostrano che la consapevolezza nell’uso dello strumento non è pari alla sua crescente diffusione. «C’è stata una specie di ubriacatura sull’uso di Facebook», spiega ancora Cois. «È andato a perdersi sempre di più il confine tra pubblico e privato sia su un ambito spaziale, nel senso che abbiamo perso la percezione delle persone che conosciamo e quindi che possono leggere il nostro profilo, e anche temporale, ci si dimentica che ciò che si pubblica diventa eterno e non si può più gestire perché resta, se ne perde il controllo ma non la responsabilità». E per buona parte degli utenti mancano anche le conoscenze tecniche sulla gestione della propria pagina. «Non tutti sanno che ci sono liste e filtri che consentono un abbozzo di controllo e che al contrario non si può controllare nulla delle bacheche degli altri e delle pagine pubbliche».
Nato per aiutare a recuperare socialità sfilacciate, negli anni ha un po’ perso l’obiettivo: «Spesso non si aspetta la reciprocità e se ne fa un uso individualista. Quante volte leggiamo: “In casa mia posso dire quello che voglio, se non ci stai ti cancello”», aggiunge Ester Cois. Ovviamente ci sono anche molti aspetti positivi: «Pensiamo ad esempio ai progetti di partecipazione urbana, con sindaci che chiedono direttamente agli utenti di esprimere opinioni».
Poi c’è il selfie, fenomeno ampiamente indagato dalle scienze sociali. Ci sono studi che li connettono a patologie vere proprie e altri che si soffermano sull’uso che ne fanno i ragazzini. «Uno studio statunitense - spiega Cois - mette in evidenza come i college in Usa vanno a controllare il tuo passato per verificare se a prescindere dal curriculum tu sia degno di accedere alle università. Indagano anche sulle foto».
Paola Pilia
 
 
4 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
TERRALBA. Ecco i progetti per ridurre il rischio idrogeologico in città
Per fermare le alluvioni servono 60 milioni di euro

In cassa ci sono appena 4 milioni di euro, mentre i lavori per la realizzazione di opere idrauliche per la salvaguardia delle aree urbanizzate del Terralbese ammontano a decine di milioni. È questo il principale problema che è emerso nell’assemblea popolare sullo stato di avanzamento dei lavori per eliminare i rischi idrogeologici e di conseguenza i divieti edilizi imposti dalla Regione nel territorio di Terralba. Inoltre alcuni rappresentanti del comitato cittadino Alluvionati hanno rimarcato che le opere preventivate, pur con un costo proibitivo, non escluderanno del tutto gli allagamenti nel rione fra via Rio Mogoro e viale Sardegna in caso di forti piogge come quella dello scorso anno. Questo perché a causa dell’eliminazione del canale Su ponti nou l’area è diventata una specie di bacino artificiale che impedisce un regolare deflusso delle acque verso il mare in occasione di abbandonati piogge.
SINDACO Pietro Paolo Piras ha spiegato l’attuale stato di avanzamento lavori: «Viste le divergenze tra il Piano stralcio regionale delle fasce fluviali, che prevede forti rischi idrogeologici e divieti edilizi nel nostro territorio, e il Piano del Comune che invece ne prevede in minima parte, si è costituito un tavolo di lavoro con l’Autorità regionale di bacino, l’Università di Cagliari, il Consorzio di bonifica di Oristano e l’Unione dei Comuni del Terralbese: una vera e propria task force di tecnici che ha come obiettivo quello di individuare un progetto condiviso di opere idrauliche che permetta di eliminare i rischi idrogeologici nel periodo più critico, quello delle piene duecentennali».
PROGETTI Sono quattro i progetti presi in esame: «Il primo del costo di 60 milioni di euro prevede l’innalzamento di entrambi gli argini del Rio Mogoro - ha spiegato Piras - il secondo da 40 milioni ipotizza l’allargamento degli argini. Il terzo del costo di 36 milioni l’allargamento degli argini in un letto di fiume naturale. Questi progetti sarebbero risolutori, ma hanno un costo altissimo perché prevedono anche la ricostruzione dei ponti stradali lungo il canale. Il progetto preso maggiormente in esame è il quarto del costo di 12 milioni di euro, che prevede il rifacimento del canale delle acque millenarie per preservare il comune di Uras, la realizzazione di invasi di contenimento e di uno sbarramento artificiale per il controllo delle piene».
ALLUVIONATI Scettici e delusi gli abitanti del rione fra via Rio Mogoro e viale Sardegna, quello maggiormente colpito dall’alluvione: «Appare evidente che queste opere non eliminano il pericolo di allagamenti. La strada che va a Marrubiu, nella zona de Su ponti Nou, fa infatti da tappo al deflusso delle acque: è qui che bisognerebbe intervenire ripristinando il vecchio canale».
Antonello Loi
 
