Giovedì 6 novembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 novembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITA'
Si terrà domani, alle 9, il secondo appuntamento con Communication Lab presso la sala Cosseddu dell'Ersu di via Trentino. L'iniziativa è promossa dall'associazione studentesca Caravella Youth in Action con il contributo dell'Università.


 
 
2 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Trasferimenti
Maullu: infermieri preoccupati
Il segretario del Coordinamento sindacale autonomo della Cisal Università, Arturo Maullu, interviene sul tema dei trasferimenti degli infermieri con una nota inviata al direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria (Aou), al direttore sanitario della Aou, al rettore dell'Università e all'assessore regionale alla Sanità. «Le lettere di trasferimento a firma del direttore sanitario sono state ricevute da diversi infermieri - in massima parte universitari, ma non solo - e contestualmente, il 3 novembre è arrivata anche una lettera a firma del direttore generale che comunica il differimento degli effetti delle comunicazioni di trasferimento a data da destinarsi. Se si voleva seminare scompiglio tra il personale infermieristico e preoccupazione tra i dirigenti medici responsabili dei servizi, che con questo atto unilaterale veniva privato dell'indispensabile personale di supporto, bisogna ammettere che c'è riuscito in pieno». La proposta di Maullu: «Creare un unico poliambulatorio multispecialistico aperto per almeno 12 ore al giorno, con un proprio organico infermieristico che dipenda direttamente dalla direzione sanitaria». Questa soluzione «consentirebbe di dare una migliore risposta all'utenza e razionalizzerebbe l'utilizzo degli spazi». Altra richiesta «fu quella di far cambiare area funzionale, da sanitaria ad amministrativa, a quegli infermieri che non possono svolgere funzioni assistenziali».


 
 
3 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
Il convegno
L'utilizzo di biomasse nel settore industriale
Si svolgerà domani a Cagliari nella Sala Anfiteatro della Regione Sardegna, il workshop sulle reti intelligenti per la gestione dell'energia intitolato “Micro grid e smart grid: una panoramica tecnologica e di mercato”. Termini ancora poco diffusi che spiegano però concetti all'avanguardia. Le “grid” sono sistemi intelligenti in grado di rendere la gestione della rete elettrica più flessibile ed efficace grazie a scambi di informazioni rapidi e continui. Possono quindi regolare le dinamiche di domanda e offerta energetiche, ridurre al minimo le perdite e utilizzare quasi esclusivamente fonti rinnovabili. Il workshop cercherà di approfondire i temi legati alle nuove frontiere tecnologiche e di mercato e analizzare gli aspetti economici relativi all'impiego delle biomasse nel settore industriale.
L'incontro, organizzato dal cluster Energie Rinnovabili, gestito da Sardegna Ricerche, sarà moderato da Luca Contini, responsabile della Piattaforma Energie rinnovabili del centro di Pula. Interverranno, Giorgio Cau, del dipartimento di Ingegneria dei materiali di Cagliari, Alfonso Damiano, (Ingegneria elettrica ed elettronica), Filippo Ghiraldo e Bernardo Moronato, rappresentanti della Bep srl, ed Efisio Antonio Scano, responsabile scientifico del Laboratorio biocombustibili e biomasse di Sardegna Ricerche. La partecipazione è gratuita basta registrarsi sul sito di Sardegna Ricerche.
Luca Mascia


