UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 23 settembre 2014

Martedì 23 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 settembre 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Estetica e filosofia “fuse” nelle cere di Susini
Convegno Lo storico Kemp a Cagliari per i 200 anni della scomparsa dell'anatomista
 
«Queste opere sono un connubio di estetica e filosofia», dice Martin Kemp davanti alle cere di Clemente Susini. Storico dell'arte, docente a Oxford, laureato a Cambridge e specializzato in Scienze Naturali, il professore è ritenuto il massimo esperto di Leonardo da Vinci e ha curato il cd-rom del Codice Leicester per conto di Bill Gates. Ha osservato in silenzio il contenuto delle teche in legno, originali come le etichette autografe vergate dall'autore e i panni bianchi stesi sul fondo. Ha passato in rivista teste, tronchi, apparati riproduttori soffermandosi sui particolari. Il reticolo dei nervi e dei tendini, cuore, cervello, tutti gli organi di una lezione di anatomia d'impressionante realismo.
Le cere di Clemente Susini furono realizzate tra il 1803 e il 1905 nel laboratorio della Specola, a Firenze. A commissionarle fu Carlo Felice di Savoia e a contattare lo scultore e anatomista fu un valente medico, Francesco Antonio Boi. Non badò a spese, il Viceré. Volle che la collezione, destinata al suo palazzo, fosse realizzata nei materiali migliori, cera d'api e cocciniglie cinesi e giapponesi. «Furono fuse a 55 gradi, per questo sono così resistenti», spiega il professor Alessandro Riva, custode e cultore della rara raccolta donata nel 1957 e allestita alla Cittadella dal 1991, durante il rettorato di Duilio Casula. E racconta al collega inglese la storia della sua nascita, l'interesse scientifico che ricopre, la sua fama nel mondo dopo un periodo di oblio e il pericolo che possa essere in futuro essere accantonata o restituita alla polvere di un magazzino. Martin Kemp, assorto nella contemplazione, così commenta: «Questi corpi ci fanno riflettere sulla condizione umana, non si limitano a descrivere ma fondono l'intento creativo con la precisione del dettaglio. Gli studi anatomici, del resto, sono nati dall'arte. Leonardo fu il primo a iniettare cera in un cranio, ricavandone il calco».
A far capire ai visitatori il rapporto tra il visibile e il nascosto, la locandina di una mostra curata a Londra da Martin Kemp nel 2001 alla Hayward Gallery. “Spectacular Bodies. Arte e scienza del corpo umano da Leonardo a oggi” scelse l'immagine di un individuo di sesso maschile con la maglietta sollevata sul torace dissezionato a metà. «Robbie Williams mi ha rubato l'idea, si è fatto fotografare con la giacca aperta». Poi, lo studioso si ferma, confronta le dita della sua mano a un modello in cera, le chiude, trova una perfetta corrispondenza . E riassume con poche parole il significato di ciò che ha visto «Metafora e dramma su letto di seta».
Oggi, nell'Aula Magna dell'Ateneo, sarà uno degli ospiti di rango al congresso organizzato in occasione dei duecento anni dalla morte di Clemente Susini. Assisterà dunque anche alla dimostrazione pratica di Eleanor Crook, medical artist che plasma sculture in cera, legno e silicone dai tratti patologici. Il suo intervento è un omaggio ai ricercatori del passato. S'intitola infatti “Ars est celare artem. The mimetic techniques of Clemente Susini”.
Pinuccio Sciola parlerà di un argomento che ben conosce, “Le Pietre Vive e la loro anatomia”. Dopo l'apertura del Rettore Giovanni Melis, il workshop prevede il contributo del professore emerito della Facoltà di Medicina Alessandro Riva e la presentazione del libro di Ugo Pastorino, direttore della Divisione di Chirurgia Toracica di Milano. Martin Kemp disserterà sul tema “Tradition of performance in anatomical representations from the Renaissance to Susini”. A seguire la relazione di Fausto Barbagli, presidente dell'associazione nazionale Musei Scientifici La Specola. Roberta Ballestriero (The open University, Manchester) metterà a confronto i capolavori della raccolta cagliaritana con le cere londinesi di Joseph Towne. E ancora, gli apporti di Maurizio Rippa Bonati, cattedratico della Storia della Medicina a Padova, e di Claudia Corti, curatrice del Museo La Specola.
Alessandra Menesini
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Cotroneo e il male di scrivere
DIARIO. Il tour dello scrittore per Èntula. Congresso di archeologia cristiana
 
