Sabato 13 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di sabato 13 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Studenti fra blatte morte e sporcizia
Rossiccia, secca, a zampe in su: una blatta morta stecchita sul bordo di un gradino. Un'altra più in là, sul pavimento, vicino al battiscopa. Un'altra nel bel mezzo del piatto doccia, rossa rossa sullo sfondo bianco dello smalto. Acqua nera nei water e in due secchi. Grumi di polvere, impronte di scarpe sul pavimento. Nelle stanze e negli spazi comuni: lavanderie, bagni, cucine. Sono le condizioni in cui si presentava la casa dello studente di via Biasi mercoledì scorso, alla riapertura dopo l'estate. Sara Senes, studentessa in Neuropsicobiologia, non ha nemmeno disfatto le valige: ha fotografato lo schifo, mandato un'email all'Ersu e chiesto ospitalità ad amici per la notte.
«Che la casa dovesse riaprire - racconta - lo si sapeva da luglio. In agosto sono state fatte disinfestazione e derattizzazione. Le pulizie, invece, no». All'Ersu chiedeva un intervento. La risposta non l'ha soddisfatta (contatti il direttore di via Businco e compili il questionario in cui può segnalare i disservizi), così ha mandato tutto anche alla Asl (via fax) e ai carabinieri del Nas. La Asl ha annunciato un'ispezione.
A ieri, però, non era cambiato niente: nessun inserviente, nessuna ispezione.
«Siamo studenti, non bestie», dice Sara Senes, che non intende rientrare nello stabile di via Biasi (75 posti letto in tutto) finché non sarà stata fatta una pulizia adeguata. Alcuni suoi colleghi si sono tappati il naso e sono rimasti a dormire fra polvere e blatte morte. (m. n.)



L’UNIONE SARDA 
2 - L’Unione Sarda di sabato 13 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
TRASPORTI. Da martedì 16 a lunedì 22 si promuoveranno le due ruote e i mezzi pubblici
PROVE DI SALVEZZA. IN BICICLETTA
Settimana della mobilità sostenibile: 60 eventi in 18 Comuni

D'accordo, non è esattamente un colpo di fantasia, dedicare quest'anno la Settimana europea della mobilità sostenibile alla bicicletta. Però, superata l'assenza di stupore, l'iniziativa in programma da martedì 16 a lunedì 22 in tutta l'Europa (nell'Isola, in 18 Comuni e Cagliari ha il ruolo centrale) coinvolgerà, con una sessantina di iniziative, la popolazione e diffonderà un po' di più la cultura, appunto, della mobilità sostenibile: del muoversi, cioè, inquinando e spendendo poco, stressandosi il meno possibile, riducendo il traffico e, possibilmente, senza danneggiare la salute propria e degli altri.
BIGLIETTO UNICO Regione, Comuni, Arst, Ctm, Università, Trenitalia, associazioni di ciclisti uniscono gli sforzi. In qualche caso, anche le tariffe: la sperimentazione per sei mesi del biglietto unico integrato - con lo stesso biglietto si utilizzano treni, corriere e bus - è la novità più importante nell'Area metropolitana. «In realtà», ha commentato l'assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, durante la presentazione ieri al Parco di Monte Claro, «dovremmo integrare i diversi servizi di trasporto, e lo faremo. Per ora, iniziamo integrando i biglietti». E, visto che ci siamo, si lavora anche all'eliminazione della carta. Il Ctm presenterà al pubblico due applicazioni per smartphone già molto utilizzata (Bus finder, permette di digitare la propria destinazione ottenendo informazioni su fermata più vicina, linee da utilizzare e quanto tempo manca all'arrivo del bus) e un'altra, Up Mobile, che consente di utilizzare lo smartphone per l'acquisto del biglietto.