 
4 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Secondo uno studio dell'Università di Cagliari possono sparire in qualche decennio
Quindici comuni in agonia
Su 33 paesi a rischio di spopolamento, metà sono oristanesi
Sempre più vecchio e disabitato l'Oristanese: molto presto, nel giro di qualche anno, un paese ogni sei della provincia non esisterà più nelle cartine geografiche. Il dato (quindici paesi su un totale di trentatré comuni sardi a rischio spopolamento) emerge da un recente studio svolto dall'università di Cagliari. I centri a rischio sono quelli più isolati (la maggior parte situati nelle zone interne), che fanno registrare una popolazione più esigua e anziana rispetto alla media regionale. Un fenomeno molto simile a quello della selezione naturale per i comuni meno prolifici, a rischio estinzione anche per via delle difficili condizioni ambientali: molti i giovani, alla ricerca di nuove opportunità di vita, che abbandonano i paesi natali per emigrare.
 LA LISTA NERA Per assistere alla scomparsa di alcuni piccoli centri dell'Oristanese sarà sufficiente attendere una decina d'anni. Per altri, nei casi più ottimistici, ciò avverrà molto prima della fine del secolo. Dei trentatré comuni in via di estinzione quasi la metà - inseriti nella lista nera del sociologo Gianfranco Bottazzi e dello statistico Giuseppe Puggioni - sono della provincia di Oristano. Paesi come Ardauli, nonostante un'età media avanzata, hanno qualche anno in più di speranza. Invece, per realtà ancora più esigue, sotto le 500 anime, aspettative di vita irrisorie: alcuni di questi centri se saranno fortunati forse vedranno l'anno 2030.
 I SINDACI Il primo a scomparire potrebbe essere Baradili, con le sue 87 anime, con solo 14 minorenni ed esattamente il doppio (28) di età compresa tra i 60 e i 100 anni: «Sta nell'evidenza delle cose», conferma il sindaco Lino Zedda: «Abbiamo anche fatto dei tentativi per invertire questa tendenza, ma non c'è stato nulla da fare. Ai cittadini bisogna garantire almeno i servizi indispensabili, cosa che non accade. E se non interverranno le istituzioni, da qui a qualche anno sarà il deserto». Poi c'è Soddì, con una manciata di residenti in più. Ma il sindaco Francesco Medde non ci sta: «Tanti giovani vanno via per il lavoro, ma tante altre persone vogliono stabilirsi a Soddì per la tranquillità del posto, la maggiore attenzione che si ha nei confronti delle persone. E anche perché le tasse e il costo della vita sono molto bassi. Sono sicuro che la popolazione aumenterà, una volta risolto il problema delle case sfitte». Tra i comuni a rischio di estinzione c'è anche Morgongiori: «Non voglio credere che il paese scomparirà», dice il sindaco Renzo Ibba. «Ma il rischio c'è, ed è legato al notevole numero degli anziani e alle poche nascite».
Fabrizio Carta


 
5 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 15 - Edizione OR)
Bauladu
Architettura, cinque giorni di convegni e laboratori
Da ieri fino a domenica, Bauladu punto di riferimento per gli studiosi di architettura. Il Centro servizi di San Lorenzo, infatti, sta ospitando il workshop "Comunicare i luoghi", coordinato dalla Facoltà di Architettura di Alghero, in collaborazione con il Dipartimento di design e urbanistica dell'Università di Sassari, l'University of applied arts di Vienna, la School of architecture and planning dell'University of Auckland, la Cooper union di New York e l'Atelier Pinuccio Sciola. Incontri finalizzati alla valorizzazione architettonica, turistica ed ambientale della Sardegna. Nella cinque giorni visite guidate e incontri aperti al pubblico.
Oggi, dalle 9 alle 10.30 le attività culturali e il territorio, a cura della Consulta giovanile di Bauladu; alle 11 visita guidata ad aziende del territorio. Dalle 15 alle 19 seminario e laboratorio di allestimento ed esposizione. Dalle 19, evento aperto al pubblico: "Narrare luoghi, nomi dei luoghi e suoli nell'Oristanese", di Gianfranco Capra, Università di Sassari. Domani, alle 9 seminario a cura di Stefano Mirti; dalle 11 visita guidata a siti archeologici; dalle 15 alle 18.30 laboratorio di social media con Stefano Mirti e dalle 18.30 l'evento "Narrare luoghi, conversazione con la scrittrice" con Michela Murgia. Sabato visite guidate ai siti e laboratorio di social media e dalle 19 "Narrare luoghi, conversazione e concerto per "pietre sonore", di Pinuccio Sciola. Domenica, alle 9 introduzione alle metodologie Swot e Gopp di Andrea Vallebona. Alle 10 laboratorio di progettazione integrata e sviluppo e alle 12 "Promuovere luoghi: presentazione finale degli esiti del laboratorio".
Giacomo Pala


 
 