Éntula ospita Roberto Cotroneo. Nelle pagine di “Il sogno di scrivere. Perché lo abbiamo tutti. Perché è giusto realizzarlo” (Utet), Roberto Cotroneo mette a nudo la sua passione. Lo scrittore, giornalista e critico letterario è il prossimo ospite del festival letterario diffuso Éntula e dal 25 al 27 settembre sarà nell'Isola per parlare del suo ultimo libro. Si comincia giovedì a Fonni dove, alle 18.30 nella piazza di via Funtaneddas (in caso di pioggia nella sala conferenze della Basilica dei Martiri), sarà in compagnia di Pier Franco Fadda. Il giorno dopo sarà a Nulvi nella sala consiliare a partire dalla 19. Con lui Fabio Di Pietro. Sabato 27 doppio appuntamento: alle 12 Cotroneo sarà a Samugheo, insieme a Pier Franco Fadda, nelle sale del Murats mentre alle 18 ci si sposterà a Nuoro, alla libreria Mieleamaro (corso Garibaldi, 60).
AFFINATI A PIEDE LÌBEROS Giovedì alle 18.30 lo scrittore Eraldo Affinati presenterà il suo libro “Vita di vita” (Mondadori) alla libreria Mieleamaro di Cagliari (via Manno, 88). L'incontro fa parte della rassegna Scrittori a piede Lìberos e sarà coordinato da Simona Tilocca. Affinati racconterà la storia di Khaliq, sfuggito ai massacri della guerra civile in Sierra Leone.
CASSITTA A SILIGO E ALGHERO Due nuovi appuntamenti con il magistrato Claudio Marceddu, protagonista del sesto romanzo firmato da Giampaolo Cassitta “Le destinazioni del cielo” (Arkadia Editore). L'autore prosegue il suo tour con il festival Éntula: venerdì sarà a Siligo (alle 18.30 in piazza Garibaldi) e sabato ad Alghero (nell'Aula magna del Dipartimento di Architettura) a partire dalle 20 con Mario Bruno e le musiche di Antonello Colledanchise.
ARCHEOLOGIA CRISTIANA Da oggi e fino al 27 settembre - con la regia del Dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio dell'Università - Cagliari ospita l'XI Congresso nazionale di archeologia cristina. Si parte oggi alle 15 dalla Sala Convegni dell'hotel Regina Margherita. L'evento non si svolgerà solo nelle aule della Cittadella dei Musei e della Pontificia facoltà teologica. La mattina di domani sarà dedicata alla visita dei monumenti archeologici di Cagliari: la basilica di San Saturnino, le aree nel quartiere di Marina sotto le chiese di Sant'Eulalia, Santa Lucia e Santo Sepolcro. Giovedì 25, invece, il Congresso si sposterà a Sant'Antioco.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Agenda Oristano (Pagina 18 - Edizione OR)
GHILARZA, ANTONIO GRAMSCI
 
L'associazione Casa museo Antonio Gramsci oggi ospiterà Antonio Gramsci junior, musicista e scrittore, nipote del pensatore e politico, per la presentazione del suo ultimo libro “La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia”. Dialogherà con l'autore Mauro Pala, docente di Letterature straniere all'Università degli studi di Cagliari. L'artista cagliaritana Clara Murtas leggerà invece dei brani. (a. o.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Violate le tombe di Mont’e Prama
Una scavata a colpi di piccone, scheletro in frantumi. Polemica sulla mancata sorveglianza
 