 
5 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Si è spento Giovanni Peretti
Addio al chirurgo che sorrideva ai bimbi africani

In una delle ultime foto, veste la divisa azzurra, la mascherina e un grande sorriso. Lo stesso che, in oltre quarant’anni di carriera, Giovanni Peretti ha riservato a tutti i suoi pazienti. Lo stesso che avrebbe regalato a fine mese ai bambini del Togo, se un infarto non l’avesse strappato alla vita due giorni fa, a Milano, all’indomani dell’ennesima operazione.
Chirurgo ortopedico, 77 anni, aveva la medicina nel sangue. Naturale, visto il cognome: suo padre Giuseppe, fisiologo, fondatore della Cittadella del Musei, era stato rettore dell’Università di Cagliari dal 1955 al 1970. Proprio in quegli anni, il figlio imboccava la stessa strada, per poi specializzarsi in ortopedia ed emigrare a Milano nel 1969. Lasciando però un pezzo di cuore a Castello e a Santa Margherita di Pula «dove tornava ogni mese», ricorda il figlio e collega Giuseppe. «Amava il mare, la salsedine, il ballo liscio e il Cagliari, che tifava da sempre». Dopo anni tra corsie e cattedre (dal 1980 era stato professore ordinario ai Pini e Cto di Milano e al San Gerardo di Monza), primo in Italia ad eseguire le operazioni di allungamento e accorciamento degli arti nei pazienti affetti da nanismo e gigantismo, nel 2007 era rimasto folgorato dall’Africa. «Era andato nel Togo per istruire i medici», racconta il primogenito, «ma diceva sempre di aver ricevuto lui, i maggiori insegnamenti». Da qui la nascita di un legame stabile, concretizzato con la raccolta fondi per la realizzazione di interventi chirurgici per la popolazione locale e la costruzione di pozzi nei villaggi.
Clara Mulas
 
 
6 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Speciale (Pagina 55 - Edizione CA)
Giulio Angioni sceglie Gramsci: «Lettura impegnativa ma mai difficile»
Giulio Angioni è uno dei principali rappresentanti della letteratura sarda. Un antropologo che nel corso degli anni ha saputo affiancare all’insegnamento universitario e ai saggi la scrittura di importanti romanzi come “Le fiamme di Toledo” (Sellerio) e “Alba dei giorni bui” (Il Maestrale). Opere che gli hanno permesso di vedersi assegnare, rispettivamente, il Premio Mondello a Palermo nel 2006 e il Premio Dessì a Villacidro nel 2005.
Per Angioni ci sono pochi dubbi quando gli si chiede quale sia stato il libro più importante: «La lettura più significativa è stata senza dubbio quella dei “Quaderni dal carcere” di Antonio Gramsci. Una scelta impegnata e impegnativa ma mai di difficile comprensione. Tutti vi si possono approcciare, le parole di Gramsci sono come un lampo che illumina il paesaggio notturno circondato dall’oscurità».
«I Quaderni possono avere tanti significati basati sui sentimenti del lettore, le chiavi sono molteplici», continua Angioni. «Sono una lettura in grado di accompagnarci per lunghi anni. Possono essere vissuti intensamente, letti senza un apparente criterio o consultati quando ne sentiamo il bisogno. Sono volumi che possono essere ripresi in qualsiasi momento».
Lo scrittore rivendica la sua decisione: «La mia vuole essere anche una scelta patriottica, un atto di riconoscenza. Troppo spesso noi sardi ci dimentichiamo di aver dato i natali a questo gigante del pensiero. Mi piace anche ricordare come Gramsci sia uno degli italiani più tradotti e studiati fuori dai confini nazionali. Un’attività ancora molto intensa dovuta anche all’aumento dei suoi estimatori e dei semplici lettori. Elementi in grado di confermare la sua attualità». (Matteo Mascia)
 

