Sabato 1 novembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 novembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di sabato 1 novembre 2014 / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
INNOVAZIONE. Un vaso intelligente ha vinto la prima Start Cup Sardegna
LA PIANTA L’ANNAFFIA IL WEB
Tante nuove idee, alla ricerca del Steve Job sardo

È stato un vaso intelligente, capace di connettersi ai social network e comunicare agli utenti le esigenze della pianta contenuta, a conquistare la giuria della prima Start Cup Sardegna 2014, il concorso di idee innovative nell’ambito del progetto regionale Innova.Re, con la collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari e del polo scientifico di Pula Sardegna Ricerche. Nel corso della finale regionale, nell’aula magna della Facoltà di Ingegneria a Cagliari, la squadra formata da Antonio Solinas, Pierluigi Pinna, Nicola Siza, Andrea Maddau, Luigi Atzori, Terence Deffenu, Giuseppe Broccia, Katiuscia Serra ha sbaragliato la concorrenza con il progetto “Lifely-Talking Objects” meritandosi il primo premio di 8.000 euro. Sul secondo gradino del podio, aggiudicandosi un assegno da 4.000 euro, sono saliti invece Luca Savoldi, Andrea Sanna, Davide Ariu, tre ingegneri informatici creatori di “Deep Fisher” un software in grado di individuare e prevenire le minacce dei pirati informatici analizzandone in movimenti nel deep web, la parte sommersa di Internet e inaccessibile ai più.
Duemila euro e la soddisfazione del terzo posto infine per Luca Bittau, Enrico Pirotta, Carmine Pellegrino, Cecilia Pinto, Valentina Gigliolo, Valeria Andreotti, Renata Manconi. Il team composto da ingegneri e biologi ha portato in gara “Sea me”: Sardinia Education & Activities in the Marine Environment, progetto digitale per abbinare ricerca scientifica e tutela dei cetacei.
«La sfida per loro si ripeterà il 4 e 5 dicembre a Sassari durante la finale nazionale della Start Cup 2014 - ha detto Paolo Fadda, delegato per l’innovazione dell’Università di Cagliari - un’occasione importante che conferma quanto i canali universitari sappiano avvicinare giovani preparati al tessuto economico». Un posto per Sassari sarà riservato anche ai quarti classificati e ideatori di FasTrial: piattaforma web di collegamento tra centri di ricerca, industrie farmaceutiche e medici per ottimizzare i tempi dei trial clinici.
Ma a trionfare sono stati soprattutto l’ingegno e l’intraprendenza di tanti ricercatori intenzionati a dare corpo a intuizioni promettenti, non soltanto sulla carta. I membri della giuria, provenienti da diverse realtà professionali, accademiche, bancarie e tecnologiche, hanno infatti dovuto valutare sia la qualità delle idee che la loro fattibilità economica e sostenibilità nel medio lungo periodo.
«Tenete a mente i nomi dei partecipanti - hanno consigliato gli organizzatori durante la premiazione - potrebbe esserci quello di un nuovo Steve Jobs». Nato e cresciuto in Sardegna.
Luca Mascia