Doveva restare un segreto. Almeno per il tempo necessario a coordinare i lavori di scavo. E invece la notizia di dieci tombe a pozzetto rinvenute a Mont’ e Prama ha infranto il muro eretto dagli archeologi, fino a incuriosire qualche tombarolo che, nel fine settimana, ha violato in tutta tranquillità una delle sepolture datate intorno all’ottavo secolo avanti Cristo. I ladri hanno scavato la tomba a colpi di piccone e hanno ridotto in mille frammenti uno scheletro. Ora è polemica sulla mancata sorveglianza del sito archeologico. L’archeologo Raimondo Zucca: «Sono disposto a pagare di tasca la guardiania notturna».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
I ladri hanno agito del tutto indisturbati: polemica sulla sicurezza dell’intera area archeologica
Raimondo Zucca: «Pagherò con la mia carta di credito il servizio di vigilanza notturna»
I tombaroli violano Mont ’e Prama
Razzia notturna nella necropoli
di Claudio Zoccheddu
 
CABRAS Doveva restare un segreto. Almeno per il tempo necessario a coordinare i lavori di scavo. E invece la notizia di dieci tombe a pozzetto rinvenute a Mont’ e Prama ha infranto il muro eretto dagli archeologi, fino a incuriosire qualche tombarolo che, durante il fine settimana, ha violato in tutta tranquillità una delle sepolture datate intorno all’ottavo secolo avanti Cristo. Un lavoro certosino compiuto da un gruppo di tombaroli esperti che, prima di iniziare lo scavo, hanno spostato una lastra di calcare pesante più di un quintale. Il lavoro dei ladri è proseguito per il tempo necessario a ispezionare la sepoltura, larga circa settanta centimetri e profonda meno di novanta, e a ricoprila una volta terminata l’analisi. Come se niente fosse successo. Un dettaglio ha però tradito i tombaroli: la lastra non era nella stessa posizione in cui era stata lasciata dagli archeologi. I ladri hanno scavato la tomba a colpi di piccone e prima di andarsene hanno cercato di rimettere tutto a posto. Quando, nella tarda mattinata, il responsabile del cantiere, Alessandro Usai, della Soprintendenza archeologica, e l'archeologo Raimondo Zucca, dell'Università di Sassari, hanno riaperto il sepolcro hanno trovato solo i resti, ridotti in mille frammenti, di uno scheletro, e poco altro. «Non possiamo dire se l'hanno distrutto i tombaroli stanotte o se era così da chissà quanti secoli. Del resto, la gran parte delle tombe scavate negli anni Settanta era priva di corredo funerario. Quindi può anche darsi che i ladri, oltre lo scheletro, non abbiano trovato nient’altro», hanno spiegato Usai e Zucca. La violazione della tomba è stata subito denunciata ai carabinieri di Cabras, che hanno già avviato le indagini per cercare di identificare i responsabili. Sul luogo sono intervenuti anche i militari del Nucleo per la tutela dei beni culturali di Sassari. «Purtroppo non possiamo chiudere lo scavo dentro una scatola d’acciaio – ha aggiunto Usai –. La spesa per un controllo costante sarebbe difficile da sopportare, anche se, dopo questi fatti, qualcuno vigilerà lo scavo anche durante la notte». Zucca ha detto che sarà lui a pagare di tasca il servizio di guardiania notturna all’area degli scavi sino a quando non sarà trovata una soluzione al problema della sicurezza. «Ho dato come garanzia la mia carta di credito ad un’agenzia di vigilanza di Oristano», ha spiegato l’archeologo. L’area di Mont’e Prama è a ridosso della strada provinciale che porta dalla marina di Cabras verso quella di San Vero Milis. E proprio questa vicinanza nelle settimane scorse ha favorito l’intrusione di curiosi e turisti che, quando l’area degli scavi non era presidiata, indisturbati e non curanti, hanno girovagato all’interno. Del resto, ben poca cosa si poteva pensare di fare con la recinzione utilizzata nel compendio, sotto la giurisdizione della Sovrintendenza di Cagliari. Sovrintendenza che, sinora, non è riuscita a garantire un servizio di controllo efficace. Sul caso c’è da registrare anche un intervento dell’assessore alla Cultura, Claudia Firino, che in una nota diffusa in serata dall’ufficio stampa della giunta regionale ha dichiarato: «Sono pienamente consapevole del problema della vigilanza del sito archeologico di Mont'e Prama, ma più in generale di tutti i siti archeologici, che negli anni sono stati depredati dai tombaroli. Per garantire la sicurezza necessaria abbiamo già attivato uno studio mirante a una soluzione che non sia solo di risposta all'emergenza ma che, in tempi brevi, crei un sistema organico ed efficiente di protezione e vigilanza dell'intero patrimonio archeologico della Sardegna».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
Elmas, il sindaco paga chi emigra all’estero
L’iniziativa è rivolta ai disoccupati tra i 18 e i 50 anni: chi lascerà l’isola avrà un aiuto di 1200 euro
di Stefano Ambu
 
