UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 14 settembre 2014

Domenica 14 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di domenica 14 settembre 2014 / Estate (Pagina 5 - Edizione IN)
CONVEGNO. Martedì 23 settembre nell’aula magna dell’Ateneo cagliaritano
CERE, SCIENZA E GENIO
Omaggio a Susini a 200 anni dalla sua morte 
Tra arte e scienza, le fedeli riproduzioni anatomiche datate 1803-1805 e modellate nella cera dalle mani di Clemente Susini hanno vagato a lungo prima di essere accolte nella sala pentagonale della Cittadella dei musei a Cagliari. I pezzi, appartenenti a una delle collezioni più belle al mondo, dal 1991 sono in esposizione permanente negli spazi di piazza Arsenale a testimonianza sì del grande lavoro del ceroplasta fiorentino, ma anche del cammino scientifico della medicina e della chirurgia. Martedì 23 settembre nell’aula magna dell’Ateneo cagliaritano (via Università, 40), dalle 9 alle 18, si terrà un convegno in onore di Clemente Susini: nel secondo centenario della sua morte verranno omaggiate le opere realizzate insieme all’anatomista Francesco Antonio Boi nel Museo di La Specola a Firenze.
A voler riunire intorno a un tavolo i presidenti di società scientifiche ed esperti è Alessandro Riva, da 23 anni curatore della collezione e che nel ’91 con il beneplacito del Rettore pro tempore Duilio Casula, aprì al pubblico l’esposizione.
Oltre all’intervento del Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis e quello dei Rettori di Firenze e di Sassari, hanno assicurato la loro presenza Eleanor Crook (Royal College of Art, Londra), Marina Wallace (University of the Arts, Londra), Martin Kemp, studioso di anatomia e arte, Pinuccio Sciola. Verrà anche presentato il libro: “Le cere vive” del chirurgo Ugo Pastorino.
Il convegno sarà l’occasione per rendere noti e commentare i risultati dei recenti studi, condotti nell’ambito del Museo, che hanno dimostrato che le cere cagliaritane sono rimaste praticamente sconosciute al di fuori della Sardegna fino al secondo dopoguerra. Mentre tutte le altre collezioni realizzate a La Specola erano note fino ai primi anni Cinquanta del XX secolo, secondo la ricerca, Susini era ignoto al di fuori della Sardegna, come risulta dall’articolo sulle Cere di La Specola - apparso sulla terza pagina del Corriere della Sera del 18 gennaio 1939 - in cui il medico-scrittore Corrado Tumiati sfida il lettore a trovare «notizie su Clemente Susini, pittore e scultore, in tutte le enciclopedie del mondo». Solo in seguito alla pubblicazione del saggio su Clemente Susini, Francesco Antonio Boi e le Cere di La Specola, opera postuma di Luigi Castaldi, già professore di Anatomia a Cagliari e pubblicata nel 1947, il ceroplasta venne finalmente riconosciuto come grande artista e vero autore delle cere fiorentine. Ma come arrivò a Cagliari la collezione? Fu Carlo Felice di Savoia, viceré di Sardegna, che dopo aver accordato a Francesco Antonio Boi il permesso di approfondire i suoi studi nel Gabinetto anatomico di Firenze, nel 1805 acquistò per il suo Museo di Antichità e Storia naturale tutte le riproduzioni, fatte da Susini, delle dissezioni cadaveriche eseguite dal professore. Nel 1858 furono trasferite nel palazzo universitario, nascoste durante la seconda guerra mondiale, catalogate per la prima volta nel 1968.
Il workshop del 23 settembre ha anche un altro scopo. Alessandro Riva lo spiega sottolineando come la sua età (76 anni) e la mancanza di altri addetti museali mettano a rischio la sorte delle cere e vorrebbe che fossero finalmente concesse all’Università di Cagliari risorse finanziarie e di personale analoghe a quelle accordate a musei di simile rilievo.
Grazia Pili
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
SANITÀ. Pateri: «Le ferie? Un diritto, il problema sono gli organici»
Sale operatorie chiuse, gli infermieri: siamo pochi
Gli infermieri non ci stanno: se quest’estate, per due mesi e mezzo, nell’ospedale oncologico si sono fatti pochi interventi chirurgici e molti ne sono stati rinviati, la colpa non può essere delle loro ferie. «Lavori a parte, se gli organici fossero adeguati alle esigenze, i servizi non risentirebbero delle ferie», attacca Pierpaolo Pateri, presidente del Collegio degli infermieri della provincia di Cagliari e coordinatore di quello regionale. «La realtà - aggiunge - è che siamo pochi». Negli ospedali della Sardegna, dice, «per garantire un’assistenza adeguata mancano all’appello almeno 500-700 infermieri. Solo a Cagliari, tra Asl 8 , Brotzu e Azienda mista, ne servirebbero 120-150».
Pateri interviene sulla vicenda solo a un patto: «Voglio dire in premessa che, a nome dei 10 mila infermieri sardi, esprimo la massima solidarietà ai pazienti che non hanno potuto essere operati. Quando un tuo caro ha una patologia tumorale, non è bello sapere che dovrà aspettare sei mesi per essere operato». Le ferie, ricorda, sono un diritto e una necessità, soprattutto per lavoratori che svolgono un’attività delicata: «Nelle sale operatorie, come negli altri settori ad alta specializzazione (dialisi, rianimazione, cardiochirurgia), serve personale motivato, non stressato. Non puoi arrivarci lavorando 12 ore al giorno: invece d’estate, per fare le ferie, spesso si fanno turni massacranti. Spesso si va avanti per abnegazione».
Il problema, sostiene Pateri, è la contrazione delle assunzioni, effetto della spending review: «Tagliare sul personale è il modo più facile per ridurre i costi. È un fenomeno generale, come il ricorso ai contratti a tempo determinato. E questi sono i risultati. Per non parlare del blocco degli stipendi: da sei/otto anni non si vedono aumenti. Rifiuto l’etichetta della “missione”, ma per fare l’infermiere occorre una propensione al sacrificio fisico, bisogna vivere in un continuo confronto con la malattia e le persone che soffrono».
Una settimana fa, a Monserrato, si è svolto il test per l’accesso al corso di laurea in professioni sanitarie: 2.400 candidati per 248 posti disponibili e il mito del posto certo a fine studi. «Ma purtroppo non è più così, capita che si resti disoccupati anche dopo la laurea. E infatti c’è stato un calo nei partecipanti: erano comunque tanti, ma meno che in passato. Le Asl non assumono. E quando lo fanno, per ogni posto ci sono cento candidati». (m. n.)
 