6 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 17 - Edizione OR)
CABRAS. In esposizione da ieri sera nella struttura in riva allo stagno
Cresce il tesoro di pietra: al museo i betili più grandi
Chi vuole vedere da vicino i due betili più grandi della Sardegna deve visitare il museo di Cabras. Perché da ieri pomeriggio sono sistemati proprio all'ingresso della struttura. Un colpo d'occhio davvero straordinario: ancora bagnati dalla terra umida di Mont'e Prama, dove sono stati sepolti per ben tremila anni, attirano l'attenzione di tutti. Qualcuno chiede spiegazioni alla guida, altri invece si soffermano a osservarli in silenzio. E come spiega l'archeologo Alessandro Usai, supervisore dello scavo in corso nella collina del Sinis, «in attesa dell'allestimento della mostra prima del restauro i reperti sono già in esposizione e tutti possono vederli».
 I BETILI Sono enormi: uno misura due metri e 43, l'altro invece due metri e 35. Pesano circa tre quintali l'uno, ecco perché il trasporto da Mont'e Prama a Cabras, avvenuto martedì pomeriggio, non è stato facile. Come per i Giganti, anche questi reperti nuragici sono stati ingabbiati prima con assi di legno e poi caricati su un camion sotto lo sguardo attendo dei tecnici della Soprintendenza. «Nell'Isola non sono stati mai trovati betili così grandi - spiega l'archeologa della Soprintendenza Emina Usai - Come un tempo diceva lo studioso Giovanni Lilliu, dovrebbero essere pietre sacre, le divinità di Mont'e Prama che proteggevano tutta l'area funeraria. Ma c'è anche qualche studioso che ha parlato di modelli di torri nuragiche. Stiamo parlando di ipotesi avanzate negli anni Settanta».
 LA MOSTRA Al museo Giovanni Marongiu, ieri pomeriggio, c'era anche la direttrice Carla Del Vais: «Un altro tesoro arricchisce la nostra esposizione - commenta con orgoglio - in attesa di quella definitiva». In questi giorni gli addetti ai lavori iniziano a sistemare le sale dove a breve verranno esposti anche tutti gli altri frammenti antichi scoperti dagli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari, al lavoro da maggio. I visitatori avranno l'opportunità dunque di ammirare i reperti prima del restauro.
 I GIGANTI Chi invece vuole vedere le due statue di pietra trovate intere può già farlo. Sono nella sala Cuccuru Is Arrius, in una gabbia di legno. «Sono tante le persone che si fermano e fotografano - spiega l'assessore alla Cultura Fenisia Erdas - E poi ovviamente vogliono conoscere tutta la loro storia».
Sara Pinna