ELMAS Non c'è lavoro, adesso parto. Anche all'estero. Quando la disoccupazione diventa disperazione spesso succede anche questo. E ad Elmas, dopo aver raccolto sfoghi e richieste di aiuto di giovani che vorrebbero iniziare a farsi una vita o di famiglie che qui non ce la fanno più a tirare avanti, al Comune è nata l'idea: ti aiutiamo noi a partire. Con qualche soldo e un corso di inglese. Il progetto si chiama non a caso “adesso parto” ed è stato adottato con una delibera venerdì scorso. Cinquecentocinquanta euro per imparare la lingua inglese, massimo 150 euro per il biglietto aereo dall'aeroporto che è lì a due passi. E altri cinquecento euro per le spese iniziali nella nuova città lontano da casa. Totale 1200 euro. «Non è un incentivo a lasciare Elmas, la Sardegna o l'Italia- sostiene il sindaco Valter Piscedda, consigliere regionale del Pd- ma un'opportunità in più che rientra nel quadro di una serie di iniziative che da tempo abbiamo intrapreso per aiutare chi vuole darsi da fare e trovare lavoro. L'esperienza dei tirocini formativi è stata molto significativa: tante richieste e ora abbiamo deciso di accontentare tutti. Ma non basta: ci sono tante persone che hanno la volontà di cercare un lavoro stabile anche fuori dall'Italia, ma non le basi e i soldi per provarci. Da qui l'esigenza di dargliela noi, questa chance. I soldi del Comune sono anche i loro soldi». Il testo della delibera parla di un arrivederci, non di un addio: «il progetto- si legge- intende sostenere chi vuole fare un’esperienza di lavoro all’estero al fine di formarsi professionalmente e mantenere anche l’opportunità di tornare in Italia con una professionalità ben definita». I fondi a disposizione ammontano a dodicimila euro: si potranno accontentare dieci candidati. Regole semplici e chiare. Possono partecipare studenti universitari, laureati, persone in possesso di diploma o di licenza media, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, residenti a Elmas da almeno 3 anni, disoccupati. Sulla vicenda interviene anche la Regione: «Lavoriamo - si legge in una nota - perché il biglietto di andata che l’amministrazione di Elmas offre ai propri cittadini possa diventare presto un biglietto di ritorno».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Aree interne, Pigliaru: solo uniti si vince
Seneghe, il presidente e l’ex ministro Barca parlano dell’utilizzo dei fondi europei 2014-2020 ai seminari intitolati a Brusco
di Paolo Merlini
 