LE BICI Certo, prima di levare un po' di auto dalle strade dell'Area vasta, ce n'è da pedalare: anche a Cagliari, malgrado le salite e le temperature alte per molti mesi dell'anno: «Puntiamo sulle biciclette con la pedalata assistita dal motore elettrico», spiega Mauro Coni, assessore comunale alla Viabilità: «Chi va in ufficio in bicicletta, deve giungere in condizioni presentabili». Coni ricorda la pedonalizzazione sperimentale di piazza Palazzo («gli ascensori devono funzionare») e quella, assai prossima, dei lungomare di Sant'Elia e del Poetto. All'Università, spiega subito dopo il docente di Trasporti, Italo Meloni, spetterà invece distribuire un questionario sulla ciclabilità ai dipendenti regionali e poi rivelare i risultati dell'indagine.
LA REGIONE Eppur si muove (qualche lavoratore) in sella alla propria bicicletta o di quelle comunali concesse in bike sharing , e la Settimana avrà l'obiettivo di aumentare il numero di chi si muove su due ruote, o con i mezzi pubblici: «Investiamo molto per ottenere questo risultato», sospira l'assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci. Per il sindaco di Quartu, città in cui le piste ciclabili non mancano, «devono cambiare mentalità i cittadini, ma può accadere», secondo Mauro Contini, «solo se prima lo facciamo noi amministratori. Le lotte di campanile sono finite: dobbiamo agire come Area vasta».
I COMUNI I 18 che partecipano alla Settimana sono Cagliari, Alghero, Assemini, Castelsardo, Decimomannu, Elmas, Monserrato, Porto Torres, Quartucciu, Quartu, Sarroch, Sassari, Selargius, Sennori, Sinnai, Sorso, Stintino, Villa San Pietro.
Luigi Almiento



L’UNIONE SARDA 
3 - L’Unione Sarda di sabato 13 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
GIUNTA. Meno entrate dallo Stato, aumentano invece i trasferimenti agli enti locali
BILANCIO, MANOVRA DA 205 MILIONI
E arriva il commissario all'Area

La manovrina sarà di circa 200 milioni, per la precisione 205. I tagli veri corrispondono a 34 milioni, per effetto dei provvedimenti del governo; per il resto si tratta di variazioni della spesa, utili soprattutto per coprire i debiti della sanità e dare un po' di ossigeno ai Comuni. Il disegno di legge per l'assestamento del bilancio 2014 è stato approvato ieri dalla Giunta regionale (dovrà poi essere votato dal Consiglio), che ha anche deciso di commissariare l'agenzia Area e dato il via libera a importanti novità in materia di scuola e organizzazione della Regione.
I CONTI La prima correzione al bilancio di previsione 2014, operata dall'assessore alla Programmazione Raffaele Paci, riguarda la riduzione delle entrate per 34 milioni, in seguito al decreto 66 del governo (che impone maggiori accantonamenti di gettiti tributari per contribuire al risanamento delle finanze pubbliche).
Altri 171 milioni vengono stanziati diversamente, in primo luogo per incrementare di 35 milioni il fondo unico per gli enti locali (come previsto dal recente accordo con Anci e Consiglio delle autonomie). Inoltre saranno destinati 33 milioni al fondo per i debiti della pubblica amministrazione, e 103 per garantire liquidità al servizio sanitario regionale per il pagamento dei debiti esigibili.
Per coprire queste maggiori spese sono stati utilizzati capitoli di bilancio comunque bloccati dal patto di stabilità, oppure sono stati revocati finanziamenti per programmi che presentano già consistenti somme non ancora spese. Non è stata invece prevista, nel disegno di legge, la copertura del pagamento di 84,3 milioni dovuti alla società Coimpresa di Gualtiero Cualbu, per il contenzioso su Tuvixeddu: la Giunta preannuncia che verranno prelevate risorse dal conto residui.
AREA Tra le altre delibere, su proposta dell'assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda è stato deciso che, dal 16 settembre (data di scadenza dell'attuale cda), l'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa sarà guidata da un commissario. È stato scelto Sergio Cocciu, direttore del servizio di edilizia residenziale pubblica dell'assessorato.