 
7 - L’Unione Sarda di giovedì 6 novembre 2014 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
DA SABATO. In tutte le edicole il primo volume della nuova serie
Altri otto “Pensatori Sardi”
Avvio con Berlinguer, a seguire Francesco Cossiga
Dopo il successo della prima, nuova serie della Collana "Pensatori Sardi" della Biblioteca dell'identità de "L'Unione Sarda". Dedicato a Enrico Berlinguer da sabato 8 novembre sarà in tutte le edicole il primo di otto volumi. Seguiranno i volumi su Francesco Cossiga, Antonio Simon Mossa, Paolo Dettori, Lorenzo Del Piano, Umberto Cardia, Renzo Laconi e Girolamo Sotgiu. I volumi - di livello editoriale alto - sono proposti al prezzo popolare di 4,80 euro (più il prezzo del giornale).
Pochissimi dubbi. Anzi, nessuno. Di certo un buon numero di lettori avrebbe espresso giudizi positivi per la pubblicazione della Collana “Pensatori sardi”.E così è stato, infatti. Nel quadro di un rinnovato interesse per la nostra identità da interpretare fra passatoe futuro – interesse confermato anche di recente dai consensi per Buongiorno SarDegna di Giuseppi Dei Nur – non potevano infatti mancare attenzione e coinvolgimento culturale per le idee di personaggi significativi, giustamente considerati grandi intellettuali. Così, mentre i primi dodici volumi continuanoad avere una rinnovata disponibilità – anche singolarmente – è stata definita per la particolare Collana de “La biblioteca dell'identità” una seconda selezione.Pur non pretendendo ovviamente di completare il possibile elenco di tutti i pensatori della Sardegna, gliotto nomi nuovi arricchiscono di molto quello che, nelcomplesso della Collana, è una sorta di forum indiretto di personaggi con diverse ideologie, con diverse posizioni politiche e diverso impegno. Tutti i pensatori proposti (in totale ventitré) sono uomini e donne delle istituzioni e delle professioni, filosofi, storici, leaderpolitici o autorevoli rappresentanti della società civile. Sulle ragioni che hanno suggerito le realizzazione della Collana “Pensatori sardi” nella prestigiosa cornice de“La biblioteca dell'identità” che “L'Unione Sarda” ha 6 avviato ormai undici anni fa, resta ovviamente valido quanto si è scritto introducendo la prima serie di volumi. Compreso il rammarico per aver dovuto escludere alcuni pensatori a causa della scelta di non pubblicare gli intellettuali ancora viventi, del numero comunque limitato dei volumi e, in qualche caso, dell'impossibilità di ottenere la concessione temporanea dei diritti sulle opere. I sardi che meritano di essere considerati “Pensatori” non sono pochi, hanno scritto opere comunque di grande interesse anche quando le hanno tenute entroil recinto di esasperate opinioni soggettive o di parte. Fatte alcune eccezioni, si può dire – con ovvia amarezza culturale – che però non sono conosciuti come invece meritano. Sì, gli storici delle università li studiano, i ricercatori dedicano loro saggi e convegni, di alcuni si occupano con appassionato rigore generose associazioni e impegnate fondazioni. Però, gli intellettuali e i politici sardi del passato che a ragione possono essere chiamati “Pensatori” non sono presenti (o hanno una presenza inadeguata) nei programmi delle scuole medie e superiori. E così i giovani non li conoscono, non possono riflettere sulle loro idee e tanto meno assimilarle, criticarle o rifiutarle. Per loro – e per molti adulti che non hanno potuto o saputo trarne vantaggio – esiste quindi una preziosa eredità che attende di essere raccolta. Sono appunto le idee di grandi sardi, di intellettuali che in particolare negli ultimi due secoli si sono battuti con generosa passione, talvolta pagando prezzi molto alti per difenderle e diffonderle. Idee legate – soprattutto ma non solo – alla realtà dell'Isola per darne originali interpretazioni, per cogliervi i 7 sentimenti profondi di una identità tutta speciale, per promuoverne radicali cambiamenti, per sottrarla ai soprusi dei governanti, per darle i connotati del progresso economico e sociale. Quindi anche idee di più ampio respiro, recepite con partecipazione diretta ai grandi dibattiti culturali, politici, filosofici e scientifici, nazionali e internazionali. È sulla base di questa considerazione che “L'Unione Sarda” ha deciso di realizzare la Collana “Pensatori sardi”. Ogni libro ospita, di ciascun “Pensatore”, una selezione di brani scelti da volumi, saggi e articoli su riviste e quotidiani, relazioni a convegni e atti delle assemblee nazionali e locali. L'obiettivo è semplice e complesso allo stesso tempo: favorire la conoscenza di singoli autori proponendo – nella forma antologica in qualche modo meno impegnativa per il lettore – esempi dei loro ragionamenti, delle loro convinzioni, della loro lettura della storia, della loro testimonianza sociale e delle loro tesi così da stimolare la successiva lettura dei testi integrali e quindi il desiderio forte di impegnarsi in tutti gli opportuni approfondimenti. All'iniziativa sono stati dati editorialmente una linea precisa e alcuni paletti che ne fissano i limiti. A dirla in breve, brani scelti – come si è accennato – di autori scomparsi e per quanto possibile espressione delle diverse ideologie e anche delle differenze all'interno di una stessa corrente di pensiero.
Quindi, nessuna esclusione, salvo quelle imposte da irrisolvibili problemi obiettivi. Per alcuni personaggi, in considerazione della vastità della loro produzione, le scelte hanno tentato di privilegiare brani capaci di restituire la varietà degli interessi senza però costringerla nella gabbia di specifici argomenti. I volumi, nel loro complesso, toccano tutti i temi sociali che rendono particolare la Sardegna: l'insularità, l'indipendenza perduta, l'autonomia limitata,la cultura, la lingua, le tradizioni, l'economia, la storia.La Collana “Pensatori”, alla quale hanno dato un valido e apprezzato contributo Maria Dolores Picciau e Alberto Contu, si è aperta, e non poteva essere diversamente, con Antonio Gramsci che giustamente viene considerato da molti – avversari politici compresi – il più grande intellettuale sardo e certamente anche uno dei più grandi dell'Italia e non solo. “La biblioteca dell'identità” aveva già riservato una doverosa attenzione all'eccezionale “Pensatore”. Tempo fa ne ha infatti pubblicato – per la prima volta in edizione anastatica – i Quaderni del carcere.
Al pensiero di Gramsci è stato anche assegnato – se 9 così si può dire – un ruolo promozionale. A differenza di quanto stabilito per gli altri autori, al grande intellettuale sono stati dedicati due volumi. A seguire le antologie di scritti significativi – in qualche modo rivelatori di una posizione culturale e politica – firmati da “Pensatori” di obiettivo valore e di notevole interesse: Emilio Lussu, Giovanni Battista Tuveri, Francesco Cocco Ortu junior e senior, Giovanni Lilliu, Attilio Deffenu, Mariangela Maccioni, Marianna Bussalai, Elisa Nivola, Joyce Lussu, Sebastiano Dessanay, Antonello Satta, Giorgio Asproni e Mario Melis. Ora altri otto nomi altrettanto significativi: Enrico Berlinguer, Paolo Dettori, Antonio Simon Mossa, Francesco Cossiga, Lorenzo Del Piano, Umberto Cardia, Renzo Laconi e Girolamo Sotgiu.
“L'Unione Sarda” intende anche rendere omaggio a Berlinguer a trent'anni dalla scomparsa dedicandogli il primo volume della nuova serie. Di recente “L'Unione Sarda” ha anche collaborato con la “Fondazione Enrico Berlinguer” della Sardegna (autorevolmente rappresentata da Francesco Berria e Salvatore Corona, coinvolti anche nella nuova iniziativa) per pubblicare e diffondere con il giornale un volume fotografico intitolato Berlinguer e la Sardegna. Anche questa pubblicazione è stata accolta con vasti consensi. L'intera Collana si propone dunque come una sorta di forum sulla Sardegna osservata anche nell'ottica nazionale. In questo dibattito scritto – in libero contraddittorio – dalle menti più significative e brillanti discende un disegno stimolante della realtà della Sardegna, delle idee e degli obiettivi politici. In particolare, dal confronto su eventi e personaggi, variamente 10 interpretati e valutati, emergono i sentimenti profondi del popolo sardo, l'insofferenza per il malgoverno, l'aspirazione al concreto e convinto riconoscimento di diritti fondamentali, le legittime rivendicazioni di piena libertà e di rispettata dignità. E anche, in tutta la loro drammaticità, le proteste per le sopraffazionidi avidi conquistatori e predoni pubblici e privati. Insommale intense pagine della Collana propongono – sistemandola in ottiche diverse – la figura emblematica di uomini di pensiero e di azione che con forza e coraggio hanno dato voce alla spesso soltanto intima aspirazione dei sardi a una vera, concreta autonomia.
Gianni Filippini