«Si facciano le unioni dei comuni o la Regione sarda apparirà sempre come un mostro centralista. Perché di piccolo si muore. Lo dicono i numeri». La franchezza di Francesco Pigliaru gela il pubblico del convegno “Aree interne e progetti d’area”, al centro della prima giornata della Scuola estiva di Sviluppo locale Sebastiano Brusco, alla sua nona edizione. Intervenendo per la prima volta da presidente della giunta regionale al seminario dove in passato, da docente universitario, ha svolto il ruolo di “intellettuale rompiscatole” (parole sue), Pigliaru frena gli entusiasmi su visioni bucoliche dell’interno sganciate dalla realtà. I protagonisti del cambiamento dovranno essere i territori, dice, non i singoli comuni dove oggi vincono lo spopolamento, l’abbandono scolastico, la disoccupazione. «Seneghe compreso», sottolinea riferendosi al paese che ospita l’incontro e che Pigliaru stesso ama frequentare, e nonostante le caratteristiche elencate poco prima da Benedetto Meloni, direttore della Scuola Sebastiano Brusco: due presìdi Slow Food, il «più importante festival italiano di poesia», la stessa summer school di sviluppo locale. Come a voler segnalare, il presidente della Regione, che anche la più accorta e disinteressata gentrificazione culturale poco incide sulla realtà di tutti i giorni. Una realtà, dice Pigliaru, che va mutata con strategie di sviluppo orizzontali, dove sono i territori, uniti, a far sentire la propria voce e diventare protagonisti di un nuovo modello di sviluppo, basato soprattutto su produzioni di qualità. «Non bisogna vivere nell’attesa del visitatore. È trent’anni che nell’isola si parla di destagionalizzare, e siamo ancora qui a dircela. I territori saranno un test per organizzare la produzione. I produttori di vino ce l’hanno fatta, si sono organizzati e oggi esportano in tutto il mondo. Ma le esportazioni dell’intero settore agroalimentare dell’isola sono appena 160 milioni l’anno (tra i più bassi in Italia, ndr). Bisogna crescere, e l’Expo 2015 sarà una opportunità per farci conoscere». Poco prima aveva parlato Fabrizio Barca, ministro della Coesione regionale ai tempi del governo Monti. Oggi coordina per il ministero dello Sviluppo economico il progetto nazionale per le aree interne che potranno accedere ai fondi europei 2014-2020. Un progetto a lungo termine, dunque, in un Paese fortemente diversificato dove le aree interne costituiscono il 66 per cento del territorio con appena un quarto della popolazione. Ma cosa sono esattamente? Sono le aree distanti dai servizi, a cominciare dalla scuola e dalla sanità. Come saranno individuate, visto che questi e altri problemi riguardano una così grossa parte del territorio nazionale? Saranno non più di una o due per regione. Barca non ha detto quali siano quelle individuate in Sardegna, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma dovrebbero essere i 25 comuni dell’Alta Marmilla e gli 11 della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai. Una scelta, attuata d’intesa con la Regione, che per il governo avrà il carattere di sperimentazione di un nuovo modello di sviluppo locale, dove i comuni daranno vita a vere alleanze di territorio, in modo da riacquistare centralità nel tessuto economico e sociale. E le comunità torneranno protagoniste. Parole già sentite? «Ci sarà una profonda discontinuità con il passato», assicura l’ex ministro.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
Bandite altre 62 borse Erasmus
L'università riapre i termini per il II semestre e arriva a quota 418
 
SASSARI Secondo bando Erasmus per 62 borse per mobilità a fini di studio (learning mobility of individuals), che possono essere spese nel secondo semestre del 2014-15 e che vanno ad aggiungersi alle 418 borse già assegnate ad altrettanti studenti che proprio in questi giorni stanno intraprendendo il loro periodo di studio all’estero nelle rispettive sedi di destinazione. Lo ha lanciato i questi giorni l’università di Sassari. Saranno perciò complessivamente 470 le mobilità Erasmus for study offerte dall’ateneo per il 2014-15 (a fronte delle 359 del 2013-14). Con il bando recentemente pubblicato vengono messe a concorso 7 borse semestrali per ognuno dei seguenti Dipartimenti: Agraria, Architettura, Design e Urbanistica, Giurisprudenza, Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, Scienze Umanistiche e Sociali, Scienze Biomediche corsi di Scienze Biologiche, Biotecnologie, Biologia Sperimentale e Applicata, Chimica e Farmacia, Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione; ci sono inoltre 3 borse semestrali rispettivamente per Medicina Veterinaria e per Scienze della Natura e del Territorio. La candidatura deve essere presentata con procedura telematica dall’indirizzo http://www.uniss.it/applicazioni/erasmus.php. Con questa nuova pioggia di borse di studio l’Ateneo conferma il suo costante e qualificato impegno nella promozione di percorsi di studio che comprendono uno o più periodi di formazione all’estero. Riconoscendo infatti l’importanza di un’accentuata internazionalizzazione della didattica come della ricerca, l’Università di Sassari punta ad arricchire la formazione dei suoi studenti con intense e mirate esperienze di studio e di tirocinio all’estero, divenute ormai parte integrante dell’offerta formativa dell’ateneo.

Questionario e social

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