7 - L’Unione Sarda di sabato 22 novembre 2014 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
PREMIO LETTERARIO Il cronista dell’Unione Sarda rilegge un drammatico fatto di cronaca
L’Alziator a Giorgio Pisano con “La verità imperfetta”

Un cronista. Non provate a cucirgli addosso l’abito di scrittore perché Giorgio Pisano si sente solo quello è stato per quaranta anni all’Unione Sarda, un cronista. Un testimone attento e onesto di quotidiane, piccole e grandi, verità imperfette. Proprio come quella dura e bellissima che dà il nome al suo libro “La verità imperfetta”, edizioni l’Unione Sarda, con il quale ha vinto ieri il premio Alziator. «C’è un omicidio vero, palese, scontato, compiuto da una donna, a servizio in una famiglia, negli anni Cinquanta. Leggendo le carte del processo si è fatto strada prima il dubbio, poi un’altra verità, diversa da quella giudiziaria, in cui è lei la vittima di soprusi e umiliazioni». Niente è come sembra. «La verità perfetta non esiste, anche noi cronisti, nel massimo rispetto degli interlocutori, ne raccontiamo frammenti».
In pensione da qualche anno, Pisano, premiato dalla giurata e collega Maria Francesca Chiappe, gioisce come un ragazzino per il «privilegio» di scrivere ancora «per il mio giornale» e di essere tra le firme della collana letteraria pubblicata la scorsa estate dall’Unione. In lui è rimasta intatta la curiosità di cronista che l’ha spinto a guardare più a fondo in una storia speciale, lontana nel tempo. Il caso era ufficialmente chiuso, la pena già scontata. Ma dietro quel delitto, c’era altro da capire. «Il contatto tra me e la donna è stato solo telefonico. Per raccontare l’altra verità ho dovuto sparigliare un po’ le carte. Volevo proteggerla, lasciarla nell’ombra».
Chissà, magari ieri sera, era anche lei tra il pubblico del teatro delle Saline di Cagliari dove si è svolta la cerimonia di premiazione dell’ottava edizione del premio Alziator, un premio che rende omaggio al cantore di Cagliari, ma che ormai sa attrarre a sé l’attenzione e l’interesse di scrittori d’oltre mare. Se Pisano ha dato voce alla povera donna di servizio, Annacarla Valeriano l’ha data a 4812 donne e uomini che hanno vissuto rinchiusi nel manicomio di Teramo. “Ammalò di testa”, Donzelli editore, ha vinto nella sezione saggistica ed è uno straordinario lavoro di ricerca su cartelle cliniche. «Sono state le piccole grandi vicende della vita di queste persone a spingermi a scrivere questo saggio - ha detto tra l’emozione, la ricercatrice. Vi sono grata perché le avete rimesse al centro della scena, quando vita, società e scienza le avevano confinate nel retroscena». Secondo classificato per la narrativa, il giornalista Piero Isgrò con “La sposa del nord” e terzo Paolo Fadda con “Da Karel a Cagliari”. Nella saggistica, Fulvio Beschi con “La leggenda di Troia” e Michela Capone con “Ascoltami”.
A cucire l’intensa serata, presentata da Ottavio Nieddu, i cui ospiti musicali sono stati Maria Paola Aresu e Luigi Puddu, è stato il robusto filo dell’identità che - ha spiegato Nereide Rudas, presidente della Fondazione dell’Alziator «non significa solo radici e tradizione, ma capacità di progettare una nuova realtà». Un’identità dinamica, capace di intrecciare altri rapporti, di saper guardare altri orizzonti. Arte coltivata da Giovanni Lilliu (ricordato dall’ex rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino), Placido Cherchi della cui opera era ieri testimone Salvatore Cubeddu, e da Maria Lai. A raccogliere l’omaggio in suo ricordo, la nipote Maria Sofia Pisu che l’ha voluto dedicare all’amica del cuore della zia, Maria Crespellani.
Il premio Alziator, arrivato all’ottava edizione «grazie solo alla sensibilità della Fondazione Banco di Sardegna», ha spiegato il presidente Maurizio Porcelli, ha riservato quattro menzioni speciali, attribuite dalla giuria presieduta da Marcello Tuveri: una è andata al giornalista dell’Unione Sarda Pietro Picciau per “Le Carte del re”. Ma l’Alziator guarda anche alla creatività e alla musica. Ecco Paolo Modolo che con l’antico velluto ha saputo creare abiti moderni; il compianto studioso Giampaolo Lallai, ricordato dai Cuncordia a Launeddas, per il suo lavoro di ricerca. E Pinuccio Sciola che con con le sue pietre sonore ha regalato i suoni della Sardegna più misteriosa.
Caterina Pinna