 



LA NUOVA SARDEGNA

8 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 novembre 2014 / Economia Sardegna - Pagina 14
A Sassari le società scientifiche agricole, forestali e agroalimentari
Garantire a tutti il diritto al cibo
SASSARI Oggi e domani, a Sassari, organizzato dal Dipartimento di Agraria dell’Università, si terrà il XII Convegno Nazionale dell’Aissa, l’associazione che comprende le società scientifiche dei settori agricolo, forestale e agroalimentare. I rappresentanti di oltre 5000 ricercatori universitari, del Cnr e degli Enti di ricerca in agricoltura si confronteranno sul tema “Produrre di più e meglio in agricoltura, selvicoltura e agroalimentare: innovazioni pronte all’uso”. Il presidente Aissa prof. Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino spiega il senso dell’evento: «L’attenzione verso le produzioni primarie è molto cresciuta, parallelamente alla sensibilità ambientale. Anche il mondo scientifico considera i temi legati alla sostenibilità come punto inderogabile per lo sviluppo, ma dopo anni di focalizzazione particolare sull’impatto ambientale delle coltivazioni oggi si comincia a parlare di sostenibilità anche nel significato più generale di possibilità di accesso al cibo. Sembra finalmente il tempo di mettere da parte le contrapposizioni ideologiche e orientare la ricerca verso nuovi scenari che vedano al centro dell’attenzione la salvaguardia del territorio agricolo, salvaguardando la biodiversità, ma continuando a poter disporre di risorse primarie sufficienti a sfamare il mondo». Il professor Giuseppe Pulina, direttore del Dipartimento di Agraria, afferma che «proprio questo tema sarà al centro di Expo 2015, che sponsorizza l’evento all’interno dei percorsi culturali di orientamento, ed il contributo della ricerca sarà determinante per realizzare questo ambizioso obiettivo».
 