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’Unione Sarda di domenica 14 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 9 - Edizione CA)
SCUOLA, Cisl denuncia i nuovi tagli del governo
Il dimensionamento della scuola sarda non può avvenire secondo i parametri ministeriali: lo afferma Ignazio Ganga, della segreteria regionale della Cisl, che vede per l’Isola «il serio rischio di mettere in discussione l’anima democratica dell’istituzione scolastica, che deve potersi fondare ancora su una presenza diffusa e la capacità di essere presidio di vita civile in ogni comunità». Il sindacato auspica un confronto con la Giunta «per rilanciare una strategia capace di ridisegnare la scuola sarda alla luce delle esigenze reali della Sardegna».
L’auspicio è che il Consiglio regionale approvi una legge utile a «restituire autorevolezza alla scuola sarda, mettendola in condizione di erodere l’emergenza educativa, che si manifesta nell’indice di dispersione scolastica pari al 25,5% e nella costante diminuzione del numero di immatricolazioni nelle università». Serve, conclude Ganga, «una strategia capace di ridisegnare la scuola secondo le specificità della Sardegna. Un progetto in discontinuità con gli orientamenti del governo».
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’Unione Sarda di domenica 14 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
EDUCAZIONE MOTORIA, la protesta dei docenti
Hanno bussato più volte alle porte della Provincia, ma senza risultato. Ora tornano alla carica. «Chiediamo che il bando destinato all’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole primarie e dell’infanzia venga rifinanziato». Portavoce della rivendicazione è Valerio Mocci. Con lui Maddalena Sini, Marco Orrù e Fabrizio Staico. Tutti laureati in scienze motorie e diplomati Isef. «Non essendo di ruolo nella scuola pubblica, in questi anni abbiamo potuto trovare lavoro solo con la legge 17», spiegano.
«Questo finanziamento per anni ci ha consentito di trovare un’opportunità lavorativa, e a migliaia di bambini di praticare a scuola l’attività motoria». Poi è arrivato il commissariamento della Provincia e sono stati tagliati. «A luglio del 2013 abbiamo appreso che per l’anno scolastico in corso non era stato avviato il bando», raccontano. «Abbiamo chiesto spiegazioni, ci hanno dato informazioni non veritiere, rimbalzandoci per mesi tra Provincia e Regione». All’inizio di quest’anno la rivelazione: «Il commissario ha deciso di non finanziare il bando e di destinare i fondi ad altro». Ma loro non ci stanno: «Riteniamo che nessuna delle voci di spesa alla quale sono stati destinati i soldi sia più importante dello sviluppo psicofisico dei bambini», protestano. «Crediamo inoltre che garantire tale attività a chi non può praticarla per problemi economici sia altrettanto importante». Poi la rivendicazione: «Chiediamo che il bando venga rifinanziato e i diritti di noi insegnanti e dei bambini rispettati».
Sara Marci



L’UNIONE SARDA
 

5 - L'Unione Sarda di domenica 14 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
Castello
Nuovo crollo in via Badas, transennato il marciapiede
Nuovo allarme in via Badas, che a fine agosto era stata chiusa al traffico dopo che si era staccato un masso dalle mura della Cittadella dei musei.
Ieri sera c’è stato un nuovo crollo, stavolta dal Bastione, anche se minimo: alcune pietre di piccole dimensioni sono cadute sul marciapiede e subito è scattato l’intervento dei vigili urbani. Con loro anche le squadre dei vigili del fuoco, la protezione civile e un tecnico comunale. Dopo il sopralluogo si è deciso di transennare la parte ritenuta pericolosa, ma al contrario di quanto accaduto due settimane fa non è stato necessario chiuderla. In quell’occasione un masso, pesante più di cento chili, era caduto da un’altezza di trenta metri al centro della carreggiata alle 4 del mattino, quando per fortuna non transitavano auto. I controlli dei vigili del fuoco e degli esperti avevano sollevato dubbi anche sulla tenuta di altri quattordici doccioni di calcestruzzo. I lavori avevano messo tutto in sicurezza, così via Badas era stata riaperta al traffico.

 

QUOTIDIANI NAZIONALI

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