2 - L’Unione Sarda di sabato 1 novembre 2014 / Speciale (Pagina 17 - Edizione CA)
Da lunedì al via una campagna dell’Airc
Ma il cancro si combatte con la ricerca
È la guerra più importante del terzo millennio. Si combatte contro un nemico subdolo ma non invincibile, col quale è difficile non avere a che fare: il cancro. In Italia, ogni giorno, vengono diagnosticati 1000 nuovi casi, e circa 2 milioni e 250 mila persone (oltre il 4 per cento della popolazione) convivono con una precedente diagnosi di tumore. Numeri drammatici, che non devono però indurre al pessimismo, perché se l’avversario è forte, la strategia per affrontarlo non è da meno, basata soprattutto sulla ricerca di nuove terapie. Vi partecipa un esercito di studiosi, sparsi per il mondo, (Italia e Sardegna comprese) con risultati sempre più incoraggianti. In grado di influire sulla qualità della vita di pazienti e di creare la speranza che si raggiungeranno traguardi sempre più significativi sul piano della cura, della prevenzione e diagnosi. Perché anche in questo caso, individuare il nemico tempestivamente consente di raggiungere obiettivi sempre più positivi. Come confermano i numeri: in Italia, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è oggi del 63 per cento per le donne e del 57 per cento per gli uomini. Nel 1990 era, rispettivamente, del 53 e 39 per cento.
Ma il cancro non è una sola malattia: comprende una serie di forme diverse, rispetto alle quali si registrano successi di livelli differenti. Così, elevata è la sopravvivenza in tumori molto diffusi come quello del seno (87 per cento) e della prostata (91). Vittorie ottenute grazie all’impegno di migliaia di scienziati. Un fronte nel quale ha un ruolo di assoluto rilievo l’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) che oggi sostiene finanziariamente oltre 5000 studiosi con 565 progetti e 14 grandi programmi di ricerca multidisciplinare, per trasferire le conoscenze acquisite in laboratorio nelle corsie d’ospedale.
Solo nel 2013, l’associazione ha finanziato studi per circa 79 milioni di euro. Ottenendo risultati concreti, cure. Come spiega il direttore scientifico Maria Ines Colnaghi: «Un gruppo di ricercatori di Milano ha elaborato un nuovo test in grado di individuare con un semplice prelievo di sangue il tumore del polmone ai suoi esordi, sino a due anni prima della diagnosi con la Tac a spirale. A Torino è stato testato in laboratorio un vaccino promettente contro il tumore del pancreas, mentre a Bari i nostri ricercatori hanno capito come sfruttare il metabolismo del colesterolo per combattere il tumore del colon».
Risultati ottenuti grazie a campagne come quella che si svolgerà dal 3 al 9 novembre: I giorni della Ricerca. Obiettivo: informare sui risultati ottenuti e raccogliere fondi. Per un’intera settimana la Rai ospiterà studiosi e testimonial dell’Airc che racconteranno i progressi della ricerca e inviteranno a donare con una chiamata al telefono fisso o con un SMS al numero solidale 45503, attivato dai principali gestori telefonici dal 29 ottobre al 17 novembre. Mercoledì 5 gli scienziati spiegheranno la missione Airc nelle università e nelle scuole medie superiori; giovedì 6 si terrà una cerimonia presso la Presidenza della Repubblica; sabato 8 saranno distribuiti, in oltre 600 piazze italiane “I cioccolatini della Ricerca”. Con una donazione di 10 euro si riceverà una confezione di cioccolatini Lindt. Sempre sabato e domenica la campagna Airc sarà sostenuta dai giocatori della serie A.
Airc è molto attiva anche in Sardegna, attraverso un comitato regionale, nato nel 1991, e 37.955 donatori attivi. Nel solo 2013 l’associazione ha sostenuto 5 progetti triennali con un finanziamento complessivo di 515 milioni di euro all’anno. Riguardano studi di docenti come Amedeo Columbano (100 mila euro), Ezio Laconi (80.000) e Pierluigi Cocco (200.000) dell’università di Cagliari; Diego Francesco Calvisi (70.000) e Maria Rosa Pascale (65.000) dell’università di Sassari. Anche questi, come tutti quelli sostenuti dall’Airc, hanno ricevuto il patrocinio dopo essere passati al vaglio di un severissimo comitato scientifico, composto da scienziati di chiara fama italiani e stranieri.
Lucio Salis