Nei giorni scorsi, Area è stata al centro di una polemica per i maxipremi ai suoi dirigenti, denunciati da un'inchiesta dell'Unione Sarda. Insieme al commissariamento, la Giunta ha approvato un disegno di legge che alleggerisce la struttura gerarchica dell'ente: i distretti, finora retti da due direttori ciascuno, diventeranno servizi, guidati da un direttore unico direttamente sottoposto al direttore generale.
RIFORME Va nella stessa direzione la delibera approvata su proposta dell'assessore alle Riforme Gianmario Demuro, che dà mandato agli enti e alle agenzie regionali di definire entro 45 giorni la loro riorganizzazione tagliando i posti dirigenziali. «Lo sforzo richiesto - spiega Demuro - è applicare criteri di razionalizzazione dei servizi, accorpamenti delle attività dirigenziali, riassetto delle strutture periferiche, riduzione delle posizioni di studio e ricerca nella dotazione organica».
SCUOLE L'assessore Claudia Firino ha ottenuto l'ok per uno stanziamento di 2 milioni e 98mila euro per borse di studio nelle scuole di primo e secondo grado. Altri 3,2 milioni saranno invece distribuiti ai comuni con forte pendolarismo scolastico e universitario, per la creazione di centri di aggregazione giovanile. (g. m.)


L’UNIONE SARDA 
4 - L’Unione Sarda di sabato 13 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
Il servizio della Cittadella dei musei gestito dall'associazione culturale White Rocks Bay
Ceramiche, gioielli e libri d'autore: inaugurato il nuovo Museum shop
Ceramiche d'autore, gioielli firmati, filigrane e corallo, perfette riproduzioni di bronzetti nuragici. E poi il merchandising: agende, gadget, borse e magliette disegnate da bravi artigiani. E ancora libri, volumi che raccontano la Sardegna, la storia antica dell'Isola, il suo patrimonio culturale attraverso la scrittura degli esperti, grazie alle immagini di grandi fotografi. Nessuna improvvisazione, nulla di pacchiano. Al Museo archeologico nazionale di Cagliari, le brutture restano fuori. Il book shop, ribattezzato Museum Shop, inaugurato ieri pomeriggio, era in qualche la grande lacuna della cittadella. Una carenza più volte rimarcata dai tantissimi visitatori che in questi anni hanno acquistato i biglietti per scoprire i tesori archeologici custoditi nel museo di Cagliari, dai sessantamila che hanno dato vita, in appena sei mesi, al “fenomeno Mont'e Prama”.
L'INIZIATIVA Mancava dal museo archeologico, un vero book shop, da quattro anni. A volerlo con forza era stato il soprintendente Marco Minoja - come ha ricordato ieri la direttrice del museo, l'archeologa Donatella Mureddu - poco prima di essere trasferito a Bologna, lasciando così alla città un'eredità importante dopo aver avviato il bando pubblico a cui avevano partecipato cinque società. Ad aggiudicarsi il servizio, l'associazione culturale White Rocks Bay, che per nove mesi (e la speranza di un rinnovo) gestirà non soltanto la vendita e diffusione del materiale ma anche la promozione di attività didattiche, visite guidate, l'organizzazione di eventi, e i progetti destinati agli studenti universitari ma anche scuole di diverso ordine e grado. «Un'avventura in cui ci siamo buttati a capofitto investendo parecchio», dice Silvia Fanni di White Rocks Bay, «e che dovrà ora dare i frutti sperati». Un'iniziativa che per l'archeologa Donatella Mureddu dovrà soddisfare non solo i turisti che raggiungono il Museo archeologico ma anche gli stessi visitatori locali.
IL TASSELLO Insomma, un nuovo, importante tassello per la Cittadella dei Musei che già ospitando i giganti di Mont'e Prama ha fatto crescere il numero dei biglietti staccati in modo assolutamente straordinario. Parlano i numeri. Nei primi sei mesi, la mostra ha favorito un incremento di visitatori del 170 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013. Un indiscusso successo che avrebbe potuto portare parecchi benefici alla società che ora gestisce il Museum shoop ma anche alla stessa immagine del museo archeologico cagliaritano.
