UniCa UniCa News Rassegna stampa Lunedì 22 settembre 2014

Lunedì 22 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 settembre 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Università
Settimana dedicata alla ricerca scientifica
 
Da oggi al 26 settembre si celebra in Europa la Settimana della scienza che culmina con La notte dei ricercatori. Un appuntamento che da nove anni porta le scienze tra i cittadini di tutte le età. L'Università aderisce all'iniziativa e incontra il grande pubblico per divulgare le ricadute della ricerca nelle sue applicazioni pratiche e stimolare i giovani verso la formazione universitaria. Nell'ambito del ricco programma, il Dipartimento di Giurisprudenza, con l'associazione mediatori mediterranei, nel pomeriggio di domani dalle 16 alle 19 aprirà la porta dell'aula magna dedicata all'artista ogliastrina Maria Lai (in via Nicolodi 102) per consentire a tutti gli interessati di poter partecipare ad una tavola rotonda, coordinata dal professor Carlo Pilia (Scuola di Specializzazione per le professioni legali), nel corso della quale studenti, neolaureati, ricercatori, docenti, professionisti, rappresentanti delle principali istituzioni territoriali ed associazioni italiane e straniere si confronteranno sul tema della mediazione. Verranno proposti all'attenzione del pubblico anche alcuni casi studio trattati con simulazione di mediazione internazionale. Saranno individuati i migliori giovani mediatori che saranno premiati nella notte del 26 settembre. Con riferimento a questa specifica attività di studio e ricerca universitaria, venerdì 26, negli spazi dell'Orto botanico in viale Sant'Ignazio, il rettore Giovanni Melis consegnerà al questore Filippo Dispenza una targa ricordo con cui verrà a lui riconosciuto il titolo di Mediatore Mediterraneo 2014, per le sue riconosciute doti umane e professionali.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Contro Regione e università:
«Difendiamo il sardo di tutti»
SEDILO. Manifestazione-protesta ieri del Coordinamento pro sa limba ufitziale
Roberto Cossu
 