I PROGRESSI E I RISULTATI
Studiosi sardi a colloquio con gli studenti
I 5 progetti di studiosi sardi finanziati dall’Airc hanno un aspetto in comune: possono portare benefici per i malati sul piano terapeutico. È la condizione che l’associazione pone prima di prendere in esame proposte di ricerca. Così, all’università di Cagliari, Amedeo Columbano si occupa di “Mutazioni genetiche associate allo sviluppo del cancro”. In particolare, al fegato; Ezio Laconi di “Alterazioni croniche nei tessuti nell’origine delle neoplasie: la loro correzione come possibile strategia preventiva e terapeutica”, Pierluigi Cocco di “Interazioni geni-ambiente nell’eziologia dei linfomi: aspetti traslazionali”. A Sassari, Diego Francesco Calvisi studia “I meccanismi molecolari coinvolti nelle patologie epatiche umane; suscettibilità genetica all’insorgenza di tumori”, mentre Maria Rosa Pascale si occupa del “Ruolo dei microRNA nella de regolazione delle vie di trasmissione dei segnali intracellulari in sottogruppi di pazienti affetti da carcinoma epatocellulare con diversa prognosi”. Il 5 e 6 novembre alcuni universitari si recheranno nelle medie superiori di Cagliari, Sassari, Olbia e Alghero per parlare dei progressi della ricerca sul cancro. Amedeo Columbano, responsabile della sezione Patologia nel Dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Cagliari, visiterà il liceo Siotto.
Cosa dirà ai ragazzi?
«Che il problema cancro purtroppo esiste. Con buone e cattive notizie. Quelle cattive sono che l’incidenza continua ad aumentare: in futuro una persona su 3 (forse una su 2) svilupperà qualche forma di tumore. Anche perché è legato all’età: più viviamo, più abbiamo probabilità di contrarlo. Quella buona è che la mortalità è in calo, grazie alla prevenzione e alla nuove terapie».
Si potrà sconfiggere il cancro?
«Possiamo rallentarlo, normalizzarlo, cronicizzarlo, ma non eradicarlo. È importante evitare che dia metastasi, facendolo diventare una malattia assolutamente normale. Per sconfiggerlo, dovremmo sapere come nasce: ma non lo sappiamo».
Quanto è importante Airc per la ricerca?
«Ha un ruolo insostituibile. È rimasto l’unico ente che finanzia la ricerca. Ormai il ministero ha tagliato i fondi a tutti i livelli. E il numero di domande di ricercatori sale, perché non ci sono altre fonti per un problema che riguarda dal 40 al 50 per cento della popolazione».
È difficile farsi finanziare dall’Airc?
«Bisogna ottenere risultati: i fondi del “5 per mille” sono stati dedicati a ricerche che entro 3 anni dovevano garantire una validazione sul piano clinico, cioè sul paziente. Entro i 3 anni si è riusciti addirittura a sperimentare nuovi farmaci, con risultati incoraggianti» (l.s.)


3 - L’Unione Sarda di sabato 1 novembre 2014 / Provincia di Sassari (Pagina 32 - Edizione OR)
SASSARI. Università
Per Mastino l’ultimo giorno da Magnifico

«Per un attimo ho avuto il dubbio che l’allegria fosse troppa, come se mi festeggiaste per il fatto che finalmente me ne vado». Parole che hanno aperto il saluto di Attilio Mastino, da ieri ex Magnifico rettore dell’Università di Sassari. Dopo cinque anni alla guida dell’Ateneo, il professore ha ringraziato tutti i suoi collaboratori e consegnato le attività nella mani del suo successore, Massimo Carpinelli, attualmente negli Stati Uniti, ma pronto per la cerimonia di insediamento. L’ultima giornata da Rettore è servita per ampliare l’eredità da lasciare a Carpinelli. Prima con l’inaugurazione del complesso didattico di Medicina e Chirurgia in viale San Pietro, con 11 nuove aule e un open space dedicato ai ragazzi, poi la premiazione di 112 studenti meritevoli e la nomina di socio onorario nel Gremio dei Viandanti. Mastino ha anche ricevuto l’equipaggio velico ufficiale dell’Università, vincitore del campionato Vento de l’Alguer. Alle 12, il saluto in Aula Magna. «Ringrazio tutti ma aggiungo che vogliamo davvero ripartire: Massimo Carpinelli per una nuova esaltante avventura, io per riprendere dove mi ero fermato (da docente di storia romana) con i lavori in Tunisia». Tanti anche i risultati raggiunti, dalla difficile applicazione della riforma alla eccellenza europea di Veterinaria e sino alle centinaia di interventi, in campo edilizio, che hanno restituito spazi e dignità agli studenti sassaresi. «Vorremmo davvero che proprio loro, i nostri studenti - ha concluso il rettore - divengano la generazione che farà rifiorire una Sardegna».
Antonio Brundu