I GIOIELLI Con le ceramiche dell'artista asseminese Walter Usai, i gioielli della Bottega dell'Orafo, gli anelli e i bracciali studiati da Jari Francischetto, i “pezzi unici” di un'artigana toscana come le scarpette che riproducono il copricapo desulese.
Andrea Piras
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna di sabato 13 settembre 2014 / Pagina 25 - Oristano
Il commissario straordinario del Consorzio scrive due lettere alla Regione:
«Ci servono i 2 milioni di arretrati, altrimenti saremo costretti a chiudere»
UNIVERSITÀ SENZA FONDI
Loi: «Basta elemosine»
di Valeria Gianoglio
NUORO «Ma è mai possibile che ogni volta ho la sgradevole sensazione di chiedere l’elemosina, quando invece sono soldi che ci spettano? Ma è mai possibile che ogni santo anno, a scadenze più o meno regolari, devo scrivere lettere, chiedere incontri, pretendere ciò che ci è dovuto». Tre mesi e una vagonata di polemiche, dibattiti e manifestazioni dopo, ci risiamo: l’università nuorese è di nuovo a corto a fondi, nonostante le promesse della Regione, e al commissario straordinario Caterina Loi tocca di nuovo gridare all’ingiustizia, minacciare l’immediata sospensione dei servizi, chiedere un incontro immediato in Regione, e ricordare che ciò che manca all’appello non sono proprio bruscolini. Per l’esattezza si tratta di due milioni e 745mila euro, e senza di essi non sarà possibile pagare una parte restante di debiti arretrati, gli stipendi dei supplenti, i rimborsi dei docenti, i compensi dei dipendenti delle coop. Il fatto è che i fondi regionali relativi al saldo del 2013, ovvero 500mila euro sbloccati a metà giugno – e solo dopo la decisa battaglia degli universitari barbaricini, della cooperativa Ecotopia e dell’intera università – sono stati spesi per coprire una parte dei debiti che il consorzio aveva con le due coop che ne gestiscono i vari servizi. Sono appena bastati per tamponare le falle dell’anno passato ma nulla di più. Adesso, dice Caterina Loi, mancano i fondi del 2013, e di conseguenza, per quelli del 2014 sembrano esserci ancora meno speranze. Il commissario del Consorzio lo dice papale papale: «Se non riceviamo i soldi promessi e dovuti, da qui a qualche giorno, saremo costretti a chiudere bottega e sospendere i servizi». Le due lettere inviate nell’ultima settimana al “gentilissimo professor Francesco Pigliaru, presidente della giunta regionale”, all’assessore all’Istruzione, Claudia Firino, e a quello alla Programmazione, Raffaele Paci, sanno tanto, insomma, di vero ultimatum. Dai toni gentili ed educati, ma sempre ultimatum. «Gentilissimi – scrive Caterina Loi lo scorso 4 settembre – ancora una volta mi rivolgo a voi per rappresentare l’impossibilità di procedere con le attività dell’ente per la gravissima situazione finanziaria di questo ente, causata dalla mancata liquidazione da parte di codesta amministrazione regionale del contributo regionale anno 2013, di cui alla delibera della giunta regionale 53 del 27 dicembre 2013». Il commissario Loi, alla Regione, sottolinea anche che «poiché i pagamenti al personale, ai fornitori, e ai docenti, non sono stati corrisposti per tutto il 2013, non ricevendo dalla Regione garanzie formali e concrete, i servizi sanitari verranno sospesi con decorrenza immediata». Detto in altri termini: se entro pochi giorni l’università nuorese non dovesse vedere un impegno preciso e scritto per i due milioni e 745mila euro che la Regione deve ancora corrispondere all’ateneo nuorese. «Purtroppo – scrive ancora Caterina Loi in una lettera datata 10 settembre – le rassicurazioni espresse dall’assessore regionale Firino, negli incontri personali di luglio e agosto, sono rimaste generiche, relativamente ai tempi di erogazione del fondo. L’attesa non è più rimandabile, in quanto tutti i creditori pretendono risposte certe e immediate. Essendo ormai quasi trascorso anche il 2014, per il quale ancora non si conosce l’entità del finanziamento, la situazione è diventata drammatica». «è ora di finirla – aggiunge – ogni anno con questa snervante incertezza legata ai fondi».