SEDILO Il luogo dell'incontro è simbolico: uno spazio molto “sardo” espropriato dal Comune che vorrebbe farne un centro culturale. A Sa Prima Ighina, tra sale e cortili che sanno d'antico, i libri ci sono già ma l'opera è incompleta, dice con amarezza il sindaco di Sedilo Umberto Cocco. Servono soldi, la Regione non collabora. Più o meno come è incompleta «la politica de sa limba ufitziale», a dispetto della buona partenza. Qualcuno frena. Ma chi? «L'accademia», accusano i sostenitori. Cioè le università dell'Isola (e quella di Sassari in primis), cioè i «professori», che di fatto hanno commissariato la Regione. Sarà per questo che alla giornata di festa organizzata dal Coordinamento pro sa limba ufitziale, i politici delle istituzioni, benché invitati, non ci sono. Si fanno vedere solo i movimenti indipendentisti (nelle varie modulazioni). «Pazienza», dice Giuseppe Corongiu, «vuol dire che andremo noi da loro». Come dire: ci mobiliteremo e ripeteremo la manifestazione a Cagliari.
Anche questa storia è molto “sarda”. I nemici non sono altrove. Non è (solo) questione di «oppressione» italiota, il colonialismo è un fatto ma per il momento in sottofondo. C'è una conquista: la lingua sarda comune, uno standard accettato e dotato di norme, una cosa viva negli uffici, nelle scuole, nell'informazione. E c'è chi vorrebbe tornare indietro, al «discussionismo». Cioè alla convegnite che produce atti ma non scelte e fa della cultura sarda un mercato folcloristico: nulla a che vedere con la vita quotidiana. Tutti «sono a favore» della lingua sarda ma molti la ostacolano col pretesto di esaltarla: è questo il gioco, la «grande ipocrisia», che il Coordinamento vuole scardinare. Per questo i militanti sono qui, sobriamente: una sola bandiera (dei quattro mori) esposta all'aperto, una splendida scena dell'Ardia in sala, un pranzo a 13 euro e un banchetto libri portati da Ghilarza dove le “Chentu litteras a sos de domo” di Gramsci sono esposte a fianco di “Dublinesos” di James Joyce. Poi canzoni diffuse da un impianto poco pretenzioso, canti e balli. Aria di famiglia, insomma. Ma combattiva, anche se i toni sono volutamente bassi. Perché, per esempio, dice Corongiu, «l'assessore Firino è una persona speciale, coraggiosa, che ascolta», ma forse «ha cattivi consiglieri».
Così «siamo a un punto morto». Lo standard ortografico della lingua comune (e ufficiale) ha già otto anni, ma nei primi mesi di regno della giunta Pigliaru ha visto un bel po' di sterzate: fuori il direttore dell'Ufficio linguistico della Regione (lo stesso Corongiu), al momento il servizio, per dirla con Antonello Garau, è «sconcau» e ci si chiede se resterà in piedi. «Non si vede un nuovo piano neppure dipinto», gli sportelli di promozione (che fine al 2011 erano circa 300) sono a rischio e così i 150 lavoratori degli ufitzios, i programmo radio-tv si vedono a singhiozzo e i finanziamenti potrebbero saltare. Ma soprattutto, ed è il punto su cui insiste strategicamente (e intelligentemente) il Coordinamento, c'è una marcia indietro generale nella «pianificazione linguistica». Si vuole tornare all'epoca ante-Soru. «Alla discussione da bar dello sport», dice Corongiu. Alla lingua «poetica e folcloristica». Al quarantennale dilemma «logudorese o campidanese?». Alla guerra dei dialetti. Non è un caso che negli uffici cagliaritani «si usino addirittura sistemi ortografici diversi». Mentre «per andare avanti la lingua ha bisogno di un'autorità, di un'istituzione. La politica non può restare neutrale». E il sardo «deve tornare ad essere una lingua normale», concetto ripetuto spesso ieri mattina. Il messaggio finale è chiaro: una lingua comune esiste, piaccia o non piaccia, e bisogna stabilire se serve o meno. «Se serve all'autonomia allora si faccia».
Gianfranca Piras, che lavora a uno sportello linguistico, con l'aiuto del computer spiega cosa significa e deve significare il sardo per tutti e di tutti. La premessa, presa in prestito, è romantica: la felicità (su gosu) ce l'abbiamo in casa. Ma «la lingua deve essere codificata». Anche per reggere le sfide della comunicazione globale. Per parlare, per leggere e per scrivere. «Se non c'è uno standard» tutto questo non è possibile». È una fase storica: «La lingua sarda o vive o muore». Adesso. Ecco perché si impongono scelte politiche, «non imposte da élites dominanti». Dall'accademia. Il discorso piace anche al fronte dell'autogoverno. Con qualche sfumatura. Bustianu Cumpostu avverte: «Se perdiamo la nazione perdiamo la lingua». Una nozione decisamente più politica. Ma intanto ciascuno fa ciò che può. A margine degli interventi è affiorata anche l'idea di un festival della letteratura sarda. Tutto da inventare, per ora il bersaglio grosso è la Regione.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 13
Diritti e discriminazioni “sulla pelle dei Rom”
Università e Amnesty parlano del popolo più grande e svantaggiato dell’Europa
 
SASSARI La popolazione Rom è una delle minoranze più grandi e svantaggiate d’Europa. I Rom hanno redditi inferiori alla media, peggiori condizioni di salute, un tasso di alfabetizzazione più basso e più alti livelli di disoccupazione. I loro diritti, spesso negati, saranno al centro del convegno “Sulla pelle dei Rom. Piano Nomadi, insediamenti informali e politica degli sgomberi”, in programma domani alle 16 nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’università in via Roma 151. L’evento è organizzato dal gruppo Amnesty International di Sassari in collaborazione con laboratorio Foist per le politiche sociali e i processi formativi (dipartimento di Scienze umanistiche e sociali) dell’ateneo sassarese, l’associazione Inthum - laboratorio interculturale di ricerca e di promozione della condizione (h)umana, la Caritas diocesana di Sassari e l’associazione 21 luglio, organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità Rom e Sinte in Italia. Il programma prevede, in apertura, la proiezione del film documentario Container 158, alla presenza di Enrico Parenti, regista della pellicola insieme a Stefano Liberti. Il documentario, prodotto da Zalab, è finanziato da Open society foundations e realizzato con il patrocinio di Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Consiglio d’Europa ufficio di Venezia. Seguirà poi una tavola rotonda sulla condizione delle comunità Rom e Sinte in Europa, Italia Sardegna. Introduzione e conclusioni saranno affidati ad Alberto Merler e Andrea Vargiu, docenti dell’università di Sassari.

Questionario e social

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