4 - L’Unione Sarda di sabato 1 novembre 2014 / Speciale (Pagina 46 - Edizione CA)
Saggistica
Il canonico Spano, l’uomo straordinario che amò Cagliari raccontato da Bullitta

Sebbene questa nostra Capitale non presenti meraviglie come le alre città pricipali d’Italia, pure non mancano in essa molti monumenti che, nel loro genere possono dirsi singolari. Perché ogni città (...) può richiamare la curiosità dei dotti e dei viaggiatori». Può darsi che sia questo il modo giusto di amare Cagliari e, come spesso succede, non è da un cagliaritano che viene questo gesto d’affetto, ma da uno che la città l’ha amata, conosciuta e valorizzata come pochi. Ed è per questo e mille altri motivi che Paolo Bullitta, che cagliaritano lo è in modo viscerale, ha dedicato la sua ultima fatica a “Il canonico Giovanni Spano”. Il suo libro, cui idea, spiega l’autore, «è nata nel 2011 a Biella durante un convegno sulla lingua sarda. Volevo realizzare qualcosa che potesse andare in mano ai giovani».
Come possa un ottocentesco prete di provincia affascinare i giovani è una domanda che evapora dopo poche pagine, giusto il tempo per tratteggiare una figura di gigantesca statura culturale e stupefacente attualità, in tempo di sviluppo e ambizione turistica della Sardegna: «Nel 1871 a Bologna ci fu un convegno internazionale», racconta Bullita. «Lui àndò e portò con sé bronzetti e altri oggetti, ma soprattutto fa realizzando un plastico di sughero di un nuraghe e di una tomba dei giganti, che potevano essere aperti e studiati. Era la prima volta che la Sardegna saliva alle cronache internazionali». Uno spot in 3D, diremmo noi oggi.
Nato a Ploaghe da una famiglia agricola ma benestante (addirittura nobile), studiò a scuola e all’Università di Sassari. Poi, a 31 anni, dopo molto viaggiare, approdò a Cagliari. Uno studente di provincia come tanti: «La sua modernità sta innanzitutto nel dimostrare che anche chi arriva da un paese dell’interno può trovare spazio, coniugando il tutto con la riscoperta della lingua sarda. Era un uomo del suo tempo, non un ecclesiastico tutto Dio e forme». Bullita lo paragona all’Ulisse omerico: «Un uomo di multiforme ingegno, di cultura, ma di grande umiltà». I paragrafi del libro sono un viaggio lungo mille aneddoti sorprendenti.
Carlo Alberto Melis


 



LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna di sabato 1 novembre 2014 / Pagina 20 – Sassari
Il saluto di Mastino: «Lascio in eredità un ateneo in crescita»
di Gabriella Grimaldi
SASSARI «Triste? No, per niente. Anzi sono entusiasta perché domani parto per la Tunisia dove rimarrò poco più di una settimana tra gli scavi di Uchi Maius». Una settimana cuscinetto immerso nelle sue grandi passioni per l’ormai ex rettore dell’ateneo sassarese, che ieri si è congedato dal mondo accademico e dagli studenti dopo cinque anni di governo dell’università. Al ritorno riprenderà possesso del suo ufficio a palazzo Segni, sede del dipartimento di storia ora guidato dall’amico e collega Marco Milanese. Un’attività, quella dell’insegnamento, che per la verità non ha mai interrotto e che ora proseguirà, a quanto afferma, con rinnovato vigore. Intanto, ieri mattina un’aula magna stracolma di colleghi docenti, ricercatori, amministrativi, studenti, rappresentanti politici e autorità varie ha fatto da cornice al suo discorso di commiato, aperto da una breve intervento del coro di Bosa. Attilio Mastino, con evidente commozione ha fatto un bilancio della sua esperienza. «Vorrei ricordare questi cinque anni come un grande momento di crescita del nostro ateneo. So che un amministratore non dovrebbe mai essere soddisfatto dei risultati raggiunti, ma qui a muoversi è stato tutto l’ateneo, con le sue componenti, con una determinazione e un impegno che sono sotto gli occhi di tutti». Ha aggiunto che gli impegni più gravosi sono stati l’applicazione della riforma a seguito della legge 240 e il passaggio dalle facoltà ai dipartimenti ma che sono state di grande soddisfazione le battaglie per la riforma dell’attività didattica, la riduzione del numero dei fuori corso e i riconoscimenti agli studenti meritevoli. E l’ex rettore, che ora lascia il passo al neoeletto Massimo Carpinelli ieri assente perché negli Stati Uniti, ha ringraziato tutti coloro che in questi anni gli sono stati vicini nel suo viaggio. Tra i presenti l’arcivescovo Paolo Atzei, il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, la presidente della Provincia Alessandra Giudici, il sindaco di Sassari Nicola Sanna, gli assessori regionali Donatella Spano e Claudia Firino e il prefetto Salvatore Mulas. A margine della cerimonia Attilio Mastino ha fatto alcune riflessioni sul quinquennio appena trascorso, soprattutto sugli alti e bassi di un’attività intensa e non priva di colpi di scena. «Il momento più bello è stato l’accreditamento della facoltà di Veterinaria a livello europeo - ha ricordato -, quello più brutto la relazione negativa dell’ispettore ministeriale. Ma devo anche dire che siamo stati in grado di rispondere e porre rimedio ai problemi. Resta un’unica grande frustrazione: la mancata stabilizzazione di una parte di precari». Se gli mancherà il potere? Attilio Mastino alza le spalle: «Mi mancheranno i colleghi con cui ho condiviso questa avventura e che non mi hanno mai lasciato solo».


6 - La Nuova Sardegna di sabato 1 novembre 2014 / Pagina 30 – Sassari
Dall’azione cattolica alla storia romana
SASSARI Da studioso di storia, scrittore versatile e anche da giornalista (iscritto all’Ordine il 2 maggio 1973) attento ai fatti di ieri e di oggi, Attilio Mastino ha fissato in un libro di 727 pagine i principali interventi pronunciati nei suoi 5 anni da Magnifico. Sono la cronaca fedele di un’attività infaticabile, iniziata prima dell’avvio ufficiale di quella che il rettore chiama “esaltante avventura” alla guida dell’ateneo turritano. In quel discorso “extra moenia” lancia, durante la 41.ma edizione dell’Universitàt Catalana d’estiu, la sua “politica estera” per il riconoscimento dell’ex Collegio gesuitico, fondato il 9 febbraio 1617, come antica Università europea, proiettata sempre di più in una dimensione internazionale. In 127 interventi Mastino sintetizza un impegno che lui stesso definisce - con parole di Giacomo Leopardi - «matto e disperatissimo». L’autore di “Quei nostri cinque magnifici anni” - il titolo del libro edito da Carocci - segue puntualmente il succedersi degli impegni, destinati a intensificarsi tra il 2009 e il 2014. Solamente cinque discorsi nel 2009 riportati nel capitolo riguardante il suo esordio rettorale, dove non mancano incursioni al di là dei confini accademici: tra i lavoratori che a Porto Torres il 10 novembre lottano per la difesa del posto di lavoro e tra i giornalisti che ad Alghero il 14 novembre concludono gli stati generali della stampa sarda. Queste variazioni sul tema piacciono a Mastino, che fin da giovane ha messo insieme i più svariati interessi e impegni, conciliandoli brillantemente con gli studi sempre più intensi di storia romana sulle orme del suo maestro Piero Meloni, che prof Attilio definisce «un gigante della storia antica». Nella natia Bosa si forma nell’Azione cattolica, raggiunge giovanissimo il vertice del comitato zonale del centro Sportivo Italiano, consigliere comunale; a Nuoro lavora come assessore provinciale. Per non dire dei numerosi organismi scientifici e culturali che ancora oggi lo vedono autorevole rappresentante. Il secondo capitolo del libro registra 15 interventi, compresi quello pronunciato nella tavola rotonda con Umberto Eco e il ricordo di Mario Da Passano, professore di Storia del Diritto italiano a Scienze politiche, morto improvvisamente il 23 aprile 2005. Dei discorsi fatti nel 2011 Mastino ne riporta 27: alcuni istituzionali - la lettera ai componenti della Conferenza dei rettori, l’Università e la scuola, la conferenza regionale per la ricerca - altri sicuramente originali, come il commento storico al libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazareth, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Resurrezione”. E così via via per i successivi periodi fino a quest’anno quando pronuncia un discorso in Regione portando il contributo dell’università di Sassari al progetto di riforma delle istituzioni sarde.
Mario Girau