 
9 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 novembre 2014 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
Cento anni fa le richieste al governo centrale dopo l’incontro a Roma
Sassari ricorda l’evento con un incontro pubblico tra politici e studiosi
CONVEGNO DEI SARDI EMIGRATI Stessi temi dopo un secolo
di Antonio Meloni
SASSARI Pur nelle mutate condizioni politiche internazionali, l’autonomia è ancora uno strumento efficace per garantire alle realtà periferiche pari opportunità rispetto a quelle centrali. Energia e trasporti, sviluppo e stato sociale, sanità e istruzione, sono temi delicati per regioni come la Sardegna che faticano a tenere il passo di quelle oltre Tirreno dove storie diverse e una differente economia hanno consentito, negli anni, lo sviluppo e la crescita di un’altra società. A distanza di un secolo dal primo congresso regionale sardo, celebrato a Castel Sant’Angelo nel maggio del 1914, la Fondazione Sardinia si interroga sul futuro dell’autonomia per capire se, in piena globalizzazione, ci siano ancora margini di manovra di fronte a una presenza europea sempre più soverchiante. Lo ha fatto nei giorni scorsi al dipartimento di storia e scienze umane dell’università di Sassari durante il convegno intitolato “Dal primo congresso degli emigrati sardi, il messaggio per il governo della Sardegna di oggi”. Prendendo lo spunto dagli atti di quel convegno, un parterre composto da giuristi, storici e uomini politici, ha rilanciato le ragioni dell’autonomia sempre più minacciata dalla forza centripeta prodotta dall’integrazione europea. Le recenti dichiarazioni del ministro Maria Elena Boschi che, nei giorni scorsi, alla Leopolda, si è espressa molti chiaramente a favore della soppressione delle autonomie speciali acuiscono le preoccupazioni e confermano ciò che ormai appare come una tendenza generale. Certo è che scorrendo tra le righe degli atti del congresso del 1914, sembra davvero che nell’isola in cento anni non sia cambiato niente. «Fa paura – ha detto senza usare mezzi termini Gianfranco Ganau, presidente del consiglio regionale sardo – soffermarsi su alcuni passaggi di quel documento che descrive problemi e drammi ancora attuali, ma il timore più forte è che la nuova preoccupante forma di centralismo possa essere un serio ostacolo allo sviluppo equilibrato della nostra regione». Ci si chiede, allora, se non sia il caso di ridefinire i rapporti tra centro e periferia per rinforzare quel regime autonomistico che l’integrazione con l’Europa rischia di mettere seriamente in discussione. Omar Chessa (università di Sassari) getta acqua sul fuoco quando sostiene che la legge di riforma elaborata dal governo tende a conservare il regime autonomistico «Ma la situazione non è rosea – rimarca il costituzionalista – le risorse per le autonomie sono destinate a calare e le decisioni in materia di finanza pubblica, ora in capo alle autonomie locali, saranno sempre più accentrate». Paolo Fois (università di Sassari) propone con forza la necessità di elaborare un documento, una legge statutaria in cui «La si faccia finita una volta per tutte di interpretare l’autonomia in termini di mero privilegio e di rivedere i rapporti con il centro alla luce di esigenze oggettive avvertite dalla comunità internazionale per la salvaguardia della specialità e delle diversità». Secondo lo storico Federico Francioni (Fondazione Sardinia), si dovrebbe recuperare l’idea progettuale che un secolo fa ha animato intellettuali della caratura di Francesco Cocco Ortu e rimettere al centro del ragionamento politico settori strategici come l’agricoltura e la piccola e media industria reinterpretandoli in termini di sostenibilità ambientale. Certo è che questo potrà essere fatto alla luce di una diversa progettualità realizzabile solo se, per dirla con le parole di Omar Chessa «Ogni euro speso in Sardegna sarà destinato alla formazione e all’innovazione». Temi e riflessioni che saranno ripresi e sviluppati in quello che a distanza di un secolo potrebbe essere il secondo congresso dei sardi a Roma. C’è in animo, infatti, come ha annunciato in apertura di lavori Salvatore Cubeddu (Fondazione Sardinia) di ritornare a Castel Sant’Angelo per fare il punto sullo statuto a distanza di cento anni dal primo storico incontro organizzato dall’allora Associazione fra i sardi in Roma progenitrice dell’attuale sodalizio ribattezzato “Gremio dei sardi di Roma”. L’idea alla quale lavora la Fondazione è sostenuta, manco a dirlo, dall’università di Sassari, dalla federazione delle associazioni sarde in Italia e dall’associazione ex consiglieri regionali della Sardegna.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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