Tre mesi fa l’ultima mobilitazione per salvare il futuro dell’ateneo
La mobilitazione per sostenere l’università nuorese, rimasta con le tasche vuote e un mucchio di debiti, si era conclusa appena tre mesi fa, e in pochi, certamente, si aspettavano che sarebbe ripresa in tempi così stretti. I primi che avevano lanciato l’allarme e denunciato la situazione erano stati i soci della cooperativa Ecotopia, che gestisce i servizi amministrativi dell’ateneo, che come gesto simbolico avevano restituito le chiavi dell’ateneo. La protesta, poi, si era estesa parecchio, e aveva prodotto anche un risultato concreto: la Regione aveva sbloccato il saldo relativo al 2012: si trattava di circa 500mila euro. Problemi finiti? Manco per niente: proprio in questi giorni, infatti, il consorzio universitario lancia il nuovo allarme. E stavolta la cifra dovuta dalla Regione supera abbondantemente i due milioni di euro. (v.g.)



LA NUOVA SARDEGNA 
6 – La Nuova Sardegna sabato 13 settembre 2014 / Pagina 15 -Economia
L’ad Marco Campione: «Vogliamo creare un centro di eccellenza internazionale»
A fare da traino la Qatar foundation, con cui esiste da tempo una collaborazione
Il colosso americano investe sul San Raffaele
di Luca Rojch
SASSARI Il futuro del San Raffaele sarà ad alta tecnologia. I dollari del Qatar hanno riportato alla vita lo scatolone bianco alle porte di Olbia che sembrava destinato a ingiallire. Il know how di General Electric Healthcare sarà la scintilla che riaccenderà l’ospedale. GE, nel 2009 secondo Forbes era la prima società al mondo per profitti e asset, sbarca in Sardegna con un investimento multimilionario. A trainare il colosso che si occupa di altissima tecnologia medica è la Qatar foundation. Da anni esiste una joint venture tra Qf e la divisione scientifica del gigante americano. Collaborazione che ha portato allo sviluppo di macchine hi-tech che permettono di fare diagnosi per molte patologie con un altissimo livello di precisione. Fonti riservate parlano di un investimento vicino ai 100 milioni di euro da parte di Ge Healthcare per perfezionare la nuova generazione di telemedicina. Una versione sofisticatissima, tanto precisa da dare la sensazione che il medico sia quasi davanti al paziente. Ma l'altissima tecnologia consentirà di sviluppare anche un sistema di comunicazione che metterà il nuovo San Raffaele di Olbia in contatto con tutti gli ospedali creati dalla Qf. L'amministratore delegato e presidente di General electric healthcare Italia, Marco Campione, non dà cifre. Preferisce mantenere ancora il massimo riserbo su questi aspetti. Ma non nasconde il suo ottimismo sul futuro del centro di eccellenza che sta per nascere nell’isola. E fa capire che Ge healthcare sarà tra i protagonisti della rinascita del San Raffaele di Olbia. Quanto avete investito in questo progetto? L’investimento in Sardegna è di assoluto rilievo. In questo momento sarebbe inutile ridurlo a una cifra. È impossibile da quantificare in questo momento l’impegno economico. Noi ragioniamo in modo più ampio. C’è un progetto di grande valore da portare avanti con partner di alto livello. Vogliamo creare un centro di eccellenza mondiale. E vogliamo farlo in Sardegna. Quale tipo di investimento fa nell’isola General Electric Healthcare? Questo è un progetto complicato ed entusiasmante allo stesso tempo. Lavoreremo per dare il nostro contributo nella