7 - La Nuova Sardegna di sabato 1 novembre 2014 / Pagina 20 - Sassari
Premi ai migliori studenti e nuove aule a medicina
SASSARI La giornata conclusiva del mandato del rettore si era aperta alle 8,30 con l’inaugurazione delle nuove aule del complesso didattico della facoltà di Medicina in viale San Pietro. Al termine di due anni di lavori, costati circa 400mila euro, gli studenti hanno a disposizione 11 nuove aule e un open space in cui possono trattenersi per studiare e incontrarsi. È stato realizzato l’impianto di climatizzazione ed è stato costruito un nuovo ingresso monumentale. Dopo gli interventi, ci sono 818 posti studente completamente rinnovati in complessivi 1.500 metri quadri. Oltre al rettore Mastino, sono intervenuti il prorettore Vicario Laura Manca e i prorettori alla Sanità e all’Edilizia Maristella Mura e Aldo Maria Morace. Successivamente il rettore ha premiato 112 studenti nell’aula magna che si sono distinti per la regolarità del percorso di studi e le alte votazioni riportate. Gli studenti hanno ricevuto, oltre all’attestato di merito, anche il rimborso della prima rata di iscrizione all’università, pari a 200 euro. Il direttore Mercati del Banco di Sardegna Stefano Sulis ha presentato e consegnato agli studenti la nuova carta Iban multiservizi Uniss realizzata dal Banco di Sardegna in collaborazione con l’università e l’Ersu. Sulla carta, che sarà distribuita a tutti gli iscritti, saranno accreditate le borse di studio e i rimborsi delle tasse, e sarà inoltre un tesserino di riconoscimento utile per usufruire dei servizi biblioteca e mensa. Subito dopo, in rettorato, il rettore ha ricevuto dalle mani di Cristian Zedda, segretario del Gremio dei Viandanti, la nomina di socio onorario del Gremio. Infine, grande festa anche da parte dei goliardi che hanno fatto irruzione in aula magna cantando canzoni ironiche e beffarde.


8 - La Nuova Sardegna di sabato 1 novembre 2014 / Pagina 6 - Sardegna
Si difende meglio chi è più istruito
Nel panorama della povertà, si difende meglio dalla crisi chi è più istruito. «Metà delle persone ascoltate (50,8%) – si legge nel rapporto Caritas – ha dichiarato di possedere la sola licenza media. Nel complesso è possibile rilevare come circa quattro quinti (82%) delle persone che si sono rivolte ai centri di ascolto possieda un livello di istruzione basso o medio basso, non ha conseguito alcun titolo di studio o è analfabeta. È evidente la strettissima correlazione fra un livello non suffciente di scolarizzazione e una maggiore esposizione a fenomeni di vulnerabilità sociale. La percentuale relativa alle persone in possesso di laurea segnala una diminuzione negli ultimi tre anni dal 3,1% del 2011 all’1,9% del 2013. Chi ha avuto adeguati strumenti culturali e formativi ha retto meglio la prova della crisi».
 

    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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