LA NUOVA SARDEGNA 
8 - La Nuova Sardegna di sabato 22 novembre 2014 / Prima pagina
ATENEO DI CAGLIARI
Blog su donne e potere, prof esagera: l’ira del rettore

A PAGINA 9
 
Il rettore dell’Università di Cagliari apre un procedimento contro Marco Zurru
ATTACCA LA MORETTI SUL WEB MA ESAGERA, PROF NEI GUAI
Usato un linguaggio “estremo” contro l’esponente del Pd sul sito internet
di Luisa Satta
CAGLIARI «Certo è che ostentare la f... – la bella f... s’intende – a modello di rappresentanza degli italiani è cosa ormai sedimentata nel paese». Così, in un articolo soavemente intitolato “La f... al potere” e pubblicato sul sito Sardegna Blogger, il sociologo Marco Zurru commenta l’intervista in cui Alessandra Moretti (Pd, in corsa per la presidenza della Regione Veneto) rivendicava l’importanza, per le donne che fanno politica, di essere non soltanto intelligenti e preparate, ma anche gradevoli e curate. Il compiacimento di Zurru per il discreto successo dell’articolo (pubblicato martedì scorso, ha avuto circa 4mila visualizzazioni, ma pochi commenti) ha lasciato ieri mattina il posto alla preoccupazione dopo che il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, ha avuto occasione di leggere “La f... al potere” e ha deciso di aprire un procedimento disciplinare contro il cinquantenne studioso di Iglesias, professore associato di Sociologia economica nella facoltà di Scienze politiche. «Rompiscatole professionista» (come si autodefinisce su Sardegna Blogger), nel suo pezzo Marco Zurru evita con cura il politicamente corretto: «Ora, cosa ci sia di rappresentativo nel modello del far politica al femminile proposto da questa signorina “bravissima” e bonissima – perché due colpi (anche quattro, a dire il vero) glieli darebbe chiunque – proprio non lo capisco. Non è che tutti i maschi perdono la testa, la bussola, e l’orizzonte etico dei propri desideri e delle proprie necessità di fronte ad una bella f...». Se voleva scandalizzare il pubblico femminile, pochi giorni prima della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il sociologo si è visto recapitare massicce dosi di indifferenza glaciale: poche le reazioni sul web, nessuna insurrezione davanti al suo ufficio all’Università. Chi non poteva non scandalizzarsi era il rettore Melis, che in un comunicato ha espresso «la più netta disapprovazione per il testo pubblicato, sia per le forme sia per il contenuto. L’Ateneo ha immediatamente avviato la procedura per la contestazione formale di quanto scritto dal docente e allo stesso tempo è stata trasmessa la documentazione al Comitato etico dell’Università per il previsto parere nel merito, come prescritto dal codice etico in vigore da anni».
 


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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