creazione di un nuovo ospedale e di una piccola città della scienza e della ricerca. Siamo ottimisti. Ci sono tutte le condizioni per fare grandi cose. Il nostro rapporto con la Qatar foundation è consolidato. A questo si aggiunge la collaborazione scientifica con il Bambin Gesù e il via libera della Regione e del Governo. Non mettiamo in campo solo tecnologie. Molte delle apparecchiature dell’ex San Raffaele saranno prodotte da General Electric healthcare, ma daremo anche supporto nella pianificazione e nella progettazione della struttura. Abbiamo un obiettivo. È far entrare il San Raffaele in un network di centri d’eccellenza internazionali. Ospedali che si trovano sparsi in tutto il mondo. Noi siamo già presenti in Sardegna, ma è chiaro che con questo investimento la nostra attenzione sarà maggiore. Il nostro non sarà solo un supporto tecnologico e fisico. Sono sicuro che in questo modo verrà creato un circolo virtuoso che darà vita a un indotto importante. Posti di lavoro, altre aziende che investiranno in questa struttura. Ma quali saranno i risvolti immediati, più concreti? Faccio un solo esempio, anche se è riduttivo. La creazione di un centro di riabilitazione di avanguardia porterà tantissimi atleti a rivolgersi a questa struttura di eccellenza internazionale. Ma non ci sarà solo l’aspetto strettamente riabilitativo. Potrà diventare fondamentale anche durante il periodo di preparazione delle squadre sportive. Non solo di calcio. Il livello sarà internazionale. Degno di un centro di eccellenza. Il clima e le strutture che saranno create diventeranno un sicuro richiamo. Ci saranno ricadute occupazionali dal vostro investimento? Non voglio essere troppo ottimista, ma mi sorprenderei se non ci fossero ricadute occupazionali. Con la Qatar foundation esiste già una collaborazione, quali sviluppi avrà con il progetto San Raffaele? Il nostro core business è la diagnostica avanzata. È chiaro che in parte la nostra collaborazione è finalizzata a questo. Gli studi clinici portano allo sviluppo di diverse apparecchiature. L’ambizione è mettere il nuovo ospedale all’interno di un network internazionale di cui fanno parte grandi centri di ricerca. E portare avanti la telemedicina. In particolare le tecnologie che renderanno possibile le diagnosi a distanza. Cosa ha spinto Ge Healthcare a investire nell’isola? Qua si sono create le condizioni favorevoli. Cosa che in Italia non è sempre scontata. C’è una terra fantastica dal clima ideale, c’è l’impegno della Qatar foundation, c’è l’eccellenza clinica del Bambin Gesù, c’è il sostegno della Regione e del Governo centrale. Aspetti che ci hanno convinto a portare avanti la collaborazione con Qf per creare un centro di eccellenza. È vero sarà privato, ma darà sanità di altissima qualità a tutti i cittadini. Il futuro San Raffaele sarà un ospedale di riferimento a livello internazionale. Avete avuto contatti con la Regione? Non direttamente, ma abbiamo avuto modo di sapere che c’è grande attenzione sul progetto San Raffaele da parte della maggioranza attuale, ma anche di quella precedente. Qual è il vostro obiettivo finale. Più volte si è parlato della nascita di una Silicon valley della sanità. La speranza è proprio questa. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno. E confermiamo il nostro impegno perché l’ospedale possa aprire, come previsto, entro il primo trimestre 2015.



LA NUOVA SARDEGNA 
7 – La Nuova Sardegna di sabato 13 settembre 2014 / Pagina 37 - Cultura e spettacoli
UN VILLAGGIO NEL BRONX Così New York ha scoperto Gramsci
L’artista Thomas Hirschhorn racconta la sua installazione
Ospite della Summer School dedicata al pensatore sardo
di Caterina Cossu
GHILARZA «Quando sono arrivato nel Bronx, nessun residente delle Forest houses aveva mai sentito neanche nominare Antonio Gramsci. Eppure, ho voluto cercare delle connessioni tra mondi lontani anni luce e le ho trovate. In molti di loro hanno scoperto qualcosa di quello che già conoscevano all'interno della filosofia di Gramsci. E io ho toccato con mano quanto potesse essere vera l’affermazione gramsciana che ogni essere umano è, intrinsecamente, un intellettuale». Trovarsi a Ghilarza, nel paese di Antonio Gramsci, assieme a uno degli artisti più famosi al mondo di arte contemporanea che a lui si è ispirato per un’installazione nei lontani Stati Uniti, non è cosa da tutti i giorni. Thomas Hirschhorn ha vissuto a New York, in un quartiere difficile come il Bronx, per cinque mesi. Insieme ai residenti ha realizzato l’immane Gramsci monument, una sorta di villaggio gramsciano. C'era addirittura il bar, dove scambiare conoscenze e idee, oltre che la biblioteca e il museo. Per 77 giorni insieme ai newyorkesi del Bronx, l'artista ha tenuto quegli spazi vivi e attivi. La sua esperienza, giovedì sera, è diventata quella degli allievi della prima scuola internazionale di studi gramsciani, la Ghilarza Summer School, nella location perfetta del ristorante Valparaiso, che da anni sperimenta la filosofia del cucinare come arte del palato. La scuola, promossa e organizzata dall’Associazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza, in collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci di Roma e la International Gramsci Society, realizzata con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna, ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento mondiale per gli studi gramsciani. «A volte su quest’isola le cose accadono e si intrecciano. Come questa serata, che apre l’ennesimo campo infinito di riflessione ispirata dall’arte. Tom interpreta e vive Gramsci, per davvero, e nella sua installazione questo è palpabile — ha aperto la serata Lorenzo Giusti, il direttore del Man di Nuoro —. Averlo nel programma di un’iniziativa come quella della Ghilarza Summer School è davvero importante, oltre che bellissimo, e spero davvero ci siano tante altre serate come questa». La testimonianza e il lavoro di Thomas Hirschhorn ha certamente portato una ventata d’importanza all'altezza delle intenzioni. «Tutti i residenti del Bronx erano direttamente implicati nel Gramsci monument, in diversi modi. All’inizio economicamente, perché sono stati pagati per aiutarmi nell’installazione. Poi attivamente, perché sono stati coinvolti con attività a cadenza settimanale, un tipo per ogni giorno della settimana — ha spiegato Thomas Hirschhorn —. È stato questo coinvolgimento a 360 gradi che mi ha fatto capire che, se loro restavano conquistati da Gramsci, per esempio dalle sue analogie con Malcolm X, anche io imparavo continuamente da loro qualcosa». L’artista di origini svizzere ha costruito la sua installazione, la quarta di un progetto più ampio e che ha coinvolto altri tre filosofi del calibro di Spinoza, Bataille e Deleuze, fondandola sulle connessioni. Una delle quali è stata proprio la prigione, quella di gramsciana memoria e quella che oggigiorno alcuni dei residenti del quartiere di New York hanno conosciuto, per vie magari indirette. «Ho potuto osservare anche come alcuni dei residenti abbiano appreso un modo di fare qualcosa tutti assieme. Loro stessi mi hanno fatto notare di non aver mai pensato al fatto di poter collaborare, il quartiere è formato per metà da portoricani e per metà da afroamericani, e il concetto di comunità qui è molto differente da come lo possiamo intendere in Europa — ha aggiunto Thomas Hirschhorn —. Ebbene, insieme a loro e analizzando insieme il pensiero di Gramsci, ho potuto apprezzare la loro visione di comunità, sentirsi parte di un tutto pur ognuno mantenendo le proprie differenze culturali di origine». Un pensiero giovedì sera, è andato anche alle vittime del terrorismo, visto che il datario segnava 11 settembre. «Oggi è una giornata per ricordare le cose importanti: l’amicizia, gli altri, l’eguaglianza, l’universalità, la verità. Solo quando pensiamo che siamo uguali, sono quando pensiamo di essere un tutt’uno, ci può essere un futuro. E un tutt'uno, a studiare Gramsci, lo siamo. Perché tutti noi siamo, inevitabilmente e potenzialmente, intellettuali».


QUOTIDIANI NAZIONALI

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